SAPERI STORICI E NUOVE TECNOLOGIE Universit - PowerPoint PPT Presentation

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SAPERI STORICI E NUOVE TECNOLOGIE Universit

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SAPERI STORICI E NUOVE TECNOLOGIE Universit degli Studi di Napoli Federico II Dipartimento di discipline storiche Ettore Lepore NICOLA MADONNA – PowerPoint PPT presentation

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Title: SAPERI STORICI E NUOVE TECNOLOGIE Universit


1
SAPERI STORICI E NUOVE TECNOLOGIEUniversità
degli Studi di Napoli Federico
IIDipartimento di discipline storiche
Ettore Lepore
  • NICOLA MADONNA
  • Il formato di scambio Unimarc

2
Definizioni
  • Documento Qualsiasi oggetto utilizzabile a fini
    di consultazione, ricerca, informazione
    (Devoto-Oli)
  • Biblioteca una raccolta di documenti ordinata
    per il loro reperimento (Guerrini)
  • Catalogo costituisce il mezzo che consente
    lincontro tra i documenti di una biblioteca e i
    bisogni informativi dellutenza

3
Documenti fonti dinformazione
  • Secondo il contenuto informativo, i documenti si
    distinguono in fonti
  • Primarie
  • documenti consultabili per sé, che non rimandano
    necessariamente o esclusivamente ad altri
    documenti (es. enciclopedie, saggi, opere
    letterarie, musicali, teatrali, cinematografiche,
    figurative, rapporti tecnici, progetti,
    statistiche)
  • Secondarie
  • Documenti che rinviano ad altri documenti (Es.
    bibliografie, cataloghi, indici e abstract di
    riviste)

4
Fonti secondarie e repertori bibliografici
  • Una citazione bibliografica, un abstract o un
    sommario di un articolo, lindice di unannata di
    un periodico sono descrizioni sintetiche di
    documenti finalizzate a facilitarne
    lidentificazione. Esse consistono
    nellestrapolazione, dai documenti descritti, di
    alcune informazioni essenziali, che poi vengono
    registrate secondo determinate convenzioni, in
    modo da risultare facilmente identificabili da
    parte dei destinatari del messaggio
  • Fonti secondarie possono essere pubblicate con la
    stessa fonte primaria descritta, oppure
    autonomamente in tal caso, sono raggruppate e
    ordinate in appositi repertori bibliografici

5
Repertori bibliografici in ambiente elettronico
  • Un repertorio bibliografico in ambiente
    elettronico può consistere in
  • una semplice lista precoordinata di citazioni,
    consultabile in maniera sequenziale (es. un
    elenco di citazioni in una pagina web)
  • un vero e proprio database, o un sistema
    integrato di databases

6
Database bibliografici
  • Un data-base è un archivio elettronico di
    documenti (o comunque di dati omogenei tra loro).
    Gli archivi (file) raccolgono e indicizzano le
    singole registrazioni (record).
  • Un data-base bibliografico è un archivio di fonti
    secondarie a carattere testuale

7
Cosè un formato
  • Si definisce formato la struttura logica degli
    oggetti digitali.
  • Perché un software possa riconoscere e gestire un
    oggetto digitale, deve identificarne la struttura
    come corrispondente a una categoria astratta di
    strutture o formati ad esso noti.
  • I formati di scambio dei dati sono dedicati
    allo scambio di dati fra sistemi differenti.

8
Formati strutturati
  • Un formato si dice strutturato (o complesso) se
    in uno stesso documento, insieme ai dati
    informativi, sono presenti diverse tipologie di
    metadati strutturali (descrittivi,
    amministrativi, ecc.).
  • Più è analitico un formato strutturato, più
    indici se ne potranno ricavare.
  • I record bibliografici sono oggetti digitali a
    formato molto strutturato.

9
ISBD
  • Tra gli scopi con cui erano nate le ISBD, oltre a
    fornire norme per la catalogazione descrittiva
    compatibili in tutto il mondo allo scopo di
    facilitare lo scambio internazionale delle
    registrazioni bibliografiche, vi era anche
    quello di favorire la conversione delle
    registrazioni bibliografiche in forma leggibile
    dalla macchina.
  • Per questo secondo scopo sono nati formati di
    gran lunga più analitici i MARC.

10
Lo standard ISO 2709
  • LInternational Organization for Standardization
    ha pubblicato nel 1996 la terza edizione della
    norma ISO 2709 per la standardizzazione del
    formato scambio su nastro magnetico dei record
    bibliografici (Format for bibliographic
    information interchange on magnetic tape).
  • La norma, agilissima, serve unicamente ad
    impostare la struttura astratta del formato.

