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Le Universit

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Title: Le Universit


1
Le Università di Padova e Ferrara al tempo di
Federico CommandinoAlessandra Fiocca
  • Convegno Internazionale Federico Commandino
    (1509-1575) Umanesimo e matematica nel
    Rinascimento Urbinate
  • Urbino 18-19 Settembre 2009

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Commandino e lo Studio di Padova
  • Federico Commandino nacque a Urbino nel 1509 da
    Battista architetto militare, in quegli anni
    impegnato nella progettazione delle mura
    cittadine.
  • Iniziale formazione sotto la guida di precettori
    privati, Giacomo Torelli di Fano per le lingue
    classiche e Giampiero de Grassi, precettore
    anche della famiglia Orsini, per la matematica e
    le lettere
  • Fu quindi a Roma cameriere segreto di Clemente
    VII allinizio degli anni trenta

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  • Baldi riferisce che alla morte di papa Clemente
    VII (1534), Commandino decise di riprendere gli
    studi e si trasferì a Padova dove per 10 anni
    studiò filosofia e medicina, uditore di
    MarcAntonio de Passeri e Giovanni Battista
    Montano.
  • Dunque fu alletà di 25 anni che C. si trasferì a
    Padova rimanendovi dal 1534 al 1544 studente
    dellUniversità di Arti e Medicina.
  • LUniversità di Padova era una delle più antiche
    e celebri dEuropa. Nella prima metà del XVI
    secolo, in particolare, fu al centro del
    rinnovamento degli studi di medicina (anatomia,
    clinica medica, epidemiologia e patologia) ma
    anche di farmacologia

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Le origini dellAteneo Padovano in epoca comunale
  • Sorto senza autorizzazione né papale, né
    imperiale, lAteneo di Padova assunse le
    prerogative di Studium generale di fatto.
    LAteneo nacque dalla migrazione di un gruppo di
    studenti giuristi provenienti dallUniversità di
    Bologna, nei primi decenni del XIII secolo (1222)
  • Organizzazione le corporazioni di studenti anche
    dette università (col significato di comunità)
    (Oltremontani o transalpini, e Citramontani)
    divisi in gruppi nazionali (naziones), i collegi
    di dottori, sia docenti che non, il cancelliere.
    Il cancellerie garantiva la regolarità della
    procedura desame. Nel 1264 si ebbe la conferma
    papale delliter relativo al compimento degli
    studi e al conferimento della licentia docenti
    da parte del vescovo, dopo un esame compiuto dai
    maestri.

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  • Epoca della signoria carrarese (1338-1405) (con
    una interruzione viscontea 1388-1390)
  • Anche in epoca signorile il comune conservò il
    suo diretto impegno in ambito universitario
    tramite i trattori dello Studio le cui funzioni
    furono definite con uno statuto cittadino del
    1339.
  • La ricerca e lingaggio di insegnanti esterni
    allambiente padovano fu una caratteristica del
    periodo della signoria dei da Carrara.
  • Nel 1344 fu chiamato il celebre giurista Ranieri
    Arsendi da Forlì già docente a Bologna e a Pisa,
    che divenne anche consigliere della corte
    carrarese. Altri giuristi celebri furono Baldo
    degli Ubaldi e Lapo da Castiglionchio. A metà del
    Trecento Giovanni Dondi intellettuale
    enciclopedico, astronomo e medico di corte, e nel
    secondo Trecento Biagio Pelacani da Parma
    chiamato alla pubblica lettura di astrologia.

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  • La Repubblica di Venezia
  • Lo Studio di Padova fu lunico centro
    universitario dello stato veneziano dal 1400 alla
    caduta della Repubblica (Vicenza e Treviso
    chiusero). Divieto ai sudditi veneziani e a
    quelli del Dominio di conseguire gradi accademici
    in altre sedi universitarie italiane.
  • Due erano le Università, quella dei Giuristi e
    quella degli Artisti, la quale comprendeva i
    filosofi, i medici e inizialmente i teologi.
    Ognuna delle due aveva proprie leggi, propri
    statuti e proprie nazioni.
  • Per arti si intendevano le arti del trivio
    (grammatica, retorica, dialettica) e le arti del
    quadrivio (aritmetica, geometria, astronomia,
    musica). Questa era la cultura di base sin dalla
    tarda antichità. Col sorgere delle prime
    Università e la riscoperta enciclopedica di
    Aristotele, lambito delle arti comprese anche la
    logica, la filosofia naturale, la metafisica,
    letica, la politica, la poetica, la biologia. I
    docenti (lettori o magistri) erano gli artisti.
    Nellambito della facoltà delle arti veniva
    insegnata anche la medicina.

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  • Allepoca della guerra della Lega di Cambrai
    (1509-1516) gli studi furono sospesi, per poi
    riprendere a scartamento ridotto. Fino ai primi
    anni trenta gli scolari furono poco numerosi, ma
    da questa data si verificò un nuovo periodo di
    espansione di bilancio che nel 1538 salì fino a
    50.000 lire, consentendo di attivare una
    sessantina di cattedre. Nel 1542 si stima che gli
    studenti dellateneo fossero ben milletrecento.

