TEORIE E TECNICHE DELLE COMUNICAZIONI DI MASSA - PowerPoint PPT Presentation

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TEORIE E TECNICHE DELLE COMUNICAZIONI DI MASSA

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TEORIE E TECNICHE DELLE COMUNICAZIONI DI MASSA Prof. Geraldina Roberti Anno Accademico 2004-2005 Slide lezioni 2 parte LO SVILUPPO DELLA RICERCA EMPIRICA Nasce ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: TEORIE E TECNICHE DELLE COMUNICAZIONI DI MASSA


1
TEORIE E TECNICHE DELLE COMUNICAZIONI DI MASSA
  • Prof. Geraldina Roberti
  • Anno Accademico 2004-2005

2
Slide lezioni
  • 2 parte

3
LO SVILUPPO DELLA RICERCA EMPIRICA
4

La Mass Communication Research
  • Nasce negli Stati Uniti intorno agli anni
    20-30.
  • Quando parliamo di studiosi della comunicazione
    non ci riferiamo tanto a sociologi o psicologi.
    Coloro che per primi si interessarono di tale
    ambito furono scienziati politici (Lasswell) o
    studiosi di retorica.

5
La Mass Communication Research
  • La ricerca amministrativa fornisce dati utili ad
    aumentare lefficacia dei messaggi o comunque a
    rilevarne gli ostacoli.
  • Necessità di disporre di dati quantitativi
    sullaudience.
  • Bisogno di trovare soluzioni ai problemi sociali
    emergenti.

6
Loggetto di indagine
  • Tale approccio amministrativo studia
    soprattutto gli effetti dei media in una
    situazione di campagna (elettorale,
    informativa, propagandistica, pubblicitaria,
    etc.).
  • Per campagna si intende un tipo di comunicazione
    che
  • ha scopi precisi ed è pianificata per
    raggiungerli
  • ha una durata temporale definita
  • è intensiva ed ha una vasta copertura
  • il suo successo può essere valutato
  • è promossa da fonti autorevoli
  • i suoi argomenti devono essere venduti al
    pubblico, per il quale essi devono essere nuovi,
    pur fondandosi su schemi condivisi di valori.
  • (McQuail, 1977)

7
I fattori di mediazione
  • La consapevolezza della complessità del rapporto
    che lega le audience ai media comincia a farsi
    strada tra gli studiosi già con gli avvenimenti
    legati alla trasmissione di O. Wells La guerra
    dei mondi.

8
La Guerra dei mondi
  • Radiodramma di Orson Welles trasmesso il 30
    ottobre 1938 alle ore 20.
  • Su circa 6 milioni di radioascoltatori che
    seguirono il dramma, circa 1 milione credette che
    gli Stati Uniti fossero stati invasi dai marziani.

9
La ricerca di Cantril
  • The invasion from Mars A study in the Psychology
    of panic.
  • Fattori che favorirono lerrata interpretazione
    dellepisodio
  • il tono realistico del programma
  • laffidabilità della radio come strumento
    informativo
  • luso di esperti
  • luso di località realmente esistenti
  • la sintonizzazione a programma già cominciato

10
La ricerca di Cantril
  • Cantril costruisce quattro categorie di
    radioascoltatori
  • i soggetti che erano stati in grado di
    controllare la coerenza interna del programma
    (troppo simile alla fantascienza per poter essere
    preso sul serio).
  • i radioascoltatori che avevano proceduto a
    controlli esterni (ad esempio con la
    programmazione radiofonica riportata sui
    giornali).
  • i soggetti che si erano convinti della realtà
    dellevento, pur avendo effettuato un controllo.
  • i soggetti che non avevano effettuato nessun tipo
    di controllo credendo si trattasse di un vero
    notiziario.

11
La ricerca di Cantril
  • I radioascoltatori che avevano effettuato
    controlli interni ed esterni al programma avevano
    mostrato di possedere una buona abilità critica
    ossia la capacità di reagire ad uno
    stimolo cogliendone le caratteristiche
    essenziali, di valutarle e di comportarsi
    appropriatamente.
  • Labilità critica si correla con
  • il livello di istruzione dei soggetti
  • la variabile religiosa
  • alcuni fattori di personalità.

