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Laboratorio Mod1 Scheda 1: L

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Title: Community of learners Author: Buccellato Last modified by: Patrizia Created Date: 4/30/2003 4:13:43 PM Document presentation format: Presentazione su schermo – PowerPoint PPT presentation

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Title: Laboratorio Mod1 Scheda 1: L


1
Laboratorio Mod1Scheda 1 LAttivismo aveva
ragione?
  • Si effettui una ricerca su Internet sui
  • seguenti termini cooperative learning,
  • comunità of learners, costruttivismo
  • sociale, reciprocal teaching.

2
Cooperative Learning
  • un nuovo modo di fare scuola
  • una modalità di gestione democratica della classe

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Cooperative Learning
è un metodo che coinvolge gli studenti nel lavoro
di gruppo per raggiungere un fine comune
Numerosi studi hanno dimostrato che con il
Cooperative learning gli studenti
  • ottengono risultati scolastici più elevati
  • più alti livelli di autostima
  • maggiori competenze sociali
  • una più approfondita acquisizione di contenuti e
    abilità

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Cooperative Learning
fornisce risposte originali, efficaci e attuali a
problematiche complesse che investono il mondo
della scuola
1 - all'attuale tendenza delle classi ad
accogliere livelli sempre più crescenti di
eterogeneità
2 - agli ostacoli che gli insegnanti incontrano
nella scuola a costruire una visione comune
attraverso la quale creare un senso di
appartenenza, quel "noi", capace di affrontare i
problemi educativi, motivazionali, di
apprendimento, disciplinari, di valorizzazione
delle eccellenze, che la scuola del ventunesimo
secolo è chiamata ad affrontare
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Cooperative Learning
3 - alla richiesta della società di fornire un
numero sempre maggiore di competenze utili
all'integrazione e al processo di autonomia,
basato su di una valutazione di tipo autentico,
in grado quindi di valutare anche processi e
prodotti, piuttosto che solo conoscenze, capace
di fornire modelli per l'autovalutazione continua
piuttosto che strumenti di giudizio su quanto lo
studente ha "riprodotto"
4 - alle nuove prospettive poste in essere dalla
teoria del costruttivismo sociale, attenta ad
interpretare e sviluppare proposte didattiche
attinenti ai processi di apprendimento che
sostiene che la conoscenza è acquisita in un
contesto e in sintonia con situazioni sociali e
storiche specifiche e che lo sviluppo concettuale
può essere compreso solo in termini di ambiti
situazionali di azione che non appartengono ad un
solo individuo, ma sono distribuiti nel contesto
6
Cooperative Learning
non competitivo
gruppi di lavoro eterogenei e costruttivi
responsabile
effettiva interdipendenza positiva dei ruoli
collaborativo
pari opportunità di successo
produttivo di processi cognitivi di ordine
superiore
7
Il successo di ogni membro del gruppo porta a
migliori ricompense (voti, riconoscimenti, premi)
per gli altri. In questo tipo di struttura gli
studenti, naturalmente, tendono a sperare che i
propri compagni facciano bene, incominciando in
tal modo ad adottare un atteggiamento
'protosociale' nei confronti dei propri compagni
che tenderà con ogni probabilità ad essere
generalizzato nei confronti degli altri" (S.
Kagan, 1986, p. 250)
Secondo una prospettiva strettamente
motivazionale, le strutture cooperative creano
una situazione per cui l'unico modo in cui i
membri del gruppo possono conseguire i propri
obiettivi personali é proprio attraverso il
successo del gruppo. Il gruppo assume pertanto un
significato strumentale, un mezzo per conseguire
gli obiettivi di apprendimento individuale. E
questo fa sì che i membri del gruppo tendano ad
aiutarsi l'un l'altro, a incoraggiarsi per
esercitare il massimo impegno, per conseguire,
attraverso il successo del gruppo, il proprio
personale successo. In altre parole, le
ricompense dei gruppi basate sui risultati dei
gruppi stessi (o sulla somma dei risultati
individuali) creano una struttura interpersonale
di ricompense in cui i membri del gruppo danno o
ricevono riconoscimenti sociali (come premi e
incoraggiamenti) in risposta agli sforzi legati
al compito dei propri compagni di gruppo (R.
Slavin, 1983).
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L'assunto fondamentale delle teorie cognitive
evolutive é che l'interazione fra gli allievi su
obiettivi cognitivi ne aumenta la padronanza dei
concetti critici (Vygotsky, 1978 Murray, 1982
Damon, 1984). Il gruppo di apprendimento
cooperativo e l'interazione con i 'pari più
capaci' assume un'importanza fondamentale alla
luce del concetto di 'zona di sviluppo prossimo'
di Vygotsky, definito come "distanza fra livello
di sviluppo effettivo e livello di sviluppo
potenziale dell'allievo ottenibile attraverso
attività di problem solving eseguita sotto la
guida di un adulto o in collaborazione con
compagni più capaci'". Il contatto con coetanei
all'interno di un gruppo di collaborazione
consente ai partecipanti di operare
reciprocamente all'interno delle proprie zone di
sviluppo prossimo, ottenendo nel gruppo
comportamenti e risultati più avanzati di quelli
conseguibili nelle normali attività individuali.
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Secondo la prospettiva di elaborazione cognitiva,
se l'informazione deve essere ritenuta nella
memoria e riferita ad altre informazioni in essa
già presenti, il discente deve impegnarsi in una
specie di ristrutturazione cognitiva, o
elaborazione, del materiale (Wittrock, 1978) Uno
dei modi più efficaci di elaborazione cognitiva é
la spiegazione del materiale ad un altro
studente. Così la ricerca sul 'Peer tutoring ha
trovato benefici nell'apprendimento sia del
tutore che del tutorato (Devin-Sheenan, Feldman,
and Allen, 1976).
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Modelli di apprendimento collaborativo
  • Community of learning
  • Metodo Jigsaw
  • Reciprocal teaching

