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LA FUSIONE NUCLEARE

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Title: LA FUSIONE NUCLEARE Author: sandro Last modified by: sandro Created Date: 3/30/2005 8:55:25 AM Document presentation format: Presentazione su schermo – PowerPoint PPT presentation

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Title: LA FUSIONE NUCLEARE


1
Tipologia di scuola V anno licei
scientifici Prerequisiti          Forze
nucleari, forze di legame, radioattività,
fissione          Struttura atomica elettroni,
nucleoni.          Meccanica (energia cinetica,
energia termica, principio di azione e reazione
e principio dinerzia)         
Elettromagnetismo ( forze coulombiane, campo
magnetico prodotto da un campo elettrico ed
effetto Joule)          Relatività (relazione
di Einstein Emc2)
2
  • Obiettivi formativi e disciplinari
  • sapere cosa si intende per fusione nucleare
  • rendersi conto dellimportanza degli studi
    scientifici per migliorare le condizioni di
    vita sulla terra
  • prendere coscienza delle difficoltà tecniche per
    la realizzazione di reattori a fusione a livello
    industriale
  • saper fare un confronto tra fusione e fissione
    (tra energie e scorie radioattive prodotte)
  • sapere come funzionano i principali reattori a
    confinamento magnetico
  • saper collocare storicamente gli studi sul
    processo di fusione nucleare
  • Metodologia
  • Lezione in aula e attività di ricerca di
    materiale didattico nel laboratorio multimediale

3
LA FUSIONE NUCLEARE
  • Quale sarà lutilità della fusione?
  • Il contributo che essa potrà dare al problema
    dellenergia sarà tale da giustificare il
    notevole sforzo effettuato ora nelle ricerche?

4
LA SITUAZIONE ENERGETICA NEL MONDO
  • Per evitare allumanità una gravissima crisi, che
    assumerà carattere catastrofico per una frazione
    consistente della popolazione mondiale, quella
    cioè dei paesi sottosviluppati, è necessario che
    su scala mondiale vi sia un rapido e continuo
    incremento netto della produzione di energia.
    Questa energia potrà permettere il raggiungimento
    di un livello di vita accettabile per tutta
    lumanità.

5
  • Attualmente ci sono notevoli differenze di
    consumo energetico pro capite per i diversi paesi.
  • Il reddito pro capite risulta essere legato al
    consumo energetico.
  • Per i paesi sottosviluppati, entrambe queste
    quantità hanno valori molto minori di quelli
    relativi ai paesi industrializzati. In essi il
    tenore di vita è minore del livello accettabile.
  • E necessario quindi che la produzione di energia
    venga progressivamente aumentata.

6
  • Attualmente la produzione mondiale di energia
    proviene da combustibili fossili (petrolio, gas
    naturale, carbone) per il 92 e da altre fonti
    (nucleare, idrica, geotermica, solare) per il
    rimanente 8.
  • Le riserve di combustibili fossili sono
    evidentemente limitate e lo sfruttamento delle
    fonti di energia rinnovabile ha uno sviluppo
    molto lento e potrà contribuire soltanto in
    minima parte alla domanda di energia per il
    futuro.
  • La soluzione energetica non può che venire dalla
    fonte di energia nucleare.

7
Vantaggi della fissione nucleare
  • Fonte inesauribile di energia, con la messa a
    punto dei reattori autofertilizzanti
  • Fissione del Plutonio 239
  • Arricchimento dellUranio 238 mediante
    bombardamento di neutroni veloci emessi dalla
    reazioni di fissione
  • Produzione di altro Plutonio, in quantità
    maggiore di quello che si consuma nel reattore.

