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IL FASCISMO

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Title: FASCISMO Author: Mario Barzaghi Last modified by: MARIO BARZAGHI Created Date: 6/5/2000 2:51:13 PM Document presentation format: Presentazione su schermo – PowerPoint PPT presentation

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Title: IL FASCISMO


1
IL FASCISMO
2
IL FASCISMO
  • Quello del fascismo è un periodo storico
    particolarmente importante della vita del nostro
    Paese e del mondo intero
  • un periodo che ha avuto forti ripercussioni sulla
    storia successiva e che, perciò, non può essere
    dimenticato,
  • anzi, è necessario che continui ad essere
    presente nella coscienza storica e morale di noi
    tutti.

3
LE ORIGINI
  • Il fascismo è un movimento che venne fondato in
    Italia da Benito Mussolini nel 1919 e che
    conquistò il potere nel 1922.
  • Benché non costituisca un fenomeno esclusivamente
    italiano, il fascismo ha avuto origine nel nostro
    Paese innanzitutto come reazione e conseguenza
    della grave crisi politica, economica, sociale e
    morale seguita alla Prima Guerra mondiale.

4
Mussolini
5
Mussolini (1900 - 1922)
  • Benito Mussolini (1883-1945), iscritto dal 1900
    al Partito Socialista, dopo aver compiuto studi
    irregolari, conseguì il diploma magistrale nel
    1901.
  • Immigrato in Svizzera nel 1902 entrò in contatto
    con gli ambienti socialisti.
  • Rientrato in Italia nel 1904, intraprese la
    carriera di giornalista e diresse alcuni fogli e
    giornali socialisti. Esponente dell'ala
    massimalista del Partito, fu contrario alla
    guerra di Libia e fece espellere dal Partito
    l'ala riformista, rappresentata da Bissolati e
    Bonomi.

6
Mussolini (1900 - 1922)
  • Dal 1912 fu direttore dell'"Avanti", ma nel 1914
    diventò interventista e per questo, espulso dal
    Partito, fondò "Il Popolo d'Italia".
  • Già nel 1915 Mussolini aveva fondato i Fasci
    d'azione rivoluzionaria, con scopi puramente
    interventisti nella guerra, come risposta
    immediata al neutralismo socialista nel quale
    aveva fino ad allora militato.
  • Il 23 marzo 1919 fondò a Milano i "Fasci di
    Combattimento" (che divennero PNF nel 1921).

7
Principi nichilistici
  • Il movimento aveva allora un programma vago ed
    era alla ricerca di un'ideologia.
  • Tentava di fondere i motivi nazionalistici, cari
    soprattutto ai combattenti, con la polemica
    contro l'inefficienza del parlamentarismo, che
    trovava facili consensi anche negli ambienti
    piccolo-borghesi.
  • Il futuro Duce dichiarava allora Noi ci
    permettiamo di essere aristocratici e
    democratici, conservatori e progressisti,
    reazionari e rivoluzionari, legalisti e
    illegalisti, a seconda delle circostanze di
    tempo, di luogo e di ambiente.

8
La ricerca di alleanze politiche
  • Mussolini, oltre a interpretare gli ideali
    patriottici della piccola borghesia,
  • capì la debolezza della classe dirigente,
    incapace di stabilizzare la situazione economica
    e sociale del dopoguerra, e progettò di
    sostituirsi ad essa.
  • Questo si poteva ottenere solo conquistando i
    favori dei gruppi dominanti del padronato
    industriale e dei proprietari terrieri, sempre
    più intolleranti verso le manifestazioni popolari
    e pronti ad appoggiare chiunque fosse disposto a
    usare la "mano forte".

9
La strategia fascista
  • Così, nel giro di pochi mesi, la propaganda
    fascista conquistò terreno
  • e, senza far segreto di una volontà autoritaria,
    dichiaratamente antidemocratica,
  • cercò di sfruttare il malcontento generale del
    dopoguerra,
  • di rappresentare la spinta reazionaria delle
    forze borghesi e conservatrici.

10
La situazione psicologica della borghesia
  • Infatti la borghesia era
  • 1. delusa per la cosiddetta "vittoria mutilata" a
    seguito delle dichiarazioni del presidente
    americano Wilson che a Versailles si oppose ad
    ogni espansione dellItalia in Dalmazia (promessa
    allItalia in caso di vittoria nel patto di
    Londra del 1915)
  • 2. ed era atterrita dalla ascesa delle classi
    popolari, che sembravano voler scuotere e
    sovvertire il tradizionale assetto gerarchico
    della società italiana.

11
Lo sviluppo moderno delleconomia italiana
  • Inoltre, il passaggio dalla vecchia economia
    agricolo-artigianale alla grande industria
    capitalistica (specie nel "triangolo"
    Milano-Torino-Genova) tendeva ad accrescere il
    peso dei più forti gruppi imprenditoriali,
  • ma nello stesso tempo portava alla ribalta il
    proletariato operaio, sminuendo il ruolo dei ceti
    medi.
  • In tal modo cresceva anche lo squilibrio fra Nord
    e Sud dellItalia.

12
Il nucleo totalitario del fascismo
  • Il fascismo elaborò a questo punto una teoria che
    negava la lotta di classe in nome del principio
    superiore della "unità nazionale.
  • La Nazione veniva intesa come un unico organismo
    vivente a cui dovevano essere subordinati i
    diversi interessi portati dalle varie classi
    sociali.
  • Anzi, gli interessi di classe vennero
    criminalizzati come attentati alla totalità.

13
Ladozione della violenza politica
  • Attraverso un esplicito rifiuto degli ideali
    democratici e una vigorosa difesa della
    diseguaglianza irrimediabile e benefica degli
    uomini, il fascismo accentuò il ricorso ai
    metodi della violenza fisica, con l'intervento
    delle squadre d'azione.
  • Queste si diffusero alla prima sconfitta politica
    accusata dal movimento nelle elezioni del 16
    novembre 1919.

14
Il fascismo diventa funzionale al capitalismo
  • La grande industria aveva, così, trovato nel
    fascismo la forza da opporre alle rivendicazioni
    operaie, agli scioperi, alle durezze della lotta
    sociale che raggiunse il vertice con
    l'occupazione delle fabbriche nel 1920-21.
  • Nel 1919 vi sono assalti ai negozi, nel 1920
    lItalia è il paese europeo con più giornate di
    sciopero
  • gli industriali rispondono con la serrata e in
    reazione a ciò inizia loccupazione operaia delle
    fabbriche.

15
Il culmine della crisi del dopoguerra
  • Il 1919-21 sono gli anni del culmine della crisi
    sociale in cui i ceti medi temono una rivoluzione
    delle classi popolari e cercano disperatamente
    una difesa del loro status sociale non capendo la
    politica super partes di Giolitti, che scambiano
    per debolezza.
  • La parola d'ordine è Viva la Russia, viva
    Lenin!.
  • La rivoluzione sembra imminente e il riformismo
    socialista di Turati sconfitto.
  • Nel frattempo gli operai ottengono la giornata
    lavorativa di otto ore (1919) e aumenti salariali
    di fronte al continuo aumento dei prezzi grazie
    alla pressione della CGL.

16
Il culmine della crisi del dopoguerra
  • Ma il fascismo costituì anche una forza che venne
    impiegata dagli agrari contro i movimenti
    contadini.
  • Infatti risuonava anche il grido La terra ai
    contadini!.
  • Questa della terra era stata una vaga promessa
    fatta ai contadini combattenti nella Guerra
    mondiale, ma poi non vi fu alcuna riforma agraria
    e la gran massa dei contadini restano braccianti
    nel 1914 il 55 della popolazione italiana vive
    di agricoltura, ma il 90 di questa possiede meno
    di un ettaro e per vivere deve vendere le
    braccia.

