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La comunicazione a scuola

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La comunicazione a scuola La lezione come incontro sociale Aspetti specifici dello stile comunicativo dell insegnante Lo stile comunicativo ha un impatto sulla ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: La comunicazione a scuola


1
La comunicazione a scuola
  • La lezione come incontro sociale

2
Aspetti specifici dello stile comunicativo
dellinsegnante
  • Lo stile comunicativo ha un impatto sulla classe
    si rivela un indice dellinsegnamento efficace ed
    è predittivo dellapprendimento dal punto di
    vista affettivo e comportamentale
  • La maggior parte degli insegnanti non ha
    consapevolezza dellimpatto del proprio stile
    comunicativo sugli studenti
  • Esistono discrepanze percettive nello stile
    comunicativo degli insegnanti questi ultimi si
    vedono in generale come migliori comunicatori ed
    insegnanti efficaci rispetto a quanto ritengono
    gli studenti

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Il modello
  • Saluto
  • Stabilire una relazione
  • Affrontare il compito della lezione
  • Concludere la relazione
  • Commiato

4
Gli assiomi della comunicazione ( Watzlawick)
  • Non si può non comunicare
  • Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e
    uno di relazione.
  • Ogni comunicazione è composta da un modulo
    numerico e da un modulo analogico.
  • Linterpretazione del messaggio dipende dalla
    punteggiatura.
  • Le comunicazioni sono simmetriche e
    complementari, a seconda che sono basate
    sulluguaglianza o sulla differenza.

5
La distorsione
  • In ogni scambio comunicativo è inevitabile la
    distorsione e la dispersione del messaggio.
  • In qualsiasi messaggio che passa tra due persone
    che comunicano, si verifica una perdita di
    efficacia dello stesso da 100 a 10 dovuta alla
    dispersione
  • Ciò che ho intenzione di dire 100
  • Ciò che dico veramente 70
  • Ciò che laltro ha sentito 40
  • Ciò che laltro ha capito 20
  • Ciò che laltro ha ritenuto 10

6
La percezione
  • La percezione crea in ciascuno, una differente
    mappa del mondo, o punto di vista, non
    oggettivo, in base al quale si reagisce e ci si
    comporta nel mondo.
  • Un aspetto da sottolineare riguarda il fatto che
    la mappa del mondo di ciascun individuo non è il
    mondo, il mondo esiste oggettivamente e bisogna
    evitare lindiscutibilità della propria
    percezione. Infatti, non percepiamo la realtà
    tutti allo stesso modo, ma elaboriamo solo ciò
    che siamo motivati a percepire, grazie ad una
    disposizione mentale, ad una differente cultura,
    al nostro umore, oltre che ai nostri particolari
    fisici individuali.

7
La conoscenza dellinterlocutore
  • Un altro aspetto fondamentale in un processo di
    comunicazione è la conoscenza del nostro
    interlocutore, importante per riuscire ad
    ottenere una comunicazione efficace. Quindi,
    nello scambio con il nostro interlocutore,
    dobbiamo sempre rivolgerci alcune domande
  • A chi mi rivolgo?
  • In che ambito lavora?
  • Qual è il ruolo del mio interlocutore?
  • Qual è il suo modello culturale?
  • Quali sono le sue aspettative?
  • Che tipo di linguaggio usa?
  • Quale relazione devo attivare?

8
La comunicazione interattiva
  • Tali interrogativi ci permettono, quindi, di
    conoscere la persona che abbiamo di fronte e, di
    conseguenza, di usare modalità differenti di
    comunicazione, attraverso la flessibilità e la
    capacità di saper modulare il linguaggio e le
    proprie teorie del mondo per facilitare il
    processo di comunicazione interattiva.

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Interazione insegnante classe
  • Sguardo dellinsegnante
  • Gradevole
  • Severo
  • Comico
  • Interrogativo
  • Sguardo (risposta) della classe
  • Vigile
  • Svogliato
  • Impertinente
  • Allegro

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I gesti
  • Rigidi, formali, nervosi, brillanti, rilassati,
    agitati, esplosivi, affrettati, lenti, incerti,
    affabili, gioviali.

