TERMODINAMICA ZERO una presentazione intuitiva della termodinamica - PowerPoint PPT Presentation

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TERMODINAMICA ZERO una presentazione intuitiva della termodinamica

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TERMODINAMICA ZERO una presentazione intuitiva della termodinamica Il problema Come sfruttare il calore per produrre lavoro meccanico? La termodinamica E la ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: TERMODINAMICA ZERO una presentazione intuitiva della termodinamica


1
TERMODINAMICA ZEROuna presentazione intuitiva
della termodinamica
2
Il problema
  • Come sfruttare il calore per produrre lavoro
    meccanico?

Il che corrisponde a chiedersi
quale teoria sta alla base
delle macchine che sfruttano
il CALORE per produrre LAVORO?

3
La termodinamica
  • E la Termodinamica la scienza che si occupa di
    come il calore , una particolare forma di
    trasferimento di energia, possa trasformarsi in
    lavoro, unaltra forma di trasferimento di
    energia.

4
Da dove cominciamo?
  • Esploriamo alcuni concetti di base
  • Lavoro
  • Calore
  • Temperatura

F
5
Lavoro come modalità di trasferimento dellenergia
  • Conosciamo già una modalità di trasferimento di
    energia, il lavoro. Per esempio, applicando una
    forza F ad un corpo per un determinato spazio s,
    si modifica lenergia cinetica del corpo. Il
    corpo accelera, passando dalla velocità v1 alla
    velocità v2.
  • La sua energia cinetica passa dal valore E1 ½ m
    v12 al valore E2 ½ m v22
  • Il teorema dellenergia cinetica ci assicura che
    tramite il lavoro L F s si trasferisce
    energia al corpo cosicché la sua energia cinetica
    aumenta da E1 a E2
  • E1 o E2

E cinetica
F
lavoro
6
Quando diciamo che si trasferisce calore? (1)
  • A)Quando un cubetto di ghiaccio si scioglie
    diciamo che passa calore dallambiente, più
    caldo, al cubetto di ghiaccio, più freddo

Q
T 20 C
T 0 C
7
Quando diciamo che si trasferisce calore? (2)
  • 90 C 10 C
  • B)
  • Quando mettiamo a contatto un corpo caldo e uno
    freddo, diciamo che il calore scorre da quello
    più caldo a quello più freddo

Q
T2
T1
T1gtT2
8
Quando diciamo che si trasferisce calore? (3)
  • ma anche in altri fenomeni è in gioco il
    trasferimento di calore, per esempio
  • nei passaggi di stato (solido - liquido - gas)
  • nelle reazioni chimiche
  • nelle reazioni nucleari

9
Cosa significa trasferire calore?
  • Per capire cosa significhi trasferire calore, o
    energia termica, ad un corpo, bisogna riuscire a
    descrivere i fenomeni coinvolti da un punto di
    vista microscopico, ricordando che la materia,
    sia allo stato solido che liquido che gassoso è
    composta da atomi e molecole in continuo
    movimento

10
Come facciamo a saperlo?
  • Ricordiamo almeno una prova del movimento delle
    molecole, che riguarda i fluidi il moto
    browniano

11
Il moto browniano
  • Se allinterno di un liquido si introducono
    particelle solide
  • di dimensioni molto piccole, dellordine di 1
    micron (10-6)m
  • e si osserva al microscopio una goccia di liquido
    si può
  • vedere che le particelle solide si muovono in
    modo molto
  • irregolare. Questo fenomeno viene chiamato moto
  • Browniano perché descritto per la prima volta
    nel 1828 dal
  • botanico Robert Brown che aveva osservato al
  • microscopio il movimento di granuli di polline
    di licopodio
  • in acqua.
  • Nel 1905 Einstein interpretò il moto dei granuli
    come dovuto alle fluttuazioni del numero di urti
    delle molecole di liquido su ogni granulo di
    polline.

12
Lenergia interna
  • Se è vero che le molecole si muovono
    incessantemente, esse possiedono energia
    cinetica Ec (dovuta al movimento) ed energia
    potenziale Ep( dovuta alla interazione tra le
    molecole)
  • La somma di tutte le energie cinetiche e
    potenziali si chiama energia interna U
  • Nel modello che adotteremo per studiare il
    comportamento delle molecole, in particolare nei
    gas( modello del gas perfetto), lenergia
    potenziale è molto piccola rispetto a quella
    cinetica. In esso lenergia interna è uguale alla
    somma delle energie cinetiche delle varie
    molecole
  • U somma Ec

13
Il calore e lenergia interna
  • Il calore trasferito ad un sistema, attraversa la
    superficie di contorno che separa il sistema
    dallambiente e si trasforma in energia interna U
    accumulata.
  • Ma tramite quale meccanismo microscopico il
    calore si trasferisce?

Q
U aumenta
14
Ipotesi di trasferimento del calore a livello
molecolare
  • Supponiamo di porre una pentola sul fuoco
  • Le molecole contenute nella fiamma vanno a
    colpire le molecole del metallo che costituisce
    la pentola
  • nelle molecole del metallo aumenta lenergia
    cinetica, cioè aumentano lampiezza e la la
    velocità di vibrazione questi aumenti si
    comunicano allacqua contenuta nellinterno
  • anche le molecole dellacqua aumentano la loro
    velocità

15
Trasferimento (2)
  • Sperimentalmente si può verificare che lipotesi
    fatta è corretta
  • Vedremo (con la teoria cinetica dei gas) che è
    possibile ricavare un modello in grado di
    giustificare queste ipotesi. Da esso ricaveremo
    il significato microscopico di grandezze come
    temperatura, energia interna, pressione, ecc.

16
Sorgenti di calore
  • Per trasferire calore è necessario avere a
    disposizione una sorgente di calore, a
    temperatura T2 maggiore della temperatura T1 del
    corpo a cui tale calore si deve trasferire
  • Si dice TERMOSTATO una sorgente che può
    trasferire calore ad un corpo senza diminuire
    sensibilmente la propria temperatura

17
Il concetto di termostato
  • Termostato o riserva di caloreDalla calorimetria
    è noto che più grande è la capacità termica di un
    sistema e minore è la sua variazione di
    temperatura per un dato flusso di calore.Si
    chiama riserva di calore (o sorgente ideale di
    calore o termostato) un sistema a capacità
    termica infinitamente alta si può ritenere che
    la temperatura di una riserva di calore non cambi
    per quanto grande possa essere il flusso di
    calore in uscita o in entrata. Il concetto di
    riserva di calore è unastrazione utilissima dal
    punto di vista teorico. Esempi di sistemi che
    possono ritenersi con buona approssimazione delle
    riserve di calore latmosfera, un lago,
    loceano...

