Title: TERMODINAMICA ZERO una presentazione intuitiva della termodinamica
1TERMODINAMICA ZEROuna presentazione intuitiva
della termodinamica
2Il problema
- Come sfruttare il calore per produrre lavoro
meccanico?
Il che corrisponde a chiedersi
quale teoria sta alla base
delle macchine che sfruttano
il CALORE per produrre LAVORO?
3La termodinamica
- E la Termodinamica la scienza che si occupa di
come il calore , una particolare forma di
trasferimento di energia, possa trasformarsi in
lavoro, unaltra forma di trasferimento di
energia. -
-
4Da dove cominciamo?
- Esploriamo alcuni concetti di base
- Lavoro
- Calore
- Temperatura
F
5Lavoro come modalità di trasferimento dellenergia
- Conosciamo già una modalità di trasferimento di
energia, il lavoro. Per esempio, applicando una
forza F ad un corpo per un determinato spazio s,
si modifica lenergia cinetica del corpo. Il
corpo accelera, passando dalla velocità v1 alla
velocità v2. - La sua energia cinetica passa dal valore E1 ½ m
v12 al valore E2 ½ m v22 - Il teorema dellenergia cinetica ci assicura che
tramite il lavoro L F s si trasferisce
energia al corpo cosicché la sua energia cinetica
aumenta da E1 a E2 - E1 o E2
E cinetica
F
lavoro
6Quando diciamo che si trasferisce calore? (1)
- A)Quando un cubetto di ghiaccio si scioglie
diciamo che passa calore dallambiente, più
caldo, al cubetto di ghiaccio, più freddo
Q
T 20 C
T 0 C
7Quando diciamo che si trasferisce calore? (2)
- B)
- Quando mettiamo a contatto un corpo caldo e uno
freddo, diciamo che il calore scorre da quello
più caldo a quello più freddo
Q
T2
T1
T1gtT2
8Quando diciamo che si trasferisce calore? (3)
- ma anche in altri fenomeni è in gioco il
trasferimento di calore, per esempio - nei passaggi di stato (solido - liquido - gas)
- nelle reazioni chimiche
- nelle reazioni nucleari
9Cosa significa trasferire calore?
- Per capire cosa significhi trasferire calore, o
energia termica, ad un corpo, bisogna riuscire a
descrivere i fenomeni coinvolti da un punto di
vista microscopico, ricordando che la materia,
sia allo stato solido che liquido che gassoso è
composta da atomi e molecole in continuo
movimento -
10Come facciamo a saperlo?
- Ricordiamo almeno una prova del movimento delle
molecole, che riguarda i fluidi il moto
browniano
11Il moto browniano
- Se allinterno di un liquido si introducono
particelle solide - di dimensioni molto piccole, dellordine di 1
micron (10-6)m - e si osserva al microscopio una goccia di liquido
si può - vedere che le particelle solide si muovono in
modo molto - irregolare. Questo fenomeno viene chiamato moto
- Browniano perché descritto per la prima volta
nel 1828 dal - botanico Robert Brown che aveva osservato al
- microscopio il movimento di granuli di polline
di licopodio - in acqua.
- Nel 1905 Einstein interpretò il moto dei granuli
come dovuto alle fluttuazioni del numero di urti
delle molecole di liquido su ogni granulo di
polline.
12Lenergia interna
- Se è vero che le molecole si muovono
incessantemente, esse possiedono energia
cinetica Ec (dovuta al movimento) ed energia
potenziale Ep( dovuta alla interazione tra le
molecole) - La somma di tutte le energie cinetiche e
potenziali si chiama energia interna U - Nel modello che adotteremo per studiare il
comportamento delle molecole, in particolare nei
gas( modello del gas perfetto), lenergia
potenziale è molto piccola rispetto a quella
cinetica. In esso lenergia interna è uguale alla
somma delle energie cinetiche delle varie
molecole - U somma Ec
13Il calore e lenergia interna
- Il calore trasferito ad un sistema, attraversa la
superficie di contorno che separa il sistema
dallambiente e si trasforma in energia interna U
accumulata. - Ma tramite quale meccanismo microscopico il
calore si trasferisce?
Q
U aumenta
14Ipotesi di trasferimento del calore a livello
molecolare
- Supponiamo di porre una pentola sul fuoco
- Le molecole contenute nella fiamma vanno a
colpire le molecole del metallo che costituisce
la pentola - nelle molecole del metallo aumenta lenergia
cinetica, cioè aumentano lampiezza e la la
velocità di vibrazione questi aumenti si
comunicano allacqua contenuta nellinterno - anche le molecole dellacqua aumentano la loro
velocità
15Trasferimento (2)
- Sperimentalmente si può verificare che lipotesi
fatta è corretta - Vedremo (con la teoria cinetica dei gas) che è
possibile ricavare un modello in grado di
giustificare queste ipotesi. Da esso ricaveremo
il significato microscopico di grandezze come
temperatura, energia interna, pressione, ecc.
16Sorgenti di calore
- Per trasferire calore è necessario avere a
disposizione una sorgente di calore, a
temperatura T2 maggiore della temperatura T1 del
corpo a cui tale calore si deve trasferire - Si dice TERMOSTATO una sorgente che può
trasferire calore ad un corpo senza diminuire
sensibilmente la propria temperatura
17Il concetto di termostato
- Termostato o riserva di caloreDalla calorimetria
è noto che più grande è la capacità termica di un
sistema e minore è la sua variazione di
temperatura per un dato flusso di calore.Si
chiama riserva di calore (o sorgente ideale di
calore o termostato) un sistema a capacità
termica infinitamente alta si può ritenere che
la temperatura di una riserva di calore non cambi
per quanto grande possa essere il flusso di
calore in uscita o in entrata. Il concetto di
riserva di calore è unastrazione utilissima dal
punto di vista teorico. Esempi di sistemi che
possono ritenersi con buona approssimazione delle
riserve di calore latmosfera, un lago,
loceano...
18La propagazione del calore (1)
- La propagazione del calore può avvenire in tre
modi - Conduzione
- Convezione
- Irraggiamento
- Conduzione
- Scambio di energia cinetica tra le mole
- cole del sistema, in cui le particelle meno
- energetiche guadagnano energia dagli urti
- con quelle più energetiche. La conduzione
- di calore avviene solamente se cè una
- differenza di temperatura tra due parti del
mezzo conduttore
T2
T1
19Conduzione
- La quantità di calore che viene trasferita nel
tempo t dalla parte più calda (T1) alla parte più
fredda (T0) è - Q k S(T1 - T0) t / x
- K coefficiente di conducibilità
- T tempo
- X spessore
- S superficie
x
T0
T1
Q
S
20Convezione
- Convezione
- Il calore viene trasmesso mediante trasporto di
materia
21Irraggiamento
Lenergia viene trasmessa attraverso onde
elettromagnetiche , senza trasporto di materia.