17
Il problema della terra
  • Questa è una grave situazione tipicamente
    italiana (ad esempio è quasi insistente in
    Francia dove i contadini hanno più terra).
  • Su 2 milioni di disoccupati del dopoguerra la
    maggior parte sono proprio braccianti che per
    lavorare sono, quindi, alla mercé dei grandi
    proprietari e delle congiunture economiche (anche
    quando non ci sono periodi di crisi il loro
    lavoro è stagionale).

18
Il problema della terra
  • Nel 1917 era stata sollevata la questione della
    terra i sindacati avevano chiesto la
    requisizione delle terre non coltivate per i
    contadini che intendessero dissodarle il
    deputato Ciccotti aveva anche preparato un
    progetto di legge ma non avviene nulla.
  • Così, lestate del 19 i contadini guidati da
    bianchi e rossi occupano le terre dei grandi
    proprietari, specie le non coltivate

19
Loccupazione della terra
  • Capo del movimento contadino bianco è il
    popolare Miglioli, quello socialista è inquadrato
    nelle leghe rosse.
  • LItalia - osserva Chabod - viene perciò a
    trovarsi da un lato di fronte allappello dei
    contadini e alle rivendicazioni operaie foriere
    di sviluppi che vanno ben oltre gli aumenti
    salariali
  • e dallaltro lato di fronte allinsoddisfazione,
    alle angosce e alle incertezze della borghesia,
    specialmente della piccola borghesia.

20
Il fascismo si fa strumento degli agrari
  • La piccola borghesia teme lavvento del
    bolscevismo, il popolo lattende come un messia.
  • È in questa situazione di profonda lacerazione
    che può nascere e svilupparsi il fascismo.
  • Gli agrari presero a sovvenzionare il movimento
    fascista
  • questo vide confluire nelle sue file una massa
    eterogenea di ex combattenti, di uomini di varia
    provenienza spinti dal desiderio di avventura, di
    piccoli borghesi in cerca di promozione sociale
    che andarono a formare le squadre dazione.

21
Le squadre dazione
  • Queste si diffusero rapidamente nella Val Padana
    e subito dopo nel Centro-Nord, specie nella zona
    rossa tra Bologna e Ferrara effettuando
    spedizioni punitive contro i rossi e i
    bianchi assaltando municipi, camere del lavoro,
    case del popolo, sedi delle leghe e di partito.
  • Le violenze divengono talmente gravi che lestate
    del 21 lo stesso Mussolini riconosce la
    necessità di arrestarle.
  • Ma ras fascisti come Balbo e Grandi rifiutano,
    spinti anche dagli agrari che premono perché
    venga posto fine alloccupazione delle terre.

22
Le violenze
  • Si formano sindacati fascisti a cui i contadini
    sono costretti a iscriversi e quindi ad accettare
    i contratti con ribassi salariali.
  • Allo stesso modo gli industriali appoggiano il
    fascismo perché non vogliono la gestione operaia
    delle fabbriche.
  • In più le squadre hanno mano libera sono corpi
    paramilitari e quindi illegali, ma agiscono
    dinanzi ad una polizia finge di non vedere e vi
    sono fatti come quelli degli squadristi uccisi al
    comune di Bologna (21 nov. 20) che offrono
    validi pretesti per scatenare la violenza.

23
Nasce il Partito comunista dItalia
  • Nel frattempo, il 21 gennaio del 1921, al
    congresso di Livorno del Partito socialista,
    lala della sinistra estrema, sotto la guida di
    Amedeo Bordiga e di Antonio Gramsci, esce dal
    partito e fonda il Partito comunista dItalia che
    si ispira alla rivoluzione bolscevica in Russia.
  • Giolitti, reputando che il fascismo sarebbe stato
    un fenomeno transitorio pensò di poterlo
    strumentalizzare per spegnere la carica
    rivoluzionaria dei socialisti, nel presupposto
    che la lotta contro rossi e bianchi avrebbe
    smorzato la carica dei neri.

24
Antonio Gramsci
25
Nasce il PNF ed entra il Parlamento
  • Il movimento fascista, divenuto partito (novembre
    1921), cercò di darsi una dottrina più organica e
    Mussolini, prima di puntare al potere, tentò la
    politica delle alleanze.
  • Infatti, per le elezioni del 15 maggio del 1921
    (indette a seguito dello scioglimento delle
    Camere voluto da Giolitti, ma che segnano un
    forte spostamento a destra del suo elettorato),
    il PNF entrò nei blocchi nazionali giolittiani in
    funzione antisocialista e antipopolare, ottenendo
    un primo successo mandando alla Camera 35
    deputati.

26
Caratteri generali del fascismo
  • Poco dopo riprendevano scontri, lotte, violenze e
    il fascismo, nuovamente autonomo e sempre più
    diffuso nellItalia centro settentrionale, trovò
    appoggio nei liberali, convinti che il movimento
    di Mussolini avrebbe restituito a molti il senso
    dello Stato.
  • In effetti la dottrina del fascismo di
    Mussolini conteneva un insieme di elementi
    ambigui a cominciare da una concezione dello
    Stato che sembrava riallacciarsi al pensiero
    risorgimentale,
  • e che si nutriva di concetti idealistici
    hegeliani, più tardi, verranno sviluppati dal
    filosofo Gentile.

27
Caratteri generali del fascismo
  • In realtà il fascismo pretese di costruire uno
    Stato che incorporasse ogni interesse specifico
    nella propria personalità assoluta (uno
    Stato-Geist).
  • Il fascismo vide nello Stato l'organo supremo che
    avrebbe garantito la libertà individuale e quella
    di ogni classe integrandole e sottomettendole
    alla propria volontà.
  • Ma, non prevedendo nessuna delega democratico
    parlamentare, l'assolutismo dello Stato si
    identificava inevitabilmente con la volontà del
    suo Partito-guida, quello fascista, e subito dopo
    con quella del suo Capo unico, Mussolini.

28
Caratteri generali del fascismo
  • Lannullamento del valore dellindividuo
    (equiparato ad un atomo egoista) significò
    esaltazione mistica del suo sacrificio, della sua
    subordinazione assoluta alla volontà del Capo,
    solo garante del bene della Patria.
  • Ma nellarticolo Fascismo redatto per
    lEnciclopedia italiana (Treccani) nel 32,
    Mussolini esplicita il carattere più peculiare
    della propria concezione quando dice
  • non cera nessuno specifico piano dottrinale nel
    mio spirito. La mia dottrina ... era stata la
    dottrina dellazione. Il fascismo ... nacque da
    un bisogno di azione e fu azione.
  • Ancora una volta emerge, quindi, il fondamento
    nichilistico della concezione di Mussolini.

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Caratteri generali del fascismo
  • Il fascismo ebbe, dunque, questi caratteri
    generali
  • 1) Fu nazionalista.
  • 2) Fu misticamente statalista e represse ogni
    pluralismo e diversità.
  • 3) Fu nemico della concezione rappresentativa
    liberal-democratica parlamentare e pretese di
    identificarsi direttamente col popolo preso come
    entità mistica.
  • 4) Fu antintellettualistico e antirazionalistico
    ed esaltò le forze dellirrazionale,
    dell'istinto, della forza fisica
  • 5) Creò la moderna politica populistica di massa
    basata sulla rappresentazione scenica che si
    concretizzò nelle sfilate, nelle adunate
    oceaniche, nei canti e nelle fiaccolate.

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Caratteri generali del fascismo
  • 6) Si servì della propaganda di massa per creare
    consenso usando i mezzi comunicazione di massa
    la radio e il cinema.
  • 7) Ostentò velleità di uguaglianza e giustizia
    (anticapitalismo) che attuò attraverso la
    realizzazione di opere sociali, ma applicò sempre
    il principio di far pagare alla nazione i costi
    lasciando lappropriazione privata dei profitti.
  • 8) Ebbe una filosofia elitaria fondata sui valori
    della disciplina, della combattività, della
    fedeltà e della dedizione totale al partito.
  • 9) Nella sua radice più profonda fu nichilista.