8
Svantaggi della fissione nucleare
  1. Radioattività delle scorie prodotte.
  2. Pericolo di proliferazione di armi nucleari

9
Vantaggi della fusione nucleare
  1. Nessuna produzione di scorie
  2. Fonte inesauribile di energia

Svantaggi della fusione nucleare
  1. Tecnologia non ancora abbastanza sviluppata per
    un utilizzo economico dellenergia prodotta

10
Elementi costituenti e dimensioni del nucleo
Il numero dei neutroni in un nucleo è indicato
con la lettera N il numero dei protoni, detto
numero atomico, con la lettera Z il numero dei
protoni più quello dei neutroni è detto numero di
massa, è indicato con la lettera
A. Convenzionalmente si indica AElemento chimico

Tra gli atomi di uno stesso elemento, ve ne sono
alcuni che hanno, nel nucleo, stesso numero di
protoni ma differente numero di neutroni. A
questi elementi, costituiti da atomi con diverso
numero di neutroni nel nucleo, si dà il nome di
isotopi.
11
La grandezza e la forma di un nucleo si possono
determinare bombardandolo con particelle ad alta
energia e osservando la loro diffusione
(scatterig). Si trova che la maggior parte dei
nuclei sono allincirca sferici , con raggi dati
approssimativamente da
dove R0 è circa 1 fm 10-15 m Si trova che il
raggio del nucleo varia tra
12
Con questi dati abbiamo che la forza di Coulomb
tra due protoni sarà dellordine
mentre la forza di attrazione tra un protone e un
elettrone in un atomo di idrogeno (ad una
distanza r 5.10-11 m) sarà
Facendo il rapporto tra Fn ed Fe otteniamo
13
  • Risulta quindi che la forza Fn repulsiva tra i
    due protoni dovrebbe essere più intensa di circa
    2 miliardi di volte quella Fe che tiene un
    elettrone legato in un atomo di idrogeno i due
    protoni dovrebbero schizzare via come due
    proiettili supersonici.
  • Si deve allora ammettere che, accanto alla forza
    elettrica repulsiva, fra le particelle del nucleo
    agisca una seconda forza di tipo attrattivo e di
    intensità superiore a quella elettrostatica.
  • Questa forza prende il nome di forza nucleare
    forte ed ha due principali caratteristiche
  •          non distingue protoni e neutroni
  •          è una forza a breve raggio, dato che
    il suo effetto si fa sentire solo a distanze
    dellordine di 10-15 m.