La trasmissione avviene anche nel vuoto. Ad
esempio, la radiazione solare che raggiunge la
superficie terrestre trasporta in un secondo una
quantità di energia pari a circa 1.3 kJ su una
superficie di 1 m2.
22In che direzione va il calore?
- Proseguiamo nelle nostre osservazioni sulla
natura del calore e sulle sue proprietà - Abbiamo visto che il calore è un trasferimento di
energia meccanica a livello molecolare. - Osserviamo che quando si trasferisce calore ad un
corpo, questo aumenta la sua temperatura. Cosè
la temperatura? - La nostra esperienza ci dice che il calore passa
sempre da un corpo più caldo ad uno più freddo
una pentola di acqua fredda posta sul fuoco si
scalda, cioè il calore si trasferisce dalla
fiamma (ad alta temperatura) allacqua ( a bassa
temperatura)e non succede il contrario, cioè che
la pentola si raffreddi e la fiamma si scaldi
ulteriormente. Perché?
23Due modi per descrivere la termodinamica
- Per rispondere a queste (e ad altre ulteriori
domande) abbiamo a questo punto due scelte - Affrontare il problema da un punto di vista
macroscopico (Termodinamica classica) - Affrontarlo da un punto di vista microscopico
(Termodinamica statistica)
24Termodinamica classica
- La termodinamica classica si limita ad osservare
i fenomeni termici a livello macroscopico e a
determinare le leggi che collegano tra loro le
cosiddette variabili di stato termodinamiche, per
esempio la temperatura T, la pressione P, il
volume V. Risulta più semplice da un punto di
vista matematico, almeno nei suoi primi sviluppi,
ma meno intuitiva.
25Termodinamica al microscopio
- Esiste un altro modo di studiare questi fenomeni,
quello di cercare di capire che succede a livello
microscopico, il che fornisce un maggiore
supporto intuitivo. - E il metodo che segue la meccanica statistica.
Noi seguiremo in parallelo i due metodi, cercando
di mettere in evidenza soprattutto il significato
microscopico intuitivo delle grandezze
macroscopiche che si usano nella termodinamica
classica.
26Il Principio zero
- Cominceremo il nostro studio dalla Termodinamica
classica. Introdurremo dei concetti che poi
giustificheremo con la meccanica statistica. - Cominceremo con lo stabilire un principio
sperimentale il - principio zero della termodinamica
27Principio zero della termodinamica
- E un principio sperimentale che deriva dalla
osservazione che - Il calore fluisce spontaneamente da un corpo a
temperatura maggiore - ad un corpo a temperatura minore
28Principio zero della termodinamica
Più precisamente, il principio zero della
termodinamica ha la seguente formulazione Se il
corpo A è in equilibrio termico con il corpo B e
il corpo A è in equilibrio termico con il corpo
C Allora B è in equilibrio termico con C
Nota un corpo è in equilibrio termico con un
altro corpo se non fluisce calore dalluno
allaltro, cioè se i due corpi hanno la stessa
temperatura
29Il legame tra calore e temperatura calore
specifico
m massa c calore specifico del corpo C
mc capacità termica
T1
Q
A temperatura T2
30Leffetto del calore (1) dilatazione
- Laumento di temperatura produce aumento di
agitazione termica delle molecole. Aumenta lo
spazio occupato dal corpo - Dilatazione lineare
- L L0( 1 ? t)
- Dilatazione cubica
- L L0( 1 3? t)
31Leffetto del calore (2)Cambiamenti di stato 1
- Il cambiamento di stato avviene ad una definita
temperatura che dipende dalla sostanza e dalla
pressione esterna - Il cambiamento di stato avviene isotermicamente
ed è accompagnato da uno scambio di calore,
legato alle variazioni dellenergia chimica di
legame - fusione
ebollizione - Solido liquido
vapore - solidificazione
condensazione
32CAMBIAMENTI DI STATO 2
- Si definisce calore latente L la quantità di
calore necessaria per far compiere
isotermicamente allunità di massa della sostanza
un passaggio di stato - Calore necessario per il passaggio di stato di
una massa m di quella sostanza - Q Lm
33Cambiamenti di stato 3
- Cambiamenti di stato che avvengono a tutte le
temperature ed i rispettivi calori latenti
dipendono dalla temperatura - Levaporazione avviene sino a quando lambiente
non raggiunge la saturazione, cioè non può
contenere altre molecole di quel liquido (vapore
saturo) - La pressione o tensione di vapore saturo è
caratteristica della sostanza ed è funzione
crescente della temperatura - SOLIDO VAPORE
sublimazione - LIQUIDO VAPORE
evaporazione
34CAMBIAMENTI DI STATO 4
- Temperatura di un campione di acqua in funzione
del tempo quando viene somministrato un flusso
costante di calore a pressione costante (1 atm).
Temperatura (C)
100 0 -10
ebollizione
fusione
P 1 atm
tempo
35Lo stato gassoso
- Tra tutti i possibili stati della materia, per i
lo stato gassoso è lo stato più importante per la
termodinamica. Infatti le macchine termiche, per
esempio le macchine a vapore, utilizzano le
proprietà dello stato gassoso per trasformare
calore in lavoro. - Ma come sono fatti i gas? Quali leggi regolano il
loro comportamento?
36Gas perfetti
- Il caso più semplice di gas è quello con molecole
monoatomiche. - E possibile costruire un modello semplificato
del gas - monoatomico, quello del gas perfetto, che si
rivela un ottimo - modello, molto vicino alla realtà.
- Nel modello del gas perfetto
- la massa gassosa è costituita da un numero
enorme - di particelle indistinguibili e, per una stessa
specie chimica, - identiche
- le particelle del gas sono immaginate come
sferette - rigide indeformabili e di dimensioni
trascurabili - (particelle puntiformi).
- le particelle si trovano in continuo e
- disordinato movimento (caos molecolare), sicchè
- tutte le direzioni sono equiprobabili.
Io sono un gas perfetto!
