Title: Sociologia del Lavoro
1Sociologia del Lavoro
2Alle origini della Sociologia
- La sociologia si propone di sviluppare la
conoscenza della società - Auguste Comte
- la sociologia come scienza, una fisica sociale,
allinterno di un più ampio modello delle scienze
naturali - il positivismo
- Adam Smith
- la dimensione economica e sociale del lavoro
umano - la teoria della divisione del lavoro, alla base
dello sviluppo economico delle nazioni
industriali
3I classici del pensiero sociologico Karl Marx
(1818-1883)
- Nella teoria di Marx i rapporti tra gli individui
sono rapporti di produzione e determinano una
struttura economica e sociale, divisa in classi. - Il capitalista è colui che detiene i mezzi di
produzione. - Loperaio è colui che produce ricchezza
attraverso il proprio lavoro. - Il lavoro acquista un valore trasformativo nel
processo di produzione di nuova ricchezza. - Lespropriazione di tale ricchezza è possibile se
i modi di produzione consentono la divisione tra
il capitale ed il lavoro. - Secondo Marx il valore di scambio di una merce è
determinato dalla quantità di lavoro umano
necessario per produrla. Se nel valore di scambio
di una merce non si calcola il lavoro umano,
questa merce è solo un feticcio.
4I classici del pensiero sociologicoEmile
Durkheim (1858-1917)
- Durkheim è il primo sociologo ad utilizzare
indagini sociali scientifiche aprendo la strada
ad una ricerca sociologica di tipo moderno.
Loggetto di studio della sociologia è il fatto
sociale. - Nella sua teoria la società si fonda sulla
solidarietà organica. - La solidarietà può essere
- Meccanica, nelle società semplici e primitive,
dove c'è coesione sociale e grande omogeneità - Organica, nelle società complesse e moderne, dove
c'è interdipendenza ed eterogeneità - Grazie a una maggiore divisione sociale del
lavoro, nelle società complesse prevale la
coscienza collettiva su quella individuale.
5I classici del pensiero sociologico Max Weber
(1864-1920)
- Weber cerca di definire un modello per
l'interpretazione della realtà sociale
l'oggettività delle scienze sociali va ricercata
nel metodo. - Il tipo ideale è un modello di riferimento che ne
enfatizza alcuni caratteri per determinarne le
caratteristiche. - L'etica protestante e lo spirito del capitalismo
- Weber individua nel Calvinismo le radici del
capitalismo - la dottrina della predestinazione e letica
protestante - solo alcuni predestinati vanno in paradiso
- il successo negli affari rappresenta il segno
della appartenenza al gruppo degli eletti. - gli esseri umani sono per vocazione destinati da
Dio a lavorare - stile di vita umile e laborioso, collegato
allidea di un risparmio che deve essere
reinvestito
6Sociologia del lavoro
- La sociologia del lavoro è sintesi tra
- teoria e prassi
- micro e macro
- approcci disciplinari ed interdisciplinari
7Sociologia del lavoro
- Industrial sociology anglosassone
- ?tesa a risolvere i problemi manageriali della
grande industria americana.
- Orientamento
- Oggetto
- Approccio
- statunitense/anglossassone
- azienda/micro
- empirico disciplinare
8Sociologia del lavoro
- Sociologia lavorista europea
- ?tesa alla comprensione delle trasformazioni del
lavoro e delle condizioni del mercato del lavoro.
- europeo
- lavoro/macro
- Teorico interdisciplinare
- Orientamento
- Oggetto
- Approccio
9Scuole e teorie del 900
- Taylorismo (1900)
- Relazioni Umane (1924 - 1932)
- Tavistock Institute (1946)
- Job design (1960)
- Modello giapponese (1970 - 1980)
10Il lavoro in passato
- Scarsa mobilità sociale e professionale
- Forte ruolo di orientamento della famiglia e dei
contesti sociali - Analfabetismo e bassa scolarizzazione
11Verso il Taylorismo
- Alla fine dell800 diversi fattori premono
sulleconomia americana e sul sistema mondiale
della produzione di massa - 1. Disponibilità di nuove tecnologie produttive
- 2. Gigantismo industriale
- 3. Offerta di lavoro dequalificata e processi di
immigrazione - 4. Prospettiva di un mercato illimitato
- Il modo di produrre delle industrie americane non
corrisponde alle reali potenzialità produttive - Organizzazione delle fabbriche in mano ai
capi-reparto, che assumevano e licenziavano la
manodopera ogni giorno - Gestione arbitraria del lavoro, dei tempi e della
qualità del prodotto.
12Organizzazione scientifica del lavoro
- Frederick W. Taylor
- propone un modello di organizzazione
- scientifica del lavoro
- LOSL si basa sul principio della one best way
- Esistono diversi modi per svolgere un compito
lavorativo, ma solo uno è il migliore - Il modo migliore si può individuare attraverso lo
studio e la razionalizzazione dei processi
lavorativi - LOSL si propone di garantire
- Massima efficienza allimpresa
- Massimi profitti per limprenditore
- Massimo benessere per i lavoratori
13Principi del taylorismo
- One best way, ossia semplificazione del processo
lavorativo - The right man at the right place, ossia luomo
giusto al posto giusto, attraverso una selezione
scientifica della manodopera - Organizzazione aziendale gerarchica e avversione
contro il sindacato - Spontanea collaborazione tra lavoratori e
dirigenti, per conseguire obiettivi comuni e
maggiori profitti - OSL come scienza oggettiva
- Visione negativa delluomo economico e
razionale - Prospettiva futura di uno sviluppo economico
senza crisi
14Conseguenze del taylorismo
- Progressiva dequalificazione degli operai di
mestiere - Parziale qualificazione della manovalanza
semplice - Sistema di paghe differenziate e personalizzate
- Divisione tra programmazione ed esecuzione del
compito - Scarsa attenzione agli aspetti psicologici e
sociali dei lavoratori
15Il movimento delle Relazioni Umane
- Premesse
- Crisi economica degli anni 20
- New Deal americano riforme economiche, politiche
e sociali - Elton Mayo e la sua équipe di ricerca.