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Osservando gli insegnanti
  • Gli alunni colgono
  • Informazioni su di essi che

Influenzano il loro stesso comportamento che a
sua volta dà un feed back di segnali verbali e
non verbali
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Informazioni sociali
  • Stile nel vestire
  • Modo di acconciarsi i capelli
  • Linsieme dei libri , fogli o altro materiale che
    ha con sé

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Linsegnante efficace
  • È conscio di tutte le sfumature delle interazioni
    sociali
  • È preparato ad emettere i segnali correttigesti
    di benvenuto, di amicizia, suggerimento di un
    modello di unità interpersonale
  • Accetta il contesto nel quale vivono i ragazzi,
    senza abbandonare la propria identità sociale.

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La natura delle comunicazioni
  • Egocentrica (diretta verso se stessi)
  • Socialmente diretta (ordini, domande,
    informazioni, discorso informale, emozioni
    espresse, trasmissione di atteggiamenti,
    abitudini sociali e messaggi latenti.

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La comunicazione in classe
  • La maggior parte degli interscambi con gli alunni
    assume la forma di ordini e di informazioni.
  • Spesso gli insegnanti costruiscono barriere fra
    loro e la classe o, al contrario esagerano
    nellapproccio amichevole

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La comunicazione è efficace
  • Se le domande alla classe sono maggiori degli
    ordini o delle informazioni
  • Se si sprona la classe a pensare, a ragionare, a
    dedurre
  • Se si utilizza un linguaggio informale per
    incoraggiare unatmosfera amichevole e rilassata
  • Se si incoraggia la libera espressione delle
    emozioni quando ciò risulta utile
    allapprendimento

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Analisi delle interazioni
  • Lanalisi della comunicazione risulta facilitata
    quando i singoli insegnanti utilizzano uno dei
    tanti sistemi disponibili per codificare e
    classificare le interazioni allinterno della
    classe
  • E necessario che un osservatore sieda al fondo
    dellaula e veda cosa accade ogni volta che
    linsegnante comunica allinterno della classe

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Le categorie di Flanders per lanalisi delle
interazioni
Parla linsegnante Risposte 1.Accetta
lespressione dei sentimenti accetta e chiarisce
il carattere delle emozioni degli alunni in modo
non minaccioso i sentimenti possono essere
positivi o negativi ciò comprende il prevedere e
il far rivivere i sentimenti. 2.Elogi e
incoraggiamenti elogia e incoraggia lazione e
il comportamento degli alunni scherza per
allentare la tensione (non a spese di un altro
individuo), annuendo con la testa o dicendo
Mmm,mm oppure Vai avanti. 3. Accetta o
utilizza idee degli alunni chiarisce, organizza
e sviluppa idee suggerite da un alunno
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Le categorie di Flanders per lanalisi delle
interazioni
Domande 4. Fa domande formula una domanda
utilizzando idee sue circa il contenuto o la
procedura con lintento di stimolare la risposta
dello studente. Iniziativa 5. Lezione fornisce
fatti o opinioni circa il contenuto o la
procedura, con lintento di stimolare la risposta
dello studente. 6. Dà indicazioni dà
suggerimenti, comandi o ordini a cui è legittimo
prevedere che un alunno si conformi. 7. Critica o
giustifica la sua autorità fa osservazioni volte
a modificare il comportamento degli alunni manda
qualcuno fuori spiega perché linsegnante sta
facendo ciò che fa si riferisce spesso a se
stesso.
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Le categorie di Flanders per lanalisi delle
interazioni
Parla lalunno Risposte 8. Risposta dà una
risposta predicibile allinsegnante
Iniziativa 9. Iniziativa comincia a parlare, fa
domande formula affermazioni originali in
risposta alle sollecitazioni dellinsegnante. 10.
Silenzio o confusione pause, brevi periodi di
silenzio e periodi di confusione nei quali la
comunicazione non può essere compresa
dallosservatore
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Come funzionano le categorie di Flanders
  • Il sistema di Flanders permette allosservatore
    di registrare semplicemente ciò che accade
  • Se lo scopo è quello di registrare la percentuale
    di tempo impiegato a parlare, dallinsegnante o
    dallo studente, allora lo strumento di Flanders è
    lideale

