Title: La celebrazione eucaristica
1La celebrazione eucaristica
2La liturgia eucaristica comincia con la
presentazione dei doni e si conclude con la
comunione. Essa è strutturata sulle parole di
Gesù pronunciate nellultima cena prese il pane
(che coincide con la presentazione dei doni),
rese grazie (preghiera eucaristica), lo spezzò
(frazione del pane prima dellAgnello di Dio),
Mangiatene tutti (comunione eucaristica).
3La presentazione dei doni
In questa prima fase della liturgia eucaristica
vengono portati allaltare i doni per la
celebrazione e quelli per i poveri attraverso la
processione.
Nel passato questo momento veniva chiamato
offertorio oggi si preferisce presentazione dei
doni per sottolineare come lunica offerta è
quella di Cristo unita alla nostra, sebbene
avvenga attraverso i segni del pane e del vino.
4Il rito di presentare i doni da parte dei fedeli
ha un alto valore spirituale poiché esprime la
partecipazione materiale e spirituale, insieme
alla solidarietà con i poveri e con le necessità
della chiesa.
Quindi, quando è possibile, è sempre bene fare la
processione con i doni, con una particolare
attenzione però a ciò che si porta è dobbligo
fare riferimento al Messale che suggerisce
chiaramente cosa presentare pane, vino, doni per
i poveri, offerte in denaro.
5Il pane e il vino vanno posti sullaltare, mentre
gli altri doni vengono posti in un altro luogo
adatto, fuori dalla mensa eucaristica (PNMR 49).
Sul pane e sul vino è prevista una doppia
preghiera di benedizione detta dal sacerdote
essa si richiama a quelle bibliche utilizzate
nella liturgia domestica ebraica, chiaro rimando
alle radici della nostra fede.
Significativa è anche la preparazione del calice
al vino si aggiungono alcune gocce di acqua
questo gesto, previsto già nella liturgia ebraica
per spezzare la densità del vino, in quella
cristiana a partire dal III sec. acquista un
valore simbolico molto forte indica lunione di
Cristo alla nostra umanità, grazie alla quale il
suo sacrificio diventa salvifico per noi.
6Anche la lavanda delle mani ha un valore
simbolico, a differenza del passato quando il
sacerdote aveva bisogno di lavarsi poiché
allaltare arrivavano, a volte, doni sporchi di
terra. Nella nostra liturgia si tratta, dunque,
di un gesto privato del sacerdote che evoca la
purificazione interiore tale gesto è
accompagnato dalle parole del Sal 50,4.
Lincensazione dei doni, infine, indica
visivamente lofferta della Chiesa che sta per
realizzarsi e la preghiera che sale a Dio. Tale
offerta è pure del popolo per cui anche
lassemblea viene incensata.
7Preghiera sui doni
Diversamente dalle altre preghiere della Messa
non viene introdotta dallinvito Preghiamo, ma
Pregate fratelli.. si conclude, così, la
preparazione dei doni e si introduce la grande
preghiera eucaristica. Questa preghiera è detta
anche sulle offerte poiché il pane e il vino sono
presentati quali simboli dellofferta di Cristo
che avverrà da lì a poco, dellofferta di ogni
presente e di quella della chiesa intera. Per
tale motivo ha un tono sacrificale. Questi
richiami dovrebbero ben disporre tutta
lassemblea allofferta.
8Il Prefazio
Introduce il momento centrale e culminante di
tutta la celebrazione eucaristica. Con esso,
infatti, inizia il grande rendimento di grazie al
Padre.
Il prefazio è introdotto da un dialogo tra chi
presiede e lassemblea quasi un risvegliare in
essa la consapevolezza della partecipazione
attiva soprattutto in una parte dove potrebbe
sembrare tutto delegato al sacerdote. Si invita,
così, il popolo ad innalzare i cuori con gioia
per rendere grazie al Signore.
9Si prosegue, poi, col proporre i motivi del
ringraziamento. Il primo grazie è per Gesù
Cristo, il grande dono che il Padre ha fatto
allumanità sempre, in ogni celebrazione si
rende grazie per questo non sarà mai abbastanza!
Poi vengono elencati altri motivi che dipendono
dalla natura della celebrazione per cui, ad
esempio, se si celebra una festa mariana o un
matrimonio, si ringrazia anche per il dono di
Maria o per il sacramento nuziale.
Infine, poiché ci si rende conto che i doni sono
talmente grandi e la forza del grazie è troppo
debole, si chiamano a raccolta gli angeli, i
santi, tutta la creazione perché si uniscano alla
chiesa pellegrina sulla terra per dire grazie
convenientemente. Si esplode, così, con il canto
del Santo.
10La Consacrazione
Con lo sguardo rivolto al Padre, colui che
presiede la celebrazione invoca sul pane e sul
vino il dono dello Spirito perché, consacrandoli,
diventino il Corpo e il Sangue di Cristo. Tale
invocazione sottolinea che non è merito o opera
del presbitero ciò che avviene sullaltare, ma è
opera di Dio.
