Corso DITALS - PowerPoint PPT Presentation

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Corso DITALS

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Title: L1 - L2 - LS - Lingua seconda Author: Ball Last modified by: Microsoft Created Date: 1/3/2006 9:35:27 AM Document presentation format: Presentazione su schermo – PowerPoint PPT presentation

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Title: Corso DITALS


1
Corso DITALS
  • Il modello operativo
  • dellUnità Didattica
  • Analisi dei materiali e del contesto didattico
  • CTP di Varese Venerdì 10 dicembre 2010
  • giuseppeballero_at_yahoo.it

2
Articolazione del corso
  • La sezione B dellesame DITALS 1
  • Progettazione di un percorso didattico lUnità
    Didattica
  • Imparare ad imparare
  • Quale italiano? (Tipi di variazione della lingua)
  • Le fasi dellUnità Didattica
  • Analisi del testo
  • Il contesto didattico
  • Prove di esame parte 1 e 2

3
DITALS 1 - La sezione B analisi e sfruttamento
didattico di un testo Tempo complessivo a
disposizione 1 ora e 30 minutiPunteggio minimo
sufficiente18 punteggio massimo 30
  • Sottosezione B1 si richiede lanalisi di un
    testo e cioè di esaminarne la complessità
    linguistica, la tipologia testuale e la struttura
    del discorso seguendo uno schema prefissato
  • Sottosezione B2 si richiede di inquadrare il
    contesto didattico e cioè di precisare letà, il
    livello di competenza dei destinatari ed anche il
    perché quel testo è adeguato ad essi
  • Sottosezione B3 si richiede di presentare
    unattività didattica in tre fasi
  • precisare le coordinate di riferimento,
  • descrivere lo svolgimento dellattività
  • costruire una scheda di lavoro da fornire agli
    studenti per la realizzazione dellattività

4
LUnità Didattica
  • Lezione
  • deriva dalla lectio tipica dei testi
    classici e dellistruzione religiosa latto
    didattico pone lobiettivo (il testo sacro) al
    centro dellattenzione, il sacerdote-maestro lo
    comunica in maniera frontale e incontestabile
    (P.E. Balboni, 2002)
  • Unità didattica
  • una cellula apprenditiva sulla quale il docente
    interviene per favorire la trasformazione da
    percezione-conoscenza ad apprendimento-abilità
    (F. Martignon, 1987)
  • una struttura di base, un contenitore che include
    una rete (non sequenza) di unità di
    apprendimento (P.E. Balboni, 2002)
  • Nella lezione si espone una sequenza di nozioni,
    nellunità didattica le nozioni e le attività
    sono offerte in una rete creando un senso globale
    che supera la linearità dei momenti di
    insegnamento e apprendimento.

5
Programmazione curriculare per unità
didattiche
  • Linsegnante fraziona la proposta curricolare in
    unità didattiche ben graduate, verificabili e
    controllabili, didatticamente funzionali per
    potersene servire facilmente, ma con il rigore
    metodologico proprio degli interventi programmati
    (F.L. Bertinelli, 1990).
  • In sintesi il curricolo (oltre a vari altri
    elementi che concorrono al buon fine
    dellapprendimento) comprende il sillabo
    distribuito nelle unità didattiche, ciascuna
    basata su una rete di unità di apprendimento.

