R. Jakobson, La poesia contemporanea russa (1921) - PowerPoint PPT Presentation

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R. Jakobson, La poesia contemporanea russa (1921)

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R. Jakobson, La poesia contemporanea russa (1921) La letterariet [ ] ci che di una data opera fa un opera letteraria. Finora gli storici della letteratura ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: R. Jakobson, La poesia contemporanea russa (1921)


1
R. Jakobson, La poesia contemporanea russa (1921)
La letterarietà è ciò che di una data opera fa
unopera letteraria. Finora gli storici della
letteratura hanno soprattutto scimmiottato la
polizia che, quando deve arrestare una
determinata persona, agguanta per ogni
eventualità chiunque e qualsiasi cosa si trovi
nellappartamento e anche chi per caso si trovi a
passare nella strada accanto. Così anche per gli
storici della letteratura tutto faceva brodo
costume, psicologia, politica, filosofia. Invece
della scienza della letteratura si ebbe un
conglomerato di discipline rudimentali. Pareva
che si dimenticasse che queste categorie
rientrano, ognuna, nella scienza corrispondente,
storia della filosofia, storia della cultura,
psicologia ecc., e che queste ultime possono
naturalmente utilizzare anche i monumenti
letterari come documenti difettosi, di seconda
scelta.
2
Vladimir Nabokov Introd. a Lezioni di
letteratura
Quando si legge, bisogna cogliere e accarezzare
i particolari. Non cè niente di male nel
chiarore lunare della generalizzazione, se viene
dopo che si sono amorevolmente colte le solari
inezie del libro. Se si parte invece da una
generalizzazione preconfezionata, si comincia
dalla parte sbagliata e ci si allontana dal libro
prima ancora di avere cominciato a capirlo. Non
cè niente di più noioso e di ingiusto verso
lautore che mettersi a leggere, per esempio,
Madame Bovary, con lidea preconcetta che sia una
denuncia della borghesia. Non dimentichiamo che
lopera darte è sempre la creazione di un mondo
nuovo per prima cosa, dovremmo quindi studiare
questo mondo nuovo il più meticolosamente
possibile, come se fosse qualcosa che avviciniamo
per la prima volta e che non ha alcun rapporto
immediato con i mondi che già conosciamo. Una
volta studiato attentamente questo mondo nuovo,
allora soltanto possiamo analizzarne i legami con
altri mondi, con altri settori della conoscenza.
3
Romano Luperini Linterpretazione dei testi
letterari la parte del commento (in
Lautocoscienza del moderno, 2006)
Nella produzione critica si assiste a una
pericolosa divaricazione da un lato la chiusura
specialistica in un microfilologismo spicciolo,
dallaltro una propensione a un ampliamento
tematico della ricerca e a un suo rapidissimo
svariare fra testi diversi e lontani che in
diversi casi finisce col perdere di vista la loro
concreta materialità . Da questo punto di
vista, la crisi della critica non è che un
aspetto della crisi più generale della funzione
intellettuale e della progressiva scomparsa della
figura storica dellintellettuale come mediatore
civile.
4
Romano Luperini Linterpretazione dei testi
letterari
Nellattività didattica e nelle indicazioni
ministeriali che si sono succedute nellultimo
decennio la corrispondente divaricazione è
piuttosto fra unimmagine del docente di
letteratura come esperto e della riduzione
dellinsegnamento della letteratura come
riduzione agli schemi e agli schemini di una
lettura esclusivamente linguistica e retorica e,
invece, unimmagine del docente come
intrattenitore e tuttologo che svolge percorsi
tematici fra arti e discipline diverse assumendo
la letteratura tuttal più come documento di
qualcosaltro. Se in un caso linsegnamento
rischia di diventare arida e meccanica
applicazione di metodi esclusivamente
descrittivi, nellaltro ignora la ricca
complessità della letterarietà.
5
Romano Luperini Linterpretazione dei testi
letterari
Sarebbe meglio, nella pratica didattica,
lavorare soprattutto sulla parafrasi del testo
(sempre necessaria), sulla differenza fra lingua
del passato e lingua del presente e su poche
fondamentali indicazioni di tipo metrico,
narratologico e stilistico per concentrarsi
poi sul momento della lettura e
dellinterpretazione. Gli stessi percorsi
tematici vanno accettati e praticati solo a
condizione che partano sempre dallo studio di
campioni testuali. In nessun caso, comunque, il
docente dovrebbe rinunciare ad assumere un ruolo
di mediatore culturale, capace di commento e di
interpretazione, di offrire, cioè, modelli di
analisi del testo ma anche prospettive che lo
collochino nella storia passata e ne elaborino il
significato per noi, nel nostro presente.
6
Mario Lavagetto, Eutanasia della critica (2005)
Molti anni fa, studente dellultimo anno di
liceo, andai con alcuni compagni di classe a
sentire una lezione di Ungaretti su Leopardi
allUniversità di Roma. Eravamo pieni di febbrili
aspettative e uscimmo sconcertati e delusi il
vecchio poeta aveva debuttato leggendo
(meravigliosamente) Alla luna. Arrivato alla fine
della sua lettura era rimasto in silenzio, con
istrionica impassibilità, per qualche minuto, poi
aveva borbottato È meraviglioso non cè
niente, proprio niente da dire e aveva letto e
riletto ripetute volte il testo fino a quando il
tempo della lezione fu completamente esaurito.
7
Stendhal, Il rosso e il nero (1830)
Nota alla fine del romanzo Per evitare ogni
riferimento alla vita privata lautore ha
inventato una cittadina, Verrières, e quando ha
avuto bisogno di un vescovo, di una giuria, di
una corte dAssise li ha ambientati sullo sfondo
di Besançon, dove non è mai stato Stendhal,
Lettera del 29 ott. 1832 al Conte Salvagnoli
Verrières è una delle più graziose cittadine
della Franca Contea, costruita sul declivio di
una collina, in mezzo a macchie di grandi
castagni. Ai piedi di questa collina, verso
mezzogiorno, scorre il Doubs, uno dei fiumi più
pittoreschi della Francia. Dal lato nord la città
è protetta da una delle montagne del Giura.
Verrières, in questo libro, è un luogo
immaginario, che lautore ha scelto come tipo
delle città di provincia
8
Stendhal, Il rosso e il nero (1830)
Georges Blin, Stendhal et les problèmes du roman
(1954)Per convincerci che la sua Verrières
esiste, o, se vogliamo, che è preesistita al
dramma che vi si è svolto, la pone come
sussistente alla data in cui la storia viene
raccontata, la descrive non come era ma come è,
il che, fin dallinizio, tende a smentire che ci
si trovi in presenza di un romanzo .... In
questo modo, siamo indotti a mettere tra
parentesi il carattere chimerico e ipotetico del
tempo in cui la storia si iscrive.
9
Stendhal Contro la descrizione
Lettera a Balzac, 16 ott. 1840 Da un anno mi
dicono che ogni tanto bisogna rilassare il
lettore descrivendo il paesaggio, i vestiti. Sono
cose che mi hanno tanto annoiato negli altri!
