Title: DIABETE SENILE: OBIETTIVI TERAPEUTICI
1DIABETE SENILE OBIETTIVI TERAPEUTICI
- Il trattamento è analogo a quello previsto nei
pazienti più giovani e si basa essenzialmente su - - dieta,
- - attività fisica,
- - antidiabetici orali
- - insulina.
- Lunica differenza è la necessità di una attenta
valutazione funzionale geriatrica complessiva
2- NELLANZIANO IL RAGGIUNGIMENTO DI UNA GLICEMIA
NORMALE VA PERSEGUITO INSIEME AD ALTRI OBIETTIVI
PRIMARI - Benessere soggettivo con eventuale eliminazione
della sintomatologia diabetica - Conservazione o ripristino di un normale
metabolismo energetico - Prevenzione crisi ipoglicemiche
- Prevenzione complicanze metaboliche acute
- Rallentamento complicanze d'organo
Limpegno che la terapia intensiva richiede al
paziente anziano è spesso improponibile
3Estratto dal Position Statement ADA 2007 Livello
raccomandazioni
4Livello raccomandazioni Standard italiani AMD
SID 2007
5Il compenso glicemico e il trattamento
ipoglicemizzante nellanziano (ADA2006 -AMD 2007)
- Nei diabetici anziani gli obiettivi glicemici
dovrebbero essere individualizzati. Se le
condizioni generali sono relativamente buone, il
valore di HbA1c potrà essere compreso tra 6,5 e
7,5. - (Livello della prova VI, Forza della
raccomandazione B) - Negli anziani fragili (con complicanze, affetti
da demenza, con pluripatologie, nei quali il
rischio di ipoglicemia è alto e nei quali i
rischi di un controllo glicemico intensivo
superino i benefici attesi) è appropriato un
obiettivo meno restrittivo, con valori di HbA1c
compresi tra 7,5 e 8,5. - (Livello della prova VI, Forza della
raccomandazione B) - Nei diabetici anziani lo schema di
automonitoraggio dovrebbe essere commisurato al
grado di autosufficienza e quindi alle singole
capacità funzionali, affettive e cognitive. Lo
schema deve essere basato sugli obiettivi
glicemici e di HbA1c programmati, sulle reali
possibilità di modificare la terapia e sul
rischio di ipoglicemia. - (Livello della prova VI, Forza della
raccomandazione B)
6Continua
- Se in un soggetto anziano è indicata una terapia
con antidiabetici orali, non è opportuno
lutilizzo di clorpropamide e glibenclamide.
(Livello della prova V, Forza della
raccomandazione B) - In diabetici anziani con valori di creatininemia
1,5 mg/dl (1,4 mg/dl nel sesso femminile), o
livelli di clearance della creatinina indicativi
di ridotta funzionalità renale, non è opportuno
luso di metformina, dato il maggior rischio di
acidosi lattica. - (Livello della prova IV, Forza della
raccomandazione B) - In diabetici anziani trattati con metformina il
controllo della creatininemia dovrebbe essere
effettuato almeno una volta allanno e in
occasione di ogni incremento posologico. In
soggetti di età 80 anni o con ridotta massa
muscolare è preferibile la misurazione della
clearance della creatinina. - (Livello della prova VI, Forza della
raccomandazione C)
7La valutazione funzionale
- Il paziente anziano con diabete tipo 2 dovrebbe
avere una valutazione multidimensionale
geriatrica e una valutazione delle sindromi
geriatriche. - (Livello della prova VI, Forza della
raccomandazione B) - La valutazione deve includere la misura delle
funzioni globale/fisica, cognitiva e affettiva. - (Livello della prova VI, Forza della
raccomandazione B) - La valutazione funzionale deve essere completata
da un accertamento delle comorbilità e dello
stato nutrizionale. - (Livello della prova VI, Forza della
raccomandazione B) - Il diabetico anziano dovrebbe essere valutato
periodicamente riguardo alla possibilità di
eseguire attività fisica e informato sui benefici
che ne possono derivare e le risorse disponibili
per incrementare il livello di attività
praticata. - (Livello della prova VI, Forza della
raccomandazione B)
8Continua
- Nei diabetici anziani dovrebbero essere valutati
periodicamente lapporto alimentare, lo stato
nutrizionale e lidratazione, fornendo
indicazioni per una terapia nutrizionale adeguata
allo stato socio-economico e culturale, consigli
sul contenuto della dieta e sui potenziali
benefici derivanti da una riduzione del peso
corporeo. Dovrà sempre essere valutato anche il
rischio di una malnutrizione calorico-proteica,
condizione assai frequente nella persona anziana.
- (Livello della prova VI, Forza della
raccomandazione B) - Il diabetico anziano presenta un rischio
aumentato di depressione maggiore, per cui
particolare attenzione deve essere posta alla
ricerca di sintomi suggestivi di tale diagnosi,
sia nel corso della valutazione iniziale, sia in
occasione di peggioramenti dello stato clinico
non altrimenti giustificabili. - (Livello della prova III, Forza della
raccomandazione C) - Il diabetico anziano dovrebbe essere invitato a
tenere una registrazione aggiornata dei farmaci
assunti, da presentare al medico curante. - (Livello della prova VI, Forza della
raccomandazione C)
9Continua
- Il medico curante di un diabetico anziano
dovrebbe prendere in considerazione la possibile
presenza di un decadimento cognitivo, sia nel
corso della valutazione iniziale, sia in presenza
di un declino non altrimenti giustificabile dello
stato clinico che si manifesti, ad esempio, con
unaumentata difficoltà nella cura di sé. - (Livello della prova VI, Forza della
raccomandazione C) - Lo screening annuale del diabetico anziano
dovrebbe prevedere la ricerca di sintomi di
incontinenza. - (Livello della prova VI, Forza della
raccomandazione C) - Il diabetico anziano dovrebbe essere interrogato
su eventuali episodi di cadute a terra. In tal
caso, ne andranno indagate le cause (per es.