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  • Nel 1493 gli edifici del vecchio albergo
    allinsegna del bue, furono presi in concessione
    livellaria per riunirvi dapprima le scuole dei
    giuristi, poi dal 1522 progressivamente anche
    quelle degli artisti e medici. Il palazzo fu
    ricostruito a partire dal 1542 dagli architetti
    Andrea Moroni e Vincenzo Scamozzi.

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Professore di lingua e Letteratura Greca e
Latina Lazzaro Bonamico (1478 c.1552) di
Bassano
  • Studiò a Padova ed ebbe come professore di
    filosofia naturale Pietro Pomponazzi (frammenti
    di esposizioni della fisica e delle Meteore di
    Aristotele). Incarichi per Aldo Manuzio (ricerca
    di codici)
  • I ventanni tra 1510 e 1530 li trascorse tra
    Mantova, Roma, Bologna e Venezia, precettore a
    Mantova di Francesco Cantelmo e Galeazzo Gonzaga,
    a Roma frequentò il cenacolo di Angelo Colocci,
    a Bologna insegnò a Ercole dEste.
  • Nel 1530 fu nominato lettore di greco e latino a
    Padova. Fu uno dei precettori di Ranuccio
    Farnese, futuro mecenate di Commandino, nel
    periodo di studi padovano tra il 1542 e il 1545.
  • Membro, con Sperone Speroni, Benedetto Varchi e
    Luigi Alamanni, dell'Accademia degli Infiammati
    fondata nel 1540 da Leone Orsini. Partecipò al
    dibattito sulla lingua, sostenendo la superiorità
    del latino sul volgare e dello stile classico di
    Cicerone e di Virgilio.
  • Opere Concetti della lingua latina per imparare
    insieme la grammatica et la lingua di Cicerone,
    1562 Carminum liber, 1572


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La rinascita dellanatomia
  • Definitiva ripresa dellinteresse. Anatomia come
    strumento di conoscenza della natura umana, non
    più per verifica e conferma dellanatomia
    tradizionale e per addestramento dei chirurghi.
  • 1537 Andrea Vesalio brussellese giunge a Padova,
    si laurea in medicina ed è nominato lettore di
    chirurgia con linsegnamento aggiunto di anatomia
    (De humani corporis fabrica Basilea, 1543).
    Padova primo centro per gli studi di anatomia
    umana e comparata proseguiti dai suoi successori
  • 1544 Realdo Colombo (De re anatomica libri XV,
    1559)
  • 1551 Gabriele Falloppio (Observationes anatomicae
    1561)
  • 1565 G. Fabrizi dAcquapendente

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La nascita della clinica medica
  • Giovanni Battista Montano (da Monte) veronese
    (1489-1551) allievo a Padova di Pomponazzi e
    Musuro, a Ferrara di Leoniceno
  • Lettore di medicina pratica ordinaria I loco
    (1539-1543 1546-1551) di medicina teorica
    (1544-1546). Teneva lezioni al letto del malato
    allospedale di S. Francesco.
  • 1546 o 1549? assente con stipendio al seguito
    Guidobaldo II della Rovere comandante delle
    milizie veneziane.
  • Figura significativa nello sviluppo della
    medicina clinica che si avvalse di un nuovo tipo
    di insegnamento impartito al letto del malato. La
    nuova tendenza si esprime con una serie di
    descrizioni assai fedeli di casi clinici.

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  • Medico, umanista e filologo pubblicò una
    traduzione latina di parte dellopera medica di
    Aezio dAmida (1534)
  • La sua fama è legata allinsegnamento e alla
    produzione scientifica che ne riflette i
    contenuti, uscita postuma a cura dei discepoli.
    Il suo commento dei testi antichi è giudicato
    svolto con chiarezza e libertà e con ampiezza di
    cognizioni filosofiche, talvolta in posizione
    polemica, anche se la sua visione fu saldamente
    ancorata alla filosofia aristotelica. Le sue
    opere ebbero grandissima fortuna come manuali per
    varie generazioni di medici.
  • Commenti ai testi classici Aforismi ed Epidemie
    di Ippocrate, Il nono libro di Rasis, i Canoni di
    Avicenna, Elementi di Galeno.
  • Opere a carattere metodologico, concetto di
    scienza come individuazione di principi ed
    assiomi generali da applicare ai casi
    particolari.
  • Descrizione dei sintomi delle malattie Opuscula
    (1554) e Consultationes medicinales (434) (1583)
  • Le opere furono pubblicate in tre volumi dal
    discepolo M. Weindrich Medicina universa ex
    lectionibus eius caeterisque opusculis (1587)

