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Semiotica

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R. Solaini R. Solaini Mosse enunciative D brayage (lett. disinnesco): nell enunciato si proietta il simulacro dell enunciazione. Il d brayage un movimento ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: Semiotica


1
Semiotica
R. Solaini
2
Prima lezione
  • Il pensiero strategico

R. Solaini
3
A proposito di strategia
  • Secondo il dizionario della lingua italiana
    (Treccani), strategia è
  • nellarte militare, la tecnica di individuare gli
    obiettivi generali e finali di una guerra o di un
    ampio settore di operazioni, di elaborare le
    grandi linee di azione, predisponendo i mezzi per
    conseguire la vittoria
  • regola generale di condotta che, prevedendo i
    possibili sviluppi di certe situazioni (per es.,
    le successive mosse dellavversario), stabilisce
    quali linee di azione si debbano seguire per il
    conseguimento dellobiettivo.
  • Strategia è innanzitutto capacità di commisurare
    i mezzi ai fini. Strategia è attuazione di una
    condotta ragionevole.
  • Secondo la definizione data, però (voce 2), il
    pensiero strategico dipende anche dalla capacità
    di prevedere le mosse degli altri.
  • Da questo punto di vista il pensiero strategico è
    un atto comunicativo, un dialogo a distanza, così
    come ogni vera dialettica presume anche una
    strategia.
  • Ad esempio, prevedere, fare intendere,
    dissimulare, interrogare, tenere la posizione
    sono tutte mosse, che appartengono sia allambito
    della comunicazione, sia a quello della
    strategia.
  • La strategia non usa la comunicazione. La
    strategia è comunicazione.

R. Solaini
4
Strategia e semiotica
  • Prima ancora che comunicazione, strategia è
    capacità di lettura, di interpretazione, di
    trasformazione, del mondo. Ancora prima di
    comunicarlo, la strategia, cioè, costruisce
    senso.
  • Strategia è, innanzitutto, un processo di
    attribuzione di senso è uno stratega colui che
    sa leggere la situazione, interpretare una
    mappa, valorizzare le possibilità di azione.
  • Il lavoro strategico è quindi una performance
    cognitiva, che ha lo scopo di riconoscere dietro
    ogni situazione una possibile struttura di senso,
    e quindi di azione.
  • Ogni strategia dipende dalla capacità di
    trasformare gli oggetti in segni di quegli stessi
    oggetti.

R. Solaini
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Cavalli
  • Il primo esempio di pensiero strategico è
    offerto, fin dalla nascita della cultura
    occidentale, dallepisodio del cavallo di Troia
    con il quale Ulisse riuscì a sconfiggere i
    Troiani.
  • Fra i Greci si confrontano due diverse logiche di
    azione. La prima, impersonata da Achille, è
    basata sulla forza. La seconda, impersonata da
    Ulisse, sullintelligenza.
  • La condotta di Achille è basata sul legame
    immediato e diretto fra mezzi e fini. La condotta
    di Ulisse, invece è basata sulla trasformazione
    della realtà e sulla mediazione simbolica il
    cavallo di Troia non è più un cavallo, ma la
    messa in scena di un cavallo, un segno
    (menzognero) di un cavallo, forse una statua in
    onore degli Dei, forse un nascondiglio.
  • Infatti, intorno alla vera natura del cavallo
    si svolge una discussione fra lindovino troiano
    Calcante (nellantichità gli indovini erano
    incaricati dellinterpretazione dei segni) e una
    spia di Ulisse, strategicamente lasciara lì da
    Ulisse sotto mentite spoglie.
  • I Greci vincono la guerra (nonostante con la
    forza non fossero riusciti ad avere la meglio)
    perché vince, perché viene ritenuto più
    credibile, il loro discorso, il racconto della
    spia di Ulisse.

R. Solaini
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Statua o nascondiglio?
R. Solaini
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Il segno
  • Si ha un segno quando aliquid stat pro aliquo
    (qualcosa sta per qualcosaltro).
  • Si definisce segno tutto ciò che rinvia a qualche
    cosaltro, tutto ciò che può essere interpretato
    come manifestazione sensibile di un contenuto
    intelligibile assente.
  • Sono segni, ad esempio, i sintomi (che rinviano
    alla malattia), le tracce (che rinviano a colui
    che le ha impresse), gli indizi (che rivelano
    lidentità del colpevole), uno stemma (che rinvia
    a una famiglia nobiliare).
  • Poiché segno è tutto ciò che parla di qualche
    cosaltro da sé, ciò che trasforma un oggetto
    nella manifestazione di un contenuto nascosto (e
    da interpretare), il segno, come il cavallo di
    Troia, è, strutturalmente una finzione. (Ad
    esempio, si possono lasciare falsi indizi per
    ingannare il detective)
  • Il linguaggio, secondo la definizione di Umberto
    Eco (Trattato di semiotica generale) è facoltà
    di mentire. Se con il linguaggio non si potesse
    mentire, dice Eco, non si potrebbe dire nulla,
    neanche la verità.
  • Lo studio dei segni cerca di determinare in che
    modo, a quali condizioni, in quali contesti
    culturali siamo portati a considerare una
    finzione credibile. Come accada che un segno
    diventi uno stereotipo ed possa quindi essere
    confuso con ciò per cui esso sta.

R. Solaini
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Questo non è un cavallo
R. Solaini
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Fra arte e semiotica Magritte
R. Solaini
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La semiotica
  • La semiotica è una disciplina che ha una lunga
    preistoria. Fin dallinizio, e secondo la sua
    etimologia, il suo oggetto è stato lo studio dei
    segni (in greco, semeion) e della loro
    interpretazione. Da allora, hanno parlato di
    segni Eraclito, Aristotele, gli Stoici, Sant
    Agostino, Bacone Locke, Husserl (solo per citarne
    alcuni).
  • Il segno, quindi, è stato un costante e
    ricorrente problema per il pensiero logico e
    filosofico, che affrontava il nodo di come luomo
    possa affacciarsi intenzionalmente sul mondo
    (guardando e non solo vedendo, ascoltando e non
    solo sentendo cfr., The sound of Silence, Simon
    Gurfunkel). Si tratta di capire come sia
    possibile attribuire significato a quanto ci
    circonda.
  • La storia della semiotica, invece, comincia
    intorno allinizio del 1900 con lopera di
    Ferdinand de Saussure (linguista ginevrino,
    1817-1913) e di Charles S. Peirce (filosofo e
    logico statunitense, 1839-1914). Si tratta di due
    figure profondamente diverse per formazione e
    carattere.
  • Oggi, dopo un secolo di riflessione, piuttosto
    che di segni, si preferisce parlare di testi di
    sistemi di significazione e di comunicazione. Si
    è riconosciuto, cioè, come ciascun segno esista,
    abbia un significato determinato, e possa quindi
    essere studiato, solo entro un contesto e in
    relazione ad altri segni.
  • Loggetto della semiotica è lo studio è il
    senso la sua ambizione è dire qualcosa di
    sensato sul senso (cfr. Algirdas Greimas)

R. Solaini
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Seconda lezione
  • Costruire valori, progettare strategie

R. Solaini
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Semiotica e strategia
  • La strategia diventa una questione eminentemente
    semiotica quando, piuttosto che beni materiali
    sono in gioco valori simbolici (in semiotica si
    parla di Oggetti di Valore). Detta in altri
    termini, la strategia diventa una questione
    semiotica quando si passa dal mercato dei bisogni
    (tendenzialmente saturo) a quello dei desideri
    (G. Fabris, Il nuovo consumatore).
  • La semiotica è quindi centrale, fondante, per il
    lavoro strategico in quanto
  • Il mercato contemporaneo si è spostato sempre di
    più verso la circolazione di valori immateriali e
    simbolici piuttosto che di beni materiali. Il
    mercato, cioè, tende a soddisfare il bisogno
    secondario di produrre senso (J. Lotman,
    Semiotica della cultura).
  • La nozione di valore contiene quella di servizio
    o bene materiale, ma non viceversa i servizi
    offerti fanno parte del valore simbolico
    (dellidentità) di una marca, senza essere
    riducibili ad essa.
  • La semiotica osserva, quindi come ciascuna
    strategia discorsiva si incarichi di trasformare
    oggetti in valori, ovvero in oggetti dotati di
    senso, ovvero in segni.