37Le leggi dei gas perfetti (1)
- Immaginiamo un recipiente
- chiuso sulla sommità da un
- pistone che si può muovere
- liberamente su e giù. Dentro
- questo pistone c'è un gas, che
- per semplicità consideriamo perfetto.
- Possiamo descrivere lo stato del
- sistema utilizzando tre grandezze
- caratteristiche dei gas
- pressione (P)
- volume (V)
- temperatura (T)
38Trasformazioni termodinamiche
- A questo punto possiamo riscaldare il gas, oppure
comprimerlo o espanderlo muovendo il pistone, e
così lo stato complessivo del sistema varia.
Abbiamo operato una trasformazione termodinamica.
- Si può notare però che non è possibile modificare
a piacimento lo stato del gas, in quanto vi sono
delle relazioni tra le varie grandezze ad
esempio non possiamo riscaldare il gas facendo
restare costante sia la sua pressione che il suo
volume.Vediamo allora di individuare le leggi
che regolano le trasformazioni di un gas
perfetto. -
39Trasformazione isoterma(T cost)
Immaginiamo di immergere il cilindro in un bagno
di acqua a temperatura costante, che così
mantiene anche il gas in equilibrio a quella
temperatura. Possiamo quindi comprimere oppure
far espandere il gas muovendo il pistone.
40Legge di Boyle
- Sperimentalmente si osserva che pressione P e
volume V sono inversamente proporzionali (quando
la temperatura resta costante) secondo una
costante che dipende dalla quantità di gas
contenuta nel cilindro - PV cost
41Trasformazione isocora (Vcost)
- Trasformazione isocora. Se blocchiamo il pistone
in modo che questo non si possa muovere, e quindi
riscaldiamo o raffreddiamo il gas fornendo o
assorbendo calore, vediamo che la pressione
all'interno del recipiente varia secondo questa
relazione empirica -
- P P0 ( 1 at)
- P (P0/T0) T
- ( con T temperatura assoluta)
-
42Trasformazione isobara(P cost)
- Trasformazione isobara. Se manteniamo costante
la pressione del gas lasciando libero il pistone
di muoversi, vediamo che fornendo o assorbendo
calore dal gas la sua temperatura varia e
proporzionalmente anche - il volume, secondo la
- relazione
- V V0 ( 1 at)
- V (V0/T0) T
- ( con T temperatura assoluta)
-
43Legge di stato dei gas perfetti
- Da queste tre relazioni si può ricavare
un'espressione più generale, che tenga anche
conto della quantità di gas contenuta nel
cilindro. La legge di stato dei gas perfetti è
quindi - PV nRT
- dove n è il numero di moli di gas nel cilindro e
R è una costante caratteristica che vale - R 8,31 j/(molK)
44I diagrammi P-V ( di Clapeyron)
- È consuetudine rappresentare le trasformazioni e
i vari stati di un gas in un grafico che riporta
in ascissa il volume e in ordinata la pressione,
detto per questo diagramma P-V. - Le trasformazioni prima considerate si
rappresentano facilmente
P
A
PA
VA
V
45Isoterma (trasformazione a T cost)
- l'isoterma è un ramo di iperbole equilatera (PV
cost)
P
V
46Isocora (Trasformazione a volume cost)
- Lisocora è un segmento parallelo allasse P (V
cost)
P2
V cost
P1
V1
47Isobara(Trasformazione a pressione cost)
- Lisobara è un segmento parallelo allasse V (P
cost)
P1
V1
V2
48Trasformazione adiabatica
- Quando non cè scambio di calore con lesterno la
trasformazione si dice adiabatica
P
A
Isoterma T2
adiabatica
Isoterma T1
B
V
49Trasformazione ciclica
- Una trasformazione ciclica è un percorso chiuso.
A.
P
. B
V
50Trasformazioni possibili
- Ovviamente queste non sono le sole trasformazioni
possibili, perchè è possibile qualsiasi percorso
nel piano P-V, purchè rispetti la legge di stato
dei gas. - In ogni caso quelle presentate sono le
trasformazioni più semplici da descrivere e
anche le più utilizzate
51Trasformazione ciclica (2)
- In una trasformazione ciclica si torna al punto
di partenza A. Perciò si torna ad avere - la stessa temperatura
- La stessa pressione
- Lo stesso volume
52Variabili di stato
- In ogni punto del piano P,V è perfettamente
determinato il valore di P,V,T. Qualunque sia la
trasformazione che porta ad un altro punto, i
valori di V,P,T dipendono solo dal punto in
questione e non dal percorso (dalla
trasformazione) seguito per raggiungerlo. Si dice
che le variabili V,P,T sono variabili di stato.
A(VA,PA,TA)
il percorso non conta!
A
B(VB,PBTB)
B
53Quali trasformazioni si possono rappresentare
- se un gas ha volume V, per poter rappresentare
sul grafico la sua pressione bisogna che ogni
punto del gas abbia quella pressione - Lo stesso vale per la temperatura
- Se si varia rapidamente il volume di un gas le
condizioni precedenti non si realizzano si
formano onde di compressione e decompressione e
la temperatura non è omogenea. Perciò, per un
dato V, non cè una sola P corrispondente. Il
grafico non è rappresentabile da una linea. Si
dice che la trasformazione è irreversibile.
54Trasformazione irreversibile
- Solo gli estremi A e B sono definiti, mentre il
percorso non è rappresentabile da una linea
perché i parametri P,T non sono univoci
B
PB
A
PA
VB
VA
55Trasformazione reversibile
- Se invece si effettua la trasformazione molto
lentamente, pressione e temperatura possono
essere mantenute uniformi per tutto il volume. Al
limite, se la trasformazione è infinitamente
lenta, il che è una situazione ideale, ad ogni
valore di una delle variabili corrisponde un
valore perfettamente determinato delle altre e si
può rappresentare il grafico della
trasformazione si dice che la trasformazione è
reversibile
56Reversibile/Irreversibile (1)
- Trasformazione reversibile
- Trasformazione irreversibile
Per ogni valore di V 1 solo valore di P
Q U A L E P?