31
LA MARCIA SU ROMA
32
LA MARCIA SU ROMA
  • Il 22 ottobre del 1922 fu attuata dai fascisti la
    marcia su Roma. Il successo di una tale di
    parata scenografica e velleitaria come fu dovuto
    alla colpevole benevolenza del re Vittorio
    Emanuele III che si rifiutò di fermarla e che
    telegrafò a Mussolini, rimasto prudentemente a
    Milano, invitandolo a formare un nuovo governo.
  • In questo modo ha inizio la scalata fascista al
    potere.
  • Mentre socialisti e comunisti si schierarono
    subito all'opposizione ma restando inerti, molti
    della vecchia classe politica liberale, non
    diversamente da una parte dei popolari, si
    illusero di poter controllare il fascismo
    incanalandolo nella prassi democratico-parlamentar
    e.

33
LA MARCIA SU ROMA
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Mussolini al governo
  • Appena formato il suo governo il 10 novembre
    1922, a soli tredici giorni dalla Marcia su Roma,
    Mussolini abolisce la nominatività dei titoli e
    il 20 agosto 1923 abroga la legge sulle
    successioni.
  • La prima rendeva obbligatorio il nome del
    possessore di un titolo di credito e, quindi,
    rendeva possibile la sua tassazione come imposta
    diretta.
  • La seconda imponeva unimposta che colpiva
    soprattutto le grandi eredità.
  • Entrambi i provvedimenti erano stati varati da
    Giolitti nel 1920 come misure di giustizia
    fiscale nei confronti dei titolari di grandi
    redditi.

35
I FASCISTI ENTRANO A ROMA
36
Le violenze alle elezioni del 24
  • Nel 1924 venne varata una riforma elettorale
    (legge Acerbo) che offriva premi alla maggioranza
    e riduceva la rappresentanza delle forze di
    opposizione.
  • I fascisti dovevano perciò prendere più voti
    degli altri, quindi alle successive elezioni
    intimidirono i votanti con le violenze e
    attuarono brogli.
  • Il deputato socialista Matteotti denunciò tali
    eventi alla Camera, ma questo atto coraggioso gli
    costò la vita in quanto venne ucciso da alcuni
    sicari fascisti.
  • Il Paese fu scosso da un sentimento di orrore.

37
I responsabili del delitto Matteotti
  • Responsabili del delitto Matteotti erano
    funzionari fascisti Aldo Finzi (sottosegretario
    all'interno), Marinelli (segretario
    amministrativo del partito), Cesare Rossi (capo
    dell'ufficio stampa della Presidenza del
    Consiglio), uno squadrista toscano, dipendente
    dello stesso ufficio, Amerigo Dumini (autista
    della vettura che aveva rapito Matteotti) e De
    Bono (capo della Polizia e della Milizia).
  • Nel mese di giugno, alcuni dei responsabili
    furono costretti a dimettersi, (Rossi, Finzi e De
    Bono), mentre Dumini, Marinelli e lo stesso Rossi
    furono arrestati.
  • - De Bono fu assolto nel 1925.
  • - Tutti i mandanti furono amnistiati durante
    l'istruttoria.
  • - Dumini venne condannato a cinque anni, ma finì
    per scontarne uno solo.

38
GIACOMO MATTEOTTI
39
Luccisione di Matteotti
  • Ma, nonostante lo sdegno dell'opinione pubblica e
    la reazione degli partiti, che abbandonarono il
    Parlamento su iniziativa di Amendola, dando vita
    alla cosiddetta Secessione dellAventino,
  • Mussolini, col discorso del 3 gennaio 1925, diede
    una svolta decisiva alla situazione di stallo e
    il re Vittorio Emanuele III, come due anni prima,
    continuando a riporre piena fiducia nel fascismo,
    rese in pratica possibile lavvio della vera e
    propria dittatura fascista.

40
Vittorio Emanuele III
41
Il discorso alla Camera del 3 gennaio 1925
  • Questa dittatura si può far iniziare con il
    violento discorso che il 3 gennaio 1925 Mussolini
    pronunciò alla Camera
  • Si dice il fascismo è un'orda di barbari
    accampati nella nazione è un movimento di
    banditi e di predoni! Si inscena la questione
    morale, e noi conosciamo la triste storia delle
    questioni morali in Italia. Ma poi, signori,
    quali farfalle andiamo a cercare sotto l'arco di
    Tito?
  • Ebbene, dichiaro qui, al cospetto di questa
    Assemblea e al cospetto di tutto il popolo
    italiano, che io assumo, io solo, la
    responsabilità politica, morale, storica di tutto
    quanto è avvenuto (...) Se il fascismo è stato
    un'associazione a delinquere, io sono il capo di
    questa associazione a delinquere!

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LA PRESA DEL POTERE
  • A questo punto Mussolini, sfidando i suoi nemici
    ad accusarlo davanti alla Corte di Giustizia, da
    un lato, annuncia la soppressione di qualsiasi
    forma di illegalità, "compresa quella fascista",
    dallaltro, dichiara imminente ladozione di
    nuove leggi quasi tutte preparate dal nuovo
    ministro della Giustizia Alfredo Rocco che, in
    soli undici giorni stila 2376 decreti legge tutti
    approvati in poco tempo tra i decreti figura
    anche una nuova legge elettorale uninominale che
    diminuisce la possibilità della rappresentanza
    dei partiti in Parlamento.
  • Segue un'ondata di arresti e di sequestri ai
    danni dei partiti d'opposizione, comunisti,
    socialisti, popolari (cattolici), e della stampa.
    Molti esponenti dell'opposizione sono costretti
    all'esilio Giovanni Amendola (liberale) e Piero
    Gobetti (liberale) muoiono a seguito di
    aggressioni fasciste.

43
LE LEGGI FASCISTISSIME
  • Tra il 1925 e il 1926 furono, quindi, varate le
    cosiddette leggi fascistissime che consacrarono
    la nuova struttura politica dittatoriale e lo
    strapotere del fascismo nello Stato.
  • Viene così chiamata la serie delle leggi del
    1925-26 che pongono fine allo Stato liberale
    parlamentare attraverso una continua modifica
    dello Statuto Albertino.
  • Queste leggi istituiscono
  • 1. il rafforzamento dei poteri del capo del
    governo
  • 2. la proibizione dello sciopero
  • 3. scioglimento di tutti i partiti antifascisti
  • 4. la soppressione di tutte le pubblicazioni
    contrarie al regime

44
LE LEGGI FASCISTISSIME
  • 5. listituzione della polizia politica OVRA
  • 6. listituzione del confino di polizia per i
    dissidenti
  • 7. la decadenza dal mandato parlamentare di tutti
    i deputati aventiniani
  • 8. la reintroduzione della pena di morte per i
    reati contro "la sicurezza dello Stato"
  • 9. listituzione, per giudicare questi reati, di
    un Tribunale speciale per la difesa dello Stato
    composto non da giudici ordinari, ma da ufficiali
    delle forze armate e della Milizia (corpo armato
    del partito fascista, istituito nel '23).
  • 10. Per coloro che scelsero di opporsi restavano
    aperte due strade l'esilio all'estero o
    l'agitazione clandestina in patria.

45
MILIZIA FASCISTA
46
Mussolini Capo del Governo
  • Nascono e si impongono nuovi slogan perentori
    ("Credere, obbedire, combattere" o "Il Duce ha
    sempre ragione") che fanno capire chiaramente chi
    detiene ormai il potere assoluto in Italia
  • ciò viene legalizzato dallo stesso Mussolini il
    24 dicembre del 25 con una legge che modifica
    linterpretazione dello Statuto e lo nomina Capo
    del Governo (che risponde solo al re e ha facoltà
    di nominare o revocare i ministri e di emanare
    leggi senza lapprovazione delle Camere), invece
    di Presidente del Consiglio (il quale risponde al
    Parlamento come voleva Cavour).