R. Solaini
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Comunicare per creare mondi possibili
  • Secondo gli approcci classici, la comunicazione è
    uno degli elementi del marketing mix (insieme al
    prezzo, alla scelta dei canali di distribuzione,
    al prodotto e al packaging).
  • In questo contesto, la comunicazione ha una
    funzione accessoria e di servizio si tratta di
    informare, di far conoscere lesistenza di un
    nuovo prodotto e di sottolinearne i vantaggi. Si
    tratta di trovare i giusti canali per raggiungere
    il target e colpirlo.
  • Un approccio semiotico alla strategia riconosce
    invece alla comunicazione un ruolo essenziale. Se
    si tratta di valori e non di beni materiali, la
    comunicazione non può avere una funzione
    descrittiva, ma necessariamente costitutiva solo
    attraverso il linguaggio è possibile costruire
    valori, significati, simboli.
  • Ad esempio, un oggetto non può diventare ed
    essere considerato mitico, o di culto, a
    meno che venga sancito come tale dal discorso di
    una comunità.

R. Solaini
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Due concetti di comunicazione
  • APPROCCIO CLASSICO
  • La comunicazione ha valore importante ma
    accessorio si tratta di informare circa
    strategie elaborate altrove.
  • La comunicazione ha funzione informativa e
    descrittiva si limita a raccontare il mondo per
    quello che esso è. Il linguaggio riflette e
    rappresenta il mondo.
  • La comunicazione ha una dimensione monologica i
    consumatori prendono atto delle informazioni, ma
    non interagiscono con la marca (la parola target,
    in inglese bersaglio, lascia intendere quanto
    poco spazio di azione sia lasciato al consumatore)
  • APPROCCIO SEMIOTICO
  • La comunicazione ha valore essenziale la
    comunicazione è essa stessa strategia.
  • La comunicazione ha valore costitutivo. Il
    linguaggio costruisce il mondo, per come esso
    appare, ne costituisce il tessuto di razionalità
    (logos significa in greco sia parola, sia
    ragione)
  • La comunicazione ha una dimensione dialogica. I
    valori di associati a un prodotto non sono solo
    affermati dalla marca, ma sono il risultato di un
    continua contrattazione e negoziazione fra marca,
    competitors e consumatori.

R. Solaini
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A proposito di valore
  • Determinare il valore di un prodotto (o di una
    marca) equivale a determinare il significato.
    Valore e significato sono sinonimi, tanto è vero
    che si parla comunemente di valori semantici o
    valori simbolici.
  • Indagando come si costruiscano i significati, la
    semiotica studia quindi anche come si
    costruiscano valori
  • Valore come tipo il valore è risultato di
    unastrazione, fra scommessa e banalità, che
    riconduce ogni concreta occorrenza a un tipo più
    generale.
  • Valore come posizione entro un sistema il valore
    viene determinato dalle relazioni che esso
    intrattiene con gli elementi dello stesso
    sistema. Da questo punto di vista il concetto di
    valore semantico coincide interamente con la
    nozione di posizionamento nel marketing
  • Valore come ruolo narrativo il valore di un
    oggetto dipende dal ruolo che a esso viene
    assegnato dal racconto che lo mette in scena.

R. Solaini
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La semiotica nella ricerca strategica
  • La semiotica è oggi diventata disciplina portante
    e fondamentale nel lavoro di analisi e di
    progettazione delle strategie di comunicazione.
  • Attraverso lanalisi semiotica si intende
    ricostruire innanzitutto lidea, i valori (i core
    values), il concetto (concept), che sta alla
    base di qualsiasi strategia di marketing.
  • In tutti i momenti di verifica e di modifica di
    una strategia di comunicazione, la semiotica
    interviene per grattare la superficie dei
    testi, scoprendo così i nuclei semantici
    costanti, le idee portanti, e quindi strategiche,
    ma nascoste dalla variabilità delle scelte
    creative.
  • In questo modo, la semiotica assicura la
    coerenza, e quindi lefficacia, di una strategia
    di comunicazione e la sua adeguatezza rispetto
    agli obiettivi stabiliti.
  • Al tempo stesso, la semiotica può indicare anche
    i modi in cui un concetto può trasformarsi
    coerentemente con la propria storia, ma anche in
    modo innovativo.

R. Solaini
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Il primo presupposto
  • Sotto le forme espressive più eterogenee, dietro
    le soluzioni più creative, operano motivi
    profondi e costanti, che costituiscono la matrice
    del testo, oltre che il comune denominatore di un
    insieme di testi, fra di loro assimilabili.
  • Individuare con precisione tali motivi profondi
    serve, nel momento creativo, a farli parlare
    meglio, e, nel momento strategico, a trasformarli
    nella maniera più utile.
  • Per la semiotica, dunque, un testo
    (etimologicamente un tessuto) è una struttura,
    una trama ordinata su più livelli di diversa
    profondità.

R. Solaini
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Il secondo presupposto
  • Lidea, il concetto, non è cartesianamente
    semplice, univoco.
  • Il concetto può essere detto con una semplice
    parola, ma una parola non è un semplice
    concetto una parola deve essere interpretata,
    contestualizzata, inserita allinterno di un
    tessuto di relazioni (vale a dire, in un testo),
    altrimenti rimane ambigua una nebulosa di
    senso, un iceberg, che nasconde intere
    configurazioni testuali, che la spiegano e che
    occorre ricostruire (cfr. Floch, Semiotica,
    marketing e comunicazione, p. 51)
  • Se una parola fosse un semplice concetto, se
    avesse un significato univoco e dato, di essa non
    si potrebbe dire nulla, se non attraverso
    sinonimi. Non si potrebbe fare altro che ribadire
    che un concetto significa (è uguale a) se stesso
    (concezione analitica del linguaggio).
  • Al contrario, un concetto presume un linguaggio e
    dipende dalluso che se ne fa. Nasconde una
    struttura che lo definisce, volta per volta in
    maniera diversa.
  • Scopo dellanalisi semiotica è verificare come le
    parole si trasformino nelluso indagare la vita
    dei segni, le loro trasformazioni, la loro
    strategia.

R. Solaini
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Terza lezione
  • Intepretare, abdurre, dare valore

R. Solaini
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Interpretare
  • Ogni attribuzione di valore presume un processo
    logico di astrazione, che è interpretazione.
  • Ogni meccanismo interpretativo si basa su un
    costante passaggio inferenziale. Si tratta sempre
    di ricondurre unoccorrenza (detta token) a un
    tipo generale (detto type), di considerare un
    caso come manifestazione di una regola, che lo
    spieghi (ovvero che gli dia senso).
  • Il passaggio dal caso alla regola costituisce
    unoperazione razionale, definita dal semiologo e
    logico americano Charles Sanders Peirce
    abduzione.