14
Le forze nucleari devono compiere un certo lavoro
per mettere assieme il nucleo, partendo con
protoni e neutroni isolati e avvicinandoli via
via fino alle distanze alle quali essi si trovano
all'interno del nucleo. Durante questa operazione
le forze elettriche lavorano "contro", nel senso
che esse tenderebbero a tenere i protoni, di
carica uguale, il più possibile lontani gli uni
dagli altri. Quindi per mettere insieme il
nucleo dovremmo spendere una certa quantità di
energia, esattamente eguale al lavoro che
dobbiamo compiere. Questa energia rimarrà poi
immagazzinata nel nucleo fino a quando qualcuno
non lo rompa. Per ogni protone che avviciniamo ad
una certa distanza ad un altro spenderemmo quindi
una certa quantità di energia, energia che rimane
poi imprigionata nella struttura che abbiamo
creato.
15
Grafico del potenziale nucleare forte e del
potenziale coulombiano
16
Energia di legame e difetto di massa
Sperimentalmente si ha che la massa del nucleo
risulta essere minore della somma delle masse dei
nucleoni componenti. Ad esempio per il nucleo di
deuterio composto da un protone e un neutrone, si
ha massa del protone 1,00759 u.m.a massa del
neutrone 1,00898 u.m.a. massa del deuterio
2,01419 u.m.a. la differenza è di 0,00238 u.m.a.
Poiché (1 u.m.a.) c2 931 MeV A questa
differenza di massa corrisponde una energia di
legame (0,00238 u.m.a.)c2 2,115 Mev
17
In ogni nucleo lenergia di legame è pari al
difetto di massa moltiplicato per c2 Dividendo
per A otteniamo il grafico dellenergia di legame
per nucleone
18
Sono quindi possibili due processi Processo di
fissione per nuclei leggeri con con A lt 10
Processo di fusione per nuclei pesanti con A gt
200
19
Una tipica reazione di fusione è 2H 3H ?
4He (3.5 MeV) n (14.1 MeV) in cui vengono
rilasciati 17.6 MeV una reazione di questo tipo
è caratterizzata da una sezione durto definita
come
I è il numero di particelle incidenti riferito
all'unità di tempo e all'unità di area della
superficie (l'intensità incidente) ed R è il
numero di reazioni riferito all'unità di tempo e
a ogni nucleo. ? ha le dimensioni di un area e
la sua unità di misura è il barn
20
Reazioni nucleari interessessanti per la fusione
sono quelle che coinvolgono i nuclei più leggeri,
per i quali la barriera coulombiana è più bassa.
Tra queste quelle che coinvolgono i nuclei di
idrogeno sono 1H 1H ? 2H e ? 1H 2H ?
3He ? 1H 3H ? 4He ? ma queste reazioni
presentano sezioni d'urto molte piccole in
corrispondenza delle energie ordinarie
raggiungibili in laboratorio.
21
  • Le reazioni di interesse effettivo per la fusione
    termonucleare controllata sono le seguenti
  • (a) 2H 2H ? 3H (1.01 MeV) 1H (3.02 MeV)
  • (b) 2H 2H ? 3He (0.82 MeV) n (2.45 MeV)
  • (c) 2H 3H ? 4He (3.5 MeV) n (14.1 MeV)
  • 2H 3He ? 4He (3.6 MeV) 1H (14.7 MeV)