11
Conformità a ISO 2709
  • Elementi necessari ad una registrazione per
    essere conforme a ISO2709
  • Etichetta del record (guida o leader) 24
    caratteri con informazioni codificate sul record.
  • Indice (directory) riporta un numero di
    occorrenze uguale al numero dei campi presenti
    nella registrazione.
  • Campi di dati (datafields) indicatori,
    identificatori di sottocampo, codici di
    sottocampo, dati (max. 9999 car. per campo e
    99999 car. per record).
  • Separatore di registrazione (field terminator)
    codice di fine record ().

12
Caratteristiche di un record ISO 2709
  • Un record ISO 2709 è dunque un file lineare di
    testo.
  • Ciò consente la sua esportabilità e lo scambio
    tra database gestiti da software diversi.

13
Il formato Unimarc
  • Definizione Unimarc è un formato macchina
    standardizzato per lo scambio di record
    bibliografici.
  • Unimarc è
  • Conforme a ISO 2709.
  • Conforme alle ISBD.
  • Flessibile rispetto a livelli di analiticità
    differenziati.
  • Ridondante (sono previsti campi e modalità
    diversi per una stessa tipologia di
    informazione).
  • Gerarchico (ha campi e sottocampi).

14
Origini di MARC
  • Anni 60 la Library of Congress pensa di
    convertire il catalogo cartaceo in un catalogo su
    elaboratore si sviluppa il primo formato MARC
    (MAchine Readable Cataloguing), da cui nel 1973
    deriverà la prima edizione di ISO 2709.
  • Nel 1968 LC in cooperazione con la British
    Library sperimenta MARC II, prototipo di tutti i
    MARC successivi.
  • Anni 70 nei vari Paesi nascono e si diffondono
    MARC nazionali fondati su ISO 2709.

15
Nascita di UNIMARC
  • Nel 75 fu pubblicato UKMARC (per la Gran
    Bretagna) e INTERMARC (per paesi francofoni e
    slavi) in Italia si diffuse ANNAMARC
    (Automazione Nella NAzionale).
  • A partire dal 77 appaiono a cura dellIFLA le
    prime edizioni di UNIMARC
  • Negli Stati Uniti si passò invece da MARC II a
    USMARC nel 1999 è stato pubblicato MARC 21.

16
Prime edizioni di UNIMARC
  • La prima edizione (1977) conteneva solo il
    trattamento dei materiali per cui si era già
    pubblicato il corrispondente ISBD (cioè
    monografie e periodici).
  • La seconda edizione (1980) armonizzava lo
    standard alle revisioni di ISBD, ma comprendeva
    anche materiale cartografico e non librario
  • Nel 1983 esce lUNIMARC handbook, indispensabile
    guida allutilizzo del formato.

17
Aggiornamenti e Raccomandazioni
  • Negli anni 90 lIFLA costituisce il PUC
    (Permanent Uniamrc Committee) con il compito di
    seguire la costante evoluzione del formato, ma
    anche di promuoverne la diffusione.
  • Il PUC ha pubblicato tre aggiornamenti del
    manuale (1996, 1998, 2000) e numerose Guideline
    (raccomadazioni) dedicate alle registrazioni
    analitiche, alle microforme, al libro antico,
    alla catalogazione a più livelli e alle risorse
    elettroniche.

18
Evoluzione di Unimarc
  • Negli anni 90 si moltiplicano i progetti europei
    per la conversione in Unimarc dai Marc nazionali.
  • In Italia già dal 1985 la BNI aveva adottato
    Unimarc come formato di scambio delle
    registrazioni in Unimarc sono anche i dati del
    catalogo della Biblioteca nazionale centrale di
    Firenze.
  • Unimarc tende ad affermarsi non solo come formato
    di scambio, ma anche come formato di gestione
    interno.

19
La catalogazione con Unimarc
  • Unimarc è sviluppato sulla base delle ISBD,
    prevede pertanto campi e codici specifici per
    record catalografici relativi a
  • monografie, periodici, parti componenti, libri
    antichi, partiture musicali, documenti
    cartografici, immagini, registrazioni audio e
    video, materiali museali, risorse lettroniche.

20
I quattro formati Unimarc
  • Unimarc prevede a tuttoggi 4 formati
  • Unimarc Bibliographic Format
  • Unimarc Authority Format (1991, poi 1996)
  • Unimarc Classification Format (2000)
  • Unimarc Holdings Format (in programmazione)

21
Analisi del formato
  • Unimarc Bibliographic, come tutti i formati
    scambio, ha tre componenti base
  • la struttura fisica
  • gli identificatori del contenuto
  • il contenuto della registrazione

22
La struttura fisica
  • La struttura fisica definisce le regole di
    costruzione della registrazione, indicando la
    tipologia dei campi di cui si compone, se cioè di
    lunghezza fissa o variabile, e la possibile
    ripetibilità dei campi stessi.