Per ogni valore di V molti possibili valori di P
P
V
V
57Reversibile/irreversibile (2)
- Se è possibile compiere una trasformazione che
passa per valori determinati - (V1,P1,T1) (V2,P2,T2),
(V3,P3,T3) , - è possibile anche ripercorrere allinverso gli
stessi valori - (V1,P1,T1) (V2,P2,T2),
(V3,P3,T3), - cioè che la trasformazione è reversibile
- Se ciò non è possibile, non possiamo dire per
quali punti passa la trasformazione, e perciò non
ha senso neanche invertirla - la trasformazione è irreversibile
58Calori specifici dei gas perfetti 1
59Calori specifici dei gas perfetti 2
- Come già ricordato, il calore specifico di un
corpo è la quantità di calore necessaria per
aumentare di un grado la temperatura di un
kilogrammo di quella sostanza. Questa definizione
risulta incompleta per i gas dal momento che
questi possono assorbire calore in due
condizioni a volume costante e a pressione
costante. Nel secondo caso una parte del calore
fornito serve per compiere del lavoro meccanico,
sollevando il pistone, e quindi non contribuisce
ad aumentare la temperatura (e l'energia interna)
del gas. Perciò risulta che - calore specifico a pressione costante(cp) gt
calore specifico a volume costante(cv) - cpgtcv
60Teoria cinetica dei gas
61Teoria cinetica dei gas (1)
- Affrontiamo ora lo studio del comportamento di un
gas dal punto di vista microscopico, prendendo in
considerazione il moto collettivo delle molecole
che compongono il gas per ricavare il significato
microscopico delle grandezze termodinamiche. - Ricorreremo, come in precedenza, al modello
semplificato del gas perfetto o ideale
62Il gas perfetto nella teoria cinetica dei gas (2)
- Come detto in precedenza, in termodinamica, così
come negli altri campi della fisica, vi sono
molti modelli, ma quello più importante e
fondamentale per la comprensione della materia è
il - gas perfetto o ideale
- Le sue caratteristiche sono
63Teoria cinetica gas perfetto(3)
- 1) Le forze di interazione fra le molecole si
considerano nulle, quindi fra un urto ed il
successivo il moto è rettilineo ed uniforme - 2) Durante il loro moto, in uno spazio in gran
parte vuoto, gli urti fra le particelle e le
pareti del recipiente e fra le particelle stesse
sono perfettamente elastici, per cui l'energia
cinetica si conserva.
64Teoria cineticagas perfetto (4)
- Nella realtà non esiste nessun gas di questo
tipo, ma gli aeriformi reali possono approssimare
bene questo modello in determinate condizioni. Ad
esempio i cosidetti gas nobili sono formati da
elementi che non si combinano tra di loro nè con
altri elementi, quindi sono formati da particelle
piccolissime che non reagiscono tra loro. Se il
gas è sufficientemente rarefatto allora le
distanze tra le particelle sono così grandi che
le forze di attrazione e repulsione tra le
molecole sono pressoché inesistenti.
65Gas reali rarefatti
- I gas reali, se molto compressi, possono però
diventare liquidi, mentre per un gas perfetto non
succede. Esiste però una temperatura, detta
temperatura critica del gas, al di sopra della
quale questo non può liquefare mai, nemmeno se
compresso moltissimo.Quindi, sebbene i gas reali
non seguano perfettamente le leggi del gas
ideale, queste, per opportune condizioni di
temperatura e pressione, sono delle buone
approssimazioni anche per le situazioni reali.
66Teoria cinetica dei gas (5)
- Studiando dal punto di vista meccanico il modello
di gas perfetto monoatomico è possibile trovare
le relazioni tra i parametri macroscopici
(P,V,T) e quelli microscopici del gas. - In particolare si trova che esiste una relazione
tra la pressione del gas, il numero di molecole
per unità di volume e l'energia cinetica media
delle sue molecole. Utilizzando poi la legge dei
gas perfetti che lega tra loro pressione, numero
di molecole per unità di volume e temperatura si
ricava una relazione di proporzionalità tra
temperatura assoluta e energia cinetica media. - Consideramo dunque una molecola che rimbalzi
elasticamente su una parete e calcoliamone
limpulso, che dovrà essere uguale alla
variazione della quantità di moto.
67Teoria cinetica (6)
- Se, ad esempio, la parete è verticale tale
impulso è uguale alla variazione della quantità
di moto della pallina in direzione orizzontale.
Possiamo dunque scrivere - F?t 2mVx
- dove F è il valore della forza esercitata sulla
parete verticale, m la massa della pallina, Vx la
componente orizzontale della velocità
68Teoria cinetica (7)
- La forza sulla parete è dunque diversa da
zero solo per l'intervallo ?t che è molto piccolo
rispetto all'intervallo tra un urto e
l'altro.Considerando l'intervallo di tempo ? t
tra due urti successivi sulla stessa parete, il
valore medio della forza sulla parete (cioè il
valore della forza che agendo
- costantemente nell'intervallo ? t darebbe luogo
allo stesso impulso prodotto nell'urto) è dato
da - fx 2mVx / ? t
- Questo valore non ha un reale significato fisico
se si considera una sola pallina si presta però
ad essere utilizzato in un modello di gas
costituito da un grande numero di palline in moto
in una scatola.
69Teoria cinetica (8)
- Se l è la distanza tra due pareti parallele,
risulta - ? t 2l/Vx
- e il valore della forza media è dunque
- f x m (Vx)2/ l
- Da notare che il valore della velocità ha due
effetti "in cascata" influisce sul valore della
quantità di moto trasferita e sulla frequenza del
trasferimento (da qui la seconda potenza). - Lo stesso ragionamento può essere fatto per le
altre due
- coppie di pareti e si ottiene allora
- f y m (Vy)2/ l
- e
- f z m (Vz)2/ l
- Si hanno quindi tre diversi valori della
pressione sulle tre coppie di pareti, ottenibili
dividendo il valore delle forze per l'area l2 di
ogni parete pari rispettivamente a - p x m (Vx)2/ l3
- p y m (Vy)2/ l3
- p z m (Vz)2/l3
70 Teoria cinetica (9)
- Per un sistema costituito da tante palline, si
può immaginare che la parete sia sottoposta a una
fitta sequenza di urti e quindi a forze che
agiscono in una successione così rapida da
realizzare una spinta davvero quasi costante per
tutto l'intervallo ?t. - Per un numero n di palline la pressione risulta
- Dove Vx2 è la media dei quadrati delle
componenti x delle velocità di ciascuna pallina.
