RENDICONTAZIONE E BILANCIO SOCIALE NELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE - PowerPoint PPT Presentation

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RENDICONTAZIONE E BILANCIO SOCIALE NELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE

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Title: RENDICONTAZIONE E BILANCIO SOCIALE NELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE Author: stella_orciani Last modified by: Mita Created Date: 2/2/2004 2:34:00 PM – PowerPoint PPT presentation

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Title: RENDICONTAZIONE E BILANCIO SOCIALE NELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE


1

LEVOLUZIONE DELLE POLITICHE E DELLA NORMATIVA
SULLE PARI OPPORTUNITA E SUL MAINSTREAMING DI
GENERE
Uno sguardo di sintesi a livello europeo,
nazionale e regionale
2
SIGNIFICATO DI ALCUNE PAROLE SULLA PARITA
  • Politiche di genere Creare il clima della
    parità
  • Gender Mainstreaming Porre al centro di ogni
    azione di governo, a qualsiasi livello, lottica
    di genere e le pari opportunità
  • Gender Networking mettersi in rete, fare
    squadra, conoscersi, scambiarsi informazioni,
    intraprendere iniziative comuni nella promozione
    e valorizzazione delle donne e della presenza
    femminile. L attivazione di contatti e scambi
    con la più ampia platea possibile di soggetti e
    la ricerca di dialogo con le donne
  • Enpowerment Rafforzare il potere alle donne
  • Celling glass Soffitto di vetro impossibilità per
    le donne di arrivare ai piani alti nei posti di
    lavoro

3
Il focus europeo
  • Limpegno dellUE nei confronti della parità tra
    i sessi risale al 1957, momento in cui viene
    sancito dal trattato costitutivo

In esso viene affermato che
  • la Comunità Europea ha, tra gli altri, il compito
    di promuovere la parità tra uomini e donne
  • ciascuno Stato membro deve assicurare
    lapplicazione del principio della parità di
    trattamento/retribuzione tra i lavoratori di
    sesso maschile e quelli di sesso femminile per
    uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore

4
Il focus europeo
Il Consiglio Europeo adotta misure volte a
garantire lapplicazione dei suddetti principi.
  • La normativa in materia di parità di trattamento
    rientra nel corpus normativo che i paesi
    candidati alladesione sono tenuti a rispettare

5
Le Pari Opportunità nella normativa europea
  • Trattato di Amsterdam 1997
  • Consiglio Europeo di Lussemburgo 1997
  • Consiglio Europeo di Lisbona 2000
  • Consiglio Europeo di Nizza 2000
  • Strategia Quadro Comunitaria per la parità tra
    donne e uomini 2000

6
Il Trattato di Amsterdam - 1997
Art.2 Parità tra donne e uomini Art.3
Eliminazione delle disuguaglianze e promozione
della parità tra donne e uomini anche attraverso
il mainstreaming di genere Art.13
Provvedimenti opportuni (azioni positive) per
combattere le discriminazioni fondate sul sesso,
le origine etniche, la religione, ecc. Art.118
Parità tra donne e uomini attraverso la
promozione delle pari opportunità sul
mdl Art.119 Assunzione di responsabilità da
parte di ciascuno Stato membro nellapplicazione
del principio di parità di retribuzione e di
trattamento adottando iniziative che ne
assicurino lattuazione
7
Il Consiglio Europeo di Lussemburgo - 1997
Vengono proposti
  • Una nuova strategia europea per loccupazione
    attraverso lo sviluppo di politiche attive del
    lavoro volte a combattere la disoccupazione e ad
    incrementare il tasso di attività.
  • Un ulteriore impulso alle politiche volte al
    raggiungimento della coesione sociale.
  • Ladozione di uno strumento di programmazione
    economica NAP (Piano Nazionale dAzione per
    loccupazione).