Tenterò. Ricordi degotismo (1832) Dopo avere
rappresentato una riunione mondana in un
salotto Ho dimenticato di descrivervi il
salotto. Sir Walter Scott e i suoi imitatori
avrebbero saggiamente cominciato di lì, ma io ho
orrore della descrizione materiale. La noia di
doverla fare mimpedisce di scrivere
romanzi. Sostenevo che un buon terzo dei meriti
di Scott si doveva a un segretario che gli
abbozzava le descrizioni di paesaggi dal vero. Lo
trovavo, come lo trovo adesso, debole nella
rappresentazione delle passioni, nella conoscenza
del cuore umano Walter Scott e la Princesse de
Clèves (1830) Labito e il collare di rame di
un servo del Medioevo sono più facili da
descrivere dei moti del cuore umano.
10
Stendhal Contro la descrizione
Lettera del 29 ott. 1832 al Conte Salvagnoli
Walter Scott aveva messo di moda il medioevo si
era sicuri del successo impiegando due pagine a
descrivere la vista che si godeva dalla camera
delleroe, altre due pagine a descrivere come
egli vestiva e altre due pagine ancora a
descrivere la forma della poltrona su cui egli
sedeva. Stanco di tutto questo medioevo, delle
ogive e dei vestiti del 400, Stendhal osò
raccontare un fatto avvenuto nel 1830 e lasciare
il lettore in unassoluta ignoranza a proposito
dei vestiti che portano la signora di Rênal e la
signorina de La Mole.
11
Stendhal Alcune opere precedenti al Rosso e il
nero
  • Storia dellarte Histoire del peinture en
    Italie (scritto 1813-1815, ed. 1817)
  • Biografie Vie de Haydn, de Mozart e de
    Métastase (ed. 1815) Vie de Rossini (ed. 1823)
  • Memorie di viaggio Rome, Naples et Florence
    (ed. 1917, prima volta in cui usa lo pseudonimo
    Stendhal) Promenades dans Rome (1828-29, ed.
    1829)
  • Trattato sullamore De lamour (1919-22, ed.
    1922)
  • Saggistica e critica letteraria Racine et
    Shakespeare (ed. 1823 1825)
  • Un solo romanzo Armance (1826-27, ed. ago. 1827)

12
Stendhal La genesi del Rosso e il nero
  • Fine 1829 Stendhal si trova in viaggio nel sud
    della Francia, e qui legge il resoconto di un
    processo nella Gazette des Tribunaux
  • Si tratta di un fatto di sangue avvenuto a
    Brangues, una cittadina nel dip. dellIsère
  • Limputato si chiama Antoine Berthet, un figlio
    di artigiano, ex seminarista, che viene assunto
    come precettore in una casa di ricchi borghesi e
    qui, a quanto pare, diventa lamante della
    padrona di casa
  • In seguito a una serie di avvenimenti, spara un
    colpo di pistola allex amante, nella chiesa
    della cittadina, durante una funzione religiosa
  • Riconosciuto colpevole, viene condannato a morte
    e ghigliottinato a Grenoble il 23 febbraio 1828.

13
Stendhal La genesi del Rosso e il nero
  • In questo periodo, Stendhal sta vivendo una
    tormentata storia damore con la cugina di
    Delacroix, Alberthe de Rubempré.
  • In dicembre, rientrato a Parigi, scopre che la
    donna lo ha tradito con un suo amico (il barone
    de Mareste)
  • Inizia a scrivere un romanzo, Julien (titolo
    provvisorio)
  • Il libro viene scritto di getto in pochissimo
    tempo, e nei primi mesi del 1830 è pronto per la
    pubblicazione
  • Esce nel novembre 1830 con il titolo Il rosso e
    il nero. Cronaca del XIX secolo

14
Stendhal La genesi del Rosso e il nero
Stendhal, Lettera del 29 ott. 1832 al Conte
Salvagnoli Una cosa farà stupire il lettore.
Questo non è un romanzo. Tutto ciò che vi si
racconta è realmente accaduto nel 1826 nei
dintorni di Rennes. In quella città leroe è
stato giustiziato per aver tirato due colpi di
pistola contro la sua prima amante, dei cui figli
era stato precettore, e che, con una sua lettera,
gli aveva impedito di sposare la sua seconda
amante, una ragazza molto ricca. Stendhal non
ha inventato nulla.
15
Erich Auerbach, Mimesis.Il realismo nella
letteratura occidentale (1946)
Stendhal nei suoi scritti realistici
descriveva soprattutto la realtà che gli si
faceva incontro Je prends au hasard ce qui se
trouve sur ma route, dice egli nei Ricordi
dEgotismo. Questo metodo, già noto a Montaigne,
è il migliore per sottrarsi allarbitrio delle
proprie costruzioni e per abbandonarsi alla
realtà quale ci è posta dinanzi. Ma la realtà in
cui egli simbatteva era tale da non potersi
rappresentare senza un continuo riferimento ai
mutamenti violenti dellimmediato passato e senza
tentar presagi sugli imminenti mutamenti del
futuro tutte le figure e tutte le azioni umane
appaiono nella sua opera su un mutevole sfondo
storico, politico e sociale. Stendhal è il
fondatore di quel moderno realismo serio che non
può rappresentare luomo se non incluso entro una
realtà politica e sociale ed economica
continuamente evolventesi, come accade oggi in
qualunque romanzo o film (230-31).
16
Stendhal La ricerca della verità
Ricordi di Egotismo Ora, prima di tutto, voglio
essere vero (49). mi viene la tentazione di
esagerare alcuni tratti contro questi pidocchi
della specie umana. Ma resisto, significherebbe
essere infedele alla verità (108). Vita di
Henry Brulard Ritengo di poter garantire solo
per i seguenti meriti 1 dipingere in modo
somigliante la natura, che mi appare nitidissima
in ceri momenti 2 sono sicuro della mia
perfetta buona fede, della mia adorazione per il
vero 3 del piacere che provo a scrivere,
piacere che rasentava la follia nel 1817
(278). Diario La verità è per me come un
dipinto ricoperto duna mano di calce ogni tanto
una particella di calce cade e io mi avvicino
allagognata verità (497)
17
Stendhal La ricerca della verità
Lettera a Balzac (16 ott. 1840), che aveva
scritto una recensione elogiativa della Certosa
di ParmaLa base della mia malattia è questa
mi sembra lo stile di J.J. Rousseau o di Mme Sand
dica un mucchio di cose che non bisogna dire, e
spesso molte falsità. Ecco ho detto la grande
parola.Spesso rifletto un quarto per collocare
un aggettivo prima o dopo il suo sostantivo.
Cerco di raccontare 1 con verità 2 con
chiarezza ciò che succede nel mio cuore. Cfr.
anche lepigrafe del Rosso e il nero La verità,
laspra verità.
18
Stendhal Il romanzo è uno specchio
Shakespeare, Hamlet (III, 2) suit the action to
the word, the word to the action with this
special o'erstep not the modesty of nature for
any thing so overdone is from the purpose of
playing, whose end, both at the first and now,
was and is, to hold, as 'twere, the mirror up to
nature to show virtue her own feature, scorn her
own image, and the very age and body of the time
his form and pressure. Accorda l'azione alla
parola, la parola all'azione, con questa
particolare avvertenza, di non andare mai oltre
la moderazione della natura. Perché ogni eccesso
in questo è lontano dallo scopo del teatro, il
cui fine, agli inizi come ora, è stato sempre ed
è di porgere, diciamo, uno specchio alla natura
di mostrare alla virtù il suo volto, al vizio la
sua immagine, e allepoca stessa, alla sostanza
del tempo, la loro forma e impronta.