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La scuola non cambia, semplicemente si adatta
usa l'adattamento come tecnica di sopravvivenza
  • I principali adattamenti registrati dalla scuola
    in
  • questi ultimi anni sono
  • l'introduzione degli audiovisivi e
    dell'informatica
  • l'utilizzazione degli insegnanti in modi diversi
    da quelli tradizionali (team teaching, classi
    aperte, etc.)
  • la revisone dei "curricula", dei programmi, degli
    orari, dei criteri di valutazione
  • la sperimentazione di nuove metodologie e
    didattiche....

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La scuola secondo Gordon
  • Questi adattamenti hanno ottenuto occasionali
    successi, in qualche caso sono risultati
    fallimentari, e comunque non hanno quasi mai
    mutato profondamente la prassi educativa.
  • L'analisi dei sistemi ci permette di distinguere
    questi adattamenti camaleontici di primo livello,
    che non modificano il sistema, dai cambiamenti di
    secondo livello che hanno la forza di incidere
    sull'intero sistema, modificandone in modo
    sostanziale lo schema di riferimento teoretico e
    il modo abituale di comportamento.

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Gordon sostiene che
  • in un sistema educativo l'obiettivo fondamentale
    da raggiungere è quello di aiutare un giovane ad
    educare se stesso.
  • all'educatore spetta il compito di ltpromuovere la
    realizzazione di un "setting" educativo che
    faciliti nell'individuo e nei gruppi questa
    impresa di progressiva autogestione del progetto
    di comprendere ed essere se stesso.gt
  • ciò può avvenire se nella scuola, la cui logica
    relazionale è stata sempre quella del " c'è chi
    vince e chi perde", si sostiene la collaborazione

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Insegnante efficace
  • all'insegnante direttivo, centrato sul compito e
    sul controllo dell'efficienza produttiva, Gordon
    sostituisce una "persona" che promuove
    l'espressione dei bisogni, delle idee e delle
    emozioni e si libera dalla paura di perdere il
    controllo della classe.

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La comunicazione secondo Gordon
Stato di squilibrio
Stato di equilibrio
Messaggio non verbale
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A ha fame
  • Ore 14.00

Codifica
Codice o messaggio ho fame
FAME
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Il processo di codifica
  • Tutti i messaggi verbali sono codici, equivalenti
    linguistici dei nostri sentimenti, non i
    sentimenti in se stessi.
  • Certe volte i messaggi codificati sono abbastanza
    chiari.
  • Spesso, però, i messaggi non sono codificati in
    modo chiaroil contenuto del messaggio è
    correlato al sentimento ma non esprime il
    sentimento stesso

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Ciò che linsegnante non coglie
  • Linsegnante non riesce ad aiutare lo studente
    perché non potrà mai sapere che cosè che lo
    preoccupa
  • Linsegnante che risponde solo al codice comunica
    allo studente che non lo capisce, il che provoca
    un ulteriore deterioramento del rapporto fra
    insegnante e studente.

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ASCOLTO ATTIVO
  • CODIFICA Faremo presto una verifica?
  • DECODIFICA E preoccupato
  • FEEDBACK Sei preoccupato di avere presto una
    verifica

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Conversazione
  • Studente No, è che non so che tipo di verifica
    ci farà fare e ho paura che sarà un saggio.
  • Insegnante Oh, ma ti preoccupi del tipo di
    verifica che faremo.
  • Studente Sì, non riesco bene nei saggi
  • Insegnante Capisco, pensi che potresti fare
    meglio con un altro tipo di verifica.
  • Studente Sì, ho sempre preso dei brutti voti sui
    saggi.
  • Insegnante Ma potrebbe darsi che sia una
    verifica con varie possibilità di scelta.
  • Studente Che sollievo! Non mi sento più così
    preoccupato adesso.