18
La propagazione del calore (1)
  • La propagazione del calore può avvenire in tre
    modi
  • Conduzione
  • Convezione
  • Irraggiamento
  • Conduzione
  • Scambio di energia cinetica tra le mole
  • cole del sistema, in cui le particelle meno
  • energetiche guadagnano energia dagli urti
  • con quelle più energetiche. La conduzione
  • di calore avviene solamente se cè una
  • differenza di temperatura tra due parti del
    mezzo conduttore

T2
T1
19
Conduzione
  • La quantità di calore che viene trasferita nel
    tempo t dalla parte più calda (T1) alla parte più
    fredda (T0) è
  • Q k S(T1 - T0) t / x
  • K coefficiente di conducibilità
  • T tempo
  • X spessore
  • S superficie

x
T0
T1
Q
S
20
Convezione
  • Convezione
  • Il calore viene trasmesso mediante trasporto di
    materia

21
Irraggiamento
  • irraggiamento

Lenergia viene trasmessa attraverso onde
elettromagnetiche , senza trasporto di materia.
La trasmissione avviene anche nel vuoto. Ad
esempio, la radiazione solare che raggiunge la
superficie terrestre trasporta in un secondo una
quantità di energia pari a circa 1.3 kJ su una
superficie di 1 m2.
22
In che direzione va il calore?
  • Proseguiamo nelle nostre osservazioni sulla
    natura del calore e sulle sue proprietà
  • Abbiamo visto che il calore è un trasferimento di
    energia meccanica a livello molecolare.
  • Osserviamo che quando si trasferisce calore ad un
    corpo, questo aumenta la sua temperatura. Cosè
    la temperatura?
  • La nostra esperienza ci dice che il calore passa
    sempre da un corpo più caldo ad uno più freddo
    una pentola di acqua fredda posta sul fuoco si
    scalda, cioè il calore si trasferisce dalla
    fiamma (ad alta temperatura) allacqua ( a bassa
    temperatura)e non succede il contrario, cioè che
    la pentola si raffreddi e la fiamma si scaldi
    ulteriormente. Perché?

23
Due modi per descrivere la termodinamica
  • Per rispondere a queste (e ad altre ulteriori
    domande) abbiamo a questo punto due scelte
  • Affrontare il problema da un punto di vista
    macroscopico (Termodinamica classica)
  • Affrontarlo da un punto di vista microscopico
    (Termodinamica statistica)

24
Termodinamica classica
  • La termodinamica classica si limita ad osservare
    i fenomeni termici a livello macroscopico e a
    determinare le leggi che collegano tra loro le
    cosiddette variabili di stato termodinamiche, per
    esempio la temperatura T, la pressione P, il
    volume V. Risulta più semplice da un punto di
    vista matematico, almeno nei suoi primi sviluppi,
    ma meno intuitiva.

25
Termodinamica al microscopio
  • Esiste un altro modo di studiare questi fenomeni,
    quello di cercare di capire che succede a livello
    microscopico, il che fornisce un maggiore
    supporto intuitivo.
  • E il metodo che segue la meccanica statistica.
    Noi seguiremo in parallelo i due metodi, cercando
    di mettere in evidenza soprattutto il significato
    microscopico intuitivo delle grandezze
    macroscopiche che si usano nella termodinamica
    classica.

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Il Principio zero
  • Cominceremo il nostro studio dalla Termodinamica
    classica. Introdurremo dei concetti che poi
    giustificheremo con la meccanica statistica.
  • Cominceremo con lo stabilire un principio
    sperimentale il
  • principio zero della termodinamica

27
Principio zero della termodinamica
  • E un principio sperimentale che deriva dalla
    osservazione che
  • Il calore fluisce spontaneamente da un corpo a
    temperatura maggiore
  • ad un corpo a temperatura minore

28
Principio zero della termodinamica
Più precisamente, il principio zero della
termodinamica ha la seguente formulazione Se il
corpo A è in equilibrio termico con il corpo B e
il corpo A è in equilibrio termico con il corpo
C Allora B è in equilibrio termico con C
Nota un corpo è in equilibrio termico con un
altro corpo se non fluisce calore dalluno
allaltro, cioè se i due corpi hanno la stessa
temperatura
29
Il legame tra calore e temperatura calore
specifico
  • Q m c ( T2 T1)

m massa c calore specifico del corpo C
mc capacità termica
T1
Q
A temperatura T2
30
Leffetto del calore (1) dilatazione
  • Laumento di temperatura produce aumento di
    agitazione termica delle molecole. Aumenta lo
    spazio occupato dal corpo
  • Dilatazione lineare
  • L L0( 1 ? t)
  • Dilatazione cubica
  • L L0( 1 3? t)

31
Leffetto del calore (2)Cambiamenti di stato 1
  • Il cambiamento di stato avviene ad una definita
    temperatura che dipende dalla sostanza e dalla
    pressione esterna
  • Il cambiamento di stato avviene isotermicamente
    ed è accompagnato da uno scambio di calore,
    legato alle variazioni dellenergia chimica di
    legame
  • fusione
    ebollizione
  • Solido liquido
    vapore
  • solidificazione
    condensazione

32
CAMBIAMENTI DI STATO 2
  • Si definisce calore latente L la quantità di
    calore necessaria per far compiere
    isotermicamente allunità di massa della sostanza
    un passaggio di stato
  • Calore necessario per il passaggio di stato di
    una massa m di quella sostanza
  • Q Lm

33
Cambiamenti di stato 3
  • Cambiamenti di stato che avvengono a tutte le
    temperature ed i rispettivi calori latenti
    dipendono dalla temperatura
  • Levaporazione avviene sino a quando lambiente
    non raggiunge la saturazione, cioè non può
    contenere altre molecole di quel liquido (vapore
    saturo)
  • La pressione o tensione di vapore saturo è
    caratteristica della sostanza ed è funzione
    crescente della temperatura
  • SOLIDO VAPORE
    sublimazione
  • LIQUIDO VAPORE
    evaporazione

34
CAMBIAMENTI DI STATO 4
  • Temperatura di un campione di acqua in funzione
    del tempo quando viene somministrato un flusso
    costante di calore a pressione costante (1 atm).

Temperatura (C)
100 0 -10
ebollizione
fusione
P 1 atm
tempo
35
Lo stato gassoso
  • Tra tutti i possibili stati della materia, per i
    lo stato gassoso è lo stato più importante per la
    termodinamica. Infatti le macchine termiche, per
    esempio le macchine a vapore, utilizzano le
    proprietà dello stato gassoso per trasformare
    calore in lavoro.
  • Ma come sono fatti i gas? Quali leggi regolano il
    loro comportamento?

36
Gas perfetti
  • Il caso più semplice di gas è quello con molecole
    monoatomiche.
  • E possibile costruire un modello semplificato
    del gas
  • monoatomico, quello del gas perfetto, che si
    rivela un ottimo
  • modello, molto vicino alla realtà.
  • Nel modello del gas perfetto
  • la massa gassosa è costituita da un numero
    enorme
  • di particelle indistinguibili e, per una stessa
    specie chimica,
  • identiche
  • le particelle del gas sono immaginate come
    sferette
  • rigide indeformabili e di dimensioni
    trascurabili
  • (particelle puntiformi).
  • le particelle si trovano in continuo e
  • disordinato movimento (caos molecolare), sicchè
  • tutte le direzioni sono equiprobabili.