19
Stendhal Il romanzo è uno specchio
Racine et Shakespeare Esprime la sua ammirazione
per Goldoni, dicendo che è stato uno specchio
della natura. Premessa ad Armance Parla di due
autori di una commedia (Picard e Mazères, Trois
Quartiers) rappresentata a Parigi nel 1827
Hanno presentato al pubblico uno specchio. È
colpa loro se davanti allo specchio sono passate
facce brutte? Di che partito è uno
specchio? Promenades dans Rome Parla di
Bandello e lo elogia per avere scritto delle
novelle in cui sono rappresentati come in uno
specchio i costumi del XV secolo. Histoire de la
peinture en Italie Sottolinea che il pittore non
deve esagerare gli effetti della natura, e il
suo stile deve essere soltanto uno specchio
limpido.
20
Stendhal Il romanzo è uno specchio
Lettera a LamartineBenché io stimi molto i
pittori che mirano al bello ideale, come
Raffaello e il Correggio, sono tuttavia ben lungi
dal disprezzare quei pittori che vorrei definire
pittori-specchi, quelli che ... riproducono
esattamente la natura così come farebbe uno
specchio .... Riprodurre esattamente la natura,
senza arte, come uno specchio, è il merito di
molti olandesi, e non è un merito da poco trovo
che sia delizioso soprattutto nel paesaggio
.... Questi pittori-specchi, in tutti i generi,
sono infinitamente preferibili alle persone
comuni che vogliono seguire Raffaello.
21
Stendhal Il romanzo è uno specchio
Lettera a Salvagnoli Prima di venir a parlare
del romanzo di Stendhal, è necessario dire che la
Francia gaia, divertente, un po libertina, chè
stata dal 1715 al 1789 il modello dellEuropa,
non esiste più niente le rassomiglia meno della
Francia grave, morale, tetra, che ci han lasciato
in eredità i seguiti, le congregazioni e il
governo borbonico dal 1814 al 1830. Poiché è
estremamente difficile, in fatto di romanzi,
dipingere dal vero e non copiare dai libri,
nessuno, prima di Stendhal, aveva osato
descrivere questi costumi così poco attraenti.
Nessuno aveva descritto con tanta cura i
costumi adottati dai francesi in conseguenza dei
diversi governi che hanno gravato su loro durante
il primo terzo del diciannovesimo secolo. Un
giorno questo romanzo, come quelli di Walter
scott, sarà specchio di tempi antichi.
22
Stendhal Il conflitto con la realtà
Erich Auerbach, Mimesis La società che lo
circondava divenne per lui un problema, la
consapevolezza desser diverso dagli altri, fino
allora sentita spensieratamente e con orgoglio,
gli simponeva ora come una necessità urgente con
cui fare i conti, e come la forma stessa della
sua esistenza. Il realismo letterario di Stendhal
nacque dal suo disagio entro il mondo
postnapoleonico, dalla coscienza di non
appartenervi e di non avervi un posto (227-28).
23
Stendhal Il conflitto con la realtà
Vita di Henry Brulard Ero dunque un gran
sornione incattivito, fino a quando nella
biblioteca ... scoprii un Don Chisciotte in
traduzione francese, un volume illustrato. ...
Don Chisciotte mi fece morire dal ridere. Si
tenga presente che dopo la morte di mia madre non
avevo più riso. Ero vittima di uneducazione
aristocratica e religiosa severissima. ... Si
giudichi quale fu leffetto del Don Chisciotte in
mezzo a tanta cupa tristezza! La scoperta di
quel libro, letto allombra del secondo tiglio
del viale, seduto dove laiuola scendeva di un
piede sotto il livello del prato, segna, forse,
il periodo più bello della mia vita. Chi lo
crederebbe? Mio padre, vedendomi scoppiare a
ridere, veniva a sgridarmi, minacciava di
sequestrarmi il libro, cosa che ha fatto più di
una volta .... Disturbato anche nella
lettura del Don Chisciotte, mi nascondevo tra i
carpini, un gazebo naturale allestremità
orientale del giardino chiuso (boschetto),
recinto da mura ....
24
Stendhal Il conflitto con la realtà
Trovai un Molière corredato di stampe le
illustrazioni mi parvero ridicole e compresi solo
lAvare .... Il nonno fu felicissimo del mio
entusiasmo per Don Chisciotte, che io gli
raccontai .... Mi prestò, ma allinsaputa di
sua figlia Séraphie, lOrlando furioso ....
LAriosto formò il mio carattere mi innamorai
alla follia di Bradamante, che immaginavo come
una florida ragazza di ventiquattro anni, dalle
grazie di una bianchezza abbagliante. Mi
facevano orrore tutti i particolari borghesi e
vili di cui si è servito Molière per far
conoscere il suo pensiero. Quei particolari mi
ricordavano troppo la mia vita infelice. ...
Tutto quanto è vile e mediocre nel tipo borghese
mi ricorda Grenoble tutto ciò che mi ricorda
Grenoble mi fa orrore no, orrore è troppo
nobile mi dà la nausea. ... Tutto ciò che è
vile e mediocre senza alcuna compensazione, tutto
ciò che è nemico del più piccolo slancio di
generosità, tutto ciò che gode della rovina di
chi ama la patria o è generoso ecco cosa
rappresenta per me Grenoble (pp. 105-108).
25
Stendhal Il conflitto con la realtà
Forse è solo un caso che io non sia rimasto
malvagio, ma soltanto disgustato, per il resto
della mia vita, dai gesuiti e dagli ipocriti di
ogni specie. ... Tutti i particolari che
costituiscono la vita di Chrysale il
protagonista delle Femmes savantes mi fanno
orrore. Se mi si concede unimmagine nauseante
quanto la mia sensazione, è come lodore delle
ostriche per un uomo che abbia fatto una tremenda
indigestione di ostriche. Tutti i fatti che
compongono la vita di Chrysale vengono
rimpiazzati, in me, dal romanzesco. Credo che
questa macchia sul mio telescopio sia stata utile
ai personaggi dei miei romanzi cè una sorta di
bassezza borghese che non possono proprio avere
(113-14).
26
Stendhal Il conflitto con la realtà
Distolgo lo sguardo e la memoria da tutto ciò
che è vile Mi lascio coinvolgere, come a dieci
anni, quando leggevo lAriosto, da qualsiasi
racconto damore, di foreste (i boschi e il loro
vasto silenzio), di generosità. ... distolgo lo
sguardo dal carattere di Chrysale di Molière
.... La conversazione del vero borghese sugli
uomini e la vita, nientaltro che una collezione
di dettagli squallidi, mi getta in uno spleen
profondo quando, per motivi di convenienza, sono
costretto ad ascoltarla un po a lungo. Ecco
svelato il segreto della mia avversione per
Grenoble verso il 1816, che allora non riuscivo a
spiegarmi. ... Questo difetto, lavversione per
Chrysale, forse mi ha mantenuto giovane (235-36).
27
Stendhal Il conflitto con la realtà
Annotazione del 4 gen. 1821 È necessario che
limmaginazione apprenda i diritti di ferro della
realtà.
28
La figura delleroe
Cfr. Mario Praz, La crisi delleroe nel romanzo
vittoriano (1952) Emile Zola, Gustave Flaubert
(1875) Fatalmente, il romanziere uccide gli
eroi, se accetta solo il corso ordinario
dellesistenza comune. Per eroi, intendo i
personaggi che grandeggiano oltre misura, i
fantocci trasformati in colossi. Al
contrario, gli uomini rimpiccioliscono e
rientrano nei ranghi quando si ha lunica
preoccupazione di scrivere unopera vera,
ponderata, che sia il processo verbale fedele di
unavventura qualunque. La bellezza
dellopera non sta più nellingigantimento di un
personaggio sta nella verità indiscutibile
del documento umano, nella realtà assoluta di
dipinti in cui tutti i dettagli occupano il loro
posto, e soltanto quello.