8
Il Consiglio Europeo di Lisbona - 2000
Vengono individuati 4 obiettivi fondamentali da
sostenere e sviluppare
  • Migliorare la capacità di inserimento
    professionale
  • Riservare più importanza allistruzione e alla
    formazione
  • Aumentare loccupazione nei settori dei servizi
  • Promuovere la parità di opportunità tra donne e
    uomini sotto tutti gli aspetti

In occasione di questo Consiglio è stato fissato
lobiettivo di aumentare il tasso di occupazione
femminile dal valore medio del 51 a più del 60
nel 2010
9
Il Consiglio Europeo di Nizza - 2000
Proclamazione, da parte del Consiglio, del
parlamento e della Commissione, della Carta dei
diritti fondamentali
  • In essa il principio di Pari Opportunità viene
    affermato nel

Capo III Uguaglianza Art.23 Parità tra uomini e
donne Il principio di parità non osta al
mantenimento o alladozione di misure che
prevedono vantaggi specifici a favore del sesso
sottorappresentato.
  • Capo IV Solidarietà
  • Art.33 Vita familiare e vita professionale
  • Diritto alla tutela contro il licenziamento per
    maternità
  • Diritto al congedo di maternità retribuito
  • Diritto al congedo parentale

10
La Strategia Quadro Comunitaria - 2000
Si intende valorizzare lampia gamma di attività
comunitarie in corso a favore della parità tra
donne e uomini, garantirne la coerenza generale,
ottimizzandone lefficienza rendendole visibili
allinterno e allesterno della Commissione,
cercando di garantire un migliore controllo e
divulgazione dei risultati
  • In essa tutte le iniziative comunitarie sulla
    parità tra donne e uomini vengono collegate ad
    ambiti di intervento nei quali viene promossa
  • la parità nella vita economica
  • la partecipazione e rappresentanza in condizioni
    di parità
  • la parità di accesso e il pieno godimento dei
    diritti sociali di uomini e donne
  • la parità nella vita civile
  • levoluzione dei ruoli e il superamento degli
    stereotipi

11
Il mainstreaming di genere
1996 Risoluzione del Consiglio sullintegrazione
della parità di opportunità per le donne e gli
uomini nei Fondi Strutturali Europei
  • La Commissione adotta ufficialmente un approccio
    caratterizzato da una maggiore e più sostanziale
    attenzione alla tematica della parità in tutte le
    politiche comunitarie

MAINSTREAMING DI GENERE
12
Il mainstreaming di genere
I cardini della strategia del mainstreaming di
genere vengono
  • indicati nella Comunicazione della Commissione
    del 21 febbraio 1996 Integrare la parità di
    opportunità tra le donne e gli uomini nel
    complesso delle politiche e azioni comunitarie
  • adottati dal Consiglio nella Risoluzione del 2
    dicembre 1996 Risoluzione sullintegrazione
    della parità di opportunità per le donne e gli
    uomini nei Fondi Strutturali
  • resi operativi e consolidati nella proposta di
    una Strategia Quadro Comunitaria 2001-2005 (COM
    2000 335 def)

13
Pari Opportunità e Fondi Strutturali
Rappresentano il principale strumento finanziario
di cui la Comunità dispone per promuovere la
coesione sociale, migliorare le prospettive
occupazionali e promuovere uno sviluppo
sostenibile
Rappresentano un importante mezzo per la
promozione della parità tra uomini e donne
La nuova normativa sui Fondi Strutturali prevede
la necessità di dare maggiore peso alla parità
tra i sessi nelle varie fasi di programmazione,
attuazione, controllo e valutazione
14
Il Regolamento 1260/99 relativo ai Fondi
Strutturali (1)
  • Nel perseguire la coesione economica e sociale
    per il tramite dei Fondi Strutturali, la Comunità
    contribuisce a () la promozione della parità tra
    uomini e donne

