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Presentazione di PowerPoint

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Title: Presentazione di PowerPoint


1
Franco Pastore
ESCALATION
MARIANNA DE LEYVA
monografia
2
Introduzione
  • La Gertrude manzoniana, simbolo
    della maltrattata aristocrazia
  • femminile cinquecentesca è la figura  più
    sconcertante più moderna
  • e più intrigante dei Promessi Sposi tanto che
    lo scrittore nella prima
  • stesura del romanzo, le aveva dedicato ben sei
    capitoli. 
  • Marianna, nata nel 1575, da don
    Martino De Leyva principe di
  • Ascoli e conte di Monza e da donna Virginia
    Marino alletà di tredici
  • anni era già novizia nel convento delle
    benedettine di S. Margherita a
  • Monza. Nel 1597 iniziò una relazione con
    Giovanni Paolo Osio ed ave-
  • va 22 anni.

3
Nel 1607 venne arrestata
processata e condannata ad essere murata viva
nella Pia casa delle Convertite di Milano fino
al 1622, anno in cui venne liberata per
volontà di Federigo Borromeo.  Nel
1650 all età di settantacinque anni Marianna
De Leyva conosciuta come suor Virginia Maria
chiudeva la sua esistenza terrena. In quello
stesso an- no, il territorio di Monza cessava
di essere un possedimento dei duchi di Leyva
per estinzione della famiglia e veniva
acquistato dai Durini , che la conserveran- no
fino al 1700.   Chi scrive ha sempre
provato sentimenti di commozione profonda per
que- sto personaggio che ha vissuto un vero e
proprio dramma della solitudine. Tra- dita
negli affetti più cari e vittima di una società
ingiusta ipocrita e stoltamente bigotta
Marianna fu veicolata versa lautodistruzione e
la follia.
4
Lhistoria
 Essa era lultima figlia del principe gran
gentiluomo milanese che poteva contarsi tra
i più doviziosi della città.Ma lalto opinione
che aveva del suo titolo gli faceva parere le
sue sostanze appena sufficienti anzi scarse. a
sostener decoro A Manzoni I promessi sposi
cap. IX. Ediz.1827  I principi
dAscoli Marianna de la Cueva e Luigi de Leyva
dellillustre famiglia spagnola di Antonio
de Leyva, venuto in Italia al seguito di Carlo V
e, successivamente primo governatore di
Milano alla morte di Francesco IISforza nel
1548 generarono il secondogenito Martino il
quale dedicò la sua vita alla carriera
militare. Nel 1574 a 26 anni, sposò Virginia,
figlia del ban-chiere Tommaso Marino, luomo
più ricco di Milano per la promessa di una
dote di 50.000 scudi. Nel 1575 nacque la loro
unica figlia alla quale diedero nome
Marianna, dalla madrina Marianna, sorella di
Martino, e moglie del marchese di Soncino.  
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Alla morte del banchiere il palazzo fu
diviso in quartieri e la coppia andò a vivere
in quello allangolo tra piazza san Fedele e
via Caserotte formato da una saletta tre camere
ed un porteghetto con due vasi necessari ed un
poco di giardin con un pozzo e due torrione.
Il 1 ottobre 1576, La piccola Marianna perde la
mamma di peste che in quellanno infuriava a
Milano. La donna aveva fatto testamento nel
quale assegnava alla figlia ed al primogenito
del suo primo matrimonio Marco Pio, il 50
ciascuno dei suoi averi. Al marito sarebbe
spettato lusufrutto della dote ed un anello
con gemma di un certo valore. Il testamento
viene subito impugnato dalle sorelle di Marco
Pio escluse dalleredità che chiedono
immediatamente un inventario dei beni.  
6
       
       
Milano Palazzo Marino casa di Marianna
7
Alla fine, derubata dal padre e dai
fratellastri Marianna andò a vivere con la
zia paterna Marianna Stampa assistita dalla
balia Vittoria alla quale Virginia aveva
lasciato un legato di 25 scudi doro perché si
occupasse della bambina. Eppure la
famiglia de Leyva non era certo in ristrettezze
considerando le entrate milanesi derivanti
dalla dogana e dalla mercanzia le rendite
delle tenute e quelle della contea di Monza,
per le quali i fratelli De Leyva turnavano tra
loro ogni due anni.