- La ricerca alla Western Electric Company di
Hawthorne per verificare - lincidenza delle condizioni ambientali sulla
produttività dei lavoratori, - nel rispetto della logica tayloristica
- Lesperimento della test room (1927) incidenza
dei fattori economici e psico-sociali - Luomo ha una natura sociale e relazionale
- Luomo ha un forte bisogno di sicurezza
- La motivazione è un fattore fondamentale
nellagire umano e quindi anche nel lavoro - Lazienda rappresenta un sistema sociale
complesso ed articolato
16Il movimento delle Relazioni Umane
- Prevale lidea che
- Il fattore umano è decisivo
- Elementi psicologici latenti e condizionamenti
sociali influenzano in modo determinante il
rendimento dei lavoratori - Lorganizzazione aziendale deve tener conto delle
dinamiche relazionali, che spesso sono informali
17Tavistock Institute di Londra
- 1946 - Scuola Inglese Secondo dopoguerra
- Il modello Socio-tecnico
- La riorganizzazione del lavoro deve tener conto
del sistema tecnico e sociale della fabbrica - In particolare, levoluzione organizzativa si
lega a - Nuove tecnologie
- Organizzazione in piccoli gruppi
18Tavistock Institute di Londra
- I nuovi principi dellorganizzazione proposti da
Schumacher - Lunità di base dellorganizzazione è il piccolo
gruppo - Lorganizzazione deve garantire stesse condizioni
e criteri retributivi - Lorganizzazione deve promuovere accordi
flessibili di lavoro per il gruppo - Ogni gruppo ha un leader formale
- Ogni gruppo pianifica il proprio lavoro
- Ogni gruppo valuta i propri risultati attraverso
la definizione di standard condivisi - Ad ogni gruppo sono assegnati processi produttivi
indipendenti
19Il modello del Job design
- JOB ROTATION (rotazione delle mansioni)
- Consiste nella rotazione degli operai allinterno
della stessa catena di montaggio, essi così si
alternano nello svolgere una serie di compiti. - JOB ENLARGEMENT (allargamento dei compiti)
- Consiste nel raggruppare le operazioni prima
parcellizzate e attribuirle ad uno stesso
lavoratore, il quale così realizza un numero
maggiore di fasi. - JOB ENRICHMENT (arricchimento dei posti)
- Consiste in una modificazione dei compiti volta a
migliorare la qualità ed il grado di impegno
intellettuale del lavoratore. Aumenta così la
responsabilità del lavoratore. - Prospettiva comune
- aumento della soddisfazione
- maggiore motivazione
20Verso la Qualità del lavoro
- 1962 In Giappone nascono i circoli di qualità
- 1968 - In Francia ci sono le prime agitazioni
sindacali ed extra-sindacali contro il modello
organizzativo del lavoro - Anni 70 In America crescono i movimenti per la
qualità della vita lavorativa
21I Circoli di qualità
- Sono piccoli gruppi di lavoratori che svolgono
volontariamente attività di controllo di qualità
nel proprio settore o in altri settori
dellazienda. - I circoli servono a
- migliorare la leadership e le capacità gestionali
dei capi intermedi e dei supervisori - innalzare il livello del morale dei dipendenti e
creare un ambiente favorevole al miglioramento - costituire un nucleo attivo per realizzare la
qualità di tutta lorganizzazione. - Gli obiettivi dei circoli sono, oltre al
miglioramento dellazienda, il rispetto
delluomo, e di un ambiente dove abbia un senso
lavorare, e lo sviluppo delle capacità umane. - I circoli tendono a sviluppare la creatività dei
partecipanti, ad ampliarne la visione oltre i
limiti del proprio posto di lavoro, a potenziare
la propria personalità in rapporto con gli altri.
Per queste ragioni i circoli devono essere
sostenuti dalla direzione, altrimenti diventano
frustranti.
22Il modello giapponese
- Il modello giapponese, tra cultura e
organizzazione - Partecipazione/coinvolgimento dei lavoratori
- Fabbrica piatta e miglioramento continuo dei
processi di produzione just in time - Modello Toyota
- produzione snella di piccole quantità di
prodotti e flessibile alle richieste del mercato - la qualità diventa fattore di competizione
- produzione a basso costo/buon mercato
- differenziazione e varietà del prodotto
23Trasferibilità del modello giapponese
- In occidente ci sono state diverse imitazioni del
modello, per fronteggiare laggressiva
concorrenza dei prodotti asiatici - Non è stato possibile ricreare le complesse
condizioni sociali e culturali specifiche del
contesto giapponese - Sono invece riproducibili teoricamente molte
innovazioni organizzative - Just in time
- Produzione snella
- Organizzazione piatta
- Il collettivo virtuoso e i Circoli di Qualità
- Relazioni industriali e sindacali a livello
aziendale - Miglioramento continuo nella logica della qualità
totale
24Toyotismo
- Pratica del just in time
- riduzione
- di scarti
- di tempi morti
- di accumulo di scorte
- in un processo volto a sincronizzare il più
possibile la produzione con la domanda
proveniente dal mercato.
25La Qualità Totale
- Total Quality Management significa
- 1. qualità delle prestazioni dellazienda
- 2. qualità del prodotto
- 3. qualità dellorganizzazione
- 4. qualità dellimmagine sul mercato
- 5. qualità del lavoro
26La logica della qualità
- Per le aziende significa
- ridurre al minimo linsoddisfazione del cliente
attraverso una procedura attenta e puntuale di
controllo su tutto il ciclo produttivo e
sullerogazione dei servizi - garantire degli standard di qualità ai propri
prodotti e servizi - coinvolgere in questo processo di miglioramento
continuo tutti i propri dipendenti
27La logica della qualità
- Ogni organizzazione si pone volontariamente sotto
il controllo di professionisti della qualità
chiamati a verificare e certificare che tutti i
processi siano svolti secondo regole
prestabilite. - Cambia anche la filosofia di gestione delle
risorse umane - tutti i dipendenti sono chiamati a un processo
continuo di riqualificazione professionale - tutti sono responsabili del processo e devono
garantire nel tempo gli standard di qualità
stabiliti
28La logica della qualità alcuni esiti
- Viene vista con favore la qualificazione e
professionalizzazione del lavoro industriale - si riducono le distanze tra lavoro direttivo ed
esecutivo - limpresa si apre verso collaborazioni esterne,
ad una più attiva partecipazione e a un maggiore
coinvolgimento dei lavoratori.