IL REG. 1260/99
I Fondi Strutturali sono destinati a contribuire
ad eliminare le ineguaglianze e a promuovere la
parità tra uomini e donne
Dei 56 articoli che lo compongono 10 riguardano
le PO
Rispetto alla precedente programmazione ciò che è
nuovo non è tanto il riconoscimento della parità,
quanto lo STATUS PIÙ FORTE che essa ha acquisito
nella riconfigurazione del quadro giuridico dei
Fondi Strutturali
15
Il Regolamento 1260/99 relativo ai Fondi
Strutturali (2)
Esempi di articoli del Regolamento riguardanti le
PO
Art.1 la Comunità si impegna, nel perseguire
gli Obiettivi programmatici a promuovere la
parità tra donne e uomini Art.2 la
Commissione e gli Stati membri assicurano che
lazione dei Fondi è coerente con le altre
politiche e azioni comunitarie tra cui quelle
improntate alla parità tra donne e uomini Art.8
si raccomanda che nellindividuare i partner a
livello locale, regionale o nazionale, gli Stati
membri tengano conto dellesigenza di promuovere
le pari opportunità Art.35 si esplicita che i
Comitati di Sorveglianza promuovono unequa
partecipazione di donne e uomini Art.36 si
esplicita che possibilmente le statistiche utili
al controllo dellandamento della programmazione
siano ripartite per sesso
16
I Principali fondi strutturali 2000-2006
  • F.S.E. Fondo Sociale Europeo
  • Finalità sviluppare le conoscenze e le
    competenze professionali delle risorse umane.
    Agevolare linserimento ed il reinserimento nel
    mondo del lavoro o ladeguamento professionale,
    attraverso attività di formazione ed aiuti
    alloccupazione di giovani, adulti e
    svantaggiati.
  • F.E.R.S. Fondo Europeo di Sviluppo Regionale
  • Finalità favorire gli investimenti
    finalizzati a mantenere i posti di lavoro, gli
    investimenti nelle infrastrutture, lo sviluppo
    locale e il sostegno alle piccole e medie
    imprese, gli investimenti nellambiente, le
    azioni di ricerca e di sviluppo per il sostegno
    delle attività economiche.
  • F.E.A.O.G. Fondo Europeo Agricolo di Orientamento
    e Garanzia
  • Finalità riorganizzare le strutture
    agricole e di silvicoltura, compensare gli
    svantaggi naturali del settore agricolo,
    sviluppare le attività complementari per i
    lavoratori agricoli, sviluppare le zone rurali e
    conservare le risorse naturali.
  • S.F.O.P. Strumento Finanziario di Orientamento
    per la Pesca
  • Finalità contribuire allequilibrio tra
    risorse e sfruttamento delle stesse, incentivare
    la competitività delle strutture e lo sviluppo
    delle aziende di settore, migliorare e
    valorizzare i prodotti della pesca e
    dellacquicoltura.