47
LA FASCISTIZZAZIONE DELLO STATO
  • Inoltre Mussolini, tra laprile e lagosto del
    25 assume la carica di capo delle tre forze
    armate dopo aver fatto dimettere il Ministro
    della Guerra e quello della Marina, e dopo aver
    creato il nuovo ministero dellAeronautica.
  • Il Parlamento risultò svuotato di ogni
    prerogativa e le successive elezioni (1929)
    vennero ridotte a plebisciti per cui il cittadino
    poteva solo approvare una "lista unica" di
    deputati designati dal Gran Consiglio del fascio.
  • Il capo del governo, che era contemporaneamente
    duce del fascismo, occupò così il vertice della
    piramide politica, cioè della gerarchia del
    regime, e venne sottratto a qualunque controllo o
    sanzione, tranne l'obbligo di rispondere ancora
    al sovrano (perciò detto, oltre che per la
    presenza del papa, TOTALITARISMO IMPERFETTO).

48
LA FASCISTIZZAZIONE DELLO STATO
  • Il 2 ottobre 1925 vengono, inoltre, conclusi
    accordi tra il governo e gli industriali che si
    impegnano a riconoscere solo sindacati fascisti
    (Patto di Palazzo Vidoni) e a iscriversi al
    partito, ottenendo in cambio i Ministeri delle
    Finanze e dellEconomia ed una poltrona nel Gran
    Consiglio del Fascismo.
  • Inoltre molti industriali ricevettero quote di
    giornali, i quali dovettero fare i conti a
    partire dal 1 gennaio 1926 con la rigorosa Legge
    sulla stampa che apportava notevoli restrizioni
    alla libertà di notizia (veline ministeriali).

49
LA FASCISTIZZAZIONE DELLO STATO
  • Viene istituita la figura del Podestà che,
    nominato dal Prefetto, sostituisce il sindaco
    acquisendone i poteri.
  • L8 ottobre 1926, viene varato il nuovo rigido
    regolamento interno del partito fascista con il
    quale Mussolini nomina direttamente, senza
    elezioni interne, i membri del direttivo.
  • Quattro giorni dopo, il 12 ottobre, il Duce
    assume personalmente il comando della Milizia.
  • Con le elezioni plebiscitarie del 1929 si ebbe
    una Camera composta da soli fascisti.

50
IL CORPORATIVISMO
  • In politica economica e sociale, per
    differenziarsi tanto dal sistema liberale, quanto
    dal modello socialista, si avviò il
    corporativismo che assicurava ampi margini
    all'iniziativa privata, e, nello stesso tempo,
    garantiva il controllo da parte dello Stato
  • padroni e operai di ogni settore formavano un
    soggetto collettivo detto corporazione che si
    accordava per il bene nazionale sotto le
    direttive del partito.
  • In luglio nasce così il Ministero delle
    Corporazioni, e da settembre solo la Banca
    d'Italia può emettere moneta ed ottiene il totale
    controllo bancario.

51
La battaglia per "QUOTA 90"
  • Dal punto di vista monetario viene inaugurata,
    nellagosto del '26, la battaglia per "QUOTA 90"
    (la sterlina a 90 lire), per la rivalutazione
    della lira
  • Lobiettivo viene raggiunto, ma si rivela
    un'operazione di puro prestigio per Mussolini in
    quanto conduce ad una forte perdita nelle
    esportazioni a causa della lira forte.
  • Ciò porta ad una riduzione di tutti i salari (dal
    10 al 20), allaumento della disoccupazione e a
    un crollo della Borsa.

52
IL TOTALITARISMO FASCISTA
  • Inoltre viene istituita lAccademia d'Italia,
    dopo la fondazione del CNR e dellIstituto
    Treccani, anche se con molti problemi causati dal
    dissenso e dal rifiuto di Croce di essere
    nominato accademico.
  • Ma la propaganda (specialmente quella attraverso
    stampa e radio) non basta e così il 10 febbraio
    1927 iniziano la loro attività il Tribunale
    speciale per la difesa dello Stato e
    lOrganizzazione per la Vigilanza e la
    Repressione dellAntifascismo (OVRA), in sostanza
    una speciale polizia segreta contro gli
    oppositori del fascismo.

53
IL TOTALITARISMO FASCISTA
  • Parallelamente alla costituzione del Tribunale
    Speciale, nacque l'OVRA (Organizzazione Vigilanza
    Repressione Antifascismo), costituita nel 1927,
    che aveva carattere segreto e contava su una
    vasta rete di spie e di delatori.
  • L'antifascismo, costretto a rifugiarsi nella
    clandestinità o a riparare all'estero, fu
    ulteriormente indebolito dalla morte di Amendola
    e Gobetti e dal processo intentato nel 1928
    contro i dirigenti comunisti (Terracini,
    Scoccimarro e Gramsci), condannati a 20 anni e
    più di carcere.

54
Vittime del Tribunale Speciale
55
L'OVRA e la repressione dell'antifascismo
  • Il Tribunale, che fu uno degli strumenti più
    efficaci della dittatura, preferì ricorrere a
    condanne che prevedevano lunghe pene di
    detenzione, piuttosto che infliggere la pena di
    morte.
  • Efficace fu anche l'utilizzo del confino, dove il
    condannato veniva relegato sotto la sorveglianza
    della polizia.
  • Vi furono fuoriusciti che lottarono contro
    Mussolini dallestero come i fratelli Rosselli.

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I fratelli Rosselli uccisi a Parigi
57
Manifesto degli intellettuali antifascisti
  • In precedenza, il 1 maggio 1925 (in polemica con
    la soppressione della festa del lavoro), gli
    intellettuali antifascisti avevano risposto al
    "Manifesto degli intellettuali fascisti " di
    Gentile con un "Manifesto degli intellettuali
    antifascisti" redatto dal filosofo liberale
    Benedetto Croce (1866-1958), nel quale venivano
    esaltati i valori della tradizione liberale.
  • Nel "Manifesto" la critica di Croce si fondò
    sulla contestazione della pretesa di un'origine
    risorgimentale vantata dal partito di Mussolini.

58
Manifesto degli intellettuali antifascisti
  • Nel "Manifesto", Croce ribadì il valore della
    fede liberale quale possesso di una grande
    tradizione intellettuale e morale.
  • Croce, inoltre, per tutta la durata della
    dittatura fece al fascismo un'opposizione morale
    e culturale,
  • ma poiché questa non si concretizzò mai nella
    costruzione di un movimento politico fu tollerata
    dal regime.

59
Le grandi opere pubbliche
  • Nel '27 continua lo sforzo economico che, dopo
    lapprovazione della nuova Carta del Lavoro il
    22 aprile, nella quale compare lordinamento
    corporativo per organizzare centralisticamente la
    produzione, porta ad una ripresa che culmina nel
    biennio più produttivo dellepoca fascista.
  • Il 1928 è lanno in cui il regime inizia le
    grandi opere pubbliche, prima fra tutte la
    bonifica dellAgro Pontino (14 dicembre)
  • e lapertura della rete viaria (sotto l'ANAS) al
    turismo estero, nuova fonte di guadagno.

60
Nuove forme di assistenza sociale
  • La stabilità economica ormai raggiunta permette
    la formazione di nuove forme di assistenza
    sociale
  • vengono creati gli Uffici di Collocamento,
  • emanate esenzioni fiscali per le famiglie
    numerose,
  • assicurazioni obbligatorie contro le malattie e
    gli infortuni sul lavoro
  • nascono lINPS, per lamministrazione delle
    pensioni e il CONI che si occupa dello sport,
    soprattutto giovanile.
  • D'altra parte nascono nuovi imposizioni come
    quella del testo scolastico unico dello Stato e
    del divieto di emigrazione interna.