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Marianna e la zia
9
Quando venne alla luce il principe suo padre
volendole dare un nome che risvegliasse
immediatamente lidea del chiostrola chiamò
Gertrude.Bambole vestite da monaca furono i
primi balocchidevi essere in ogni cosala
prima del monastero A.Manzoni I Promessi
Sposi cap. IX ediz 1927  
Manzoni racconta che Marianna era destinata al
chiostro fin dalla nascita, e ciò sembra sia
vero anche se in una lettera del padre del
1586 si parla di prospettive matrimoniali e di
una dote di 7.000 ducati mai pagati.
In effetti Marianna era un ostacolo da
eliminare soprattutto in prospettiva del nuovo
matrimonio del principe con donna Anna Viquez
De -Moncada avvenuto a Valenza in Spagna nel
1588. Da questo ma- trimonio nasceranno i
figli Luigi, Antonio e Gerolamo, che lo
segui- ranno nella carriera militare. Nello
stesso anno Marianna, che fino a quel momento
era vissuta sotto la tutela delle zie, entra
alla età di tredici anni nel monastero di
Santa Margherita a Monza.
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Il Convento di Monza
11
La costruzione si allungava lungo lo
Spalto di Porta de Grandi e vi si accedeva da un
vicolo che oggi si chiama appunto Via della
Signora. Il 26 agosto 1591, trascorso
il giusto periodo di noviziato, larcivescovo
autorizza la novizia a ricevere la professione.
Martino de Leyva padre della Signora
12
Il 12 settembre 1591 Marianna diventa Suor
Virginia Maria. Così il Ripamonti la
descrive era la de Leyva modesta, circospetta,
affabilissima, soffusa di un invidiabile candore,
amica con tutte, delle disci-pline letterarie
istrutta, come lo poteva essere in allora una
giovinetta ben educata, obbediente, per nulla
dispettosa, esempio di contegno sociale
per-fetto. Nel 1595 a ventanni suor
Virginia per mandato del padre esercitò il
biennio di sovranità a Monza, che consisteva
nell emettere gride, ordinare arresti, rimettere
le pene, ed altro. Di qui lappellativo della
signora. Riservata esemplare garbata ed
equilibrata in questo periodo riscos-se il
rispetto e lammirazione di tutti.
13
Marianna divenuta Suor Virginia
14
Poco dopo la professione Gertrude era stata
fatta maestra delle educande ora pensate come
dovevano essere quelle giovinette sotto una tal
disciplina ma lei conservava vive tutte le
passioni di quel tempo ed in un modo o in un
altro le allieve dovevano portare il pesoA.
Manzoni I Promessi Sposi capX ediz. 27 
Secondo quanto scrive il Ripamonti nel 1597
Marianna maestra di circa 20 educande fu
costretta ad allontanare una certa Isabella
degli Hostesi che aveva intrecciato una
relazione con un tal Paolo Osio, un giovane
25enne ricco ed ozioso la cui casa confinava
con il monastero. A tal proposito suor Virginia
dirà - Detto Gio. Paolo Osio faceva
lamore con la signorina Isabella Ortensia
secolare la quale era nel monastero in dezena
et havendo io trovato che stavano guardandosi
luno e laltro alla cortina delle galline
gli feci un gran rebuffo che portasse così
poco rispetto al monastero massime che detta
giovane era data in mia custodia ..., et
esso se nandò via bassando la testa senza dire
altro.
15
Nellottobre 1597, lOsio uccideva in
circostanze poco chiare e sicuramente per
vendetta il sessantenne Molteno lex
soprastante dei de Leyva.
Suor Virginia maestra delle educande
16
Suor Virginia che in questo
periodo era la Signora di Monza ed amministrava
la giustizia per ulteriori avances del giovane
Osio verso la sua persona ed in collera con lui
per lomicidio del sovrastante, ne ordina
larresto. LOsio allora fugge da Monza e
resta latitante per un anno. Poi, per
intercessione di molti e su pressioni del-la
superiora, ottiene la grazia.