R. Solaini
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Deduzione, induzione e abduzione
  • Labduzione può essere definita in termini logici
    come una manipolazione dellordine del
    ragionamento deduttivo. Ciò dimostra come anche
    unattività interpretativa (e quindi soggettiva)
    dipenda da un metodo.
  • Si intende per deduzione il ragionamento
    sillogistico codificato da Aristotele negli
    Analitici Primi e Analitici Secondi il
    sillogismo è uninferenza necessaria, basata su
    tre termini, e quindi su tre proposizioni
    premessa maggiore (o regola), premessa minore (o
    caso), conclusione (o risultato).
  • Oltre alla deduzione (passaggio dalluniversale
    al particolare dalla regola al risultato), si
    hanno due altre forme di ragionamento
    linduzione (generalizzazione, passaggio dal
    particolare alluniversale dal risultato alla
    regola), e labduzione (o ipotesi, spiegazione
    del risultato come caso di una regola).

R. Solaini
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La deduzione
  • Regola Tutti gli uomini sono mortali Le biglie
    di questo sacco sono nere
  • Caso I filosofi sono uomini Queste biglie vengono
    da questo sacco
  • Risultato Tutti i filosofi sono mortali Queste
    biglie sono nere
  • La deduzione mira a trarre le conseguenze
    necessarie da due premesse note. La deduzione è
    uninferenza necessaria perché le conclusioni che
    essa trae sono implicite nelle premesse poste.
    Per questo, si dice che la deduzione costituisce
    uninferenza analitica, certa ma ovvia.
  • La deduzione ruota intorno al termine medio
    uomini, presente in entrambe le premesse, ma
    non nella conclusione. Il termine medio assicura
    la necessità del legame fra filosofi e
    mortali. Spiega per quale ragione i filosofi
    sono mortali perché sono uomini.
  • Il termine medio costituisce una possibile
    definizione di filosofi.
  • La struttura del sillogismo aristotelico mostra
    come il ragionamento si fondi su una base
    semantica implicita, vale a dire su una
    definizione.

R. Solaini
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Linduzione
  • Risultato Tutti i filosofi sono mortali Queste
    biglie sono nere
  • Caso I filosofi sono uomini Queste biglie
    vengono da questo sacco
  • Regola Tutti gli uomini sono mortali Tutte le
    biglie del sacco sono nere
  • Linduzione costituisce una generalizzazione
    delle precedenti osservazioni tutti i fatti
    osservati che rientrano in una data classe (o
    caso) hanno una determinata caratteristica. Si
    può allora presumere che tale caratteristica
    potrà essere estesa anche alle future
    osservazioni e ipotizzare una regola
    universalmente valida. Vale a dire, valida per
    tutti i membri della classe.
  • Linduzione non costituisce uninferenza
    logicamente necessaria sono sempre di principio
    ipotizzabili eccezioni non ancora note, che
    falsifichino una regola, o che quantomeno ne
    limitino il campo di applicazione.
  • Poiché permette una generalizzazione, linduzione
    espande la conoscenza solo sotto il profilo
    quantitativo si afferma per un intero universo
    ciò che si è verificato essere il caso per alcuni
    esemplari di tale universo/regola.

R. Solaini
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Labduzione
  • Regola Tutti gli uomini sono mortali Tutti le
    biglie nel sacco sono nere
  • Risultato Tutti i filosofi sono mortali Tutte
    queste biglie sono nere
  • Caso I filosofi sono uomini Tutte queste biglie
    vengono da questo sacco
  • Labduzione costituisce un tentativo di spiegare
    un risultato osservato, ipotizzando che sia il
    caso di una regola.
  • Labduzione non costituisce uninferenza
    logicamente necessaria, perché retrocede dagli
    effetti alla causa, dal risultato al caso, ma
    rappresenta il modello del pensiero intelligente
    e strategico.
  • Labduzione è, ad esempio, il modello razionale
    che presiede al ragionamento diagnostico, o alle
    investigazioni criminali. La diagnosi infatti
    ricerca le cause che spiegano i sintomi, ovvero
    la malattia. Le investigazioni criminali
    ricercano invece lantefatto (il responsabile del
    delitto).
  • Labduzione cerca di fare quel passo indietro
    sempre necessario per capire meglio. Per questo
    viene detta anche retroduzione.

R. Solaini
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Linduzione nelle ricerche di mercato
  • Linduzione è il modello logico da cui dipendono,
    ad esempio, i sondaggi (proiezione sulluniverso
    degli elettori di ciò che è stato verificato per
    un campione rappresentativo) e, più in generale,
    le ricerche quantitative.
  • Nelle ricerche quantitative il margine di
    approssimazione dipende dallampiezza del
    campione dal quale si traggono inferenze
    induttive. Più il campione è ampio, più si
    avvicina alla totalità dei soggetti, più
    linduzione tende a diventare certa.
  • Poiché però linduzione si applica, per ragioni
    pratiche, su campioni quantitativamente
    ristretti, si dice che il campione deve anche
    essere rappresentativo.
  • Costruire un campione rappresentativo è però
    problema di tipo abduttivo e non induttivo.
    Attraverso labduzione si procede infatti a
    costruire classi, tipi, i cui caratteri possono
    poi essere misurati ed generalizzati. Un campione
    è rappresentativo quando sono proporzionalmente
    rappresentati tutti gli elementi tipici, i
    caratteri rilevanti che compongono la società.
  • Un campione ritenuto erroneamente
    rappresentativo, un errato campionamento della
    società (errore abduttivo) genera margini di
    errore molto più alti, di quelli derivanti
    dallapprossimazione statistica (errore
    induttivo).

R. Solaini
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Imparare a pesare i numeri
  • Scrive Michel de Certeau (Linvenzione del
    quotidiano)
  • La statistica coglie il materiale di queste
    pratiche non la loro forma individua gli
    elementi utilizzati e non il fraseggio derivante
    dal bricolage, dallinventiva artigianale.
  • I dati quantitativi non possiedono altra validità
    e pertinenza al di fuori dalle condizioni entro
    cui sono stati raccolti essi restano ciò che
    sono al momento della loro produzione la loro
    qualità e la loro rilevanza informativa sono
    proporzionate a quelle delle procedure di
    suddivisione e costruzione delle categorie con
    cui sono stati ricavati e valgono altrettanto.
  • La semiotica viene impiegata allinterno delle
    ricerche qualitative essa si incarica di
    determinare la rilevanza informativa, la
    pertinenza (il significato) dei dati che le
    ricerche quantitative dovranno poi misurare.