- La presenza di tante palline dà luogo anche ad un
altro importante effetto esse si urtano tra loro
e quindi possono scambiarsi parte della loro
energia cinetica Gli urti inoltre, nella maggior
parte dei casi, sono obliqui e quindi l'energia
cinetica associata ad una direzione del moto può
passare ad un'altra direzione. Se le particelle
che si urtano sono molto numerose, per effetto
degli urti si stabilisce una situazione nella
quale ad ogni direzione x,y,z è associato in
media lo stesso valore di energia cinetica
(Equipartizione dellenergia).. - Ciò comporta che i valori medi di Vx2,
- Vy2 e Vz2 siano uguali e quindi che siano
uguali anche i valori delle pressioni sulle tre
coppie di pareti, cioè -
71 Teoria cinetica (10)
- Indicando con p il valore della pressione sulle
pareti, possiamo scrivere -
Il contenuto della parentesi è il valore medio
del quadrato del modulo della velocità e quindi
risulta
dove Ec è l'energia cinetica media di ogni
particella e quindi è
72 Teoria cinetica (11)
- Il modello utilizzato porta dunque, per un dato
volume, ad esprimere una relazione di
proporzionalità tra la pressione del sistema di
palline (gas) e l'energia cinetica media dei
componenti. - Per stabilire una relazione tra la temperatura e
l'energia cinetica media è necessario utilizzare
l'equazione di stato dei gas perfetti - PV nRT
- Il confronto con l'espressione ricavata dal
modello microscopico porta alla relazione -
- dove k R/N è la costante di Boltzmann 1,38
10-23
73 Teoria cinetica (12)
- Abbiamo così dimostrato che
- La pressione P è dovuta agli urti delle molecole
del gas sulle pareti - La temperatura assoluta T è una misura
dellenergia cinetica media delle molecole - Il calore è un modo di trasferimento di energia
cinetica alle molecole fa variare così
lenergia interna del gas
74 Gas reali
- Il comportamento dei gas reali spesso si discosta
anche sensibilmente da quanto previsto
dallequazione dei gas perfetti. Per fornire una
buona descrizione dei gas reali sono state quindi
proposte alcune modifiche alla legge
PVnRT.Particolarmente utile e molto nota è la
legge di Van der Waals - (P a/V2)
(V - b) nRT, - dove a e b non sono costanti universali, bensì
due parametri ai quali devono essere assegnati
valori opportuni, ricavabili per via
sperimentale.Anche la legge di Van der Waals
può essere interpretata a livello microscopico
le molecole interagiscono tra loro per mezzo di
forze a corto raggio che sono fortemente
repulsive a piccola distanza, diventano
debolmente attrattive a distanza media e si
annullano a grande distanza. La mutua repulsione
tra molecole proibisce alle particelle di
occupare posizioni particolarmente ravvicinate e
di conseguenza una parte dellintero volume non è
disponibile al moto casuale nellequazione di
stato questo volume "proibito" (b), detto
covolume, deve essere sottratto al volume del
recipiente (V), ottenendo nella formula la
quantità (V - b).
75Il nuovo principio di conservazione dellenergia
- In meccanica esiste un principio di conservazione
dellenergia, in cui non è contemplata lenergia
termica (calore) - Come si deve modificare il principio di
conservazione dellenergia, ora che alla energia
meccanica si aggiunge il calore? - La risposta PRIMO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA
76Primo principio della Termodinamica
- Il Primo principio della Termodinamica fornisce
una precisa definizione del calore
identificandolo come una forma di energia che può
essere convertita in lavoro meccanico ed essere
immagazzinata sotto forma di energia interna. - Il primo principio è dunque un principio di
conservazione dell'energia. Esso afferma che,
poiché l'energia non può essere né creata né
distrutta, la somma della quantità di calore
ceduta a un sistema e del lavoro compiuto sul
medesimo deve essere uguale all'aumento dell
energia interna del sistema stesso. - Calore e lavoro sono i mezzi attraverso i quali i
sistemi si scambiano energia.
77Primo principio della termodinamica (2)
78Primo principio (3)
- Il contenuto del primo principio della
termodinamica é il seguente per far variare
l'energia interna - di un corpo si può fare lavoro su di esso o, in
maniera perfettamente equivalente, fornirgli una
adeguata quantità di calore. Cioè dal punto di
vista quantitativo calore e lavoro sono
equivalenti. - In formule
- (1) ?U Q - L
- dove ?U rappresenta la variazione di energia del
corpo, Q il calore assorbito (in senso
algebrico)il lavoro fatto. - Ricordiamo che Q è positivo se assorbito dal
sistema, negativo se ceduto, L è positivo se
fatto dal sistema, negativo se subito. - La formula (1) rende evidente il significato dei
concetti fisici di calore e di lavoro - si tratta di metodi per trasferire energia da
un corpo ad un altro
79Applicazioni del primo principio (1)
trasformazione isoterma
- In questo caso la temperatura del gas non varia e
quindi nemmeno la sua energia interna. Possiamo
quindi scrivere - L Q
- Tutto il calore che viene fornito al sistema si
converte completamente in calore e viceversa.
80Applicazioni del primo principio (2)
trasformazione isocora ( V cost)
- In questa trasformazione il volume resta
costante, quindi il gas non compie nessun lavoro.
Il primo principio diventa
?U QTutto il calore che viene fornito al
gas va a variare la sua energia interna e quindi
la sua temperatura. Viceversa se il sistema cede
calore, la sua energia interna diminuisce e
quindi il gas si raffredda.
81Applicazioni del primo principio (3)
trasformazione isobara( P cost)
- Trasformazione isobara. In questa situazione non
vi è nessuna grandezza( tra L,U e Q) che si
conservi infatti il sistema compie o subisce
lavoro, assorbe o cede calore e quindi la sua
energia interna e la sua temperatura variano. In
questo caso è però molto semplice calcolare il
lavoro, che è dato dal prodotto tra la variazione
di volume e la pressione costante - L P ?V
82Lavoro in una trasformazione isobara
A
B
P cost
Lavoro
P?V
?V
VB
VA
83Applicazioni del primo principio (4)
trasformazione adiabatica (Q 0)
- Se il sistema è termodinamicamente isolato
dall'ambiente, ossia se non vi sono scambi di
calore con l'esterno( Q 0), si può scrivere - L ? UIn questo caso tutto il lavoro
compiuto dal gas va a discapito della sua energia
interna.
84Applicazioni I principio (5) espansione
libera(cioè senza lavoro esterno)
Ci proponiamo di ricavare una relazione che
esprima la dipendenza dellenergia interna dalla
temperatura A tale scopo descriviamo
unesperienza dovuta a Joule chiamata espansione
senza lavoro esterno.