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Epidemiologia e patologia
  • Girolamo Fracastoro veronese (1478-1553)
  • compagno di studi di Copernico a Padova.
  • 1502 lettore di logica a Padova, poi
    conciliarius anatomicus.
  • Syphilis sive morbus gallicus (1530) poema in
    esametri, in cui sono gettate le basi della
    teoria dei contagi.
  • De contagione et contagiosis morbis (1546) studia
    lorigine delle malattie epidemiche e lessenza
    del meccanismo del contagio, fissando le basi
    dellepidemiologia e della patologia moderne.
  • Homocentricorum sive de stellis liber unus
    (1535) discussione critica del sistema tolemaico,
    e riproposizione del sistema aristotelico che
    spiegava i moti celesti con sfere omocentriche,
    rigettando eccentri ed epicicli (ragioni
    filosofiche piuttosto che astronomiche,
    lesigenza di armonia, F. arriva a postulare 77
    sfere motrici per spiegare le anomalie dei
    pianeti e delle stelle)

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Semplici
  • La lettura fu creata nel 1533 e assegnata a
    Francesco Bonafede (1474-1558), già docente di
    medicina pratica, nel cui ambito venivano
    trattate le cure delle malattie e quindi
    linsegnamento della farmacologia. Su iniziativa
    di Bonafede nel 1545 fu deliberata la costruzione
    di un orto dei semplici dove confluirono piante
    dalle regioni soggette al dominio veneziano, ma
    anche dallOriente.
  • 1551 Gabriele Falloppio (chirurgia con
    spiegazione dei semplici)
  • L'attività dell'orto si sviluppò velocemente nel
    1546 poté essere usato per scopi didattici. Nel
    1552 erano coltivate 1500 piante diverse e nel
    1561 fu creata una nuova cattedra, legata
    strettamente all'orto botanico, che fu chiamata
    Ostensio semplicium.

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Filosofia
  • Imponenti sono gli studi sullaristotelismo
    veneto (Bruno Nardi). Tra i primi lettori Pietro
    dAbano, Biagio Pelacani da Parma, Paolo Veneto
    col quale laverroismo entrò nello Studio
  • Alla polemica tra alessandristi, averroisti e
    tomisti parteciparono i lettori di filosofia
    dello Studio Gaetano da Thiene, Nicoletto Vernia,
    Agostino Nifo, Pietro Pomponazzi considerato il
    filosofo più illustre della scuola padovana.
  • Del Pomponazzi basterà ricordare con Favaro i
    suoi libri
  • dellimmortalità dellanima con cui diede inizio
    a una filosofia affrancata dai vincoli della fede
  • degli incantesimi con cui aprì la via alle
    investigazioni della natura
  • del fato primo saggio della critica religiosa,
    che non si appoggiava alla parola rivelata, ma
    paragonava il contenuto dei dogmi col criterio
    della ragione

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  • MarcAntonio de Passeri detto Genua (c.
    1491-1563) seguace di Aristotele e di Averroé fu
    lettore di filosofia a Padova dal 1517 per 45
    anni.
  • Il suo tentativo di accordare la dottrina di
    Averroé col commento neoplatonico di Simplicio al
    De Anima di Aristotele, ebbe grande risonanza tra
    i contemporanei.

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  • Aristotelis De Anima cum Averrois commentariis et
    antiqua tralatione suae integritati restituta
    (Michele Sophiano) cum Marci Antonii Passeri
    Ianuae disputationem ex eius lectionibus
    excerptam (1562 1574)
  • De intellectus humani immortalitate ex
    dissertationibus Marci Antonii Genuae (1565)
  • In tres libros Aristotelis De Anima exactissimi
    commentarii (1576)

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Logica
  • Bernardino Tomitano (1517 1576) studiò
    all'Università di Padova dove si laureò in Arti e
    Medicina nel 1535.
  • Dal 1539 al 1563 ebbe la lettura di logica
    (Organon di Aristotele).
  • Amico di Sperone Speroni, Pietro Bembo, Jacopo
    Sadoleto, Paolo Giovio, Bernardo Navagero,
    Girolamo Fracastoro e Aldo Manuzio, fece parte
    dell'Accademia degli Infiammati per la quale
    compose i Quattro libri de la lingua toscana
    (1546).
  • Non avendo ottenuto la cattedra di filosofia, nel
    1563 si trasferì a Venezia dove esercitò la
    professione medica. Scrisse Introductio ad
    Sophisticos Elenchos Aristotelis. (Venezia 1544),
    De morbo gallico (1567) , il carme encomiastico
    Thetis in onore di Enrico III di Francia (1573).

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Matematica, astronomia, astrologia
  • Giovanni Dondi (metà del XIV secolo) Astrarium
  • Biagio Pelacani (fine del XIV secolo) Lucidator
    dubitabilium astronomiae (differenti soluzioni ai
    problemi astronomici Aristotele e Tolomeo)
  • Prosdocimo de Beldomandi (1422-1428)
  • Georg Peurbach (metà XV sec.) Johannes Müller di
    Königsberg (1463) (Oratio introductoria in omnes
    scientiarum mathematicas 1537) Paolo di
    Middelburg (c. 1480) Francesco Capuano da
    Manfredonia (c. 1494) Federico Crisogono,
    Benedetto Triaca
  • Federico Delfino dal 1521 al 1547
  • Pietro Catena dal 1547 al 1576
  • Francesco Barozzi 1559
  • Giuseppe Moleti dal 1577 al 1588
  • Galileo Galilei dal 1592 al 1610