Nel 1598, lOsio fece ritorno nella sua casa di
Monza e la giovane monaca sco-pre improvvisamente
di sentire per lui una certa attrazione tanto
che non vista lo spia ogni volta che scende in
giardino. Sola e senza affetti crebbe in lei
una passione tale che desiderò quel giovane con
tutta se stessa un desiderio che le fece dire
non appena lo scorse -     -Si potria
mai vedere la più bella cosa?-
17
Qualche consolazione le pareva talvolta di
trovare nellesser corteggiatain monastero nel
ricevere visite di complimentonello spendere la
sua protezione A.Manzoni I Promessi sposi
cap. X edizione 1827  LOsio, che era
di buona cultura e conosceva il latino accortosi
dell interesse di Virginia le scrive una
lettera troppo audace suscitando il suo
sdegno. Gli viene in aiuto il prete Arrisone
che scrive di suo pugno le altre lettere.
Convinta della devozione del giovane
incomincia a ricambiare con lettere e regali.
A questo punto il prete geloso del sentimento
che aveva fatto nascere con le sue missive
confessa alla monaca di esserne lui lautore
e le professa il suo amore, ma viene
giustamente scacciato. Nellagosto del
1599 la morte del padre ed una carenza cronica
di affetto spin-gono Marianna ad aprire la
porticina del monastero e a rifugiarsi nelle
braccia del Giovine Paolo Osio. Ma lamore era
un frutto troppo bello ed accattivante per
ac-contentarsi del solo profumo e fu così che le
spoglie mura della cella di suor Virgi-nia
udirono i gemiti di lei nel pieno appagamento
dei sensi.
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Iniziarono frequenti ed intensi gli
incontri dei due amanti con la solidarietà
complice delle suore amiche della Signora
incontri che non sfuggirono alla gente del
circondato che subito ne informarono la
superiora. Allora si pensò bene di dire che
lOsio frequentava suor Virginia perché stava
spiritualmente preparandosi a divenir cappuccino.
Nel 1602 la signora di Monza rimase
incinta ed al nono mese nacque un bimbo senza
vita che fu subito consegnato al padre perché
lo facesse sparire.   La crisi mistica di
suor Virginia esplose in tutto il suo dramma le
diminuì lappetito fece voti e doni alla Madonna
di Loreto buttò nel pozzo del convento tutte le
chiavi che il suo Paolo faceva riprodurre dal
fabbro.
19
(No Transcript)
20
La sventurata pensò allora al
suicidio ma allultimo momento fu proprio
limmagine della Madonna nel giardino del
monastero a fermare i suoi propositi. Tuttavia
ad ogni tentativo lamore sembrava ingigantirsi
voleva ancora vivere pascersi di quei frutti che
circostanze e condizioni rendevano a lei
proibiti. Lirrazionalità di quel sentimento la
convinse dellesistenza di una magia che a suo
parere doveva combattere non con le armi della
saggezza e della fede ma con altra magia fu
allora che chiese consiglio. Le
consigliarono così un rimedio considerato
efficacissimo contro il mal damore la
coprofagia. Doveva procurasi gli escrementi
dellamante, farli seccare e berli in un brodino
di fegato e cipolle per tre volte alla mattina.
Così fece ma il rimedio non fu efficace e gli
incontri ripresero.
21
Nellautunno del 1603 suor Virginia
scoprì di essere nuovamente incinta. Si Alzarono
le mura dal lato dellOsio si inventò che la
signora era ammalata di idropisia che le
gonfiava lentamente la pancia la si sistemò in
unaltra ala del monastero e si pregò tanto Iddio
che le cose andassero per il meglio. L8
agosto 1604 nacque Alma Francesca Margherita che
sarà allattata da Susanna la figlia della serva
del monastero e vivrà con il padre che la
legittimerà nellaprile di due anni dopo
dichiarando di averla avuta da una certa
Isabella da Meda. Suor Virginia visse
con pienezza la gioia di esser madre era stato
sempre il suo più grande sogno e tante volte si
recò da Paolo con le sue amiche per carezzare
il viso della sua bambina ed altrettante
laccolse nel convento per vestirla degli abiti
che aveva cucito per lei.