85 Espansione libera (2)
- Due recipienti A e B comunicanti mediante un
rubinetto sono posti allinterno di un
calorimetro. Nel primo recipiente si trova un gas
alla pressione P, mentre nel secondo si pratica
il vuoto Il sistema è in equilibrio alla
temperatura T. Aprendo il rubinetto si lascia
espandere il gas finchè la pressione raggiunge un
nuovo valore di equilibrio P. Attraverso il
termometro inserito nel calorimetro si constata
sperimentalmente che la temperatura è rimasta
costante. Poiché in questa trasformazione non è
stato fatto lavoro né scambiato calore con
lesterno, in base al primo principio ?U0 e
quindi lenergia dello stato iniziale è uguale a
quella dello stato finale. - Si conclude pertanto che nonostante siano
cambiate pressione e volume, ma non la
temperatura, lenergia interna è rimasta
costante. Lenergia interna perciò è una funzione
della sola temperatura UU(T), come già sapevamo
dalla teoria cinetica dei gas. Per determinare la
variazione di energia interna quando un gas passa
da uno stato ad un altro a differente
temperatura, si può usare qualsiasi
trasformazione, essendo l'energia interna una
funzione di stato la più comoda per i calcoli è
quella a volume costante per la quale L0 e
quindi in base al primo principio - ?UQ.
86Applicazioni I principio Calori specifici dei
gas perfetti (1)
- Facciamo ricorso ad una trasformazione
isocora (Vcost ) per determinare la variazione
di energia interna al variare della temperatura.
Poiché in unisocora il lavoro L è uguale a zero,
la variazione di energia interna DU è uguale al
calore Q scambiato dal sistema e pertanto
(ricordando la legge fondamentale della
termologia) - ? U Q m cv ? TSostituendo al posto
della massa (m) il prodotto del numero di moli
(n) per la massa molecolare (mmol) e introducendo
il calore molare a volume costante Cv la
formula precedente diventa - ?U n Cv ? T.
87Calori specifici dei gas perfetti (2)
- Invece in una trasformazione isobara (P cost),
il lavoro è dato da - L p ? V, la variazione di energia interna ? U
da ? U n Cv ? T e il calore scambiato Q da Q
n Cp ? T Pertanto il primo principio della
termodinamica diventa - p ? V n Cv ? T n Cp ? TPer i gas ideali
dall'equazione di stato si ottiene p ? V n R ?
T, quindi sostituendo e semplificando il numero
di moli n, si ha CpCv R (relazione di Mayer)
che mette in relazione i calori specifici a
volume costante e a pressione costante per i gas
perfetti.Questa relazione ci permette di
valutare solo la differenza tra i calori
specifici.La teoria cinetica ci consente di
determinare (per un gas perfetto monoatomico) il
calore specifico a volume costante, in quanto,
per una mole di gas, - U 3/2 R T e quindi Cv Q/DT ?U/ ?T 3/2 R.
- Poi semplicemente CpCv R 3/2 R R 5/2R
88Lavoro sul diagramma P-V
- Il lavoro effettuato durante una trasformazione è
dato dallarea compresa tra il grafico della
trasformazione e lasse delle x. - Questo fatto può facilmente essere giustificato
nel caso di una trasformazione isobara, in cui il
lavoro è dato da p ?V
P
Larea è data da P ?V lavoro
V1
V2
89Lavoro in un ciclo
- Lavoro utile in un ciclo P2(V2-V1)-P1(V2-V1)
A
B
P2
Lavoro utile area rettangolo
P1
C
D
V1
V2
90Verso il Secondo principio
- Il primo principio stabilisce la equivalenza
tra le varie forme di energia, cioè il principio
generale di conservazione dell'energia - è possibile che un corpo perda energia meccanica
se acquista energia per esempio sotto forma di
energia termica. -
-
-
- Un blocco che scivoli su un piano inclinato con
attrito perde energia potenziale e non acquista
una corrispondente quantità di energia cinetica,
ma si riscalda, in quanto la sua energia interna
aumenta. - Si pone ora il problema seguente
- le varie forme di energia sono equivalenti
da ogni punto di - vista? Per esempio è possibile riutilizzare
l'energia termica ottenuta con il blocco
precedente per farlo risalire alla sua posizione
originaria, senza alcuna altra modifica?
91Secondo principio (1)
- Il primo principio della Termodinamica non pone
limitazioni alla trasformazione reciproca di
calore in lavoro e viceversa . - Il secondo principio invece stabilisce dei limiti
alla trasformazione del calore in lavoro - Non è possibile, in generale, trasformare tutto
il calore in lavoro.
92Convertire calore in lavoro?
- E consuetudine usare lespressione
- convertire calore in lavoro.
- Poiché abbiamo detto che calore e lavoro sono
solo metodi di trasferimento - dellenergia, una tale espressione non ha
alcun significato. In realtà avremmo dovuto dire - prelevare energia ad un dato corpo mediante
assorbimento di calore Q e cedere energia ad un
altro corpo facendo lavoro L su di esso. - Useremo comunque, anche in contesti
analoghi, lespressione più concisa, - per motivi di semplicità e perché é entrata
ormai nelluso comune, rammentando però che si
deve sempre tenere presente quanto qui osservato.
93Verso il secondoprincipio(2)
- quando un corpo scivola lungo una superficie
scabra, per esempio un piano inclinato, converte
parte della propria energia meccanica in energia
interna del piano e del corpo stesso ciò è
testimoniato, a livello macroscopico, da un
aumento di temperatura dei due corpi. Il Primo
Principio non vieterebbe il realizzarsi del
processo inverso in realtà, non si è mai
osservato un corpo che, inizialmente fermo
alla base di un piano inclinato, lo risalga a
spese della propria energia interna.
94 Verso il secondo principio (3)
- E esperienza comune il fatto che un gas,
lasciato libero di espandersi, tenda ad occupare
tutto il volume che gli è accessibile. La
conservazione dellenergia non vieterebbe che il
gas, inizialmente distribuito su un ampio volume,
spontaneamente ne occupasse solo una frazione,
limitandosi spontaneamente. - Due corpi, inizialmente a temperature diverse, se
vengono messi in contatto, dopo un certo tempo
raggiungono la stessa temperatura allequilibrio
termico. Perché due corpi che hanno la stessa
temperatura non se ne allontanano, raggiungendo
stati con temperature diverse?