farmaci, fattori ambientali, ecc.). - (Livello della prova VI, Forza della
raccomandazione C) - Durante la valutazione iniziale, il diabetico
anziano dovrebbe essere interrogato sulla
eventuale presenza di dolore cronico. - (Livello della prova VI, Forza della
raccomandazione C)
10Continua
- Ogni Residenza Sanitaria Assistenziale che ospiti
pazienti diabetici dovrebbe avere un piano o un
protocollo concordato di assistenza
diabetologica, sottoposto a regolari revisioni. - (Livello della prova VI, Forza della
raccomandazione B)
11VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE PER IL DIABETE
NELLANZIANO
- Valutazione socioeconomica
- Abitativa (Casa propria, presso familiari,
comunità) - Familiare (vive da solo o con altri)
- Reddito (è economicamente autonomo)
- Valutazione della terapia Farmacologica
- Valutazione delle abitudini di vita
(alimentazione, attività fisica, orari dei pasti) - Valutazione clinica (Multidisciplinare)
- Malattia aterosclerotica, Valutazione
cardiovascolare, - Neuropatia( Sensibilità periferica e sistema
periferico autonomo) - Malattie oculari,
- Nefropatia,
- Piede Diabetico Esame dei piedi dal punto di
vista vascolare, neurologico, muscolo-scheletrico,
cutaneo e dei tessuti molli - Esame e adeguamento delle calzature usate
- Valutazione multidimensionale per il diabete
nellanziano
12DIABETE SENILE problemi particolari nel
trattamento
13PROGRAMMA ASSISTENZIALE PER LA GESTIONE DEL
DIABETE NEGLI ANZIANI Guida per la formulazione
degli obiettivi
- Stabilire dei target glicemici e pressori
realistici. - Partecipare attivamente a programmi di assistenza
strutturata che prevedano una valutazione
regolare delle funzionalità, delle capacità
cognitive e dellumore, riconsiderando gli
obiettivi terapeutici - Consenso e condivisione delle cure tra paziente,
caregiver, MMG, Specialista ospedaliero e
ambulatoriale, infermiere. - Definire la frequenza e la natura del follow-up
(misurare HbA1c almeno ogni 6 mesi) - Organizzare il monitoraggio glicemico da parte
del paziente o care-giver. - Rivolgersi, se necessario, ai servizi sociali o
comunitari. - Partecipare a interventi educazionali che
promuovano uno stile di vita salutare.
14STUDIO QUADRI 2004 (ISS) 3200 diabetici fra i
18-64 anni
- 30 riferisce di aver sofferto di una complicanza
- 19 ha subito un ricovero ospedaliero nellultimo
anno - 73 ha almeno 1 fattore di rischio (ipertensione,
ipercolesterolemia, obesità) - 40 sovrappeso 32 obeso 27 fuma 31 è
sedentario - Solo il 49 ha fatto una visita medica
approfondita nellultimo semestre - Solo il 58 ha fatti il FO
- Solo il 66 ha fatto la glicata negli ultimi 4
mesi - 56 fa lautocontrollo giornaliero
- 90 è stato informato su fumo, peso,
alimentazione, attività fisica - Solo il 68 ha avuto informazioni su cosa fare in
caso di ipoglicemia - Solo 49/100 conoscono limportanza del controllo
del piede
15CARATTERISTICHE DEL DIABETE NELLANZIANO
(Graydon S. et al, Journal of Gerontology
200156M5-M13)
- Spesso è assente la triade polidipsia poliuria
polifagia - Sintomi atipici delirium, perdita di
autosufficienza, incontinenza urinaria, cadute - I nuovi casi sono diagnosticati casualmente
(asintomatico) - I deficit cognitivi sono più frequenti
- Gli eventi ipoglicemici sono più frequenti, gravi
e prolungati - È più facile linsorgenza di acidosi lattica da
biguanidi
16Continua
- Coma iperosmolare non chetosico come prima
manifestazione nelle case di riposo - Le patologie cardiovascolari sono più frequenti
- Sono frequenti i fatti infettivi broncopolmonari
e urinari e insorgono facilmente lesioni
ulcerative infette agli arti inferiori - Complicanza del diabete stesso (IMA, Stroke) come
prima manifestazione clinica - Maggiore dipendenza da prestatori assistenziali
formali o informali
17(No Transcript)
18V A R I A B I L I T A
E S P OS I Z I O N E
19Conseguenze delliperglicemia
Picchi iperglicemici di breve durata hanno un
effetto significativo sullo stess ossidativo
endoteliale
Glicazione\ossidazione di lipoproteine, matrice e
collagene
Alterazione della permeabilità vascolare.
AUMENTO DEL RISCHIO CARDIOVASCOLARE
20LIPERGLICEMIA POST-PRANDIALE E DANNOSA ?
International Diabetes Federation (IDF) 2007
Valutazione giornaliera del compenso glicemico
(soprattutto se si usano analoghi dellinsulina)
21VALUTAZIONE DEL CONTROLLO GLICEMICO
- Emoglobina glicata (HbA1c)
- La valutazione del controllo glicemico ottenuto
da parte di un diabetico deve includere il
periodico dosaggio dellHbA1c - (Livello della prova VI, Forza della
raccomandazione B) - Il dosaggio dellHbA1c deve essere effettuato
almeno 2 volte allanno in ogni diabetico, anche
se il controllo glicemico è stabilmente
nellobiettivo terapeutico. - (Livello della prova VI, Forza della
raccomandazione B) - Nei pazienti in cui è stata modificata la terapia
ipoglicemizzante oppure lobiettivo terapeutico
non è ancora stato raggiunto o non è stabile nel
tempo, il dosaggio dellHbA1c deve essere
effettuato ogni 3 mesi. - (Livello della prova VI, Forza della
raccomandazione B)
22La lezione dello Studio UKPDS 1998controllo
migliore, meno complicanze
RIDUZIONE DEL RISCHIO
Morte per diabete
Attacchi cardiaci
Complicanze microvascolari
Malattia vascolare periferica
1
p lt0.0001
UKPDS 35. BMJ 2000 321 405-412.