23
Gli identificatori del contenuto
  • Vi sono tre tipi di identificatori
  • etichette (stringa di tre caratteri che
    identifica il tipo di campo che la segue)
  • indicatori (sono al massimo due per campo, sono
    numerici e hanno valore diverso a seconda dei
    campi utilizzati)
  • codici di sottocampo (introducono allinterno di
    un campo gli elementi che costituiscono un
    sottocampo)

24
Il contenuto della registrazione
  • Il contenuto della registrazione è costituito dai
    dati contenuti in ciascun campo e sottocampo.
  • Anche se le problematiche relative a questo
    aspetto sono di pertinenza delle regole di
    catalogazione e degli standard applicati,
    tuttavia il passaggio dalla catalogazione manuale
    a quella automatizzata rende sempre più stretti i
    rapporti fra il formato e il contenuto.

25
Tipologie di campi
  • In Unimarc troviamo
  • campi di dati codificati e di dati descrittivi
    (sono sempre dati testuali, ma i primi sono in
    codice, i secondi in linguaggio naturale)
  • campi a lunghezza fissa e a lunghezza variabile
    (i primi sono di dati codificati)
  • campi obbligatori, raccomandati e facoltativi
    (sono obbligatori solo i campi 001, 100, 101,
    200, 801 e, in presenza del dato, 120, 123 e 206)
  • campi ripetibili e non ripetibili (ma attenzione
    a non confondere campi e sottocampi la casistica
    è oltremodo varia)

26
I Campi di dati (1)
  • I campi di dati sono la parte del record in cui
    vengono riportate generalmente le vere e proprie
    informazioni bibliografiche, in alcuni tipi di
    campi in forma testuale, in altri in forma
    codificata
  • Allinterno di un campo, i dati sono generalmente
    articolati in sottocampi e possono essere
    introdotti da un massimo di due indicatori, che
    ne specificano il contenuto o il trattamento

27
I Campi di dati (2)
  • I campi delle informazioni descrittive
    corrispondono alle aree ISBD e al loro interno i
    sottocampi corrispondono alla punteggiatura ISBD
  • LISBD viene in tal modo (non sostituito ma)
    disambiguato e tradotto in un formato macchina

28
Pausaaa!
  • Ci rivediamo
  • tra dieci minuti

29
Letichetta del record Leader
  • È una stringa di 24 caratteri contenenti
    informazioni generali sul record espresse in
    codice.
  • È obbligatoria è necessaria per le macchine ai
    fini della corretta decodifica della
    registrazione
  • È il primo elemento della registrazione non ha
    etichetta, né indicatori, né sottocampi.
  • Ogni informazione occupa una posizione fissa
    allinterno della stringa (ciò la rende più
    facilmente individuabile dai software).

30
I dati codificati presenti nel Leader
0-4 Lunghezza del record (massimo 99.999 caratteri)
5 Stato del record
6 Tipo di documento descritto
7 Livello bibliografico
8 Livello gerarchico (rispetto ad altro record)
9 Non definito
10 Lunghezza degli indicatori
11 Lunghezza degli identificatori di sottocampo
12-16 Posizione del carattere iniziale del primo campo
17 Livello di codifica UNIMARC
18 Tipo di catalogazione (conformità a ISBD)
20-22 Struttura della directory
23 Non definito

31
Esempio di Leader
LDR  00515nam02200193450 nuovo record,
di 515 caratteri, dove il carattere iniziale del
primo campo occupa la posizione 193esima. Il
record è relativo a un testo a stampa
monografico, non è collegato gerarchicamente ad
altri records, è pienamente codificato secondo
UNIMARC e la catalogazione è pienamente conforme
a ISBD
32
I blocchi Unimarc

0 Blocco di identificazione
1 Blocco delle informazioni codificate
2 Blocco delle informazioni descrittive
3 Blocco delle note
4 Blocco dei legami
5 Blocco dei titoli in relazioni
6 Blocco dellanalisi semantica
7 Blocco della responsabilità intellettuale
8 Blocco dei dati internazionali
9 Blocco di uso locale
33
Blocco 0 - Identificazione
  • I campi contrassegnati da un tag che comincia per
    0 contengono numeri o stringhe alfanumeriche
    che identificano univocamente
  • il record. Esempi
  • 001 numero di sistema del record nel proprio
    archivio (obbligatorio)
  • 005 data e ora dell'ultima modifica
  • 035, numero di sistema dell'archivio da cui il
    record è stato importato
  • Il documento catalogato. Esempi
  • 010 ISBN
  • 011 ISSN
  • 020 numero di bibliografia nazionale