Le due reazioni (b) e (c) in cui sono presenti
neutroni è necessario usare un moderatore che
permetta la conversione dell'energia cinetica dei
neutroni in energia termica associata al moto
degli atomi del moderatore stesso Si può
ricorrere infatti, per questo processo, alle
seguenti reazioni 6Li n (lento) ? 3H 4He
4,8 MeV 7Li n (veloce) ? 3H 4He (lento)
2,5 MeV
22
Sezioni d'urto moltiplicate per la velocità,
delle reazioni (a) (b) (c) e (d), in funzione
dellenergia
Il diagramma è stato tracciato sulla base di dati
sperimentali che si ottengono in laboratorio
bombardando bersagli contenenti deuterio, trizio
ed elio con fasci di deutoni di energia note.
Come si vede, la reazione che presenta sezione
d'urto maggiore, per energie al di sotto dei 100
keV, è la D-T.
23
Una tipica reazione di fusione è  2H 3H ?
4He n 17,6 MeV  Lenergia liberata in questa
reazione di fusione è (17,6 MeV) / (5 nucleoni)
3,52 MeV / nucleone è pari a circa 3,5 volte
lenergia di un MeV / nucleone liberata nella
fissione. A causa della repulsione coulombiana
tra i nuclei 2H e 3H, sono necessarie energie
cinetiche molto grandi, dellordine di 1 MeV, per
fare avvicinare i nuclei tanto quanto basta per
fare diventare efficaci le forze nucleari
attrattive, provocando la fusione. Energie così
grandi si possono ottenere in un acceleratore,
ma, poiché la diffusione di uno dei due nuclei da
parte dellaltro è molto più probabile della
fusione, il bombardamento di un nucleo per mezzo
di un altro in un acceleratore richiede che si
fornisca più energia di quanta se ne ottenga.
24
Per ottenere energia dalla fusione, si devono
riscaldare le particelle fino a una temperatura
tanto alta quanto basta affinché avvenga la
reazione di fusione in conseguenza di urti
termici casuali. Poiché un numero notevole di
particelle hanno energie cinetiche maggiori
dellenergia cinetica media kT e poiché alcune
particelle riescono ad attraversare la barriera
coulombiana per effetto tunnel, una temperatura T
corrispondente a kT ? 10 keV è sufficiente per
assicurare che avvenga un numero ragionevole di
reazioni di fusione se la densità numerica delle
particelle è abbastanza alta. La temperatura
corrispondente a kT 10 keV è dellordine di
108 K. A queste temperature, un gas è costituito
da ioni positivi e elettroni negativi, e prende
il nome di plasma. Uno dei problemi che si
devono affrontare quando si tenta di produrre
reazioni di fusioni controllate è quello del
confinamento del plasma per un tempo sufficiente
affinché avvenga la reazione.
25
Criterio di Lawson Lenergia necessaria per
riscaldare un plasma è direttamente proporzionale
alla densità numerica dei suoi ioni n, mentre la
frequenza degli urti è direttamente proporzionale
a n2, il quadrato della densità numerica. Se ? è
il tempo di confinamento, lenergia prodotta è
direttamente proporzionale a n2?. Affinché
lenergia prodotta sia maggiore dellenergia
fornita, deve essere
dove C1 e C2 sono costanti. Nel 1957, il
fisico britannico J. D. Lawson valutò queste
costanti e dedusse la seguente relazione  n? gt
1020 s particelle/m3  Se il criterio di Lawson
è soddisfatto e lenergia termica degli ioni è
abbastanza grande (kT ? 10 keV), lenergia
liberata da un reattore a fusione sarà
esattamente uguale allenergia fornita
26
GLI IMPIANTI DI PRODUZIONE
La prima macchina che ha studiato e tentato di
realizzare la fusione in scala che sarebbe potuta
diventare commerciale è ex sovietica e prende il
nome di TOKAMAK. Fu sviluppata all'Istituto
dell'Energia Atomica di Mosca alla fine degli
anni '60 La figura geometrica toro ha
l'aspetto di un tubo chiuso ad anello che è
proprio la forma che generalmente ha la camera
centrale delle macchine che lavorano intorno alla
fusione nucleare.
27
Il principio del Tokamak si basa su tre gruppi di
elettromagneti. Un primo gruppo produce un campo
toroidale, che funge da "manicotto" e confina il
plasma. I magneti centrali del trasformatore
servono per indurre una corrente elettrica nel
plasma, la quale fluisce toroidalmente e riscalda
il plasma. I magneti del campo verticale agiscono
in modo da stabilizzare il plasma e mantenerlo al
centro del toro.
28
Dentro la camera toroidale vi è inizialmente un
gas che deve essere portato a temperature
gigantesche, per trasformarsi completamente in
plasma. Per far crescere la temperatura di quel
gas si usa un sistema che ricorre a giganteschi
campi magnetici. Sottoponendo un plasma a tali
campi, esso si restringe in un toro a sezione
sempre più piccola con due effetti da una parte
ci si allontana dalle pareti del contenitore
evitando il contatto con alte temperature,
dall'altra si portano sempre più vicini tra loro
i nuclei del gas da fondere. Durante il tempo di
contenimento mediante campo magnetico del plasma
scelto, l'energia liberata dalla fusione, ad una
temperatura più alta di quella d'innesco,
dovrebbe almeno essere uguale alla somma
dell'energia persa attraverso processi
radioattivi, più l'energia necessaria ad elevare
l'energia termica del plasma alla temperatura
considerata.
29
  • I parametri importanti per ottenere la fusione
    sono tre
  • la temperatura caratteristica di fusione
    (temperatura di ignizione) per un dato plasma
    (che si ottiene dall'equazione del bilancio
    energetico tra la potenza prodotta dalla fusione
    e le perdite di potenza dovute a vari fattori)
  • la densità del plasma
  • il tempo di confinamento.