23ESTRATTO DAL POSITION STATEMENT ADA 2007
- Lautocontrollo glicemico, condiviso con il team
diabetologico, è una componente indispensabile
dellautogestione della malattia diabetica sia
per raggiungere gli obiettivi terapeutici sia per
ridurre il rischio di ipoglicemie gravi. - (Livello della prova VI, Forza della
raccomandazione B) - Lautocontrollo quotidiano (almeno 3-4
controlli/die) è indispensabile per la persona
con diabete tipo 1 in terapia insulinica
intensiva. - (Livello della prova II, Forza della
raccomandazione A)
24ESTRATTO DAL POSITION STATEMENT ADA 2007-2008
- Lautocontrollo glicemico continuativo, con
frequenza e modalità diverse, è utile per la
persona con diabete tipo 2 insulino-trattato. - (Livello della prova III, Forza della
raccomandazione B) - Lautocontrollo glicemico non continuativo è
potenzialmente utile per la persona con diabete
tipo 2 in terapia orale o dietetica, ma non sono
disponibili chiare evidenze di efficacia sul
controllo glicemico. - (Livello della prova VI, Forza della
raccomandazione C)
25Conitinua
- Per ottenere un buon controllo glicemico e
raggiungere gli obiettivi glicemici
post-prandiali può essere utile lautocontrollo
glicemico post-prandiale. (Livello della prova
VI, Forza della raccomandazione B) - La frequenza dellautocontrollo deve essere
adattata agli eventi intercorrenti e
intensificata in presenza di situazioni cliniche
quali patologie intercorrenti, ipoglicemie
inavvertite, ipoglicemie notturne, variazione
della terapia ipoglicemizzante. - (Livello della prova VI, Forza della
raccomandazione B) - È necessario istruire il paziente
allautocontrollo glicemico, valutare
periodicamente la correttezza dellutilizzo del
glucometro e la capacità di modificare la terapia
sulla base dei valori misurati, eventualmente
facendo uso di un algoritmo condiviso. (Livello
della prova VI, Forza della raccomandazione B)
26RACCOMANDAZIONI SULLUSO E LA PERIODICITÀ
DELLAUTOCONTROLLO(AMD-SID 2007)
- Si individuano le seguenti classi di pazienti in
funzione della terapia - Classe 1) Terapia insulinica intensiva
- Classe 2) Terapia insulinica convenzionale o
mista - Classe 3) Terapia ipoglicemizzante orale con
farmaci secretagoghi (sulfaniluree,
glinidi) - Classe 4) Terapia dietetica e/o con farmaci
insulinosensibilizzanti (metformina,
glitazoni, tiazilodindioni)
ADA 3-4 controlli/die Diabete 1
27Raccomandazioni in relazione alle classi su
esposte (AMD-SID 2007)
- Classe 1
- a) di regola 4 controlli/die in condizioni
routinarie - b) numero illimitato in condizioni di squilibrio
glicemico o malattie intercorrenti, per periodi
limitati alla risoluzione del fatto - Classe 2
- a) numero di controlli quotidiani pari al numero
di iniezioni 20 in routine - b) numero illimitato in condizioni di squilibrio
glicemico o malattie intercorrenti, per periodi
limitati alla risoluzione del fatto
28Raccomandazioni in relazione alle classi su
esposte
- Classe 3 (secretagoghi)
- a) numero di controlli pari a un profilo
settimanale su 4 punti in routine - b) fino a 2 controlli/die in presenza di rischio
elevato di ipoglicemia o conseguenze
potenzialmente gravi dellipoglicemia
(coronaropatia, vasculopatia cerebrale,
retinopatia proliferante) - c) numero illimitato in condizioni di squilibrio
glicemico o malattie intercorrenti, per periodi
limitati alla risoluzione del fatto - Classe 4 (dieta, insulinosenzibilizzanti)
- Lefficacia dellautocontrollo della glicemia in
questa classe di pazienti non è a tuttoggi
dimostrata (ad eccezione del diabete
gestazionale) - la frequenza dei controlli deve esseredecisa dal
diabetologo in relazione alle singole situazioni
cliniche.
29Qual è il ruolo delloperatore rispetto
allistruzione del paziente sullautocontrollo
della glicemia
- Istruire i pazienti/care-giver sulluso degli
apparecchi e verificare la loro abilità nelluso - Prima di iniziare lautogestione
dellautocontrollo valutare capacità visive,
manuali, cognitive - Verificare periodicamente la capacità di
performance rispetto allautocontrollo (anziano
ogni 2 settimane, ogni 1-2 anni nelladulto) - Calibrare periodicamente i valori dellSBMG con
quelli della glicemia da sangue venoso (obv ADA
ridurre al 10 i dati inattendibili) - Controllare periodicamente i valori dellSBMG con
lHbA1c, per valutare eventuali falsificazioni
del diario.
30CARATTERISTICHE DI UN REFLETTOMETRO PER PAZIENTI
ANZIANI
- Facile da apprendere (non occorre data e ora)
- Che permetta una facile esecuzione dellesame
- Con un ampio display che facilita la visione del
risultato - (27-48 dei diabetici ha problemi di vista)
- Con linserimento del codice semplice o
automatico e senza limiti di tempo per
linserimento - Le strisce si devono poter maneggiare senza
lutilizzo dellinvolucro - Lapparecchio non deve dare il risultato se il
sangue è poco - (85 dei valori glicemici bassi sono
attribuibili a questo errore) -
- (R. Toniato OSDI, 2003)
31Goal Terapeutico
- ottimale accettabile
- Glicemia a digiuno 80-120 120-140
- Glicemia 2h. dopo i pasti 120-140 140-180
- - Prima di coricarsi 100140 lt 160
- - HbA1C lt 6.5-7 lt 7,5-8,5
Nellanziano lobiettivo è ridurre il rischio
dipoglicemia e variabilità glicemia
32- PRINCIPI DI TERAPIA NEL DIABETE 2 DELLANZIANO
- Terapia non farmacologica (dieta att. fisica)
- Antidiabetici orali (soli o più insulina)
- Insulina
33ANTIDIABETICI ORALI E NURSING
FARMACO AZIONE ASPETTI DEL NURSING
SULFANILUREE Stimolano secrez. insulina Lunga durata azione (6-24h.) Scarso potere nel ridurre glicemia post-prandiale Alto rischio Ipoglicemia Metabolizzate dal fegato Eliminate dal rene Controllo glicemia (3-4 v/sett.) Valutare introito alimentare Aumento peso Disturbi gastrointestinali Uso di farmaci Educazione gestione ipoglicemia
GLINIDI (repaglinide) Stimola secrez. B cellule Azione rapida (60-4h) Previene le iperglicemie post-prandiali Basso rischio ipoglicemia (soprattutto notturne) Escrez. biliare Controllo glicemia post-prandiale Assumere prima del pasto
34LE SULFANILUREE
- sono tra i farmaci dotati di maggior potere
ipoglicemizzante - sono gravate da un maggior rischio di ipoglicemia
e di incremento ponderale - accelerano il processo del fallimento secondario
(esaurimento funzionale della ßcellula) - non è stato chiaramente dimostrato il
peggioramento degli outcomes CV (differenze tra
farmaci della classe) - possono bloccare il meccanismo cardiaco
protettivo del precondizionamento ischemico
(differenze tra II e III generazione) - esistono situazioni in cui è sconsigliabile il
loro utilizzo (pz con sindromi coronariche acute
ed in caso di angiografia coronarica).