34
Blocco 1 Informazioni codificate
  • I campi contrassegnati da un tag che comincia per
    "1" contengono sequenze di informazioni espresse
    in linguaggio codificato, utile a disambiguare
    l'informazione e a facilitare operazioni di
    filtering su archivi estesi.
  • Ogni elemento della sequenza è identificabile ed
    enucleabile dalla sua posizione, che è
    predefinita. Esempi

100 Dati generali per lelaborazione
101 Lingua della pubblicazione
102 Paese della pubblicazione
105 Materiale testuale, monografie
110 Periodici
135 Risorse elettroniche
35
Blocco 2 Informazioni descrittive
  • I campi il cui tag comincia per "2" contengono le
    informazioni prescritte dall'ISBD, espresse -come
    in ISBD- in termini tratti dal linguaggio
    naturale.
  • La differenza sta solo nella punteggiatura, che
    in UNIMARC si omette ed è sostituita dal sistema
    dei campi e sottocampi (eccetto il segno "" per
    i titoli paralleli, che permane).
  • Esempio 200 1
  • a Titolo proprio b Indicazione generica del
    materiale c Titolo proprio di altro
    autore d Titolo parallelo e complemento
    del titolo f Prima formulazione di
    responsabilità g Seconda formulazione di
    responsabilità

36
I campi più importanti del blocco 2
200 Titolo e formulazione di responsabilità
205 Edizione
210 Pubblicazione, distribuzione, ecc.
215 Descrizione fisica
225 Collezione
37
Blocco 3 - Note
  • I campi il cui tag comincia per "3" contengono le
    informazioni che in un record ISBD sono fornite
    in nota.
  • Per diverse tipologie di nota esiste un apposito
    campo 3xx. Alcuni ess.

300 Note generali
304 Note riferite al titolo e alla formulazione di responsabilità
324 Nota di edizione originale
327 Nota di contenuto
330 Sommario o abstract
336 Nota sul tipo di risorsa elettronica
38
Blocco 4 - Legami
  • I campi il cui tag comincia per "4" contengono
    informazioni su altri record collegati a quello
    in esame. Sono previste due tecniche
  • Quella dell'incapsulamento, fondata appunto
    sull'incapsulamento nel campo 4xx 1 di interi
    campi dell'altro record, inclusi i tag, gli
    indicatori e gli identificatori di sottocampo.
    Esempio 410 11001005678
  • Quella per sottocampi standard, fondata sulla
    citazione in appositi sottocampi del campo 4xx
    delle informazioni presenti nell'altro record
    Esempio 410 1tTitolo della serie0numero di
    sistema del record collegato

39
Blocco 5 Titoli in relazione
  • I campi il cui tag comincia per "5" contengono
    titoli associati alla pubblicazione catalogata.
    Ess.

500 Titolo uniforme
510 Titolo parallelo
512 Titolo di copertina
516 Titolo del dorso
517 Altri titoli varianti
532 Titolo per esteso
40
Blocco 6Analisi semantica
  • I campi il cui tag comincia per "6" contengono le
    formulazioni di soggetto, secondo sistemi che
    utilizzano termini del linguaggio naturale o
    codici alfanumerici.
  • Ess.

610 Termini di soggetto non controllati
675 CDU (Classificazione Decimale Universale)
676 CDD (Classificazione Decimale Dewey)
680 Classificazione della Library of Congress
41
Blocco 7Responsabilità intellettuale
  • I campi il cui tag comincia per "7" contengono le
    intestazioni per autori ed enti, ossia i nomi di
    persone o enti cui è associata una responsabilità
    intellettuale rispetto alla pubblicazione
    catalogata.
  • Sono previsti campi per vari livelli di
    responsabilità (700, 710 principale 701, 711,
    alternativa 702, 712 secondaria 730, livello
    non specificato), e sottocampi ("4") in cui
    specificare in codice il tipo di relazione del
    soggetto con l'opera .
  • Se l'intestazione è tratta da un authority file,
    si raccomanda di citare il corrispondente record
    di authority (nel sottocampo "3")
  • Non essendo standardizzate le forme delle
    intestazioni, vanno specificati l'ordine di
    citazione delle parti del nome (mediante
    indicatori appositi) e la punteggiatura (che va
    apposta dal catalogatore).