61
Il testo scolastico unico dello Stato
62
I Patti Lateranensi
  • Nel frattempo il contatto più importante dello
    Stato italiano è quello con la Chiesa e l11
    febbraio 1929 avviene la firma dei Patti
    Lateranensi da parte di Mussolini e del
    Cardinale Gasparri, segretario di Stato vaticano.
  • La Santa Sede riconosce formalmente il Regno
    d'Italia con capitale Roma (rifiutato da Pio IX).
  • I Patti Lateranensi furono il punto d'arrivo di
    lunghe e laboriose trattative diplomatiche tra la
    Santa Sede e il governo italiano.

63
I Patti Lateranensi
  • Da parte italiana si stabiliva un indennizzo di
    750 mila lire per la perdita territoriale subita
    dalla Santa Sede e la nascita della Città del
    Vaticano.
  • Inoltre un concordato riconosceva che il
    cattolicesimo era religione ufficiale dello Stato
    (questo punto è stato modificato nel 1984),
  • che il matrimonio religioso aveva valore civile,
  • che l'insegnamento della dottrina cattolica era
    obbligatoria in tutte le scuole.
  • La Chiesa dovette però accettare il divieto per i
    cattolici di organizzarsi in partiti politici.

64
La firma del Concordato
65
Rapporti con la Chiesa
  • Inoltre, pur accettando lobbligo del giuramento
    allo Stato per i vescovi, la Chiesa non ottenne
    lassegnazione delleducazione dei giovani prima
    impartita dallAzione Cattolica, e ora dallONB.
  • Ciò non impedì all'Azione Cattolica di svolgere
    la propria azione presso i giovani al di fuori
    dello spirito fascista,
  • tant'è vero che nel 1931 il regime fascista
    accusò esplicitamente l'Azione Cattolica di
    sottrarre uomini e giovani alla disciplina
    fascista.

66
Il culmine del consenso al fascismo
  • Sembrò la rottura, ma si giunse al compromesso e
    il fascismo mantenne l'appoggio della Chiesa.
  • La conciliazione dello Stato italiano con la
    Chiesa portò ulteriore grande consenso al
    fascismo, specie da parte dellopinione
    cattolica
  • questo si rispecchia nelle elezioni plebiscitarie
    del 24 marzo in cui, anche se non votano 8oo mila
    italiani, i contrari al regime sono solo l1,6.

67
LOpera Nazionale Balilla
  • Per migliorare la penetrazione del fascismo
    presso i giovani viene organizzata lOpera
    Nazionale Balilla (ONB) in cui vengono inquadrati
    i ragazzi a seconda delletà.
  • È unorganizzazione paramilitare della scuola che
    valse a monopolizzare, fin dalle prime classi
    elementari, il processo di formazione educativa
    dei giovani secondo il principio del credere,
    obbedire, combattere, che tendeva a fare di ogni
    cittadino essenzialmente un soldato, pronto a
    rispondere agli ordini, un fedele esecutore delle
    direttive imposte dall'alto.

68
Una divisa per ogni italiano
69
Una divisa per ogni italiano
  • Imbevuto di retorica, il fascismo creò una divisa
    per ogni italiano, dalla più tenera età fino alla
    maturità.
  • In ogni paese d'Italia, al grido di Viva il
    Duce!, sfilarono
  • figli della lupa,
  • piccole italiane,
  • balilla e avanguardisti,
  • giovani fascisti e fasciste, fascisti,
  • donne fasciste e massaie rurali,
  • salutando romanamente, battendo il passo romano.
  • Nacque la scuola di mistica fascista.
  • L'obbedienza al fascismo divenne un obbligo per
    tutti i professori, ai quali venne imposto il
    giuramento come condizione per poter mantenere la
    cattedra.

70
Duce a noi!
71
I salari italiani nel 1930
  • Pur di mantenere il proprio predominio Mussolini
    dovette accettare compromessi non solo con i
    vecchi centri di potere, ma anche con i maggiori
    centri economici.
  • Il fascismo, in sostanza, autorizzò gli agrari e
    gli industriali, a rifarsi sui lavoratori.
  • Così i salari italiani, nel 1930, erano al
    penultimo posto in Europa, seguiti solo da quelli
    spagnoli.
  • I salari dei contadini venivano sempre più
    compressi per consentire ai produttori di
    sopportare la concorrenza straniera favorita
    dall'alto corso della lira.

72
Il capitalismo di Stato fascista
  • Il '29 è lanno della crisi mondiale a causa del
    giovedì nero di Wall Street (24 ottobre), ma
    proprio perché leconomia è controllata dal
    regime, linflazione viene sentita molto meno
    rispetto ai paesi che concentrano tutto sui
    rapporti con gli USA.
  • Ma limpossibilità di esportazioni e le continue
    lamentele dei grandi imprenditori fanno sì che
    vengano create forme di capitalismo di Stato
  • lIRI (Istituto per la Ricostruzione Industriale,
    nel 33) e lIMI (Istituto Mobiliare Italiano)
    per aiutare i capitali privati sempre più
    bloccati dai debiti con le grandi banche.

73
Nasce il Duce
  • Il sistema corporativo che si sta consolidando,
    in quanto centralistico, per un po funge da
    riparo per l'economia italiana grazie agli
    investimenti pubblici e ad iniziative statali
    come le bonifiche.
  • Tra gli altri fatti importanti del 1929 c'è da
    segnalare quello per cui Mussolini abbandona 7
    degli 8 ministeri che teneva nelle sue mani,
    affidandoli ai suoi collaboratori (Grandi, De
    Bono, Gazzera, Siriani, Balbo, Bianchi, Bottai,
    Acerbo, Rocco e Ciano).
  • Egli mantiene, però, il Ministero degli Interni e
    acquisisce lepiteto di Duce.

74
I MILLE VOLTI DEL DUCE
75
IL TOTALITARISMO FASCISTA
  • Nel 1931 avvengono due fatti tutt'altro che
    marginali
  • viene varato il nuovo Codice Penale riscritto in
    modo consono al regime dal ministro della
    giustizia Alfredo Rocco,
  • e viene nominato Starace come nuovo segretario
    del Partito fascista.
  • Questi è il fondatore dello staracismo, cioè
    del comportamento del perfetto fascista.
  • Starace farà di tutto per cambiare in tal senso i
    costumi degli italiani dalladozione delle
    divise, a quella di un nuovo vocabolario, dalle
    parate, alle manifestazioni sportive. Inoltre
    inventa il saluto romano (alzata del braccio a
    170 gradi, mano distesa, aperta, dita unite,
    tutto accompagnato dal grido Viva il Duce!).

76
IL PIU GRANDE UOMO DEL MONDO!
77
Il più grande uomo del mondo
  • Mentre, dopo il crollo del '29, il modello di
    vita americano sta perdendo lentamente fiducia,
    quello fascista diventa sempre più apprezzato nel
    mondo (i sondaggi americani di questo periodo
    ritengono Mussolini il più grande uomo del
    mondo e le Università gli dedicano corsi di
    studio).
  • Lopinione pubblica rimane affascinata dalle
    imprese sportive italiane come quelle
    aeronautiche (le trasvolate oceaniche di Balbo) e
    olimpioniche (vittorie alla X Olimpiade di Los
    Angeles).
  • Inoltre viene vinta la battaglia del grano
    lanciata nel 25 e si annuncia trionfalisticamente
    la raggiunta indipendenza dellItalia nella
    produzione cerealicola nel mentre vengono
    completate numerose opere pubbliche.