12
Il superamento della teoria ipodermicaè in parte
determinato da
Gli effetti limitati
Lapproccio empirico-sperimentale (origine
psicologica)
Lapproccio empirico sul campo (origine
sociologica)
13
Gli effetti limitati
  • Entrambi gli approcci si sviluppano a partire
    dagli anni 40.
  • le acquisizioni delluno sono strettamente legate
    a quelle dellaltro
  • costante è il richiamo tra un settore e laltro
  • difficile è la separazione tra i due ambiti di
    ricerca.

14
Le teorie degli effetti limitati
  • Dalliniziale teoria behaviorista SR,
  • una volta inserite le variabili intervenienti
    (I.V.), a seconda della prospettiva analitica con
    cui esse vengono prese in considerazione,
  • si ottengono tutte le teorie sugli effetti
    limitati.

S ? I.V. ? R
15
Le variabili intervenienti
  • Contribuiscono, in certe condizioni, a
    facilitare il flusso delle comunicazioni tra
    media e masse e, in altre condizioni, a bloccare
    il flusso delle comunicazioni. In questo senso,
    le definiamo intervenienti .
  • Katz, Lazarsfeld,1955

16
Lapproccio psicologico sperimentale
  • La ricerca
  • Gli studi psicologici sugli atteggiamenti e le
    motivazioni degli individui sono alla base delle
    ricerche empiriche sulle risposte del pubblico
    alle comunicazioni di massa moltiplicatesi tra la
    Seconda Guerra Mondiale e gli anni 60.
  • Si tratta di esperimenti realizzati in
    laboratorio,
  • volti a individuare gli elementi che entrano in
    gioco nella relazione tra emittente, messaggio e
    destinatario in un processo comunicativo, e a
    rilevare le variabili intervenienti che possono
    rendere inefficace la comunicazione.

17
Latteggiamento
  • Il concetto di atteggiamento sottolinea le
    differenze individuali acquisite per
    apprendimento Vs caratteristiche biologiche.
  • Latteggiamento era considerato una sorta di
    predisposizione appresa in grado di dare forma al
    comportamento.
  • Modificando, dunque, gli atteggiamenti era
    possibile modificare il comportamento.

18
Lapproccio psicologico sperimentale
  • Il modello comunicativo
  • Il modello comunicativo alla base degli studi
    psicologici sperimentali è apparentemente molto
    simile a quello della teoria ipodermica.
    Presuppone, però, la mediazione di variabili
    intervenienti tra stimolo e risposta che spezzano
    limmediatezza e luniformità degli effetti,
    oltre a rivalutare il ruolo del destinatario nei
    processi comunicativi studiati.

19
Lapproccio psicologico sperimentale
  • La teoria dei media
  • Alla base cè la convinzione che la persuasione
    sia un obiettivo possibile, a patto che la forma
    e lorganizzazione del messaggio siano adeguate
    ai fattori personali che il destinatario attiva
    nellinterpretazione del messaggio stesso.
  • Si parla a questo proposito di teoria delle
    differenze individuali negli effetti ottenuti dai
    media.

20
Lapproccio psicologico sperimentale
  • Rispetto alla teoria ipodermica, la teoria dei
    media elaborata sulla base dellapproccio
    psicologico sperimentale ridimensiona la capacità
    indiscriminata dei mezzi di comunicazione di
    manipolare il pubblico.
  • Tuttavia, i media possono influenzare laudience
    ed esercitare persuasione, se i loro messaggi
    sono ben costruiti e tengono conto delle
    caratteristiche del target cui si rivolgono.

Sfruttamento delle ricerche psicologiche per la
costruzione di efficaci campagne pubblicitarie,
elettorali e di prodotti mediali.
21
Teoria della persuasione
  • Carl Hovland
  • Gli studi più significativi e conosciuti
    nellambito dellapproccio psicologico
    sperimentale sono quelli di Carl Hovland,
    realizzati per lInformation and Communication
    Division dellesercito americano, durante la
    Seconda Guerra Mondiale.

22
Il ruolo delle variabili intervenienti
  • Rispetto al pubblico
  • Rispetto alla fonte

23
Le variabili intervenienti
fattori di mediazione rispetto al pubblico
  • Tra le cosiddette variabili intervenienti nella
    relazione tra emittente e destinatario di un
    messaggio si possono annoverare alcune
    caratteristiche dellaudience come
  • Linteresse ad acquisire informazioni
  • Lesposizione selettiva
  • La percezione selettiva
  • La memorizzazione selettiva

24
Linteresse ad acquisire linformazione
fattori di mediazione rispetto al pubblico
  • Ricerca di Lazarsfeld, Berelson e Gaudet sulla
    campagna presidenziale del 1940 (1948).
  • L interesse per le elezioni si correla
    positivamente allesposizione ai contenuti della
    campagna.

