ECONOMIA AZIENDALE E GESTIONE DELLE IMPRESE - PowerPoint PPT Presentation

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ECONOMIA AZIENDALE E GESTIONE DELLE IMPRESE

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Title: Diapositiva 1 Author: Lucio DEL BIANCO Last modified by: apple imac Created Date: 9/20/2006 2:58:48 PM Document presentation format: Presentazione su schermo (4:3) – PowerPoint PPT presentation

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Title: ECONOMIA AZIENDALE E GESTIONE DELLE IMPRESE


1
ECONOMIA AZIENDALE E GESTIONE DELLE IMPRESE
  • LEZIONE II
  • MISSION, STRATEGIA E
  • SISTEMA DI PIANIFICAZIONE
  • LUCIO DEL BIANCO
  • ANNO ACCADEMICO 2012 - 2013

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MISSION E STRATEGIA

MISSION
AMBIENTE ESTERNO
SITUAZIONE INTERNA
STRATEGIA
OBIETTIVI E AZIONI (INDICATORI DI PERFORMANCE)
3
LA MISSION
  • OGNI PROCESSO DI GESTIONE STRATEGICA PARTE DALLA
    DEFINIZIONE DELLA MISSION E DEI GRANDI OBIETTIVI
    CHE LIMPRESA INTENDE PERSEGUIRE E GENERALMENTE
    INDIVIDUA GRANDI AREE DI ATTIVITÀ NEL CAMPO
    ECONOMICO E SOCIALE

4
UN ESEMPIO DI MISSION PIZZAROTTI SpA
  • LA NS MISSION È QUELLA DI ANTICIPARE E SODDISFARE
    TUTTE LE RICHIESTE DEI CLIENTI, GRAZIE ALLA NS
    CAPACITÀ DI INTERAGIRE IN MODO TRASPARENTE ED
    EFFICACE CON GLI OPERATORI FINANZIARI, LE
    ISTITUZIONI, LE COMUNITÀ LOCALI E I DIPENDENTI,
    BASANDOCI SULLA NS ESPERIENZA, AFFIDABILITÀ E
    CAPACITÀ DI INNOVAZIONE
  • I CLIENTI SONO PER NOI DEI PARTNERS, CON CUI .
  • DEDICHIAMO IMPEGNO ALLO SVILUPPO DELLE RISORSE
    UMANE ..
  • DA SEMPRE DEDICHIAMO GRANDE ATTENZIONE ALLA
    QUALITÀ

5
UN ESEMPIO DI MISSION MAPEI SpA
  • I MOTIVI PRINCIPALI DELLA NS FILOSOFIA SONO
  • SPECIALIZZAZIONE NEL MONDO EDILIZIO
  • INTERNAZIONALIZZAZIONE CON ATTENZIONE AL MERCATO
    LOCALE
  • RICERCA E SVILUPPO DI PRODOTTI TECNOLOGICAMENTE
    EVOLUTI
  • SERVIZIO PERSONALIZZATO ALLA CLIENTELA
  • LAVORO IN EQUIPE
  • ATTENZIONE AD UNO SVILUPPO SOSTENIBILE
  • MANTENENDO I CARATTERI DI UNIMPRESA ARTIGIANA

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UN ESEMPIO DI MISSION CMC RAVENNA s.c.r.l
  • REALIZZARE IL PATTO TRA I SOCI PER AUMENTARE IL
    VALORE DELLA LORO IMPRESA E IN TAL MODO DEL LORO
    LAVORO
  • SVILUPPARE LA DEMOCRAZIA PER IL GOVERNO DELLA
    COOPERATIVA E LA PARTECIPAZIONE DEI SOCI
  • FAR CRESCERE LIMPRESA, LA SUA CAPACITÀ DI
    COMPETERE, LA SUA POSSIBILITÀ DI ESPANDERSI, LA
    SUA VOLONTÀ DI INNOVARE E INVESTIRE
  • RENDERE EVIDENTE LA PRODUZIONE DI VALORE PER IL
    MERCATO, PER I FINANZIATORI E PER LE COMUNITÀ CON
    CUI INTERAGISCE
  • DIMOSTRARE RESPONSABILITÀ E ATTENZIONE PER LA
    SICUREZZA DELLAMBIENTE FISICO E SOCIALE,
    GARANTIRE LA CRESCITA DELLE RISERVE INDIVISIBILI
    COME PATTO CON LA SOCIETÀ
  • RAPPRESENTARE I VALORI DELLA COOPERAZIONE

