Title: I DIALETTI
1I DIALETTI
2Definizione
- Il dialetto non è una variazione della lingua
italiana ma una vera e propria lingua a sé,
derivata da una diversa e indipendente evoluzione
del latino parlato in un determinato luogo. - Anche il dialetto, come tutte le lingue parlate,
subisce una mutazione nel corso del tempo,
assumendo vocaboli dall'italiano e quindi non
bisogna stupirsi se il dialetto parlato dalle
persone di una certa età differisce da quello
parlato da persone più giovani.
3- La particolarità del dialetto bustocco come
"isola linguistica" ligure è così marcata da
rendere possibile tracciare una zona che
comprende quasi tutto il comune di Busto Arsizio
lasciando fuori ad esempio Gallarate a nord il
cui dialetto non presenta caratteri liguri o li
presenta in forma molto attenuata. All'interno
dell'isoglossa vi sono comunque differenze di
parlata anche fra i diversi rioni di Busto
Arsizio, come San Michele e San Giovanni, e ancor
di più Sacconago e Borsano, che un tempo erano
Comuni autonomi e ora aggiunti a Busto Arsizio.
4Derivazioni
- Il dialetto bustocco è la variante del dialetto
lombardo occidentale parlata a Busto Arsizio, ma
alcuni studi hanno avanzato l'ipotesi che abbia
origini liguri, infatti è caratterizzato da un
substrato (lingua a cui un'altra si è sovrapposta
e della quale appaiono ancora tracce) ligure
presente dall'antichità, e modificato
successivamente dalla parlata gallo-romanza
comune agli altri dialetti lombardo-occidentali.
Tale substrato, presente anche in altri dialetti
della zona, è più marcato nel bustocco.
5- Le parole del dialetto bustocco derivano
soprattutto dal latino (alapa-slepa, sberla), dal
greco (osmè-usmà, odorare), dal longobardo
(ghign-grinta, grinta), dallo spagnolo
(tomatos-tumatis, pomodori), dal francese
(jambon-giambun, prosciutto) e dallaustriaco
(geld-ghell, soldo).
6Caratteristiche
- La durezza e la sinteticità
- Semplificazione di tutte le consonanti doppie
PALLONE- BALON - Riduzione del suono R fino alla sua quasi
scomparsa - Conservazione della vocale finale delle parole
(es. in diletto lombardo tetto si dice tècc in
bustocco teciu) Si stacca notevolmente sia dal
varesotto che dagli altri dialetti parlati nelle
località più vicine a Busto Arsizio.
7- Al plurale quasi sempre la stessa uscita vale sia
per il maschile sia per il femminile. presenza
della vocale "u" non accentata alla fine dei
sostantivi e degli aggettivi maschili, dei verbi
e avverbi (es. gatu, secu, coldu, büceu, candu
invece di gatt, secch, cald, bicér, quand,
tipiche del legnanese) - sparizione di alcune consonanti intervocaliche
(es. lauá invece di lavurá) - Spesso la "a" accentata á suona come una via di
mezzo tra la "a" e la "o". - Uso dell'articolo el invece che il
8Tì che te tacchet i tacc
Tì che te tacchet i tacc, taccum a mì i me tacc! Mì taccat i tacc a tì? Taccheti ti tò tacc, ti che te tacchet i tacc! Tu che attacchi i tacchi, attacca a me i miei tacchi! Io attaccare i tacchi a te? Attaccateli te i tuoi tacchi, Tu che attacchi i tacchi
9UN PASSU
Un pàssu, in dul silenziu al pài ch'al ma vègn drè, lingéu lingéu, ch'a séntu dumà mén E sübitu, da déntu, un gran turmentu al ma trabüla al ma fa gnì 'l magón. 'Ndabén se ti, ch'a te sé dré a cercami ? Hin i tó passi, ch'a cugnussu inscì bén ? Un passo nel silenzio Sembra che mi segua, leggero leggero, che sento solo io. E subito dentro un gran tormento mi scuote, mi commuove. Forse sei tu, che mi stai cercando ? Sono i tuoi passi che conosco così bene ?
10'Ndabén lanscì Indué che mó te sé, sé dapartì ? Te gh'è bisögn da mén ? Ul cöi ch'al báti, ma gir'indré sübitu, par cercáti! Ma gh'è nisögn, gh'è non ul mé bén ! Dumà chèl pássu lingéu lingéu, ch'a séntu sémpar dadré da mén Forse, là dove sei ora, sei sola ? Hai bisogno di me ? Il cuore mi batte. mi giro indietro subito, per cercarti, ma non c'è nessuno, non c'è il mio bene ! Solo quel passo leggero leggero che sento sempre dietro di me