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Presentazione di PowerPoint

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Formazione e-tutor Veneto Segretaria del gruppo di lavoro: Cattapan Chiara Tutor: Amato Salvatore Maggio 2006 Bisogna ridimensionare l'aspetto impulsivo-emotivo nell ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: Presentazione di PowerPoint


1
Formazione e-tutor Veneto
COMUNICAZIONE EMOTIVA
Segretaria del gruppo di lavoro Cattapan
Chiara Tutor Amato Salvatore
Maggio 2006
2
"Quando avrò imparato a conoscermi e a comunicare
con intelligenza emotiva, sarò veramente padrone
dei miei pensieri, delle mie emozioni, delle mie
scelte, del mio comportamento e della mia
vita.Sarò in grado di riconoscere e accettare i
miei limiti e i miei punti di forza insieme alla
mia energia vitale, che mi renderà capace di
pensare rapidamente e di agire con calma senza
inutile ansia e tensioni, perché sentirò il mio
corpo leggero e rilassato e la mia mente serena,
lucida e scattante.Questa profonda
consapevolezza mi darà la forza e il coraggio di
credere in me e di andare avanti, di amare la
vita e di sentirmi veramente libero, in pace con
me stesso e in piena armonia con l'universo.So
che questo è possibile, può accadere già oggi
semplicemente perché lo voglio!
www.benessere.com/psicologia/arg00/comunicazione_i
ntelligenza_emotiva.htm
3
COMUNICAZIONE EMOTIVA
nei comportamenti
AGGRESSIVI
ASSERTIVI
PASSIVI
4
Parte dall'idea di non fare violenza agli altri e
non permettere che gli altri siano aggressivi e
manipolativi nei nostri confronti.
Il possesso delle abilità cognitive e
comportamentali che consentono ad un soggetto di
affermare la propria personalità senza emettere
comportamenti passivi o aggressivi (De Mauro -
Internet)
COMPORTAMENTO ASSERTIVO (che manifesta
assertività)
Capacità di farsi valere con la persuasione,
orientando le scelte e ottenendo il consenso
altrui. (Devoto Oli)
5
Dal momento che l'argomento è "La comunicazione
emotiva in rete", circoscriverlo ai comportamenti
significa limitarlo alla parte osservabile della
comunicazione in rete, quindi alle modalità di
interazione e comunicazione attraverso il
messaggio scritto.
Se intendiamo parlare di comportamento assertivo,
vogliamo analizzare con quali modalità questo si
realizza e diventa dunque osservabile nella
comunicazione in rete.
6
SEI BUONE REGOLE DI COMPORTAMENTO ASSERTIVO
NELL'AMBITO DEL "FARE CRITICHE OD OSSERVAZIONI"
1. Evitare critiche generiche. 2. Criticare i
fatti e non la persona. 3. Evitare l'uso di
etichette, stereotipi e luoghi comuni.
4. Restare in tema. 5. Mantenere la
calma. 6. Evitare di criticare la persona in
pubblico (es. comunicazione uno a
molti).
7
CODICE DEI DIRITTI ASSERTIVI
1. Il giudice supremo del tuo comportamento sei
tu stesso 2. Tu hai il diritto di non dare
spiegazioni e scuse per il tuo comportamento3.
Tu hai il diritto di giudicare se tocca a te
trovare la soluzione per i problemi degli
altri4. Tu hai il diritto di cambiare
opinione5. Tu hai il diritto di fare degli
sbagli6.Tu hai il diritto i dire "non so"7. Tu
hai il diritto di prescindere dal benvolere degli
altri, quando hai a che fare con loro8.Tu hai il
diritto di prendere decisioni illogiche9. Tu hai
il diritto di dire "non capisco"10. Tu hai il
diritto di dire "non mi riguarda"11. Tu hai il
diritto di dire di no senza sentirti in colpa12.
Anche gli altri hanno questi stessi diritti e tu
hai il dovere di riconoscerli
Prof. Soresi
8
La persona che attua comportamenti assertivi
accetta il punto di vista altrui, è pronta a
modificare la propria opinione, non pretende che
gli altri si comportino come fa piacere a lei,
rispetta gli altri, non è possessiva nei loro
confronti. Non li giudica.
9
Come sono cambiate le modalità di comunicazione
in seguito all'affermarsi delle TIC?