Io sono un gas perfetto!


37
Le leggi dei gas perfetti (1)
  • Immaginiamo un recipiente
  • chiuso sulla sommità da un
  • pistone che si può muovere
  • liberamente su e giù. Dentro
  • questo pistone c'è un gas, che
  • per semplicità consideriamo perfetto.
  • Possiamo descrivere lo stato del
  • sistema utilizzando tre grandezze
  • caratteristiche dei gas
  • pressione (P)
  • volume (V)
  • temperatura (T)

38
Trasformazioni termodinamiche
  • A questo punto possiamo riscaldare il gas, oppure
    comprimerlo o espanderlo muovendo il pistone, e
    così lo stato complessivo del sistema varia.
    Abbiamo operato una trasformazione termodinamica.
  • Si può notare però che non è possibile modificare
    a piacimento lo stato del gas, in quanto vi sono
    delle relazioni tra le varie grandezze ad
    esempio non possiamo riscaldare il gas facendo
    restare costante sia la sua pressione che il suo
    volume.Vediamo allora di individuare le leggi
    che regolano le trasformazioni di un gas
    perfetto.

39
Trasformazione isoterma(T cost)
  • Trasformazione isoterma

Immaginiamo di immergere il cilindro in un bagno
di acqua a temperatura costante, che così
mantiene anche il gas in equilibrio a quella
temperatura. Possiamo quindi comprimere oppure
far espandere il gas muovendo il pistone.
40
Legge di Boyle
  • Sperimentalmente si osserva che pressione P e
    volume V sono inversamente proporzionali (quando
    la temperatura resta costante) secondo una
    costante che dipende dalla quantità di gas
    contenuta nel cilindro
  • PV cost

41
Trasformazione isocora (Vcost)
  • Trasformazione isocora. Se blocchiamo il pistone
    in modo che questo non si possa muovere, e quindi
    riscaldiamo o raffreddiamo il gas fornendo o
    assorbendo calore, vediamo che la pressione
    all'interno del recipiente varia secondo questa
    relazione empirica
  • P P0 ( 1 at)
  • P (P0/T0) T
  • ( con T temperatura assoluta)

42
Trasformazione isobara(P cost)
  • Trasformazione isobara. Se manteniamo costante
    la pressione del gas lasciando libero il pistone
    di muoversi, vediamo che fornendo o assorbendo
    calore dal gas la sua temperatura varia e
    proporzionalmente anche
  • il volume, secondo la
  • relazione
  • V V0 ( 1 at)
  • V (V0/T0) T
  • ( con T temperatura assoluta)

43
Legge di stato dei gas perfetti
  • Da queste tre relazioni si può ricavare
    un'espressione più generale, che tenga anche
    conto della quantità di gas contenuta nel
    cilindro. La legge di stato dei gas perfetti è
    quindi
  • PV nRT
  • dove n è il numero di moli di gas nel cilindro e
    R è una costante caratteristica che vale
  • R 8,31 j/(molK)

44
I diagrammi P-V ( di Clapeyron)
  • È consuetudine rappresentare le trasformazioni e
    i vari stati di un gas in un grafico che riporta
    in ascissa il volume e in ordinata la pressione,
    detto per questo diagramma P-V.
  • Le trasformazioni prima considerate si
    rappresentano facilmente

P
A
PA
VA
V
45
Isoterma (trasformazione a T cost)
  • l'isoterma è un ramo di iperbole equilatera (PV
    cost)

P
V
46
Isocora (Trasformazione a volume cost)
  • Lisocora è un segmento parallelo allasse P (V
    cost)

P2
V cost
P1
V1
47
Isobara(Trasformazione a pressione cost)
  • Lisobara è un segmento parallelo allasse V (P
    cost)

P1
V1
V2
48
Trasformazione adiabatica
  • Quando non cè scambio di calore con lesterno la
    trasformazione si dice adiabatica

P
A
Isoterma T2
adiabatica
Isoterma T1
B
V
49
Trasformazione ciclica
  • Una trasformazione ciclica è un percorso chiuso.

A.
P
. B
V
50
Trasformazioni possibili
  • Ovviamente queste non sono le sole trasformazioni
    possibili, perchè è possibile qualsiasi percorso
    nel piano P-V, purchè rispetti la legge di stato
    dei gas.
  • In ogni caso quelle presentate sono le
    trasformazioni più semplici da descrivere e
    anche le più utilizzate

51
Trasformazione ciclica (2)
  • In una trasformazione ciclica si torna al punto
    di partenza A. Perciò si torna ad avere
  • la stessa temperatura
  • La stessa pressione
  • Lo stesso volume

52
Variabili di stato
  • In ogni punto del piano P,V è perfettamente
    determinato il valore di P,V,T. Qualunque sia la
    trasformazione che porta ad un altro punto, i
    valori di V,P,T dipendono solo dal punto in
    questione e non dal percorso (dalla
    trasformazione) seguito per raggiungerlo. Si dice
    che le variabili V,P,T sono variabili di stato.

A(VA,PA,TA)
il percorso non conta!
A
B(VB,PBTB)
B
53
Quali trasformazioni si possono rappresentare
  • se un gas ha volume V, per poter rappresentare
    sul grafico la sua pressione bisogna che ogni
    punto del gas abbia quella pressione
  • Lo stesso vale per la temperatura
  • Se si varia rapidamente il volume di un gas le
    condizioni precedenti non si realizzano si
    formano onde di compressione e decompressione e
    la temperatura non è omogenea. Perciò, per un
    dato V, non cè una sola P corrispondente. Il
    grafico non è rappresentabile da una linea. Si
    dice che la trasformazione è irreversibile.