42
I campi del blocco 7
700 Autore personale Responsabilità principale
701 Autore personale Responsabilità alternativa
702 Autore personale Responsabilità secondaria
710 Ente collettivo Responsabilità principale
711 Ente collettivo Responsabilità alternativa
712 Ente collettivo Responsabilità secondaria
43
Blocco 8Dati internazionali
  • I campi il cui tag comincia per "8" contengono
    informazioni di genere vario
  • sul record
  • Esempi 801 fonte della registrazione (i.e.
    chi l'ha prodotta) 886 dati non convertiti dal
    formato fonte
  • o sulla pubblicazione
  • Esempio 856 localizzazione e accesso
    elettronici (URL)

44
I campi "9xx", "x9x", "xx9"
  • I campi con un "9" nel tag contengono dati di
    tipo non previsto dal formato UNIMARC ma
    appartenenti a convenzioni descrittive nazionali.
  • Tali dati, a meno di accordi espressi, non
    vengono esportati.
  • In assenza di un formato UNIMARC per dati
    gestionali sulle copie fisiche, spesso un campo
    "9xx" viene utilizzato per registrare tali dati.
  • Si ricorre al "9" nel tag anche per registrare
    soggetti o classificazioni tratti da sistemi non
    riconosciuti ufficialmente sul piano
    internazionale.
  • La BNI utilizza i campi 900 e 910 per registrare
    forme non preferite di nomi di persone o di enti.

45
I set di caratteri
  • I primi calcolatori sono nati con set di
    caratteri minimali (numeri e caratteri del solo
    alfabeto latino), dovendo rispondere unicamente a
    esigenze di calcolo.
  • Ciò costituì un regresso rispetto alle schede
    cartacee, venendo meno i caratteri diacritici e i
    segni speciali

46
I caratteri ASCII
  • Da tempo cè convergenza sul set di caratteri
    base sullo standard ISO 646, 7-bit coded
    character set for information processing
    interchange, meglio noto come set di caratteri
    ASCII (American standard code for information
    interchange).
  • Il set comprende 128 caratteri i primi 32
    riservati a funzioni di controllo, 94 ai
    caratteri grafici, 1 allo spazio, 1 alla
    cancellazione.
  • Anche in questo modo però i caratteri e i segni
    speciali rappresentabili non bastano a rispondere
    alle esigenze del trattamento dei dati
    bibliografici.

47
I set di caratteri estesi
  • La Library of Congress ha sviluppato un set di
    caratteri esteso (ANSEL, Extended latin alphabet
    coded character set for bibliographic use), poi
    utilizzato per la codifica delle registrazioni
    USMARC.
  • Unimarc ha invece adottato la norma ISO 5426,
    Extended latin set.
  • Ciò significa che per transcodificare una
    registrazione da un Marc allaltro è necessario
    anche tradurre i caratteri speciali da un set
    allaltro.

48
I set di caratteri per alfabeti non latini
  • Unimarc prevede anche la possibilità di trattare
    registrazioni in alfabeti non latini. Ecco i set
    attualmente previsti
  • ISO Registration 37 cirillico di base
  • ISO DIS 5427 cirillico esteso
  • ISO 5428 greco antico
  • ISO 6438 africano
  • ISO 10586 georgiano

49
Unicode
  • Anche i set appena visti sono tuttavia ben
    lontani dallesaurire le esigenze della
    catalogazione essi sono inoltre di spiccata
    impronta europea.
  • Una risposta infinitamente più ricca alle
    esigenze espresse, è stata data da Unicode (norma
    ISO 10646 livello 3).
  • Unicod è basato su una codifica a 16 bits ed è
    in grado di gestire fino a 65.000 caratteri.
  • È prevista una sua ulteriore estensione,
    lUTF-16, che consentirebbe la codifica di oltre
    un miliione di dati.
  • Unimarc prevede già la possibilità di utilizzare
    Unicode tutti i principali produttori di
    hardware e software per lautomazione
    bibliotecaria si stanno orientando verso questo
    standard.

50
Pausaaa!
  • Ci rivediamo
  • tra dieci minuti

51
2ª parte
  • OPAC
  • panoramica e guida alluso

52
OPAC
  • Un OPAC è un particolare tipo di database
    bibliografico in cui sono descritte le
    pubblicazioni possedute da - o accessibili
    tramite - una biblioteca o una rete di
    biblioteche.
  • LOpac deve rispondere a tre tipi di domande
  • se la biblioteca possiede una determinata
    pubblicazione
  • quali opere di uno stesso autore e quali edizioni
    di una stessa opera sono possedute
  • Quali opere su un determinato argomento sono
    possedute

