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LA FISICA DEI QUANTI E L

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Title: LA FISICA DEI QUANTI E L


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LA FISICA DEI QUANTI E LATOMOLiceo Romano
Bruni, 7 marzo 2014
  • Marco Ostili

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  • E proprio tra la fine del secolo XIX e linizio
    del XX secolo che alcune osservazioni
    sperimentali pongono in crisi le concezioni
    classiche del mondo fisico da un lato il
    comportamento della luce rispetto a diversi
    sistemi di riferimento in moto fra loro,
    dallaltro i primi indizi sulla struttura
    granulare dellenergia emessa od assorbita dai
    vari corpi sotto forma di radiazione.
  • E nel secolo XX che questi primi quesiti, e
    molti altri da essi derivati, trovano la loro
    risposta, gli uni nella teoria della relatività,
    gli altri nella teoria quantistica della materia
    e della radiazione.
  • E.Amaldi, 1955

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La fisica classica
  • Meccanica
  • Cinematica
  • Statica e dinamica dei punti materiali, dei corpi
    rigidi e dei fluidi
  • Onde e oscillazioni meccaniche
  • Termodinamica
  • Origine e natura del calore
  • Teoria delle macchine termiche
  • Entropia misura del disordine
  • Elettromagnetismo
  • Cariche e correnti elettriche.
  • Campi elettromagnetici
  • Teoria ondulatoria della luce (ottica) e della
    radiazione elettromagnetica

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I fenomeni che hanno messo in crisi la fisica
classica.
  • La radiazione di corpo nero.
  • Leffetto fotoelettrico.
  • I raggi X.
  • Leffetto Compton.

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Il corpo nero
  • Corpo in grado di assorbire tutte le radiazioni
    em che lo investono (IR, UV, visibile, X).
  • Assorbitore ideale gt emettitore ideale

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Il corpo nero CLASSICO
  • Secondo le teorie accreditate sino alla fine
    dell800, la radiazione elettromagnetica (e
    quindi anche la luce come parte di essa) si
    propaga come unonda nello spazio alla velocità
    costante c (300000 Km/s), è dotata di una
    lunghezza donda ? e di una frequenza queste
    ultime sono legate f dalla semplice relazione
  • c ?f
  • Lenergia che unonda trasporta cresce al
    crescere della frequenza, quindi lE emessa
    dovrebbe crescere all8 allaumentare della
    frequenza nella regione dellUV (catastrofe
    ultravioletta)

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Il corpo nero QUANTISTICO
  • La distribuzione della radiazione del corpo nero
    è in disaccordo con i dati sperimentali che
    attestano che per una data temperatura la
    radianza spettrale (potenza per ?f da ?S) ha un
    picco massimo per un frequenza media e poi tende
    a zero allaumentare di f.
  • Lo scienziato tedesco Max Planck, ipotizzò
    nellanno 1900 un particolare meccanismo, basato
    sulle seguenti ipotesi
  • la distribuzione statistica dellenergia
  • lenergia E assorbita dal corpo NON VARIA CON
    CONTINUITA, ma è distribuita in pacchetti, ed è
    proporzionale alla frequenza f secondo la
    costante di Planck h

Con , quanto dazione.
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La distribuzione spettrale di Planck
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Conseguenze dellipotesi di Planck
  • Gli oscillatori (cariche elettriche oscillanti a
    causa della radiazione) a bassa energia
    contribuiscono poco, anche se sono tutti
    eccitati.
  • Gli oscillatori ad alta energia eccitati sono
    pochissimi, quindi anchessi non danno un grosso
    contributo alleconomia generale.
  • La maggior parte dellenergia (per una data
    temperatura) si concentra intorno a una lunghezza
    donda media.
  • Lenergia si distribuisce perciò statisticamente.
  • Per irradiare, un oscillatore deve possedere
    unenergia quantizzata, esatta, né minore né
    maggiore di Ehf, altrimenti o non irradia
    affatto, oppure, se già è stato eccitato, non
    irradia con frequenza maggiore di quella propria.