29Le dimensioni della qualità del lavoro
- ergonomia bisogni psicofisici degli individui
- complessità bisogni di impegno nelle difficoltà,
di creatività, di formazione professionale, di
accumulazione dellesperienza lavorativa - autonomia bisogno di autodeterminare le regole
da seguire per svolgere le attività assegnate a
un individuo - controllo bisogno di controllare le
caratteristiche e le condizioni generali del
lavoro
30Sociologia lavorista europea
- Francia
- Trattato di Sociologia (Friedmann e Naville)
- Studi accademici
- Germania
- Mitbestimmung partecipazione dei rappresentanti
dei lavoratori nei Consigli di Amministrazione
delle imprese - Scuola di Francoforte
- Italia
- Studi industriali e sindacali
- Le esperienze alla Olivetti di Ivrea
31Le trasformazioni del lavoro
- Il lavoro si modifica in termini
- oggettivi
- Organizzazione
- Qualità
- Tecnologie
- Tempi
- Quantità (livelli generali di occupazione)
- soggettivi
- Ricerca di realizzazione personale nel lavoro
- Nuova centralità del lavoro nella vita degli
individui - Attribuzione di nuovi significati al lavoro
32Le trasformazioni del lavoro
- Oggettive
- Finanziarizzazione delleconomia
- Globalizzazione dei mercati
- Sviluppo del terziario avanzato
- Nuove tecnologie
- Nuovi lavori, nuove professionalità
- Differenziazione produttiva e riduzione della
vita dei prodotti - Riorganizzazione dellorganizzazione aziendale
(azienda piatta, azienda rete) - Importanza dei processi comunicativi
33Le trasformazioni del lavoro
- Rispetto agli atteggiamenti soggettivi
- Ricerca di maggiore autonomia (con nuove forme di
dipendenza per gli atipici) - Ricerca di maggiori livelli di creatività
- Modifica del rapporto vita/lavoro con nuove forme
di transizione - Ricerca di percorsi personali nel lavoro
- Diversa gestione del tempo
- Maggiori iniziative
34Evoluzione delletica del lavoro
Etica del lavoro prevalente Idealtipo di lavoratore Fattore caratterizzante
Totalizzante Tradizionale Condizioni di lavoro
Strumentale Evasivo/ consumista Remunerazione
Emancipativa Innovativo Qualità del lavoro/pluralizzazione dei significati
Contingente Sweet and soft Relativizzazione del lavoro in un universo plurale nascente
35Lavoro e identità
- Se vuoi trasformare un uomo in una
- nullità, non devi far altro che ritenere
- inutile il suo lavoro (Dostoevkij)
36La nozione di lavoro
- Attività sociale complessa
- Rapporto sociale
- Occupazione
- Decidere cosa è lavoro e cosa non lo è dipende
dalla definizione sociale, storicamente
variabile, delle diverse attività umane
37La valutazione sociale del lavoro
- Lavoro come fatica, dovere, sinonimo di
subordinazione ed eteronomia. - Labor et opera (Touraine, 1986)
- Lavoro come affermazione delle proprie capacità
? autorealizzazione, identità sociale, status,
emancipazione - Liberazione dal lavoro vs liberazione nel lavoro?
(ergoterapia)
38Il lavoro come occupazione
- Il lavoro inteso come occupazione è indipendente
dal contenuto sostanziale dellattività ed è
definito dal quadro formale in cui si colloca - il luogo di lavoro, lorario di lavoro, la
specializzazione del lavoratore, il contratto. - In questo senso, si parla di lavoro astratto,
perché prescinde dallutilità immediata e
concreta dellattività lavorativa rispetto ai
bisogni del lavoratore il lavoro è reso astratto
dallintermediazione del salario che spezza il
legame diretto di senso tra le attività in
termini di rapporto tra mezzi e fini.
39Il lavoro - definizioni
- Il lavoro indica unattività dell'uomo in grado
di produrre un certo utile per se stesso o per
altri uomini. Il lavoro costituisce un bene
economico in quanto esiste l'equivalente in
denaro di ogni lavoro effettuato. Il lavoro
soddisfa un bisogno di se stessi o di un'altra
persona (tuttavia, vi sono alcune attività che
comportano un guadagno ma che non vengono
considerate lavoro, quali ad esempio la
locazione di un immobile, vincere al gioco, etc.,
a meno che le medesime attività non siano svolte
da un professionista).
40Il lavoro definizioni (2)
- Quindi, il lavoro viene ad essere, nelle
definizioni più ricorrenti, unattività cosciente
diretta a conseguire un bene economico. - Non è, dunque, sufficiente lo svolgimento di una
qualsiasi attività per parlare di lavoro
occorre, invece, che lattività sia produttiva di
un utile, di un bene, che sia cioè economica (per
bene economico bisogna intendere qualcosa idoneo
a soddisfare un bisogno e che sia, daltra parte,
disponibile in quantità limitate). - Con il termine lavoro, si intende designare
lattività umana a tutti i livelli il lavoro
manuale e quello intellettuale, lattività
direttiva, quella commerciale, imprenditoriale,
ecc.
41Lavoro autonomo
- Il lavoro si dice autonomo quando viene svolto
personalmente dal lavoratore, non vi è obbligo di
essere comandato da nessun'altra persona, cioè
non vi è vincolo di subordinazione nei confronti
di colui che paga il lavoro, cioè il committente
del lavoro. In pratica il lavoro autonomo è il
contrario di lavoro dipendente. - Nel lavoro autonomo si è liberi di scegliere i
tempi e i mezzi del lavoro. Si è unicamente
obbligati dal vincolo del risultato richiesto dal
committente in cambio del corrispettivo in
denaro. - Il lavoratore autonomo è sottoposto alle
normative di legge, di cui è responsabile in
proprio è sottoposto alle norme tributarie
assume in proprio il rischio di impresa, cioè può
rimettere del denaro e del lavoro qualora non
raggiunga il risultato voluto dal committente. - Il lavoratore autonomo può avvalersi di
dipendenti.
42Lavoro dipendente
- Il lavoro si dice subordinato quando viene svolto
alle dipendenze di un'altra persona, detta
imprenditore e si ottiene in cambio del denaro,
cioè una retribuzione. - Lavoro dipendente o lavoro subordinato sono la
stessa cosa, cioè sono sinonimi e li possiamo
usare l'uno al posto dell'altro. - Nel lavoro dipendente la persona che compie il
lavoro riceve gli ordini dal datore di lavoro. - Il datore di lavoro fissa i tempi in cui il
dipendente deve lavorare, fornisce i mezzi, cioè
macchinari, materie prime, luogo di lavoro, ecc. - Il datore di lavoro fissa il metodo di lavoro.
- Il valore dello corrispettivo in denaro, chiamato
stipendio, viene fissato dai contratti. - Il lavoratore dipendente non è sottoposto ad
ulteriori norme di legge, non è sottoposto a
particolari norme tributarie, non si assume il
rischio di impresa, cioè guadagna sempre.
43Il rapporto di lavoro
- Il rapporto di lavoro si costituisce nel momento
in cui un imprenditore decide di avvalersi della
prestazione lavorativa di un'altra persona, cioè
il dipendente, dando in cambio al dipendente
stesso una somma in denaro o in natura, detta
retribuzione. - Per la costituzione del rapporto non occorre la
forma scritta ma è necessaria la volontà
contemporanea delle due parti, cioè il datore di
lavoro o imprenditore da una parte e il
lavoratore dipendente o subordinato dall'altra.