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Federico Delfino (1477-1547)
  • Lettore dal 1521 al 1547. Ospite di Pietro Bembo.
  • Curò ledizione a stampa dellopera di Prosdocimo
    de Beldomandi Algorismus de integris simul cum
    algoritmo de minutiis seu fractionibus magisteri
    Ioannis de Liverii siculi reintegratus ab
    erroribus commissis a scriptoribus, 1540.
  • A cura dellAccademia Veneziana uscì alle stampe
    lopera di Delfino De fluxu et refluxu aquae
    maris, eiusdem de motu octavae sphaerae, 1559
  • Il problema delle maree era trattato a lezione
    Annibale Raimondo, Trattato utilissimo e
    particolarissimo del flusso e riflusso del mare,
    1589.
  • Allievi Ettore Ausonio, Daniele Barbaro,
    Alessandro Piccolomini, Giovanni Battista Amico,
    Matteo Macigni.

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Accademie
  • Manca uno studio organico sulle accademie
    italiane del XVI secolo
  • Vasoli suggerisce di distinguere quelle che
    furono solo luogo di esercizio letterario e
    retorico dalle altre che perseguirono scopi
    assai importanti nella ricerca, magari ancora
    confusa e incerta, di nuove forme di elaborazione
    e trasmissione del sapere e che furono luogo di
    incontro di letterati e filosofi, cultori delle
    scienze matematiche, tecnici, storici, eruditi,
    filologi, ma anche teologi e giuristi.
  • A Padova circolo bembiano allorigine
    dellesperienza accademica
  • Pietro Bembo (1470-1547)

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Circolo bembiano
  • Pietro Bembo (1470-1547) studiò il greco a
    Messina con Costantino Lascaris, poi
    alluniversità di Padova (1494-95) e in quella di
    Ferrara alla scuola di Leoniceno (1497).
  • 1522-1539 periodo padovano. Suo progetto di una
    nuova letteratura e una nuova società letteraria
    propriamente italiane, influenza su alcuni
    giovani Bernardo Tasso, Benedetto Varchi, V.
    Maggi, Sperone Speroni,
  • 1524 uscirono alle stampe le Prose della volgar
    lingua ove sono discusse la scelta letteraria tra
    latino e volgare, origini, storia e natura del
    volgare, rapporto tra contenuto e forma, modello
    della poesia volgare Dante o Petrarca, grammatica
    e lessico.
  • 1529-30 escono alcune delle sue opere volgari e
    latine (Asolani2 , Rime, De Aetna2, De
    imitatione2, Dialoghi inediti
  • 1530 storiografo e bibliotecario della Repubblica
    di Venezia
  • 1539 proclamato cardinale si trasferì a Roma.
    Biblioteca e un museo nella casa padovana
    affidati a Cola Bruno (loro dispersione dopo la
    morte F. Orsini e G.V. Pinelli)

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Accademia degli Infiammati (1540-1545 c.)
  • La maggior parte dei frequentatori del circolo
    bembiano sostenitori delle teorie linguistiche di
    Bembo divennero Infiammati
  • Prima accademia padovana fondata a Leone Orsini,
    Daniele Barbaro, Ugolino Martelli. Furono membri
    alcuni lettori dello studio Tomitano, Maggi,
    Speroni, e allievi Alessandro Piccolomini, Matteo
    Macigni, B. Varchi
  • Promuovere la lingua volgare come strumento non
    solo letterario ma anche di divulgazione della
    scienza allo scopo di rendere accessibili le
    opere della scienza e della tecnica del mondo
    classico a figure professionali emergenti, come
    architetti e ingegneri, tradurre in italiano
    lintero corpo letterario greco e latino in
    materia di scienza

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  • Membri dell'Accademia degli Infiammati furono
    Sperone Speroni (1500-1588) allievo di Pietro
    Pomponazzi, insegnò filosofia e logica e Vincenzo
    Maggi ltca. 1498-1564gt insegnò filosofia a Padova
    1528-1543 e filosofia naturale a Ferrara
    1543-1564
  • Sperone amico di Torquato Tasso, si occupò della
    revisione della Gerusalemme Liberata. Compose
    discorsi su Dante, sull'Eneide, sull'Orlando
    furioso, Dialoghi (della istoria, d'amore, delle
    lingue) (1542) È autore della tragedia Canace
    (1546).
  • Maggi con Bartolomeo Lombardi pubblicò una
    traduzione latina della "Poetica" di Aristotele
    contenente il trattato "De ridiculis (1550)
  • Nel 1543 si trasferì a Ferrara e dedicò ad Anna
    d'Este il "Trattato dell'Eccellentia delle
    donne" (1545). Possedette una cospicua raccolta
    di manoscritti greci.

