Title: Diapositiva 1
1La ragioni evolutive e i meccanismi fisiologici
alla base della limitazione della durata della
vita Interrogativi Come invecchiamo? Cosa è
possibile fare?
Testo integrale e bibliografia nel sito
www.r-site.org/inv
2COME INVECCHIAMO?
Interrogativi Dove Quando Perché Come Cosa fare
- Meccanismi fisiologici alla base
dellinvecchiamento
3- Interpretazione classica
- Linvecchiamento deriva da un degrado progressivo
e inevitabile dellorganismo a causa di fattori
insufficientemente contrastati dalla selezione
naturale (mutazioni, limiti fisiologici, etc.) - La selezione contrasta lincremento progressivo
della mortalità
Interpretazione alternativa Linvecchiamento è
lespressione amplificata e fuori controllo, in
età non presenti allo stato naturale, di
meccanismi di riduzione della capacità di
sopravvivenza favoriti dalla selezione
naturale. La selezione determina lincremento
progressivo della mortalità
4Limiti nella capacità di replicazione cellulare
- Nel 1961 Hayflick scoprì che cellule
fibroblasto-simili di vari tessuti umani normali
avevano in vitro una limitata capacità di
duplicarsi.
5Si accertò successivamente che il numero massimo
di duplicazioni era in funzione di
- 1) Età del donatore, tipo di tessuto e genotipo
(Martin et al., 1970 per la pelle Martin et
al., 1970) per la muscolatura liscia delle
arterie Bierman, 1978, per lepitelio del
cristallino Tassin et al. 1979, per i
cheratinociti Rheinwald et al. 1975, etc). - 2) Longevità della specie da cui erano tratte le
cellule (Röhme, 1981). - 3) Eventuale esistenza di una sindrome progeroide
(v. Davies, 1998).
6- In breve si vide che il limite della capacità di
duplicazione cellulare (limite di Hayflick)
era determinato geneticamente e di
certo correlato con la longevità.
7Con ulteriori studi si vide (v. Davies, 1998) che
- 1) Il DNA di ogni cromosoma termina con una lunga
sequenza nucleotidica ripetitiva (telomero) e che
la capacità di duplicazione cellulare è correlata
alla lunghezza del telomero. - 2) Ad ogni duplicazione del DNA una piccola
porzione del telomero non è duplicata e pertanto
il telomero si accorcia. - 3) Un enzima, la telomerasi, è in grado di
ripristinare la parte non duplicata del telomero. -
SEGUE
8SEGUE
- 4) Lenzima telomerasi è attivo nelle cellule
della linea germinale (v. Davies, 1998). - 5) Lenzima telomerasi è represso da proteine
regolatrici (van Steensel e De Lange, 1997). - 6) Ostacolando lazione del predetto enzima si
riduce la capacità di duplicazione (Yu et al.,
1990). - 7) Lattivazione dellenzima rende capaci le
cellule di un numero indefinito di duplicazioni
(Bodnar et al., 1998).
9- Ma se la capacità di duplicazione fosse
strettamente correlata alla lunghezza dei
telomeri
10In contrasto con ciò, ulteriori osservazioni
indicavano che il passaggio di una cellula dallo
stato in cui è capace di duplicarsi a quello in
cui non lo è, risulta determinato in parte dal
caso e in parte dalla lunghezza del telomero
(Pontèn et al., 1983 Jones et al., 1985).
11- E stato evidenziato che il telomero è un
complesso dinamico costituito da un estremo della
molecola di DNA e da un complesso proteico che
continuamente si legano labilmente insieme (stato
protetto) e poi si distaccano (stato non
protetto). - (Blackburn, Nature, 2000)
- Quanto più è corto il telomero tanto più è
frequente la fase in cui il telomero non è
protetto e la cellula può diventare incapace di
duplicarsi.
Nel neonato Nel giovane Nellanziano
12- La capacità di duplicazione cellulare non è
lespressione di un insormontabile vincolo
fisiologico, ed è invece una potenzialità - o illimitata (cellule germinali)
- o in vario modo regolata e limitata (cellule
staminali, cellule somatiche) - con meccanismi altamente sofisticati e sotto
preciso controllo genetico.
13La capacità di duplicazione è un qualcosa che
compensa un fenomeno opposto, vale a dire la
perdita di cellule per vari motivi.