30
Per raggiungere la temperatura di ignizione si
deve scaldare convenientemente il plasma per
differenti vie 1 - riscaldamento ohmmico che
consiste nello ionizzare la miscela, ad esempio
di deuterio e trizio, ottenendo un plasma, e
quindi agendo sui campi magnetici rapidamente
variabili che inducono un campo elettrico il
quale, a sua volta, origina una corrente nel
plasma, che lo riscalda 2 - riscaldamento per
compressione magnetica (o adiabatica) che si ha
aumentando bruscamente il campo magnetico
toroidale, fatto che fa aumentare l'energia
cinetica e quindi la temperatura del plasma 3
- riscaldamento per pompaggio magnetico che si
origina facendo variare periodicamente il campo
magnetico
31
4 - riscaldamento attraverso  microonde che
devono avere la stessa frequenza con cui vibrano
le particelle del plasma 5 - riscaldamento per
iniezione di fasci di atomi neutri che possono
penetrare nel plasma senza subire disturbo dalle
cariche elettriche che lo costituiscono. Nel
penetrare nel plasma questi fasci neutri si
ionizzano e trasferiscono parte della loro
energia cinetica al plasma per urto. 6 -
riscaldamento per onde  d'urto è quello che si
ottiene attraverso raggi laser di elevata potenza
che vanno ad incidere sul plasma. 
32
In figura sono illustrati alcuni di questi metodi
di riscaldamento.
33
Il plasma caldo, viene confinato da un sistema
intrecciato di superfici magnetiche, composte da
linee magnetiche elicoidali, (frecce nere).
Il campo magnetico elicoidale è il risultante di
due campi componenti uno toroidale ed uno
poloidale. Una configurazione del plasma di
questo tipo, nella quale un plasma a forma di
salvagente (toroide) è soggetto ad una forza
costrittiva, viene detta strizione toroidale.
34
(No Transcript)
35
Dalla figura, in cui è rappresentato l'interno
del Tokamak JET, ci si può rendere conto delle
dimensioni delle macchine che si stanno
costruendo.
36
L'immagine mostra la macchina precedente con il
plasma riscaldato al suo interno.
37
Con il progredire degli studi e con il variare
delle tecniche e delle geometrie le camere
toroidali si sono suddivise in almeno tre
differenti tipi di macchine per la fusione, a
seconda del procedimento utilizzato per generare
lo sviluppo ad elica del campo magnetico intorno
al plasma
  • i tokamak veri e propri
  • gli stellatori
  • macchine per costrizioni di campo inverso.