29
La figura delleroe
Erich Auerbach, Mimesis Julien Sorel è assai
più eroe che i personaggi di Balzac o magari di
Flaubert (235).
30
René Girard, Menzogna romantica e verità
romanzesca (1962)
Don Chisciotte ha rinunciato, in favore di
Amadigi, alla prerogativa fondamentale
dellindividuo non sceglie più gli oggetti del
suo desiderio, ma è Amadigi che deve scegliere
per lui. Il discepolo si precipita verso gli
oggetti che gli indica, o che sembra indicargli,
il modello di ogni cavalleria. Chiameremo questo
modello il mediatore del desiderio. Nella
maggior parte delle opere di finzione, i
personaggi desiderano in modo più semplice di Don
Chisciotte. Non cè il mediatore, ma ci sono solo
il soggetto e loggetto il desiderio è sempre
spontaneo. Può sempre essere rappresentato da una
semplice linea retta che collega il soggetto e
loggetto. / La linea retta è presente, nel
desiderio di Don Chisciotte, ma non è
lessenziale. Al di sopra di questa linea, cè il
mediatore che si irraggia al tempo stesso verso
il soggetto e verso loggetto. La metafora
spaziale che esprime questa triplice relazione è
evidentemente il triangolo
31
Mediatore
(Amadigi) Soggetto Oggetto (Don
Chisciotte) (Gloria cavalleresca) Schem
a del desiderio triangolare
32
René Girard, Menzogna romantica e verità
romanzesca (1962)
Il desiderio secondo lAltro si ritrova nei
romanzi di Flaubert. Emma Bovary desidera
attraverso le eroine romantiche di cui è piena la
sua immaginazione. Le opere mediocri che ha
divorato durante la sua adolescenza hanno
distrutto in lei qualunque spontaneità.
33
René Girard, Menzogna romantica e verità
romanzesca (1962)
Un terzo romanziere, Stendhal, insiste allo
stesso modo sul ruolo della suggestione e
dellimitazione nella personalità dei suoi eroi.
Mathilde de la Mole prende i suoi modelli dalla
storia della sua famiglia. Julien Sorel imita
Napoleone. Il Memoriale di SantElena e i
Bollettini della Grande Armata rimpiazzano i
romanzi cavallereschi e le stravaganze
romantiche. La storia qui non è che una forma
di letteratura suggerisce a tutti questi
personaggi stendhaliani dei sentimenti, e
soprattutto dei desideri, che essi non
proverebbero spontaneamente. Stendhal designa
con il termine vanità tutte queste forme di
copia, di imitazione. Il vanitoso non può
tirare fuori i propri desideri da se stesso li
prende in prestito da qualcun altro. Il vanitoso
è quindi fratello di Don Chisciotte e di Emma
Bovary. E in Stendhal ritroviamo il desiderio
triangolare (18-19).
34
Mediatore (Napoleone)
(Antenati) Soggetto Oggetto
(Julien) (Successo,
Seduzione, Scalata sociale) (Mathilde)
(Vita eroica e
appassionata) Vanità
35
Franco Moretti, Il romanzo di formazione (1987)
Una vita esemplare è alla radice
dellimmaginazione ottocentesca. Il generale
Bonaparte, il soldato della rivoluzione, il
liberatore che antepone il merito al censo e
lentusiasmo al calcolo limperatore Napoleone,
lunto del pontefice, il despota che tratta gli
uomini come strumenti e fa tacere la pubblica
opinione. Sarà ovvio, ma senza Napoleone anche la
storia letteraria sarebbe stata tuttaltra,
perché non avremmo avuto leroe romanzesco che
domina un intero secolo leroe ambizioso,
dinamico, ambiguo. Ambiguo, soprattutto duplice,
diviso, contraddittorio, e proprio per questo
sentito come esemplare. Egli è il rappresentante
naturale di unepoca in cui lesistenza diviene
davvero problematica (84).
36
György Lukács, La polemica tra Balzac e Stendhal
Stendhal condensa i tratti caratteristici
delle singole epoche nelle biografie dei
personaggi di un dato tipo. (Nel Rosso e il nero
fa rivivere la restaurazione, nella Certosa di
Parma lassolutismo dei piccoli stati italiani,
in Lucien Leuwen la monarchia di luglio). Nel
destino di questi eroi deve rispecchiarsi la
meschinità, la turpe abiezione di tutta lepoca
di unepoca, in cui per i grandi e puri
discendenti degli eroici periodi della borghesia,
della rivoluzione e dellera napoleonica, non cè
più posto.
37
Peter Brooks, Trame (1984)
La parola mostro evoca una serie di
riferimenti ai vari momenti in cui Julien si vede
come il plebeo in rivolta, lusurpatore,
lipocrita, il seduttore, colui che, mostro
comè, viola e contesta lordine costituito, le
classificazioni e le regole esistenti (72).
Questa parola (mostro) ricorre in non poche
occasioni nel testo. In particolare viene usata
per stigmatizzare lingratitudine, specie verso
figure dotate di autorità paterna, oppure per
indicare trasgressioni di natura erotica, o
usurpazioni, conflitti di classe . Il mostro è
dunque il fuori posto, labnorme,
linclassificabile, il trasgressivo, il
seduttivo, il desiderante (87).
38
Christopher Prendergast, The Order of Mimesis
Balzac, Stendhal, Nerval, Flaubert (1986)
I momenti decisivi del romanzo sono,
precisamente, momenti a-tipici. In effetti,
si potrebbe dire che la massa di materiale
strettamente mimetico in Le Rouge et le Noir
(la rappresentazione della realtà sociale
contemporanea attraverso una serie di tipi
interconnessi i borghesi di Verrières, gli
aristocratici del salotto de la Mole) esista
soprattutto per evidenziare, per contrasto, le
azioni e le esperienze che sovvertono i modelli
di realtà illustrati e incarnati da questi
diversi tipi sociali. Ovviamente, tali azioni
sono sopratutto trasgressioni dei codici morali,
stimolate da impulsi e desideri proibiti o non
riconosciuti da questa società il delitto di
Julien, ladulterio di Louise, la passione di
Mathilde.
39
Christopher Prendergast, The Order of Mimesis
Balzac, Stendhal, Nerval, Flaubert (1986)
Julien non solo offende, ma anche sorprende la
sua società, e le due cose sono profondamente
interconnesse. Di qui, limportanza nel testo del
motivo dellimprévu, il modo in cui Julien
ripetutamente elude e disturba il sistema di
probabilità interiorizzato degli altri
personaggi, ai quali appare di conseguenza
come singulier strano, non collocabile,
infinitamente più complesso e misterioso del
semplice stereotipo dellambizioso parvenu (124).