- E ben noto, ad esempio, che continuamente
dallepitelio o dallintestino si staccano
cellule e che esse necessariamente debbono essere
rimpiazzate. - Ma vi è un altro fenomeno per il quale occorre
una continua sostituzione cellulare
14LApoptosi
- Lapoptosi detta anche morte cellulare
programmata - è una forma ordinata di
eliminazione di una cellula che si distingue
nettamente dalla necrosi. - Lapoptosi ha un grande ruolo nella morfogenesi.
- Lapoptosi ha anche un ruolo di fondamentale
importanza nei meccanismi di turnover cellulare. - In effetti, lapoptosi fu scoperta per la prima
volta nel fegato di soggetti adulti normali (Kerr
et al., 1972).
Immagine (modificata) da Kerr et al., 1972
15Lapoptosi è un meccanismo essenziale per il
turnover cellulare negli organismi adulti (Wyllie
et al., 1980 Linch et al., 1086 Medh and
Thompson, 2000)
- Lapoptosi è stata confermata per moltissimi tipi
cellulari in adulti sani, ad esempio - adipociti (Prins e ORahilly, 1997)
- cellule epiteliali biliari (Harada et al., 2000)
- osteociti (Spelsberg et al., 1999)
- condrociti (Heraud et al., 2000)
- cellule dei reni (Cardani e Zavanella, 2000)
- epatociti (Benedetti et al., 1988)
- alveolociti (Sutherland et al., 2001)
- gliociti (Pontèn et al., 1983)
- cellule della prostata (Wyllie et al., 1980)
- miociti (Migheli et al., 1997 Pollack e
Leeuwenburgh, 2001) - cellule della tiroide (Dremier et al., 2001).
16Fino a che punto è importante il turnover
cellulare?
- E stato calcolato che in un adulto normale ogni
giorno muoiono e sono sostituiti fra i 50 e i 70
miliardi di cellule e che ogni anno è rinnovata
una massa cellulare pari circa al peso
dellintero organismo (Reed, 1999).
La strage degli innocenti
17In base al turnover, si possono distinguere tre
tipi di cellule
- I) Con alto turnover (ad es. cellule dei villi
intestinali, Andreeff et al., 2000). - II) Con limitato turnover (ad es. cellule degli
strati profondi della cute e cellule endoteliali,
Marciniak e Guarente, 2001 miociti del cuore,
Anversa e Nadal-Girard, 2002 miociti del muscolo
scheletrico, Schultz e Lipton, 1982, Carlson e
Faulkner, 1989). - III) Senza turnover (ad es. neuroni con qualche
eccezione, Horner e Gage, 2000 occorre però
ricordare la dipendenza dei neuroni da cellule
sottoposte a turnover quali i gliociti).
18Unipotesi semplice e spontanea!
- I limiti nella durata della vita sono una
conseguenza del turnover cellulare e dei limiti
nella capacità di replicazione cellulare. - Tali caratteri sono sotto controllo genetico
19Questa ipotesi non è affatto nuova!
- Fu già intuita da Weissmann alla fine
dellottocento! - Hayflick la propose allindomani della sua
famosa scoperta (1965) e la ripropose anche in
anni successivi (1977)
20I meccanismi connessi ai telomeri e alla
telomerasi sono correntemente descritti come
correlati con linvecchiamento (Marciniak e
Guarente, 2001)
- Ma questa ipotesi contrasta completamente con
lopinione dominante che linvecchiamento dipenda
da fattori casuali insufficientemente contrastati
dalla selezione.
21In un tessuto in cui va esaurendo la capacità di
duplicazione delle cellule si ha
- 1) Ridotto numero di cellule (atrofia nel numero
delle cellule) - 2) Rallentato turnover cellulare
- 3) Possibile sostituzione delle cellule mancanti
con cellule non specifiche (fibrociti, adipociti,
etc.) - 3) Ipertrofia parzialmente compensatoria delle
rimanenti cellule - 4) Alterazioni (in particolare accumulo di
metaboliti) nelle cellule superstiti che non
essendo rinnovate sono sempre più vecchie - 5) Vulnerabilità a sviluppare neoplasie come
conseguenza dellinstabilità indotta dalla
disfunzione dei telomeri (DePinho, 2000)
Sindrome atrofica
22A questo punto possiamo formulare uno
schema(dedotto da Marciniak e Guarente, 2001)
23Che succede se lenzima telomerasi non funziona
(alterazione del ciclo alfa)?