35BIGUANIDI (Metformina) Farmaco insulino-sensibilizzante Riduce glicemia a digiuno Non controlla liperglicemia post-prandiale Stimola la glicolisi anerobica (ac. Lattico) Disturbi gastrointestinali e anoressia (nutrizione) Funzionalità renale Rischio di acidosi lattica Pazienti a rischio oltre 75 anni, cardiopatici, insuff. Renale o respiratoria (ipossia ? latticidemia)
TIAZOLIDINDIONI insulino-sensibilizzante Possono dare danno epatico (funz. Epatica) Controllo peso - Ritenzione idrica segni di scompenso cardiaco
ACARBOSE Inibitore alfa-glicosidasi Rallenta scissione carboidrati complessi Riduce glicemia post-prandiale Disturbi gastrointestinali (meteorismo flatulenza)
36TERAPIA INSULINICA
371. QUALI SONO GLI OBIETTIVI DEL TRATTAMENTO
INSULINICO INTENSIVO E LEFFICACIA IN TERMINI DI
RIDUZIONE DELLE COMPLICANZE?
- 1. Controllo frequente della glicemia (SBMG) da 3
a 4 volte al dì. - 2. Terapia medica nutrizionale
- 3. Educazione al self-management e al problem
solving - 4. Possibilità di essere ospedalizzati al momento
dellinizio della terapia. - ?
- 50-70
- retinopatia, nefropatia, neuropatia
38TIPI DI INSULINA
- ANALOGHI ad azione Rapida
- Humalog Insulina LISPRO
- Novorapid Insulina ASPART
- Apidra Insulina GLULISINA
- RAPIDA
- Humulin R, Actrapid HM
- INTERMEDIA
- Humulin I, Protaphane HM
- LENTA
- Monotard HM, Ultratard (sospesa la produzione)
- MISCELE Rapida/Intermedia
- Humulin (30/70-50/50)
- Actraphane (10/90 20/80 30/70 40/60
50/50) - NUOVA MISCELA di ANALOGO
- Humalog Mix 25
- NovoMix 30
- ANALOGHI ad azione LENTA
- Insulina Glargine Lantus
- Insulina Detemir Levemir
39CENNI DI FARMACOCINETICA
Raccomandazioni SIEDP, 2005
40- LENTO INIZIO DELLEFFETTO
- Picco di azione non contemporaneo al picco
glicemico post prandiale - Richiede la somministrazione tra 20 e 40 minuti
prima del pasto - Rischio di ipo in caso di ritardo nellassunzione
del pasto - LUNGA DURATA DAZIONE
- Fino a 7 ore
- Aumentata in caso di alti dosaggi dinsulina
- Ipoglicemia tardiva post prandiale
41INSULINA ASPART NOVORAPID
Sost. in posizione B28 della Prolina con acido
aspartico
B 30
A 1
S
S
A 21
S
S
S
S
B 1
CATENA A
LEGAMI DISOLFURO
CATENA B
S
CARATTERISTICHE Monomerica Rapido inizio e
picco precoce
42INSULINA LISPRO HUMALOG
INVERSIONE Lisina-Prolina B 28 B29
B 30
A 1
S
S
A 21
S
S
S
S
B 1
CATENA B
CATENA A
S
LEGAMI DISOLFURO
CARATTERISTICHE Monomerica Rapido inizio e
picco precoce
4380 60 40 20 0
PLASMA INSULIN
Plasma Free Insulin (µU/ml)
0 2 4 6 8 10 12
Time After Insulin Injection or Meal Ingestion
(Hrs)
44QUALE PIANO EDUCATIVO PREDISPONI PER UN PAZIENTE
IN TERAPIA CON ANALOGO AD AZIONE RAPIDA (Lispro -
Aspart)
- rende più facile il calcolo della dose in
rapporto alla quantità di carboidrati previsti
nella dieta, - la breve durata di azione (4 ore) elimina il
rischio di ipoglicemia tardiva. Il rischio
ipoglicemico si colloca invece dopo 30-60 minuti
ma solo se la dose iniettata è in eccesso
rispetto allintroito di carboidrati, - per il rischio di ipoglicemia precoce è meglio
ritardare di almeno 3 ore rispetto alliniezione
un eventuale programma di attività fisica, - iniettata al momento del pasto riduce
liperglicemia post-prandiale alla 1 e 2 ora,
- riduce livelli di HbA1c dello 0,3-0,4
- Rischio di microangiopatia del 25
45Continua
- si può iniettare e mangiare immediatamente od
anche iniettare linsulina a fine pasto
commisurando la dose alleffettivo quantitativo
di carboidrati introdotto (bambini e anziani) - va iniettata nellarea addominale anche se la
rapidità di assorbimento riduce le differenze di
comportamento farmacocinetico legate alla sede
diniezione
46Continua
- può essere usata nella pompa ad infusione (CSSI)
- è indispensabile lautocontrollo prima dei pasti
e dopo 90-120 minuti (a scaletta) per individuare
il fabbisogno prandiale di insulina e il
fabbisogno di intermedia per coprire lintervallo
di tempo lasciato libero dallanalogo.