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Alessandro Piccolomini
  • Il volgare italiano per trasmettere e divulgare
    la scienza
  • De la sfera del mondo libri quattro, de le stelle
    fisse libri uno, 1540
  • In mechanicas quaestiones Aristotelis
    paraphrasis, 1547
  • La prima (e la seconda) parte della filosofia
    naturale, 1551
  • La prima parte delle teoriche overo Speculazioni
    de i Pianeti 1558
  • Della grandezza della terra et dellacqua 1558

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Daniele Barbaro (1514-1570) Periodo padovano
(1535-1545)
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  • Traduce e commenta lArchitettura di Vitruvio
    (1556 1567). Vi inserisce la tavola delle stelle
    con le misure di posizione e grandezza calcolate
    da Federico Delfino nel 1520. Il libro IX
    dedicato agli orologi solari è rifatto dopo la
    pubblicazione dellopera di Commandino, Liber de
    Horologiorum descriptione uscita nel 1562 con
    ledizione del Liber de Analemmate di Tolomeo.
  • La pratica della perspettiva (1569) dedicata a
    Matteo Macigni

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  • Matteo Macigni (1510c.- 1582)
  • Amico di Gian Vincenzo Pinelli e di Giuseppe
    Moleti, col quale collaborò alla redazione delle
    Tabulae Gregoriane (1580) commissionata al Moleti
    dalla Repubblica di Venezia per soddisfare la
    richiesta del Pontefice Gregorio XIII in procinto
    di varare la riforma del calendario
  • Il contributo principale di Macigni fu per
    Aristarco, di cui Moleti possedeva un codice
    greco.
  • Sua biblioteca di codici di matematica e
    astronomia, oltre 200 i latini e 40 greci
  • Realizzò la riunificazione delle due famiglie di
    manoscritti bizantini del XIII secolo che hanno
    trasmesso fino a noi lopera di Diofanto
    conservata in greco.
  • Commentatore di Diofanto

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Ettore Ausonio
  • Laureato a Padova nel 1543, alla morte di Delfino
    nel 1547 fu incaricato di leggere Astrologia e
    matematica ma per motivi sconosciuti fu
    sostituito con Pietro Catena.
  • Noto ai suoi tempi come molto competente in
    ottica ed esperto di strumenti ottici.
  • Giovanni Antonio Magini nella Breve istruttione
    sopra lapparenze et mirabili effetti dello
    specchio concavo sferico (Bologna 1611) cita le
    ricerche di Ausonio il primo a sviluppare una
    teoria degli specchi sferici concavi.
  • Lopera di Ausonio a stampa consta di una carta
    soltanto. E riprodotta anche da Magini col
    titolo Teorica speculi concavi sphaerici Bologna
    1602. Un esemplare ms. si trova nella BAmbosiana.

30
  • Ausonio corrispondente di Commandino
  • 2 Lettere di Commandino ad Ausonio 22 Febbraio
    1568 e 14 maggio 1569 (la prima pubblicata da
    Pasquale Ventrice)
  • sulla traduzione latina di Pappo e sulla sua
    possibile rilevanza per lottica, in particolare
    C. si occupa di una proposizione di Witelo sugli
    specchi ustori.
  • Commandino annuncia daver terminato la
    traduzione delle Collezioni matematiche di Pappo
    ma gli restano alcune difficoltà sulle quali
    interpella Ausonio.
  • Ma desidero sopra modo che mi facciate saper che
    opere sonno quelle di Pappo che si copiano in
    Fiorenza, oltre queste chabbiamo, perché saria
    di grandissima importanza se si trovasse qualca
    altra cosa del suo, il che io non crederò sì
    facilmente sinché voi non li habbiate veduto o
    altri che se ne intenda. Sarà ancora assai se si
    trovasse altro testo antico di Pappo che non
    venisse da quello della libreria del Papa che è
    tanto scorretto che non è proposizione che stia
    bene o che non ci manchi qualche cosa di
    importanza. Se Dio mi concederà gratia che ne
    venghi a fine, vedrete che questo libro sarà
    fatto di nuovo. C. prosegue proponendo un
    teorema del I libro di Pappo che secondo lui non
    è dimostrato correttamente. Anche la proposizione
    37 del non libro di Witelo è discussa.

31
La laurea di Commandino a Ferrara
  • Commandino si laureò in medicina a Ferrara avendo
    come promotore il famoso medico Anton Musa
    Brasavola.
  • Purtroppo nellelenco dei titoli dottorali
    conferiti dallo studio di Ferrara nei secoli XV e
    XVI pubblicato da Giuseppe Pardi non compare il
    nome di Commandino. Ciò non toglie valore alla
    testimonianza di Baldi, perché lassenza non
    corrisponde ad esclusione, ma purtroppo non si
    aggiunge nessuna informazione circa la data del
    conferimento.
  • Poiché dal 1540 al 1542, incluso, Brasavola non
    compare mai come promotore di lauree,
    probabilmente perché fu lungamente a Roma come
    archiatra del papa Paolo III e docente alla
    Sapienza, la laurea di Commandino dovette
    avvenire nel 1543 o nel 1544, se con essa si
    concluse il percorso di studi iniziato a Padova
    dieci anni prima.

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  • Precedente illustre Nicolò Copernico che si
    laureò a Ferrara (in diritto canonico) il 31
    maggio 1503 dopo aver compiuto studi a Padova e a
    Bologna.
  • Fu addotta, nel caso di Copernico, come maggior
    attrazione culturale la tradizione ferrarese
    degli studi astronomici che aveva avuto come
    massimo esponente nel Xv secolo lastronomo
    Giovanni Bianchini.
  • Nel caso di Commandino si potrebbe addurre
    lattrazione esercitata dallimportante scuola
    medica ferrarese che ebbe origine con il
    magistero di Nicolò Leoniceno e proseguì coi suoi
    allievi tra cui lo stesso Brasavola.

