Diabete Mellito di tipo 1 - PowerPoint PPT Presentation

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Diabete Mellito di tipo 1

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PROGETTO e-LEARNING IN PEDIATRIA Cattedra di Pediatria Facolt di Medicina e Chirurgia Universit degli Studi di Chieti Diabete Mellito di tipo 1 – PowerPoint PPT presentation

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Title: Diabete Mellito di tipo 1


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Diabete Mellito di tipo 1
PROGETTO e-LEARNING IN PEDIATRIA Cattedra di
Pediatria Facoltà di Medicina e
Chirurgia Università degli Studi di Chieti
F. Chiarelli
2
Diabete Mellito di tipo 1
  • Il diabete mellito di tipo 1 costituisce una
    delle malattie croniche più frequenti.
  • Gli obiettivi più importanti che i pediatri
    diabetologi perseguono sono
  • ottenere il miglior controllo glicemico e
    metabolico possibile,
  • ridurre significativamente la prevalenza delle
    complicanze,
  • fare in modo che la malattia interferisca il
    meno possibile sulla qualità di vita del bambino
    e della sua famiglia.

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Definizione
Il diabete mellito di tipo 1 è uno stato di
deficit assoluto o relativo di insulina che
conduce ad una elevazione cronica delle
concentrazioni di glucosio nel sangue
(iperglicemia). È una malattia cronica
autoimmune nella quale si verifica una
progressiva distruzione delle cellule beta del
pancreas endocrino. La definizione di diabete
mellito e di intolleranza glucidica è riassunta
nella tabella 1.
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Tabella 1
  • Diabete MMOL/L MG/DL
  • glicemia a digiuno gt 7.0 gt 126
  • glicemia random o 2 ore
  • dopo carico di glucosio gt 11.1 gt 200
  • Intolleranza al glucosio
  • glicemia a digiuno 6.1-7.0 118-126

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Diabete nelletà evolutiva (OMS, ADA)
  • Diabete mellito di tipo 1 (T1DM)
  • Diabete mellito di tipo 2 (T2DM)
  • Diabete gestazionale
  • Altri tipi specifici
  • Difetti genetici della funzione ?cellulare (MODY)
  • Diabete associato a malnutrizione (MRDM)
  • Sindromi con insulino-resistenza
  • Intolleranze transitorie al glucosio (può essere
    indicativo di diabete latente)
  • Diabete secondario (fibrosi cistica,
    pancreatite,..)
  • Associato con malattie genetiche/sindromi
  • Diabete ereditario materno e sordità (MIDD)
  • Diabete neonatale

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Tabella 2
CARATTERISTICHE T1DM T2DM MODY Età Tutte P
ubertà Pubertà, lt25 aa Esordio
Acuto, Variabile Lieve
rapido da lieve a insidioso
grave grave Insulino-dipendenza
Permanente Variabile Variabile Secrezione
dinsulina Assente Variabile Variabile Genetica
Poligenica Poligenica A.
D. Distribuzione Tutti
Gruppi etnici Caucasici a
rischio Frequenza gt90
lt10 Rara (Giappone
80) Associazioni Autoimmunità,
Obesità, Rare chetosi
Acantosi
nigricans
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Epidemiologia
Casi/100000/anno
50
40
30

20
10
Cuba
Corea
Sudan
Grecia
Belgio
Austria
Israele
Russia
Kuwait
Estonia
Spagna
Francia
Algeria
Polonia
Islanda
Slovenia
Romania
Ungheria
Brasile
0
Finlandia
Germania
Giappone
Portogallo
Hong Kong
Paesi Bassi
G.B. Oxford
Isole Vergini
Lussemburgo
Scozia
Svezia
G.B. Yorkshire
Nuova Zelanda
Australia (WA)
Italia (Abruzzo)
Danimarca
Australia (NSW)
USA (Allegh.,PA)
G.B. Irlanda nord
Italia (Sardegna)
USA (Roch.,MN)
Italia (Lombardia)
USA (S. Diego, CA)
Canada (Montreal)
Canada (Prince E.)
USA (non Ispanici)
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Epidemiologia
  • Per studiare lepidemiologia del diabete in età
    pediatrica sono stati istituiti
  • WHO DIAMOND Study (progetto multinazionale
    coordinato dalla OMS (oltre 80 Paesi partecipanti
    nei 5 continenti),
  • EURODIAB ACE Study (progetto finanziato
    dallUnione Europea, coinvolgente 24 regioni
    dEuropa)
  • Nel nostro Paese
  • RIDI (Registro Italiano del Diabete Infantile)