44Il contratto di lavoro
- Tuttavia, la forma scritta del contratto di
lavoro è richiesta nei seguenti casi - quando si vuole stabilire un periodo di prova,
cioè un periodo di esperimento dell'attività
lavorativa, durante il quale le due parti possono
cambiare idea, cioè recedere dal contratto - quando le parti vogliono stipulare un contratto
per un periodo di tempo fissato in precedenza,
cioè a tempo determinato finito il tempo
pattuito, il contratto si scioglie - quando le parti vogliono stipulare un contratto
di formazione e lavoro, che ovviamente è un
contratto a tempo determinato - quando le parti vogliono stabilire un contratto
di lavoro a tempo parziale cioè un tipo di
contratto in cui il lavoratore lavora un ridotto
numero di ore per ogni giornata lavorativa e
quindi si tratta di tempo parziale orizzontale in
quanto si riducono le ore di tutte le giornate
lavorative oppure il lavoratore lavora per un
ridotto numero di giorni e quindi si tratta di
tempo parziale verticale in ambedue i casi la
retribuzione è ridotta in proporzione
45Il contratto di lavoro (segue)
- quando il datore di lavoro intende assumere un
dirigente - quando il datore di lavoro assume un piazzista o
un viaggiatore, in quanto occorre prefissare i
limiti della zona affidatagli e i limiti
dell'incarico ricevuto - quando il datore di lavoro vuole inserire nel
contratto un patto con cui si garantisce che alla
fine del contratto il dipendente non inizi a fare
concorrenza allo stesso datore di lavoro, cioè il
patto di non concorrenza.
46La lettera di assunzione
- Sebbene la forma scritta non è necessaria per la
stipula di un contratto di lavoro, tuttavia si
consiglia di assumere un dipendente o di farsi
assumere sempre sotto forma scritta si evitano
in tal modo contrasti e fraintendimenti fra le
parti. La forma scritta con cui viene stipulato
il contratto tra datore di lavoro e dipendente si
chiama lettera di assunzione.
47La lettera di assunzione (segue 1)
- Nella lettera di assunzione occorre precisare
- lidentità delle due parti
- la decorrenza del lavoro, cioè il giorno dal
quale inizia il rapporto di lavoro - la durata del rapporto di lavoro, cioè, se si
tratta di lavoro a tempo determinato la data di
fine del contratto o se non vi è termine si
specifica che è a tempo indeterminato - la sede di lavoro, cioè il luogo preciso dove il
lavoratore dovrà prestare la sua opera, con
l'indicazione anche di variazioni della sede di
lavoro, sia temporanee (cioè, le trasferte o le
missioni), sia definitive (i trasferimenti) - la qualifica, la categoria, le mansioni del
lavoratore, con descrizione sommaria del lavoro
da fare
48La lettera di assunzione (segue 2)
- l'orario di lavoro, cioè giorno, ora e minuti di
inizio del lavoro e giorno, ora e minuti della
fine della prestazione, per ogni giorno
lavorativo, con previsione di turni particolari o
di lavoro non previsto (detto lavoro
straordinario) ferie, cioè giorni non
lavorativi in aggiunta ai festivi retribuiti dal
datore di lavoro - il trattamento economico, cioè il corrispettivo
in denaro previsto dal contratto collettivo di
lavoro (accordo tra sindacati dei lavoratori e
sindacati dei datori di lavoro che fissano un
minimo di stipendio per ogni tipo di lavoro) - la durata del periodo di prova, se previsto
- i termini del preavviso di recesso, cioè quanti
giorni prima una parte deve avvisare l'altra
qualora intenda annullare il contratto, cioè
recedere dal contratto.
49IL CONCETTO DI LAVORO
- SOSTANZIALE ASTRATTO
-
-
MERCIFICAZIONE - SPECIALIZZAZIONE
50Lavoro astratto e modernità
- Il concetto di lavoro astratto è un prodotto
della modernità e del capitalismo, ed in
particolare di due processi, quali la
mercificazione e la specializzazione del lavoro
51MERCIFICAZIONE
- Per mercificazione si intende la riduzione di
ogni aspetto della realtà del lavoro alla
fisionomia propria delle merci, in particolare il
lavoratore non ha il controllo e luso diretto
del prodotto, immesso sul mercato come merce e
non consumato direttamente dal produttore/lavorato
re.
52LA SPECIALIZZAZIONE
- La specializzazione consiste nel processo
attraverso cui i lavoratori acquisiscono
labilità di compiere operazioni parziali con
macchine sempre più precise e tecnologicamente
avanzate. - Artigiano ? Operaio ? Operaio specializzato
53La sociologia del lavoro ambito disciplinare
- La sociologia del lavoro e delle organizzazioni
è lo studio delle dinamiche comportamentali delle
persone nel contesto lavorativo e nello
svolgimento della loro attività professionale in
rapporto alle relazioni interpersonali, ai
compiti da svolgere, alle regole e al
funzionamento dellorganizzazione.
54La sociologia del lavoro e delle organizzazioni
LAVORO
UOMO
ORGANIZZAZIONE
55LA SOCIOLOGIA
- Esistono diverse visioni della società
- Organismo cresce, si sviluppa, conosce stati di
salute e di malattia, declina (la struttura è
presente nella sua totalità in ogni singolo
aspetto) Marx, Durkheim - Meccanismo società come insieme di atomi
individuali (vanno indagati gli interessi, le
motivazioni dei singoli individui) Boudon,
Lazarsfeld - Processo un susseguirsi di eventi e significati
generato da quel che precede e che influenzano
ciò che segue (sono gli attori sociali che
costruiscono la realtà. Indagine sulla cultura)
Weber, Goffman - Sistema che trasforma le risorse materiali e
simboliche (sottosistemi specializzati in
particolari azioni. Funzionalismo) Merton, Parsons
56MODELLO DETERMINISTA
57LA VARIABILE UMANA
58Paradigmi delle teorie organizzative
- Le teorie classiche, quelle delle relazioni umane
e delle neo-relazioni umane si sono avvalse di
una concezione deterministica, quasi
comportamentista, del fattore umano luomo è
considerato sottomesso passivamente alle
pressioni dellorganizzazione. Ognuna di queste
teorie auspica un tipo di stimolo - finanziario,
relazionale o motivazionale - per scatenare i
comportamenti desiderati in vista del
raggiungimento degli obiettivi dellorganizzazione
. Diversa è la posizione delle teorie ad
orientamento diagnostico per lanalisi
strategica gli individui, e per estensione i
gruppi, sono considerati come dei protagonisti,
dei soggetti capaci di comportarsi
nellorganizzazione con libertà e razionalità,
protesi a raggiungere i propri fini.
Nellorganizzazione ogni attore persegue così una
propria strategia.
59LAVORO UN PROBLEMA DI DEFINIZIONE
- Il lavoro è considerato come un insieme di
attività praticate allinterno di contesti
organizzati socialmente e culturalmente. Nella
nostra società molto spesso la domanda chi sei si
traduce in che lavoro fai, in questo modo il
lavoro diviene un forte indicatore per rendere la
persona socialmente riconoscibile
nellinterazione (Depolo - Sarchielli, 1987).