17
Rassegna dei regolamenti 2007-2013 (1)
Gli articoli 158-162 del trattato che costituisce
la Comunità europea stabilisce che lunione
promuove uno sviluppo armonioso dellinsieme
della Comunità e rafforza la coesione economica
e sociale riducendo il divario tra i livelli di
sviluppo delle regioni.
Per il periodo 2007-2013 gli strumenti preposti
al raggiungimento di tali obiettivi hanno la
loro base legale in un pacchetto di cinque
regolamenti adottati dal Consiglio e dal
Parlamento europeo nel luglio 2006
1- Regolamento generale 2- Regolamento del Fondo
europeo di sviluppo regionale (FESR) (Regolamento
(CE) n. 1080/2006) 3- Regolamento del Fondo
sociale europeo (FSE) (Regolamento (CE) n.
1081/2006) 4- Regolamento del Fondo di coesione
(Regolamento (CE) n. 1084/2006) 5- Regolamento
del relativo a un gruppo europeo di cooperazione
territoriale (GECT) (Regolamento (CE) n.
1082/2006)
18
Rassegna dei regolamenti 2007-2013 (2)
Contenuto dei regolamenti
1- Il Regolamento generale definisce i principi,
le regole e gli standard comuni per lattuazione
dei tre strumenti di coesione il Fondo europeo
di sviluppo regionale (FESR), il Fondo sociale
europeo (FSE) e il Fondo di coesione.
2- Il regolamento del Fondo europeo di sviluppo
regionale (FESR) sostiene programmi in materia
di sviluppo regionale, di cambiamento economico,
di potenziamento della competitività e di
cooperazione territoriale su tutto il
territorio dellUE.
3- Il Fondo sociale europeo (FSE) è attuato in
linea con la strategia europea per loccupazione
e si concentra su quattro ambiti chiave -
accrescere ladattabilità dei lavoratori e delle
imprese, - migliorare l'accesso all'occupazione
e alla partecipazione al mercato del lavoro, -
rafforzare linclusione sociale combattendo la
discriminazione e agevolando laccesso dei
disabili al mercato del lavoro - promuovere
partenariati per la riforma nel campo
dell'occupazione e dellinclusione.
19
Rassegna dei regolamenti 2007-2013 (3)Contenuto
dei regolamenti
4- Il Fondo di coesione contribuisce a interventi
nei settori dellambiente e delle reti di
trasporti transeuropee. Esso si attiva per Stati
membri aventi un reddito nazionale lordo (RNL)
inferiore al 90 della media comunitaria,
5- Il quinto regolamento introduce un Gruppo
europeo di cooperazione territoriale (EGTC).
Lobiettivo di questo nuovo strumento legale è
agevolare la cooperazione transfrontaliera,
transnazionale e/o interregionale tra le autorità
regionali e locali.
20
Rassegna dei regolamenti 2007-2013 (4)
Obiettivi e strumenti
Nel periodo 2007-2013 il FESR, lFSE e il Fondo
di coesione contribuiscono ai tre obiettivi
1- Convergenza (FESR, FSE e Fondo di coesione)
promuovere condizioni che favoriscano la
crescita e fattori che portino a una convergenza
reale per gli Stati membri e le regioni meno
sviluppati.
2- Competitività regionale e occupazione (FESR,
FSE) rafforzare la competitività e
lattrattività delle regioni nonché loccupazione
a livello regionale (programmi di sviluppo
intesi ad aiutare le regioni ad anticipare e a
promuovere il cambiamento economico mediante
linnovazione e la promozione della società della
conoscenza, limprenditorialità, la protezione
dellambiente e il miglioramento della loro
accessibilità nonché creazione di posti di
lavoro più numerosi e migliori mediante
iniziative di adattamento della forza lavoro e
di investimento nelle R.U.)
3- Cooperazione territoriale europea (FESR)
rafforzare la cooperazione transfrontaliera
mediante iniziative congiunte a livello locale e
regionale, la cooperazione transnazionale volta
a uno sviluppo territoriale integrato e la
cooperazione e lo scambio di esperienze a livello
interregionale.
21
LE PARI OPPORTUNITA NEI FONDI STRUTTURALI
2000-2006
Approccio duale
Attuazione di azioni trasversali a tutti i
programmi (gender mainstreaming)
Potenziamento di azioni specifiche a favore delle
donne (azioni positive)
22
Il modello VISPOValutazione di Impatto
Strategico delle Pari Opportunità
  • Prevede la definizione di un modello specifico di
    valutazione dei Programmi Operativi Regionali e
    Provinciali.
  • Allinterno del più generale obiettivo del
    miglioramento delle Pari Opportunità e della
    partecipazione di uomini e donne ad uno sviluppo
    equilibrato, che fa da scenario allintero
    modello, il VISPO individua quattro obiettivi
    globali
  • Migliorare le condizioni di vita al fine di
    rispondere meglio ai bisogno delle donne
  • Migliorare laccesso delle donne al mercato del
    lavoro e alla formazione
  • Migliorare la condizione delle donne sul lavoro e
    redistribuire il lavoro di cura
  • Promuovere la partecipazione delle donne alla
    creazione di attività socio-economiche