78
La battaglia del grano
79
Mussolini, il falciatore che aiuta i contadini
80
Capo Supremo delle Forze Armate
  • La Confindustria appoggia totalmente il regime, e
    grazie alle esportazioni ed al sistema
    corporativo gli industriali acquistano ancora più
    potere specialmente nel triangolo industriale.
    Per i lavoratori inoltre nascono due nuove
    istituzioni quali lINAIL e lINPS (1933).
  • Mentre in Germania, nel 1933, Hitler inizia la
    scalata al potere, Mussolini, prima prende
    liniziativa del patto a quattro, sottoscritto
    a Roma il 15 luglio, con Francia, Inghilterra e
    Germania (che prevede collaborazione tra le
    quattro potenze per il mantenimento della pace),
  • poi diventa il Capo Supremo delle Forze Armate il
    6 novembre dopo aver licenziato i due ministri
    della Marina e dellAeronautica (Balbo e
    Sirianni).

81
DA IL TUO CONSENSO AL PLEBISCITO!
82
Mussolini e Hitler ostilità iniziale
  • Il 1934 si tiene un secondo plebiscito che
    assegna il 99,84 (!) al fascismo).
  • Intanto, dopo che Hitler ha assunto il potere
    assoluto in Germania, a Venezia avviene il primo
    incontro fra il Führer ed il Duce che sulle prime
    porterà ad una altalenante coalizione.
  • Così, quando il 25 luglio i nazisti tentano un
    colpo di stato a Vienna, Mussolini si oppone
    platealmente ad un eventuale tentativo di
    annessione dellAustria da parte della Germania,
    schierando le truppe lungo il confine austriaco.

83
1935 invasione dellEtiopia
  • Nel 1935 prende avvio una politica imperialistica
    coloniale del fascismo verso il Corno dAfrica.
  • Il 2 ottobre 1935 inizia linvasione dellEtiopia
    (Mussolini la annuncia dal balcone di Palazzo
    Venezia) con al comando De Bono che, per la sua
    indecisione, verrà presto sostituito dal generale
    Badoglio che risulterà vincitore anche grazie
    allimpiego di gas e di armi batteriologiche
    sganciate sugli etiopi.
  • Il 5 maggio 1936, dopo una vera e propria gara
    tra i vari comandanti per chi sarebbe arrivato
    per primo alla capitale, Badoglio entra ad Addis
    Abeba e viene nominato duca d'Addis Abeba e
    Mussolini annuncia al popolo festante La
    rinascita dellimpero sui fatali colli di Roma.

84
Le truppe partono per lAfrica
85
LImpero quale culmine della potenza fascista
  • L'ascesa del fascismo ha il suo culmine proprio
    nel 1936 con la conquista dell'Etiopia, la
    proclamazione dell'impero.
  • Ma la vittoria nasconde le difficoltà economiche
    del regime calo delle riserve auree, debiti con
    le industrie, sopravvalutazione della lira,
    insufficienza del fabbisogno di grano.
  • Il regime chiama ora a raccolta lo spirito
    nazionalistico dinanzi alle sanzioni commerciali
    punitive dichiarate dalla Società delle Nazioni
    per l'aggressione italiana in Africa e si
    autoproclama indomabile dinanzi a questo perfido
    atto che vorrebbe togliere lImpero agli italiani
    portatori di civiltà.

86
COSTRUIAMO FERROVIE NELLE COLONIE
87
Leconomia autarchica
  • In realtà le sanzioni economiche furono "blande
    misure che privavano lItalia dellimportazione
    di alcune materie prime inoltre ad esse non
    aderì la Germania.
  • In risposta il fascismo lancia leconomia
    autarchica che si affianca al Capitalismo di
    Stato (IRI, STET, SIP, INA) e al
    "Corporativismo" (collaborazione tra imprenditori
    e produttori) gli italiani dimostrano di sapersi
    arrangiare creando nuovi prodotti in base alle
    materie prime presenti in patria (ad esempio
    viene creata la lana autarchica).

88
Prodotti autarchici
89
1936 NASCE LASSE ROMA-BERLINO
  • Per bilanciare le sanzioni il regime afferma che
    il popolo deve donare Oro alla Patria (alla
    campagna contribuì la regina Elena offrendo la
    propria fede nuziale, presto imitata dalle spose
    dItalia che ricevevano in cambio una fede di
    metallo comune)
  • Inoltre il fascismo stimola il consumo del pesce,
    cibo considerato austero e nazionale rispetto
    alle carni di importazione qualificate come cibo
    delle plutocrazie capitalistiche.

90
DATE ORO ALLA PATRIA!
91
1936 NASCE LASSE ROMA-BERLINO
  • Il 17 luglio 1936 scoppia la guerra civile
    spagnola  e la rivolta contro il governo eletto
    repubblicano del filo-fascista generale Franco
    viene prontamente aiutata militarmente da Hitler
    e soprattutto da Mussolini.
  • Il Duce ed il Führer iniziano ora a collaborare
    ed infatti il 23 ottobre nasce lASSE
    ROMA-BERLINO.

92
Mussolini e Hitler
93
LItalia si ritira dalla Società delle nazioni
  • Il 1937 si apre con labolizione del Capodanno
    che viene spostato al 22 ottobre, giorno della
    marcia su Roma latto è giustificato con il
    bisogno di staccarsi dal passato borghese.
  • In marzo in Libia e in settembre in Germania,
    Mussolini riceve enormi manifestazioni di
    consenso (persino più di Hitler egli crede) e
    comincia a ritenersi il nuovo Alessandro Magno
    colui che può unire più razze sotto lo stesso
    Impero.
  • L11 dicembre lItalia si ritira dalla Società
    delle nazioni.

94
INIZIA IL DECLINO DEL FASCISMO
  • Il 1938 è lanno in cui inizia la caduta di
    Mussolini in quanto dà inizio ad una politica a
    dir poco incomprensibile.
  • Hitler invade l'Austria e la annette alla
    Germania (Anschluss) stavolta Mussolini accetta
    lannessione.
  • Nasce un idillio tra i due dittatori il Führer
    dichiara che non dimenticherà mai questo gesto.
  • Forte di questo successo Hitler prosegue nella
    politica dei fatti compiuti annettendo al Reich
    la regione cecoslovacca dei Sudeti.
  • LEuropa è sullorlo della guerra, ma Mussolini
    alla conferenza di Monaco del 29 settembre fa sì
    che Francia e Inghilterra accettino lo
    smembramento di questo Paese a vantaggio della
    Germania.

95
1938 le leggi razziali antisemite
  • I rapporti fra i due capi fascisti si
    intensificano al punto che
  • il 3 agosto 1938 il Duce, emulando le leggi di
    Norimberga volute da Hitler che sanciscono la
    discriminazione legale degli ebrei, fa promulgare
    dal re le leggi razziali antisemite, creando la
    prima vera grande frattura tra il Paese e il
    regime.
  • Così Vittorio Emanuele III emana il regio
    decreto-legge 1381 il 7 settembre 1938.

96
REGIO DECRETO-LEGGE 7 settembre 1938-XVI, n. 1381
  • VITTORIO EMANUELE III PER GRAZIA DI DIO E PER
    VOLONTA' DELLA NAZIONE RE D'ITALIA IMPERATORE
    D'ETIOPIA Abbiamo decretato e decretiamo
  • Art. 1. Dalla data di pubblicazione del presente
    decreto-legge è vietato agli stranieri ebrei di
    fissare stabile dimore nel Regno, in Libia e nei
    Possedimenti dell'Egeo.
  • Art. 2. Agli effetti del presente decreto-legge è
    considerato ebreo colui che è nato da genitori
    entrambi di razza ebraica, anche se egli professi
    religione diversa da quella ebraica.