Pertanto, lavere o il non avere unattività
lavorativa diviene un mezzo per categorizzare le
persone, per assegnare loro un posto (e un
significato) nel nostro ambiente psico-sociale.
60Lottery Question
- Immagina di aver vinto alla lotteria o di aver
ereditato una cospicua somma di denaro che ti
permetterà di vivere confortevolmente per il
resto della tua vita senza lavorare. Pensi che
continuerai a lavorare lo stesso oppure no? - Il 69 delle donne e il 65 degli uomini (su un
campione rappresentativo di lavoratori inglesi)
risponde che avrebbe continuato a lavorare anche
se fosse stato loro garantito il denaro per
vivere.
61I benefici del lavoro
- Warr (1982) ha individuato i benefici che
derivano alle persone dallavere un lavoro
denaro, attività, varietà, organizzazione del
proprio tempo, contatti sociali, posizione
sociale ed identità nella società. - Il lavoro permette alle persone di mettere in
pratica le proprie conoscenze, di sviluppare
capacità ed abilità rappresenta una fonte di
varietà e svolge un ruolo importante
nellorganizzazione del tempo. - Fino a 50-60 anni fa il lavoro occupava il 25-30
della vita di una persona, attualmente poco più
del 10, in quanto la scuola si protrae per un
periodo più lungo, lorario di lavoro è più
corto, vi sono più giorni di ferie.
62Il valore del lavoro nella costruzione
dellidentità
- La rappresentazione di sé tende a costruirsi
progressivamente in quanto il lavoro mette in
contatto lindividuo con altre persone, e le
valutazioni che provengono dagli altri sono una
fonte importante di informazione su se stessi.
Inoltre, il lavoro permette a ognuno di
auto-valutarsi direttamente sulla base dei
risultati conseguiti e degli obiettivi raggiunti.
63Lidentità
- L'identità, in senso largo, è innanzitutto un
insieme di caratteristiche che permettono di
definire espressamente un soggetto.
64Lidentità (2)
- Dall'esterno, l'identità è una delle definizioni
possibili di un soggetto sociale. Questa
definizione si riferisce a un certo numero di
criteri (riferimenti identitari). Raramente è
possibile enunciare tutti i criteri utilizzabili.
- A seconda della natura dei criteri scelti per la
definizione, si parla di identità differenti - Identità obiettiva
- Identità culturale
- Identità di gruppo
- Identità sociale
- Identità professionale
65Lidentità (3)
- Si parla di
- identità obiettiva quando si scelgono dei
riferimenti identitari d'ordine obiettivo nome,
sesso, età, territorio, ambiente o altri
conosciuti e verificabili - identità culturale quando si prendono
essenzialmente dei riferimenti di ordine
culturale lingua. religione, codici culturali,
ideologia... - identità di gruppo quando si prendono riferimenti
concernenti gruppi di appartenenza - identità sociale in riferimento alla posizione
sociale - identità professionale in riferimento al
curriculum vitae e alle attività professionali.
66IDENTITÀ SOCIALE
- Sartre poneva nella sua globalità il problema
dell'identità sociale collocando l'individuo in
uno spazio umano esteso a tutti gli uomini "Io
mi situo, diceva, come Europeo in rapporto agli
asiatici e ai Neri, come vecchio in rapporto ai
giovani, come magistrato in rapporto ai
delinquenti, come borghese in rapporto agli
operai".
67IDENTITÀ SOCIALE (segue)
- L'identità sociale è la somma di tutte queste
relazioni di inclusione o di esclusione in
rapporto a tutti i gruppi costitutivi di una
società. - Essendo le società generalmente gerarchizzate in
strati, in ceti, in classi sociali, una identità
sociale classifica automaticamente l'individuo o
il gruppo nella gerarchia sociale. A ciascuna
posizione sociale, legata all'identità sociale,
corrisponde un insieme di diritti, di doveri, di
risorse e di prescrizioni di comportamenti.
68SENTIMENTO DELL'IDENTITÀ
- Per Allport, il senso di sé o dell'identità è
composto da sette elementi essenziali collocati
così nel loro ordine di apparizione genetica - il sentimento corporale
- il sentimento dell'identità dell'Io nel tempo
- il sentimento delle opposizioni sociali del
nostro valore - il sentimento del possesso
- la stima di sé
- il sentimento di poter ragionare
- l'intenzionalità dell'essere.
69SENTIMENTO DELL'IDENTITÀ (segue)
- Questi aspetti fondamentali del sentimento di
identità personale sarebbero legati a necessità
fondamentali o bisogni della natura umana - bisogno di sensazioni, bisogno di punti di
riferimento, bisogno di considerazione, bisogno
di possesso, bisogno di conoscenza e bisogno di
avere degli obiettivi.
70LA FUNZIONE DEL LAVORO
- Luogo dapprendimento della vita sociale
- Luogo della socializzazione
- Luogo della costruzione delle identità
- Luogo dinterazione e scambio
- Legame sociale
- Costruzione del sistema degli status e dei ruoli
allinterno di un dato assetto sociale
71IL VALORE DEL LAVORO
- Senso di utilità sociale
- Strumento di autorealizzazione
- Identità sociale e personalità
- Sentimento di appartenenza alla società
- Etica del lavoro
72 STATUS RUOLO statico dinamico
- posizione sociale cui sono connesse norme
comportamentali - il grado di prestigio, lonore, il rispetto, la
deferenza, attribuito ad una posizione sociale o
a chi la occupa - laspetto allocativo di una posizione sociale
- norme e aspettative che convergono su un
individuo in quanto occupa una determinata
posizione in un sistema sociale.
73Attese altri ruoli Attese organizzative
Aspettative personali
-
- ruolo
-
- Comportamento effettivo
74METAFORE ORGANIZZATIVE
- Macchina
- Organismo
- Strumento di esercizio del potere
- Cervello
75INDIVIDUO LIBERTÀ
- ORGANIZZAZIONE RAZIONALITÀ
76IL FORDISMO
- Catena di montaggio
- Grande impresa
- Integrazione verticale
- Produzione di massa
- Organizzazione scientifica del lavoro
- Contratto a tempo pieno e indeterminato
77IL TAYLORISMO
- Parcellizzazione del lavoro
- Separazione progettazione ed esecuzione dei
prodotti - Organizzazione burocratica e controllo gerarchico
- Sistema di economie di tempo e di materiali
78HUMAN RELATIONS (ANNI 50)
- Elton Mayo 1932/33 ricerca Western Electric di
Hawthorne - Il fattore umano
- La motivazione al lavoro
79CORREZIONI AL TAYLORISMO (anni 60)
- job rotation
- job enlargement
- job enrichment
80IL POSTFORDISMO (dagli anni 70)
- Globalizzazione
- Flessibilità
- Downsizing
- Deverticalizzazione esternalizzazione/terziarizza
zione - Delocalizzazione
- Delayering
- Espansione del terziario
81Principi della società postindustriale
- il passaggio dalla produzione di beni alla
produzione di servizi - limportanza crescente della classe dei
professionisti e tecnici rispetto alla classe
operaia - la centralità del sapere teorico
- il problema della gestione dello sviluppo
tecnico - la creazione di una nuova tecnologia
intellettuale e cioè costituita da macchine
intelligenti in grado di sostituire luomo.