23
Le azioni positive
Il termini compare in ambito europeo agli inizi
degli anni 80 (Raccomandazione del Consiglio
Europeo del 1984) e indica lo strumento per
combattere le forme di discriminazione nei
confronti delle lavoratrici e favorire
lattuazione dei principi di parità e pari
opportunità tra uomini e donne
Tale Raccomandazione viene recepita a livello
nazionale nel 1991
LEGGE 10 APRILE 1991, N125
24
La Legge n125/1991
FINALITÀ
  • favorire loccupazione femminile e
    realizzare luguaglianza sostanziale tra uomini e
    donne nel lavoro, anche mediante ladozione di
    misure, denominate azioni positive
  • per le donne, al fine di rimuovere gli ostacoli
    che di fatto impediscono la realizzazione di
    pari opportunità.

Strumento per combattere le discriminazioni
dirette ma soprattutto quelle indirette
25
Decreto Legislativo 196/2000
  • Con riferimento alle azioni positive in
    sostituzione del terzo punto dellart.6 della
    Legge 125/1991

il Decreto Legislativo 196/2000 richiede che
entro il 31 maggio di ogni anno il Comitato
nazionale per lattuazione del principio di
parità di trattamento e di uguaglianza di
opportunità tra lavoratori e lavoratrici elabori
il programma-obiettivo con lindicazione delle
tipologie di progetti di azioni positive
finanziabili nellanno, la tipologia dei soggetti
ammessi, i criteri di valutazione.
26
La Legge n215/1992
FINALITÀ
  • promuovere luguaglianza sostanziale e la pari
    opportunità per uomini e donne nellattività
    economica imprenditoriale.

OBIETTIVI
  • Favorire la creazione e lo sviluppo
    dellimprenditorialità femminile, anche in forma
    cooperativa
  • Promuovere la formazione imprenditoriale e la
    professionalità delle imprenditrici
  • Agevolare laccesso al credito per le imprese
    femminili
  • Favorire la qualificazione e la gestione delle
    imprese familiari da parte di donne
  • Promuovere la presenza delle imprese femminili
    nei comparti innovativi

27
La Legge n215/1992
BENEFICIARI
  • Società cooperative e di persone con almeno il
    60 di donne
  • Società di capitali con almeno i 2/3 delle quote
    al femminile e i cui organi di amministrazione
    siano almeno per i 2/3 donne
  • Imprese individuali gestite da donne
  • Soggetti diversi che promuovano formazione,
    consulenza, assistenza tecnica e manageriale in
    ambito imprenditoriale, che coinvolgano almeno un
    70 di donne

28
La normativa a tutela della maternità
  • Legge n.1204 del 30 dicembre 1971 (introduce
    elementi a favore delle lavoratrici madri)
  • Legge n.903 del 9 dicembre 1977 (introduce
    elementi di parità di trattamento tra uomini e
    donne in materia di lavoro)
  • D.L. n.61 del 25 febbraio 2000 (riordino sulla
    normativa riferita al lavoro a tempo parziale)
  • Legge n.53 del 8 marzo 2000 (disposizioni per il
    sostegno della maternità e della paternità, per
    il diritto alla cura e alla formazione e per il
    coordinamento dei tempi delle città)
  • Decreto Legislativo n.151 del 26 marzo 2001
    (Testo unico delle disposizioni in materia di
    tutela e sostegno della maternità e della
    paternità)

29
COSTITUZIONE ITALIANA
  • Art. 3
  • Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e
    sono uguali davanti alla legge, senza distinzione
    di sesso, di razza, di lingua, di religione, di
    opinioni politiche, di condizioni personali e
    sociali.
  • E compito della Repubblica rimuovere gli
    ostacoli di ordine economico e sociale che
    limitano di fatto la libertà e la uguaglianza
    dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo
    della persona umana
  • Art. 51
  • Tutti i cittadini delluno o dellaltro sesso
    possono accedere agli uffici pubblici e alle
    cariche elettive in condizioni di eguaglianza,
    secondo i requisiti stabiliti dalla legge.
  • Al testo è stato aggiunto
  • a tal fine la Repubblica promuove con appositi
    provvedimenti le pari opportunità tra donne e
    uomini.