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Fu in questo clima che si preannunciò la
visita pastorale del cardinale Federico Borromeo
che giunse al monastero il 6 giugno 1605 ma non
ebbe sentore alcuno di quello che era successo in
quel luogo religioso. Assegnò a suor Virginia i
digiuni e flagellazioni che si dimostrano forse
più efficaci della ripugnante pozione.
23
Nellestate del 1606 la situazione
precipitò La conversa Caterina da Meda, inadatta
alla vita monacale incline al furto e di
carattere piuttosto forte in occasione della
visita al convento del canonico di S. Ambrogio
Monsignor Pietro Barca, minacciò di rivelare la
relazione tra Gio (come Marianna e gli amici
chiamavano lOsio) e suor Virginia. Questultima
comandò che fosse presa e richiusa nella legnaia.
Il giorno precedente alla visita la signora e le
monache sue amiche cercarono di convincere
Caterina a tacere per la salvezza del monastero
ma non ci fu nulla da fare. Fu Gio a risolvere
la situazione uccidendo la giovane e
seppellendone il corpo senza testa nella sua
neviera. Si aprì un varco nelle mura e si lasciò
credere che la conversa fosse fuggita.
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Il giorno dopo si svolgono le
elezioni che vedono la vittoria del partito
avverso a quello della Signora guidato da suor
Angela Sacchi e dallImbersaga. Questultima
sostituisce suor Virginia nella carica di
vicaria, mentre suor Angela sostituisce Bianca
Caterina Homati nella carica di superiora.    
25
La situazione non sembrava grave
perché gli inquirenti non avevano gli elementi
per fare gli opportuni collegamenti ma lOsio
commise lerrore di scrivere una supplica
allarcivescovo proclamandosi innocente di tutto
e suor Virginia dal canto suo spedì al Fuentes
una lettera sottoscritta da altre monache per
dire che tra lOsio e il monastero i rapporti
erano corretti. In tal modo vennero forniti i
collegamenti che mancavano. Il
Borromeo, che non sapeva nulla, si mise in
allarme e iniziò ad informarsi sullOsio e su
eventuali suoi legami col monastero di S.
Margherita. Fu così che il Cardinale messo al
corrente delle voci che circolavano si recò a
Monzafingendo di compiere una visita pastorale.

26
  Federico Borromeo nato nel 1564 fu uno
degli uomini rari in qualunque tempoun ingegno
egregiouna grande opulenzaLa sua vita è come un
ruscello che scaturito limpido dalla roccia
senza ristagnare nè intorbidarsi maiva limpido
a gettarsi nel fiume A.Manzoni I Promessi
Sposi cap.XXII edizione 1827   Nel
monastero parla con le monache e
naturalmente arriva al colloquio con la
Signora alla quale non rivolge alcuna accusa
cogliendo loccasione di un ammonimento
generale sulla necessità di essere onesti ed
esemplari perché la gente osserva e giudica.
Alla fine del colloquio Marianna si rende
conto della gravità della situazione ed il
cardinale va via più preoccupato di quanto non
fosse al suo arrivo.
27
Nello stesso mese lOsio fuggì dal
castello di Pavia e tornò segretamente a Monza
dove il 6 ottobre fece uccidere da uno dei
suoi bravi, il farmacista Rainerio Roncino che
vantandosi di essere scampato allattentato
dellOsio aveva continuato a sparlare del
monastero e fece incolpare dellomicidio il
prete Paolo Arrisone (larma del delitto una
pistola era stata nascosta in casa sua), che fu
tradotto nellarcivescovado di Milano.
28
E p i l o g o   Al processo il
portinaio Domenico Ferrari scagiona il prete
Arrisone dellomicidio del Roncino affermando
che questultimo era stato ucciso dal bravo di
Gio perché aveva diffuso la voce che la bambina
dellOsio era figlia di suor Virginia.