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Community of learners
la classe è immaginata come una vera e propria
comunità, dove tutti possono giocare i diversi
ruoli, scambiandosi compiti e responsabilità.
imparano nuove cose, mettendo in discussione le
proprie conoscenze, accedono a nuove
informazioni, utilizzano canali e strumenti di
comunicazione originali, discutono con gli altri
sia conoscenze già acquisite sia dubbi, idee,
problemi e quesiti.
condividendo con gli altri le proprie conoscenze,
spiegando ed informando gli altri, sia propri
pari che non, circa le proprie conoscenze e
scoperte, e cercando di dimostrare la fondatezza
delle proprie opinioni.
esperti in qualcosa che nessun altro sa fare,
quindi produttori di idee nuove e originali da
spiegare e difendere rispondendo a domande,
richieste e forse anche "provocazioni" da parte
di chi la pensa diversamente o di chi non conosce
bene l'argomento.
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Facile a dirlo ma, cosa vuol dire esattamente?
Cosa occorre per raggiungere una buona
flessibilità di ruoli? E che cosa significa che
l'insegnante si mette a fare lo studente e
viceversa?.............
fare il maestro è altamente istruttivo!
Chi si pone nella prospettiva di "preparare" del
materiale per gli altri, quindi insegnare,
automaticamente impara di più perché è costretto
all'auto-monitoraggio e all'auto-valutazione
delle proprie conoscenze, e queste sono abilità
cruciali, anche se non sempre consapevoli o
esplicite, per un insegnamento/apprendimento
efficace.
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  • Le communities of learners si pongono come
    obiettivo
  • fare apprendere di più
  • trasformare gli studenti in insegnanti e
    scienziati capaci di utilizzare strategie e
    metodologie di apprendimento superiori, ovvero
    quelle tipiche di chi conosce bene un certo
    argomento ed è in grado di spiegarlo e renderlo
    accessibile agli altri.

"Apprendere un materiale con l'idea che dovrai
spiegarlo ai compagni produce un uso più
frequente di strategie cognitive di ordine
superiore. Più frequente di quanto non faccia
l'apprendimento per passare un test. Spiegare a
voce il materiale da studiare produce un profitto
più elevato che ascoltarlo o leggerlo da soli".
(D. W. Johnson R.T. April 1989).
14
l'insegnante diventa studente (Olimpo eTrentin,
1993).
  • Questo significa
  • rinunciare, almeno in parte, al ruolo di
    "controllore" di ciò che accade in classe,
  • lasciare spazio a interazioni e apprendimenti che
    vanno anche al di là delle proprie competenze
  • collaborare attivamente e alla pari con i
    ragazzi.