40
Il romanzo di formazione
  • Coordinate storico-letterarie, alcuni esempi
  • Germania (Bildungsroman) Christoph Martin
    Wieland, Agathon (1766) Goethe, Gli anni di
    apprendistato di Wilhelm Meister (1795-96)
  • Francia Stendhal, Il rosso e il nero (1830)
    Balzac, Illusioni perdute (1837-43) Flaubert,
    Leducazione sentimentale (1869)
  • Inghilterra Jane Austen, Orgoglio e pregiudizio
    (1813) Charlotte Brontë, Jane Eyre (1847)
    Dickens, David Copperfield (1849-50), Grandi
    speranze (1860) George Eliot, Il mulino sulla
    Floss (1860)
  • Italia Ippolito Nievo, Le Confessioni dun
    italiano (1867 postumo)

41
Il romanzo di formazione
1) Romanzo delluomo in divenire Michail
Bachtin, Lautore e leroe. Teoria letteraria e
scienze umane Accanto a questo tipo dominante
ce nè un altro che dà limmagine delluomo
in divenire. In opposizione allunità statica qui
si dà lunità dinamica dellimmagine delleroe.
Il tempo simmette nellinterno delluomo,
penetra nella sua immagine, mutando
sostanzialmente il significato di tutti i momenti
del suo destino e della sua vita. Questo tipo di
romanzo può essere designato nel senso più
generale come romanzo del divenire delluomo
(208).
42
Il romanzo di formazione
1) Romanzo delluomo in divenire Michail
Bachtin, Estetica e romanzo A questo cioè al
romanzo in cui compare un eroe già formato, che
vive una serie di avventure e deve superare una
serie di prove il nuovo romanzo contrappone il
divenire delluomo, da una parte, e una certa
duplicità, la non integrità delluomo vivo, la
mescolanza di bene e di male, di forza e di
debolezza, dallaltra. La vita con i suoi eventi
non serve più da pietra di paragone e da mezzo di
prova delleroe belle pronto adesso la vita
coi suoi eventi, illuminata dallidea di
formazione, si svela come esperienza del
protagonista, come scuola, come ambiente, che per
la prima volta modellano e formano il carattere
del protagonista e la sua concezione del mondo
(200).
43
Il romanzo di formazione
2) Tra poesia del cuore e prosa della vita
reale Hegel, Estetica (1836-38) Una delle
collisioni più comuni e più adatte per il romanzo
è il conflitto della poesia del cuore con la
prosa contrastante dei rapporti e laccidentalità
delle circostanze esterne (II,1223). Come
individui con i loro fini soggettivi dellamore,
dellonore, dellambizione e con i loro ideali di
un mondo migliore, gli eroi dei romanzi moderni
stanno di contro a questordine sussistente ed
alla prosa della realtà che pone loro difficoltà
da ogni parte .
44
Il romanzo di formazione
2) Tra poesia del cuore e prosa della vita
reale Questi nuovi cavalieri li definisce così
perché li considera incarnazioni moderne degli
eroi cavallereschi, in un contesto storico
completamente cambiato sono in particolare dei
giovani che devono scontrarsi con il corso del
mondo, il quale si realizza al posto dei loro
ideali, e che ritengono una disgrazia che vi
siano famiglia, società civile, Stato, leggi,
professioni ecc., perché queste sostanziali
relazioni della vita si oppongono crudelmente con
le loro barriere agli ideali e al diritto
infinito del cuore. Si tratta dunque di aprire
una breccia in questordine delle cose, di mutare
il mondo, oopure di tagliarsi a suo dispetto per
lo meno una fetta di cielo sulla terra . Ma
queste lotte nel mondo moderno non sono altro che
lapprendistato, leducazione dellindividuo alla
realtà esistente, ed acquistano così il loro vero
senso (I,663-54).
45
Il romanzo di formazione
3) Il problema della socializzazione Hegel,
Estetica Infatti la fine di tale apprendistato
consiste nel fatto che il soggetto mette
giudizio, tende a fondersi, insieme con i suoi
desideri e opinioni, con i rapporti sussistenti e
la loro razionalità, si inserisce nella
concatenazione del mondo e vi acquista un posto
adeguato. Per quanto uno possa essere venuto a
lite con il mondo ed esserne stato respinto, alla
fine per lo più trova la fanciulla adatta e un
posto qualsiasi, si sposa e diviene un filisteo
come gli altri la donna si occupa del governo
della casa, i figli non mancano, la moglie
adorata che prima era lunica, un angelo, si
comporta più o meno come tutte le altre,
limpiego dà fatica e noia, il matrimonio le
croci domestiche, e insomma subentra, come duso,
lamaro risveglio (I,664).
46
Il romanzo di formazione
3) Il problema della socializzazione F.
Jameson, Linconscio politico (1981) Il singolo
testo narrativo, o la singola struttura formale,
deve essere compresa come risoluzione immaginaria
di una contraddizione reale (84).
47
Il romanzo di formazione
3) Il problema della socializzazione Franco
Moretti, Il romanzo di formazione Con esso il
Bildungsroman cerchiamo di indicare una delle
più armoniose soluzioni mai offerte a un dilemma
connaturato alla civiltà borghese moderna il
conflitto tra lideale dellautodetermina-zione
e le esigenze, altrettanto imperiose, della
socializzazione. Da due secoli a questa parte,
infatti, le società occidentali hanno
riconosciuto al singolo il diritto a sceglier da
sé la sua etica e la sua idea di felicità a
immaginare e progettare in libertà il proprio
destino. Diritti enunciati nei proclami e incisi
nelle costituzioni ma non per questo
universalmente realizzabili. Perché si danno,
come è ovvio, aspirazioni in contrasto fra loro

48
Il romanzo di formazione
3) Il problema della socializzazione Come
dunque far coabitare la tensione verso
lindividualità, che è il necessario frutto di
una cultura dellautodeterminazione, con la
tensione, opposta, alla normalità, che è il
portato altrettanto inevitabile del meccanismo
della socializzazione? (17-18).
49
Il romanzo di formazione
3) Il problema della socializzazione Nel
Bildungsroman non cè conflitto tra
individualità e socializzazione, autonomia e
normalità, interiorità e oggettivazione. La
formazione dellindividuo come individuo in sé e
per sé coincide senza crepe con la sua
integrazione sociale in qualità di semplice parte
di un tutto (18). Autosviluppo e integrazione
sono percorsi complementari e convergenti, al cui
punto dincontro e di equilibrio si colloca
quella piena e duplice epifania del senso che è
la maturità. Raggiunta la quale, il racconto ha
realizzato il suo scopo e può senzaltro finire
(21).
50
Romanzi per cameriere e da salotto
Stendhal, Lettera al conte Salvagnoli Tutte le
donne in Francia leggono dei romanzi, ma non
tutte hanno lo stesso grado di educazione di qui
la distinzione fra i romanzi per cameriere
(domando scusa della crudezza di questo termine,
inventato, credo, dai librai) e i romanzi da
salotto.
51
Romanzi per cameriere e da salotto
Stendhal, Lettera al conte Salvagnoli I
romanzi per cameriere hanno generalmente il
formato in dodicesimo e sono pubblicati da
Pigoreau. È questi un libraio di Parigi, che,
prima della crisi economica del 1831, aveva
guadagnato un mezzo milione facendo piangere i
begli occhi delle provinciali. Perché i
romanzi in dodicesimo di Pigoreau, nei quali
leroe è sempre un uomo perfetto e di una rara
bellezza, e ha corpo ben fatto e occhi sporgenti,
sono molto più letti in provincia dei romanzi in
ottavo, publicati da Levavasseur o da Gosselin, a
cui gli autori han cercato di dare dignità
letteraria. A Parigi, a Rouen e in qualche
città del nord della Francia, che è più
progredito del mezzogiorno, il romanzo per
cameriere non varca le soglie dei salotti.