53
Online Public Access Catalogue
  • Laccesso allOPAC deve essere intuitivo per
    lutente, linterfaccia (Web, GUI o Z39.50) deve
    essere facile da usare
  • La ricerca deve poter essere formulata per parole
    chiave o a scorrimento su una pluralità di indici
  • Devono essere previste opzioni di filtro e
    ordinamento
  • I risultati devono essere visualizzati in modo da
    evidenziare gruppi di record affini
  • I singoli record devono apparire in formati
    standard (ISBD, UNIMARC)

54
Interrogare un Opac
  • Interrogare un Opac consiste essenzialmente nel
    verificare se una o più parole specificate siano
    contenute in qualcuno dei record che
    costituiscono lOpac.
  • L'utente quindi deve inserire le parole
    desiderate negli appositi spazi visibili sullo
    schermo il sistema risponderà visualizzando quei
    record che contengono le parole richieste, i
    quali descrivono i volumi posseduti dalle
    biblioteche in questione.
  • Da questa diapositiva e fino alla diapositiva
    n. 68 le informazioni sono state prese da
  • Claudio Gnoli, Gli Opac. Una guida per il
    pubblico allutilizzo dei cataloghi in linea, in
  • Aib-Web Contributi, seconda edizione aprile 1999
    lthttp//www.aib.it/aib/contr/gnoli1.htmgt

55
Luso dei campi
  • Poiché i record sono divisi in campi,
    generalmente conviene cercare le parole
    desiderate nell'ambito di un determinato campo
  • Interrogando un Opac, si troverà sullo schermo
    una scelta fra i diversi campi nei quali è
    possibile cercare. I campi più importanti sono
    generalmente quelli dell'autore, del titolo e del
    soggetto.
  • Come nel caso dei cataloghi a schede, quando si
    conoscono esattamente i dati delle opere che si
    stanno cercando, conviene cercare per autore o
    per titolo.

56
La ricerca per soggetto
  • Quando invece si sta cercando qualsiasi opera che
    tratti un determinato argomento, il metodo più
    logico è cercare nel campo del soggetto. Tuttavia
    non è detto che in questo modo si trovino tutti i
    record pertinenti all'argomento cercato, perché
  • i soggetti si basano rigidamente su vocabolari
    controllati, per cui il soggetto appropriato per
    l'argomento cercato potrebbe non essere il
    termine che si ha in mente, ma un suo sinonimo
  • in molti Opac una parte delle opere non sono
    associate a nessun soggetto, in quanto per
    risparmiare tempo sono state catalogate in forma
    più semplice.

57
Altri campi
  • In alcuni Opac è possibile cercare anche in altri
    campi, ad esempio luogo e data di pubblicazione,
    editore, collana, lingua questi campi di solito
    non sono molto utili se presi da soli, perché
    contengono le stesse espressioni per moltissimi
    libri diversi.
  • Alcuni Opac offrono anche la possibilità di
    cercare se determinate parole siano presenti in
    un qualsiasi campo. Ciò può essere utile per
    esempio nel caso di parole poco comuni, ad
    esempio nomi di persone che possono essere sia
    autori di opere che argomento di altre opere. Se
    però le parole cercate sono comuni, questa
    strategia può dare risultati problematici.

58
Una regola doro
  • Anche quando è possibile farlo, infine, non
    conviene riempire troppi campi contemporaneamente,
    perché così si rischia di restringere troppo la
    gamma dei possibili risultati basta infatti che
    ci sia un'inesattezza in uno dei termini
    richiesti, perché la ricerca non dia alcun
    risultato. Perciò, anche se si cerca un testo di
    cui si conoscono tutti i dati bibliografici,
    conviene utilizzare solo uno o due campi per
    volta, selezionando alcune parole particolarmente
    significative che si desidera compaiano nei
    record.

59
Le modalità di ricercaricerca browse
  • L'aspetto delle videate attraverso cui ci si
    muove varia a seconda dei diversi Opac. Tuttavia,
    esistono essenzialmente due modi con cui si può
    cercare per liste o per parole.
  • Nella ricerca per liste, il sistema richiede di
    inserire una sola stringa, contenente una o più
    parole da cercare nel campo dell'autore, oppure
    nel campo del titolo, oppure nel campo del
    soggetto. Quindi viene visualizzata una lista di
    voci che iniziano con la parola o le parole
    richieste, oppure con parole simili, che
    nell'ordine alfabetico si trovano vicino a quella
    richiesta. La prima delle voci che rispondono
    meglio alla richiesta è di solito evidenziata, ma
    viene comunque mostrato anche un certo numero di
    voci precedenti e successive. Questo sistema
    permette di compensare una parte dei possibili
    errori nello spelling delle parole richieste e
    inoltre, permette di vedere contemporaneamente
    diverse voci che inizino con le stesse parole,
    per poi scegliere quelle desiderate.