25
Lesposizione selettiva
fattori di mediazione rispetto al pubblico
  • Gli individui che dichiaravano di aver
    partecipato agli incontri con i candidati Willkie
    e Roosevelt erano già sostenitori del Partito
    repubblicano e del Partito democratico
    (Lazarsfeld, Berelson e Gaudet, 1948).
  • Selezione nei confronti dei programmi educativi
    (Lazarsfeld, 1942)
  • Concetto di DISSONANZA COGNITIVA
  • (Festinger, 1963)

26
- link - Dissonanza cognitiva
(L. Festinger, 1957)
  • Il nostro comportamento è influenzato da numerosi
    fattori (bisogni, paure, credenze, interessi,
    etc.) che possono essere distinti in ereditari
    (come i bisogni fondamentali) e acquisiti (come
    gli atteggiamenti).
  • Un esempio di condizione psicologica acquisita è
    la dissonanza cognitiva.
  • Secondo questa teoria, se gli individui rilevano
    unincoerenza fra le proprie convinzioni ed i
    propri comportamenti, soffrono di un forte senso
    di disagio (dissonanza) che agisce come pulsione
    a cambiare quella condotta per ripristinare la
    condizione di coerenza. Si esporrebbero quindi
    più facilmente a quei messaggi in grado di
    eliminare la sensazione di dissonanza.

27
La memorizzazione selettiva
fattori di mediazione rispetto al pubblico
  • Effetto Bartlett memorizzazione degli elementi
    più vicini al proprio modo di sentire e tendenza
    a scartare quelli difformi.
  • Sleeper effect o effetto latente la capacità
    persuasoria del messaggio, inizialmente nulla a
    causa della poca credibilità della fonte, può
    aumentare nel corso del tempo.

28
Le variabili intervenienti
fattori di mediazione rispetto al messaggio
  • Credibilità della fonte
  • Ordine delle argomentazioni
  • Completezza delle argomentazioni
  • Esplicitazione delle conclusioni

Competenza (autorevolezza e reputazione)
Fiducia
29
La credibilità della fonte
fattori di mediazione rispetto al messaggio
  • Ricerca di Hovland e dei suoi collaboratori
  • Linterrogativo riguardava la possibilità di
    costruire sottomarini atomici (Oppenheimer Vs
    quotidiano Pravda).
  • Lattribuzione di scarsa credibilità a una fonte
    influiva sulla valutazione delle argomentazioni
    offerte.

30
La costruzione del messaggio
fattori di mediazione rispetto al messaggio
  • Ricerca The American Soldier (Hovland, Lumsdaine,
    Sheffield, 1949)
  • I soldati vengono intervistati dopo lesposizione
    al film di Frank Capra The Battle of Britain
    (dalla serie Why we fight).
  • I risultati
  • Vi era stato un incremento di informazioni
    specifiche.
  • Vi era stata una modifica delle opinioni dei
    soldati solo in relazione a particolari
    interpretazioni.
  • Effetti inesistenti sulle opinioni generali.
  • Nessun effetto sulla motivazione a combattere.

31
La costruzione del messaggio lordine delle
argomentazioni
fattori di mediazione rispetto al messaggio
  • Se preesiste un interesse per largomento, è
    meglio collocare in coda lopinione che si vuole
    sostenere.
  • Se non si conosce largomento, è meglio
    collocarla allinizio del messaggio.

32
La costruzione del messaggio la completezza
argomentazioni
fattori di mediazione rispetto al messaggio
  • Ricerca di Hovland, Lumsdaine, Sheffield, 1949.
  • Studio dei messaggi rivolti alla preparazione dei
    soldati.
  • Costruzione di due trasmissioni radiofoniche una
    presentava un solo aspetto (one side), laltra
    entrambi gli aspetti (both sides) di una
    questione.
  • Si verificò che, in presenza di un elevato
    livello di istruzione e di opinioni preesistenti
    sullargomento, aveva maggiore
    efficacia il messaggio both sides.