- La Dyskeratosis congenita è una rara sindrome
umana di origine genetica (Dokal, 2000). - Essa è causata da alcuni tipi di gravi
alterazioni dellenzima telomerasi (Mitchell et
al., 1999 Vulliamy et al., 2001). - Una eccellente interpretazione di tale sindrome
è stata pubblicata di recente (Marciniak e
Guarente, 2001)
24Le alterazioni nella Dyskeratosis congenita sono
presenti nei tessuti con alto turnover
Organo Cellule con telomerasi Alterazioni
Capelli Nei follicoli dei capelli Calvizie
Cavità orale Cellule squamose Leucoplachia
Cute Strato basale dellepidermide Anormale pigmentazione, distrofia delle unghie
Polmoni Cellule epiteliali alveolari di tipo 2 Fibrosi
Fegato Cellule staminali degli epatociti Cirrosi
Intestino Cellule delle cripte intestinali Disordini intestinali
Testicoli Spermatogoni Ipogonadismo
Midollo osseo Cellule staminali del midollo osseo Incapacità a produrre cellule del sangue
Tabella da Marciniak e Guarente, 2001
25Che succede in caso di alterazionidel ciclo beta?
- La progeria (v. Martin e Oshima, 2000) è causata
da difetti nella duplicazione del DNA (Yu et al.,
1996 Fukuchi et al. 1989) - Ne deriva un maggior numero di duplicazioni in
cellule in cui la telomerasi è inattiva. - Ciò conduce a precoci manifestazioni della
sindrome atrofica per molti tessuti ed organi con
manifestazioni anatomo-patologiche e cliniche
analoghe a quelle presenti in persone anziane.
Età 14 anni
Altezza come a 7 anni
26Alcune delle alterazioni presenti nella progeria
- 1) Ridotta crescita
- 2) Prematura canizie, rarefazione dei capelli,
atrofia della pelle (in particolare del
sottocutaneo) - 3) Osteoporosi
- 5) Atrofia muscolare
- 5) Ulcere in zone sottoposte di frequente a
piccoli traumi - 6) Diabete mellito (per presumibile riduzione del
numero delle beta cellule del pancreas v.
Bonner-Weir, 2000 Cerasi et al., 2000) - 7) Cataratta (da esaurimento delle cellule
epiteliali del cristallino Tassin et al. 1979
Martin e Oshima, 2000) - 8) Aterosclerosi precoce (da esaurimento delle
cellule endoteliali Gimbrone, 1999 Martin e
Oshima, 2000).
27- Le due rassegne già citate (in particolare quella
di Marciniak e Guarente) interpretano le
anzidette sindromi nello stesso modo in cui è
stato ora prospettato.
Lunica cosa che tali rassegne non evidenziano è
che le suddette interpretazioni sono
incompatibili con la visione dellinvecchiamento
dipendente da fattori incoordinati e casuali!
28Classificazione di Masoro (1998)delle affezioni
delletà senile
- 1) Age Changes (invecchiamento vero e proprio)
2) Malattie causate da fattori estrinseci
(eccessi alimentari, fumo, inquinanti, etc.)
3) Malattie associate alletà anziana (malattie
genetiche frequenti nelletà senile per scarsa
selezione contro i geni che ne sono la causa)
29- Concentreremo la nostra attenzione sullanziano
estremo sano (gt 80 anni) per meglio capire
quello che avviene nei soggetti di minore età
Se quanto abbiamo detto è vero per tutti i
tessuti ed organi dovremmo rilevare nellanziano
estremo la sindrome atrofica
30CUTE (Griffiths, 1998)
- 1) Riduzione del numero di
- fibroblasti del derma,
- melanociti,
- cellule di Langerhans,
- mastociti
- ghiandole eccrine,
- corpuscoli di Pacini e di Meissner (e
dellinnervazione), - peli e capelli
- 2) Lo spessore dello strato corneo non cambia
nellanziano ma vi è un aumento nel suo tempo di
rinnovo - SEGUE
31CUTE
- SEGUE
- 3) Le cellule staminali dellepidermide sono
collocate nella giunzione dermo-epidermica. Tale
giunzione risulta spianata nellanziano con una
perdita della superficie attiva - 4) Crescita più lenta delle unghie
- 5) Aumento nei tempi di cicatrizzazione delle
ferite
32FEGATO (James, 1998)
- 1) Declino del volume sia in valori assoluti che
in rapporto al peso corporeo totale - 2) Parallelo declino del flusso sanguigno
- 3) Gli epatociti dellanziano sono di dimensioni
medie più grandi, in contrasto con gli epatociti
di più ridotte dimensioni nellatrofia da fame
33CUORE (Aronow, 1998)
- 1) Declino nel numero nei miociti con aumento del
volume di quelli residui in rapporto a ciascun
nucleo - 2) Riduzione nel numero delle cellule pacemaker
nel nodo seno-atriale (-90 alletà di 75 anni) e
delle cellule nelle branche di conduzione - 3) Aumento della componente fibrosa e grassa
- 4) La riduzione progressiva della capacità
contrattile porta ad un progressivo slargamento
del cuore che può simulare una ipertrofia
cellulare mentre in realtà è la conseguenza di un
ridotto numero di cellule contrattili.