6
Lunità didattica e lapproccio comunicativo
(Rielaborazione da S. Maffei, 2007)
  • Lunità didattica è un modello che prende le
    mosse allinterno dellapproccio comunicativo e
    quindi privilegia
  • La pragmalinguistica non insegniamo più le
    strutture di una lingua in modo astratto, bensì
    insegniamo il modo in cui la lingua, attraverso
    determinate strutture, trasporta determinati
    significati (M. Spagnesi, 2001)
  • Lo sviluppo dellinterazione orale (interlingua)
  • Lapproccio induttivo (no allinsegnamento
    tradizionale della morfosintassi, bensì schema
    vuoto e schema aperto)
  • La centralità dello studente (età, stile
    cognitivo, motivazione, background culturale,
    ecc.)
  • Le tecniche e le attività didattiche comunicative
    (problem solving, role play, ecc.) e non gli
    esercizi tradizionali o di ripetizione di stampo
    comportamentista
  • La presentazione della lingua nella sua pienezza
    comunicativa e quindi non più lezioni
    monotematiche bensì UD che comprendano tutti gli
    aspetti dellinsegnamento (culturali, pragmatici,
    grammaticali, ecc.)

7
Imparare ad imparare(adattamento da M. Spagnesi,
2001)
  • Linsegnante cerca di rendere possibili le
    condizioni di apprendimento, ma spesso gli
    studenti, specialmente gli studenti adulti (e i
    genitori), tendono a rifiutare molte delle
    tecniche dellapproccio comunicativo le credono
    poco utili perché si gioca, si ascoltano le
    canzoni, si fa poca grammatica, non è una cosa
    seria
  • Molti studenti, e purtroppo molti insegnanti,
    credono di sapere cosa sia utile o inutile nel
    processo di apprendimento di una L2 sono delle
    credenze che diventano delle vere e proprie
    interferenze nocive allapprendimento (es. una
    lingua si impara con spiegazioni grammaticali
    esplicite gli errori vanno corretti sempre a
    prescindere dal momento didattico in cui sono
    commessi)
  • E bene illustrare agli studenti la natura e le
    finalità del metodo convincendoli della sua
    bontà, spiegando ogni volta il perché si fa una
    determinata attività, riprendendo spesso
    largomento si impara meglio quando si sa perché
    e che cosa si deve fare

8
Imparare ad imparare(adattamento da M. Spagnesi,
2001)
  • E importante che la classe si senta partecipe e
    responsabile del percorso didattico e che il
    rapporto tra insegnante ed alunno sia
    collaborativo
  • Volente o nolente linsegnante si propone come
    modello di pensiero oltre che di lingua. Solo in
    casi estremi è necessario negoziare
  • Ciò che non va dimenticato è che tutti gli
    studenti (al di là delle loro convinzioni)
    continuano un corso se allinterno del gruppo
    classe si è instaurata unatmosfera piacevole e
    distesa e che lacquisizione scatta se hanno la
    sensazione di poter parlare in libertà, senza
    timore del giudizio

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Progettare ununità didattica (Rielaborazione da
F. Biotti, 2005)
  • LUD è una struttura logica di funzioni ed
    operazioni allinterno della quale si sviluppano
    concretamente le attività che linsegnante
    propone alla classe.
  • Dentro questa struttura linsegnante deve saper
    ricondurre non solo le attività che ha in mente
    per perseguire lobiettivo propostosi, ma anche
    lindeterminatezza e limprevedibilità
    dellinterazione didattica che derivano dalle
    dinamiche linguistiche, comunicative e sociali
    che gli alunni incontrano allesterno e riportano
    in classe.
  • Soprattutto nellinsegnamento della lingua
    seconda (meno in quello della lingua straniera)
    linsegnante si pone come figura mediatrice tra
    ciò che accade dentro la classe e ciò che accade
    fuori dalla classe
  • Nel progettare prima e nello svolgere poi lUD,
    linsegnante deve prevedere una continua
    negoziazione con la classe dovrà prevedere uno
    schema di fasi coerente ma che non neutralizzi lo
    sviluppo spontaneo della comunicazione e tenga
    conto della sua imprevedibilità che spesso è ciò
    che rende vivace e motivante lapprendimento per
    gli studenti.