Inoltre si mette in chiaro che le parole della
consacrazione non sono delle formule magiche, ma
Parola di Dio che, per la sua forza intrinseca,
realizza pienamente quello che dice così come è
avvenuto fin dallinizio della storia della
salvezza con la creazione, frutto di una parola
efficace di Dio.
Il gesto dellimposizione delle mani sul pane e
vino, evoca proprio il dono dello Spirito Santo.
11Seguono le parole della consacrazione o
dellistituzione attraverso le quali si narra ciò
che è avvenuto nellultima cena. Il narrare
appartiene anche alla celebrazione ebraica
infatti mentre si narravano gli interventi di Dio
del passato, ci si rendeva a lui contemporanei
beneficiando della stessa benevolenza usata da
Lui verso i Padri.
Alla stessa maniera mentre si narrano gli eventi
dellultima cena di Gesù si diventa a lui
contemporanei e le parole Fate questo in
memoria di me acquistano tutto il significato di
una memoria che non è solo ricordo, ma è viva nei
suoi effetti. Cristo stesso pronuncia quelle
parole per noi e la salvezza diventa attuale per
coloro che partecipano allEucaristia.
12Dopo le parole sul calice e il successivo momento
di adorazione, si proclama il Mistero della fede.
La parola mistero non è da intendersi solo nella
sua accezione di qualcosa di incomprensibile
poiché già sappiamo che non possiamo capire tutto
delle cose di Dio, ma va intesa nel senso biblico
neotestamentario che indica il progetto di Dio
sconosciuto nel passato e rivelato in Gesù e
tale progetto è quello della salvezza.
Così, nella risposta, lassemblea annuncia una
salvezza che ha trovato il momento culminate
nella morte e risurrezione di Gesù, che troverà
il pieno compimento alla sua venuta finale, ma da
cui si è toccati nel presente attraverso lazione
liturgica.
La risposta a Mistero della fede ci fa prendere,
dunque, coscienza che non stiamo solo vivendo una
cerimonia, ma stiamo partecipando a un evento
salvifico.
13Rendimento di grazie
Inizia con la parola memoriale il cui senso è
quello detto a proposito della parole
dellistituzione. Tutto è centrato sul mistero
pasquale che è a fondamento della nostra fede ed
è alla radice di ogni Sacramento. Tale memoria
viene sviluppata nellofferta che avviene in
questo momento attraverso il pane e il vino
consacrati è, dunque, Cristo che si offre, e noi
uniti a lui. Si chiede, infatti, di formare un
solo corpo con lui.
14Intercessioni
Dopo aver invocato il dono dello Spirito per
lassemblea che partecipa ai santi misteri,
seguono le intercessioni per la Chiesa universale
richiamando esplicitamente i nomi dei vari
ministri (il papa e il vescovo) quali segni di
unità, insieme agli altri e allintero popolo di
Dio.
Poi si prega per tutti i defunti questo mette
bene in evidenza che la celebrazione non è mai
per un solo defunto per cui non è corretto usare
un linguaggio personalistico, come spesso capita,
che definisce la Messa come la mia Messa perché
questo porta a convinzioni sbagliate e a storture
della fede.
Lintenzione particolare per un defunto non
esclude la preghiera per gli altri, ma diventa un
modo per ricordare una persona cara partecipando
in maniera più diretta alla celebrazione anche
attraverso lofferta data al ministro.
15Si continua a pregare, poi, per i vivi affinché
raggiungano la salvezza quale compimento del
pellegrinaggio terreno. Infine lo sguardo è alla
Vergine Maria e ai Santi che celebrano la
liturgia del cielo con tale riferimento
lassemblea si sente in comunione con la chiesa
del cielo ed è orientata alla fine dei tempi
quando la comunione con Dio, anticipata nella
celebrazione, sarà piena e definitiva.
16Dossologia
Con questo termine si indica la gloria e si fa
riferimento alla parte finale della Preghiera
Eucaristica, precisamente a Per Cristo, con
Cristo e in Cristo Questo momento è il più
significativo di tutta la celebrazione poiché è
quello in cui si sigilla, si firma lalleanza con
Dio.
Richiamando la liturgia nuziale, alcuni
paragonano questa conclusione allo scambio degli
anelli tra Dio e la Chiesa, diventando alleati in
Cristo. Se è così, lAmen dellassemblea non è
altro che la conferma di tale disponibilità, ed è
lAmen più importante di tutta la celebrazione.
Per questo motivo spesso è cantato in maniera
solenne.
17I riti di Comunione
Iniziano con la grande preghiera del Padre nostro
e si concludono con la comunione eucaristica
attraverso i riti di comunione viene messa in
risalto la dimensione conviviale della
celebrazione.