54
Trasformazione irreversibile
  • Solo gli estremi A e B sono definiti, mentre il
    percorso non è rappresentabile da una linea
    perché i parametri P,T non sono univoci

B
PB
A
PA
VB
VA
55
Trasformazione reversibile
  • Se invece si effettua la trasformazione molto
    lentamente, pressione e temperatura possono
    essere mantenute uniformi per tutto il volume. Al
    limite, se la trasformazione è infinitamente
    lenta, il che è una situazione ideale, ad ogni
    valore di una delle variabili corrisponde un
    valore perfettamente determinato delle altre e si
    può rappresentare il grafico della
    trasformazione si dice che la trasformazione è
    reversibile

56
Reversibile/Irreversibile (1)
  • Trasformazione reversibile
  • Trasformazione irreversibile

Per ogni valore di V 1 solo valore di P
Q U A L E P?
Per ogni valore di V molti possibili valori di P
P

V
V
57
Reversibile/irreversibile (2)
  • Se è possibile compiere una trasformazione che
    passa per valori determinati
  • (V1,P1,T1) (V2,P2,T2),
    (V3,P3,T3) ,
  • è possibile anche ripercorrere allinverso gli
    stessi valori
  • (V1,P1,T1) (V2,P2,T2),
    (V3,P3,T3),
  • cioè che la trasformazione è reversibile
  • Se ciò non è possibile, non possiamo dire per
    quali punti passa la trasformazione, e perciò non
    ha senso neanche invertirla
  • la trasformazione è irreversibile

58
Calori specifici dei gas perfetti 1
59
Calori specifici dei gas perfetti 2
  • Come già ricordato, il calore specifico di un
    corpo è la quantità di calore necessaria per
    aumentare di un grado la temperatura di un
    kilogrammo di quella sostanza. Questa definizione
    risulta incompleta per i gas dal momento che
    questi possono assorbire calore in due
    condizioni a volume costante e a pressione
    costante. Nel secondo caso una parte del calore
    fornito serve per compiere del lavoro meccanico,
    sollevando il pistone, e quindi non contribuisce
    ad aumentare la temperatura (e l'energia interna)
    del gas. Perciò risulta che
  • calore specifico a pressione costante(cp) gt
    calore specifico a volume costante(cv)
  • cpgtcv

60
Teoria cinetica dei gas
61
Teoria cinetica dei gas (1)
  • Affrontiamo ora lo studio del comportamento di un
    gas dal punto di vista microscopico, prendendo in
    considerazione il moto collettivo delle molecole
    che compongono il gas per ricavare il significato
    microscopico delle grandezze termodinamiche.
  • Ricorreremo, come in precedenza, al modello
    semplificato del gas perfetto o ideale

62
Il gas perfetto nella teoria cinetica dei gas (2)
  • Come detto in precedenza, in termodinamica, così
    come negli altri campi della fisica, vi sono
    molti modelli, ma quello più importante e
    fondamentale per la comprensione della materia è
    il
  • gas perfetto o ideale
  • Le sue caratteristiche sono

63
Teoria cinetica gas perfetto(3)
  • 1) Le forze di interazione fra le molecole si
    considerano nulle, quindi fra un urto ed il
    successivo il moto è rettilineo ed uniforme
  • 2) Durante il loro moto, in uno spazio in gran
    parte vuoto, gli urti fra le particelle e le
    pareti del recipiente e fra le particelle stesse
    sono perfettamente elastici, per cui l'energia
    cinetica si conserva.

64
Teoria cineticagas perfetto (4)
  • Nella realtà non esiste nessun gas di questo
    tipo, ma gli aeriformi reali possono approssimare
    bene questo modello in determinate condizioni. Ad
    esempio i cosidetti gas nobili sono formati da
    elementi che non si combinano tra di loro nè con
    altri elementi, quindi sono formati da particelle
    piccolissime che non reagiscono tra loro. Se il
    gas è sufficientemente rarefatto allora le
    distanze tra le particelle sono così grandi che
    le forze di attrazione e repulsione tra le
    molecole sono pressoché inesistenti.

65
Gas reali rarefatti
  • I gas reali, se molto compressi, possono però
    diventare liquidi, mentre per un gas perfetto non
    succede. Esiste però una temperatura, detta
    temperatura critica del gas, al di sopra della
    quale questo non può liquefare mai, nemmeno se
    compresso moltissimo.Quindi, sebbene i gas reali
    non seguano perfettamente le leggi del gas
    ideale, queste, per opportune condizioni di
    temperatura e pressione, sono delle buone
    approssimazioni anche per le situazioni reali.

66
Teoria cinetica dei gas (5)
  • Studiando dal punto di vista meccanico il modello
    di gas perfetto monoatomico è possibile trovare
    le relazioni tra i  parametri macroscopici
    (P,V,T) e quelli microscopici del gas.
  • In particolare si trova che esiste una relazione
    tra la pressione del gas, il numero di molecole
    per unità di volume e l'energia cinetica media
    delle sue molecole. Utilizzando poi la legge dei
    gas perfetti che lega tra loro pressione, numero
    di molecole per unità di volume e temperatura si
    ricava una relazione di proporzionalità tra
    temperatura assoluta e energia cinetica media.
  • Consideramo dunque una molecola che rimbalzi
    elasticamente su una parete e calcoliamone
    limpulso, che dovrà essere uguale alla
    variazione della quantità di moto.

67
Teoria cinetica (6)
  • Se, ad esempio, la parete è verticale tale
    impulso è uguale alla variazione della quantità
    di moto della pallina in direzione orizzontale.
    Possiamo dunque scrivere
  • F?t 2mVx
  • dove F è il valore della forza esercitata sulla
    parete verticale, m la massa della pallina, Vx la
    componente orizzontale della velocità

68
Teoria cinetica (7)
  •  La forza sulla parete è dunque diversa da
    zero solo per l'intervallo ?t che è molto piccolo
    rispetto all'intervallo tra un urto e
    l'altro.Considerando l'intervallo di tempo ? t
    tra due urti successivi sulla stessa parete, il
    valore medio della forza sulla parete (cioè il
    valore della forza che agendo
  • costantemente nell'intervallo ? t darebbe luogo
    allo stesso impulso prodotto nell'urto) è dato
    da
  •  fx 2mVx / ? t 
  • Questo valore non ha un reale significato fisico
    se si considera una sola pallina si presta però
    ad essere utilizzato in un modello di gas
    costituito da un grande numero di palline in moto
    in una scatola.

69
Teoria cinetica (8)
  • Se l è la distanza tra due pareti parallele,
    risulta
  • ? t 2l/Vx 
  • e il valore della forza media è dunque
  • f x m (Vx)2/ l
  • Da notare che il valore della velocità ha due
    effetti "in cascata" influisce sul valore della
    quantità di moto trasferita e sulla frequenza del
    trasferimento (da qui la seconda potenza).
  • Lo stesso ragionamento può essere fatto per le
    altre due
  • coppie di pareti e si ottiene allora
  • f y m (Vy)2/ l    
  • e    
  •   f z m (Vz)2/ l
  • Si hanno quindi tre diversi valori della
    pressione sulle tre coppie di pareti, ottenibili
    dividendo il valore delle forze per l'area l2 di
    ogni parete pari rispettivamente a 
  • p x m (Vx)2/ l3  
  •       p y m (Vy)2/ l3        
  •       p z m (Vz)2/l3