10
Gli obiettivi (Rielaborazione da F. Biotti, 2005)
  • Lunità didattica ha uno o più obiettivi
    (comunicativi-funzionali, grammaticali,
    lessicali, culturali, ecc.)
  • Lobiettivo è vincolante e deve necessariamente
    funzionare da guida rispetto
  • alla fascia di età
  • al contesto di apprendimento
  • al livello dei destinatari
  • alla selezione del materiale da proporre
  • (I tempi flessibili e indicativi, ma programmati
    indicativamente)

11
Contesto di apprendimento (Rielaborazione da F.
Biotti, 2005)
  • Allestero (lingua straniera o lingua etnica)
  • In Italia (lingua seconda o con le particolarità
    dellinsegnamento agli immigrati o alle minoranze
    linguistiche)
  • In un contesto formale (istituto scolastico,
    scuola di lingue, corsi serali, corsi
    universitari, ecc.)
  • In altri contesti corso intensivo, individuale,
    presso ditte, corsi per lapprendimento delle
    microlingue settoriali, ecc.

12
Fascia di età(Rielaborazione da F. Biotti, 2005)
  • Bambini
  • Adolescenti
  • Adulti
  • LUD deve sviluppare delle attività che
    presuppongano la coerenza fra la fascia di età,
    il livello, i tipi testuali, gli argomenti che
    emergono dai materiali ed infine lespansione o
    meno di alcuni elementi del lavoro di classe.
  • Nel caso di bambini verranno privilegiate le
    attività ludiche nonché utilizzati quei materiali
    atti a stimolare la curiosità infantile
  • Nel caso di adulti ed adolescenti il modello base
    di UD è essenzialmente lo stesso, varierà
    rispetto alla dilatazione o meno di alcuni
    momenti o attività

13
Livelli di competenza (Rielaborazione da F.
Biotti, 2005)
  • I livelli di competenza sono quelli del Framework
    (Quadro Comune Europeo)
  • Ad ogni livello (A1,A2,B1,B2,C1,C2) corrisponde
    una determinata tipologia di testi.
  • E necessario ovviamente che i testi proposti
    nellunità didattica siano adeguati non solo alla
    fascia di età ed al contesto di apprendimento, ma
    anche al livello di competenza degli alunni

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Testi e materiali (Rielaborazione da F. Biotti,
2005)
  • I testi da presentare nellUD possono essere
  • Autentici (da privilegiare)
  • Costruiti a scopo didattico
  • Semplificati
  • Con microfunzioni (strutture con al massimo un
    enunciato iniziare un dialogo, prendere la
    parola, salutare, esprimere delusione, ecc.)
  • Con macrofunzioni (strutture con sequenze di
    enunciati descrizione, narrazione,
    argomentazione, commento, spiegazione, ecc.)
  • Scritti, proposti con registrazioni, tramite
    filmati, col computer, con immagini

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Testi e materiali (Rielaborazione da F. Biotti,
2005)
  • I testi da presentare nellUD debbono
  • Rispondere alle esigenze degli alunni e quindi
    alle motivazioni emerse nel gruppo classe
  • Essere utili rispetto allobiettivo stabilito
    dallUD
  • Essere adeguati alle capacità linguistiche e
    comunicative degli apprendenti
  • Essere funzionali per la creazione di problemi
    inserendosi allinterno della dialettica fra ciò
    che è già noto e ciò che è nuovo (i1 - input
    comprensibile di Krashen)
  • Avere una corrispondenza tra il loro ordine di
    presentazione e le varie fasi dellUD