7
LA FORMULAZIONE DELLA STRATEGIA
  • UNA DEFINIZIONE
  • IN COERENZA CON LA MISSION AZIENDALE E SULLA BASE
    DELLE INFORMAZIONI E DELLE PERCEZIONI RELATIVE
    ALLE CARATTERISTICHE DELLAMBIENTE ESTERNO E
    DELLE CONOSCENZE SULLA SITUAZIONE AZIENDALE
    INTERNA, LA STRATEGIA STABILISCE GLI OBIETTIVI
    GENERALI E SETTORIALI, QUANTITATIVI E QUALITATIVI
    CHE LIMPRESA INTENDE PERSEGUIRE IN UN
    DETERMINATO ARCO TEMPORALE

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LA FORMULAZIONE DELLA STRATEGIA
  • DEFINIRE IL PERIMETRO DELLIMPRESA
  • IL PORTAFOGLIO DI BUSINESS
  • FOCALIZZATO SU UN SOLO PRODOTTO (CORE BUSINESS)
  • DIVERSIFICATO SU GAMMA DI PRODOTTI TRA LORO
    CORRELATI
  • DIVERSIFICATO IN TERMINI DI MULTIBUSINESS
    (CONGLOMERALE)
  • DEFINIRE IL PERIMETRO DELLE ATTIVITÀ
  • LE DECISIONI DI MAKE OR BUY
  • IL GRADO DI INTEGRAZIONE VERTICALE
  • LINTEGRAZIONE A VALLE DELLA PRODUZIONE

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LA FORMULAZIONE DELLA STRATEGIA
  • CONSIDERARE IL CAMBIAMENTO AMBIENTALE E VALUTARE
    MINACCE ED OPPORTUNITÀ
  • (SWOT ANALYSIS)
  • LEVOLUZIONE DEL (DEI) QUADRO POLITICO SOCIALE
  • IL QUADRO NORMATIVO E ISTITUZIONALE DI
    REGOLAZIONE DELLECONOMIA
  • LE CARATTERISTICHE DEL MERCATO (I) DI RIFERIMENTO
  • LIBERALIZZAZIONI E PRIVATIZZAZIONI
  • IL CAMBIAMENTO DEI VALORI E DEI MODI DI VITA
  • LO SVILUPPO DELLE CONOSCENZE TECNOLOGICHE E
    ORGANIZZATIVE
  • LO SVILUPPO DELLE INFRASTRUTTURE MATERIALI E
    IMMATERIALI
  • .

10
LA FORMULAZIONE DELLA STRATEGIA
  • ANALIZZARE LA SITUAZIONE INTERNA E VALUTARE
  • PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA
  • (SWOT ANALYSIS)
  • IL PATRIMONIO DELLE RISORSE TECNICHE, UMANE E
    FINANZIARIE
  • LA LEADERSHIP E LE RELAZIONI INTERNE
  • I VANTAGGI COMPETITIVI ESISTENTI E/O POTENZIALI
  • LASSETTO DELLE COMPETENZE ORGANIZZATIVE
  • GLI EQUILIBRI TRA MAKE OR BUY
  • LA REDDITIVITÀ
  • .

11
LA FORMULAZIONE DELLA STRATEGIA
  • DECIDERE IL POSIZIONAMENTO DEL PRODOTTO

ALTA CAR. B BASSA
BASSA
ALTA CARATTERISTICA A
12
LA FORMULAZIONE DELLA STRATEGIA
  • ANALIZZARE IL CICLO DI VITA DEL PRODOTTO
  • QUANTITÀ
  • Avvio Sviluppo
    Consolidamento Declino TEMPO