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Leffetto fotoelettrico
  • Illuminando una lastra di metallo sotto
    determinate condizioni, si può generare una
    corrente elettrica, sia pur debole, ossia è
    possibile rilevare elettroni in movimento sulla
    superficie del metallo. (scoperto da Hertz nel
    1887)
  • La spiegazione fu data da A. Einstein in una
    pubblicazione del 1905, grazie alla quale lo
    scienziato ottenne il premio Nobel (quindi non
    per la teoria della relatività pubblicata tra
    laltro nello stesso anno).
  • Einstein dimostrò che lenergia luminosa veniva
    assorbita dal materiale a pacchetti sotto forma
    di FOTONI, assimilabili a vere e proprie
    particelle, prive di massa in quanto viaggiano
    alla velocità della luce e dotate di energia
    cinetica Ehf.

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La spiegazione quantistica delleffetto
fotoelettrico
  • Gli elettroni dellatomo sono disposti, in
    quiete, su livelli ben definiti, e interagiscono
    con il fotone incidente
  • hf è lenergia del fotone incidente che si divide
    in due parti
  • hfs è lenergia di estrazione, cioè la minima
    energia di soglia per poter estrarre il
    fotoelettrone (latomo è ionizzato)
  • Ec è lenergia residua del fotoelettrone Ec
    hf-hfs h(f-fs) che si manifesta sotto forma di
    energia cinetica (di movimento)

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I raggi X
  • Nel 1895 W. Roentgen, lavorando con un tubo a
    raggi catodici, notò che alcuni materiali erano
    oltrepassati da particolari radiazioni
    provenienti dal tubo queste erano capaci anche
    di illuminare schermi a fluorescenza e perfino
    impressionare lastre fotosensibili di tipo
    fotografico.
  • Non si tratta di fasci di particelle cariche
    perché la loro traiettoria non è influenzata da
    campi elettrici o magnetici.
  • I raggi X si producono ogni volta che un fascio
    di elettroni (raggio catodico) di elevata E viene
    bruscamente arrestato dalla materia.
  • Limmediato uso in campo medicale, ancorché senza
    le dovute precauzioni a causa delle scarse
    conoscenze delle conseguenze dellesposizione
    umana ai raggi X, portò nel 1901 il premio Nobel
    allo scienziato.

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La natura dei raggi X
  • I raggi x sono radiazione em di lunghezza tra
    10-11 m e 10-8 m.
  • Nel 1912 Max von Laue fece passare un fascio
    molto sottile e collimato di raggi X attraverso
    un cristallo, e raccolsero su una lastra
    fotografica una caratteristica figura, chiamata
    spettro di Laue.
  • Si trattava di una particolare figura analoga al
    reticolo di diffrazione prodotto dalle onde
    luminose, che dimostrava la diffrazione dei raggi
    X a opera dei cristalli.

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Leffetto Compton
  • E la spiegazione di un urto non centrale (come
    accade tra le boccette di un biliardo) tra un
    fotone in moto, considerato come una vera e
    propria particella, e un elettrone inizialmente
    fermo
  • La quantità di moto associata al fotone è pE/c,
    con E hf gt ph/?.
  • Studiato da Arthur H. Compton nel 1922.

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Diffusione (o scattering) Compton
  • Dopo lurto lelettrone guadagna una quantità di
    moto qe, mentre leffetto sul fotone è una
    diminuzione della quantità di moto, quindi un
    aumento della sua lunghezza donda (ph/?). Nella
    teoria classica la lunghezza donda della
    radiazione diffusa dovrebbe essere la stessa
    della radiazione incidente.
  • La variazione di lunghezza donda dipende
    dallangolo di diffusione ?.

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La scoperta dellatomo
  • Spettroscopia studio della radiazione emessa o
    assorbita dalla materia.
  • La luce emessa dai gas eccitati dal passaggio di
    una scarica elettrica presenta una caratteristica
    figura a righe (spettro di emissione)
  • Ogni spettro a righe è caratteristico
    dellelemento in quelle caratteristiche di
    eccitazione.
  • Serie di Balmer (1885) per lH

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Il modello di Thomson e Rutherford
  • Il modello di J.J. Thomson (1902) (plum pudding ?
    budino di prugne) prevedeva che gli elettroni
    carichi negativamente fossero sparsi allinterno
    di una massa fluida carica positivamente. Questo
    semplificazione non spiegava però la stabilità
    degli atomi, e la configurazione stabile delle
    righe di emissione.
  • Modello di Rutherford (1911) dellatomo nucleare
    o modello planetario.