70
Teoria cinetica (9)
  • Per un sistema costituito da tante palline, si
    può immaginare che la parete sia sottoposta a una
    fitta sequenza di urti e quindi a forze che
    agiscono in una successione così rapida da
    realizzare una spinta davvero quasi costante per
    tutto l'intervallo ?t.
  • Per un numero n di palline la pressione risulta
  • Dove Vx2  è  la media dei quadrati delle
    componenti x delle velocità di ciascuna pallina.
  • La presenza di tante palline dà luogo anche ad un
    altro importante effetto esse si urtano tra loro
    e quindi possono scambiarsi parte della loro
    energia cinetica Gli urti inoltre, nella maggior
    parte dei casi, sono obliqui e quindi l'energia
    cinetica associata ad una direzione del moto può
    passare ad un'altra direzione. Se le particelle
    che si urtano sono molto numerose, per effetto
    degli urti si stabilisce una situazione nella
    quale ad ogni direzione x,y,z è associato in
    media lo stesso valore di energia cinetica
    (Equipartizione dellenergia)..
  • Ciò comporta che i valori medi di Vx2,
  • Vy2 e Vz2 siano uguali e quindi che siano
    uguali anche i valori delle pressioni sulle tre
    coppie di pareti, cioè

71
Teoria cinetica (10)
  • Indicando con p il valore della  pressione sulle
    pareti, possiamo scrivere
  • e sommando

Il contenuto della parentesi è il valore medio
del quadrato del modulo della velocità e quindi
risulta
dove Ec  è l'energia cinetica media di ogni 
particella e  quindi è
72
Teoria cinetica (11)
  • Il modello utilizzato porta dunque, per un dato
    volume, ad esprimere una relazione di
    proporzionalità tra la pressione del sistema di
    palline (gas) e l'energia cinetica media dei
    componenti.
  • Per stabilire una relazione tra la temperatura e
    l'energia cinetica media è necessario utilizzare
    l'equazione di stato dei gas perfetti
  • PV nRT 
  • Il confronto con l'espressione ricavata dal
    modello microscopico porta alla relazione
  • dove k R/N è la costante di Boltzmann  1,38
    10-23

73
Teoria cinetica (12)
  • Abbiamo così dimostrato che
  • La pressione P è dovuta agli urti delle molecole
    del gas sulle pareti
  • La temperatura assoluta T è una misura
    dellenergia cinetica media delle molecole
  • Il calore è un modo di trasferimento di energia
    cinetica alle molecole fa variare così
    lenergia interna del gas

74
Gas reali
  • Il comportamento dei gas reali spesso si discosta
    anche sensibilmente da quanto previsto
    dallequazione dei gas perfetti. Per fornire una
    buona descrizione dei gas reali sono state quindi
    proposte alcune modifiche alla legge
    PVnRT.Particolarmente utile e molto nota è la
    legge di Van der Waals
  • (P a/V2)
    (V - b) nRT,
  • dove a e b non sono costanti universali, bensì
    due parametri ai quali devono essere assegnati
    valori opportuni, ricavabili per via
    sperimentale.Anche la legge di Van der Waals
    può essere interpretata a livello microscopico
    le molecole interagiscono tra loro per mezzo di
    forze a corto raggio che sono fortemente
    repulsive a piccola distanza, diventano
    debolmente attrattive a distanza media e si
    annullano a grande distanza. La mutua repulsione
    tra molecole proibisce alle particelle di
    occupare posizioni particolarmente ravvicinate e
    di conseguenza una parte dellintero volume non è
    disponibile al moto casuale nellequazione di
    stato questo volume "proibito" (b), detto
    covolume, deve essere sottratto al volume del
    recipiente (V), ottenendo nella formula la
    quantità (V - b).

75
Il nuovo principio di conservazione dellenergia
  • In meccanica esiste un principio di conservazione
    dellenergia, in cui non è contemplata lenergia
    termica (calore)
  • Come si deve modificare il principio di
    conservazione dellenergia, ora che alla energia
    meccanica si aggiunge il calore?
  • La risposta PRIMO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA

76
Primo principio della Termodinamica
  • Il Primo principio della Termodinamica fornisce
    una precisa definizione del calore
    identificandolo come una forma di energia che può
    essere convertita in lavoro meccanico ed essere
    immagazzinata sotto forma di energia interna.
  • Il primo principio è dunque un principio di
    conservazione dell'energia. Esso afferma che,
    poiché l'energia non può essere né creata né
    distrutta, la somma della quantità di calore
    ceduta a un sistema e del lavoro compiuto sul
    medesimo deve essere uguale all'aumento dell
    energia interna del sistema stesso.
  • Calore e lavoro sono i mezzi attraverso i quali i
    sistemi si scambiano energia.

77
Primo principio della termodinamica (2)
78
Primo principio (3)
  • Il contenuto del primo principio della
    termodinamica é il seguente per far variare
    l'energia interna
  • di un corpo si può fare lavoro su di esso o, in
    maniera perfettamente equivalente, fornirgli una
    adeguata quantità di calore. Cioè dal punto di
    vista quantitativo calore e lavoro sono
    equivalenti.
  • In formule
  • (1) ?U Q - L
  • dove ?U rappresenta la variazione di energia del
    corpo, Q il calore assorbito (in senso
    algebrico)il lavoro fatto.
  • Ricordiamo che Q è positivo se assorbito dal
    sistema, negativo se ceduto, L è positivo se
    fatto dal sistema, negativo se subito.
  • La formula (1) rende evidente il significato dei
    concetti fisici di calore e di lavoro
  • si tratta di metodi per trasferire energia da
    un corpo ad un altro

79
Applicazioni del primo principio (1)
trasformazione isoterma
  • In questo caso la temperatura del gas non varia e
    quindi nemmeno la sua energia interna. Possiamo
    quindi scrivere
  • L Q
  • Tutto il calore che viene fornito al sistema si
    converte completamente in calore e viceversa.

80
Applicazioni del primo principio (2)
trasformazione isocora ( V cost)
  • In questa trasformazione il volume resta
    costante, quindi il gas non compie nessun lavoro.
    Il primo principio diventa
    ?U QTutto il calore che viene fornito al
    gas va a variare la sua energia interna e quindi
    la sua temperatura. Viceversa se il sistema cede
    calore, la sua energia interna diminuisce e
    quindi il gas si raffredda.

81
Applicazioni del primo principio (3)
trasformazione isobara( P cost)
  • Trasformazione isobara. In questa situazione non
    vi è nessuna grandezza( tra L,U e Q) che si
    conservi infatti il sistema compie o subisce
    lavoro, assorbe o cede calore e quindi la sua
    energia interna e la sua temperatura variano. In
    questo caso è però molto semplice calcolare il
    lavoro, che è dato dal prodotto tra la variazione
    di volume e la pressione costante
  • L P ?V

82
Lavoro in una trasformazione isobara
  • F

A
B
P cost
Lavoro
P?V
?V
VB
VA
83
Applicazioni del primo principio (4)
trasformazione adiabatica (Q 0)
  • Se il sistema è termodinamicamente isolato
    dall'ambiente, ossia se non vi sono scambi di
    calore con l'esterno( Q 0), si può scrivere
  • L ? UIn questo caso tutto il lavoro
    compiuto dal gas va a discapito della sua energia
    interna.