33
La costruzione del messaggio lesplicitazione
delle conclusionifattori di mediazione rispetto
al messaggio
  • Elevato livello di istruzione e interesse
    preesistente per largomento preferenza per
    le conclusioni non esplicitate.

34
EVOLUZIONE DEGLI EFFETTI DEI MEDIA
MANIPOLAZIONE
?
PROPAGANDA
QUALE INFLUENZA?
PERSUASIONE
INFLUENZA
35
La verifica della teoria dei media onnipotenti
  • Studi del Payne Fund negli Stati Uniti primi anni
    30.
  • Hovland (approccio empirico sperimentale o della
    persuasione).
  • Lazarsfeld (approccio empirico sul campo).

36
Dennis McQuail
  • Non che si fosse scoperto che i media non
    avevano effetti semmai si dimostrò che operavano
    entro una struttura preesistente di rapporti
    sociali, entro un particolare contesto sociale e
    culturale.

37
Influenza mediata - implicazioni
  • Labbandono del tradizionale modello
    comportamentista dei processi di comunicazione e
    di persuasione, assimilati ad un meccanismo del
    tipo stimolo-risposta.
  • Labbandono della tradizionale concezione del
    pubblico come massa, ovvero come aggregato
    amorfo di individui socialmente isolati, incapaci
    di agire in modo significativo con gli altri.
  • Lenfasi posta sullintervento di fattori sociali
    nei processi di comunicazione e persuasione, con
    particolare riferimento alla mediazione
    esercitata dai gruppi primari e, in seno ad essi,
    dai leader dopinione.

38
Linfluenza mediata
  • Fonte Losito, 1994
  • Linfluenza delle comunicazioni di massa sul
    pubblico, che pure è reale, è uninfluenza
    mediata da una molteplicità di fattori
    individuali e sociali, per quanto riguarda sia le
    opinioni, gli atteggiamenti e i comportamenti
    individuali, sia i processi più complessi che
    presiedono alla formazione e al cambiamento del
    sapere comune, delle azioni sociali e delle
    relazioni sociali.

39
Lapproccio empirico sul campo o degli effetti
limitati
  • Se la teoria ipodermica parlava di manipolazione
    e la teoria psicologico-sperimentale si occupava
    di persuasione, lapproccio degli effetti
    limitati parla di influenza.
  • Lattenzione si sposta dal soggetto al contesto
    sociale, inteso come linsieme organizzato delle
    relazioni sociali che avvolgono ogni membro di
    una comunità.

40
Lapproccio empirico sul campo o degli effetti
limitati
  • Il consumo mediale deve, dunque, essere studiato
    attraverso
  • Lanalisi del contenuto
  • Lanalisi sulle caratteristiche degli ascoltatori
  • Lanalisi delle gratificazioni
  • (Lazarsfeld 1940)

41
Lapproccio empirico sul campo
Effetti limitati
  • Lapproccio sociologico empirico realizza
    ricerche sul campo. Non ricostruisce, cioè, le
    situazioni da studiare in laboratorio, ma le
    indaga nel contesto in cui si verificano.
  • Sono individuabili due filoni principali di
    ricerca in questo approccio di studio

Le ricerche sul consumo dei media
Le analisi delle mediazioni sociali che incidono
sul consumo dei media
42
Effetti limitati
Lapproccio empirico sul campo
  • La teoria mediologica alla base di tale approccio
    si basa sulla connessione tra i processi di
    comunicazione di massa e le caratteristiche del
    contesto sociale entro cui si realizzano.

43
Effetti limitati
Lapproccio empirico sul campo
  • Lazarsfeld, Berelson, Gaudet, The Peoples
    Choice. How the Voter Makes Up his Mind in a
    Presidential Campaign, 1944.
  • Analizza i motivi e le modalità con cui si
    formano le attitudini politiche nello sviluppo
    della campagna elettorale presidenziale del 1940
    in una comunità dello stato dellOhio.
    Risultati

Two step flow of communication
Opinion leader
44
Lapproccio empirico sul campoLe ricerche
  • The Peoples Choice.How the Voter Makes Up his
    Mind in a Presidential Campaign, 1944
  • Formazione delle attitudini politiche nello
    sviluppo della campagna presidenziale del 1940,
    in una comunità dello stato dellOhio (Erie
    County).
  • Tre tipi di effetti
  • Attivazione
  • Rafforzamento
  • Conversione