95Verso il secondo principio (4)
- Questi esempi possono essere ricondotti agli
effetti di un unico Principio fondamentale il
Secondo Principio della Termodinamica. - .Potremmo dire che nellUniverso in cui viviamo,
è vero che lenergia si conserva, ma è vero
altresì che essa evolve, assumendo forme che non
sono tutte ugualmente pregiate. Da questo punto
di vista, è evidente che linteresse che luomo
ha nei riguardi dellenergia sta nel fatto che
può ottenerne lavoro. Nel mondo antico tale
lavoro lo si otteneva per lo più da energia
muscolare (facendo lavorare uomini e animali) e
da energia meccanica si pensi ai mulini a vento,
alle ruote idrauliche, alla navigazione a vela.
Nel mondo moderno, invece, gran parte dei
macchinari utilizzano energia elettrica o energia
che deriva da qualche forma di combustione. E in
questi casi, lefficienza di conversione in
lavoro è molto inferiore la figura qui accanto
mostra che solo una piccola frazione (1/8) della
potenza di unautomobile, che viaggia su una
strada orizzontale, viene effettivamente
utilizzata per il movimento. E dunque un punto
molto importante il fatto che in Natura non tutte
le forme di energia siano ugualmente pregiate (ai
fini di ottenerne lavoro).
96Energia in forma disordinata
- Quando la conversione avviene da forme di energia
più ordinate a più disordinate, si ottiene
energia meno pregiata e meno utilizzabile. Si
dice che aumenta lentropia - Per esempio, il calore che si produce per
attrito è una forma di energia più disordinata,
meno pregiata vedremo che è impossibile
riconvertirla tutta in lavoro
Sperimentalmente si osserva che in
natura spontaneamente lenergia si converte in
forme a più degradate (con produzione
complessiva di una variazione di entropia
positiva). Vedremo in seguito perché.
Tempo
97Verso il secondo principio (5)
- Questi esempi, apparentemente scollegati fra
loro, in realtà possono essere ricondotti agli
effetti di un unico Principio fondamentale - il Secondo Principio della Termodinamica
98Secondo principio (2)
- Esistono 2 formulazioni equivalenti
- 1) formulazione di Kelvin
- E impossibile realizzare una trasformazione il
cui unico risultato sia quello di trasformare in
lavoro tutto il calore estratto da una sola
sorgente a temperatura costante
99Secondo principio (3)
- 2) formulazione di Clausius
- È impossibile realizzare una trasformazione il
cui unico risultato sia quello di far passare il
calore da una sorgente più fredda ad una più calda
100Macchine termiche
- Si chiama macchina termica un dispositivo capace
di trasformare calore in lavoro, cioè in energia
meccanica (potenziale o cinetica). - Una macchina termica a funzionamento ciclico è
una macchina che torna periodicamente nello stato
iniziale. - una qualunque macchina termica per poter essere
utilizzata indefinitamente deve essere a
funzionamento ciclico.
101Come funziona una macchina termica
- Il secondo principio stabilisce che una macchina
termica possa funzionare solo assorbendo calore
Q2 ad alta temperatura T2 e cedendo calore Q1 a
bassa temperatura T1 - Il suo rendimento Lavoro utile/ calore assorbito
Entra calore Q2 ad alta temperatura T2
Lavoro utile Q2-Q1
Esce calore Q1 a bassa temperatura T1
102 Rendimento ?
Q2 entra
A
B
P2
Lavoro utile area rettangolo
P1
C
D
-Q1 esce
V1
V2
103 Reversibilità e irreversibilità
approfondimenti 1
- Le limitazioni alla conversione di energia
termica in lavoro sono legate ad un importante
concetto, quello già incontrato di
irreversibilità - La più importante classificazione delle
trasformazioni termodinamiche è quella che
distingue le trasformazioni cosiddette
reversibili da quelle irreversibili. Si dice
reversibile un processo ciclico in cui sia il
sistema che lambiente ritornano nello stato di
equilibrio preesistente allinizio del processo
perciò, una volta tornato al punto iniziale,
non deve rimanere nessuna traccia del processo
il sistema è esattamente come prima, e anche
lambiente è esattamente come prima. Nessun segno
ci dice che è avvenuta la trasformazione.
104E possibile?
- Se getto una bomba ho trasformato un edificio
in macerie, ho scaldato laria, ecc. - Posso riportare tutto come prima? Dovrei
rimettere insieme i pezzi delledificio,
rimettere insieme la bomba facendo avvenire al
contrario le reazioni chimiche, fare in modo che
il calore che si è disperso nellambiente ritorni
indietro, ecc. - Se faccio cuocere un uovo, ho fatto una
trasformazione. - Posso ora riportarlo al essere un uovo crudo,
intero, alla temperatura iniziale, riportando
contemporaneamente alle condizioni iniziali tutto
luniverso, me compreso?
105Reversibilità e irreversibilità approfondimenti 2
- Il concetto di reversibilità è una
astrazione molto importante per lanalisi
quantitativa dei processi. -
- La realizzazione di una trasformazione
reversibile è una eventualità puramente teorica
anche se in pratica può essere realizzata con
sufficiente approssimazione. In altri termini,
chiameremo reversibili le trasformazioni che
avvengono in un tempo al limite infinito e in cui
non sono presenti effetti dissipativi
106Reversibilità e irreversibilità approfondimenti
3
- Trasformazioni reversibili in natura non ne
esistono, ma potremo con buona approssimazione
considerare tali, come abbiamo già detto, le
trasformazioni in cui le coordinate
termodinamiche del sistema cambiano molto
lentamente nel tempo e in cui sono stati ridotti
al massimo gli attriti. Agendo opportunamente,
un sistema che ha compiuto una trasformazione
reversibile può sempre essere riportato al suo
stato iniziale senza che nell'ambiente
circostante rimanga alcuna traccia della
trasformazione avvenuta. Una trasformazione
reversibile è dunque una trasformazione che si
svolge in modo tale per cui, alla fine, sia il
sistema che l'ambiente circostante possono essere
riportati ciascuno nel proprio stato iniziale
senza che nell'Universo resti alcuna traccia.
107Reversibilità e irreversibilità approfondimenti
4
- In particolare tutto ciò che avviene in un senso
durante una trasformazione reversibile, accade
nel senso opposto se si cambia il verso di
percorrenza della trasformazione. Di conseguenza,
gli scambi energetici che avvengono fra sistema
ed ambiente in una trasformazione reversibile, al
cambiare del verso della trasformazione cambiano
in segno, ma non in valore assoluto. Ad
esempio, se il sistema durante una trasformazione
reversibile assorbe calore da un altro corpo,
invertendo la trasformazione restituisce a quello
stesso corpo la quantità di calore che prima gli
aveva sottratto.