Quelleroe sempre perfetto, quelle donne
infelici, innocenti e perseguitate, rappresentano
per i parigini quanto si può immaginare di più
insipido.
52
Romanzi per cameriere e da salotto
Stendhal, Lettera al conte Salvagnoli Nei
romanzi per cameriere, poco importa che gli
avvenimenti siano assurdi, troppo ben calcolati
per far emergere leroe, in una parola
romanzeschi, come si dice con intenzione di
scherno. Le piccole borghesi di provincia non
domandano allautore che delle scene
straordinarie, che le facciano piangere a calde
lacrime . Le signore di Parigi invece sono
maledettamente severe per gli avvenimenti
straordinari. Appena un avvenimento ha laria
dessere troppo ben calcolato per far brillare
leroe, buttano via il libro e ne giudicano
ridicolo lautore. / È dunque difficile, per via
di queste esigenze opposte, fare un romanzo che
sia letto ugualmente nelle stanze delle borghesi
di provincia e nei salotti di Parigi
53
Novel e romance
  • Termine ing. novel (e sp. novela)
  • Deriva dallitaliano novella
  • Viene usato per designare i romanzi scritti a
    partire dal Settecento, caratterizzati da un
    bisogno di verosimiglianza e di realismo
  • Il vecchio termine romance viene riservato ai
    testi narrativi scritti in precedenza,
    caratterizzati da inverosimiglianza e da
    atmosfera idealizzata, avventurosa, fiabesca,
    meravigliosa ecc.
  • In base a questa distinzione
  • I romanzi greci, i romanzi cortesi,
    cavallereschi, pastorali ecc. romance
  • I romanzi moderni di Richardson, Balzac,
    Manzoni, Tolstoj ecc. novel

54
Novel e romance
William Congreve, prefazione a Incognita (1691)
I romances sono costituiti in genere dallamore
costante e dal coraggio invincibile di eroi,
eroine, re e regine, mortali dalto rango e
simili. Ivi il linguaggio sublime, gli eventi
miracolosi e le imprese impossibili sorprendono
ed elevano il lettore a una vertigine di delizia
che lo lascia a terra quando interrompe la
lettura e lo irrita al pensiero di essersi fatto
divertire e trasportare, coinvolgere e angosciare
dalle peripezie che ha letto, ossia successi di
cavalieri, sventure di damigelle e simili, quando
non può non essere convinto che si tratta di
menzogne. I romanzi novels sono di natura più
familiare ci vengono vicini e rappresentano
intrighi in atto, ci dilettano con casi ed eventi
singolari ma non del tutto inconsueti o senza
precedenti che, non allontanandosi troppo dalla
credibilità, ci rendono più accessibile il
piacere. I romances suscitano maggior meraviglia,
i romanzi maggior diletto.
55
Novel e romance
Clara Reeve, Lo sviluppo del romance attraverso
le epoche, i paesi e i costumi (1785)
Euprhasia La parola Novel ... significa
qualcosa di nuovo. Allinizio fu usata per
distinguere queste opere dal Romance, benché in
seguito siano stati confusi insieme e spesso
scambiati luno con laltro. Sophronia Ma
come tracci la linea di distinzione, in modo da
separarli efficacemente, e da scongiurare
ulteriori sbagli?
56
Novel e romance
Clara Reeve, Lo sviluppo del romance attraverso
le epoche, i paesi e i costumi (1785)
Euprhasia Tenterò di fare questa distinzione
.... Il Romance è una favola eroica, che tratta
di persone e cose favolose. Il Novel è una
rappresentazione della vita e dei costumi reali,
al tempo in cui è stato scritto. Il Romance
descrive, con un linguaggio alto e raffinato, ciò
che non mai accaduto né è probabile che accada.
Il Novel fornisce una relazione familiare di
quelle cose che passano tutti giorni davanti ai
nostri occhi, che potrebbero accadere ai nostri
figli, o a noi stessi e la sua perfezione
consiste nel rappresentare ogni scena in modo
così semplice e naturale, facendola apparire così
probabile, da darci lillusione (almeno finché
leggiamo) che tutto sia reale, fino a provare le
gioie o le sofferenze delle persone nella storia,
come se fossero le nostre
57
Il romanzo sotto accusa
Pierre Nicole, Lettere sulleresia immaginaria
(1664-65) Non solo ... i Romanzi rendono lo
spirito mal disposto a tutte le opere di
religione e di pietà, ma lo disgustano in qualche
modo da tutte le azioni serie e ordinarie. Dato
che non vi si rappresentano che galanterie e
avventure eccezionali, e dato che i discorsi che
vi si fanno sono lontanissimi da quelli che sono
abituali nelle faccende serie, ecco che
leggendoli si assume insensibilmente una
disposizione danimo tutta romanzesca ci si
riempie la testa di eroi e di eroine e le donne
soprattutto, leggendo le adorazioni che vi si
rendono a quelle del loro sesso ...,
simprimono così a fondo nella fantasia quel
genere di vita, che le piccole incombenze del
loro ménage diventano loro insopportabili e
quando tornano a casa loro, con la testa
svaporata e imbottita di queste follie, trovano
che in casa tutto è sgradevole, e più di tutto i
loro mariti, che essendo occupati negli affari
non sempre sono in umore di omaggiare con quelle
compiacenze ridicole che si offrono alle donne
... nei Romanzi e nella vita romanzesca.
58
Il romanzo sotto accusa
Denis Diderot, Elogio di Richardson di Diderot
(1762) Per romanzo roman si intendeva fino
a oggi un tessuto di avvenimenti chimerici e
frivoli, la cui lettura era pericolosa per il
gusto e per i costumi. Vorrei proprio che si
trovasse un altro nome per le opere di
Richardson, che elevano lo spirito, che toccano
lanima, che traspirano da ogni parte lamore del
bene, e che pure vengono chiamati romanzi
romans. Alessandro Manzoni, Fermo e Lucia
(1823) Definisce il romanzo il genere
proscritto della letteratura italiana moderna.
59
Il romanzo sotto accusa
Gotthard Heidegger, Mitoscopia romantica ovvero
Discorso sul cosiddetto romanzo (1698) Sostiene
che i romanzi devono essere considerati come un
vacuo fiume dinchiostro su carta straccia. ...
Con artificiose rivoluzioni, invenzioni di ogni
genere, con espressioni impetuose e macchinazioni
divertenti i romanzi turbano lanimo del lettore,
suscitano in lui ogni sorta di bramosia, di
inquietudine, di lascivia e concupiscenza, gli
impegnano totalmente il cervello, gli fanno fare
un bagno turco di passioni, ne minano la salute,
ne fanno un malinconico e un pusillanime
lappetito se ne va, il sonno diminuisce ....
Finora i romanzi sono stati avversati perché si
riteneva che non fossero altro che paccottiglia
pagana, fatta per sciupare tempo prezioso. Dora
in poi bisogna considerarli anche come menzogne,
come favole. Poiché ... è senza dubbio molto
importante aver ben presente che chi legge
romanzi legge delle menzogne. ... Non ci sono
forse state proibite le menzogne, non solo quelle
che potremmo dire noi, ma anche quelle che
amavamo? Non ci hanno forse messo in guardia
dalle favole, e precisamente da quelle storie per
vecchierelle, storie sciocche e interminabili,
che si chiamano appunto romanzi?