60
Le modalità di ricercaricerca find
  • Nella ricerca per parole, invece, si può cercare
    anche in più campi contemporaneamente il sistema
    risponderà visualizzando tutti i record che
    contengono le parole cercate, non solo all'inizio
    ma anche all'interno dei campi rispettivi. Non
    vengono invece visualizzate le voci che
    contengono parole simili a quelle richieste
    quindi occorre fare particolare attenzione alle
    parole che si inseriscono, poiché il risultato
    dipenderà rigorosamente da queste.

61
Come inserire le richieste
  • fare attenzione alla battitura
  • maiuscole e minuscole generalmente non cè
    differenza
  • segni diacritici di solito non è necessario
    indicarli (è consigliabile provare in entrambi i
    modi)
  • segni di punteggiatura, trattini, apostrofi
    vale lo stesso che per i diacritici
  • stop word sono alcune parole corte (es. gli
    articoli, congiunzioni, ecc.) che gli Opac
    tralasciano automaticamente in particolari
    occorre omettere gli articoli iniziali perché non
    indicizzati
  • soggetti (o parole chiave) bisogna digitarli
    nella lingua del catalogo

62
Linguaggi di interrogazione
  • Esistono numerosi linguaggi di interrogazione
  • Il più diffuso nella maggior parte delle banche
    dati è quello degli operatori logici che derivano
    dall'algebra di Boole e vengono impiegati dai
    calcolatori per compiere moltissime operazioni.
  • Molto diffusi anche gli operatori relazionali e
    gli operatori di prossimità.
  • Da non dimenticare, infine, i cosiddetti
    caratteri jolly.

63
Gli operatori logici (o booleani)
  • AND o (intersezione) si usa per rintracciare i
    record che soddisfano entrambi i criteri
    richiesti.
  • OR (unione) si usa per rintracciare i record
    che soddisfano almeno uno dei criteri richiesti.
  • NOT o AND NOT (complemento) si usa per
    rintracciare i record che soddisfano un
    determinato criterio escludendo quelli che però
    ne soddisfano un altro.
  • XOR o NOR (esclusione) si usa per rintracciare
    i record che soddisfano esclusivamente uno solo
    dei criteri richiesti.

64
Operatori relazionali
  • In alcuni opac è possibile utilizzare anche degli
    operatori relazionali, che permettono di
    richiedere che il contenuto di un campo sia
    maggiore (gt), minore (lt) oppure uguale () ad un
    valore specificato.
  • Questi operatori si applicano tipicamente alle
    date ed altri campi numerici altrimenti assumono
    il significato di "precedente/successivo
    nell'ordine alfabetico a -".

65
Operatori di prossimità
  • Gli operatori di prossimità sono una versione più
    precisa degli operatori AND e NOT permettono
    infatti di richiedere che le parole in questione
    non solo siano (o non siano) presenti nello
    stesso record, ma si trovino ad una determinata
    distanza fra loro ed eventualmente in un
    determinato ordine. Gli operatori di prossimità
    disponibili variano a seconda degli Opac, ma
    perlopiù permettono di
  • cercare due parole adiacenti e nell'ordine dato
    (l'operatore è spesso scritto ADJ oppure WITH)
  • cercare due parole adiacenti in qualsiasi ordine
    (spesso scritto NEAR)
  • cercare due parole presenti all'interno dello
    stesso campo (spesso scritto SAME).

66
Combinare gli operatori
  • Gli operatori logici si possono combinare,
    creando stringhe di ricerca anche complesse per
    particolari esigenze. In questo caso occorre fare
    attenzione all'ordine con cui vengono eseguite le
    operazioni logiche secondo la gerarchia
    standard, l'ordine di priorità dovrebbe essere
    NOT, AND, OR, ma in realtà non tutti gli opac
    seguono questa regola perciò il sistema più
    sicuro è utilizzare le parentesi.

67
I caratteri jolly
  • I cosiddetti caratteri jolly sono dei simboli che
    possono corrispondere a qualsiasi carattere,
    oppure a una sequenza di caratteri di qualsiasi
    lunghezza. Anche nei simboli usati come caratteri
    jolly gli Opac variano molto, e occorre appurarli
    in ciascun caso leggendo le relative istruzioni.
  • Ecco i casi in cui si usano
  • troncamento è un modo per evitare di dover
    digitare lunghe sequenze di termini alternativi
    aventi una stessa radice, separati dall'operatore
    OR (carattere jolly usato asterisco, dollaro,
    due punti, o altro).
  • mascheramento si sostituisce un determinato
    numero di caratteri allinterno della parola
    (carattere jolly usato soprattutto asterisco, o
    punto interrogativo).