La rinuncia al controllo completo delle
conoscenze che circolano in classe non è una
novità sempre ben gradita dagli insegnanti, non
per una questione di semplice controllo o di
potere, ma perché comporta automaticamente
l'invalidazione dei parametri usuali di
valutazione, fondati proprio sulla stima della
quantità di conoscenze che circola in classe.
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Le attività didattiche svolte nelle communities
of learners sono molteplici e complesse
  • esperimenti
  • produzione di materiali in forma editabile
  • edizione di testi da pubblicare

Si utilizzano diversi tipi di fonti e di
strumenti di comunicazione inter-classe, tra
classi, e tra le classi e gli enti esterni alla
classe
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  • Nello svolgere queste attività gli studenti sono
    incoraggiati
  • a pensare a sé stessi come scienziati, come
    produttori di conoscenza e non solo come utenti
    di conoscenze già esistenti.
  • Sono invitati
  • a dare spiegazioni,
  • ad offrire consulenze e supervisioni,
  • a commentare il proprio lavoro e quello altrui
    interagendo con pari e adulti.
  • a collaborare a tutti i livelli con il proprio
    gruppo di lavoro, con gli altri gruppi, con le
    altre classi, con gli insegnanti e con gli
    esperti.
  • l'insegnante conserva un ruolo cruciale
  • ha il compito
  • di mantenere il lavoro della classe focalizzata
    sugli argomenti e sugli obiettivi individuati,
  • di dare le istruzioni necessarie per avviare le
    nuove attività
  • di fungere da modello iniziale, di supervisionare
    le attività
  • dare le istruzioni necessarie per il loro
    svolgimento.

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Metodo Jigsaw
È stato introdotto in ambiente scolastico per la
prima volta da Aronson (1978) e consente di
coinvolgere gli studenti attivamente
nell'organizzazione, progettazione e definizione
dei curricola facendoli divenire parzialmente
responsabili di quanto deciso in classe. E
costituito da una serie di fasi successive e
consequenziali che nel loro insieme formano un
ciclo di ricerca che dura approssimativamente 10
settimane
Attività elaborate dal gruppo di ricerca di Ann
Brown e Joe Campione che le hanno implementate e
sperimentate in alcune scuole elementari di
Oakland, California.
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prima fase
gli studenti scelgono l'argomento su cui lavorare
Con il metodo del brain-storming si individuano
gli argomenti che più interessano la classe.
L'argomento deve essere definito ad un livello
abbastanza generale, come per esempio la "catena
alimentare". In questo modo si può lavorare con
diversi livelli di quantità di conoscenze a
disposizione da uno più elementare, avendo anche
poche informazioni a disposizione, fino ad un
livello più complesso, da esperti avendo a
disposizione un gran numero di conoscenze e
riflessioni.
seconda fase
si individuano cinque sotto-argomenti
per esempio l'argomento più generale della catena
alimentare è scomposto in animali estinti,
animali in via di estinzione, vita artificiale,
come aiutare gli animali in via di estinzione e
le popolazioni urbanizzate e ciascuno di questi
sotto-argomenti rappresenta un'area di successiva
specializzazione.
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terza fase
si formano gruppi di ricerca
tanti quanti sono i sotto-argomenti individuati e
ogni gruppo sceglie di lavorare su uno dei cinque
sotto-argomenti disponibili. I gruppi di ricerca
utilizzano materiale sia scolastico che
extra-scolastico e consultando gli esperti
"veri", quelli esterni alla comunità.
quarta fase
i gruppi si scompongono e si formano cinque nuovi
gruppi
in modo tale che in ciascun gruppo ci sia un
esperto di un certo sotto-argomento. Quindi ogni
studente possiede un quinto delle informazioni
disponibili sull'argomento generale e ciascun
quinto di informazione deve essere ricombinato
per formare l'unità. Nei nuovi gruppi ciascun
bambino, essendo esperto per una certa parte del
materiale, insegna e spiega agli altri studenti
le conoscenze che ha acquisito durante la fase
precedente e prepara delle domande per
verificarne l'apprendimento. La valutazione
finale è comunque basata, per ciascun bambino,
sull'intera unità.
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L'insegnante o un esperto esterno (un ricercatore
o un visitatore invitato) introduce le varie
unità o approfondisce particolari aspetti che
interessano la classe attraverso una modalità di
conduzione della lezione definita "benckmarch".
  • Durante una lezione "benckmarch"
  • si introducono concetti ritenuti fondamentali,
    presentati come problematici, che per essere
    risolti richiedono attività e discussioni.
  • E' utilizzato un approccio multiprospettico e gli
    studenti sono incoraggiati a rappresentare i
    legami tra le diverse idee e concetti.
  • Inoltre, l'insegnante deve sottolineare ed
    evidenziare punti in comune tra le diverse
    sotto-unità e sostenere il lavoro di
    ricostruzione dell'unità più generale.