R. Solaini
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Abduzione e senso
  • Attraverso labduzione, si produce senso, perché
    si interpreta un dato (un indizio o un sintomo)
    come manifestazione (come caso) di una regola
    (che può essere precedentemente nota, o costruita
    ad hoc). Si legge unoccorrenza come occorrenza
    di un tipo.
  • Labduzione consente un aumento qualitativo della
    conoscenza, in quanto porta alla spiegazione di
    un fenomeno, ovvero a una sua possibile
    definizione (che coincide con il termine medio
    della deduzione sillogistica).
  • Labduzione dà un nome alle cose, ipotizza una
    definizione. Posta una definizione, ad esempio il
    fatto che i filosofi sono uomini, diventa
    possibile inferire tutte le proprietà
    conseguenti, in linea di principio illimitate se
    i filosofi sono uomini, allora sono mortali, ma
    anche razionali, dotati di linguaggio,
  • Per questo, labduzione è un ragionamento
    sintetico essa accresce la conoscenza,
    attribuendo senso al mondo.
  • Attraverso labduzione, si costruisce senso, ma
    si perde in certezza. Senso e certezza stanno in
    rapporto inversamente proporzionale più un
    enunciato è certo, più esso è semanticamente
    povero. Al limite estremo della certezza cè la
    tautologia (x x), pura affermazione di
    identità, semanticamente vuota. Più un enunciato
    è semanticamente ricco, più esso è incerto e
    parziale.

R. Solaini
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Abduzione, senso e strategia
  • Attribuire senso agli eventi è la prima mossa
    strategica. Labduzione, scrive Peirce, è
    uninferenza rivolta al futuro labduzione
    formula un ipotesi, e da ogni ipotesi seguono
    conseguenze se, , allora.
  • Non esiste unabduzione buona e una cattiva in
    funzione della sua maggiore o minore certezza
    (labduzione è sempre incerta e logicamente
    fallace). Esiste unabduzione densa di
    conseguenze, di futuro, gravida cioè di senso (e
    quindi anche verificabile).
  • Più è ricca unabduzione, più essa è capace di
    generare senso, più sarà forte la strategia
    basata su di essa.
  • Il modello abduttivo mostra come elaborare una
    strategia dipenda da un processo semiosico.
    Strategia è mettere in relazione eventi (prima,
    .., dopo se, , allora) attraverso una
    attribuzione di senso.

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Quarta lezione
  • La forma del senso relazioni

R. Solaini
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Il segno
  • Secondo la definizione classica, segno è tutto
    ciò che può stare per qualche cosaltro, o che
    può essere interpretato come funtivo (come
    elemento di una funzione) entro una relazione
    di rinvio si ha un segno quando aliquid stat pro
    aliquo.
  • Il fondatore della semiotica strutturale Ferdinad
    de Saussure ha precisato la nozione di segno,
    definendolo come relazione fra un significante (o
    espressione) e un significato (o contenuto).
  • Secondo la definizione di Saussure, significante
    e significato sono termini relativi possono
    essere definiti solo reciprocamente (il
    significante è ciò che rinvia a un significato
    il significato presuppone il significante che lo
    esprime).
  • Secondo Saussure, dunque, segno è ununità
    composta da due facce inscindibili (Espressione e
    Contenuto). La relazione stessa costituisce il
    segno il segno viene quindi ridefinito come una
    struttura relazionale pura, e non come un oggetto
    capace di rinviare ad altro.
  • Il linguaggio, composto da segni, è analogamente
    definito dalla relazione fra due piani il piano
    dellespressione (E) e il piano del contenuto
    (C), legati da un rapporto di presupposizione
    reciproca.

R. Solaini
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Arbitrarietà verticale
  • Con il termine arbitrarietà si intende definire
    innanzitutto il rapporto fra espressione e
    contenuto (E/C), che è convenzionale e non
    motivato.
  • Grazie allarbitrarietà, lingue diverse esprimono
    concetti analoghi con termini diversi, validi per
    convenzione).
  • Segni motivati sono invece le
  • Icone (es. la bilancia per rappresentare la
    giustizia), nelle quali il rapporto fra
    significante e significato è motivato da un
    rapporto di somiglianza (segni di ordine
    metaforico).
  • Indici (es. le tracce lasciate da un animale),
    nei quali il rapporto fra significante e
    significato è motivato da un rapporto causale o
    di contiguità (segni di ordine metonimico).

R. Solaini
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Arbitrarietà orizzontale
  • Arbitrario, però, è anche il rapporto che
    distingue un segno (unità di espressione e
    contenuto) dai segni contigui. Si parla in questo
    caso di arbitrarietà orizzontale.
  • Ad esempio quale è il discrimine fra bosco e
    foresta? Ogni lingua decide tale confine
    liberamente, vale a dire arbitrariamente, anche
    in funzione del maggiore o minore numero di
    termini che impiega per coprire una data area
    semantica.
  • A causa dellarbitrarietà orizzontale il
    rapporto fra espressione e contenuto è
    immotivato, ma, al tempo stesso, necessario solo
    perché si possiede un nome, un segno, è possibile
    identificare una determinata porzione di
    contenuto.
  • Espressione e contenuto sono, quindi, come i due
    lati di un foglio di carta non si può tagliare
    un lato senza tagliare laltro. I due piani sono
    legati da un rapporto di reciproca solidarietà e
    presupposizione.

R. Solaini
33
Dare forma al mondo
  • La tabella riporta la diversa (perché arbitraria)
    segmentazione di un medesimo campo semantico (il
    mondo vegetale) operata da diverse lingue
    (danese, tedesco e francese)
  • Poiché non esistono equivalenze fra le diverse
    lingue che possano essere utilizzate come
    definizioni (ad esempio, baum non corrisponde
    esattamente né a trae, né ad arbre), ogni termine
    si definisce solo allinterno del sistema, in
    quanto si distingue e si oppone ai termini
    contigui, che coprono una diversa porzione di
    contenuto.

Baum
Arbre
Trae
Holz
Bois
Skov
Wald
Forêt
R. Solaini
34
La forma del contenuto
  • La matrice, svuotata degli investimenti semantici
    relativi a ciascuna casella, mostra la forma del
    contenuto per un determinato campo semantico
    nelle diverse lingue.
  • La variabilità (larbitrarietà) della forma del
    contenuto, mostra limpatto che il linguaggio ha
    su ogni cultura (vale a dire, sul suo modo di
    leggere il mondo, riconoscendo unità discrete),
    la quale viene da esso plasmata.
  • La mancanza di conformità fra la forme del
    contenuto di due lingue spiega la difficoltà di
    traduzione e mostra come tradurre significhi
    sempre tradurre due culture. Operazione tanto
    complessa, che alcuni autori semiologi, logici,
    filosofi hanno concluso che tradurre sia, in
    linea di principio, unimpresa impossibile.

R. Solaini
35
Il senso come relazione
  • Definire un segno (una parola), etimologicamente
    tracciare i confini, equivale a distinguerlo da
    ciò che esso non è, da ciò che esso non dice.
    Determinare la sua posizione allinterno del
    sistema.
  • Il senso si dà per relazione e per differenza. Il
    senso si definisce solo entro una struttura di
    relazioni ordinate. Il significato di un segno,
    determinato dal rapporto che intrattiene con i
    segni ai quali si oppone, o con i quali entra in
    relazione, è definito valore.
  • Così definito, il senso, il valore si identifica
    completamente con il concetto di posizionamento
    usato nel marketing.