82NUOVE PROFESSIONI
- Diffusione ed uso degli strumenti informatici
- Richiesta di nuove competenze cognitive,
comunicative, sociali/relazionali life skills - Processo di professionalizzazione.
83COMPETENZE
- Competenze cognitive saper trovare soluzioni e
prendere decisioni - Competenze relazionali saper interagire con gli
altri - Competenze affettive gestire le proprie emozioni
ed avere una consapevole autostima.
84LA FLESSIBILITÀ DEL LAVORO
- Il capitalismo flessibile
- Regime dellincertezza
- Biografia funambolica
85 IL RISCHIO
- La società 2080 working poors
- Brasilianizzazione
- La staticità come scelta obsoleta
- Dinamici, elastici, veloci!
- La corrosione del carattere
86LA FLESSIBILITÀ NEL MERCATO DEL LAVORO
- Deregolamentazione
- Flessibilità
- Quantitativa Qualitativa
87FLESSIBILITÀ QUANTITATIVA (numerica o esterna)
- Possibilità da parte di un impresa di adeguare il
volume e le caratteristiche professionali degli
occupati al suo interno allandamento del ciclo
produttivo o ai mutamenti tecnologici - Flessibilità in entrata o/e in uscita
88FLESSIBILITÀ QUALITATIVA (funzionale o interna)
- La possibilità da parte dellazienda
- di spostare i lavoratori da un luogo ad un altro
- di modificare liberamente il contenuto della
prestazione e degli orari di lavoro secondo
larticolazione del ciclo produttivo - di attivare modificazioni salariali in
adeguamento allandamento dellimpresa e del
sistema economico nazionale
89CONSEGUENZE SOCIALI DELLA FLESSIBILITÀ
- Sfera della progettualità
- Costruzione della carriera professionale
- Cambia la funzione sociale del lavoro?
- Una flessibilità per vivere o per morire?
90IL MODELLO DEI DISTRETTI INDUSTRIALI un esempio
di flessibilità sostenibile e contestualizzata
- rete di piccole e medie imprese integrate,
diffuse sul territorio in aree distrettuali
specializzate settorialmente - produzione di beni di qualità
- fattori istituzionali
- capitale sociale
91I GIOVANI la discriminazione per età
- Disoccupazione da inserimento
- Socialmente e cognitivamente accettabile
- Il ruolo della famiglia ? solidarietà
intergenerazionale - Aspettative lavorative ed istruzione
- Job shopping
- Flessibilità e precarietà
92Mercato della vita Mercato del lavoro
- luogo virtuale di incontro tra domanda e offerta
di lavoro - concetto astratto
- il lavoro come merce anonima
- relazione di scambio simmetrica
- prezzo/salario con funzione di riequilibrio fra
domanda e offerta - azione razionale
- capacità lavorativa
- personalità
- competenze
- affidabilità
93- MERCATO DEL LAVORO COME ISTITUZIONE SOCIALE
- Il lavoro non è propriamente una merce ? forza
lavoro e alienazione - Relazione asimmetrica tra lavoratore e datore di
lavoro ? intervento dello Stato - Salario condizionato da fattori sociali e
istituzionali ? equità - Azione influenzata da fattori sociali,
istituzionali, cognitivi ? no modello
utilitaristico
94Le trasformazioni del lavoro
- Contenuto del lavoro e relazione dimpiego
(contratto, volontario, occasionale) - Stabilità lavorativa vs flessibilità (compiti,
organizzazione, posto di lavoro, luogo) - Lavoro autonomo/lavoro dipendente
- Qual è la forma tipica di lavoro? Il lavoro è
storicamente determinato?
95Mercato e Lavoro
- IL LAVORO È UNA MERCE?
- INDUSTRIA E INDUSTRIALIZZAZIONE
- Come nasce il mercato del lavoro?
- I MODELLI DI REGOLAZIONE DEL LAVORO
- FORME TIPICHE DI LAVORO E IMPRESA
96IL LAVORO UNA MERCE ANOMALA
- Domanda di lavoro ? richiesta di competenze
differenziate (liv. istruzione, esperienza,
capacità tecniche) - Offerta di lavoro ? si differenzia in base alle
caratteristiche individuali (età, genere,
istruzione, )
97Lindustrializzazione
- Alcuni fattori rilevanti da considerare
nellanalisi del processo di industrializzazione
in Europa - La divisione del lavoro (A. Smith) e
lorganizzazione - Lapplicazione della tecnologia (Landes) e il
trasferimento tecnologico (e di conoscenza) tra
settori produttivi (es. innovazione in campo
energetico) - La formazione del mercato del lavoro (Polanyi) e
del credito (Simmel) - Lurbanizzazione e la modificazione delle scelte
riproduttive (sviluppo demografico) - La presenza di unelite/classe dirigente nazionale
98I modelli di regolazione del lavoro I
- Esiste solo il mercato? alcune caratteristiche
del Mdl modificano il funzionamento di questo
mercato secondo logiche diverse dalla razionalità
economica in senso stretto - Inoltre, il lavoro produce identità sociale e
quindi la logica di scelta dellattore non sempre
segue la razionalità economica
99I modelli di regolazione del lavoro II
- Il mercato del lavoro possiede caratteristiche
specifiche - Il rapporto tra domanda ed offerta è
personalizzato, esistono legami fiduciari, la
merce lavoro non è omogenea - Le transazioni non sono paritarie e le dimensioni
di controllo e potere insite nel rapporto
favoriscono la presenza di gerarchie - La remunerazione non è solo monetaria ma anche
simbolica
100I modelli di regolazione del lavoro III
- Il lavoro è regolato quindi anche da meccanismi
istituzionali - una chiave di lettura è data dai tre modelli di
integrazione sociale (Polanyi) - RECIPROCITÀ identità soc. riconosciuta
- SCAMBIO transazione libera
- REDISTRIBUZIONE autorità legittimata
101I modelli di regolazione del lavoro IV
- Il mercato del lavoro è sempre stato regolato
dalle istituzioni per tre ordini di ragioni - vi sono aspetti del lavoro che il mercato non può
regolare (organizzazione produttiva,
distribuzione del potere e gerarchia nelle
imprese) - Il mercato può essere meno efficiente (meno
vantaggioso dal punto di vista economico) che non
il ricorso ad una forma di allocazione diversa
(es. mercati del lavoro interni vs esterni) - Lo scambio sul mercato del lavoro è disuguale
(necessità di tutela sociale) e di sovente dallo
scambio atomistico/individuale si passa alla
contrattazione collettiva, allo scambio politico,
102IL MERCATO DEL LAVORO ITALIANO
- mercato dualistico
- forte discriminazione di genere e scarsa
partecipazione femminile - disoccupazione da primo inserimento
- alta protezione sociale dai rischi della