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RequisitiLinsegnante
  • deve avere profonda fiducia nelle capacità degli
    studenti di risolvere i problemi
  • accettare sinceramente i sentimenti espressi
    dagli studenti
  • capire che i sentimenti sono abbastanza
    transitori
  • disposto ad aiutare gli studenti e a trovare il
    tempo per farlo
  • sentirsi partecipe con ogni studente che stia
    attraversando dei problemi, ma non al punto di
    immedesimarsi completamente
  • rispettare la natura confidenziale del colloquio

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Lascolto attivo
  • Non è una bacchetta magica.
  • E un metodo specifico per lapplicazione
    funzionale di una serie di atteggiamenti nei
    confronti degli studenti, dei loro problemi e del
    ruolo dellinsegnante.

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Didattica cognitivista
  • La didattica cognitivista non è un metodo, non è
    basata su una procedura o su un protocollo, ma
    veicola una serie di considerazioni sulla
    pedagogia, sulle neuroscienze, sulla sociologia,
    su tutti quegli aspetti dellagire del pensiero
    che hanno a che fare con la mente umana

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Nuovo modello
  • Nel Novecento una nuova concezione della mente
    (pensiero, intelligenza, processi cognitivi) e
    delle sue espressioni (cultura, linguaggi,
    comportamenti) influenza le procedure educative e
    terapiche. Queste si caricano di complessità,
    pluralità, imprevedibilità, e responsabilità,
    perché configurano unazione didattica ed una
    pratica delleducazione che si approccia ad un
    individuo pensante inteso nella sua globalità
    mentale, determinata da processi cognitivi, da
    apprendimento e conoscenza, da stili di pensiero,
    metacognizione e autoregolazione, autobiografia e
    progettazione.

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Didattica come scienza
  • Considerare tutte queste variabili nel campo
    della didattica significa uscire da un approccio
    meramente intuitivo e avvicinarsi a unidea
    scientifica che promana direttamente dalla
    teoria dellapprendimento e dello sviluppo
    mentale.
  • Abbandonata la concezione di Giovanni Gentile
    secondo la quale la didattica esiste solo quando
    la si esegue e, pertanto, non ammette nessuna
    riflessione filosofica e teorica, avente per
    oggetto se stessa, in pedagogia e in didattica si
    è introdotto il concetto di modulo che, pur
    rimandando ad una serie di elementi non univoci,
    ma plurali, assume un valore prescrittivo, di
    schema operativo utilizzato nella scuola per
    realizzare azioni educative.

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Limpianto teorico
  • Se è vero che non può esistere un metodo, è anche
    vero che esistono tante pratiche
    dellinsegnamento che nel corso degli anni hanno
    avuto consensi in campo pedagogico e
    cognitivista. Il nodo da sbrogliare riguarda
    limpianto scientifico da dare alle strategie,
    affinché queste non diventino mere tecniche, ma
    tecnologie (2) che legittimano una consapevolezza
    didattica che congiunga il sapere con lagire in
    un percorso di costruzione orientato verso la
    crescita professionale. A volte, risulta
    inevitabile che linsegnante ragioni sul suo
    andare random, sui suoi percorsi fuori dagli
    schemi, illineari, immediati, non previsti, ma è
    importante che metta a confronto le riflessioni
    con le formalizzazioni teorizzate, che non hanno
    niente di immediato e imprevisto.

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Lo stile di insegnamento
  • Prende forma in questo modo lo stile individuale
    dellinsegnamento. Bruner parla di insegnamento
    come arte, intendendo con ciò, una competenze che
    si forma come evento personale e
    contestualizzato.
  • Lagire didattico diventa, quindi, uno stile
    didattico nel momento in cui viene adattato, reso
    plastico, convissuto, riflesso, orientato verso
    una teoria scientifica, ma anche personalmente
    prodotto.