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Tipologia Testuale (Lavinio, 1990/2000 e
Sabatini,1990 da B. Strambi, 2005)
TIPO DI TESTO ESEMPI
Descrittivo Descrizione (allinterno di testi narrativi o espositivi), indovinello, poesia lirica
Narrativo Notiziario, articolo di cronaca, opera di storia, fiaba, leggenda, novella, romanzo, poesia epica, barzelletta
Espositivo Lezione, manuale scolastico, saggio divulgativo, definizioni in dizionari o enciclopedie, recensione informativa, relazione, riassunto, abstract.
Regolativo Ordini, istruzioni, regole, ricette, regolamenti, statuti, leggi, testi pubblicitari, comizi elettorali
Argomenta- tivo Intervento, saggio scientifico, recensione critica, tema scolastico, poesia celebrativa, dialogo
Rappresenta-tivo Discorso riportato come discorso diretto, verbale molto dettagliato, farsa, commedia, dramma.
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Quale italiano? (M. Santipolo, 2001)
  • Italiano standard
  • Italiano semistandard (neostandard substandard
    - delluso medio)
  • Italiano regionale
  • Italiano popolare
  • Gergo giovanile
  • Scritto e orale.

18
  • Perdita dellopposizione tra e aperta
    (pèsca-frutto vènti-fenomeno atmosf.) e e
    chiusa (pésca-sport vénti-numero) . Tra s
    sorda (rosa, verbo rodere) e s sonora
    (rosa, il fiore)
  • Scomparsa del passato remoto Sono stato in
    montagna solo quindici anni fa, ma addirittura
    Giulio Cesare ha passato il Rubicone
  • Decadimento del congiuntivo ed estensione
    delluso dellimperfetto
  • nelle ipotetiche dellirrealtàSe ti sbrigavi
    non perdevi il treno
  • per indicare il futuro nel passato Mi ha detto
    che veniva
  • limperfetto di cortesia Volevo sapere a che
    ora vieni
  • nelle proposizioni dipendenti rette da verbi di
    opinione Penso che oggi non piove Credo che
    ieri era lultima volta, Non credere che posso
    continuare a fare questa vita (N. Ginzburg)
  • Ridondanza pronominale Me la dai la mela?
  • Confini meno netti nelle situazioni di
    formalità-informalità e mutamento dei relativi
    usi linguistici uso del tu e del lei,
    sistema dei saluti, modo di rivolgersi agli
    altri, ecc.
  • Decadimento del futuro Questestate vado al
    mare
  • Indebolimento della forma passiva La musica, la
    ascoltano tutti al posto di La musica è
    ascoltata da tutti

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  • Che polivalente Copriti, che ti bagni, La
    sera che sei arrivato, Tu vai avanti, che
    conosci la strada
  • Rafforzamento della forma ci Non ci ho
    pensato al posto di Non ho pensato a ciò, a
    questo Escici assieme
  • Rafforzamento della concordanza a senso La
    maggior parte dei giovani amano la musica al
    posto di La maggior parte dei giovani ama la
    musica
  • Dislocazioni a destra e a sinistra Quel libro
    non lho letto, Non lho letto quel libro al
    posto di Non ho letto quel libro
  • Nominativus pendens Gianni, non gli ho detto
    nulla, Leone, la sua passione vera era la
    politica (N. Ginzburg)
  • Anglicismi Grazie di non fumare , Il
    finesettimana
  • Cosa al posto di Che cosa e di Che Cosa
    vuoi?
  • Te al posto di tu Rispondi te al telefono
  • Lui per Egli, Loro per Essi , Gli per
    a loro e addirittura per a lei
  • Troppo bello, Troppo forte

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Francesco Sabatini dal Corriere della Sera del
25 aprile 2008
  • A me mi piace
  • circola almeno da 800 anni (presente in
    testi del 200), non ha mai cessato di esistere
    ed ha la sua ragion dessere nel comunicare
    concretamente con qualcuno è infatti normale
    anticipare il tema (a me, per quanto riguarda
    me) rispetto a ciò che poi si specifica (mi
    piace).
  • Si tratta di un meccanismo utile per parlare con
    scioltezza, che talora passa, magari per
    linserirsi di un inciso, anche nello scritto
    quando vogliamo dargli pari efficacia
  • A me, per esser sincero, questo scambiarsi
    premi tra critici e scrittori non mi è mai
    piaciuto potrà scrivere tranquillamente un
    recensore sulla terza pagina di un quotidiano.
  • Ma molti altri esempi abbondano nella saggistica
    leggera e nella moderna narrativa .