47INTERMEDIE implicazioni per luso
- La breve durata di azione della NPH (8 ore)
- impone che venga iniettata tardi la sera intorno
alle 23.00 questo per evitare il rischio di
ipoglicemia notturna verso le 2.00 3.00 quando è
minore il fabbisogno. - non sempre riesce poi a garantire buoni valori
della glicemia a digiuno al mattino fra le 3.00 e
le 8.00 dove cè un maggior fabbisogno (fenomeno
alba). -
- Vanno iniettate a livello della coscia o dei
glutei ma esiste una variabilità individuale
dellassorbimento sottocutaneo. -
- Non possono essere infuse per via e/v in quanto
contengono agenti ritardanti (trattandosi di
sospensioni devono essere agitate prima delluso.
Lo scuotimento brusco della boccetta o la
posizione verticale possono favorire la
formazione di aggregati)
48ANALOGHI DELLINSULINA A LUNGA AZIONE
49INSULINA DETEMIR
SOSTITUZIONE di B30 con ACIDO MIRISTICO SOSTITUZIO
NE di B29 Lisina - Threonina
B 30
A 1
S
S
A 21
S
S
S
S
B 1
CATENA B
CATENA A
LEGAMI DISOLFURO
S
CARATTERISTICHE Legame all albumina
50INSULINA DETEMIR LEVEMIR
- analogo acilato dellinsulina umana per
laggiunta di una molecola di acido miristico in
posizione 30 della catena B, a struttura
esamerica - legame reversibile con lalbumina sottocutanea,
successivo passaggio nel circolo sistemico in
forma monomerica, legame con lalbumina
plasmatica e allungamento dellemivita - solubile a pH neutro, rimane in forma liquida nel
sito sottocutaneo di iniezione, quindi minor
variabilità glicemica - ridotto rischio di ipoglicemie notturne
51INSULINA GLARGINE LANTUS
Sost. dell'asparagina in A21 con la glicina e
l'aggiunta di 2 residui di arginina in C-term.
della cat B
B 30
A 1
S
S
A 21
S
S
S
S
B 1
CATENA B
CATENA A
S
LEGAMI DISOLFURO
CARATTERISTICHE pH 5.5 -Precipitazione -Lento
regolare rilascio
52(No Transcript)
53INSULINA GLARGINE LANTUS
- UTILITÀ
-
- Secrezione basale (1-2 iniezioni)
- Assenza di picco
- Non necessità di preparare sospensione
Non può essere miscelata con altre insuline
perché ha un ph acido
54Insulina Glargine
Iniezione di Glargine (soluzione acida pH
4.0) ? Precipitazione di glargine nel tessuto
sottocutaneo (pH 7.4) ? Dissociazione lenta
degli esameri di glargine dai microprecipitati
? Azione prolungata
Solution limpida pH 4.0
pH 7.4
Precipitazione
Dissociazione
Esameri
Dimeri
Monomeri
10-3 M
10-5M
10-8 M
Membrana Capillare
Insulina circolante
55IL CONCETTO DEL BASAL/BOLUS
- Insulina basale
- Soppressione della produzione epatica di
glucosio interprandiale e notturna - Corrisponde al 40 - 50 del fabbisogno
insulinico giornaliero - Bolo insulinico (pasti)
- Limitare liperglicemia post-prandiale
- Inizio immediato e picco dazione massimo entro
1 ora dal pasto - Ad ogni pasto corrisponde il 10 - 20 del
fabbisogno insulinico giornaliero.
56(No Transcript)
57Linsulina basale ideale
- Mima la secrezione basale da parte del pancreas
- Durata 24 ore
- Profilo liscio, senza picco
- Riproducibilità di assorbimento sottocutaneo
- Ridotto rischio di ipoglicemia notturna
- Somministrabile una volta al giorno
- Le insuline a lunga durata dazione servono per
mantenere leuglicemia nelle fasi interprandiali
soprattutto durante il periodo di digiuno notturno
58MOMENTI DELLA GIORNATA DA PRESIDIARE IN CORSO DI
TERAPIA INSULINICA
RAPIDA PRIMA DEI PASTI Rischio di Ipoglicemia post-prandiale Viene eseguita prima di essere certi dellintroito alimentare o senza rispettare lintervallo insulina -pasto
ANALOGHI PRIMA DEI PASTI Basso rischio di ipoglicemia Iperglicemia Breve durata dazione Può essere iniettata dopo il pasto Prima del pasto successivo prevenibile con luso dellintermedia
INTERMEDIA Rischio di ipoglicemia A fine mattina se fatta al mattino Fra le 24-02 se fatta la sera
PREMISCELATE (ES. 30/70) IN 2 SOMM. Rischio di ipoglicemia Iperglicemia Vedi intermedia Per disequilibrio fra insulinizzazione e ritmo alimentare
59(No Transcript)
60(No Transcript)
61Comè disposto il tessuto sottocutaneo?
differentemente nelluomo e nella donna (nella
donna è più localizzato a livello fianchi e
cosce, nelluomo a livello del collo, poco
presente a livello delle cosce) Presente
abbondantemente in entrambi a livello addominale.
Disposto in modo più uniforme nel bambino
62INCLINAZIONE DELLAGOADA, 2004
- Inclinazione a 45 o 90?
- Linsulina può essere praticata sia a 45 che a
90. - Langolatura dipende dalla lunghezza ago, sede
diniezione, paziente lo scopo è di prevenire
iniezioni nel muscolo - Serve o non serve fare la plica?