R. Solaini
36
Valori semantici e valori economici
  • Nella sua accezione strutturale, il segno è
    assimilabile al concetto di moneta in entrambi
    i casi si parla di valori, determinati dai
    sistemi di relazioni entro i quali i segni e le
    monete vengono definite.
  • Come il valore del segno è determinato dal
    rapporto fra Espressione e Contenuto e dal
    rapporto con gli altri segni contigui, allo
    stesso modo il valore di una moneta è determinato
    dal suo potere di acquisto (il suo contenuto) e
    dal rapporto con le altre valute, con le quali
    può essere confrontata scambiata. Le due
    dimensioni (valore di scambio e potere
    dacquisto) si definiscono reciprocamente.
  • Se il segno è come una moneta e viceversa, il
    mondo del consumo (scambio di monete/merci) può
    essere equiparato a un sistema di significazione
    (scambio di segni/testi).
  • Comunicare significa consumare segni, consumare
    significa comunicare attraverso le merci (tesi
    sostenuta per primo da Baudrillard). Il mondo del
    consumo può essere interpretato come una forma di
    comunicazione, come un modo di appropriarsi e di
    trasformare i valori semantici investiti nei
    prodotti.
  • La stessa dialettica economica fra produzione e
    consumo può essere interpretata come un dialogo
    fra un mittente (produttore) e un destinatario
    (consumatore). Attraverso il dialogo continuo,
    nel confronto, sempre strategico e alle volte
    polemico, fra produzione e consumo si genera il
    segno/prodotto un oggetto dotato di un valore al
    tempo stesso economico e simbolico.

R. Solaini
37
Dalla forma alla sostanza
  • La solidarietà fra Espressione e Contenuto
    definisce la particolarità epistemologica
    (epistemologia è una teoria filosofica che
    riguarda le condizioni di verità di una teoria)
    della semiotica il linguaggio non produce senso
    perché si riferisce al mondo, ma dà forma al
    mondo, rendendolo riconoscibile e sensato.
  • Il mondo è considerato dalla semiotica un
    continuum indistinto, una nebulosa alla quale
    solo il linguaggio può dare forma. La sintesi fra
    la forma del contenuto (le strutture semantiche)
    e la materia continua e ancora indistinta del
    mondo genera la sostanza del contenuto.
  • Ogni linguaggio, ogni sistema semiotico, è
    definito dalla correlazione e dalla
    determinazione reciproca fra la forma (e quindi
    la sostanza) dellespressione e la forma (e
    quindi la sostanza) del contenuto.
  • Riconosciuta la solidarietà fra il piano
    dellespressione e del contenuto, lanalisi
    semiotica, analizza espressioni per indagare i
    contenuti, analizza forme per identificare
    sostanze. La semiotica indaga ogni scelta
    formale, verificandone le conseguenze sul piano
    semantico.

R. Solaini
38
Materia, Forma, Sostanza
Espressione
Sostanza
Forma
Materia
Materia
Forma
Sostanza
Contenuto
R. Solaini
39
Quarta lezione
  • Piani e assi

R. Solaini
40
Connotazione e metalinguaggio
  • Dalla definizione del linguaggio come rapporto di
    determinazione reciproca fra il piano
    dellespressione (E) e il piano del contenuto
    (C), deriva la definizione di metalinguaggio e di
    linguaggio connotativo.
  • Si ha un uso connotativo del linguaggio quando un
    segno (E/C) rimanda ad un ulteriore contenuto
    (C) Ad esempio cane denota in prima istanza
    mammifero della specie dei canidi e connota
    successivamente fedeltà.
  • La connotazione è quindi una significazione
    seconda (ma non per questo necessariamente meno
    rigidamente codificata), che si istituisce in
    maniera parassitaria sulla denotazione primaria.
  • Si ha un uso metalinguistico del linguaggio
    quando unespressione (E) viene usata per
    menzionare un segno nella sua interezza (E/C).
    Es. Cane è una parola di quattro lettere.

R. Solaini
41
Connotazione e metalinguaggio
  • Connotazione

C
  • Metalinguaggio

E
E / C
R. Solaini
42
Linguaggi verbali e non verbali
  • Il linguaggio verbale è un sistema semiotico
    privilegiato, perché è lunico a godere della
    funzione metalinguistica è lunico linguaggio
    che possa parlare di se stesso, oltre che di
    altri sistemi semiotici. Ad esempio, si può
    analizzare un quadro con il linguaggio verbale,
    ma non analizzare un romanzo con un quadro.
    (N.B. analizzare è cosa diversa dal tradurre,
    parafrasare, riformulare).
  • Grazie alla funzione metalinguistica il
    linguaggio verbale gode di una maggiore
    stabilità. Per questo, è stato a lungo
    considerato il sistema semiotico modello. Secondo
    R. Barthes (1915 1980), ad esempio, solo la
    didascalia verbale permetterebbe a una immagine
    di significare.
  • La semiotica successiva, tuttavia, non si è
    limitata allo studio dei linguaggi verbali, ma ha
    esteso il suo sguardo su ogni sistema di
    significazione. La semiotica considera ogni
    linguaggio che sia interpretabile, che
    istituisca, cioè, un nesso formale fra
    Espressione e Contenuto.
  • In questo modo, la semiotica si fa, fra le altre
    cose, garante della coerenza del marketing mix
    dellinsieme della comunicazione di marca che
    impiega codici diversi e prevalentemente non
    verbali (design, packaging, naming, architettura
    dei punti vendita, testi pubblicitari sincretici,
    sonoro).

R. Solaini
43
La teoria dellinformazione
  • Intorno alla metà del 900, la ricerca semiotica
    si interseca con la teoria dellinformazione.
  • La teoria dellinformazione, che proviene dagli
    studi di cibernetica e di intelligenza
    artificiale, analizza le condizioni che
    consentono il trasferimento ottimale e garantito
    di informazioni da un mittente a un destinatario,
    attraverso un canale e in un contesto.
  • Per funzionare, la comunicazione presume un
    codice condiviso fra mittente e destinatario e un
    canale privo di rumore.
  • Ma le cose spesso non vanno così la teoria
    dellinformazione presume delle condizioni ideali
    e spesso irrealistiche. Al contrario, la
    comunicazione ha spesso il compito di aprire un
    canale e di ricostruire un codice condiviso.
  • Le condizioni presupposte dalla teoria
    dellinformazione sono, secondo la prospettiva
    semiotica, degli obiettivi da raggiungere.

R. Solaini
44
Gli attori della comunicazione(Secondo il
modello dellinformazione cfr. R. Jakobson,
1958)
  • Contesto
  • (funzione referenziale)
  • Messaggio
  • (funzione poetica)
  • Mittente -----------------------------------------
    -------------------Destinatario
  • (funzione emotiva) (Funzione conativa)
  • Canale
  • (funzione fatica)
  • Codice
  • (Funzione metalinguistica)

R. Solaini
45
Le funzioni della comunicazione(Cfr. R. Jakobson
- 1958)
  • Jakobson associa a ciascun attore della
    comunicazione una funzione specifica. Si fa largo
    lidea che comunicare non serva solo a informare
    (funzione referenziale vedi sotto), ma anche a
    esprimere emozioni, a provocare reazioni
  • Funzione fatica (attenzione prevalente sul
    canale mira a istituire il contatto
    comunicativo)
  • Funzione referenziale (attenzione sul mondo mira
    a dire qualcosa di vero sulla realtà).
  • Funzione emotiva (attenzione sul mittente mira a
    esprimere una dimensione passionale)
  • Funzione conativa (attenzione sul destinatario
    mira a manipolarlo)
  • Funzione metalinguistica (attenzione sul codice
    verifica o istituisce un linguaggio condiviso)
  • Funzione poetica (attenzione sul messaggio
    rimescola le carte)
  • Tale modello non indica comunque la funzione
    unica di un dato testo, ma solo quella
    prevalente, a seconda di quale attore della
    comunicazione sia maggiormente preso in
    considerazione.