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Quale italiano? Tipi di variazione della lingua
  • Diacronica
  • variazioni nel tempo
  • Diamesica
  • variazioni a seconda del mezzo con cui viene
    veicolata e del canale comunicativo (scritto e
    orale)
  • Diatopica
  • variazioni dovute ai fattori geografici e
    legate ai luoghi di appartenenza
  • Diastratica
  • variazioni a seconda dei gruppi sociali
    (età, sesso, professione, livello di istruzione,
    background culturale, ecc.)
  • Diafasica
  • variazioni dovute a fattori esterni
    allindividuo legati al contesto situazionale ed
    a seconda dei registri

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Foreigners talk - Teachers talk - Pidgin
  • Foreigners talk
  • è una varietà di lingua parlata da alcune
    persone quando si rivolgono agli stranieri. E
    una varietà semplificata che presenta molte
    caratteristiche comuni ai codici semplici come
    linterlingua iniziale, il baby talk o i pidgin,
    tra cui una certa dose di sgrammaticatura
    rispetto alla varietà standard (sintassi
    elementare, sottolineature gestuali dei
    significati omissione di articoli, preposizioni,
    ecc. uso ridondate dei pronomi anche se
    potrebbero essere omessi sostituzione di tutte
    le forme verbali con linfinito)
  • Pidgin
  • è la lingua, ormai fossilizzata, parlata
    dagli stranieri che non hanno studiato o non
    hanno continuato a studiare sono lingue
    fortemente semplificate nella struttura e nel
    vocabolario e derivano dalla mescolanza di lingue
    di popolazioni differenti venute a contatto a
    seguito di migrazioni e colonizzazioni
  • Teachers talk
  • è la lingua usata dallinsegnante nel
    tentativo di farsi capire più facilmente dallo
    studente soprattutto nei livelli iniziali (ma il
    professorese rischia di diventare una forma
    mentis e di essere usato anche con livelli
    avanzati). Sintassi semplice e cioè basata sulla
    coordinazione e non sulla subordinazione, lessico
    ridotto, rallentamento delleloquio, voce alta,
    sottolineature gestuali dei significati

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Psicologia della Gestalt (Rielaborazione da
P.E. Balboni)
  • Alla base dellorganizzazione dellUnità
    didattica vi sono varie ricerche di matrice
    psicodidattica ed in particolare della psicologia
    della Gestalt che descrive la percezione in
    termini di
  • Globalità
  • Analisi
  • Sintesi
  • Queste tre fasi sono più propriamente quelle
    dellunità di apprendimento e cioè dellunità
    minima del processo di acquisizione lUD le fa
    proprie ma le amplia e le arricchisce

24
Le fasi dellUD (Rielaborazione da F. Biotti,
2005 e F.L. Bertinelli,1990)
  • Input testuale iniziale
  • Presentazione, motivazione, contestualizzazione
  • Globalità comprensione
  • Analisi e sintesi imitazione, reimpiego
  • Riflessione, attività metalinguistica
  • Attività di rinforzo
  • Attività di verifica

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Presentazione e Motivazione (Rielaborazione da
F. Biotti, 2005 M. Spagnesi, 2001 F.L.
Bertinelli,1990)
  • E buona regola dichiarare subito gli obiettivi
    dellU.D. ed anticipare in sintesi come e cosa si
    farà.
  • Riguarda tutte quelle attività che puntano a
    creare lo scenario per la fruizione dellinput
    testuale iniziale, a suscitare attese e
    motivazione, a evitare che gli studenti
    affrontino il testo a freddo e ad abbattere il
    filtro affettivo.
  • Il docente
  • Cerca di far emergere conoscenze preesistenti
    negli alunni rispetto al contenuto del testo
  • Dà delle informazioni di base spiegando a grandi
    linee la situazione specifica a cui il testo fa
    riferimento
  • Spiega in anticipo una serie di parole-chiave o
    un concetto-chiave per la comprensione
  • Usa le attività di elicitazione (tirando fuori
    dagli alunni ciò che sanno, ipotesi e
    anticipazioni sul contenuto) o di brainstorming
    (sollecitare gli studenti a esprimere liberamente
    idee o associazioni di pensiero sullargomento)