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LA FORMULAZIONE DELLA STRATEGIAANALIZZARE I
FATTORI CHIAVE DI SUCCESSO
FATTORI CHIAVE DI SUCCESSO NOI Punti 1-10 CONC. 1 Punti 1-10 CONC. 2 Punti 1-10
INNOVAZIONE 7 8 6
CAPACITÀ FINANZIARIA 6 8 8
ASSISTENZA POST VENDITA 7 6 6
QUALITÀ PRODOTTI 8 6 6
FORZA LAVORO 6 5 5
CANALI DI DISTRIBUZIONE 5 7 6
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LA FORMULAZIONE DELLA STRATEGIA
  • LIMPRESA NON È SOLTANTO UN SOGGETTO ECONOMICO,
    MA ANCHE UNA ISTITUZIONE SOCIALE.
  • DA QUI LA CRESCENTE ATTENZIONE PER LA COSIDETTA
  • CORPORATE SOCIAL RESPONSIBILITY
  • DUE QUESITI PER LA CSR
  • DOVE STABILIRE IL CONFINE TRA IL PERSEGUIMENTO
    DEGLI INTERESSI DELGLI AZIONISTI (SHAREHOLDERS) E
    QUELLO DEGLI ALTRI INTERLOCUTORI SOCIALI
    (STAKEHOLDERS)?
  • LIMPRESA DEVE MIRARE SOLO ALLA PRODUZIONE DI
    VALORE O DEVE ASSUMERSI ALTRI COMPITI,
    SURROGANDO E COMPLETANDO IL RUOLO DELLO STATO?

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LA FORMULAZIONE DELLA STRATEGIA
  • LIMPRESA E LA GLOBALIZZAZIONE
  • LA GLOBALIZZAZIONE DELLECONOMIA E DELLA SOCIETÀ
  • ABBATTIMENTO BARRIERE COMMERCIALI E FINANZIARIE
    SVILUPPO TRASPORTI E COMUNICAZIONE STILI DI VITA
  • LA GLOBALIZZAZIONE DEI MERCATI
  • SIA DI QUELLI DEI PRODOTTI, SIA DI QUELLI
    IMMATERIALI (SERVIZI FINANZIARI,..)
  • LINTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE IMPRESE
  • MERCATI SERVITI DELOCALIZZAZIONE FORNITORI
    MERCATO CAPITALI

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LA FORMULAZIONE DELLA STRATEGIA
  • LIMPRESA E LATTENZIONE AL TERRITORIO LOCALE
  • LADOZIONE DI UNA LOGICA GLOCAL
  • LA RINNOVATA TENSIONE VERSO LIDENTITÀ
    TERRITORIALE
  • CONSUMI LOCALI E INVESTIMENTI PUBBLICI
  • IL PESO E IL VALORE DELLE ECONOMIE LOCALI
  • AREE-SISTEMA PARCHI TECNOLOGICI DISTRETTI
    INDUSTRIALI
  • LA NECESSITÀ DI STABILIRE RELAZIONI LOCALI
    POSITIVE CON LE IMPRESE E LE ISTITUZIONI DEL
    TERRITORIO

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LA FORMULAZIONE DELLA STRATEGIALIMPATTO DELLA
GLOBALIZZAZIONE
  • INTERNO
  • ACCRESCERE LA REATTIVITÀ AL MERCATO
  • (Time to Market Sistemi informativi )
  • RIDURRE I COSTI MANTENENDO FLESSIBILITÀ
  • (Controllo dei Processi)
  • ASSETTI ORGANIZZATIVI NUOVI
  • (Lean Organization Outsourcing Sviluppo
    Competenze Individuali Empowerment ..)
  • ESTERNO
  • SPECIALIZZAZIONE DELLOFFERTA
  • RIDISEGNO DELLE RETI DI FORNITURA E DISTRIBUZIONE
  • PARTNERSHIP
  • ACQUISIZIONI

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IL SISTEMA DI PIANIFICAZIONE E CONTROLLO
  • COSTITUISCE IL PRINCIPALE STRUMENTO DI DIREZIONE
  • ESPLICITA LE POLITICHE E GLI OBIETTIVI STRATEGICI
    PERSEGUITI DALLORGANIZZAZIONE
  • REALIZZA IL PASSAGGIO TRA OBIETTIVI STRATEGICI E
    OPERATIVI, SECONDO UN ORDINATO ED ESPLICITO
    PROCESSO DI DELEGA DELLE RESPONSABILITÀ
  • COSTITUISCE UN FONDAMENTALE STRUMENTO DI
    INTEGRAZIONE ORGANIZZATIVA, VERTICALE ED
    ORIZZONTALE
  • FAVORISCE IL CONTINUO ADEGUAMENTO ORGANIZZATIVO
    ALLE CONTINGENZE AMBIENTALI
  • CONSENTE DI MISURARE LA PERFORMANCE ORGANIZZATIVA
    E DI UTILIZZARLA COME FEEDBACK PER LEVENTUALE
    RIDEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI STRATEGICI ED
    OPERATIVI

