Title: Tappe dello sviluppo nel bambino con Sindrome di Down
1Tappe dello svilupponel bambino con Sindrome di
Down
- Necessità di tempi più lunghi per
lacquisizione delle tappe dello sviluppo di tipo
motorio e linguistico -
2Ingresso a scuola tappa fondamentale per la
crescita del bambino
- Primo contatto con il mondo esterno (mondo
sociale, regole, richieste) - Distacco del bambino dalla fonte primaria di
relazioni affettive (famiglia) - Distacco dei genitori dal bambino
- Inizio e costruzione di un percorso educativo
3- Il livello affettivo e socio-relazionale non
evidenzia differenze nello sviluppo che risulta -
- in linea con le normali tappe
4Modalità relazionali favorevoli
Favorire lautonomia a partire dalle attività
quotidiane
Rispetto delle regole sociali come tutti il
bambino con SD deve essere sempre considerato
alla pari degli altri
Favorire la partecipazione attiva a tutte le
attività proposte
5Autonomia del bambino con sindrome di Down
Personale
Sociale
Didattica
6Autonomia Personale
- Vestirsi e Svestirsi (riconoscere i propri
indumenti, mettere in ordine i propri capi,
ecc.) - Uso dei servizi (Controllo sfinterico adeguato,
abbassarsi i pantaloni, usare la carta igienica,
ecc.) - Alimentazione (Utilizzo delle posate, bere senza
rovesciare, ecc.) - Uso di strumenti quotidiani (uso del telefono,
ecc.) - Nell utilizzo dello spazio e degli strumenti
della classe
7Autonomia Sociale
- Nel rapporto con i pari
- Nel rapporto con ladulto
- Nella capacità di chiedere aiuto allaltro
- Nellessere in grado di difendersi attraverso
strategie consone ed efficaci
8Autonomia Didattica
- Favorire momenti di lavoro autonomo che aumentino
nel tempo - Promuovere compiti adeguati alle competenze che
ne supportino il senso di efficacia - Motivare alluso della lettura, scrittura e
calcolo (sempre)
9Fornire strumenti e strategie facilitanti che,
nelletà adulta,potenzino la massima autonomia
possibile
10Piano EducativoIndividualizzatoProgetto di Vita
DiagnosiFunzionaleEducativa
Momento conoscitivo dei punti di forza/debolezza
e bisogni educativi speciali
Momento di definizione di obiettivi e di scelte
progettuali
ProfiloDinamicoFunzionale
Attività, materiali, metodi di lavoro
Momento di definizione di tecniche e risorse di
lavoro
Verifica acquisizione e appropriatezza degli
obiettivi
Momento di revisione e correzione
11NODI PROBLEMATICI
1. STRUMENTI
- Complessità intrinseca degli strumenti con
eccessiva frammentazione che non permette un
quadro globale ed integrato - Il linguaggio tecnico spesso non chiaro,
terminologie spesso equivocabili, difficoltà ad
uniformare il linguaggio clinico e quello
scolastico - Nei P.E.I. sono presenti molti obiettivi e poca
metodologia - Difficoltà nel fare le previsioni di sviluppo,
soprattutto a lungo termine - Strumenti considerati come prassi burocratica e
perciò non funzionale allattività scolastica - La problematicità nel ricostruire le storie dei
bambini e nel reperire la documentazione dei
percorsi.
12NODI PROBLEMATICI
2.COMUNICAZIONE E LIVELLI DI COLLABORAZIONE
- I rapporti con i servizi per acquisire la
documentazione sono spesso difficili - La scarsa e non definita collaborazione con le
famiglie non permette un dialogo costruttivo, una
crescita comune intorno al bambino - La difficoltà ad integrare il P.E.I. con il
programma della classe (rapporto
bambino/compagni) - La collaborazione fra insegnante di classe e
docente di sostegno risulta essere un tradimento
della legge sullintegrazione se chi ne è simbolo
non viene riconosciuto, o non è preparato, per
essere un esperto di didattica speciale,
collaborativa ed intelligente - Il G.L.H. quasi mai attivato o parzialmente
utilizzato, molto spesso ridotto a fare un lavoro
in sordina, difficilmente portato a conoscenza di
tutto il Collegio e dei genitori della scuola.
13In sintesi
- Gli ostacoli che si frappongono alla costruzione
di un dialogo significativo e alla collaborazione
tra scuola, famiglia e servizi - Il fraintendimento di base sul ruolo, le
competenze e le funzioni del team docente,
incluso linsegnante per il sostegno - La scarsa integrazione fra il percorso
individualizzato, il lavoro in classe e le altre
attività educative e didattiche offerte dalla
scuola - Il coinvolgimento non sempre soddisfacente del
collegio docenti e dei genitori di tutti gli
alunni sulle tematiche dellintegrazione.
14Il raccordo ed il dialogo scuola - famiglia di un
bambino in situazione di handicap si presenta
molto più complesso, quindi
- Vanno impostati con analogie rispetto alle altre
famiglie, inoltre, vanno predisposti spazi, tempi
e modalità propri ai bisogni di quella famiglia e
di quel bambino - E necessario coordinare eventuali interventi
integrativi a quello scolastico, integrare
diversi sistemi in un progetto educativo
condiviso e coordinato - Il processo è dinamico, in uno scambio reciproco
di dare e avere (abitudini, esperienze,
comportamenti, saperi, desideri, aspettative,
emozioni, ecc)
15Condizioni della collaborazione Scuola-Famiglia
- Gli operatori devono pensare ai genitori come
attivi consumatori di servizi e non come utenti o
pazienti - Condivisione attività e decisioni
- Rispetto reciproco
- Condivisione dei fini comuni
- Condivisione del potere decisionale
- Condivisione dei sentimenti
- Flessibilità
16Modalità della collaborazione
- Condivisione delle prospettive
- Condivisione degli atteggiamenti
- Riconoscimento del ruolo di tutela
- Offerta di risorse
- Offerta di strategie di intervento su situazioni
particolari - Pressione politica per aumento di risorse
- Aiuto per ladattamento del progetto/curricolo
- Aiuto per creare una rete di risorse
17- Genitori come risorsa
- No atteggiamento di delega da entrambe le parti
- Astensione dallatteggiamento di giudizio
sullaltro ruolo - No irrigidimento sulle proprie opinioni in caso
di divergenza ma atteggiamento di rassicurazione
e di ricerca di un punto in comune di dialogo - Rispetto del proprio ruolo
18Per una collaborazione funzionale scuola-famiglia
- La famiglia componente importante che partecipa
al contratto educativo condividendo con il
contesto educativo responsabilità e impegni nel
rispetto reciproco di competenze e ruoli. - Attraverso adeguate modalità di comunicazione
collettiva e personale ( momenti assembleari e
colloqui individuali) si risponde alle esigenze
di dibattito, di proposizione, di confronto con
funzione primaria di raccolta di tutte le
conoscenze necessarie all'elaborazione di
un'immagine relazionale globale del bambino
(anche al di fuori del contesto educativo)
19Diversi Ruoli Educativi
- Figure Genitoriali Assistenti ed
Insegnanti - che lavorano insieme per un fine comune
- Il Benessere e la crescita del bambino