Limpatto, strepitoso e inarrestabile, delle
nuove tecnologie e di Internet in particolare sul
mondo della comunicazione è innegabile. Anche chi
non ha mai scritto una e-mail, non è solito
navigare nel Web o, addirittura, non ha mai usato
un computer conosce, magari tramite altri media
(la televisione, la radio, la stampa),
lesistenza di Internet e ne comprende (o
intuisce) la portata. Si potrebbe pensare ad una
missione spaziale non è necessario essere
astronauti per comprendere limportanza dei
viaggi interplanetari, né bisogna essere
scienziati per subire il fascino delle stelle. É
e proprio come lUniverso attiva nelluomo
fantasie, speranze e illusioni, così lo spazio
telematico fa sorgere nuove potenzialità e fa
intravedere nuovi orizzonti. Ciò che in primo
luogo colpisce del fenomeno Internet - e, quindi,
attrae e seduce o respinge e spaventa - è lo
stravolgimento subito dalla comunicazione, in
particolare la comunicazione di emozioni, stati
danimo e affetti.
10
La comunicazione è, tra le capacità umane, quella
che consente alluomo non solo di esistere
(individualmente e socialmente) ma di definire la
propria identità. Comunicando luomo rappresenta
se stesso e gli altri e si inserisce nella
dimensione spazio-temporale del mondo. Anche
nella comunicazione si ripropongono allora quelle
regole che scandiscono levoluzione umana,
seguendone le modificazioni e le innovazioni.
Internet costituisce un mezzo altro per
comunicare e, come ogni media, concorre a
determinare le leggi stesse della comunicazione
(ovvero la forma, la struttura, il contenuto).
Diversamente dagli altri canali comunicativi,
Internet tuttavia non segue le leggi logiche
dello spazio e del tempo, anzi, pare stravolgerne
le coordinate.Quello che si presenta ai nostri
occhi è dunque un mondo privo di confini
definiti, in cui è lutente stesso a decidere i
tempi e i modi. Cambiano insomma i parametri
spazio-temporali e lutente passa da una
concezione di spazio chiuso, che induce
contenimento e, quindi, sicurezza, ma anche
immobilità e dipendenza, ad una rappresentazione
di spazio aperto, libero e senza confini, ma
anche pericoloso e autonomizzante. Ugualmente,
il tempo perde la sua dimensione cronologica e
storicizzata, per acquisire carattere di
sincronicità e simmetria, attribuendo sempre meno
peso ai significati e alle cause per porre invece
maggiore attenzione ai rapporti e agli scambi.
11
Lindividuo viene iniziato a una nuova
dimensione, quella del virtuale, che può
spingersi fino allestremo e pare essere senza
fine, alimentata dal desiderio di sapere, di
conoscere, di vedere. In una parola, di
comunicare.Questa ricerca della comunicazione è
innanzitutto bisogno di liberare se stessi,
entrando in contatto con il potenzialmente
infinito. Lindividuo si libera dei propri
vincoli e limiti terreni (geografici, temporali
e, non ultimo, corporei) e, lasciando tutto ciò
che di reale lo lega fattualmente al finito,
assume una nuova consistenza, immateriale e
virtuale, che lo porta nel cyberspazio. Il
cyberspazio costituisce un enorme magazzino non
solo di informazioni e notizie, ma anche di
emozioni, cui lutente sa di poter attingere nei
momenti di solitudine, di vuoto relazionale o di
noia. E qui egli trova altri navigatori che, come
lui, cercano gli altri comunicando un po di se
stessi.La creazione di un cyberspazio e la
possibilità di navigare in esso richiede tuttavia
la capacità di orientarsi, per non perdersi
nellesplorazione di questo spazio nuovo e
sterminato. Si viene così a creare un paradosso
per sfuggire i propri limiti e conquistare la
libertà, lutente non può muoversi senza
coordinate e deve individuare delle traiettorie
che gli segnino il cammino senza intrappolarlo.
Per non smarrirsi servono dei punti di
riferimento, anche solo virtuali. Si creano così
le comunità virtuali, veri e propri luoghi
immaginari, liberi dallo spazio e dal tempo e
soggetti solo alle regole della comunicazione.