38
  La struttura dei campi magnetici in un tokamak
39
In uno stellatore la forma ad elica delle linee
del campo magnetico si ottiene mediante una serie
di avvolgimenti che, a loro volta ed in alcuni
casi, possono avere forma elicoidale. Poiché lo
stellatore non richiede il passaggio di una
corrente attraverso il plasma per generare il
campo magnetico, non ha trasformatore.
40
Le macchine a costrizione mediante campo inverso
sono dei tokamak in cui circola una corrente
molto elevata che provoca una riorganizzazione
interna al plasma dei campi magnetici tale da
invertire la direzione del campo toroidale nella
parte centrale del plasma. Le componenti
toroidali e poloidali del campo hanno intensità
dello stesso ordine di grandezza.
41
Confinamento inerziale
In questo caso si tratta di far interagire fasci
laser (con energia vicina ai 5 MJ), o elettroni
accelerati, contro una piccola pastiglia (circa
1,5 millimetri di raggio)  di plutonio (circa 0,
200 grammi) circondata da una cappa sferica (di
meno di 2 millimetri di spessore) di un composto
del deuterio contenente impurità di trizio.
L'urto tra il fascio laser e la pastiglia
origina la compressione del plutonio portandolo
ad una densità di circa 250 volte quella iniziale
e della buccia sovrapposta portandola a densità
di oltre 4000 volte la iniziale. Il plutonio
nelle condizioni accennate origina una
microesplosione nucleare (fissione) che eleva le
temperature al punto da innescare la fusione
nella cappa che lo ricopre. La superficie della
sferetta evapora e, secondo il principio di
azione e reazione, il combustibile viene
compresso e riscaldato. Si realizza così la
condizione di altissima densità del plasma anche
se per tempi di confinamento molto brevi.
42
  Camera di combustione dell'istallazione
laser-fissione-fusione Nova. Lawrence Livermore
Laboratory, USA.
43
Interno della camera di combustione
dell'istallazione laser-fissione-fusione Nova.
Lawrence Livermore Laboratory, USA.
44
In figura è mostrato il modo di estrazione del
calore, e quindi dell'energia prodotta dalla
fusione, con un sistema di confinamento magnetico,
45
A lato sono riportate le foto delle principali
macchine per la fusione in studio nel mondo.
46
A lato sono riportate altre foto delle principali
macchine per la fusione in studio nel mondo.
47
STORIA DEI LABORATORI DELLA FUSIONE TERMONUCLEARE
A FRASCATI
I Laboratori di Fisica del Plasma, detti anche
Laboratori dei Gas Ionizzati, sono nati negli
anni '60 presso i Laboratori Nazionali di
Frascati, e proseguono ancora oggi sotto l'egida
dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.
Per un ventennio, i laboratori di fisica del
plasma hanno svolto una intensa attività di
studio e ricerca sulla produzione e sulle
proprietà fisiche di plasmi densi e di breve
durata, con l'obiettivo di stabilirne la
possibile applicabilità alla fusione nucleare
controllata, quale sorgente di energia pulita.
48
Nel primo periodo, furono quattro gli esperimenti
di fisica del plasma  Mirapi, che produceva
l'implosione di una corteccia cilindrica di
plasma verso l'asse di simmetria, mediante la
scarica di un banco di condensatori. Questo
esperimento si trasformò in un " Plasma Focus ",
in cui operando con deuterio si producevano per
reazioni di fusione 1011 neutroni per impulso,
una sorgente di neutroni molto potente. Mediante
il Plasma Focus era possibile studiare le leggi
di scala per la produzione di neutroni in
funzione della tensione e della capacità del
banco di induttori. Mirapino, in cui si studiava
l'efficienza di compressione di un campo
magnetico sulla corteccia di plasma.
49
Hot Ice, in cui venivano studiate le proprietà di
un plasma denso, irraggiando un cilindretto di
deuterio solido mediante intensi fasci di luce
laser. Mafin, in cui gli alti campi magnetici,
dell'ordine dei megagauss, necessari per ottenere
la fusione, venivano realizzati mediante
implosioni sollecitate da esplosivi convenzionali.
50
Ulteriori esperimenti furono Cariddi, che
permetteva lo studio delle onde d'urto
idromagnetiche, mettendo in evidenza le onde
d'urto oblique e la struttura del fronte
d'onda.Macchina Q, che studiava la dinamica
delle onde d'urto in un plasma alcalino.TTF
(detto "torello"), un piccolo tokamak utilizzato
per lo studio del riscaldamento turbolento del
plasma in una configurazione toroidale.
51
Nel 1977 entrò in funzione la macchina FT,
Frascati Tokamak, un apparato sperimentale di
forma toroidale per lo studio della fusione
termonucleare controllata caratterizzato dalla
compattezza, dall'alto valore del campo magnetico
(10 Tesla), da corrente elevata e dal particolare
metodo di riscaldamento supplementare del plasma
mediante onde elettromagnetiche a radiofrequenza.
52
FTU (Frascati Tokamak Upgrade) e' entrato in
operazione nel 1989. Si basa sulle stesse
caratteristiche di FT, ma offre una superficie di
accesso al plasma molto maggiore. Tre sistemi
diversi, caratterizzati dalla loro frequenza (433
MHz, 8 GHz e 140 Ghz), possono accoppiare al
plasma fino a 5 MW di potenza addizionale. In
questo modo si pensa di poter aumentare la
temperatura del plasma ad alta densita' fino a
valori di 50-100 milioni di gradi
53
  • CRONOLOGIA
  • Gli avvenimenti importanti sulla strada della
    fusione sono cronologicamente elencati di
    seguito
  •  fine anni '20 Atkinson e Houtermans avanzano
    l'idea che il Sole possa brillare a seguito di
    reazioni termonucleari dieci anni dopo fu
    postulato il ciclo di produzione energetica
    mediante fusione nucleare nel Sole
  • nel 1923 Rutherford, Walton e Cockcroft
    osservarono la cattura di un protone da parte di
    un atomo di Litio 7, e la disintegrazione di
    quest'ultimo in due particelle alfa con
    liberazione di energia
  • nel 1925 Rutherford, Oliphant ed Harteck
    ottennero la fusione di due deutoni che si
    trasformarono in un Elio 3 ed un neutrone o in un
    Trizio ed un protone, liberandosi in ambedue i
    casi, grande energia
  • nel 1951 una bufala di Juan Perón, che aveva
    affermato di avere una centrale a fusione
    nucleare in funzione, spinse l'astrofisico Lyman
    Spitzer di Princeton a studiare il problema
  • nel 1951 i fisici sovietici Andrej Sacharov ed
    Igor Tamm disegnarono quell'oggetto che più tardi
    si chiamerà tokamak
  • da questo momento (ma anche prima) cade il
    silenzio su queste ricerche. Si lavora su di esse
    a fini militari ... la bomba H ha già debuttato e
    suoi perfezionamenti bussano alla porta.