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Reciprocal Teaching
Si tratta di una serie di istruzioni procedurali
che facilita il lavoro di gruppo e la presa del
ruolo di insegnante da parte dei ragazzi.
Questa procedura è stata inizialmente utilizzata
per potenziare le abilità di lettura e
comprensione del testo in studenti con problemi
(Brown Palincsar, 1982, 1989 Palincsar
Brown, 1984), in seguito è stata estesa anche ad
altre attività curricolari.
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Reciprocal Teaching
Riassumere Fare e rispondere a
domande Chiarificazioni Predire
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Riassumere il leader chiede di identificare e,
se è il caso, di integrare le informazioni più
importanti contenute nel testo appena letto, che
può essere una frase, un paragrafo, una pagina o
l'intero brano.
Fare e rispondere a domande questa strategia
rafforza la comprensione del testo. Gli studenti
sono stimolati a porre "buone" domande e per
ottenere ciò devono emulare l'insegnante,
cercando di focalizzare aspetti importanti e
interessanti del testo. Il tipo di domanda posta
può evidenziare processi cognitivi diversi, per
esempio processi di inferenze al di là di ciò che
si è letto o problemi di definizione di termini,
comunque sono in genere esemplificative del
livello di competenza raggiunta dal gruppo.
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Chiarificazioni si tratta di una strategia
estremamente importante in quanto riesce a dare
agli studenti la sensazione che lo scopo della
lettura è quello di estrapolare dal testo un'idea
unitaria e significativa. Chiarire quanto si va
leggendo significa anche essere in grado di
giudicare un testo sulla base di certi parametri
guida la chiarezza dei riferimenti offerti
dall'autore, la comprensibilità dei concetti e
dei termini presentati, l'organizzazione del
testo, la completezza delle informazioni,
l'efficacia delle metafore e delle espressioni
idiomatiche. Chiarire a volte implica rileggere
il testo e spesso la rilettura fa sorgere nuove
domande a cui non si era pensato durante la prima
lettura.
Predire si chiede agli studenti di ipotizzare il
seguito del brano. Per ottenere delle buone
predizioni occorre che gli studenti attivino
quante più conoscenze possibili sull'argomento di
lettura, poi per verificare le proprie previsioni
bisogna continuare a leggere. La previsione,
quindi, permette di evidenziare i collegamenti
tra le conoscenze già possedute al momento della
lettura del testo e quelle nuove, emerse durante
la lettura, e al tempo stesso rafforza la
motivazione a leggere.
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  • Dare allo studente la possibilità di giocare
    anche il ruolo dell'esperto e dell'insegnante
    significa
  • considerarlo come costruttore attivo della
    propria conoscenza, in grado di padroneggiare
    strategie di apprendimento attive quali le
    abilità di auto-controllo, auto-direzione e
    auto-valutazione
  • ritenerlo capace di produrre nuova conoscenza, di
    saper individuare il metodo appropriato per
    l'apprendimento di una data informazione, di
    migliorare le proprie abilità di studio e di
    riflessione sul lavoro svolto, insomma di
    l'imparare ad imparare tutti questi aspetti
    rientrano nel concetto più generale di
    metacognizione (Brown, 1975).

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  • Abilità di
  • auto-controllo
  • auto-direzione
  • auto-valutazione
  • studio
  • riflessione sul lavoro svolto

IMPARARE AD IMPARARE
Si tratta di abilità e competenze che sono
difficilmente osservabili, a cui non sembrano
corrispondere specifiche attività o procedure ma
piuttosto l'atmosfera generale della classe.
Resta quindi aperta la questione del come
stabilire se i bambini sono davvero più capaci di
considerare sé stessi come scienziati e
produttori di conoscenza, se sono in grado di
percepire la conoscenza come dinamica e non data
una volta per tutte, se sono capaci di
auto-regolazione e auto-valutazione e se sanno
scegliere il metodo giusto al momento giusto.
Resta pertanto il problema più generale della
valutazione che deve essere necessariamente
fondata su criteri diversi da quelli utilizzati
nelle classi caratterizzate da uno stile di
insegnamento più trasmissivo.
27
Da http//dante.bdp.it/iride/polaris/albero/comle
arn.html http//www.bdp.it/adi/CoopLearn/cooplear.
htminiz http//www.soc.unitn.it/circle/Startframe
.htm http//www.edulab.it/edu/link/didattica.htm
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