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La debolezza del modello planetario
  • Niels Bohr, un fisico danese rivelò una grossa
    contraddizione nel modello planetario
    lelettrone, che è una particella carica in moto
    circolare, secondo le leggi dellelettromagnetismo
    classico, emette radiazione elettromagnetica
    verso lesterno, pertanto perde parte della sua
    energia e dovrebbe cade inesorabilmente
    spiraleggiando verso il nucleo, sino a
    ricongiungersi con esso (il nucleo è positivo e
    attrae lelettrone negativo).

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Il modello di Bohr
  • Bohr pensò che gli elettroni nellatomo non
    seguissero più le leggi classiche, ma si
    dovessero trovare su stati discreti di energia,
    ossia quantizzati, chiamati stati stazionari
    (stabili) dellatomo, nei quali la rotazione
    degli elettroni non si modifica al passare del
    tempo.
  • I postulato gli elettroni possono ruotare
    stabilmente senza irradiare solo su determinate
    orbite chiamate stati stazionari. Lirraggiamento
    avviene quando uno o più elettroni passano, per
    qualche motivo, da uno stato stazionario
    allaltro.
  • II postulato la frequenza f della radiazione
    emessa non coincide con la frequenza di rotazione
    dellelettrone, ma corrisponde al valore ottenuto
    tramite la relazione di Planck, quando
    lelettrone passa da uno stato iniziale a energia
    Ei a un altro finale a energia Ef
  • Ef - Ei hf

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La quantizzazione delle orbite
  • Tutto ciò implica che le orbite degli elettroni
    sono stazionarie (stabili) solo se sono
    quantizzate dalla regola che deriva dalla
    quantizzazione del momento angolare
    dellelettrone rispetto al nucleo
  • Con il modello di Bohr si spiega efficacemente la
    formazione delle righe spettrali atomiche, solo
    per latomo di H.

n è un indice discreto (n1,2,3) del livello
energetico dellorbita, ed è chiamato numero
quantico principale. a0 è il raggio della prima
orbita ottenuto per Z1 (latomo di idrogeno).
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Il dualismo onda-corpuscolo
  • Come le onde elettromagnetiche possono essere
    assimilate a fotoni, particelle vere e proprie
    benché prive di massa, così le particelle dotate
    di massa, come gli elettroni, in determinate
    condizioni sono dotate di caratteristiche
    ondulatorie, ossia si propagano come onde (onde
    elettroniche), manifestando il fenomeno della
    diffrazione, che è la capacità delle onde di
    aggirare gli ostacoli, e di propagarsi in
    direzioni diverse da quella originaria. La
    diffrazione è rilevante quando ?gtgtd. (1924 De
    Broglie)
  • Relazione di De Broglie
  • Elettroni come onde stazionarie intorno al
    nucleo.

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Il principio di complementarietà
  • In ambito quantistico, dal momento che una
    realtà indipendente nel senso fisico usuale del
    termine non può essere attribuita né al fenomeno
    né agli strumenti di misura, a seconda del tipo
    di misurazione lelettrone, per esempio, può
    essere unonda o un corpuscolo.
  • Entrambi sono aspetti complementari, ma
    mutuamente esclusivi della descrizione entrambe
    le considerazioni sono necessarie, ma non possono
    essere impiegate simultaneamente.
  • (Bohr, 1927)

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Funzione donda di Schrodinger
  • Il profilo dellonda elettronica è descritta da
    una funzione matematica, ideata da Schrodinger
    nel 1926, e chiamata FUNZIONE DONDA ?, legata
    alla PROBABILITA di trovare lelettrone in un
    punto dello spazio e in un certo istante .
  • La distribuzione di probabilità si chiama
    orbitale.
  • Lequazione di S descrive la forma degli orbitali
    degli elettroni intorno al nucleo e i livelli
    energetici in funzione dei numeri quantici n e l.