60
Questo non è un romanzo
Marivaux, La vie de Marianne (1731-41) Narrato
in prima persona dalla protagonista, che nelle
prime pagine dice A quindici anni non sapevo
ancora se il sangue da cui provenivo era nobile o
meno, se ero bastarda o legittima. Questo inizio
sembrerebbe annunciare un romanzo e tuttavia non
è un romanzo che io racconto io dico la verità
per come lho appresa da coloro che mi hanno
cresciuta. Defoe, Moll Flanders (1722),
prefazione Oggi il mondo è così invaso da
romanzi e da racconti davventure che è difficile
per una storia di cronaca esser presa per vera
Balzac, Papà Goriot (1834) Dopo aver letto le
segrete sventure di Papà Goriot, cenerete con
appetito attribuendo allautore la vostra
ipersensibilità, tacciandolo di esagerazione,
accusandolo di fare poesia. Ah! sappiatelo
questo dramma non è una finzione, né un romanzo.
All is true, è così vero che ciascuno può
riconoscerne gli elemeni intorno a sé, forse nel
proprio cuore.
61
Questo non è un romanzo
La Vie de Marianne, preceduta da unavvertenza
di colui che ha trovato e pubblicato il quaderno
con le memorie di Marianne Visto che si
potrebbe sospettare che questa storia sia stata
fatta apposta per divertire il pubblico, credo di
dover avvertire che lo ho avuta da un amico che
lha realmente trovata, ... e che non vi ho
avuto altra parte che di averne ritoccato alcuni
passi troppo confusi e troppo trascurati. In
realtà, se fosse una storia semplicemente
inventata, con tutta evidenza non avrebbe avuto
la forma che invece ha. ... Insomma, ecco la
sua opera per come è, solo con qualche correzione
di singole parole.
62
Novel e romance
  • Novel e romance intesi
  • Non solo come generi letterari storicamente
    determinati (es. romanzo cavalleresco, romanzo
    borghese)
  • Ma anche come modi di narrazione e di
    rappresentazione, che possono manifestarsi in
    epoche e in generi diversi
  • Novel ? Modo mimetico-realistico
  • Romance ? Modo romanzesco

63
Northrop Frye, Anatomia della critica (1957)
Distingue tre tipi di rappresentazione
letteraria 1) Mito tratta di entità ed eventi
soprannaturali, lontani dallesperienza umana 2)
Romance Il mito si trova dunque a una estremità
del disegno letterario e il realismo dallaltra
nel mezzo cè lintera area del romance, termine
con il quale vogliamo indicare non il genere
storico ..., ma la tendenza ... a trasporre
il mito in una direzione umana, e tuttavia, in
contrasto con il realismo, a creare dei moduli
convenzionali secondo i quali la narrazione tende
verso una direzione idealizzata 3) Realismo o
modo mimetico rappresentazione verosimile
dellesperienza quotidiana
64
Northrop Frye, Anatomia della critica (1957)
Distingue tre tipi di rappresentazione
letteraria 1) Mito Tratta di dèi e demoni 2)
Romance Tratta di eroi 3) Modo mimetico Tratta
di uomini
65
Northrop Frye, Anatomia della critica (1957)
Il romance è tra tutte le forme letterarie
quella che più si avvicina alla rappresentazione
del sogno o soddisfazione dei desideri
umaniTradotto in termini onirici, ... è la
ricerca di una soddisfazione della libido o io
desiderante che liberi lio stesso dalle ansie
della realtà, pur continuando a contenere tutta
questa realtà Lelemento di perenne
fanciullezza tipico del romance è sottolineato
dalla sua straordinariamente persistente
nostalgia, della sua ricerca di unimmaginaria
età delloro attraverso il tempo e lo spazio
Il modo del romance presenta un mondo
idealizzato nel romance gli eroi sono
coraggiosi, le eroine bellissime, i malvagi
cattivissimi, e si tiene ben poco conto delle
frustrazioni, delle ambiguità, e delle difficoltà
della vita comune
66
Northrop Frye, Anatomia della critica (1957)
  • Figure, trame e imagery del romance
  • Personaggi cavaliere, vecchio saggio, bambino
    innocente, donna angelica ecc.
  • Animali tipici pecora, cavallo, cane ecc.
  • Immagine del giardino segreto e incantato
    (archetipo dellEden)
  • Immagini acquatiche fiumi, fontane, ruscelli,
    laghi ecc.
  • Luoghi tipici torre, castello, foresta, isola
    ecc.
  • Schemi narrativi ricorrenti avventura, viaggio,
    ricerca ecc.

67
Stendhal, De lamour (1822)
Distinzione tra quattro tipologie di amore 1)
Lamore-passione è lamore disinteressato,
spontaneo, di colui che si abbandona ai propri
impulsi, senza fare calcoli o pianificare
strategie di seduzione o di corteggiamento.
68
Stendhal, De lamour (1822)
Distinzione tra quattro tipologie di amore 2)
Lamore-gusto è una forma di galanteria, un amore
regolato dal codice delle buone maniere. De
lamour È un quadro questo dove tutto, persino
le ombre,deve essere tinteggiato di rosa, in cui
non deve comparire nulla di spiacevole per
nessuna ragione, sotto pena di mancare di pratica
del mondo, di buone maniere, di finezza ecc. Un
uomo di rango sa in anticipo tutti i procedimenti
che deve usare e incontrare nelle diverse fasi di
questo amore e poiché niente è qui passione e
imprevisto, questo sentimento ha spesso più
delicatezza dell'amore vero perché è sempre
provvisto di molta intelligenza ... e mentre
l'amorepassione ci trasporta al di là di ogni
nostro interesse, l'amore-gusto sa sempre
conformarvisi.
69
Stendhal, De lamour (1822)
Distinzione tra quattro tipologie di amore 3)
Lamore fisico, che è lamore dei sensi,
finalizzato a soddisfare i bisogni del corpo. De
lamour A caccia, si trova una bella contadina
fresca che fugge nel bosco. Tutti conoscono
l'amore fondato su questo tipo di piaceri. Per
quanto arido e misero ne sia il carattere, si
incomincia così a sedici anni.
70
Stendhal, De lamour (1822)
Distinzione tra quattro tipologie di amore 4)
Lamore di vanità (o di testa, o cerebrale), è un
sentimento artificioso, convenzionale, che si
basa sul calcolo e su una pianificazione
consapevole dei propri comportamenti amorosi, in
un rapporto in cui il partner è considerato quasi
come un avversario. De lamour L'immensa
maggioranza degli uomini, soprattutto in Francia,
desidera una moglie alla moda, come si possiede
un bel cavallo, in quanto cosa necessaria al
lusso di un giovanotto. La vanità, più o meno
lusingata, più o meno eccitata, fa nascere degli
slanci. Qualche volta è accompagnata dall'amore
fisico ma non sempre spesso non c'è neppure il
piacere fisico. ...
71
Stendhal, De lamour (1822)
Il caso più fortunato di questa piatta relazione
è quello in cui il piacere fisico è accresciuto
dall'abitudine. I ricordi fanno allora
assomigliare questa relazione all'amore c'è il
puntiglio dell'amor proprio e la tristezza quando
si è lasciati e, presi alla gola da idee da
romanzo, ci si crede innamorati e malinconici,
poiché la vanità aspira a reputarsi grande
passione. ... In questa passione, al contrario
della maggior parte delle altre, il ricordo di
ciò che si è perduto sembra sempre al di sopra di
ciò che ci si può attendere dall'avvenire.