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La didattica cognitivista
  • La didattica diventa cognitivista quando si
    presenta come mediazione, come relazione di aiuto
    allinterno di un rapporto che vede come
    protagonisti linsegnante e lallievo.
  • Linsegnamento e lapprendimento, pur essendo due
    processi distinti, si intrecciano per effetto
    della stessa natura cognitiva, luno si curva
    allaltro e a quanto interpreta nel pensiero
    dellaltro.
  • Per questo lapprendere si arrovella intorno a
    tutto ciò che è fonte di insegnamento la parola,
    il gesto, limmagine, lesempio. Lapprendimento
    è, quindi, uninterazione tra soggetti, tra un
    soggetto e la sua cultura, il suo linguaggio, il
    contesto, un testo, ecc. e il processo cognitivo
    è mediato dalla relazione umana.

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Gli stili cognitivi
  • Nella prassi didattica, è importante che
    linsegnante conosca il proprio stile di
    insegnamento per poter modulare gli interventi
    didattici sugli stili cognitivi degli alunni.
  • Ormai, negli ambiti pedagogici, è consolidata
    losservazione che gli individui pensano e
    apprendono in modi diversi che non hanno nulla a
    che fare con lefficacia dellintelligenza.

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Gli stili
  • Lo stile intellettivo si riferisce
    allintelligenza e alle sue particolari
    attitudini che può assumere in diversi soggetti,
    gruppi o popoli secondo le teorie elaborate da
    Olson, Gardner, Goleman. Le nove formae mentis
    elaborate da Gardner attengono ai seguenti campi
    di esercizio logico-matematico, linguistico,
    musicale, corporeo-cinestesico, visivo-spaziale,
    inter-personale, intra-personale, naturalista,
    esistenziale che appartengono a settori della
    cultura nei quali gli individui hanno una
    spiccata attitudine e non al campo delle
    strategie con le quali lindividuo esercita le
    attività di pensiero.
  • 6) Lo stile apprenditivo è il modo in cui
    riattiva lapprendimento nel senso della prima e
    personale registrazione delle informazioni
    (costruzionista, intuitivo, rappresentativo,
    auditivo, globale).
  • Lo stile cognitivo accoglie tutte le prestazioni
    mentali che si prolungano nella elaborazione
    delle informazioni (dati, percezioni, nozioni).
    E linsieme delle procedure che consente
    allindividuo di collegare le informazioni con
    quelle pregresse e con il reticolo dei concetti
    e dei linguaggi. Si riferisce alla cognition,
    ossia al processo in cui si riconosce la
    conoscenza.

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Il campo semantico di stile
  • Uno stile non è unabilità ma una preferenza
    La distinzione tra abilità e stile è importante .
    Labilità è il grado di bravura con cui un
    individuo fa qualcosa. Lo stile è il modo in cui
    un individuo fa qualcosa.
  • Lo stile si presenta con pluralità nello stesso
    individuo così tutti possiedono diversi stili
    che si differenziano a seconda delle abilità che
    mettono in atto nelle diverse situazioni, in
    relazioni a compiti o a problemi che richiedono
    prestazioni mentali differenti.

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Flessibilità cognitiva
  • Lindividuo è dotato di flessibilità cognitiva,
    ossia può passare da uno stile allaltro a
    seconda della necessità. Gli stili sono
    determinati dallambiente, ma possono anche
    essere insegnati.
  • E possibile individuare le seguenti
    caratteristiche
  • Le persone hanno diversi stili
  • Gli stili variano a secondo dei compiti e delle
    situazioni
  • Le persone differiscono nella forza e nella
    flessibilità delle preferenze
  • Gli stili possono essere insegnati
  • Gli stili che sono validi in una situazione non
    sono necessariamente validi in unaltra
  • Gli stili non sono né buoni, né cattivi è solo
    questione di congruenza/incongruenza
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