- Eseguire la plica sia a 45 che a 90 per
allontanare il sottocute dal tessuto muscolare e
iniettare senza rischio - La plica può non essere eseguita nei soggetti
obesi (preferire angolatura a 45, aghi di 5 6
mm sede gluteo) - Inoltre
- manovra di Lesser non serve
- attendere alcuni secondi
- prima di togliere lago
63aspetti in discussione (1)
riutilizzo siringhe secondo lADA possono
essere riutilizzate ma bisogna valutare il
paziente (vista adeguata per richiuderle,
condizioni igieniche, abilità manuali)
(Ada 2004)
riutilizzo aghi sebbene accettato dal team
diabetologico, si deve considerare che - il
riutilizzo dellago danneggia la punta -
lasciare lago collegato alla penna favorisce
lentrata di aria nella cartuccia influenzando la
dose somministrata - linsulina tende a
cristallizzare allinterno dellago ostruendolo
(Diabetes Care 2002)
64COMPLICANZE ACUTEIPOGLICEMIAIPERGLICEMIA
65Hypoglycemia the limiting factorin the glycemic
management of type I and type II
diabetesDiabetologia 45937948, 2002
- rischio di ipoglicemia fatale o non fatale
associato a uso di ipoglicemizzanti orali aumenta
esponenzialmente con letà - Nel 70 dei casi sono implicate le sulfaniluree
- Studio UKPDS eventi di ipoglicemia severa in
Diabete tipo 2 in follow-up a 6 anni - 2,4metformina
- 3,3sulfonilurea
- 11,2insulina
66Nell'anziano l'ipoglicemia è pericolosa!
La risposta allipoglicemia vasocostrizione,
aumento PAO e consumo O2, stress
- Provoca danni a livello del circolo coronarico e
cerebrale - Un controllo metabolico troppo rigoroso può
portare nell'anziano ad ipoglicemie evidenti ma
spesso anche misconosciute e sempre dannose
specie a livello del S.N.C.(ischemia cerebrale) -
- Nei pazienti con coronaropatia possono
manifestarsi anche aritmie o infarti a volte
asintomatici e quindi più difficilmente
diagnosticabili - Sinstaura un quadro di ipoglicemia cronica
67IPOGLICEMIA (ADA 2005)
- Diminuzione dei valori della glicemia plasmatica
uguali o inferiori a 70 mg/dl - La soglia dinsorgenza dei sintomi ipoglicemici
tende ad essere più bassa nei soggetti con
controllo ottimizzato o con recenti episodi
ipoglicemici, in terapia insulinica intensiva - ASINTOMATICHE
- SINTOMATICHE
68POSSIBILI CAUSE DIPOGLICEMIA NELLANZIANO
- Può essere legato ad un controllo metabolico
troppo rigido e favorito da una ridotta risposta
ormonale controregolatoria - Politerapia e scarsa adesione agli schemi
terapeutici - Uso di sulfaniluree
- Una recente ipoglicemia può predisporre a crisi
ipoglicemiche per riduzione di risposta ormonale
con riduzione dei sintomi durante una successiva
ipoglicemia - Compromissione dello stato cognitivo (percezione
ipoglicemia) - Difficoltà a correggere precocemente le
ipoglicemie - Insufficienza epatica e/o renale
- Comorbilità che mascherano o confondono i sintomi
(demenza, depressione, disturbi del sonno, ecc)
69- Eccesso di insulina, sia accidentale (per errore
di preparazione o tecnica di iniezione
dinsulina) che per errato calcolo della dose
(attenzione allestate!) - Ridotto introito alimentare per
- alterazione dei sensi (gusto e odorato),
adentulia, rigidità articolari o i tremori che
limitano la preparazione dei cibi (grado di
autonomia) - irregolarità nellassunzione dei pasti
- disordini affettivi e cognitivi (depressione,
demenza ) - Fattori sociali (solitudine)
- Esercizio fisico insolito o non accompagnato da
opportune correzioni della terapia e
dellintroito alimentare - Lingestione di alcol, specie a digiuno, può
causare ipoglicemia, per inibizione della
produzione di glucosio da parte del fegato
70Altered response to hypoglycemia of healthy
elderly people Journal ofClinical
EndocrinologyandMetabolism 1994781341-1348
- Soggetti anziani sani
- Ridotta produzione di glucagone e adrenalina in
risposta allipoglicemia - Riduzione dei sintomi autonomici e non dei
sintomi neuroglicopenici
71(No Transcript)
72SINTOMI AUTONOMICI
dovuti allaumentata attività del SNA per
contrastare lipoglicemia (stimoli dallarme
inducono la persona ad assumere zuccheri)
- Ansia
- Tremori
- Palpitazioni
- Intorpidimento della lingua, delle labbra e delle
dita - Irritabilità
- Pallore
- Sudorazione
- Rabbia
- Nausea - Fame (parasimpatico)
Questi sintomi ad eccezione della sudorazione
possono essere assenti nei pazienti che usano B-
bloccanti
73SINTOMI NEUROGLICOPENICI
- Difficoltà di concentrazione
- Conpromissione della memoria a breve termine
- Mal di testa
- Confusione
- Difficoltà nella parola
- Cambiamenti di comportamento
- Visione doppia o offuscata
- Disturbi nella visione a colori, specialmente
rosso e verde - Sonnolenza
- Debolezza e vertigini
- Convulsioni
- Coma
Legati alla riduzione della glicemia con
sofferenza delle cellule cerebrali con sintomi
neurologici sempre più accentuati
74IPOGLICEMIA SINTOMATICAqualche dato
- Nel complesso, la frequenza stimata di
ipoglicemia moderata è di circa 0,1-0,3
episodi/paziente-giorno. (Ann Intern Med
2002136504-14) - Nello studio DCCT, lincidenza dellipoglicemia
severa era 3 v. maggiore nei soggetti D1 trattati
con terapia insulinica intensiva rispetto ai
soggetti in terapia convenzionale (0,6 rispetto a
0,2 episodi/paziente-anno) 5. (N Engl J Med
1993329977-86) - In modo analogo, nello studio SDIS lipoglicemia
severa era 2 v. e mezzo più frequente nei
pazienti in terapia insulinica intensiva (N Engl
J Med 1993329304-9). - Nel diabete tipo 2 la frequenza di ipoglicemia
severa riportata in letteratura è più bassa
rispetto a quella del diabete tipo 1.