R. Solaini
46
La funzione poetica
  • La funzione poetica è definita come la
    proiezione dellasse del paradigma sullasse del
    sintagma.
  • Testo esemplare della funzione poetica è stato
    considerato lo slogan adottato da Eisenhower per
    la campagna presidenziale americana.
  • I like Ike
  • Tale esempio dimostra come la funzione poetica
    ecceda i limiti della poesia ufficiale, ma
    rappresenti un modo di utilizzare le proprietà
    strutturali del linguaggio.
  • Per questo, non si parla di poesia, ma di
    funzione poetica, di uso poetico del
    linguaggio.

R. Solaini
47
Gli assi del linguaggio
  • Paradigma o sistema
  • Dimensione verticale
  • Selezione in absentia (Scelta fra termini
    mutuamente esclusivi, secondo la logica o, o)
  • Principio di sostituzione
  • Codice, sistema (langue)
  • Sintagma
  • (dimensione orizzontale)
  • Combinazione in praesentia (accostamento fra
    termini ugualmente presenti)
  • Principio di contiguità (e, e)
  • Messaggio, uso (parole)

R. Solaini
48
La funzione poetica II
  • Luso poetico del linguaggio produce i seguenti
    effetti di senso
  • Rielaborazione semantica. Lassimilazione per via
    formale di termini contigui (assimilati, quindi
    sullasse sintagmatico) porta alla costruzione di
    figure, ovvero di relazioni paradigmatiche. (Ad
    esempio, donna e fiore, che appartengono a
    due campi semantici lontani, vengono assimilati e
    ritenuti mutuamente sostituibili. Si crea per via
    metaforica un nuovo nucleo concettuale)
  • Opacità semantica. Le figure mettono in crisi le
    condizioni di sensatezza del testo. La lettura
    risulta deautomizzata. Occorre allora mettere in
    atto una strategia interpretativa attraverso la
    quale decidere sotto quale profilo, per quali
    particolari caratteri, ad esempio, una donna
    possa essere assimilata ad un fiore.
  • Autoriflessività il testo non rinvia
    direttamente al mondo, difficilmente
    riconoscibile attraverso la descrizione che ne
    viene proposta, ma mostra innanzitutto se stesso,
    e la propria capacità di mettere in crisi e di
    trasfomare il codice.
  • La funzione poetica, rivela lo spessore del
    linguaggio, che non è una pellicola opaca che
    riflette le cose per come sono, ma un pack che dà
    loro forma e significato. Non un elenco neutro
    di etichette da attaccare, ma un sistema di
    relazioni che mette in forma il mondo.

R. Solaini
49
A proposito di codici
  • La funzione poetica e la funzione metalinguistica
    (che prevedono entrambe unattenzione
    autoriflessiva del linguaggio su di sé) mostrano
    come la comunicazione non possa essere intesa
    come trasferimento di informazioni
    precedentemente codificate.
  • Il codice viene affermato, ribadito, o rafforzato
    dalla funzione metalinguistica interrogato,
    messo in crisi, destrutturato dalla funzione
    poetica.
  • Il codice, se ancora si può sensatamente parlare
    di codice, è un punto di equilibrio instabile fra
    lesigenza di ordine che ogni testo (e ogni
    cultura) manifesta e la tendenza al disordine, un
    compromesso momentaneo fra stabilità e entropia.

R. Solaini
50
Significare mostrare il senso
  • La comunicazione non può basarsi su un codice
    condiviso e dato. Al contrario ogni testo
    costruisce il proprio codice. Ancora prima che
    per comunicare, si parla per produrre senso, per
    significare.
  • La poesia, ad esempio, è stata a lungo
    considerata un messaggio senza codice, un testo
    capace di suscitare emozioni, oltre e contro le
    regole del linguaggio ordinario.
  • Questa lettura è riduttiva. Secondo
    linterpretazione strutturale, la poesia può
    essere considerata, al contrario, un codice senza
    messaggio (cfr. G. Genette, Figure II). Un
    pretesto, quasi, per elaborare nuovi linguaggi (o
    per approfondire le capacità espressive di un
    linguaggio dato).
  • Questo vale anche in ambito pubblicitario, nel
    quale ha ampio spazio la funzione poetica (tanto
    che essa è stata originariamente riconosciuta da
    un esempio tratto dal mondo pubblicitario).
  • Ancor prima che a ricostruire il senso di un
    messaggio, lanalisi semiotica mira quindi a
    ricostruire i particolari codici, ovvero le
    strutture, operanti in un testo.
  • Nelluso, il linguaggio mostra se stesso. Ciò che
    può essere mostrato non può essere detto (cfr.
    Wittgenstein, Tractatus).

R. Solaini
51
Svolte terminologiche
  • Criticata e superata, la nozione di codice viene
    sostituita in semiotica da quella di struttura.
    La semiotica stessa, almeno quella di origine
    europea, si inserisce, del resto, allinterno
    della corrente culturale chiamata strutturalismo.
  • Secondo la prospettiva semiotica, il linguaggio
    non è basato sulla correlazione puntuale e
    costante fra un significante e un significato
    (fra unidea e una parola), ma su una struttura
    soggiacente su un sistema di differenze,
    allinterno del quale tutto si tiene e tutto è
    interdefinito per la posizione che assume
    allinterno del sistema.
  • A differenza del codice, la struttura è locale e
    singolare. Ogni atto linguistico manifesta la sua
    particolare struttura soggiacente, che gli dà
    coerenza, e quindi senso. Tuttavia, la struttura
    permette la comparazione fra sistemi diversi.
  • Parallelamente, la nozione di messaggio
    (storicamente legata a quella di codice), lascia
    posto a quella di testo. Atto di parola più
    complesso e stratificato. Il testo è,
    etimologicamente, un tessuto, una struttura che
    mette in relazione unità semantiche, poste a
    diverso livello di profondità.
  • Di codici si può continuare a parlare come
    strutture ipostatizzate e congelate,
    generalizzate a partire dai particolari testi che
    le hanno manifestate, e rese patrimonio comune.
    Come deposito di conoscenza, di già detto,
    lasciato dietro di sé dalluso della lingua. Il
    codice manifesta lo sfondo sociale entro il quale
    ogni nuovo testo si inserisce e con il quale
    dialoga.
  • Il modo in cui ciascun testo (con la sua
    particolare struttura) si inserisce nella sua
    cultura di riferimento, accettando o
    trasformandone i suoi codici ne costituisce la
    particolare retorica.

R. Solaini
52
Quinta lezione
  • Il quadrato semiotico, fra sistema e processo

R. Solaini
53
Il quadrato semiotico
  • Il quadrato semiotico è il modello fondamentale e
    più profondo di articolazione di un asse
    semantico, costruito sullopposizione fra termini
    contrari e fra i rispettivi termini
    contraddittori, definiti subcontrari.
  • Opposizione fra termini contrari. È
    unopposizione qualitativa viene negata una
    qualità di un termine (es. uomo vs. donna si
    oppongono rispetto ad un solo tratto semantico,
    vale a dire rispetto alla sessualità)
  • Opposizione fra termini contraddittori. Sono
    opposizioni privative un termine viene negato in
    quanto tale (es. uomo vs. non uomo).
  • Assi semantici, definiti dai termini complessi,
    che sintetizzanoi termini contrari attraverso
    relazioni partecipative (ermafrodita, sia
    uomo, sia donna Angelo, termine neutro ne
    uomo, né donna)
  • Deissi implicazioni, passaggio dal
    contraddittorio di un termine al suo contrario
    (non uomo ? donna) Si tratta di una
    implicazione logicamente non valida (non uomo
    può implicare anche macchina), ma
    narrativamente efficace.
  • Ciascuna posizione, formalmente definita per le
    relazioni che essa intrattiene allinterno del
    quadrato può essere lessicalizzata. In questo
    modo il quadrato semiotico diventa una struttura
    capace di organizzare un paradigma semantico.