26
Globalità - Comprensione (Rielaborazione da F.
Biotti 2005 M. Spagnesi, 2001 F.L.
Bertinelli,1990)
  • Si passa quindi alla lettura, ascolto o visione
    del testo per giungere ad una prima comprensione
    globale.
  • Come far leggere come far ascoltare
  • E evidente che per globale si intende una
    comprensione degli elementi essenziali del testo
    evitando di porre lattenzione su dettagli non
    rilevanti per leconomia testuale e la
    comprensione, appunto, globale del testo.
  • Si propongono dei cosiddetti aiuti alla
    comprensione che di solito sono degli esercizi
    tipo domande di comprensione vero\falso, scelta
    multipla, abbinamento, griglie, ecc
  • Dopo lesposizione al testo linsegnate procede
    allaccertamento della comprensione globale con
    un brainstorming per sondare cosa e quanto hanno
    capito e per far sì che tutti abbiano capito
    almeno lessenziale
  • Nel caso contrario procede con ulteriori letture
    o ascolti del testo o altri esercizi di
    comprensione

27
Analisi e sintesi (Rielaborazione da F. Biotti,
2005 M. Spagnesi, 2001 F.L. Bertinelli,1990)
  • Si passa allanalisi del testo il testo viene
    osservato, scomposto, ricomposto.
  • Si guidano gli studenti a
  • Individuarne la tipologia e riflettere sulle sue
    caratteristiche (essere in grado di distinguere
    il contenuto testuale dalla struttura testuale)
  • Cogliere i diversi momenti del testo e
    individuare i legami che assicurano la coerenza
    (che riguarda il significato) e la coesione (che
    riguarda le strutture morfologico-sintattiche)
  • Si procede quindi con la sintesi riutilizzando in
    contesti nuovi quanto si è appreso con attività
    di imitazione e reimpiegando (allinizio in modo
    controllato e via via sempre più creativo) gli
    elementi analizzati e scelti quali obiettivi di
    apprendimento

28
Riflessione(Rielaborazione da F. Biotti, 2005
M. Spagnesi, 2001)
  • In questa fase si invita la classe a riflettere
    sul lavoro svolto e sui risultati raggiunti si
    tratta di raggiungere una consapevolezza tecnica
    delluso della lingua.
  • Gli alunni debbono poter esprimersi in piena
    libertà ponendo domande, presentando dubbi e
    incertezze, manifestando il livello di piacere o
    interesse ricavato dalla fruizione del testo e
    dalle attività svolte.
  • Infine linsegnante guida la classe ad
    unulteriore analisi, più marcatamente
    linguistica, mostrando (anche con la tecnica
    della spiegazione grammaticale) che cè un
    raccordo tra forme e significati e riporterà
    lattenzione a quegli elementi (atti
    comunicativi, strutture, ecc) che sono gli
    obiettivi dellUD e sui quali sè lavorato in
    fase di analisi e di sintesi e che ora vengono
    resi espliciti scoperti, riconosciuti e
    chiariti.
  • Si farà attenzione a mostrare che tali meccanismi
    linguistici trasportano significati e non sono
    stati appresi per far bene gli esercizi, bensì
    per imparare a parlare ed a scrivere