84
Applicazioni I principio (5) espansione
libera(cioè senza lavoro esterno)
Ci proponiamo di ricavare una relazione che
esprima la dipendenza dellenergia interna dalla
temperatura A tale scopo descriviamo
unesperienza dovuta a Joule chiamata espansione
senza lavoro esterno.
85
Espansione libera (2)
  • Due recipienti A e B comunicanti mediante un
    rubinetto sono posti allinterno di un
    calorimetro. Nel primo recipiente si trova un gas
    alla pressione P, mentre nel secondo si pratica
    il vuoto Il sistema è in equilibrio alla
    temperatura T. Aprendo il rubinetto si lascia
    espandere il gas finchè la pressione raggiunge un
    nuovo valore di equilibrio P. Attraverso il
    termometro inserito nel calorimetro si constata
    sperimentalmente che la temperatura è rimasta
    costante. Poiché in questa trasformazione non è
    stato fatto lavoro né scambiato calore con
    lesterno, in base al primo principio ?U0 e
    quindi lenergia dello stato iniziale è uguale a
    quella dello stato finale.
  • Si conclude pertanto che nonostante siano
    cambiate pressione e volume, ma non la
    temperatura, lenergia interna è rimasta
    costante. Lenergia interna perciò è una funzione
    della sola temperatura UU(T), come già sapevamo
    dalla teoria cinetica dei gas. Per determinare la
    variazione di energia interna quando un gas passa
    da uno stato ad un altro a differente
    temperatura, si può usare qualsiasi
    trasformazione, essendo l'energia interna una
    funzione di stato la più comoda per i calcoli è
    quella a volume costante per la quale L0 e
    quindi in base al primo principio
  • ?UQ.

86
Applicazioni I principio Calori specifici dei
gas perfetti (1)
  • Facciamo ricorso ad una trasformazione
    isocora (Vcost ) per determinare la variazione
    di energia interna al variare della temperatura.
    Poiché in unisocora il lavoro L è uguale a zero,
    la variazione di energia interna DU è uguale al
    calore Q scambiato dal sistema e pertanto
    (ricordando la legge fondamentale della
    termologia)
  • ? U Q m cv ? TSostituendo al posto
    della massa (m) il prodotto del numero di moli
    (n) per la massa molecolare (mmol) e introducendo
    il calore molare a volume costante Cv la
    formula precedente diventa
  • ?U n Cv ? T.

87
Calori specifici dei gas perfetti (2)
  • Invece in una trasformazione isobara (P cost),
    il lavoro è dato da
  • L p ? V, la variazione di energia interna ? U
    da ? U n Cv ? T e il calore scambiato Q da Q
    n Cp ? T Pertanto il primo principio della
    termodinamica diventa
  • p ? V n Cv ? T n Cp ? TPer i gas ideali
    dall'equazione di stato si ottiene p ? V n R ?
    T, quindi sostituendo e semplificando il numero
    di moli n, si ha CpCv R (relazione di Mayer)
    che mette in relazione i calori specifici a
    volume costante e a pressione costante per i gas
    perfetti.Questa relazione ci permette di
    valutare solo la differenza tra i calori
    specifici.La teoria cinetica ci consente di
    determinare (per un gas perfetto monoatomico) il
    calore specifico a volume costante, in quanto,
    per una mole di gas,
  • U 3/2 R T e quindi Cv Q/DT ?U/ ?T 3/2 R.
  • Poi semplicemente CpCv R 3/2 R R 5/2R

88
Lavoro sul diagramma P-V
  • Il lavoro effettuato durante una trasformazione è
    dato dallarea compresa tra il grafico della
    trasformazione e lasse delle x.
  • Questo fatto può facilmente essere giustificato
    nel caso di una trasformazione isobara, in cui il
    lavoro è dato da p ?V

P
Larea è data da P ?V lavoro
V1
V2
89
Lavoro in un ciclo
  • Lavoro utile in un ciclo P2(V2-V1)-P1(V2-V1)

A
B
P2
Lavoro utile area rettangolo
P1
C
D
V1
V2
90
Verso il Secondo principio
  • Il primo principio stabilisce la equivalenza
    tra le varie forme di energia, cioè il principio
    generale di conservazione dell'energia
  • è possibile che un corpo perda energia meccanica
    se acquista energia per esempio sotto forma di
    energia termica.
  • Un blocco che scivoli su un piano inclinato con
    attrito perde energia potenziale e non acquista
    una corrispondente quantità di energia cinetica,
    ma si riscalda, in quanto la sua energia interna
    aumenta.
  • Si pone ora il problema seguente
  • le varie forme di energia sono equivalenti
    da ogni punto di
  • vista? Per esempio è possibile riutilizzare
    l'energia termica ottenuta con il blocco
    precedente per farlo risalire alla sua posizione
    originaria, senza alcuna altra modifica?

91
Secondo principio (1)
  • Il primo principio della Termodinamica non pone
    limitazioni alla trasformazione reciproca di
    calore in lavoro e viceversa .
  • Il secondo principio invece stabilisce dei limiti
    alla trasformazione del calore in lavoro
  • Non è possibile, in generale, trasformare tutto
    il calore in lavoro.

92
Convertire calore in lavoro?
  • E consuetudine usare lespressione
  • convertire calore in lavoro.
  • Poiché abbiamo detto che calore e lavoro sono
    solo metodi di trasferimento
  • dellenergia, una tale espressione non ha
    alcun significato. In realtà avremmo dovuto dire
  • prelevare energia ad un dato corpo mediante
    assorbimento di calore Q e cedere energia ad un
    altro corpo facendo lavoro L su di esso.
  • Useremo comunque, anche in contesti
    analoghi, lespressione più concisa,
  • per motivi di semplicità e perché é entrata
    ormai nelluso comune, rammentando però che si
    deve sempre tenere presente quanto qui osservato.

93
Verso il secondoprincipio(2)
  • quando un corpo scivola lungo una superficie
    scabra, per esempio un piano inclinato, converte
    parte della propria energia meccanica in energia
    interna del piano e del corpo stesso ciò è
    testimoniato, a livello macroscopico, da un
    aumento di temperatura dei due corpi. Il Primo
    Principio non vieterebbe il realizzarsi del
    processo inverso in realtà, non si è mai
    osservato un corpo che, inizialmente fermo

alla base di un piano inclinato, lo risalga a
spese della propria energia interna.
94
Verso il secondo principio (3)
  • E esperienza comune il fatto che un gas,
    lasciato libero di espandersi, tenda ad occupare
    tutto il volume che gli è accessibile. La
    conservazione dellenergia non vieterebbe che il
    gas, inizialmente distribuito su un ampio volume,
    spontaneamente ne occupasse solo una frazione,
    limitandosi spontaneamente.
  • Due corpi, inizialmente a temperature diverse, se
    vengono messi in contatto, dopo un certo tempo
    raggiungono la stessa temperatura allequilibrio
    termico. Perché due corpi che hanno la stessa
    temperatura non se ne allontanano, raggiungendo
    stati con temperature diverse?