34POLMONI (Connolly, 1998)
- 1) Riduzione del numero delle cellule epiteliali
ghiandolari nella trachea e nei bronchi,
slargamento degli alveoli e dei dotti alveolari
riduzione della superficie di scambio alveolare
(enfisema senile). - 2) Declino dei volumi polmonari (FEV1, FVC)
35MUSCOLO SCHELETRICO (Cumming, 1998
- 1) Atrofia muscolare
-
- Dalletà di 25 anni a quella di 50 si perde
il 10 della massa muscolare. La perdita
raggiunge il 50 alletà di 80 anni
36OSSA
- 1) La perdita di tessuto osseo comincia dalletà
di 35-40 anni in entrambi i sessi, per il declino
della funzione degli osteoblasti (Francis, 1998) -
- Clinicamente, uno degli aspetti più evidenti
delletà avanzata è lestrema rarefazione del
tessuto osseo a cui corrisponde una grande
facilità a fratture in seguito a traumi
relativamente lievi (Dieppe e Tobias, 1998).
37APPARATO DIGERENTE (Katz,1998)
- 1) Aumento di frequenza della gastrite atrofica
nei soggetti di età superiore ai 60 anni - 2) Nel colon si riscontra atrofia della
muscolaris propria ed aumento dei fibrociti - 3) I villi intestinali nellanziano sono più
corti e larghi con una riduzione complessiva
della superficie. Il tempo di trasferimento per
le cellule dalle cripte di Lieberkühn (dove sono
le cellule staminali) allapice dei villi (dove
si distaccano) aumenta con letà per la ridotta
produzione cellulare (Webster, 1978)
38RENI (Jassal et al., 1998)
- 1) Riduzione della massa renale in correlazione
con letà. Tale riduzione è ben correlata con la
riduzione in volume e peso che si riscontra per
tutti gli organi. - 2) Riduzione nel numero e nelle dimensioni dei
nefroni e dei glomeruli con aumento del tessuto
interstiziale connettivo.
39SANGUE, ORGANI EMATOPOIETICI E SISTEMA IMMUNITARIO
- 1) Riduzione dei linfociti periferici, delle
cellule CD4 T-helper, dei B-linfociti e dei
granulociti. Riduzione delle cellule del midollo
osseo rosso (a 70 anni -70 rispetto a soggetti
giovani) (Gilleece e Dexter, 1998). - 2) Negli anziani in caso di abrasioni della pelle
accorrono meno neutrofili che nei soggetti
giovani (MacGregor e Shalit, 1990). - 3) Riduzione della capacità proliferativa dei
linfociti T in risposta a stimoli immuni
(Gravenstein et al., 1998).
40TESSUTO NERVOSO
- Per il cervello con il passare degli anni si
osserva una riduzione del peso di circa il 5 per
decade dai 60 anni in poi e si riscontra un
progressivo calo del numero dei neuroni (10-50
Mann, 1998). - Ma ciò non è direttamente spiegabile come
conseguenza di un turnover cellulare in quanto le
cellule nervose sono, almeno in larghissima
parte, elementi perenni.
41UNA DIVERSA STRATEGIA
- Per le loro tipiche funzioni i neuroni non sono
facilmente rinnovabili e lorganismo adotta la
diversa strategia di adoperare cellule ausiliarie
(gliociti) per il continuo trofismo dei neuroni. - Poiché tali cellule sono soggette a turnover un
loro deficit potrebbe spiegare bene il calo dei
neuroni nelletà senile.
42Un esempio per delle cellule nervose molto
particolari
Ogni giorno ciascun bastoncello o cono sintetizza
il 10 dei dischi fotosensibili e altrettanti
sono fagocitati dalla cellule dellepitelio
pigmentato della retina. Ogni cellula
pigmentata serve circa 50 cellule fotorecettrici.
43Schema di retina in condizioni normali
44Schema di retina nella degenerazione maculare (e
nellanziano estremo)
Le cellule dellepitelio pigmentato hanno
esaurito la loro capacità di turnover. Depositi
di materiale non degradabile si accumulano entro
di esse e ne causano la morte. Alla loro morte
consegue quella dei coni e bastoncelli serviti.