disoccupazione per i breadwinner - disoccupazione di lunga durata
- scarsa mobilità occupazionale ascendente
- domanda di lavoro prevalentemente poco
qualificata
103LA RICERCA DEL LAVORO
104MODALITÀ DI RICERCA DEL LAVORO
- metodi formali e istituzionali servizi per
limpiego, partecipazione a concorsi pubblici,
linvio spontaneo di curriculum e lettera di
assunzione - uso dei giornali pubblicazione di e risposta ad
inserzioni - canali informali e personalistici le relazioni
personali e le segnalazioni ? il capitale sociale
105MODELLI DI DISOCCUPAZIONE IN EUROPA
- disoccupazione da inserimento ? Portogallo,
Grecia, Spagna, Italia - disoccupazione industriale ? Gran Bretagna, ed in
parte lIrlanda - disoccupazione equidistribuita? Germania,
Danimarca, Svezia, Austria - disoccupazione femminile ? Francia, Belgio,
Olanda
106OCCUPAZIONE
- acquisizione di un reddito monetario in seguito
allo svolgimento di unattività lavorativa - riconoscimento sociale e personale
107DISOCCUPAZIONE
- una condizione economica non avere
unoccupazione - unattività essere alla ricerca di
unoccupazione - unattitudine essere disponibile ad accettare un
lavoro alle condizioni esistenti - uno stato di necessità avere un più o meno
elevato bisogno di procurarsi un reddito
108OCCUPATI
- persone con attività lavorativa
- altre persone con attività lavorativa che pur
essendosi dichiarati studenti, casalinghe o
pensionati, hanno effettuato almeno unora di
lavoro nella settimana precedente
109PERSONE IN CERCA DI OCCUPAZIONE
- disoccupati in senso stretto, che per un
qualunque motivo hanno perso un precedente lavoro
dipendente - in cerca di prima occupazione, che non hanno mai
avuto un precedente lavoro - altre persone in cerca di lavoro, che pur
essendosi autodefiniti studenti, casalinghe o
pensionati, hanno successivamente dichiarato di
cercare lavoro
110Non forze di lavoro o popolazione non attiva
- popolazione in età non attiva la soglia
inferiore è posta a 15 anni, in corrispondenza
con il divieto di lavorare, e quella superiore a
64/74 - popolazione non attiva, benché in età attiva
(studenti, casalinghe, ritirati dal lavoro e
inabili dai 15 ai 64/74 anni).
111EVOLUZIONE DEI MODELLI DI ORGANIZZAZIONE
- Modello taylorista-fordista comando, controllo,
lavoratori come manodopera - Modello produzione di massa gerarchia e
rappresentanza dei lavoratori - Modello Grande-Famiglia gerarchia e attività
sociali - Modello gestione risorse umane strutture piatte,
ampliamento mansioni, meritocrazia - Modello partecipativo strutture flessibili,
valorizzazione capitale umano
112- processo attraverso il quale lindividuo
canalizza dellenergia verso il raggiungimento di
una meta-incentivo per il soddisfacimento di
determinati bisogni, posto che il bisogno è una
carenza che genera una tensione, per la riduzione
della quale lindividuo pone in essere il
comportamento che ritiene più adatto. (Franco
Fontana 1994)
113- linsieme dei fattori o motivi che stanno alla
base del comportamento, lo sollecitano e
lorientano in determinate direzioni in genere
tutti i comportamenti sono motivati, cioè
presuppongono un motivo-bisogno che spinge
allazione, e perseguono un piano per la
soddisfazione del bisogno. (Enrico Auteri 1998)
114- Motivazione specifica
- Contratto psicologico
- Fidelizzazione
- Marketing interno
115La divisione del lavoro
- Smith e La fabbrica di spilli
- Saper Fare e Saper Essere
116A. Smith
- È evidente che il lavoro non assistito di un
individuo solitario è del tutto incapace di
provvederlo di cibo, di vestiario e di alloggio
come non solo richiede il lusso di un grande, ma
si suppone richiedano, in una società
civilizzata, gli appetiti naturali del contadino
più modesto.
117A. Smith
- Divisione del lavoro
- Solo la divisione del lavoro, in base alla quale
ogni individuo confina se stesso in un
particolare ramo di attività, può spiegare la
superiore prosperità che si verifica nelle
società civilizzate e che, nonostante le
ineguaglianze della proprietà, si estende fino al
più infimo membro della comunità. - esempio la fabbrica di spilli
- La ricchezza delle nazioni. Abbozzo 1763
118Ddl e ricchezza delle nazioni
- È limmensa moltiplicazione delle produzioni di
tutte le differenti attività, conseguenza della
divisione del lavoro che, nonostante le grandi
diseguaglianze della proprietà, dà luogo, in
tutte le società civilizzate, a questa universale
prosperità che si estende fino ai più bassi
strati della popolazione.
119Ddl e progresso tecnologico
- Il prezzo del prodotto del lavoro diminuisce e il
salario del lavoratore aumenta - È così che in una società opulenta e commerciale
il lavoro diventa più caro e il prodotto più a
buon mercato - una piccola quantità di lavoro (appropriatamente
e giudiziosamente impiegato) procura grande
abbondanza di beni necessari e utili per vivere.
120Ddl e benessere nazionale
- Lavoro applicato con grande abilità e giudizio,
sostenuto dallaccordo e dalle forze unite di una
società superiore, assistito da innumerevoli
macchine maggiore quantità di prodotto rispetto
alla sua maggiore ricompensa - Più opulenta sarà la società, più il lavoro sarà
caro e meno costoso il prodotto. - La concorrenza dei paesi poveri (minori profitti,
minori salari) avrà effetto solo in presenza di
alcuni rilevanti errori nella propria politica
economica
121Perché la ddl aumenta la produzione
- Maggiore abilità di ogni lavoratore
- Risparmio di tempo per passare da un tipo di
lavoro a un altro - Macchine che aiutano il lavoratore a svolgere
lattività di molti.
122SPECIALIZZAZIONE E DIVISIONE DEL LAVORO
- I fattori determinanti il forte aumento della
produttività industriale a partire dalla
rivoluzione industriale - la sostituzione di energia meccanica a quella
muscolare - lintroduzione di metodi per l'esecuzione di
operazioni ripetitive procedure, utensili,
macchinari - limpiego di materiali e dispositivi specifici
per la gestione più efficiente dei materiali - lintroduzione di dispositivi e formule
organizzative che consentono il trasporto e il
collegamento di numerose operazioni elementari.