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Nuove acquisizioni
  • Aumento dellincidenza del diabete nel bambino
    in molti Paesi (circa 3-5 per anno)
  • Epidemie (in Polonia, in Nuova Zelanda, in
    Estonia e negli Stati Uniti), per la maggior
    parte nella prima metà degli anni 80
  • Stagionalità (aumento dellincidenza nei mesi
    invernali)
  • Differenze di incidenza nelle varie età
    pediatriche
  • In alcuni Paesi è stata osservato un
    significativo incremento dellincidenza nei primi
    5 anni
  • Non vi sono sostanziali differenze tra maschi e
    femmine

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Storia naturale
  • Fattori genetici
  • Familiarità della malattia
  • Associazione con antigeni di
    istocompatibilità (HLA-DR3, DR4 e DQ2)
  • Possibili geni candidati (Tabella 3)

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Tabella 3
  • LOCUS CROMOSOMA GENE CANDIDATO
  • IDDM 1 6p21 HLA
  • 2 11p15 Insulin VTNR
  • 15q26
  • 11q13
  • 6q25
  • 18q21
  • 2q31
  • 6q27
  • 3q21-q25
  • 10p13-q11
  • 14q24-q31
  • 2q33 CTLA-4
  • 2q34-q35
  • 6q21
  • 7p13

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Fattori ambientali
  • Fattori ambientali (aumento di incidenza in
    popolazioni migranti, studi su gemelli, epidemie
    in alcune regioni, etc.)
  • Infezioni virali (Echovirus, Coxsackie A e B)
  • Alimenti (proteine del latte vaccino, glutine,
    vitamina D, altri)
  • Tossine
  • I fattori ambientali favoriscono linstaurarsi
    dei meccanismi autoimmunitari che conducono alla
    distruzione delle beta-cellule

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Meccanismi autoimmunitari
  • Autoanticorpi circolanti diretti contro le
    cellule insulari (ICA) si ritrovano nella maggior
    parte dei soggetti con T1DM di recente diagnosi
  • Gli ICA ad alto titolo (gt 20 unità JDF)
    predicono un rischio del 40-60 nei successivi
    5-7 anni
  • Gli ICA e gli altri auto-anticorpi sono presenti
    nel periodo di prediabete
  • Quando sono presenti anticorpi multipli, la
    capacità predittiva aumenta

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Storia naturale
Fattore genetico Fattore ambientale
Remissione
? cellule
? cellule
T1DM
T1DM
STORIA NATURALE
ETA PRESCOLARE?
Fattore genetico Fattore ambientale
Fattore genetico Fattore ambientale
? cellule
? cellule
Modulazione?
T1DM
AUTOIMMUNITA ?-CELLULARE SENZA T1DM?
T1DM DELLADULTO (LADA?)
15
Sintomatologia
  • Il diabete mellito di tipo 1 esordisce nella
    maggiorparte dei bambini con
  • poliuria (pollachiuria, nicturia, enuresi)
  • polidipsia
  • iperfagia
  • dimagrimento
  • In alcuni Paesi e popolazioni ed in alcune
    circostanze può avere uninsorgenza atipica.