30
NUOVO STATUTO REGIONALE
  • Art. 3 comma 2
  • La Regione valorizza la differenza di genere in
    ogni campo ed attività operando al fine di
    garantire condizioni di effettiva parità a donne
    e a uomini. Le leggi regionali dettano norme
    idonee a garantire la parità di accesso tra donne
    e uomini alle cariche elettive e negli enti,
    negli organi e in tutti gli incarichi di nomina
    dellAssemblea e della Giunta.

31
LEGGI REGIONALI
  • L.R. 23/73 Costruzione degli asili nido
  • L.R. 2/85 Consultori Familiari
  • L.R. 9/86 Istituzione della Commissione
    Regionale di Parità
  • L.R. 27/01 Interventi per il coordinamento dei
    tempi delle città e la promozione dell'uso del
    tempo per fini di solidarietà sociale. Legge di
    recepimento della Legge 53/2000
  • L.R. 19/04 Interventi a favore dei marchigiani
    allestero. Modificata recentemente per una
    equilibrata rappresentanza di uomini e donne nel
    Consiglio dei marchigiani allestero.

32
ORGANISMI ISTITUZIONALI DI PARITA
  • NAZIONALI
  • Ministero dei Diritti e delle Pari Opportunità
  • Commissione per le Pari Opportunità sotto la
    Presidenza della Ministra per le PO
  • Dipartimento dei Diritti e delle Pari Opportunità
    con compiti tecnici

33
ORGANISMI REGIONALI DI PARITA
  • Commissione Pari Opportunità della Regione Marche
  • Ha il compito di rimuovere le
    discriminazioni dirette e indirette nei confronti
    delle donne e promuovere pari opportunità tra
    uomini e donne. Ha sede presso il Consiglio
    Regionale.
  • Comitato per le pari opportunità della Regione
    Marche riferito al personale del Comparto ed il
    Comitato per le pari opportunità dellArea
    Dirigenziale della Regione Marche
  • Hanno entrambi il compito di promuovere
    Azioni positive sui posti di lavoro tendendo ad
    eliminare gli ostacoli, la differenza culturale e
    le discriminazioni. Di promuovere inoltre
    interventi atti a realizzare uguaglianza di
    opportunità ed a consentire una reale parità tra
    uomo-donna nei posti di lavoro.
  • Consigliera Regionale di Parità
  • Garantisce la parità sui luoghi di lavoro
    e nella formazione professionale, tutelando le
    donne contro le discriminazioni basate sul sesso.
    Nominata dal Ministero del Lavoro che provvede
    anche al suo finanziamento
  • Sportello Informadonna
  • E a disposizione delle donne disoccupate,
    alla ricerca della prima occupazione o che
    vogliono avviare unattività imprenditoriale,
    fornisce tutti i supporti informativi di
    assistenza tecnica di cui si faccia richiesta.
  • Comitato patitetico sul fenomeno del mobbing Ha
    lo scopo di contrastare, la diffusione di
    situazioni vessatorie, persecutorie e
    discriminanti sul luogo di lavoro che assumono
    rilevanza sociale.

34
POSIZIONE DI FUNZIONE DELLE PARI OPPORTUNITA
DELLA REGIONE MARCHE
  • OBIETTIVI
  • Promuovere ed attuare le azioni finalizzate alla
    tutela e valorizzazione delle pari opportunità al
    fine di garantire la corretta applicazione degli
    orientamenti comunitari in materia di
    mainstreaming di genere
  • Garantire il funzionamento degli Organismi di
    Parità Regionali, Consigliera Regionale di
    Parità, Comitati per le Pari Opportunità,
    Commissione Regionale di Parità, Comitato
    paritetico per il mobbing.