54
  • Siamo in piena guerra fredda!
  • 1958, Ginevra. Vi è la Conferenza Atomi per la
    Pace. Si capì che era necessario studiare più a
    fondo i plasmi e si dette il via a studi di base
    che occuparono gli anni successivi
  • nel 1968 il tokamak sovietico riuscì a mostrare
    una possibile strada del confinamento magnetico
    ed avviò il mondo su macchine dello stesso tipo
  • negli anni '70 la fusione entrò nella big science
    per la mole dei finanziamenti che richiedeva. Si
    capì che per andare avanti occorrevano piani di
    collaborazione internazionale
  • nel 1978 quella che allora si chiamava Comunità
    Europea mise in piedi uno dei progetti di studio
    di fusione più ambiziosi, il JET (Joint European
    Torus ovvero Toro europeo insieme) che si iniziò
    a costruire a Abingdon in Gran Bretagna. Nel
    giugno 1983 il JET produsse i primi plasmi e
    dette mostra di funzionare fino agli esperimenti
    del 1991 che con successo fusero deuterio e
    trizio
  • nel 1978 il PLT (Princeton Large Torus)
    statunitense ha prodotto plasmi a doltre 60
    milioni di gradi. Verso la metà degli anni '80
    iniziarono gli esperimenti con il TFTR (Tokamak
    Fusion Test Reactor ovvero reattore per provare
    la fusione di tipo tokamak) particolarmente con
    mescole di deuterio e trizio (1993).
  • dal 1988 in Giappone si sono fatti esperimenti
    avanzati con il JT-60, tokamak di grandi
    dimensioni.
  • dal 1989 è entrato in funzione il tokamak FTU
    (Frascati Tokamak Upgrade) nei Laboratori
    Nazionali di Frascati. Questa macchina è il
    risultato di ricerche iniziate nel 1976.

55
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
Corso di fisica vol. 3 (Fisica moderna) - Tipler
- Ed. Zanichelli Il fuoco della fusione
termonucleare controllata Caldirola, Pozzoli,
Sindoni Ed. Mondadori www.fusione.enea.it www.fi
sicamente.net http//it.wikipedia.org/wiki/fusione
_nucleare www.geocities.com/scannapuerci/dove_si_s
coprono_le_forze_nucleari.htm
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