68
Troppi risultati!
  • Se una ricerca produce una grande quantità di
    record, la maggior parte dei quali non sembrano
    interessanti, piuttosto che scorrerli tutti
    conviene fare una nuova ricerca utilizzando dei
    termini più specifici scegliere parole meno
    comuni per i titoli e i soggetti, specificare
    l'autore (eventualmente anche il suo nome, se il
    cognome è piuttosto comune), specificare un
    intervallo di date, utilizzare più campi
    contemporaneamente.

69
Integrazione dellinformazione (1)
  • Le tecnologie dellipertesto e dei database
    relazionali permettono di superare la gestione
    settoriale dei servizi bibliotecari e
    bibliografici, a vantaggio di una forte
    integrazione dellinformazione e dei processi
    gestionali retrostanti

70
Integrazione dellinformazione (2)
  • Il catalogo bibliografico, lOPAC tradizionale,
    può essere integrato con altre tipologie di
    documenti o altri database
  • Amministrativi (archivi dei fornitori, anagrafe
    degli utenti, inventario)
  • Bibliografici (Authority files, bibliografie,
    TOCs, OPAC esterni, )
  • Documentari (full text, immagini, registrazioni
    audio e video)

71
Integrazione dellinformazione (3)
  • Tramite ununica interfaccia, lutente accede non
    solo al record bibliografico, ma da questo al
    documento elettronico descritto, oppure a una
    gamma di servizi interattivi, comunque orientati
    alla disponibilità del documento finale
    prestito, prenotazioni, desiderata, fotocopie,
    DD, SDI.
  • Lintegrazione dellinformazione può essere
    interna a uno stesso sistema informativo e
    riguardare le sue sole risorse, oppure essere
    fondata sulluso di standard internazionali
    (MARC, EDI, Z39.50, ) e riguardare lattività e
    i servizi di molteplici organizzazioni, diverse e
    distanti.

72
DallOPAC ai Portali
  • Lo sviluppo dellipertestualità e del Web
    favoriscono diverse soluzioni per la cooperazione
    e lintegrazione di servizi e risorse a distanza
  • La biblioteca integra lOPAC nelle proprie pagine
    Web
  • La biblioteca integra il reference nellOPAC
  • La biblioteca integra nellOPAC laccesso ai
    documenti catalogati
  • Più biblioteche condividono lo stesso OPAC, in
    forma virtuale o materiale
  • Si diffondono i portali (Non solo OPAC, ma
    accesso a varietà di altre risorse, mediante uno
    stesso motore di ricerca).

73
Per chi vuole approfondire Unimarc
  • IFLA UBCIM, 1998 UNIMARC Manual. Bibliographic
    format. 2. ed. München, Saur. N.B. per l'ed.
    elettronica aggiornata vai al sito  lthttp//www.i
    fla.org/VI/3/ubcim.htmgt
  • SCOLARI, Antonio, 2000 UNIMARC. Roma,
    Associazione Italiana Biblioteche (ET
    Enciclopedia tascabile 18)
  • MAIELLO, Rosa, 2002 UNIMARC, un formato
    universale"? lthttp//www.aib.it/aib/sezioni/cam/m
    aiel-tx.htmgt
  • GORMAN, Michael, 1998 Il futuro della
    catalogazione nell'era elettronica. In
    "Bollettino AIB", 38 (2), p. 138-148
  • PERUGINELLI, S., 1998 Il futuro dei formati
    bibliografici. In Congresso nazionale AIB, 44.,
    Genova, 1998  lthttp//www.aib.it/aib/congr/co98sta
    nd5.htmgt
  • WESTON, P. G., 2001 Catalogazione bibliografica
    dal formato MARC a FRBR. In Bollettino AIB, 41
    (3), p. 267-284

74
Per chi vuole approfondire gli Opac
  • BASILI, C., 1998 La biblioteca in rete
    strategie e servizi nella Società
    dell'informazione. Milano, Editrice Bibliografica
    (Bibliografia e Biblioteconomia 53)
  • GNOLI, C., 1999 OPAC in Italia una panoramica
    delle tipologie e delle modalità di
    consultazione. In "Bibliotime", 2 (1)
    lthttp//www.spbo.unibo.it/aiber/bibtime/num-ii-1/
    gnoli.htmgt
  • METITIERI, F. - RIDI, R., 2002 Biblioteche in
    Rete istruzioni per luso. Roma-Bari, Laterza
  • SALARELLI, A. - TAMMARO, A.M., 2000 La
    biblioteca digitale. Milano, Editrice
    Bibliografica (Bibliografia e Biblioteconomia
    57)
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