35
Attività nel corso dal 2003 ad oggi
  • La Struttura Pari Opportunità ha svolto un ruolo
    determinante nella promozione e diffusione
    dellattuazione dei principi di pari opportunità
    nelle politiche regionali, con lo scopo che la
    programmazione regionale sia coerente con gli
    indirizzi comunitari e nazionali in materia di
    pari opportunità. Accanto alle attività di
    diffusione delle politiche di pari opportunità,
    la Struttura interviene in attività mirate
    allintegrazione delle politiche di genere in
    tutti i documenti di programmazione regionale.
    Pertanto lattività si è connotata con
    lobiettivo di introdurre innovazioni quali la
    sperimentazione di strumenti di diffusione delle
    politiche di genere attraverso corsi
    seminariali, works shop, incontri, attività di
    collaborazione con le altre Strutture regionali,
    nonché proposte alla elaborazione delle pdf di
    modica della organizzazione della Regione Marche.
    E stato determinante anche il contributo fornito
    nella redazione dei documenti di programmazione
    economica finanziaria (DPEFR), al fine di
    attivare la diffusione delle politiche di genere
    in tutti gli interventi regionali. Tra le
    attività specificamente dirette al tema delle
    pari opportunità vi rientrano quaderni del team
    di P.O. strumenti operativi per la gestione e
    la valutazione dellimpatto di genere nei Fonti
    Strutturali, proposte in grado di incrementare
    e/o diversificare linternalizzazione delle pari
    opportunità e del principio di genere rete delle
    elette reti di coordinamento e comunicazione
    tra tutte le amministratrici del territorio
    regionale al fine di promuovere, sostenere e dare
    visibilità alla presenza femminile in ogni ente
    pubblico bilancio di genere permette di
    valutare le azioni compiute dalla Regione Marche
    per realizzare una maggiore parità tra i sessi
    per introdurre nel bilancio regionale, in modo
    definitivo, un indicatore per valutare
    lincidenza della pari opportunità sulle singole
    voci del bilancio regionale azioni per la
    diffusione della cultura di genere tra gli stati
    transnazionali sportello infogruaja centro per
    linformazione sulle normative, news, attualità,
    documenti di ricerca ed orientamento al mercato
    del lavoro dedicato alle donne della città di
    Durazzo la sottoscrizione del protocollo di
    Intesa con il Dipartimento die Diritti e Pari
    Opportunità della Presidenza del Consiglio dei
    Ministri (DPO) per la definizione di interventi
    finalizzati allinternalizzazione dellottica di
    genere negli Accordi di Programma Quadro (APQ).
    Nellambito di tale documento le parti hanno
    deciso di focalizzare lattenzione su cinque APQ
    (su un totale di quindici a livello regionale)
    Ricerca e Innovazione, Società dellinformazione,
    Rifiuti, Beni Culturali e Sistemi Portuali.
    Azioni per la diffusione della cultura di genere
    nella società e nel mondo del lavoro.