29
Il rinforzo(Rielaborazione da F. Biotti, 2005
M. Spagnesi, 2001)
  • Lattività di rinforzo ha lo scopo di fissare e
    consolidare quanto è stato appreso durante lo
    svolgimento dellunità didattica.
  • Ciò viene fatto attraverso esercizi appunto di
    rinforzo che facciano ripetere quegli elementi
    appresi sui quali si è concentrata lUD e che ne
    costituiscono lobiettivo.
  • La ripetizione frequente di un meccanismo
    linguistico ne aiuta la fissazione nella memoria
    a lungo termine, ovviamente se inserita in
    progetti comunicativi sia orali che scritti.
  • A questo punto tutti gli studenti dovrebbero aver
    appreso gli obiettivi proposti dallUD e
    dovrebbero poter giocare con la lingua elaborando
    a loro volta liberamente (con la sola consegna
    del loro reimpiego) testi orali e scritti.
  • Giungeranno cioè alloutput che è luscita al di
    fuori del contesto comunicativo di tipo
    didattico, cioè la spinta a rimettere in atto
    fuori dal contesto didattico gli usi esperiti
    nella comunicazione didattica.

30
La verifica (Rielaborazione da F. Biotti, 2005)
  • Lunità didattica si conclude con le attività di
    verifica che sono infatti un elemento costitutivo
    di essa.
  • La verifica verte soprattutto sugli obiettivi
    dellunità didattica con la forma classica di
    test atti ad accertare se gli elementi sui quali
    essa si è concentrata sono stati appresi.
  • E possibile anche sottoporre gli studenti a
    prove o test che abbiano una tipologia testuale
    diversa da quelle affrontate nellUD e che li
    portino in ambienti nuovi e diversi.
  • La verifica dellunità didattica è però sempre
    formativa nel senso che non deve mai provocare
    stress o ansia e deve invece servire
  • da feedback agli alunni che in questo modo
    autovalutano la loro prestazione comprendendo se
    hanno appreso o meno gli arricchimenti dellunità
    didattica
  • da feedback allinsegnante perché da essa capisce
    se è necessario introdurre dei correttivi ,
    eliminare eventuali sfasature tra gli obiettivi
    programmati e quelli realizzati, predisporre
    approfondimenti od ulteriori attività di
    recupero

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DITALS 1 - La sezione B analisi e sfruttamento
didattico di un testo Punteggio minimo
sufficiente18 punteggio massimo30 Tempo
complessivo a disposizione 1 ora e 30 minuti
  • Sottosezione B1 si richiede lanalisi di un
    testo e cioè di esaminarne la complessità
    linguistica, la tipologia testuale e la struttura
    del discorso seguendo uno schema prefissato
  • Sottosezione B2 si richiede di inquadrare il
    contesto didattico e cioè di precisare letà, il
    livello di competenza dei destinatari ed anche il
    perché quel testo è adeguato ad essi
  • Sottosezione B3 si richiede di presentare
    unattività didattica in tre fasi
  • precisare le coordinate di riferimento,
  • descrivere lo svolgimento dellattività
  • costruire una scheda di lavoro da fornire agli
    studenti per la realizzazione dellattività

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DITALS I LIVELLO 27 ottobre
2008nome_________________cognome_________________
__Profilo Insegnamento dellitaliano a
immigratiSezione B - Analisi e sfruttamento
didattico di un testo - Tempo 1 ora e 30 minuti
  • 1) ANALISI
  • Analizzi il testo che Le abbiamo fornito (tratto
    dal sito internet http// www.cucinaericette.it )
    e completi la scheda seguente in base ai
    parametri indicati

P A R AME T R I A N A L I S I
COMPLESSITÀ LINGUISTICA Valuti brevemente il testo in base a - varietà sociolinguistiche presenti (italiano standard, italiani regionali, registri formali e informali, ecc.) - lessico lingua comune, linguaggi specialistici, italiano colloquiale, gerghi ecc - struttura sintattica (frasi lunghe con diverse subordinate, negazione multipla, ambiguità di scopo ecc.)