45- Nellocchio adulto, una lacuna che si viene a
formare allinterno dellepitelio pigmentato
della retina in seguito alla morte cellulare
viene colmata da nuove cellule, ma in modo
imperfetto, forse a causa di limiti nella
moltiplicazione e divisione cellulare - (Hui Sun e Jeremy Nathans, articolo divulgativo
su Le Scienze, marzo 2002)
Frequenza nella popolazione della degenerazione
maculare (dati USA) A 60 anni circa il 5 A 70
anni circa il 10,5 A 80 anni oltre il 20
46- In breve, la capacità di replicazione cellulare è
geneticamente determinata da meccanismi altamente
sofistificati e organizzati ed è una parte
essenziale e integrale del turnover cellulare, un
fenomeno del pari altamente sofisticato e
organizzato il cui progressivo rallentamento
appare essere il principale elemento delle
manifestazioni dellinvecchiamento.
47Interrogativi Dove Quando Perché Come Cosa fare
COSA E POSSIBILE FARE?
Strategie per il controllo dellinvecchiamento
48Uno schema di circa 30 anni fa
49La mortalità dopo i 60 anni si è ridotta in
misura marginale
50- Debellando completamente le malattie della
categoria 2 e 3 di Masoro (rispettivamente
malattie da fattori estrinseci e malattie
associate alla vecchiaia) la curva di
sopravvivenza si avvicinerebbe maggiormente ad
una forma rettangolare ma la vita media
aumenterebbe di poco.
51- Considerando la penosa qualità media della vita
dei soggetti di età superiore agli 80 anni, una
medicina ultraefficiente (e anche ultracostosa)
che permettesse a tutti di raggiungere i 95-100
anni, sarebbe solo una soluzione assai parziale e
non certo ottimale del problema.
Pur essendo indispensabile un pieno controllo
delle malattie di cui alle categorie 2 e 3 di
Masoro, il punto principale è il controllo dei
meccanismi alla base degli age changes
(categoria 1 di Masoro)
52- Visione classica
- Linvecchiamento è un processo ineluttabile.
- Il vivente è condannato ad un inesorabile
degrado.
Visione alternativa Linvecchiamento è
lamplificazione artificiale di un processo
fisiologico. In linea di principio ogni processo
fisiologico è controllabile.
53Problematiche da affrontare
- 1) Tecniche
- 2) Bioetiche
- 3) Sociali
541) Problematiche tecniche
- Occorre una più approfondita conoscenza dei
meccanismi che regolano e limitano la
replicazione cellulare e dei meccanismi di
turnover cellulare. - E verosimile che per un efficace controllo
dellinvecchiamento siano indispensabili
modifiche genetiche (con le enormi problematiche
bioetiche connesse, che saranno accennate dopo).
55- Le attuali metodiche di terapia genica utilizzano
vettori virali che inseriscono a caso nel DNA la
sequenza corretta. - Conseguenze a volte disattivazione di geni
oncorepressori con risultati fatali. -
Non è possibile compiere una precisa selezione
delle cellule in cui deve inserire la
sequenza. Conseguenze molte sequenze sono
inserite in cellule somatiche che con il turnover
cellulare sono poi eliminate e di qui la
transitoria efficacia della terapia.
56- Pertanto sarà necessario sviluppare metodiche di
terapia genica che garantiscano con precisione e
affidabilità assoluta linserimento nei punti
necessari della sequenza DNA le modifiche
opportune per una diversa codifica del processo
dellaumento della mortalità. - Tale obiettivo è difficoltoso ma in linea di
principio è conseguibile.
572) Problematiche bioetiche
- Enormi interrogativi che sorgeranno in campo
etico, religioso e filosofico allorché si parlerà
concretamente di modificare la durata della vita
umana e ciò, in special modo, se tale modifica
richiederà o sarà ricercata con cambiamenti del
genoma. - E facile prevedere fortissime obiezioni
bioetiche o anche gravi accuse di blasfemia o di
?ß???.
583) Problematiche sociali
- I cambiamenti della civiltà derivanti da un
rallentamento della senescenza o addirittura da
un suo pieno controllo, sarebbero sicuramente
estremi e pieni di incertezze. - La nostra civilizzazione alle radici di ogni sua
struttura organizzativa, tradizione e concetto
culturale, idea filosofica e credo religioso, è
basata sui limiti della durata della vita umana e
sullineludibilità di tali limiti.
59FINE
Testo integrale e bibliografia nel sito
www.r-site.org/inv