75IPOGLICEMIA NOTTURNA qualche dato
Il DCCT ha dimostrato che le ipoglicemie gravi si
manifestano nella maggior parte dei casi durante
la notte (43) e non sempre sono precedute da
sintomi di allarme. Generalmente lipoglicemia
notturna è molto frequente, infatti può essere
presente fino al 50 dei profili notturni, è
asintomatica in circa il 25-40 dei casi, può
essere prolungata fino a diverse ore (anche 4-6
ore) ed essere completamente misconosciuta.
76Pazienti a rischio di ipoglicemia asintomatica
(hypoglicemia unawareness)
- È la complicanza più frequente dellipoglicemia
notturna (alcuni autori sottolineano che se alle
h. 22 la glicemia è inf. 110 mg/dl il rischio di
ipoglicemia notturna è dell80) - Anziani
- Con neuropatia autonomica (ridotta o assente
risposta adrenergica) - In trattamento insulinico intensivo o con
sulfaniluree che hanno presentato ultimamente
episodi ipoglicemici frequenti e ricorrenti
Solo sintomi neuroglicopenici
25 dei pazienti con DM1 10 pazienti con DM2
(Diab Med 2003)
77TRATTAMENTO DELLIPOGLICEMIA
Ipoglicemia LIEVE Ipoglicemia MODERATA Ipoglicemia SEVERA
Asintomatica o con sintomi autonomici Sintomi autonomici e neuroglicopenici (parestesie periorali, visione offuscata, cafalea) Quadro di neuroglicopenia (letargia, convulsioni, coma)
Riconosciuta e trattata dal paziente o famigliari a domicilio Riconosciuta e trattata dal paziente o famigliari a domicilio Richiede lassistenza di altre persone
78TRATTAMENTO IPOGLICEMIA LIEVE O MODERATA (ADA
2006)
Glicemia uguale o maggiore a 70 mg/dl Mangiare pane o alimenti ricchi di amido o frutta e ricontrollare la glicemia dopo 15 (Regola del 15)
Glicemia inferiore a 70 mg/dl Assumere zollette di zucchero (3) o succo di frutta o coca-cola (1/2 lattina) e ricontrollare la glicemia dopo 15 In un secondo momento (dopo circa 45) agli zuccheri semplici vanno associati zuccheri complessi
Sospetta ipoglicemia non documentata Prendere alimenti contenenti zuccheri e rilevare al più presto la glicemia
ADA15- 20 gr glucosio
79Introito di glucosio Glicemia incremento Tempi di risposta
10 gr Cryer, Diabetes Care 1994 Da 60 a 97 mg/dl 30 mg/dl Dopo 30 decade dopo 1 h.
15 gr Slama et al. Arch Intern MEd 1990) 38 mg/dl Dopo 20
20 gr Cryer, Diabetes Care 1994 Da 58 a 122 mg/dl 60 mg/dl Dopo 45 decade dopo 1h., maggiore risposta dopo 15
Il paziente deve definire il suo algoritmo
personale!
8020 gr di glucidi equivalgono a circa
crackers 31,5 gr 5 crackers
Pane (25 gr. glucosio) 50 gr 1 panino
Pancarrè 50 gr 3 fette
mela 200 gr 1 mela
Latte (magro o parz. scr.) 400 ml
Coca-cola 200 ml 1 bicch.
zucchero 3 zollette
Succo di frutta 125 ml 1 bottiglietta
81Trattamento ipoglicemia GRAVE (paziente
incosciente)
- Glucagone (esempio Glucagen HypoKit) 1 mg i/m
(agisce in 10-15, lazione decresce dopo 1,5 h. - (usare con cautela nel D2 da un colpo di frusta
alle ßcellula con aumento insulinemia) -
- Somministrare Glucosata 20 500 ml in 2 ore e 30
minuti (circa 0,45 gr/Kg/ora)
82Ipoglicemia da terapia che fare ?
- Ipoglicemia determinata da sulfoniluree a media
lunga emivita - ? terapia infusionale
- Ipoglicemia da insulina a breve durata (Lispro,
Aspart, Glurisina) ? dipende dalla gravità della
ipoglicemia - Ipoglicemia da insuline a medio lunga emività
- ? terapia infusionale
- Ipoglicemia da terapia non nota
- ? trattamento infusionale
83IPOGLICEMIA DA SULFANILUREE GRAVE
- Paziente incosciente
- In presenza di sintomi neurologici è opportuno
sempre effettuare un controllo glicemico anche se
non ci sono segni di ipoglicemia - Necessita di infusione continua e/v di glucosio
per 12/24 h., 3-4 mg/kg/min - La somministrazione di glucagone non risulta
utile perché lazione delle sulfaniluree è molto
lunga - È associata a gravi incidenti macrovascolari come
IMA ictus
mortalità 10 - morbilità 5 (G. Bolli, Il
Diabete 6/1997) 2 casi/100 pazienti/anno (Sicolo,
Il Diabete 1999)
84INTERAZIONI DELLE SULFANILUREE
- INCREMENTANO LAZIONE IPOGLICEMIZZANTE
- 1) etanolo
- 2) salicilati ad alte dosi
- 3) fenilbutazone
- 4) sulfamidici incluso il cotrimossazolo
- 5) cloranfenicolo
- 6) Dicumarolo
- RIDUCONO LAZIONE IPOGLICEMIZZANTE1)
barbiturici2) corticosteroidi3) estrogeni - 4) Rifampicina
- 5) diuretici tiazidici
- FARMACI CON AZIONE IPOGLICEMIZZANTE DUBBIA1)
allopurinolo2) aspirina a basse dosi3)
b-bloccanti4) bezafibrato5) inibitori delle
monoamino ossidasi6) antidepressivi triciclici
85PREVENZIONE DELL IPOGLICEMIA
- Avere sempre a disposizione
- zucchero a rapido assorbimento
- un tesserino di riconoscimento come diabetico
- il glucagone se indicato (sapere come usarlo)
- Nellimpossibilità di misurare la glicemia
assumere zucchero ai primi sintomi sospetti - Istituire un programma di monitoraggio della
glicemia che consenta di prevenire lipoglicemia
86Continua
- Lievi abbassamenti glicemici quotidiani a 60-70
mg/dl che in presenza di vasculopatia ostruttiva
cerebrale causano neuroglicopenia - Il ripetersi degli episodi ipoglicemici modifica