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IL SISTEMA DI PIANIFICAZIONE E CONTROLLO

MISSION
AMBIENTE ESTERNO
SITUAZIONE INTERNA
STRATEGIA Risultati Strategici Attesi
OBIETTIVI STRATEGICI Risultati Strategici Attesi
OBIETTIVI OPERATIVI Risultati Operativi Attesi
RISULTATI DELLA GESTIONE Performance Indicatori
economici e non
CONTROLLO E FEEDBACK
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IL SISTEMA DI PIANIFICAZIONE E CONTROLLO
I SOGGETTI DELLA PIANIFICAZIONE
SOGGETTI ISTITUZIONALI (PROPRIETÀ) MISSION POLICIES E OBIETTIVI DI L.T.
ALTA DIREZIONE PIANO STRATEGICO DI M.T.
DIRIGENTI BUDGET ANNUALE
ALTA DIREZIONE E DIRIGENTI (Informazioni Differenziate) REPORTING (Controllo dei Risultati e Feedback)
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IL SISTEMA DI PIANIFICAZIONE E CONTROLLO
  • ESEMPI DI OBIETTIVI STRATEGICI
  • Aumentare la quota di mercato dei Prodotti X
    del 10 in due anni
  • Sviluppare la presenza nel mercatoY attraverso
    una acquisizione entro tre anni
  • Preparare lentrata in borsa di una società
    partecipata entro il 200n
  • Adeguare le tecnologie produttive alla normativa
    internazionale in tema ambientale
  • .
  • ESEMPI DI OBIETTIVI OPERATIVI
  • Ridurre i costi di produzione del 10 con scelte
    dacquisto adeguate
  • Avviare le attività produttive di un nuovo
    stabilimento
  • Migliorare i tempi di riscossione dei crediti di
    5gg
  • Introdurre un nuovo sistema informatico di
    supporto alla gestione
  • Aumentare le vendite del 10 nel mercato K
  • Migliorare del 10 la produzione di prima scelta
  • ..

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IL SISTEMA DI PIANIFICAZIONE E CONTROLLO
  • IL SISTEMA DI PIANIFICAZIONE E CONTROLLO SI
    PRESENTA COME UN PROCESSO FORMALE CHE GOVERNA IL
    PASSAGGIO ORDINATO DALLE STRATEGIE AGLI OBIETTIVI
    STRATEGICI PRIMA E POI A QUELLI OPERATIVI CHE
    RAPPRESENTANO IL RIFERIMENTO PER LO SVOLGIMENTO
    DELLE ATTIVITÀ DIMPRESA
  • NELLA PRATICA ESSO COSTITUISCE UN PROCESSO DI
    CONFRONTO E NEGOZIAZIONE ITERATIVA TRA I DIVERSI
    LIVELLI ORGANIZZATIVI,E, PER ESSERE EFFICACE
    RICHIEDE UN ELEVATO LIVELLO DI COINVOLGIMENTO DI
    TUTTI GLI INTERESSATI
  • SISTEMI DI PIANIFICAZIONE TOP-DOWN E BOTTOM-UP

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IL SISTEMA DI PIANIFICAZIONE E CONTROLLO
  • OGNI OBIETTIVO, STRATEGICO O OPERATIVO,
    COSTITUISCE UN RISULTATO ATTESO E QUESTO
    RISULTATO DEVE ESSERE CORRETTAMENTE E
    COMPIUTAMENTE ESPRESSO NEL DOCUMENTO DI
    PIANIFICAZIONE
  • OBIETTIVI DESCRITTI IN MANIERA GENERICA O
    INCOMPLETA DIVENTANO FACILMENTE CAUSA DI
    INCOMPRENSIONI E CONFLITTI
  • PER QUESTO MOTIVO È ESSENZIALE CHE LA DESCRIZIONE
    DI UN OBIETTIVO FACCIA RIFERIMENTO AD UN CERTO
    NUMERO DI INDICATORI DI RISULTATO REALMENTE
    SIGNIFICATIVI