95
Verso il secondo principio (4)
  • Questi esempi possono essere ricondotti agli
    effetti di un unico Principio fondamentale il
    Secondo Principio della Termodinamica.
  • .Potremmo dire che nellUniverso in cui viviamo,
    è vero che lenergia si conserva, ma è vero
    altresì che essa evolve, assumendo forme che non
    sono tutte ugualmente pregiate. Da questo punto
    di vista, è evidente che linteresse che luomo
    ha nei riguardi dellenergia sta nel fatto che
    può ottenerne lavoro. Nel mondo antico tale
    lavoro lo si otteneva per lo più da energia
    muscolare (facendo lavorare uomini e animali) e
    da energia meccanica si pensi ai mulini a vento,
    alle ruote idrauliche, alla navigazione a vela.
    Nel mondo moderno, invece, gran parte dei
    macchinari utilizzano energia elettrica o energia
    che deriva da qualche forma di combustione. E in
    questi casi, lefficienza di conversione in
    lavoro è molto inferiore la figura qui accanto
    mostra che solo una piccola frazione (1/8) della
    potenza di unautomobile, che viaggia su una
    strada orizzontale, viene effettivamente
    utilizzata per il movimento. E dunque un punto
    molto importante il fatto che in Natura non tutte
    le forme di energia siano ugualmente pregiate (ai
    fini di ottenerne lavoro).

96
Energia in forma disordinata
  • Quando la conversione avviene da forme di energia
    più ordinate a più disordinate, si ottiene
    energia meno pregiata e meno utilizzabile. Si
    dice che aumenta lentropia
  • Per esempio, il calore che si produce per
    attrito è una forma di energia più disordinata,
    meno pregiata vedremo che è impossibile
    riconvertirla tutta in lavoro

Sperimentalmente si osserva che in
natura spontaneamente lenergia si converte in
forme a più degradate (con produzione
complessiva di una variazione di entropia
positiva). Vedremo in seguito perché.
Tempo
97
Verso il secondo principio (5)
  • Questi esempi, apparentemente scollegati fra
    loro, in realtà possono essere ricondotti agli
    effetti di un unico Principio fondamentale
  • il Secondo Principio della Termodinamica

98
Secondo principio (2)
  • Esistono 2 formulazioni equivalenti
  • 1) formulazione di Kelvin
  • E impossibile realizzare una trasformazione il
    cui unico risultato sia quello di trasformare in
    lavoro tutto il calore estratto da una sola
    sorgente a temperatura costante

99
Secondo principio (3)
  • 2) formulazione di Clausius
  • È impossibile realizzare una trasformazione il
    cui unico risultato sia quello di far passare il
    calore da una sorgente più fredda ad una più calda

100
Macchine termiche
  • Si chiama macchina termica un dispositivo capace
    di trasformare calore in lavoro, cioè in energia
    meccanica (potenziale o cinetica).
  • Una macchina termica a funzionamento ciclico è
    una macchina che torna periodicamente nello stato
    iniziale.
  • una qualunque macchina termica per poter essere
    utilizzata indefinitamente deve essere a
    funzionamento ciclico.

101
Come funziona una macchina termica
  • Il secondo principio stabilisce che una macchina
    termica possa funzionare solo assorbendo calore
    Q2 ad alta temperatura T2 e cedendo calore Q1 a
    bassa temperatura T1
  • Il suo rendimento Lavoro utile/ calore assorbito

Entra calore Q2 ad alta temperatura T2
Lavoro utile Q2-Q1
Esce calore Q1 a bassa temperatura T1
102
Rendimento ?

  • ? L/Q2 (Q2-Q1)/Q2

Q2 entra
A
B
P2
Lavoro utile area rettangolo
P1
C
D
-Q1 esce
V1
V2
103
Reversibilità e irreversibilità
approfondimenti 1
  • Le limitazioni alla conversione di energia
    termica in lavoro sono legate ad un importante
    concetto, quello già incontrato di
    irreversibilità
  • La più importante classificazione delle
    trasformazioni termodinamiche è quella che
    distingue le trasformazioni cosiddette
    reversibili da quelle irreversibili. Si dice
    reversibile un processo ciclico in cui sia il
    sistema che lambiente ritornano nello stato di
    equilibrio preesistente allinizio del processo
    perciò, una volta tornato al punto iniziale,
    non deve rimanere nessuna traccia del processo
    il sistema è esattamente come prima, e anche
    lambiente è esattamente come prima. Nessun segno
    ci dice che è avvenuta la trasformazione.

104
E possibile?
  • Se getto una bomba ho trasformato un edificio
    in macerie, ho scaldato laria, ecc.
  • Posso riportare tutto come prima? Dovrei
    rimettere insieme i pezzi delledificio,
    rimettere insieme la bomba facendo avvenire al
    contrario le reazioni chimiche, fare in modo che
    il calore che si è disperso nellambiente ritorni
    indietro, ecc.
  • Se faccio cuocere un uovo, ho fatto una
    trasformazione.
  • Posso ora riportarlo al essere un uovo crudo,
    intero, alla temperatura iniziale, riportando
    contemporaneamente alle condizioni iniziali tutto
    luniverso, me compreso?

105
Reversibilità e irreversibilità approfondimenti 2
  • Il concetto di reversibilità è una
    astrazione molto importante per lanalisi
    quantitativa dei processi.
  • La realizzazione di una trasformazione
    reversibile è una eventualità puramente teorica
    anche se in pratica può essere realizzata con
    sufficiente approssimazione. In altri termini,
    chiameremo reversibili le trasformazioni che
    avvengono in un tempo al limite infinito e in cui
    non sono presenti effetti dissipativi

106
Reversibilità e irreversibilità approfondimenti
3
  • Trasformazioni reversibili in natura non ne
    esistono, ma potremo con buona approssimazione
    considerare tali, come abbiamo già detto, le
    trasformazioni in cui le coordinate
    termodinamiche del sistema cambiano molto
    lentamente nel tempo e in cui sono stati ridotti
    al massimo gli attriti. Agendo opportunamente,
    un sistema che ha compiuto una trasformazione
    reversibile può sempre essere riportato al suo
    stato iniziale senza che nell'ambiente
    circostante rimanga alcuna traccia della
    trasformazione avvenuta. Una trasformazione
    reversibile è dunque una trasformazione che si
    svolge in modo tale per cui, alla fine, sia il
    sistema che l'ambiente circostante possono essere
    riportati ciascuno nel proprio stato iniziale
    senza che nell'Universo resti alcuna traccia.

107
Reversibilità e irreversibilità approfondimenti
4
  • In particolare tutto ciò che avviene in un senso
    durante una trasformazione reversibile, accade
    nel senso opposto se si cambia il verso di
    percorrenza della trasformazione. Di conseguenza,
    gli scambi energetici che avvengono fra sistema
    ed ambiente in una trasformazione reversibile, al
    cambiare del verso della trasformazione cambiano
    in segno, ma non in valore assoluto. Ad
    esempio, se il sistema durante una trasformazione
    reversibile assorbe calore da un altro corpo,
    invertendo la trasformazione restituisce a quello
    stesso corpo la quantità di calore che prima gli
    aveva sottratto.