36
IL GENERE NELLA CULTURA REGIONALE
  • In considerazione del fatto che la comprensione
    di specifici bisogni legati al genere può
    migliorare lefficacia degli interventi
    regionali, la situazione delle donne nel
    territorio marchigiano presenta una serie di
    peculiarità significative su cui vale la pena
    focalizzare lattenzione ai fini di una più
    efficace impostazione delle scelte di policy
    regionale. Dal punto di vista demografico,
    laspetto più significativo da mettere in
    risalto, oltre al generale invecchiamento della
    popolazione, è quello relativo ai tassi di
    natalità ed al numero di figli medio per donna,
    in entrambi i casi su valori inferiori a quelli
    rilevabili a livello nazionale. Indicazioni
    significative si rilevano dallanalisi del ruolo
    dellimprenditoria femminile nel tessuto
    produttivo marchigiano, tema rispetto al quale si
    riscontra un buon livello di attenzione in
    particolare da parte di alcune istituzioni
    locali. In linea generale, la forza del settore
    industriale e la netta prevalenza di piccole
    medie imprese sul totale di quelle attive sono i
    due elementi di base da tenere in debita
    considerazione nel momento in cui si esplorano le
    dinamiche produttive relative al mondo femminile.
    A livello regionale è necessario potenziare
    l'analisi e la valutazione dellimpatto di genere
    negli interventi regionali per migliorare le
    indicazioni sulle modalità di azione, al fine di
    internalizzare aspetti e attività che
    accompagnino e/o favoriscano l'introduzione
    dell'ottica di genere nella policy regionale. La
    predisposizione degli approfondimenti di genere
    nella fase di analisi del contesto nei documenti
    di programmazione economica finanziaria regionale
    risulta di notevole importanza, infatti la
    disamina sulla popolazione destinataria degli
    interventi, opportunamente disaggregata fra
    uomini e donne, è necessaria per di introdurre e
    pianificare modalità di investimento in
    particolare nella ricerca ed innovazione degli
    interventi regionali attenta alla prospettiva di
    genere rivolta in particolare alle donne quali
    soggetti interessati allo sviluppo sul
    territorio. Una connessione specifica tra la
    diffusione della cultura dellinnovazione e
    limpiego di manodopera femminile è possibile
    tramite la realizzazione di attività di spin-off
    e/o la definizione di percorsi formativi
    nellambito delle imprese indirizzate ad un
    target femminile.

37
ATTIVITA TRASVERSALI CON LE STRUTTURE E
ASSESSORATI REGIONALI
  • Dal lavoro fin qui svolto in relazione allo stato
    delle pari opportunità nel territorio
    marchigiano, laspetto su cui focalizzare
    lattenzione in maniera particolare riguarda una
    maggiore integrazione del tema Pari Opportunità
    con altri Strutture regionali, in particolare con
    la Formazione e Lavoro, per attività riguardanti
    la conciliazione di tempi di vita e di lavoro,
    con lArtigianato e Industria per limprenditoria
    femminile e con lAgricoltura e Pesca per il
    riconoscimento del lavoro delle donne nei settori
    chiave delleconomia marchigiana. A livello
    territoriale è necessario sostenere il
    consolidamento e la nascita di centri di
    competenza utili al settore produttivo in
    termini di conoscenza e competenze a
    disposizione delle imprese, con Università e
    Comitati per limprenditoria femminile in stretta
    connessione con le Strutture regionali.
    Coerentemente con le indicazioni del QSN e con le
    analisi condotte si rileva come sia assolutamente
    necessaria unassistenza più mirata e integrata
    alla creazione e/o gestione dimpresa al
    femminile, attraverso il sostegno dellaccesso
    al credito da parte dellutenza femminile la
    predisposizione dellanalisi dei fabbisogni
    formativi come strumento per la permanenza delle
    donne nel mercato del lavoro la formazione
    continua in azienda come strumento indispensabile
    per affrontare le sfide del mercato la
    diffusione dellinnovazione tecnologica al fine
    di proporre modelli trasferibili in ottica di
    genere e il rafforzo e sponsorizzazione della
    creazione di impresa al femminile. Sostenere la
    diffusione delle tecnologie ICT quale strategia
    di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro,
    al fine di diversificare gli orari di accesso ai
    beni culturali per usufruire delle
    attività/servizi culturali in ottica di maggiore
    flessibilità, prevedendo possibili soluzioni in
    grado di combinare attività culturali per gli
    adulti ad attività ludiche e di intrattenimento
    per linfanzia e considerare negli interventi
    infrastrutturali spazi idonei ad ospitare servizi
    conciliativi gender friendly (asili, servizio
    sittering, etc..). In collegamento al bilancio
    regionale completare il documento contabile
    attento allimpatto di genere. Garantire
    unadeguata campagna di comunicazione/sensibilizza
    zione nelle attività che prevedono la creazione
    di servizi al territorio la cui efficacia può
    essere migliorata attraverso la scelta accurata
    di linguaggi e modalità attente alla dimensione
    di genere. Coinvolgere gli attori significativi
    delle pari opportunità nei tavoli di
    concertazione tra gli attori territoriali.
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