Il Padre nostro è la preghiera di coloro che si
riconoscono figli dello stesso Padre e perciò
capaci di stare attorno alla stessa mensa per
condividere lo stesso cibo.
Questa preghiera introduce molto bene i riti di
comunione poiché chiede il pane quotidiano, che
nella tradizione patristica è inteso in senso
eucaristico, e il perdono dei peccati. Molti si
chiedono il perché non si conclude con lAmen
finale. Il motivo è semplice la preghiera del
Padre nostro vede un prolungamento in quello che
si chiama embolismo e che riprende le parole di
Gesù con liberaci, o Signore da tutti i mali,
per concludersi con lacclamazione Tuo è il
Regno, tua la Potenza...Per questo si omette
lAmen conclusivo.
18Il rito della Pace è un rito che invoca
innanzitutto la pace dal Signore, mettendo in
evidenza come la vera pace è un dono che viene
dallalto e che può essere invocato in quanto
promesso da Gesù stesso. Tale dono, poi, si
traduce in un gesto che esprime la volontà di
condividerlo insieme allamore vicendevole.
Questo momento può essere pure loccasione per
riconciliarsi con qualcuno con il quale si è
avuto qualche screzio, richiamandosi ancora alle
parole di Gesù ...lascia lì il tuo dono davanti
all'altare e và prima a riconciliarti con il tuo
fratello e poi torna ad offrire il tuo dono (Cfr
Mt 5,23-24).
19La frazione del pane è un momento importante e
significativo, spesso non seguito poiché tutti
intenti allo scambio di pace. La sua importanza è
confermata dal fatto che il primo nome dato
allEucaristia è stato proprio frazione del pane,
richiamando questo gesto. Ha un doppio
significato
1. Condivisione il pane viene spezzato per
essere condiviso si crea, così, lunità tra
coloro che lo mangeranno poiché si tratta dello
stesso pane questo è un risultato che non
dipende dalle persone.
2. Dono è un forte richiamo alla vita di Gesù,
corpo spezzato e donato allumanità.
Così, mentre il sacerdote spezza il pane, lo
sguardo dei presenti va al corpo spezzato di
Cristo sullaltare della croce, insieme
allimpegno di spezzarsi per gli altri.
20L Agnello di Dio è un canto, proprio della
liturgia, che accompagna la frazione del pane per
richiamare Gesù quale Agnello pasquale, e non può
essere sostituito dal canto di pace.
Poiché non si tratta di un rito penitenziale, non
è corretto battersi il petto così come molti sono
abituati a fare tra laltro questo gesto è
previsto dal Messale solo per il Confesso
iniziale.
21La comunione è il momento verso il quale tende
tutta la celebrazione mangiare il pane
consacrato per suggellare lAlleanza con Dio.
Anche questo, pur essendo personale, non è un
momento intimistico ma comunitario tale
dimensione viene espressa sia dal canto che
accomuna i cuori e sia nellessere inseriti nella
stessa fila con gli altri, riconoscendosi popolo
di Dio in cammino.
22Qui dovremmo tener presenti alcune cose
1. Chi non ha ascoltato tutte le letture non può
fare la comunione poiché non sa la proposta di
Dio e quindi non conosce le clausole
dellAlleanza.
2. Chi si accosta allEucaristia deve esprimere
la realtà di un popolo e non di una massa, per
cui diventa importante proporre una processione
ordinata e raccolta, certamente che canta per
dire la gioia dellincontro con Cristo.
3. Perché sia vera anche nel segno la
partecipazione al sacrificio in atto, si
raccomanda la comunione con ostie consacrate
nella stessa celebrazione evitando di usare
frequentemente ostie già consacrate (PNMR 56/h).
23La preghiera dopo la comunione è detta dal
sacerdote ed è ratificata dal popolo attraverso
lAmen. In genere essa rimanda al futuro e cioè
alla fine dei tempi. Questo ricorda che la
celebrazione è pregustazione della liturgia
celeste ed è una tappa di questo cammino verso la
pienezza.
24I Riti di conclusione
I riti di conclusione prevedono un saluto, la
benedizione e il congedo.
Pur nella sua brevità, è un momento importante
perché è quello impegnativo, nel quale tutta
lassemblea viene mandata non per sentirsi in
pace, ma per costruire fuori delledificio-chiesa
il regno di Dio, impegnandosi a tradurre nel
quotidiano quello che ha celebrato.
La Parola ha illuminato la sua vita indicandole
la strada, leucaristia lha rafforzata
interiormente ora ciascuno deve testimoniare con
gioia e serietà nella storia e nel mondo la fede
celebrata, facendosi riconoscere come alleato di
Dio. Solo a queste condizioni la celebrazione è
vera solo a queste condizioni ha senso celebrare.
25Arrivederci al prossimo incontro su La
celebrazione eucaristica -Terza parte-