45
Gli effetti limitati
  • Il MODELLO COMUNICATIVO è quello del
  • flusso di comunicazione due fasi.

Mass media
Opinion leader altri componenti
dei gruppi sociali di cui fa parte il leader
dopinione
46
Il leader dopinione
  • Si tratta di soggetti che si espongono
    maggiormente ai media e che, di conseguenza, sono
    più informati su specifici argomenti.
  • Leadership orizzontaleinfluenza che si esercita
    tra simili e che può essere intercambiabile.
  • Leadership verticaleinfluenza esercitata da
    soggetti collocati a un livello superiore nella
    scala sociale.

47
Il leader dopinione
  • Leader dopinione locale
  • Vive nella comunità
  • Ha elevata conoscenza personale
  • Non ha competenze specifiche
  • E legato alla vita della collettività
  • LEADER POLIMORFICO
  • Leader dopinione cosmopolita
  • E esterno alla comunità
  • Ha poche relazioni intepersonali
  • Consuma media specialistici e di elevata qualità
  • LEADER MONOMORFICO

Merton, 1949
48
Teoria degli effetti limitati- postulati
impliciti -
  • Gli individui non sono isolati socialmente.
  • La risposta ai messaggi veicolati dai media non è
    diretta e immediata, ma mediata e influenzata
    dalle relazioni sociali.
  • Esistono due processi uno di ricezione e
    attenzione e un altro di risposta, che può
    assumere la forma di accettazione o rifiuto.
  • Gli individui non sono tutti uguali di fronte
    alle campagne mediali.
  • I leader dopinione hanno un consumo mediale più
    elevato, un basso livello di gregarismo, una
    percezione di sé come persona influente sugli
    altri.

49
Gli effetti limitati
  • Schema di Lasswell
  • (1948)
  • Chi ?
  • Dice che cosa ?
  • Attraverso quale canale ?
  • A chi ?
  • Con quale effetto ?
  • Two-step flow of communication
  • (Katz Lazarsfeld - 1955)
  • 1. Dai media agli opinion leader.
  • 2. Dagli O.L. attraverso canali interpersonali
    agli individui meno esposti.

50
La riscoperta dei gruppi primari
  • Fine anni 20 - Esperimenti condotti negli
    stabilimenti Hawthorne (Roethlisberger e Dickson)
    studio dellincidenza dellilluminazione
    sullefficienza del lavoro.
  • Incidenza pressoché nulla del fattore
    illuminazione studio dei gruppi
    informali.

51
La riscoperta dei gruppi primari
  • Ricerca The American Soldier sui soldati
    americani coinvolti nella seconda guerra mondiale

    rilevanza dellappartenenza al gruppo come
    fattore di mobilitazione dei soldati.
  • Solidarietà del gruppo primario, in particolare
    tra i veterani.

52
Linfluenza personale
  • Katz, Lazarsfeld, Personal Influence. The part
    played by People in the Flow of Mass
    communication (1955)
  • Ricerca svolta a Decatur (Illinois)
  • Panel di 800 donne
  • Somministrazione di due questionari
    (giugno-agosto) su quattro aree
  • Acquisto di oggetti di uso domestico
  • Moda
  • Scelta degli spettacoli cinematografici
  • Formazione delle opinioni in merito a questioni
    di interesse pubblico

53
Klapper (1960)
  • Le comunicazioni di massa non sono cause
    necessarie e sufficienti di effetti specifici sul
    pubblico esse, semmai, interagiscono con altri
    fattori e fonti di influenza che mediano i
    rapporti tra i mass media e il pubblico.
  • Lesito di tale interazione si configura
    prevalentemente come un effetto di rafforzamento
    piuttosto che di consistente e duratura
    modificazione di condizioni (opinioni,
    atteggiamenti, comportamenti) preesistenti.

54
Klapper (1960)
  • Laddove si verifichi un effetto di modificazione,
    esso è imputabile o al venir meno dei fattori di
    mediazione o a questi stessi fattori che,
    eccezionalmente, invece di favorire il
    rafforzamento, si fanno essi stessi promotori
    della modificazione.
  • Nel caso di messaggi esplicitamente finalizzati
    ad incidere su opinioni, atteggiamenti e
    comportamenti dei destinatari, lefficacia delle
    comunicazioni di massa dipende, dunque, non
    soltanto dai media o dalla comunicazione in
    quanto tale, ma anche e soprattutto dalla
    situazione in cui la comunicazione stessa avviene.