97
DICHIARAZIONE SULLA RAZZA DEL GRAN CONSIGLIO
  • Il Gran Consiglio del Fascismo stabilisce
  • a) il divieto di matrimoni di italiani e italiane
    con elementi appartenenti alle razze camita,
    semita e altre razze non ariane
  • b) il divieto per i dipendenti dello Stato e da
    Enti pubblici - personale civile e militare - di
    contrarre matrimonio con donne straniere di
    qualsiasi razza
  • c) il matrimonio di italiani e italiane con
    stranieri, anche di razze ariane, dovrà avere il
    preventivo consenso del Ministero dell'Interno
  • d) dovranno essere rafforzate le misure contro
    chi attenta al prestigio della razza nei
    territori dell'Impero.

98
DICHIARAZIONE SULLA RAZZA DEL GRAN CONSIGLIO
  • Il Gran Consiglio del Fascismo, circa
    l'appartenenza o meno alla razza ebraica,
    stabilisce quanto segue
  • a) è di razza ebraica colui che nasce da genitori
    entrambi ebrei
  • b) è considerato di razza ebraica colui che nasce
    da padre ebreo e da madre di nazionalità
    straniera
  • c) è considerato di razza ebraica colui che, pur
    essendo nato da un matrimonio misto, professa la
    religione ebraica
  • d) non è considerato di razza ebraica colui che è
    nato da un matrimonio misto, qualora professi
    altra religione all'infuori della ebraica, alla
    data dell11 ottobre XVI.

99
La rivista scientifica fascista Difesa della
razza la spada separa razze buone e cattive
100
La legislazione antisemita in Italia
  • A seguito delle leggi razziali, fu introdotto
    presso il ministero dell'Interno un "Consiglio
    Superiore per la Demografia e la Razza" che avviò
    il censimento di tutti gli ebrei presenti sul
    territorio italiano e che si rivelerà un prezioso
    aiuto ai nazisti, dopo l'occupazione del 1943,
    per l'identificazione e la deportazione degli
    ebrei italiani.

101
La legislazione antisemita in Italia
102
La legislazione antisemita in Italia
  • Con i provvedimenti per la difesa della razza
    questi furono espulsi dalle scuole di ogni ordine
    e grado, sia come allievi sia come docenti.
  • Agli ebrei fu inoltre proibito il matrimonio con
    un ariano, il lavoro nei pubblici uffici e furono
    poste gravi limitazioni al diritto di proprietà.
  • Fu infine vietato loro di frequentare luoghi di
    villeggiatura, di prendere a servizio personale
    ariano e di comparire con il proprio nome negli
    elenchi telefonici.

103
La rivista razzista del fascismo
104
1939 linvasione dellAlbania
  • Il 19 gennaio 1939 la Camera dei Deputati viene
    sostituita dalla Camera dei Fasci e delle
    Corporazioni.
  • Nel marzo i tedeschi occupano la Boemia e la
    Moravia che sono annesse al Reich.
  • Subito dopo il Führer reclama la restituzione
    della città polacca di Danzica e la creazione di
    un corridoio che unisca la Prussia orientale al
    resto della Germania.
  • In aprile, imitando lo stile di Hitler, Mussolini
    invia un ultimatum allAlbania e, senza alcuno
    scontro, Re Vittorio Emanuele III ne riceve la
    corona.

105
Patto d'Acciaio
106
Il Patto d'Acciaio del 1939
  • Il 22 maggio avviene la firma del Patto
    d'Acciaio, pieno di incertezze, di vuoti e di
    tranelli, uno dei quali verrà utilizzato dal
    Duce per non entrare subito in guerra tanto per
    la reale impreparazione dell'Italia e quanto
    perché era furioso per il patto stipulato tra
    Hitler ed i bolscevichi.
  • Infatti il 1 settembre del 1939 dopo aver
    stilato un patto di non aggressione con lURSS -
    la Germania invade la Polonia e inizia la Seconda
    Guerra mondiale.
  • Le incrinature dellaccordo tra fascismo e
    nazismo sono già visibili e lanno si chiude con
    lItalia che si dichiara non belligerante
    mentre Hitler inizia a conquistare l'Europa.

107
Manifesto di guerra
108
La guerra del Duce una serie di sconfitte
  • Ma, fatalmente trascinata dalla politica nazista,
    l'Italia vi si trovò coinvolta, assolutamente
    impreparata, dal 10 giugno 1940 quando Mussolini
    dichiara guerra allInghilterra e alla Francia
    (anche se questa era già stata sconfitta dai
    tedeschi).
  • Iniziano una serie di disastrose campagne di
    guerra (la guerra del Duce)
  • in Grecia (dal 28 ottobre 1940) sconfitta
    italiana,
  • in Africa (dal novembre 1940) sconfitta
    italiana,
  • in Russia (dal 1941 a fianco dei tedeschi)
    lesercito italiano è sconfitto e si ritira in un
    mare di ghiaccio.

109
La ritirata di Russia
110
LA GUERRA E IL CROLLO DEL FASCISMO
  • Dopo lattacco giapponese di Pearl Harbour nelle
    Hawaii (7 dicembre 1941) anche gli USA entrano in
    guerra contro lAsse ora di Berlino-Roma-Tokyo.
  • Il collasso delle potenze dellAsse si può fare
    iniziare con la prima sconfitta subita dai
    tedeschi nella battaglia di Stalingrado (31
    gennaio 1942).
  • Limpopolarità di Mussolini diventa tangibile con
    i grandi scioperi politici del nord Italia del
    marzo del 1943, ma ciò che risulta decisivo per
    il crollo del fascismo è lo smacco dello sbarco
    delle truppe degli Alleati il 10 luglio in
    Sicilia.

111
Il film di Rossellini sullavanzata americana in
Italia
112
LA GUERRA E IL CROLLO DEL FASCISMO
  • Così il 25 luglio 1943, dopo un voto di sfiducia
    del Gran Consiglio, Mussolini è costretto da
    Vittorio Emanuele III a lasciare il governo e
    viene arrestato. Il suo posto viene preso dal
    maresciallo Badoglio che apre segrete trattative
    di armistizio con gli Alleati.
  • Larmistizio viene firmato il 3 settembre, ma gli
    Alleati ne danno notizia per radio solo l8
    settembre 1943 lo smarrimento e il caos si
    diffondono ovunque in unItalia lasciata a se
    stessa senza ordini e senza dirigenza anche a
    causa della fuga di Badoglio e del re la stessa
    notte verso lItalia del sud, già sotto il
    controllo alleato consentirono.

113
Vittorio Emanuele III fugge a Brindisi
114
LA GUERRA E IL CROLLO DEL FASCISMO
  • In questo clima, con l'appoggio dei tedeschi che
    occupano rapidamente il Paese considerato ora
    nemico, avviene un rigurgito di potere fascista.
  • Mussolini, ormai strumento di Hitler, viene
    liberato dalla prigionia sul Gran Sasso per
    fondare uno stato fantoccio nel nord Italia il
    23 settembre 1943 nasce, così, la Repubblica
    Sociale Italiana (RSI), che estendeva la propria
    giurisdizione sulla parte dell'Italia centro-nord
    occupata dai tedeschi.

115
La Repubblica di Salò
  • Il 12 settembre del 43 Mussolini parlò agli
    italiani da Radio Monaco ribadì la sua volontà
    di continuare la guerra a fianco della Germania e
    del Giappone e annunciò la nascita della
    Repubblica Sociale Italiana (RSI).
  • il nuovo Stato riconosciuto dal Giappone e dai
    paesi satelliti del Reich, fu uno Stato
    collaborazionista, vassallo della Germania e
    privo di qualsiasi autonomia

116
La Repubblica di Salò
  • il potere esecutivo spettò al comando militare
    del generale Albert Kesserling, il comando
    territoriale e il compito di mantenere l'ordine
    interno furono affidati a Karl Wolff, comandante
    supremo delle SS.
  • Ai vassalli italiani non spettava alcuna
    iniziativa in campo militare, ma veniva lasciata
    libertà di azione nella costituzione di vari
    corpi armati, utili comunque per tenere a freno
    con l'arma del terrore una popolazione sempre più
    insofferente.