R. Solaini
54
Termine complesso Ermafrodita (sia uomo, sia
donna) Asse dei termini contrari
X (uomo)
Y (donna)
Deissi o implicazione
Deissi o implicazione
non Y (non donna)
non X (non uomo)
Asse dei subcontrari Termine complesso Angelo
(Né uomo, né donna)
R. Solaini
55
Il quadrato dei valori di consumo(cfr. J.M.
Floch, 1992, Semiotica, marketing e comunicazione
  • Il quadrato dei valori di consumo è una
    applicazione del quadrato semiotico, definita da
    J. m Floch, uno strumento che ha lambizione di
    coprire, articolare e definire lintero ambito
    della comunicazione commerciale.
  • Il quadrato di basa sullopposizione fra valori
    di base o utopici (costituiscono dei fini, che
    corrispondono al piano delle preoccupazioni
    fondamentali dellessere) e valori pratici
    (mezzi necessari per ottenere i valori di base.
    Corrispondono alla dimensione del fare).
  • I termini contraddittori sono rispettivamente
    ludico, (contraddittorio rispetto a pratico
    fare) e critico (contraddittorio rispetto a
    mitico, essere)

R. Solaini
56
Pratico
Mitico
Critico
Ludico
R. Solaini
57
Il caso Citroen
  • Jaen Marie Floch ha analizzato una pubblicità
    della Citroen, che mostra un percorso sul
    quadrato dei valori di consumo.
  • Pratico lauto esce dalla città in una sera
    lavorativa piove. Si interpreta lauto come
    strumento veloce e sicuro, anche in condizioni
    avverse.
  • Ludico uscita dalla città, lauto arriva al mare
    e si butta nellacqua. Negazione del pratico,
    distruzione dei valori di utilità, a favore del
    puro gioco.
  • Mitico la macchina esce dallacqua rigenerata.
    Il Claim recita Elle vit. Si attribuisce valore
    esistenziale allauto
  • Critico (rimane, seppure assente, come posizione
    potenziale) negazione del mitico per costruire
    nuove possibili storie, che riaffermino
    valorizzazioni pratiche.
  • NB. La valorizzazione pratica non ha carattere
    diverso da quella Ludica, Mitica o Critica non è
    maggiormente realista rispetto alle altre le
    proprietà funzionali, così come quelle critiche
    costituiscono allo stesso titolo delle
    valorizzazioni semiotiche.
  • Nel caso Citroen, il quadrato dei valori di
    consumo descrive sia la struttura narrativa di un
    singolo testo pubblicitario, sia levoluzione del
    messaggio della casa automobilistica durante gli
    anni 80. In questo senso, il testo analizzato
    riprende e pubblicizza la storia stessa della
    marca (ha funzione autoreferenziale). La
    narrazione serve a riprendere le fila del
    discorso e a ricostruire la coerenza nel tempo
    dei successivi passaggi.
  • Il quadrato dei valori di consumo di Floch è
    stato assunto dalla semiotica pubblicitaria come
    struttura universale, cui ricondurre ogni
    strategia di comunicazione. La scommessa circa
    luniversalità di un modello costituisce sempre
    un rischio, e deve essere per questo verificata
    rispetto alle indicazioni che un testo offre
    volta per volta. Ogni testo costruisce il proprio
    quadrato semiotico.

R. Solaini
58
Il quadrato della veridizione
  • Il quadrato della veridizione articola
    lopposizione epistemica essere vs. sembrare,
    termini che vanno intesi come marche semantiche
    predicate dal testo.
  • Il quadrato della veridizione mostra come per
    la semiotica la verità non sia data dalla
    corrispondenza con il reale, ma sia intesa come
    effetto di senso, creato e gestito dal testo. Per
    la semiotica strutturale, del resto, lidea
    stessa di corrispondenza fra linguaggio e mondo
    è un nonsenso, poiché mondo e linguaggio non
    costituiscono piani autonomi, sovrapponibili e
    confrontabili.
  • Per questo, a differenza dalle teorie semantiche
    di impostazione filosofica, la semiotica
    considera verità e falsità (apparenza, menzogna e
    segreto) come aspetti del significato. Fra le
    altre cose che può dire, un enunciato può anche
    asserire autoreferenzialmente la propria verità,
    a prescindere da ogni verifica fattuale.
  • La asserzioni veridittive fanno parte delle
    strategie che i testi usano per costruire la
    propria credibilità. Contengono, ad esempio,
    delle strategie veridittive tutte quelle
    pubblicità che citano (improbabili) studi
    clinici, o tutte quelle argomentazioni che citano
    fonti autorevoli.

R. Solaini
59
Verità
Essere
Sembrare
Segreto
Menzogna
Non sembrare
Non essere
Falsità
R. Solaini
60
Funzione del quadrato semiotico
  1. dare una rappresentazione puramente formale del
    sistema semantico, entro il quale ci si muove. Il
    quadrato semiotico costruisce un paradigma
    semantico, determina un sistema di posizioni
    alternative.
  2. determinare gli assi semantici profondi (detti
    isotopie) tematizzati da un testo come primo
    passo si ricostruisce il tema. Banalmente, si
    capisce ciò di cui si parla, si determina sotto
    quale aspetto vadano interpretati i lemmi di un
    testo (uomo significa cose diverse, se
    contrapposto a donna, oppure a macchina).
  3. chiudere luniverso del discorso allinterno del
    quale si produce un testo. Si definisce il
    sistema, chiuso e strutturato, entro e intorno al
    quale ruota una trama, o unargomentazione. I
    casi di incomunicabilità dipendono dal fatto che
    discorsi alternativi manifestano paradigmi
    profondi (quadrati semiotici) alternativi.
  4. tracciare un abbozzo di narrazione il senso di
    ogni narrazione (di ogni testo) si basa sulla
    capacità di operare una trasformazione
    attraverso la negazione di un termine A
    (equivalente allaffermazione del termine
    contraddittorio NON A), si passa allaffermazione
    del termine contrario B
  5. Mostrare il nucleo più profondo della generazione
    del senso e, al tempo stesso, la matrice di ogni
    racconto.

R. Solaini
61
Senso fra scelta e trasformazione
  • Il senso si genera allintersezione fra paradigma
    e sintagma. Il quadrato semiotico, paradigma
    espandibile in un racconto, racconto congelato
    nelle sue opposizioni paradigmatiche fondamentali
    (come è nel caso del quadrato dei valori di
    consumo, che articola la successione narrativa
    fra mezzi e fini), costituisce il meccanismo di
    intersezione fra sistema e processo, fra
    paradigma e sintagma.
  • Il senso, visto nella sua dimensione
    paradigmatica, è il significato dizionariale, il
    concetto dipendente dal sistema semantico, dalle
    opposizioni pertinenti di un testo. Il senso,
    considerato a livello paradigmatico è scelta, fra
    le possibilità date dal sistema.
  • Il senso, determinato dal sintagma, è direzione,
    svolgimento possibile di un nucleo semantico,
    tema. Il senso, considerato a livello
    sintagmatico è trasformazione, allinterno di un
    sistema di possibilità precedentemente date.