Venuto a conoscenza di queste accuse lOsio si
sente perduto e si rifugia presso il convento
nella cella di suor Benedetta. Le altre suore
quelle nemiche della signora si accorgono
dellospite ed informano subito il cardinale
Borromeo il quale nella notte del 25 novembre
del 1606, manda a prendere suor Virginia con la
forza e la trasferisce nel monastero di S.
Ulderico al Bocchetto. Colà Virginia tenta di
scappare brandendo una spada ma, vista l
impossibilità di una fuga tenta il suicidio.
29
Suor Virginia impazzisce si agita
non ha più freni nel parlare dice di non aver
mai voluto entrare in convento e che quella era
stata una scelta imposta da altri. E dice tante
altre cose parlando con ira ma anche con
disperazione e dolore. Nel frattempo il suo
Gio Osio scappa dal convento e si rifugia nei
dintorni di Monza.
30
Il 27 novembre iniziano gli
interrogatori della superiora del portinaio,
della moglie e della vicaria suor Francesca
Imbersaga. Due giorni dopo suor
Benedetta e suor Ottavia spaventate dagli
in- terrogatori avviati nel monastero, chiedono
allOsio di fuggire dal convento. Escono la sera
stessa da un buco aperto nel muro e si avviano
fuori città. Al ponte sul Lambro lOsio tenta
di uccidere suor Ottavia buttandola nel fiu-me
la suora riesce a salvarsi e viene trasportata
nel monastero di S. Orsola in Monza dove
confessa tutti i delitti commessi.
31
La sera del giorno dopo lOsio
tenta di uccidere anche suor Benedetta
buttandola nel pozzone di Velate ma la suora non
muore e viene trasportata al monastero dove
inizia a confessare ogni cosa. Oramai agli
inquirenti la situazione è chiara tanto più che
ritrovano i resti della conversa uccisa e
sotterrata dallOsio nella sua neviera. Il corpo
di Caterina da Meda viene così ricomposto e
sepolto in S. Stefano in Brolo a Milano.
Successivamente vengono carcerate nel monastero
anche le altre due complici della signora suor
Candida Colomba e suor Silvia Casati.
L Osio scappa nei territori di Venezia,
mentre il Senato sentenzia la demolizione della
sua casa a Monza e la costruzione di una colonna
infame.
32
Gio scrive una seconda lettera al
cardinale Borromeo, dichiarando linnocenza sua e
di suor Virginia, ma tutto era stato scoperto.
Il 22 dicembre a Milano, suor Virginia ammette
la relazione con Gio Osio e lomicidio ma
scarica ogni responsabilità sul giovane e sul
prete Arrisone. In gennaio, Giò Paolo Osio è
citato per i due tentati omicidi per lomicidio
di Caterina da Meda e per il tentativo d
incolpare il prete Arrisoni dellomicidio
Roncino viene così condannato in contumacia
alla forca e alla confisca dei beni. I
suoi bravi già in salvo oltre confine sono
anchessi condannati alla decapitazione e alla
confisca dei beni per luccisione di Rainerio
Roncino.
33
LOsio secondo alcuni sarebbe stato
ucciso a tradimento nei sotterranei del palazzo
del suo amico Taverna. Secondo altri sarebbe
stato decapitato a Monza. Comunquedai documenti
risulta morto nel 1613.

 
Tortura della corda per ottenere conferme o
confessioni
34
Il 27 novembre 1607 con
linterrogatorio della superiora Angela Sacchi,
il vicario criminale Gerolamo Saracino dà inizio
al processo di Suor Virginia, la quale si difende
con la tesi della nullità dei voti e dellazione
di forze diaboliche, che avrebbero esercitato su
di lei un influsso malefico.
A questo punto per volere del Borromeo la
responsabilità del processo passa al giurista
Marmurio Lancillotti che cumulava sia la
competenza vescovile che quella
dellinquisizione. Negli interrogatori si ricorre
alla tortura .