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Indagini
Cliniche e Laboratoristiche
  • Glicemia, glicosuria, chetonuria, chetonemia,
    emoglobina glicosilata
  • Markers autoimmunitari (anticorpi anti-insula,
    ICA, anti-glutamicodecarbossilasi, GAD,
    anti-insulina, IA2, anti-tirosina fosfatasi)
  • Fattori di rischio personali e familiari
    (obesità, storia familiare di diabete mellito di
    tipo 1 e/o 2, caratteristiche di trasmissione
    autosomica dominante, MODY)

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Terapia insulinica
  • Gli scopi del trattamento insulinico del diabete
    mellito di tipo 1 in età evolutiva sono
  • Normalizzare la glicemia (ottimizzare HbA1c)
  • Evitare lipoglicemia
  • Assicurare una buona crescita

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Sedi di iniezione dellinsulina
  • Addome sede da preferire
  • Parte anteriore delle cosce e glutei
    (quadrante laterale esterno)
  • Parte laterale delle braccia

Liniezione dovrebbe essere eseguita iniettando
per alcuni giorni nello stesso sito distanziando
le sedi della somministrazione al fine di
prevenire la lipodistrofia
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Glicemia e Insulinemia
140
130
110
Glicemia mg/dl
100
90
80
Colazione
Pranzo
Cena
540
480
400
320
Insulina pmol/L
240
160
80
0
0700
1200
1800
2400
0700
Tempo (ore)
Hirsch et al. Diabetes Care, 1990
20
Preparazioni di insulina
  • Insulina ad azione rapida
  • inizio veloce
  • rapido picco
  • breve durata dazione
  • Insulina intermedia
  • inizio ritardato
  • picco più lento
  • durata dazione lunga
  • Insulina ultralenta
  • inizio molto ritardato
  • picco più basso
  • durata dazione molto lunga

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Terapia insulinica
Due iniezioni al giorno
Tre iniezioni
Iniezioni multiple
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Insulina Regolare
Minima diffusione
Rapida diffusione
Iniezione sottocutanea
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Insulina Lispro
Linsulina Lispro è stato il primo analogo
approvato dalla FDA e dal EMEA. Differisce
dallinsulina regolare per linversione della
posizione 28/29 (lisina e prolina
rispettivamente). Questa singola modificazione
fa sì che linsulina Lispro non possieda la
capacità di aggregarsi dopo somministrazione
cutanea. Pertanto dopo la somministrazione di
insulina lispro linsulinemia aumenta dopo 30
minuti, con picco dopo 60 e ritorno a livelli
basali dopo 4 ore.
24
Insulina Lispro farmacocinetica
Insulina Lispro
pasto
Insulina (pmol/L)
Insulina Regolare
Tempo (minuti)
Regolare
Lispro
Torlone E et al. Diabetes Care, 1996
25
Insulina Aspart
Linsulina Aspart è un altro analogo a rapida
azione. In questa molecola la prolina in
posizione 28 è stata sostituita con lacido
aspartico. Poiché tale posizione è fondamentale
per la configurazione tridimensionale della
molecola, anche questa modificazione si traduce
nellimpossibilità delle molecole di agglutinarsi
tra loro. Anche questo analogo è stato approvato
dalla FDA e dallEMEA.
26
Insulina Aspart farmacocinetica
Insulina Aspart
Insulina (pmol/L)
iniezione s.c.
Insulina regolare
Time (minutes)
Heinemann L. et al. Diabetic Med, 1993
27
Insulina lenta
CSII lispro
Insulina Glargina
Insulina (pmol/L)
Ultralenta
Insulina NPH
Tempo (ore)
injezione s.c.
Lepore M. et al. Diabetes, 2000
28
Prospettive future
  • Nuove vie di somministrazione
  • Infusione continua sottocutanea
  • Somministrazione per via inalatoria
  • Somministrazione orale
  • Terapia combinata
  • Trapianto di pancreas e di insule
  • Terapia genica

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Malattie e condizioni associate
  • Malattie cutanee associate al diabete
  • Osteopenia
  • Problemi odontoiatrici
  • Cura dei piedi
  • Malattie della tiroide (tiroidite di Hashimoto ed
    ipotiroidismo, morbo di Graves)
  • Morbo di Addison
  • Gastrite atrofica
  • Malattia celiaca
  • Altre malattie autoimmuni