55
Differenze tra approccio psicologico sperimentale
e sociologico empirico
Effetti limitati
  • Metodo
  • Esperimenti in laboratorio
  • Ricerca sul campo
  • Situazione comunicativa
  • I media possono influenzare il loro pubblico con
    messaggi ben strutturati.
  • Linfluenza dei media è mediata dalle relazioni
    sociali.
  • Esposizione al messaggio
  • Obbligata nel contesto sperimentale.
  • Volontaria in una situazione comunicativa
    naturale.

56
Differenze tra approccio psicologico sperimentale
e sociologico empirico
Effetti limitati
  • Tema o argomento di cui si valuta lefficacia
  • Temi relativi ad opinioni modificabili.
  • Temi implicanti atteggiamenti radicati nella
    personalità degli individui, quindi difficilmente
    modificabili.
  • Relazione tra le variabili considerate
  • Rapporto diretto tra due variabili.
  • Rapporto complesso tra molteplici variabili.

57
Teoria ipodermica
Massa
Pubblico
PASSIVA
ATTIVO
Differenze individuali
Differenze sociali
58
Lapproccio empirico sul campo Criticità
  • Prospettiva limitata agli effetti immediati.
  • Dipendenza eccessiva dal paradigma cognitivo
    generale della psicologiaS O RO
    organismo differenze individuali
  • Metodologia il sondaggio campionario come
    procedura di osservazione empirica sostituisce
    lesperimento. Troppa importanza a inchieste e
    questionario strutturato con domande chiuse, a
    scapito dei colloqui in profondità.

59
Le teorie dei media la ricostruzione per cicli
  • II fase
  • il ridimensionamento
  • del potere dei media
  • (anni 40-60)

60
Teorie dellinfluenza selettiva De Fleur/Ball
Rokeach
  • La fase del ridimensionamento del potere dei
    media viene tematizzata da De Fleur in questo
    modo
  • Teoria delle differenze individuali
  • Teoria della differenziazione sociale
  • Teoria delle relazioni sociali

61
Teorie dellinfluenza selettiva
  • Teoria delle differenze individuali
  • Negli anni 30 si passa dallistinto (origine
    fisiologica per spiegare il comportamento
    Mc Dougall, Freud), allatteggiamento (le
    esperienze individuali incidono sulle risposte
    individuali allambiente Pavlov, Skinner).

62
Teorie dellinfluenza selettiva
  • Teoria della differenziazione sociale
  • La differenziazione sociale produce modelli di
    fruizione diversi anche nellambito di
    comportamenti legati ai mass media.
  • Si prende in considerazione la funzione di
    categorie sociali ben definite in base alla
    religione, alletà, alletnia, allarea di
    residenza.

63
Teorie dellinfluenza selettiva
  • Teoria delle relazioni sociali
  • Si verifica un passaggio di informazioni a due
    stadi il primo, dai media agli individui meglio
    informati il secondo, da questi individui,
    attraverso canali interpersonali, ai soggetti
    meno direttamente esposti ai media.

64
Effetti limitati Per riassumere
  • Se la teoria ipodermica parlava di manipolazione
    o propaganda, la teoria psicologico-sperimentale
    di persuasione, quella sociologico-empirica si
    occupa di influenza, non solo quella esercitata
    dai media, ma anche quella che scorre nei
    rapporti comunitari e sociali, di cui la
    comunicazione di massa è solo una parte.

65
Effetti limitatile critiche
  • Van Den Ban smonta pezzo per pezzo la teoria
    dellinfluenza personale.
  • Robinson (1976) introduce un nuovo soggetto
    allinterno del processo comunicativo coloro
    che non discutono.

66
Effetti limitati - Lattualità del modello - La
disintermediazione
  • Oggi, sebbene la mediazione interpersonale abbia
    ancora un valore, si verificano anche processi
    di
  • progressiva perdita di importanza degli opinion
    leader
  • venir meno della mediazione giornalistica
  • perdita di importanza degli intermediari di
    interesse generale (giornali, riviste, emittenti
    radio e tv Cfr. Sunstein).
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