117
La Repubblica di Salò
  • La RSI si diede come programma il Manifesto di
    Verona, elaborato dal congresso del Partito
    Fascista Repubblicano nel novembre 1943.
  • I diciotto punti in esso contenuti prevedevano la
    fine della monarchia, riforme sociali,
    socializzazione delle imprese, tutela della
    proprietà privata.

118
La Repubblica di Salò
  • La politica antisemita venne rafforzata "gli
    appartenenti alla razza ebraica sono stranieri.
    Durante questa guerra appartengono a nazionalità
    nemica, si dichiara nel Manifesto.
  • Nacque il PFR (Partito Fascista Repubblicano),
    che ottenne pochi consensi e un numero di
    iscritti che nel 1944 si aggirava intorno alle
    500.000 unità.
  • Nel partito prevalse l'ala estremista dei vecchi
    e dei nuovi squadristi, anche se alla Repubblica
    aderirono oltre ai nazionalisti, i sindacalisti e
    i militari.

119
La Repubblica di Salò
  • L'esercito della RSI, Guardia Nazionale
    Repubblicana (GNR) fu costituita da 100.000
    volontari e dalla milizia fascista,
  • affiancato dalle Brigate Nere, istituite da
    Pavolini e tristemente note per le violenze
    commesse contro gli antifascisti e le torture
    inflitte ai partigiani.
  • La X MAS del principe Iunio Valerio Borghese, con
    4000 reclute, confluì nel movimento e svolse
    principalmente operazioni di rastrellamento
    contro le brigate partigiane.

120
LE SS ITALIANE DI SALO
121
La deportazione degli ebrei italiani (1943-1945)
  • La Repubblica di Salò, ripresa la politica
    antisemita delle leggi razziali del 1938, si
    allineò al programma di "soluzione finale"
    stabilito dalla Germania nel gennaio 1942.
  • Mentre i tedeschi a Roma rastrellavano il ghetto
    ebraico, con la collaborazione della polizia
    italiana, dal novembre 1943 (Manifesto di
    Verona), anche gli ebrei solamente discriminati
    (cioè i meno colpiti dalle leggi del 1938)
    venivano avviati ai campi di sterminio e i loro
    beni confiscati.

122
I LAGER IN ITALIA
  • Fra il 1943 e il 1945 sul territorio italiano
    furono creati alcuni campi d'internamento aventi
    la funzione di raccogliere e poi smistare, in
    direzione dei Lager del Reich, tutti i
    prigionieri politici e razziali destinati alla
    deportazione.
  • I principali centri ordinati a tale compito, e
    rappresentanti il vertice di una piramide
    concentrazionaria con alla sua base i numerosi
    campi provinciali, le carceri cittadine, nonché
    gli svariati luoghi di detenzione e di tortura
    allestiti dalle milizie di Salò, furono quattro.

123
I LAGER IN ITALIA
  • La Risiera di San Sabba, vicino a Trieste, la cui
    principale caratteristica fu quella di
    concentrare in sé una molteplicità di mansioni
    fra cui, unico esempio in Italia e in tutta
    l'Europa occidentale occupata dai tedeschi,
    quella di fungere anche da centro di eliminazione
    sistematica dei prigionieri.
  • Gli altri tre campi, adibiti invece
    esclusivamente alla funzione di internamento e di
    transito, sorsero rispettivamente a Borgo San
    Dalmazzo, a Fossoli e, infine, a Bolzano.

124
I lager italiani
125
La deportazione degli ebrei italiani (1943-1945)
  • Giovanni Preziosi, accanito antisemita, fu
    nominato direttore dell'"Ispettorato Generale per
    la Razza" e diresse la deportazione degli ebrei
    verso i campi di sterminio di Auschwitz e Ravens
    Bruck.
  • Si calcola che tra il 9 settembre del 1943 e il
    25 aprile 1945 furono arrestati in Italia 7013
    ebrei.
  • Le liste compilate e aggiornate dallo stato
    fascista, successivamente alla promulgazione
    della legislazione antisemita del 1938, si
    rivelarono particolarmente utili alle forze di
    occupazione tedesca nell'individuazione degli
    ebrei.

126
Un libro di Preziosi dal titolo significativo
127
La deportazione degli ebrei del Ghetto di Roma
13 ottobre 1943
  • La comunità ebraica di Roma fu la prima a essere
    colpita dalla persecuzione nazifascista.
  • Nonostante la comunità romana avesse pagato una
    taglia di 50 kg d'oro (in 36 ore) ai nazisti in
    cambio della sospensione della deportazione di
    200 ebrei del ghetto, all'alba del 13 ottobre
    1943 scattò il rastrellamento.
  • 1022 ebrei furono deportati ad Auschwitz-Birkenau
    di questi solo 17 sopravvissero.

128
PIETRO KOCH IL TORTURATORE
  • Pietro Koch è un torturatore fascista che
    terrorizzò Milano.
  • Nel periodo della repubblica di Salò organizzò
    una banda di sadici paranoici, riconosciuti come
    "formazione di polizia", specializzata nella
    caccia dei partigiani azionisti e comunisti.
  • Una volta catturato un avversario politico, lo si
    torturava finché questi non forniva altri
    nominativi.
  • Una prassi normale era anche il sequestro dei
    beni dell'arrestato, che, se sopravviveva, veniva
    poi passato alle autorità ufficiali.

129
La Decima Mas giustizia i nemici partigiani
130
LARDITO DELLA BANDA MUTI
131
LA GUERRA E IL CROLLO DEL FASCISMO
  • Ma gli sforzi di rilanciare il fascismo,
    applicando alcune misure di socializzazione in
    campo economico, per richiamarsi alle antiche
    origini popolari del movimento, fallirono di
    fronte al dilagare della guerra, che dimostrava
    imminente la disfatta nazi-fascista, mentre i
    movimenti di resistenza partigiana si
    diffondevano soprattutto nel Nord (CLN).
  • Nell'autunno-inverno 1944-45, con lo
    stabilizzarsi del fronte sulla linea gotica,
    alcuni provvedimenti, come la requisizione delle
    aziende e la distribuzione di viveri alla
    popolazione, furono l'ultimo, inutile sforzo per
    riguadagnare la solidarietà dell'opinione
    pubblica al fascismo.

132
Partigiani
133
LA GUERRA E IL CROLLO DEL FASCISMO
  • Mentre anche la Germania hitleriana era ormai
    incapace di sostenere la massiccia offensiva
    degli eserciti alleati (Stati Uniti, Gran
    Bretagna, Francia e U.R.S.S.),
  • il 25 aprile 1945 avviene linsurrezione generale
    partigiana e con essa la liberazione
  • quando Genova, Milano e lalta Italia sono
    liberate dalle formazioni partigiane il fascismo
    vede irrimediabilmente segnata la sua condanna a
    morte
  • Mussolini viene catturato mentre, travestito da
    soldato tedesco, tentava la fuga in Svizzera
    processato da un tribunale partigiano, il Duce
    viene fucilato il 28 aprile del 1945.

134
Milano, 25 aprile 1945
135
LA GUERRA E IL CROLLO DEL FASCISMO
  • Finiva così, con una disastrosa sconfitta, dopo
    un ventennio, quel movimento politico che fin dal
    suo primo manifestarsi venne avversato dai
    partiti liberal-democratici, ma che si affermò
    anche per lappoggio della borghesia, per la
    connivenza e la passività dei più e per
    laccomodante giudizio di troppi intellettuali.
  • Finito come regime politico, il fascismo è
    sopravvissuto tenace come fenomeno degenerativo
    nel culto del nazionalismo, del militarismo,
    dell'ordine e della razzismo.

136
IL COMITATO DI LIBERAZIONE ENTRA A MILANO
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