33
La corte di Ercole II dEste 1534 - 1559
  • una delle più importanti dellItalia del
    Rinascimento, prodotto di una tradizione di
    politica culturale condotta dai principi dEste a
    partire da Nicolò III, marchese di Ferrara
    (1393-1441), che rese la città, già al debutto
    del XV secolo, una delle capitali più prestigiose
    dellepoca, Leonello, marchese di Ferrara
    (1441-1450) e Borso, marchese di Ferrara
    (1450-1471) che fu nominato duca nel 1471, da
    papa Paolo II. Ercole I, duca dal 1471 al 1505,
    valorizzò larchitettura della città e favorì lo
    sviluppo culturale in seno alla Corte. Il regno
    di Alfonso I, duca dal 1505 al 1534, fu invece
    caratterizzato da guerre continue.
  • La riconciliazione col papato e il ritorno a
    unepoca di pace giunse con Ercole II grazie
    anche a una politica matrimoniale. Ercole II
    sposò Renata di Francia, figlia del re di Francia
    Luigi XII, mentre suo figlio Alfonso II sposerà
    Lucrezia de Medici figlia di Cosimo I. La
    presenza a Ferrara di Renata di Francia ebbe
    effetti importanti, la corte della duchessa
    divenne rifugio di eretici perseguitati dalla
    Chiesa, si diffuse in seno alla Corte la cultura
    francese con la ripresa delle rappresentazioni
    teatrali e la creazione a Ferrara delle prime
    Accademie.

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  • La corte di Ercole II fu sinonimo di fasto, lusso
    e magnificenza, ma anche di sviluppo culturale.
    Il duca si circondò di grandi artisti, pitturi,
    musicisti, ma anche di letterati e scienziati che
    operarono tra la Corte e lUniversità, e favorì
    grandemente le Accademie, un fenomeno culturale
    che a Ferrara acquistò grande rilevanza,
    giungendo a 25 il numero delle Accademie per il
    solo secolo XVI.

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La fondazione dellUniversità
  • avvenne nel 1391 per volere di Alberto V dEste
    che ottenne dal Pontefice Bonifacio IX la bolla
    di fondazione, In supremae dignitatis con statuti
    modellati su quelli dellUniversità di Bologna.
  • Lo Studio ferrarese comprendeva tre università,
    degli Artisti (lettere e filosofia, scienze
    naturali, medicina), dei Legisti (diritto civile
    e canonico) e dei teologici affiancate dai
    rispettivi collegi dottorali.
  • Dopo un periodo di lunghe interruzioni vi fu la
    ripresa con Leonello dEste (1442) grazie anche
    alla presenza a Ferrara di Guarino Veronese,
    precettore di Leonello.






  • Ercole I nel 1473 convenzione con la città le
    spese per luniversità furono a carico del Comune
    mentre la cassa ducale provvedeva alle spese per
    le fortificazioni.

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I Rotuli dei lettori
  • Nel 1474 fu compilato il primo Rotulo dei lettori
    che comprendeva 22 legisti e 27 artisti.
  • Gli stipendi variavano da lettore a lettore .
  • Politica di richiamo di studenti dallestero e di
    divieto dei sudditi dello Stato Estense di
    recarsi a studiare altrove.
  • Dallelenco dei titoli dottorali conferiti
    dallUniversità di Ferrara, pubblicato da
    Giuseppe Pardi, si ricava che nei cinquantanni
    dal 1451 al 1500 e nei cinquantanove anni dal
    1501 al 1559, la media era di circa 30 laureati
    allanno di cui il 25 di oltralpe (francesi,
    tedeschi, spagnoli, ecc.), il 20 della penisola
    italiana e delle isole maggiori, ma non
    appartenenti al Ducato Estense (principalmente
    del Regno di Napoli, Lombardi e Veneti) .

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  • G. Pardi, Statistica dei laureati allUniversità
    di Ferrara 1404-1559

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  • Nelle Facoltà di Medicina e Arti si stabilì un
    rapporto stretto tra gli studi medici e gli studi
    matematici comprendenti aritmetica, geometria e
    astronomia. La relazione era dovuta alle
    applicazioni astrologiche che trovavano
    applicazione nella pratica medica. Ferrara fu uno
    dei centri privilegiati della fortuna
    quattrocentesca delle dottrine astronomico-astrolo
    giche. Antiastrologi legati a Ferrara Giovanni
    Pico della Mirandola, Girolamo Savonarola, i
    medici Giovanni Mainardi e Nicolò Leoniceno.
  • Laureati illustri
  • Paracelso allievo dal 1513 al 1515 Domenico
    Maria Novara (in arti e medicina, 28 giugno 1484)
    insegnò astronomia a Bologna dal 1483 al 1504.
    Forse insegnò anche a Ferrara nel 1481-82. Nicolò
    Copernico (diritto civile, il 31 maggio 1503)
    lumanista Aldo Manuzio studiò a Ferrara verso la
    fine degli anni settanta del Quattrocento con
    Battista Guarini. Federico Commandino c. 1543-44
    laurea in medicina e arti a Ferrara con Anton
    Musa Brasavola