72
Madame de Rênal
Lettera a Salvagnoli Madame de Rênal è una
donna adorabile, come ce ne sono molte in
provincia. è una di quelle donne che non
sanno di esser belle, che non si curano di
saperlo, che considerano il marito come il primo
uomo del mondo, dolci, modeste, caste, che
vivono ritirate, occupandosi unicamente della
casa e della famiglia. Donne deliziose, senza
gioia, senza tristezza, senza gloria, che spesso
muoiono senza aver conosciuto lamore.
73
Madame de Rênal
De lamour Il piacere fisico, essendo nella
natura, è conosciuto da tutti, ma non occupa che
un posto subordinato agli occhi delle anime
tenere e appassionate. Così, se è vero che esse
hanno dei lati ridicoli in società, e se spesso
la gente di mondo, coi suoi intrighi, le rende
infelici, in compenso esse conoscono gioie per
sempre inaccessibili ai cuori che palpitano solo
per la vanità o per il denaro. Alcune donne
virtuose e tenere non hanno quasi idea dei
piaceri fisici esse vi si sono raramente
esposte, se si può parlare così, e anche in quel
caso gli slanci dell'amore-passione hanno quasi
fatto loro dimenticare i piaceri del corpo.
74
Mathilde de la Mole
Lettera a Salvagnoli Nel salotto brilla la
signorina de La Mole, parigina di diciannove
anni, figlia del marchese. È destinata al giovane
marchese di Croisenois, che ha sessantamila
franchi di rendita e sarà un giorno duca. Ma
la signorina de La Mole lo trova insipido. A
questo punto capita Julien E, nella sua immensa
vanità, ella simpunta a voler turbare il cuore
di Julien. Ma egli a sua volta, guidato
dallorgoglio, tanto sa fare che la signorina de
La Mole si mette davvero in puntiglio.
Infine, la signorina de La Mole, che avrà un
milione di dote lorgogliosa signorina de La
Mole amerà il segretario, il domestico di suo
padre! E perché? Perché Julien, a forza
dorgoglio, sè comportato, per puro caso,
proprio nel modo che occorreva per esasperare la
vanità della signorina de La Mole. Due o tre
volte, seriamente e non per scherzo, è stato sul
punto di piantarla. Ecco il segreto per farsi
amare dalle parigine del giorno doggi
75
Il mio romanzo è finito
Le Rouge et le Noir, parte II, cap. XXXIV Le
soir, lorsqu'elle apprit à Julien qu'il était
lieutenant de hussards, sa joie fut sans bornes.
On peut se la figurer par l'ambition de toute sa
vie, et par la passion qu'il avait maintenant
pour son fils. Le changement de nom le frappait
d'étonnement. Après tout, pensait-il, mon roman
est fini, et à moi seul tout le mérite. J'ai su
me faire aimer de ce monstre d'orgueil,
ajoutait-il en regardant Mathilde son père ne
peut vivre sans elle, et elle sans moi. Cfr.
Walter Scott, Waverley (1814), cap. LX These
reveries he was permitted to enjoy, undisturbed
by queries or interruption--and it was in many a
winter walk by the shores of Ullswater, that he
acquired a more complete mastery of a spirit
tamed by adversity than his former experience had
given him and that he felt himself entitled to
say firmly, though perhaps with a sigh, that the
romance of his life was ended, and that its real
history had now commenced. He was soon called
upon to justify his pretensions by reason and
philosophy.
76
Il mio romanzo è finito
Tzvetan Todorov, La grammatica del racconto (in
Poetica della prosa, 1971) Lintreccio
minimale completo consiste nel passaggio da un
equilibrio a un altro. Un racconto ideale inizia
con una situazione stabile, che una forza
qualunque viene a turbare. Ne risulta uno stato
di squilibrio mediante lazione di una forza
diretta in senso opposto, lequilibrio viene
ristabilito il secondo equilibrio è simile al
primo, ma i due non sono mai identici (56)
77
Il mio romanzo è finito
Manzoni, I promessi sposi (cap. XXXIII)Mentre
sta seguendo in parallelo le vicende di vari
personaggi, spostandosi dalluno allaltro, Il
narratore ammette che la storia di Renzo, non
sarebbe mai stata intralciata con quella di don
Rodrigo, se lui non lavesse voluto per forza
anzi si può dire di certo che non avrebbero avuto
storia né luno né laltro.
78
Il mio romanzo è finito
Peter Brooks, Trame La trama del racconto è una
deviazione o una trasgressione rispetto alla
norma, uno stato di errore e di irregolarità, il
solo stato raccontabile (p. 92) La trama
si pone come una sorta di divergenza o devianza
.... Perché la trama inizia (o deve dare
lillusione di iniziare) al momento in cui la
storia, ... ubbidendo a qualche stimolo, passa
da uno stato di quiescenza a uno stato di
narrabilità, a una condizione di tensione, di
inquietudine, che esige appunto di essere
raccontata. ... La narrazione che segue viene
mantenuta in uno stato di tensione, come una
prolungata deviazione rispetto alla quiete della
normalità, del non-raccontabile, finché giunge
alla quiescenza terminale della conclusione (p.
113). La devianza è condizione necessaria
perché la vita sia raccontabile, e la normalità
manca di qualsiasi interesse, di qualsiasi
energia (148)
79
Il mio romanzo è finito
Franco Moretti, Il romanzo di formazione In
Stendhal La gioventù non è un tragitto
teleologico che si concluda con una superiore
maturità il senso immanente al mondo così comè
non può essere condiviso dal protagonista né
renderlo felice la tensione verso lautonomia si
contrappone ai dettami della socializzazione. Se
un finale convincente deve trasmetterci una
sensazione di quiete, equilibrio, integrazione
sistematica dei vari elementi di unopera, qui
essi sono ormai così conflittuali, sdoppiati ed
eterogenei da renderlo inconcepibile. Eppure
anche questi romanzi, come tutti, a un certo
punto devono finire. E allora, se non possono
concludersi allinsegna della connessione e
dellarmonia finiscano decisamente al modo
opposto. Finiscano male (131)
80
Un enigma narrativo
Nota di Lucien Leuwen in cui Stendhal definisce
il romanziere il cane del suo eroe il miglior
cane da caccia può solo far passare la selvaggina
a tiro del fucile del cacciatore. Se lui non
spara, il cane non può farci nulla.
81
Un enigma narrativo
Brooks, Trame Il colpo di pistola che Julien
spara contro Madame de Rênal appare gratuito,
arbitrario, per nulla motivato. Ormai fidanzato a
Mathilde de la Mole , adorato dalla ragazza
che a sua volta è adorata dal padre, questo abile
tessitore dintrighi non dovrebbe avere
alcuna difficoltà a trovare il modo di riparare
il danno arrecato alla sua reputazione dalla
lettera accusatoria di madame de Rênal. il
modo in cui Stendhal distrugge il suo stesso
romanzo, e poi gli taglia la testa, appare un
vero e proprio scandalo (71).
82
Un enigma narrativo
Gérard Genette, Verosimiglianza e motivazione
Al tentato omicidio Stendhal ha voluto
deliberatemente ... attribuire, con il suo
rifiuto di qualunque spiegazione,
quellindividualità selvaggia che costituisce
limprevedibilità delle grandi azioni e delle
grandi opere. Laccento di verità, a mille miglia
da ogni genere di realismo, non si separa qui dal
sentimento violento di unarbitrarietà pienamente
assunta, e che trascura di giustificarsi (77).
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