123Divisione del lavoro e divisione della conoscenza
- I fattori determinanti la divisione del lavoro
sono in ultima analisi riconducibili alla
possibilità di riutilizzare la conoscenza - Vantaggi nello sviluppo di conoscenze
specialistiche problem solving distribuito - Le conoscenze acquisite diventano un vantaggio
sociale se sono riutilizzabili perché vengono
incorporate in artefatti (metodi, tecnologie,
prodotti) o sono trasmesse
124Ddl e invenzioni
- Fu la divisione del lavoro che probabilmente
causò linvenzione della maggior parte di quelle
macchine per mezzo delle quali il lavoro è così
facilitato e ridotto. Quando lintera forza della
mente è rivolta a un solo particolare oggetto,
come deve essere in conseguenza della divisione
del lavoro, la mente è più adatta per scoprire i
metodi per raggiungere tale obiettivo rispetto a
quando la sua attenzione è dispersa tra una
grande varietà di cose (es. aratro seminatrice
mulino a mano, ecc.).
125Ddl e conoscenza scientifica
- Saper fare e saper essere Persone il cui
mestiere non è il fare qualcosa, ma osservare
ogni cosa, e che per tale ragione sono capaci di
combinare assieme i poteri dei più opposti e
distanti oggetti (81). Da artigiano artista a
filosofo. - Solo un vero filosofo poteva inventare il motore
a vapore e la prima forma dellidea di produrre
un così grande effetto da una energia della
natura cui prima non si era mai pensato - La filosofia o speculazione, col progredire della
società, diventa, come ogni altro mestiere,
lunica occupazione di una particolare classe di
cittadini.
126Le cause della ddl
- Effetto della particolare inclinazione della
natura umana - la tendenza a barattare, permutare e scambiare
una cosa con unaltra
127Bisogno umano di cooperazione
- Lindividuo ottiene aiuto dagli altri se
riuscirà a volgere a proprio favore la cura che
quelli hanno del proprio interesse e a dimostrare
che torna a loro vantaggio fare per lui ciò che
richiede loro - dammi quello che voglio e tu avrai quello che
vuoi.
128Cooperazione interessata
- Non è dalla benevolenza del macellaio, del
birraio e del fornaio che ci aspettiamo il
pranzo, ma dalla considerazione che essi fanno
del proprio interesse. Noi ci volgiamo non alla
loro umanità, ma al loro interesse e non parliamo
mai loro delle nostre necessità, ma dei loro
vantaggi.
129DIVISIONE DEL LAVORO ECOMPLESSITÀ
- Le interdipendenze derivanti dalla divisione del
lavoro determinano complessità si richiede
infatti a unità specializzate di rispondere a
condizioni incerte realizzando il coordinamento
di un numero crescente di unità le cui decisioni
di controllo sono connesse e caratterizzate da un
certo grado di irreversibilità.
130Come coordinare unità di produzione specializzate
- meccanismi decentrati di coordinamento
- sviluppo di meccanismi accentrati di
coordinamento verso la fabbrica fordista.
131PER CAPIRE MEGLIO I MECCANISMI DI COORDINAMENTO
ADOTTATI, SONO OPPORTUNEALCUNE DISTINZIONI
132ALCUNE DISTINZIONI
- Divisione orizzontale e verticale
- Divisione del lavoro interna ed esterna
133DIVISIONE ORIZZONTALE DELLAVORO
- Con lallargamento del mercato, è possibile che
le aziende si specializzino in determinati
prodotti - Falegname ? produzione di mobili da cucina,
camere da letto, ecc. - Calzolaio ? produzione di scarpe da uomo, da
donna, sportive, da montagna. - La specializzazione permette di usare macchine ad
hoc, conoscere - il mercato, sviluppare nuove tecnologie, ecc., ma
si può realizzare solo se la domanda è abbastanza
ampia. - Nel caso di divisione orizzontale del lavoro il
principale problema di coordinamento è luso di
risorse specializzate indivisibili se il mercato
è ampio, il problema è risolto dal mercato
stesso.
134DIVISIONE VERTICALE DEL LAVORO
- Se la domanda è sufficientemente ampia, si
possono specializzare singole fasi di un processo
produttivo, che vengono assunte da unità
produttive dotate di risorse (di macchinario e di
lavoro) specifiche - falegname ? prime lavorazioni del legno processi
di assemblaggio distribuzione - calzolaio ? operazioni di taglio di orlatura
fabbricazione di accessori distribuzione
135DIVISIONE VERTICALE DEL LAVORO (segue)
- Nel caso della divisione verticale del lavoro le
attività delle unità specializzate nelle singole
fasi devono essere collegate in modo coordinato
in caso contrario si sostengono costi (ad esempio
una fase a valle è costretta a restare inoccupata
per mancanza di materiale)
136DIVISIONE VERTICALE DEL LAVORO LA PRODUZIONE
ARTIGIANALE
- Lettere unità
- Numeri fasi
137DIVISIONE VERTICALE DEL LAVORO LA PRODUZIONE
INDUSTRIALE (A)
138Economie della DDL
- La possibilità di realizzare le economie della
divisione del lavoro dipende dalla capacità di
coordinare le singole attività, nel senso che - per ottenere un flusso stabile di produzione si
richiede che i tempi di lavorazione siano
controllati - ogni fase è un input per la successiva i singoli
lavoratori svolgono operazioni complementari e il
risultato di una fase influisce sul lavoro di
quella successiva controllo della qualità,
standardizzazione, informazione
139DIVISIONE VERTICALE DEL LAVORO LA PRODUZIONE
INDUSTRIALE (B)
140DIVISIONE DEL LAVORO INTERNA ED ESTERNA
- COME SI REALIZZA LA COMPATIBILITÀ DEI PIANI
- Scambio di informazioni (flussi informativi)
- Spostamento della disponibilità dei beni nel
tempo o nello spazio
141DIVISIONE DEL LAVORO ESTERNA
- Specializzazione tra diverse imprese che
partecipano a una stessa filiera produttiva - Le relazioni sono governate da scambi informativi
(negoziazioni, ordini, prezzi) talora molto
semplici (acquisto di commodities), talora più
complesse (es. forniture specializzate o su
disegno) - Le imprese hanno autonomia decisionale e
negoziale e si adattano reciprocamente in modo
indipendente sulla base dei segnali che ricevono - La gestione delle relazioni con le imprese della
filiera è detta supply chain management
142DIVISIONE DEL LAVORO INTERNA
- La specializzazione del lavoro tra le singole
unità entro unimpresa è definita centralmente - Le relazioni tra le unità produttive sono
governate, oltre che da scambi diretti di
informazioni, da una gerarchia di piani e di
programmi che limitano progressivamente la
libertà decisionale delle unità inferiori, ma
agevolano la convergenza dei comportamenti