108Reversibilità e irreversibilità approfondimenti
5
- Chiameremo irreversibili le trasformazioni che
avvengono in un tempo finito e/o nelle quali sono
presenti effetti dissipativi. Una
trasformazione irreversibile non è caratterizzata
tanto dal fatto che il sistema non possa essere
ricondotto nello stato iniziale (cosa invece
quasi sempre realizzabile), - ma dal fatto che ciò non possa avvenire senza che
nell'ambiente circostante ne rimanga traccia.
109Reversibilità e irreversibilità (6)
- L'espansione libera di un gas è un tipico esempio
di trasformazione irreversibile. - Consideriamo un recipiente a pareti rigide e
adiabatiche, diviso in due camere da un setto ed
immaginiamo che in una camera sia contenuta una
certa quantità di gas, mentre nell'altra
inizialmente ci sia il vuoto. Se togliamo il
setto di separazione, il gas si espanderà fino ad
occupare tutto il volume del recipiente.
110Espansione libera di un gas (2)
1 2
Durante l' espansione (che non è contrastata da
nessuna forza esterna), il gas non compie lavoro
sull'ambiente, mentre per riportare il gas nel
suo stato iniziale, l'ambiente deve compiere un
lavoro non nullo sul gas (spontaneamente il gas
non tornerebbe mai ad occupare il volume di
partenza!).
111Espansione libera di un gas 3
- Che l'espansione libera di un gas sia una
trasformazione irreversibile lo si dimostra
ricorrendo alla II legge della termodinamica.
112Espansione libera di un gas 4
- Ad espansione avvenuta, per riportare il sistema
allo stato iniziale occorre comprimere tutto il
gas nel vano a sinistra eseguendo del lavoro
esterno come conseguenza però il gas si
riscalda. Si potrebbe immaginare di trasformare
laumento di energia interna del sistema in
calore Q da utilizzare tutto come lavoro L. In
tal caso sistema e ambiente ritornerebbero nelle
condizioni iniziali e la trasformazione sarebbe
reversibile. Una conversione integrale del calore
in lavoro utilizzando una sola sorgente a
temperatura uniforme violerebbe però la II legge
della termodinamica. Parte del calore Q deve
essere necessariamente ceduta allambiente
esterno. Il ripristino dello stato iniziale del
sistema comporta perciò una modifica
dellambiente esterno.
113Entropia (1)
- Per comprendere meglio i meccanismi che
determinano la forma del secondo principio e le
sue limitazioni, è utile approfondire, seppure in
modo il più possibile intuitivo, il concetto di
entropia. - Lentropia può essere studiata da un punto di
vista macroscopico o da un punto di vista
microscopico. Cominceremo con laffrontare il
problema dal punto di vista microscopico,
chiedendoci come sono distribuite ( in direzione,
verso e modulo) le velocità delle molecole di un
gas
114Entropia(2) come sono le velocità delle molecole?
- Velocità distribuite in modo casuale
115Entropia (3)
- Proviamo a far cadere 3 stuzzicadenti per 10.000
volte
. . .
4
1
2
3
Studiare la distribuzione delle velocità è un po
come chiedersi come si distribuiscano degli
stuzzicadenti gettati su un tavolo.Ogni
configurazione ha la stessa probabilità. La
probabilità che si presenti la 3 è 1/10.000. La
probabilità che si presenti una qualsiasi delle
altre è 9.999/10.000. E se le configurazioni
possibili fossero 10 alla 30? Sarebbe
praticamente impossibile che si presentasse la 3
116Entropia(4) distribuzione delle velocità
- Analogia con gli stuzzicadenti
. . .
4
3
1
2
Ogni configurazione è, a suo modo, ordinata.
Ciascuna ha un suo ordine proprio. Ma a noi serve
che tutte le molecole abbiano la configurazione 3
per spingere Tutte insieme nella stessa
direzione, in modo da trasformare tutto il calore
in lavoro. Se il numero di casi possibili fosse
1030, la probabilità che si verificasse proprio
la configurazione che ci interessa sarebbe
praticamente nulla
117Entropia(5)
- La numerosità dei casi possibili è misurata da
una grandezza denominata entropia - Maggiore è il numero di casi possibili, maggiore
è lentropia - Se lancio 10.000 volte 3 stuzzicadenti, si
presentano 10.000 configurazioni diverse tra
loro, oppure si presentano poche configurazioni
ripetute, per esempio solo quelle verticali
parallele e quelle orizzontali parallele?
118Entropia (6)
119Entropia (7)
- E ovvia la risposta si presentano, più
facilmente, configurazioni tutte diverse tra
loro il sistema di configurazioni si presenta
realizzando il maggior numero possibile di casi
possibili - Si dice che il sistema evolve spontaneamente
verso un aumento di configurazioni possibili
cioè verso un aumento di entropia
120Entropia (8)
- Lentropia di un gas aumenta se aumenta il numero
di velocità possibili aumenta la varietà di
frecce per rappresentarle da quelle di lunghezza
zero (velocità zero) a quelle di lunghezza
massima velocità massima - Se la velocità massima aumenta, aumenta il numero
di possibili velocità tra zero e valore massimo - Poiché la velocità delle molecole aumenta con
lingresso di calore, lentropia aumenta se entra
calore
121Entropia (9)
- Lentropia aumenta anche se aumenta il volume
- Se voglio che tutte le molecole non solo abbiano
velocità parallele per spingere sul pistone, ma
che siano anche tutte in posizione allineate per
colpire il pistone insieme
così
Non così
122Entropia (10)
- Comunque la situazione peggiorerà se il volume
diventerà più grande e il numero di posizioni
possibili delle molecole crescerà. Allora devo
anche preoccuparmi che la configurazione delle
posizioni sia quella voluta da me. Ma questa
sarà uno dei possibili forse 10 alla 30 casi, e
non si verificherà forse mai.
123Entropia (11)
- Ancora due esempi
- 1) Posizioni
? ? ? ?
? ? ? ?
Spontaneamente, il gas tende ad espandersi
aumento delle posizioni possibili
124Entropia (12)
Gli urti modificano le direzioni, in modo che si
tende spontaneamente verso un numero
crescente di configurazioni possibili
125Entropia (13)
- Come varia lentropia nelle diverse