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Complicanze
  • Già durante l'adolescenza (o comunque 2-5 anni
    dopo lesordio del diabete) possono evidenziarsi
    le prime alterazioni strutturali e funzionali
    relative alle complicanze microvascolari.
  • Nei bambini e negli adolescenti l'angiopatia
    diabetica è costituita principalmente dalla
    microangiopatia (microcircolo retinico e
    glomerulare)
  • La neuropatia diabetica e la macroangiopatia
    sono le altre due principali complicanze tardive

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Retinopatia diabetica
  • Minime lesioni retiniche si sviluppano dopo 20
    anni di malattia
  • Una retinopatia a rischio di cecità può
    potenzialmente svilupparsi dopo 30 anni di
    malattia
  • Le metodiche più sensibili per lo screening
    delle precoci lesioni retiniche sono
    rappresentate dalla retinografia e dalla
    fluoroangiografia.
  • Lo screening è raccomandato dopo 5 anni di
    diabete in soggetti con inizio in epoca
    prepuberale e dopo i 15 anni di vita in tutti
    gli altri (Berlin Retinopathy Study)
  • I controlli devono essere effettuati ogni 2 anni

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Nefropatia diabetica
  • Lincidenza aumenta dopo 5 anni di malattia e
    raggiunge un picco intorno ai 20 anni
  • Comporta un aumento del rischio di mortalità che
    non è solo legato allinsufficienza renale ma
    anche allaumentata incidenza di problemi
    cardiovascolari
  • La nefropatia diabetica manifesta è preceduta da
    una fase clinicamente silente ma caratterizzata
    da unescrezione di albumina urinaria nel range
    microalbuminurico (20-200 ?g/min)

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Screening della nefropatia diabetica
  • Si esegue valutando lescrezione urinaria di
    albumina (albumin excretion rate, AER) in
    raccolta temporizzata notturna limite superiore
    negli adulti è 20 ?g/min.
  • Tuttavia tale valore è arbitrario e ogni Centro
    dovrebbe costituire il proprio standard
    considerando patologico un valore superiore al
    valore di 2 DS rispetto alla media ottenuta nei
    bambini normali.
  • Se ciò non fosse possibile si può utilizzare il
    valore soglia di 20 ?g/min avendo cura
    dicorreggere il valore ottenuto per la superficie
    corporea

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Microalbuminuria
  • Non è sempre predittiva di proteinuria
    persistente
  • Si definisce Microalbuminuria persistente
    AER gt 20 ?g/min in 2 su 3 raccolte
    consecutive di urine della notte in 6 mesi
  • Lo screening dovrebbe essere eseguito ogni 6-12
    mesi a partire dalletà di 11 anni oppure dopo 5
    anni di malattia nei bambini prepuberi e dopo 2
    anni di malattia se lesordio avviene dopo la
    pubertà
  • La microalbuminuria è associata ad alterazioni
    anatomopatologiche (ispessimento memebrana
    basale glomerulare, espansione mesangio).
  • Il miglioramento del controllo metabolico
    rallenta la progressione di tali lesioni

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Fattori di rischio
  • I fattori di rischio per lo sviluppo di
    microangiopatia
  • in età pediatrica sono
  • Fattori metabolici (AGE, Polioli, Stress
    ossidativo, IGF1, GH, ormoni surrenalici e
    gonadici)
  • Fattori vascolari
  • Fattori genetici

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Strategie di prevenzione
  • Le strategie in grado di prevenire e migliorare
    langiopatia diabetica in età pediatrica sono
  • Controllo metabolico (terapia insulinica
    intensiva, DCCT)
  • Terapia antiipertensiva
  • Alimentazione

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Follow-up
  • Il follow-up raccomandato nei bambini ed
    adolescenti con diabete mellito di tipo 1
    include
  • Valutazioni trimestrali (altezza, peso, BMI,
    stadio puberale, pressione arteriosa)
  • Valutazioni annuali (colesterolo totale,
    colesterolo HDL, trigliceridi, creatinina,
    funzionalità tiroidea, autoanticorpi
    anti- tiroide, markers sierologici di malattia
    celiaca, immunoglobuline)
  • Valutazioni al raggiungimento della pubertà
  • fotografia del fundus e fluoroangiografia
  • escrezione urinaria di albumina (AER)
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