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TIPOLOGIA TESTUALE Selezioni il tipo e il genere testuale a cui appartiene il testo presentato 1. TIPO Narrativo Descrittivo Argomentativo Regolativo 2. GENERE Romanzo, Testo giornalistico, Poesia, Canzone, Fumetto, Racconto, Immagine, Diario, Lezione, Lettera Pubblicità, Ricetta, Annuncio, Messaggio, Favola, Istruzioni, Filastrocca Altro ____________________________
STRUTTURA DEL DISCORSO Valuti brevemente il testo in base a - linearità e chiarezza del discorso - coerenza e coesione testuale, - organizzazione del ragionamento
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2) CONTESTO DIDATTICOFacendo riferimento ai
parametri elencati nella colonna a sinistra,
indichi i destinatari a cui proporrebbe il testo
analizzato al punto 1.
ETÀ DEI DESTINATARI
LIVELLO DI COMPETENZA LINGUISTICA DEI DESTINATARI
CONTESTO IN CUI PENSA CHE POTREBBE ESSERE USATO A SCOPO DIDATTICO - in Italia / all'estero - all'interno dell'orario scolastico / in laboratori ad hoc - in corsi intensivi / in incontri brevi e distanziati - in corsi strutturati in classi chiuse / in corsi "aperti" con fluttuazione di studenti - corsi di grammatica corsi di conversazione - altro
RILEVANZA PER LAPPRENDENTE Indichi perché la tipologia di testo proposta è adeguata al tipo di destinatario prescelto
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giuseppeballero_at_yahoo.it
  • Grazie per lattenzione

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Bibliografia 1
  • CILIBERTI, A. 1994, Manuale di glottodidattica,
    Scandicci (Firenze), La nuova Italia.
  • LUISE, M.C. 2000, Storia della glottodidattica
    del 20 secolo, modulo on-line per il Master
    ITALS in didattica e promozione della lingua e
    della cultura italiana allestero, consult. nel
    sito http//helios.unive.it/itals/index.htm
  • S. KRASHEN, 1977,1981,1982, cit. in PALLOTTI, G.
    1998, La seconda lingua, Milano, Bompiani, p.191
  • DIADORI, P. (cur.) 2001, Insegnare italiano a
    stranieri, Le Monnier, Firenze
  • L. SELINKER, 1969, 1972, cit. in PALLOTTI, G.
    1998, La seconda lingua, Milano, Bompiani, p. 21.
  • BALBONI, P.E.1994, Didattica dell'italiano a
    stranieri, Roma, Bonacci.
  • LUCARELLI, S., 2005, Lo sviluppo del language
    testing, in Vedovelli (cur.) Manuale della
    certificazione, Roma, Carocci.
  • COVERI, L. 1994, Il testing nellitaliano a
    stranieri, in Micheki, P. (cur.) Test dingresso
    di italiano per stranieri, Bonacci, Roma

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Bibliografia 2
  • CARDONA, M. 2000, La valutazione linguistica,
    Modulo telematico per il Master in didattica e
    promozione della lingua e cultura italiane a
    stranieri ITALS, Venezia.
  • MAZZA, A. 1989, Situazioni di tutti i giorni,
    Guida per linsegnante, E. Klett Verlag
  • DIADORI, P. (cur.) 2005, La Ditals risponde 3,
    Guerra Edizioni
  • DIADORI, P. (cur.) 2007, La Ditals risponde 5,
    Guerra Edizioni
  • Vedovelli, M (cur.) 2005, Manuale della
    certificazione dellitaliano L2, Carocci, Roma
  • Ellero, P. e Malfermoni, G 1995, Le abilità di
    lettura, MILIA, Realizzazione editoriale Sagep
    S.p.A., Genova
  • Liverani Bertinelli, F. 1990, Un contributo alla
    programmazione curricolare per unità didattiche
    percorsi possibili di lingua italiana come LS,
    Guerra, Perugia
  • Buttaroni, S. 1997, Crescita di una lingua
    straniera, AlphaBeta, Merano
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