12
Qui lindividuo può proporsi per nuovi contatti,
o anche ri-proporsi, più e più volte, tante
quante saranno le identità assunte. La
comunicazione - priva della parola, dello sguardo
e della vicinanza fisica - diviene veicolo unico
del contatto umano con il computer si inviano e
ricevono emozioni e si costruiscono
affetti.Perché allora così tante persone cercano
e scambiano comunicazione in Internet? Ciò che
appare subito evidente sono i numerosi rinforzi
di cui lutente può agevolarsi la certezza di
essere ascoltati, la possibilità di dare di sé
unimmagine comunque positiva, il vantaggio di
rimanere anonimi, la scelta del ritmo di
evoluzione di una relazioneÉ e il tutto con costi
di comunicazione decisamente bassi. La grande
chance offerta alluomo è allora non solo quella
di poter comunicare, bensì di comunicare se
stesso. Nelle chat ci si racconta non
necessariamente per quello che si è, ma come si
vorrebbe essere o si desidererebbe essere visti
dagli altri si può insomma trascendere il dato
di realtà per vagare con la fantasia alla
costruzione di un nuovo (o di molti nuovi) Sé
ideale si può giocare ad essere qualcun altro, o
altre parti di sé. La velocità con cui tutto ciò
può avvenire ne rafforza inoltre la portata
gratificante non bisogna assoggettarsi neppure
al tempo per divenire e trasformarsi, ma si è
subito, contro ogni legge fisica dellevoluzione,
e altrettanto repentinamente si può tornare
indietro o annullare tutto, basta un altro click!
Certo questo meccanismo fa intuire i rischi di
una tale potenza.
13
Tutte le varietà di comunicazione telematica (le
Chat line, le-mail, i newsgroups, le mailing
list ecc.) condividono la garanzia di anonimato e
la possibilità di uninterazione asincrona. Il
non trovarsi faccia-a-faccia permette già di per
sé una maggiore libertà di espressione, che
facilita la vicinanza emotiva e apre alla
confidenza. La comunicazione, poi, non avviene in
tempo reale, ma segue il ritmo dettato
dallutente e dagli eventuali interlocutori può
esservi uno scambio immediato di informazioni,
una sorta cioè di dialogo botta e risposta, o,
al contrario, si può soffermarsi a riflettere,
manovrando il ritmo della conversazioneÉ al
limite si può addirittura sparire, se lansia e
laspettativa diventano intollerabili,
interrompendo la comunicazione. In altre parole
lo scambio comunicazionale telematico consente la
libertà espressiva di una lettera ma al ritmo
veloce di una conversazione inoltre, nelle-mail
si può sopperire alla mancanza di contatto visivo
- che, quindi, impedisce la comunicazione non
verbale, fatta di gesti, mimica facciale,
postura, espressioni, tono della voce, respiro -
con laggiunta di simboli ed espressioni (i
cosiddetti emoticons, cioè le faccine), suoni e
immagini capaci di creare latmosfera desiderata
e far attribuire dallinterlocutore il giusto
significato al nostro messaggio.
14
In Pragmatica della comunicazione umana (1967),
Watzlavick, Beavin e Jackson spiegano come luomo
sia il solo organismo capace di utilizzare moduli
comunicativi sia analogici che numerici il
linguaggio numerico è costituito dai simboli che
abitualmente usiamo nel parlare e nello scrivere,
mentre il linguaggio analogico si esprime
attraverso la comunicazione non verbale. Il
linguaggio analogico è chiaramente il linguaggio
della relazione. La comunicazione in Internet si
basa su una forma numerica del linguaggio, ma
accade che le applicazioni telematiche preferite
dagli utenti siano invece quelle più tipicamente
relazionali, come le chat e le e-mail. Il
linguaggio digitale scritto, scelto come tramite
per stabilire un contatto telematico, si rivela
così essere uno strumento comunicativo
insufficiente e inadeguato, poiché manca dei
principali attributi paralinguistici relazionali.
Per scambiarsi informazioni, per cercarsi e per
proporsi, ecco che si deve allora ricorrere ad un
nuovo linguaggio, preso a prestito dal sistema
alfabetico e grafico.Nel mondo segnico e
simbolico in cui ci muoviamo, le tecnologie
informatiche confermano come le parole e le
immagini siano oggi la forma principale
attraverso cui si esprime la moderna creatività.
Diviene allora difficile valutare se la fantasia,
nei suoi aspetti onnipotenti e narcisistici,
costituisca una soddisfazione allucinatoria dei
desideri e dellimmaginario umano o, in più,
individui nuove vie di realizzazione della
creatività.
15
Si tratta - compito tuttaltro che facile - di
stabilire se lutilizzo di nuove vie di
comunicazione assuma il significato di una fuga
dalla realtà - ovvero, di un agito, che evita
limpatto con il reale, minaccioso e finito - o,
al contrario, rappresenti una nuova modalità
creativa, relazionale e interpersonale, che usa
fantasia e immaginario per ottimizzare la nostra
capacità di simbolizzazione.Mancando gli
elementi essenziali della comunicazione non
verbale, accade anche che nelle persone possano
intervenire processi compensativi
dellinformazione mancante, supportati da
proiezioni e attribuzioni di senso, volte a
gratificare le aspettative dellindividuo. Le
relazioni virtuali possono pertanto apparire come
particolarmente attraenti, poiché permettono un
inconscio soddisfacimento delle nostre fantasie e
danno forma ai nostri ideali. Ovviamente in
questo caso i rischi di una eccessiva
idealizzazione - di sé e dellaltro - aumentano,
poiché tutto è costruito dalla fantasia e sulla
fantasia, non più ancorata al dato concreto.