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Lettura di astronomia e matematica
  • Battista Piasi (1410-1492) cremonese lettore dal
    1450 al 1456, autore di una Apologia in difesa
    dellastrologia e di pronostici a stampa. Fu
    chiamato a insegnare pubblicamente lastronomia
    da Leonello dEste a Ferrara, da Francesco Sforza
    a Milano, e da Pio II a Roma.
  • Pietro Bono Avogaro lettore dal 1467 al 1506,
    editore della Cosmographia di Tolomeo, della
    Sfera mundi di Sacrobosco, della Teorica
    planetarum di Gherardo da Cremona,
    dellAstrolabio di Nicolò dal Negro.
  • Pellegrino Prisciani, lettore dal 1507 al 1518
    funzionario e diplomatico estense, autore di un
    trattato Orthopasca (BEstenseModena X.1.6 lat.
    466) che dimostra le sue conoscenze astronomiche
    steso nel 1508 e delle Historiae ferrarienses
    contenenti passi in cui propone dottrine
    astrologiche. Tracciò il piano e seguì
    lesecuzione degli affreschi a Palazzo Schifanoia
  • Luca Gaurico discepolo del Pomponazzi e compagno
    di Fracastoro e Navagero. Recitò la sua Orazione
    in difesa dellastrlogia il 18 Ottobre 1507,
    allinizio del suo breve insegnamento ferrarese
    (Editore di Archimede e Tolomeo, delle tavole del
    Bianchini)

40
  • Georg Peurbach, circa nel 1450 tenne a Ferrara
    pubbliche lezioni di astronomia e matematica
  • Regiomontano nel 1562 circa tenne lezioni a
    Ferrara di matematica in greco. corrispondenza
    con Giovanni Bianchini (1463-64) astronomo al
    servizio della casa dEste che operò nei suoi
    scritti una revisione generale dellastronomia
    tolemaica.
  • Con la crisi dellastrologia nel primo
    Cinquecento, la lettura di matematica perse la
    posizione di prestigio di cui godette nel secolo
    precedente. I lettori del secondo Cinquecento
    alternarono alla lettura di matematica altre
    letture di filosofia, medicina, letteratura
    latina. Tra i lettori Torquato Tasso, Cesare
    Cremonini.

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Scuola medica ferrarese
  • Nicolò da Lonigo, detto Leoniceno (1428-1524)
  • uno dei maggiori esponenti dellumanesimo
    scientifico,
  • noto per aver introdotto i metodi della filologia
  • umanistica nello studio delle opere mediche.
  • Leoniceno ricevette una precoce formazione
    umanistica a Vicenza avendo come maestro un
    allievo di Vittorino da Feltre, Ognibene da
    Lonigo e si laureò in arti e medicina a Padova.
  • Nel 1464 fu chiamato a insegnare a Ferrara dove
    rimase per sessantanni. insegnò matematica,
    filosofia, i semplici fino al 1516
  • Dellinsegnamento matematico di Leoniceno restano
    gli appunti di un allievo (c. 1488) Pontico
    Virunio, 1. Loca quaedam obscuriora in Euclidem,
    exposita vel emendata, 2. Incipiunt Teorica
    Plubarchi (BAB)
  • partecipò con Pellegrino Prisciani alla verifica
    della lunghezza dellanno tropico, usando i
    calcoli di Teone (cfr. P. Prisciani Orthopasca,
    BEM)

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Leoniceno e lumanesimo scientifico
  • Il ricorso diretto ai testi originali della
    tradizione classica e il rifiuto del principio di
    autorità, quando i dogmi di Aristotele e Galeno
    erano accolti universalmente, sono i tratti
    caratteristici della sua opera di rinnovamento
    della medicina. Era indispensabile chiarire il
    reale significato dei testi, passati attraverso
    secoli di traduzioni indirette e resi ancor più
    oscuri dai commentatori. I testi classici,
    tuttavia, non andavano accettati senza uno
    spirito critico.
  • Linteresse principale dellattività filologica
    fu rivolto a Galeno, Ippocrate, alla Storia
    naturale di Plinio (De Plini et aliorum in
    medicina erroribus liber, Ferrara 1492). Autore
    del primo trattato sulla sifilide (De morbo
    gallico, Venezia 1497).
  • E nota la composizione della sua biblioteca in
    parte acquistata dal cardinale Nicolò Ridolfi
    (alla Bibliothèque Nazionale di Parigi).
    Interesse per la matematica testo greco delle
    opere di Euclide, Teone, Proco, Tolomeo di cui
    Leoniceno aveva tradotto gli Armonici per
    incarico del vescovo di Padova Pietro Barozzi.
    Non possedeva codici archimedei anche se
    Leoniceno fu al centro di trattative per copie di
    scritti di Archimede.