R. Solaini
62
Dal segno al testo
  • Sintagma e paradigma si precisano reciprocamente
    la storia (il tema) che si sviluppa intorno a un
    concetto (unità semantica) ne determina il
    significato. Il significato di un concetto limita
    le storie che si possono coerentemente raccontare
    a partire da esso.
  • Una narrazione altro non è che un segno espanso.
    Un segno è una narrazione potenziale e
    condensata.
  • Poiché un segno precisa il proprio significato
    solo allinterno di un contesto, che coincide con
    la storia che da esso si può sviluppare, la
    semiotica può coerentemente cambiare il suo
    oggetto di studio, passando dal segno al testo in
    cui il segno si espande. Viceversa, può
    analizzare singoli segni (ad esempio, prodotti di
    design) come parole che racchiudono e
    anticipano la storia della marca.

R. Solaini
63
Mapping vs. Quadrato semiotico
  • Il quadrato semiotico di Floch viene ripreso da
    Semprini (1993, Marche e Mondi possibili) e
    ristrutturato in modo da costruire una diversa
    matrice logica, detta mapping un piano
    cartesiano, dominato dallasse pratico-mitico e
    dalle rispettive qualificazioni ludico-critico.
    Sul piano così definito diventa possibile
    posizionare ciascuna marca e i valori che essa
    veicola, sottolineando intersezioni, eventuali
    sovrapposizioni e continuità.
  • Il mapping è uno strumento che risponde al
    problema strategico del posizionamento.
  • In funzione del posizionamento scelto, ciascuna
    marca/prodotto riceve particolari valorizzazioni
    semantiche.
  • Il quadrato semiotico definisce la differenza
    dellapproccio semiotico.
  • Ha carattere formale e non sostanziale articola
    relazioni fra termini, definiti solo dalla loro
    reciproca posizione entro il sistema, senza
    necessità di ulteriori qualificazioni
  • Non risponde solo ad in problema statico di
    classificazione e posizionamento, ma delinea
    anche le possibilità evolutive di una marca e la
    logica delle sue trasformazioni assiologiche.
  • Non presume che ci sia un unico sistema
    soggiacente a tutti i testi (un macrodizionario),
    ma afferma che ogni testo va interpretato secondo
    le specifiche categorie semantiche che mette in
    gioco e ricostruisce.

R. Solaini
64
Mappe e strategia
  • Mapping e quadrato semiotico sono due diverse
    mappe del senso, che determinano comportamenti
    strategici alternativi.
  • Attraverso il mapping, la strategia si risolve
    nel problema del posizionamento su uno scenario,
    preventivamente dato e ritenuto costante. Il
    mapping mostra lo sfondo, sul quale le marche si
    muovono.
  • Il quadrato semiotico rappresenta non solo le
    posizioni relative dei competitor, ma anche la
    dinamica dei loro spostamenti, e gli investimenti
    di senso che li hanno resi possibili. Per la
    semiotica infatti, il senso non è solo
    posizionamento, ma anche trasformazione.
  • Secondo il modello semiotico, strategia è
    innanzitutto capacità di riscrivere continuamente
    la storia di un prodotto, muovendosi sullo
    scenario e obbligando il competitor a analoghe e
    speculari trasformazioni. Si determina così una
    dialettica fra competitor che è, a tutti gli
    effetti, una forma di comunicazione e di dialogo.
  • Attraverso il quadrato semiotico, si può pensare
    alla strategia anche come trasformazione dello
    scenario, ovvero delle coordinate semantiche di
    sfondo. Di fatto, ogni azione strategica mira a
    imporre il proprio scenario, obbligando il
    competitor a muoversi su un campo per lui
    sfavorevole.

R. Solaini
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Sesta lezione
  • Storie

R. Solaini
66
Dal quadrato alla narratività
  • Il quadrato semiotico rappresenta una struttura
    dinamica (una matrice sintagmatica, oltre che
    paradigmatica) che abbozza, a livello profondo,
    lo schema essenziale di ogni racconto. La
    narrazione procede, infatti, dalla negazione di
    un termine (di un valore) allaffermazione del
    suo contrario.
  • Il piano narrativo costituisce la conversione del
    quadrato semiotico in una struttura meno
    profonda, o più superficiale allinterno di un
    percorso ordinato, detto percorso generativo.
  • Postulato della semiotica (strutturale) è che
    sotto ogni manifestazione di senso si celi una
    struttura narrativa, della quale occorre
    comprendere la grammatica fondamentale.

R. Solaini
67
I valori del racconto
  • La narratività interviene quando, i valori
    semantici sono ridefiniti attraverso la relazione
    fra un Soggetto che persegue tali valori, e un
    Oggetto, nel quale i valori sono investiti, detto
    Oggetto di Valore (OV).
  • Nel contesto narrativo valore non significa più
    una posizione relativa di un termine allinterno
    del sistema semantico, ma Oggetto di valore (OV)
    perseguito da un soggetto (S). Specularmente, il
    soggetto è colui che manifesta unintenzione, una
    tensione verso un oggetto di valore.
  • Sul piano narrativo, affermare un valore
    significa mostrare il congiungimento di un
    soggetto con un oggetto di valore.
  • Soggetto e oggetto di valore (come sempre accade
    in semiotica) sono termini relativi, vale a dire,
    si definiscono solo reciprocamente. Il soggetto
    semiotico (leroe di un racconto) è colui che
    cerca di congiungersi con un oggetto di valore
    oggetto di valore è loggetto cercato da un eroe.
    Non esiste eroe che non abbia una missione, né
    esiste un valore che non sia riconosciuto e
    perseguito da un soggetto.
  • Attraverso la loro congiunzione, soggetto e
    oggetto si costituiscono in quanto tali.
    Loggetto acquisisce il proprio valore, il
    soggetto acquisisce e trasforma la propria
    identità.

R. Solaini
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Narrazione e polemica
  • Accanto a un soggetto, occorre pensare anche a un
    antisoggetto, che porta avanti un percorso
    narrativo antagonista, che cerca cioè di
    affermare i valori contrari rispetto a quelli
    fatti propri dal soggetto.
  • In questo modo, la grammatica narrativa si
    incarica di rendere conto della struttura
    oppositiva del senso, che allinterno del
    racconto si traduce in una dimensione polemica
    fra due strategie opposte.
  • Il racconto, quindi, manifesta due modi di
    costruire lidentità
  • soggetto che si contrappone a un antisoggetto, in
    quanto persegue oggetti di valore contrari. Si
    tratta di un soggetto statico, inteso come idem.
  • soggetto che segue il suo cammino, mantiene la
    promessa di sé, congiungendosi con un oggetto di
    valore, si modifica e si trasforma. Si tratta di
    un soggetto dinamico, inteso come ipse.
  • La complessità e ambivalenza della nozione di
    identità (sia statica, sia dinamica) traduce
    unanaloga ambivalenza riscontrabile in ogni
    affermazione di brand identity, sempre
    paradossalmente scissa fra lesigenza di
    identificarsi con il proprio passato, e quella di
    evolvere al passo con i tempi.

R. Solaini
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Vladimir Propp
  • Gli studi di narratologia derivano dalle ricerche
    di Vladimir Propp, autore di Morfologia della
    Fiaba (1928).
  • Analizzando un campione ampio di fiabe di magia
    tratte della letteratura russa, Propp individua
    31 funzioni narrative azioni ricorrenti secondo
    un ordine costante,
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