Avviene talvolta, come tentativo di arginare
questo rischio, che i partners della relazione
virtuale decidano di svelare la propria identità,
o sentano il bisogno di incontrarsi
personalmente, per vedere come realmente si è. La
relazione può diventare sempre più forte e
condurre al desiderio di incontrare laltro nel
mondo reale, telefonandosi o vedendosi, per
diminuire così lenorme potenza esercitata dal
cyberspazio e rientrare in quei confini
spazio-temporali di cui si sente il confortante
bisogno rassicurativo.
16
Al contrario può accadere invece che lansia
sorta dalla eccessiva vicinanza emotiva porti
lutente ad arrestarsi di fronte alla complessità
di un legame affettivo, spingendolo alla fuga,
vista come unica via possibile per preservarsi
dal temuto e ignoto impatto con la realtà, luogo
di confronto e possibile delusione.In fin dei
conti, cambia il canale comunicativo ma il ruolo
che vi attribuiamo rimane lo stesso comunicare
ed essere ascoltati, in uno spazio che ci accolga
e ci contenga. La dimensione relazionale di
Internet - comunicazionale e affettiva - ne
costituisce indubbiamente lattrattiva maggiore.
Internet offre la grande opportunità di
utilizzare un modo nuovo per comunicare le nostre
emozioni, per raccontarle in libertà, che è
libertà dalle regole spaziali, temporali e
grammaticali e non va confusa con unassenza di
regole - come si può riduttivamente pensare -, al
contrario è una creazione di regole nuove,
diverse da quelle che in passato abbiamo
conosciuto e usato, forse più vicine alla nostro
voler essere.
17
Le nuove tecnologie della comunicazione mediata
dal computer, attraverso i mondi virtuali che
riescono a creare, ripropongono in modo diverso i
problemi del legame sociale. In un mondo
caratterizzato dalla mancanza di confini
geografici e di barriere spazio temporali, dalla
mancanza della fisicità delle persone, dalla
mancanza di una autorità centrale che riesca a
regolare laccesso o la vita allinterno del
cyberspazio, anche le relazioni interpersonali
tra le persone sono destinate a modificarsi, sia
allinterno dei mondi virtuali, che nella vita
odierna nel mondo fisico."
Alessandra Maghini
18
Bibliografia AA.VV. (1997). Internet, Illusioni
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19
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20
Attraverso i vari strumenti comunicativi messi a
disposizione del popolo del cyberspazio, e le
caratteristiche di ognuno di questi, possono dare
origine ad ambienti temporali e relazionali
diversi e, di conseguenza, a diverse possibilità
di interazione e di conoscenza tra le persone.
Tutti i suggerimenti andrebbero contestualizzati
all'ambiente e al ruolo che si assume nei diversi
contesti. E diverso il contesto relazione
insegnante-studente (adolescente) o la relazione
tutor-corsista(adulto) o ancora la relazione
sottoposto-dirigente....
21
APPROFONDIMENTI Arricchire la discussione con
riflessioni su altri argomenti collegati (ad
esempio sul concetto di intelligenza emotiva).
E' proprio lutilizzo delle nuove tecnologie
(reti e strumenti informatici) che ci riporta a
riflettere sullimportanza dellintelligenza
emotiva.Sgombrato il campo da qualsiasi
accessorio, ci concentriamo sulla
comunicazione, sul come renderla efficace e ...
ci rendiamo conto che oltre a computer, cavi,
modem e router ci vuole il cuore!