35
Dal 31 maggio al 23 giugno il
Lancillotti interroga al Bocchetto suor Virginia
Paolo Arrisone (per la seconda volta e con la
tortura della corda) ed il portinaio con la
moglie. Quattro mesi dopo, la sentenza Virginia
viene condotta in una cella delle convertite di
S. Valeria per esservi murata viva per plurima
gravia, et enormia, et atrocissima delicta (1)
lArrisone viene condannato a tre anni di
trireme mentre suor Benedetta suor Candida e
suor Silvia vengono condannate anchesse ad
essere murate vive nel convento di S. Margherita
________________ (1) Trad.- per moltissimi
delitti, gravi, enormi ed atroci -
36
Il 25 settembre 1622, dopo 14 anni
di segregazione, suor Virginia espresse il suo
pentimento e potè uscire dalla cella dovera
stata murata. Marianna era morta lentamente
durante quei quattordici anni di clausura. Ne era
uscita una donna diversa afflitta da visioni
contrizioni dolori atroci al capo umile
prostrata e folle che troverà la pace sospirata
soltanto con la morte alla età di settantacinque
anni.
37
ESCALATION Dedicata a Marianna De Leyva   Era
lì il centro della tua vita ne assaporavi il
gusto con la forza dei ventanni. Una
rivincita dei sensi nel godimento che ti
stordiva col battito del cuore che ti saliva in
gola. Bruciavi offese millenarie dissacrando
lipocrisia offrendo il corpo libero da
freni a chi prendeva lanima suggendoti la
vita. E non fu fede a fermarti ma follia.

38
Bibliografia   Borromeo Federico, a cura di
Ermanno Paccagnini, Di una verace penitenza.
Vita della monaca di Monza, Milano, La Vita
Felice 2000 Donati-Petteni, Giuliano, La
Gertrude i critici e gli storici della
Gertrude, in Saggio dinterpretazioni
manzoniane, Bologna, Zanichelli, 1920,
Farinelli Giuseppe e Paccagnini Ermanno, Vita e
processo di Suor Virginia Maria de Leyva monaca
di Monza, Milano, Garzanti 1989 Castegnaro
Alberto, Di suor Virginia penitente, Aevum,
gennaio 1963, pp. 145-153 Griechi Gianfranco,
Gertrude o dellobbedienza, La Martinella di
Milano, maggio 1969, pp. 182-185  AA. VV., Vita
e processo di Suor Virginia Maria de Leyva monaca
di Monza, Milano, Garzanti 1985  Locatelli -
Milesi, La Signora di Monza nella realtà,
Milano, Treves 1924 Maggi Raffaello, Volto e
anima della Monaca di Monza, Milano, Giuffrè 1964
Manzoni Alessandro, Fermo e Lucia, tomo II,
capp. II-VI, in Tutte le opere, Firenze, Sansoni
1988, vol. I, A. Manzoni I Promessi Sposi
Milano 1840 ( riprod. del1964 della Mondatori
) Mongilardi, Memorie storiche della Diocesi di
Milano, vol. XV, Milano 1968 Mazzucchelli Mario,
La Monaca di Monza (Suor Virginia Maria de
Leyva), Milano, DallOglio 1961 Paolo Colussi La
vera storia della Monaca di Monza Testori
Giovanni, La Monaca di Monza, Milano, Feltrinelli
1967 Disegni del Gonin dalle fotolitografie
del1964 ediz. Mondatori.
39
Si ringrazia per avere scelto lopera e si
informa il lettore che notizie biografiche e
bibliografiche dell autore, non-ché informazioni
su altre sue opere e pubblicazioni si pos-sono
ricercare sui siti www.club.it/autori/sostenito
ri/franco.pastore/indice-i.html Per
ordinare questa ed altre opere, basta scrivere
alla casella postale
www.sanesociety.org/it/pastore
www.nonsolopoesia.it
www.alidicarta.it
www.raccontare.com
romapas_at_katamail.com
40
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epica CD FABELLAE ( per ragazzi)
teatro cartaceo ALLOMBRA DEL
CERVATI poesia cartaceo LIRA DEL SUD
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STRANA FAMIGLIA commedia CD
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