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  • Fu Ferrara, non Padova, che accolse la novità
    dell insegnamento di Leoniceno.
  • Giovanni Manardo o Mainardi (1462-1536) lettore
    dal 1482 al 1536
  • Anton Musa Brasavola (1500-1555) lettore dal 1519
    al 1555
  • Antonio Maria Canano lettore dal 1529 al 1577
  • Gabriele Falloppia modenese, a Ferrara dal 1545
    al 1548, prima come studente sotto la guida di
    Brasavola, poi nel 1547-48 lettore Simplicium
    medicamentorum.

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Antonio Brasavola, detto Anton Musa
  • nasce a Ferrara il 16 gennaio 1500. Studia musica
    e diritto, poi le arti liberali, allievo di
    Leoniceno e di Giovanni Manardo. Nel 1520 si
    laurea in arti e medicina e sostiene
    pubblicamente le sue tesi a Ferrara, Padova e
    Bologna. Lanno successivo entra al servizio di
    Ercole II, seguendolo in Francia dove diviene
    membro del Collegio della Sorbona e ottiene da
    Francesco I la croce di San Michele.
  • insegnò nellUniversità di Ferrara dal 1519-20 al
    1554-55, filosofia naturale, gli aforismi di
    Ippocrate e Galeno, pratica medica.
  • Si occupò di diritto, filosofia, storia, poesia,
    botanica, medicina, scienze biologiche, studiò le
    proprietà medicinali delle piante sperimentandone
    luso sia su animali che sulluomo.
  • Allestì il primo orto botanico nellisola di
    Belvedere sul Po nel 1536.

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  • A suo nome uscirono oltre 40 opere a stampa, e
    altre rimasero manoscritte.
  • Examen omnium simplicium medicamentorum 1536.
    ricco catalogo di piante, semi, frutti in uso
    nelle farmacie di Ferrara e di una discussione
    delle loro proprietà medicinali. Egli si
    preoccupò di identificare i vegetali di cui
    trattavano i testi degli antichi, lavoro
    indispensabile a causa dei travisamenti
    linguistici e le arbitrarie interpretazioni della
    tradizione medievale. Affermò inoltre
    linadeguatezza delle conoscenze botaniche degli
    antichi , osservando che Teofrasto e Dioscoride
    conoscevano una centesima parte dei vegetali noti
    ai moderni. Solo la ratio e lexperimentum erano,
    secondo B., strumenti capaci di far progredire
    larte medica.

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  • Al temine del decennio di studi padovano
    Commandino fece ritorno a Urbino ma nel Veneto
    tornerà in più occasioni. Baldi riferisce di un
    soggiorno a Verona al seguito di Guidobaldo II
    della Rovere, comandante delle milizie veneziane,
    e dellinsegnamento impartito al duca di elementi
    di matematica applicata utile alla pratica
    militare. Era la matematica appresa alla scuola
    di Federico Delfino, ma forse anche alla scuola
    del padre architetto.
  • A Venezia nel 1558 uscirono le prime opere di
    Commandino (Planisfero di Tolomeo e l Archimede)
    presso la tipografia di Paolo Manuzio. Manuzio
    era anche tipografo ufficiale dellAccademia
    Veneziana o della Fama fondata lanno precedente
    da Federico Badoer, di nobile famiglia veneziana,
    ambasciatore presso diverse corti, nel 1547
    presso Guidobaldo II. Resta la sua relazione sul
    Ducato di Urbino.
  • Uno dei tre reggenti dellAccademia era Ettore
    Ausonio

47
  • Laccademia veneziana aveva un programma
    editoriale ambizioso che non riuscì a portare a
    compimento per mancanza di tempo, venendo chiusa
    solo tre anni dopo la sua istituzione. Tra le
    poche opere di cui curò la stampa nel 1559 le due
    opere di Delfino sulle maree e sul moto
    dellottava sfera.
  • Il progetto editoriale comprendeva lAritmetica
    di Diofanto in greco e in traduzione latina, i
    due libri sui corpi galleggianti di Archimede in
    traduzione latina, ma anche le Collezioni
    matematiche di Pappo.

48
  • Il programma editoriale dellAccademia ci è noto
    attraverso la Somma delle opere che lAccademia
    intendeva pubblicare, uscita nel 1558 e seguita
    lanno successivo da una versione ampliata in
    latino.
  • Su circa 300 titoli, 103 erano dedicati a temi
    scientifici, a dimostrazione del posto rilevante
    riservato alla scienza nellenciclopedia del
    sapere secondo il modello culturale proposto
    dallAccademia.
  • Prevale la riedizione dei classici in traduzione
    latina dal greco, o anche volgarizzati, rispetto
    ai testi moderni.
  • aritmetica, 4 antiche (Cleomede, Diofanto,
    Euclide) e 4 moderne (Tartaglia in latino)
  • geometria, 9 antiche (Archimede, Pappo, Euclide,
    Proco) e 4 moderne (Regiomontano, Stoefler,
    Tartaglia)
  • prospettiva, 2 antiche (Tolomeo, Euclide) e 2
    moderne (Alhazen, R. Bacone)
  • musica, astronomia, geografia
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