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I numeri quantici
  • Per descrivere completamente il moto
    dellelettrone intorno al nucleo occorre fissare
    la sua distanza dal nucleo (quantizzata con il
    numero quantico principale n).
  • ma occorre considerare anche i modi di rotazione
    dellelettrone intorno allatomo, descritti dal
    numero quantico orbitale l.
  • Per ciascun valore di n, si ha
  • l 0, 1, 2, , n-1.

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Leffetto Zeeman
  • Quando latomo è immerso in un campo magnetico si
    nota una ulteriore suddivisione di ciascuna riga
    dello spettro. Il fenomeno è chiamato effetto
    Zeeman. Il numero quantico che lo descrive è
    chiamato numero quantico magnetico ml, che, per
    ciascun valore di l, può assumere i valori ml
    -l, , 0, , l

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Lo spin dellelettrone
  • Oltre ai numeri quantici n, l, ml, esiste un
    quarto numerico quantico che descrive lo spin,
    una particolare caratteristica dellelettrone,
    legato al momento magnetico intrinseco
    (introdotto da Pauli nel 1925).
  • Esso si manifesta con un ulteriore sdoppiamento
    delle righe dellatomo immerso in un campo
    magnetico, evidenziando una struttura fine
    delle righe dello spettro.
  • PRINCIPIO DI ESCLUSIONE di Pauli in un orbitale
    non possono mai trovarsi due elettroni aventi la
    stessa quaterna di numeri quantici.

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Tavola periodica degli elementi
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Il principio di indeterminazione di Heisenberg
  • Nel mondo quantistico, quando si fa interagire lo
    strumento di misura con la particella esso
    modifica lo stato della particella. Ciò che
    misuriamo è pertanto unaltra cosa rispetto al
    valore intenzionale che ci saremmo aspettati.
  • Nessun oggetto può avere contemporaneamente
    quantità di moto e posizione determinate con
    precisione assoluta
  • Non si può determinare contemporaneamente
    lenergia e il tempo impiegato da un oggetto con
    precisione assoluta

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Effetto Tunnel
  • Applicazioni tecnologiche diodo tunnel e
    microscopio a scansione a effetto tunnel.

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Il significato probabilistico di una misura
?A
?B
  • La soluzione completa dellequazione di
    Schrodinger per la traiettoria di elettrone che
    attraversa una doppia fenditura è ? ?A ?B
    ,perché la posizione della particella è descritta
    dalla sovrapposizione di due stati distinti A e B
    aventi la stessa probabilità. Nella logica della
    teoria della probabilità il segno assume un
    significato disgiuntivo La particella si può
    trovare in A o in B indifferentemente.

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Il collasso della funzione donda
  • Quando inseriamo lo strumento di misura per
    verificare esattamente la posizione
    dellelettrone, la funzione donda COLLASSA in
    modo imprevedibile in uno dei due stati.
  • In tal modo linserimento dello strumento genera
    la forzatura che, da una sovrapposizione
    equiprobabile di due stati, fornisce solo uno dei
    due, con esclusione dellaltro.

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Il gatto di Schrödinger
  • Una sostanza radioattiva è posta dentro a una
    stanza insieme a un gatto. La sostanza potrebbe
    essere già decaduta, quindi inerte, o no al 50.
    Un meccanismo rilascia una sostanza velenosa
    quando la sostanza decade. Se la stanza è isolata
    il gatto si trova nella sovrapposizione degli
    unici due stati possibili (VIVO o MORTO).
  • Lindeterminazione si mantiene sin quando non
    effettuiamo lesperimento, ossia apriamo la
    stanza e verifichiamo lo stato del gatto.
  • Schrödinger affermò che prima della misura si
    avrebbe la sovrapposizione di un gatto vivo e
    morto che è miscelato e spalmato in parti
    uguali.!!!!
  • Cade lidea di causalità classica determinismo.
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