nellanziano la percezione dellipoglicemia che
si presenta - Importanza del controllo glicemico (almeno
1v/sett. fra le 2,00-3,00) - Variazioni della terapia se si presentano troppo
frequentemente valori glicemici di 70-80 mg/dl
(definire degli OBV glicemici più alti)
Senza sintomi autonomici Con sintomi neuroglicopenici
Possono essere confusi con uno stato di demenza
87Listruzione sullipoglicemia deve essere fatta
allinizio e ripetuta periodicamente
- Spesso le persone con D2 sono state poco istruite
sullipoglicemia o nellanno mai sperimentata - Il diabetico tende ad essere meno vigilante nel
tempo se non sperimenta episodi ipoglicemici - Lo stile di vita si modifica nel tempo
(decadimento) - I sintomi dellipoglicemia variano con
laumentare della durata della malattia - I familiari/badanti devono essere
coinvolti/sostituirsi (variabilità)
88CRITERI PER IL TRATTAMENTO IN REGIME DI RICOVERO
OSPEDALIERO DELLA CRISI IPOGLICEMICA GRAVE CON
NEUROGLICOPENIA (ADA, Diabetes Care 2000)
- Glicemia inf. a 50 mg/dl senza risoluzione, con
il trattamento, della conpromissione del sensorio - Coma, disorientamento, atassia, disfagia da
documentata o sospetta ipoglicemia - Ipoglicemia trattata ma con nessun adulto
responsabile che può rimanere con il paziente
nelle 12 h. successive - Ipoglicemia da sulfaniluree
89IPERGLICEMIA
- CAUSE
- Pasto troppo abbondante
- Dose insufficiente insulina, mancata assunzione
ipoglicemizzante orale - Dose insulina troppo alta con ipoglicemia
notturna effetto rimbalzo (Somogyi) - Dose dinsulina alta con ipoglicemia notturna
seguita da un assunzione eccessiva di zucchero
per compensarla (è sufficiente assumere 15 gr. di
glucosio) - Breve durata dazione dellinsulina serale
(verificare la glicemia durante la sera o la
notte) effetto tramonto - Maggior bisogno dinsulina nelle prime ore del
mattino per effetto ormonale Effetto alba
90STATI IPERGLICEMICI FATTORI PRECIPITANTI
- Terapia insulinica inadeguata
- Infezioni
- Pancreatite
- IMA
- Farmaci (cortisonici, tiazidici,
simpaticomimetici e nuovi antipsicotici) - Malattie cerebrovascolari
- Qualsiasi condizione di allettamento prolungato
- Alterazione del senso della sete
- Diabetes care 2006192739-2747
91EDUCAZIONE DEL PAZIENTE IN TRATTAMENTO INSULINICO
SULLA PREVENZIONE E GESTIONE DOMICILIARE
DELLIPERGLICEMIA
- Elencare i principali sintomi diperglicemia
- Elencare le principali cause diperglicemia e
identificare la propria causa - Eseguire il controllo glicemico in caso di
sintomi diperglicemia o sintomi neurologici,
cardiaci, infezioni
92EDUCAZIONE DEL PAZIENTE IN TRATTAMENTO INSULINICO
SULLA PREVENZIONE E GESTIONE DOMICILIARE
DELLIPERGLICEMIA
- Eseguire controllo corpi chetonici nelle urine
- Se il paziente ha già fatto la sua dose abituale
dinsulina - ALGORITMO
- 2-3 UI dinsulina s/c ogni 2 h. oltre la dose
abituale fatta. In caso di chetonuria bolo di 5UI
poi 2-3 UI ogni 1-2h. - Controllo ogni ora della glicemia (glicosuria)
- Reintegrare acqua e Sali. In caso di chetonuria
ogni 1-2 h. assumere 200 cc di bevande zuccherate
(10-15 gr. Glucosio) - Quando la glicemia raggiunge i valori di 200-250
mg/dl sospendere insulina - Assumere zuccheri complessi per evitare
ipoglicemia
93CRITERI PER IL RICOVERO OSPEDALIERO IN CASO DI
CHETOACIDOSI DIABETICA(ADA)
- Chetoni sierici positivi
- Ph arterioso lt 7,30 e/o bicarbonato lt 15 mmol/l
- Chetonuria
94(No Transcript)
95(No Transcript)
96(No Transcript)
97Obiettivi di cura per i pazienti in RSAClinical
Guidelines for Type 2 Diabetes Mellitus
EuropeanUnion Geriatric Medicine Society.
http//www.eugms.org/ documents/clinicalguidelined
iabetes.pdf (visitato il 09/03/2007).
- mantenere il massimo livello di qualità di vita e
di benessere, evitando di sottoporre i pazienti a
interventi medici e terapeutici non appropriati e
superflui - fornire supporto e opportunità per mettere in
grado i pazienti di gestire la propria condizione
diabetica, ove ciò sia possibile e utile - raggiungere un controllo metabolico soddisfacente
(se non ottimale), evitando sia iper- sia
ipoglicemia, consentendo il massimo livello di
funzione fisica e cognitiva
98Obiettivi di cura per i pazienti in RSAClinical
Guidelines for Type 2 Diabetes Mellitus
EuropeanUnion Geriatric Medicine Society.
http//www.eugms.org/ documents/clinicalguidelined
iabetes.pdf (visitato il 09/03/2007).
- ottimizzare la cura dei piedi e la cura della
vista, per favorire il miglior grado possibile di
mobilità, ridurre il rischio di cadute ed
evitare ricoveri ospedalieri non necessari - assicurare un piano nutrizionale e dietetico
bilanciato al fine di prevenire uno stato
malnutritivo (in eccesso e in difetto) - effettuare uno screening efficace delle
complicanze del diabete a intervalli regolari,
con particolare attenzione alla neuropatia e alla
vasculopatia periferica, che predispongono
allulcerazione e allinfezione dei piedi, nonché
alle complicanze oculari.