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IL SISTEMA DI PIANIFICAZIONE E CONTROLLO
  • PIANIFICAZIONE E CONTROLLO COSTITUISCONO LE FACCE
    DI UN MEDESIMO PROCESSO
  • IL CONTROLLO ASSUME DIVERSI ASPETTI A SECONDA CHE
    SI PRESENTI COME C. PREVENTIVO, C. IN ITINERE O
    C. CONSUNTIVO
  • DAL CONTROLLO DERIVA LATTIVITÀ DI REPORTING CHE
    PROVVEDE A FAR ARRIVARE AI DIVERSI DECISORI
    AZIENDALI LE INFORMAZIONI NECESSARIE A GESTIRE I
    PROCESSI LORO AFFIDATI
  • DAL CONTROLLO ORIGINA ANCHE IL FEEDBACK CHE
    PERMETTE ALLORGANIZZAZIONE DI ADEGUARE
    CONTINUAMENTE LA SUA CAPACITÀ DI PERSEGUIRE LA
    PERFORMANCE ATTESA

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RISCHIO E ATTIVITÀ DIMPRESA
  • IL RISCHIO È NATURALMENTE CONNESSO CON LE
    ATTIVITÀ DIMPRESA
  • OPERARE IN CONDIZIONI DI RISCHIO (ALEATORIETÀ)
    SIGNIFICA CHE NON ESISTE CERTEZZA CIRCA GLI ESITI
    DELLE ATTIVITÀ SVOLTE DALLIMPRESA NEL BREVE E
    NEL MEDIO TERMINE
  • LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO È ALLA BASE DELLE
    SCELTE DEI FINANZIATORI DELLIMPRESA
  • COME SI MISURA IL RISCHIO E IN CHE TERMINI LO SI
    POSSA RIDURRE FA PARTE DELLE PROBLEMATICHE DI CUI
    SI OCCUPANO GLI ESPERTI DI RISK MANAGEMENT

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RISCHIO E ATTIVITÀ DIMPRESA
  • ALCUNI FATTORI CHE STANNO ALLA BASE DEL RISCHIO
  • I LIMITI DI CONOSCENZA DEL CONTESTO
  • LIRREVERSIBILITÀ DELLE DECISIONI
  • IL GRADO DI FLESSIBILITÀ ORGANIZZATIVA E
    OPERATIVA
  • IL GRADO E IL TIPO DI INNOVATIVITÀ DEI PROCESSI E
    DEI PRODOTTI
  • IL POTERE DI MERCATO

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LA DURATA DELLIMPRESA
  • LA DURATA DELLIMPRESA NON È PREDETERMINATA
  • UNIMPRESA PUÃ’ PROSPERARE E SVILUPPARSI, COSÃŒ
    COME USCIRE DAL MERCATO E SPARIRE
  • STATISTICAMENTE SI RILEVA COME LA DURATA MEDIA DI
    UNIMPRESA SIA INFERIORE ALLATTESA DI VITA DI
    UNA PERSONA
  • ALCUNI TIPI DI MORTE PER LIMPRESA
  • FALLIMENTO, OSSIA SCIOGLIMENTO COATTO
  • LIQUIDAZIONE VOLONTARIA
  • BREAK UP, SCOMPOSIZIONE E CESSIONE SEPARATA
  • ASSORBIMENTO DA PARTE DI ALTRA IMPRESA

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SINTESI DELLA LEZIONE II
  • DEFINIZIONE DI MISSION
  • LA FORMULAZIONE DELLA STRATEGIA
  • LE FORZE COMPETITIVE
  • IL POSIZIONAMENTO DEL PRODOTTO
  • LA BUSINESS IDEA
  • LA RESPONSABILITÀ SOCIALE DELLIMPRESA
  • IMPRESA E GLOBALIZZAZIONE
  • IL SISTEMA DI PIANIFICAZIONE E CONTROLLO
  • IL RISCHIO NELLA GESTIONE DIMPRESA
  • LA MORTE DELLIMPRESA

29
INDICAZIONI BIBLIOGRAFICHE
  • G. Azzone U. Bertelè - LIMPRESA Etas Lab
  • L. Zan STRATEGIA DIMPRESA Cedam
  • G. Pellicelli MANAGEMENT STRATEGIA Edizioni
    Il Sole/Repubblica/Uni Bocconi
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