108
Reversibilità e irreversibilità approfondimenti
5
  • Chiameremo irreversibili le trasformazioni che
    avvengono in un tempo finito e/o nelle quali sono
    presenti effetti dissipativi. Una
    trasformazione irreversibile non è caratterizzata
    tanto dal fatto che il sistema non possa essere
    ricondotto nello stato iniziale (cosa invece
    quasi sempre realizzabile),
  • ma dal fatto che ciò non possa avvenire senza che
    nell'ambiente circostante ne rimanga traccia.

109
Reversibilità e irreversibilità (6)
  • L'espansione libera di un gas è un tipico esempio
    di trasformazione irreversibile.
  • Consideriamo un recipiente a pareti rigide e
    adiabatiche, diviso in due camere da un setto ed
    immaginiamo che in una camera sia contenuta una
    certa quantità di gas, mentre nell'altra
    inizialmente ci sia il vuoto. Se togliamo il
    setto di separazione, il gas si espanderà fino ad
    occupare tutto il volume del recipiente.

110
Espansione libera di un gas (2)
1 2
Durante l' espansione (che non è contrastata da
nessuna forza esterna), il gas non compie lavoro
sull'ambiente, mentre per riportare il gas nel
suo stato iniziale, l'ambiente deve compiere un
lavoro non nullo sul gas (spontaneamente il gas
non tornerebbe mai ad occupare il volume di
partenza!).
111
Espansione libera di un gas 3
  • Che l'espansione libera di un gas sia una
    trasformazione irreversibile lo si dimostra
    ricorrendo alla II legge della termodinamica.

112
Espansione libera di un gas 4
  • Ad espansione avvenuta, per riportare il sistema
    allo stato iniziale occorre comprimere tutto il
    gas nel vano a sinistra eseguendo del lavoro
    esterno come conseguenza però il gas si
    riscalda. Si potrebbe immaginare di trasformare
    laumento di energia interna del sistema in
    calore Q da utilizzare tutto come lavoro L. In
    tal caso sistema e ambiente ritornerebbero nelle
    condizioni iniziali e la trasformazione sarebbe
    reversibile. Una conversione integrale del calore
    in lavoro utilizzando una sola sorgente a
    temperatura uniforme violerebbe però la II legge
    della termodinamica. Parte del calore Q deve
    essere necessariamente ceduta allambiente
    esterno. Il ripristino dello stato iniziale del
    sistema comporta perciò una modifica
    dellambiente esterno.

113
Entropia (1)
  • Per comprendere meglio i meccanismi che
    determinano la forma del secondo principio e le
    sue limitazioni, è utile approfondire, seppure in
    modo il più possibile intuitivo, il concetto di
    entropia.
  • Lentropia può essere studiata da un punto di
    vista macroscopico o da un punto di vista
    microscopico. Cominceremo con laffrontare il
    problema dal punto di vista microscopico,
    chiedendoci come sono distribuite ( in direzione,
    verso e modulo) le velocità delle molecole di un
    gas

114
Entropia(2) come sono le velocità delle molecole?
  • Velocità distribuite in modo casuale
  • Velocità parallele

115
Entropia (3)
  • Proviamo a far cadere 3 stuzzicadenti per 10.000
    volte

. . .
4
1
2
3
Studiare la distribuzione delle velocità è un po
come chiedersi come si distribuiscano degli
stuzzicadenti gettati su un tavolo.Ogni
configurazione ha la stessa probabilità. La
probabilità che si presenti la 3 è 1/10.000. La
probabilità che si presenti una qualsiasi delle
altre è 9.999/10.000. E se le configurazioni
possibili fossero 10 alla 30? Sarebbe
praticamente impossibile che si presentasse la 3
116
Entropia(4) distribuzione delle velocità
  • Analogia con gli stuzzicadenti

. . .
4
3
1
2
Ogni configurazione è, a suo modo, ordinata.
Ciascuna ha un suo ordine proprio. Ma a noi serve
che tutte le molecole abbiano la configurazione 3
per spingere Tutte insieme nella stessa
direzione, in modo da trasformare tutto il calore
in lavoro. Se il numero di casi possibili fosse
1030, la probabilità che si verificasse proprio
la configurazione che ci interessa sarebbe
praticamente nulla
117
Entropia(5)
  • La numerosità dei casi possibili è misurata da
    una grandezza denominata entropia
  • Maggiore è il numero di casi possibili, maggiore
    è lentropia
  • Se lancio 10.000 volte 3 stuzzicadenti, si
    presentano 10.000 configurazioni diverse tra
    loro, oppure si presentano poche configurazioni
    ripetute, per esempio solo quelle verticali
    parallele e quelle orizzontali parallele?

118
Entropia (6)
  • O così?
  • così

119
Entropia (7)
  • E ovvia la risposta si presentano, più
    facilmente, configurazioni tutte diverse tra
    loro il sistema di configurazioni si presenta
    realizzando il maggior numero possibile di casi
    possibili
  • Si dice che il sistema evolve spontaneamente
    verso un aumento di configurazioni possibili
    cioè verso un aumento di entropia

120
Entropia (8)
  • Lentropia di un gas aumenta se aumenta il numero
    di velocità possibili aumenta la varietà di
    frecce per rappresentarle da quelle di lunghezza
    zero (velocità zero) a quelle di lunghezza
    massima velocità massima
  • Se la velocità massima aumenta, aumenta il numero
    di possibili velocità tra zero e valore massimo
  • Poiché la velocità delle molecole aumenta con
    lingresso di calore, lentropia aumenta se entra
    calore

121
Entropia (9)
  • Lentropia aumenta anche se aumenta il volume
  • Se voglio che tutte le molecole non solo abbiano
    velocità parallele per spingere sul pistone, ma
    che siano anche tutte in posizione allineate per
    colpire il pistone insieme

così
Non così
122
Entropia (10)
  • Comunque la situazione peggiorerà se il volume
    diventerà più grande e il numero di posizioni
    possibili delle molecole crescerà. Allora devo
    anche preoccuparmi che la configurazione delle
    posizioni sia quella voluta da me. Ma questa
    sarà uno dei possibili forse 10 alla 30 casi, e
    non si verificherà forse mai.

123
Entropia (11)
  • Ancora due esempi
  • 1) Posizioni

? ? ? ?
? ? ? ?
Spontaneamente, il gas tende ad espandersi
aumento delle posizioni possibili
124
Entropia (12)
  • 2) velocità

Gli urti modificano le direzioni, in modo che si
tende spontaneamente verso un numero
crescente di configurazioni possibili
125
Entropia (13)
  • Come varia lentropia nelle diverse
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