22
E' proprio l'intelligenza emotiva a fare la
differenza tra chi utilizza in modo competente
gli strumenti della comunicazione ottenendo buoni
risultati in termini di approvazione sociale e
consenso e chi, invece, non avendo familiarità
con tali strumenti, o ignorandoli del tutto,
compromette irrimediabilmente gli esiti
comunicativi, riportando la peggio in ogni
situazione. Se invece si avesse maggiore
consapevolezza di sé e del proprio stile di
comunicazione (ma la consapevolezza è un elemento
fondamentale dell'intelligenza emotiva), si
eviterebbero tanti errori nel rapportarsi agli
altri. .E nessuno ci ha educati a comunicare
con il cuore e insegnato ad acquisire questa
fondamentale competenza di vita, indispensabile
per comunicare bene in qualsiasi contesto e
ambiente.E la maggior parte di noi non ha
purtroppo avuto buoni maestri né in famiglia né
tanto meno a scuola, ed è per questo che oggi
risulta difficile operare una "inversione di
tendenza" che richiede coraggio, flessibilità,
capacità di mettersi in gioco oltre a uno sforzo
notevole di ristrutturazione cognitiva e di
cambiamento del proprio stile di comunicazione e
di comportamento sociale, indispensabile per
riuscire a riconoscere, gestire ed esprimere
adeguatamente i propri pensieri, stati d'animo ed
emozioni.
23
  • Sette passi per imparare a comunicare con il
    cuore
  • Convincersi che comunicare con il cuore è
    possibile oltre che psicologicamente
    gratificante. Basta volerlo e cominciare subito a
    farlo con la consapevolezza che solo la pratica
    rende "perfetti". Lo sforzo iniziale che può
    rendere difficile la partenza, sarà largamente
    compensato in seguito dalla gioia derivante
    dall'essere riusciti a diventare emotivamente più
    intelligenti. 
  • 2. Interessarsi agli altri. Più ci interessiamo
    degli altri e di quello che sta loro a cuore e
    più gli altri si interesseranno di noi. Ognuno in
    cuor suo vuole sentirsi importante, apprezzato e
    stimato. E se è vero che il proprio mondo conta
    sempre di più di quello degli altri, è anche vero
    che cercare di capire che cosa interessa agli
    altri, quali sono i loro obiettivi, le loro
    speranze, le loro paure, aiuta a comunicare
    meglio e a farsi degli amici, bloccando già sul
    nascere molti dei possibili motivi di divergenza
    o fattori di conflitto interpersonale.

24
  3. Abbandonare l'idea di essere infallibili.
Errare humanun est, dicevano i latini e pensare
di avere sempre ragione è pura follia! Nessuno è
o potrà mai essere detentore di verità assolute
perciò chi riesce a dubitare di sé e delle
proprie opinioni e mette in conto l'eventualità
di potersi sbagliare, è più saggio di quanto non
pensi. Nella sua filosofia di vita trova spazio
un principio cardine della P.N.L. (Programmazione
Neurolinguistica) "la mappa non è il
territorio". E la mappa comprende le proprie
convinzioni, idee, opinioni che sono le proprie e
non quelle dell'umanità intera.  4. Imparare
ad ascoltare. Saper ascoltare sembra facile o
addirittura scontato, dopotutto è una funzione
spontanea e naturale della comunicazione, appresa
sin dall'infanzia, che sembrerebbe non richiedere
alcuna abilità. Invece non è così, perché saper
ascoltare è una competenza emotiva di
fondamentale importanza, ed è grazie ad essa e
all'empatia, che poi è la capacità di mettersi
nei panni degli altri, sforzandosi di vedere le
cose dal loro punto di vista e di coglierne il
vissuto emotivo, che si può imparare a comunicare
con il cuore. Senza una buona capacità di ascolto
empatico, è praticamente impossibile riuscire a
farlo!
25
  5. Considerare le emozioni una risorsa.
Imparare a riconoscere, gestire ed esprimere i
propri sentimenti e stati d'animo è una grande
conquista personale, che promuove l'equilibrio
interiore e predispone all'autorealizzazione. Per
questo soffocare le proprie emozioni è
l'atteggiamento più sbagliato che ci sia, mentre
intraprendere, a qualsiasi età, un percorso di
alfabetizzazione emozionale è una scelta vincente
che può migliorare la qualità della propria vita
affettiva, sociale e professionale.  6. Dire
quello che si pensa senza temere il giudizio
degli altri. Se dire quello che si pensa aiuta a
sentirsi bene ed in pace con se stessi, farlo con
un pizzico di tatto e diplomazia è un obbligo
sociale ancora più importante ai fini
dell'approvazione e del consenso in quanto
consente di apparire agli occhi degli altri più
sicuri di sé e delle proprie convinzioni nella
giusta misura. Per questo nel sostenere le
proprie idee ed opinioni, bisognerebbe
accuratamente evitare qualsiasi esagerazione o
forma di arroganza, saccenza e assolutismo che
potrebbero indurre l'interlocutore ad
irrigidirsi, a stare sulla difensiva e a
contraddire o rifiutare del tutto il nostro punto
di vista.
26
  Siate perciò "eleganti" nel linguaggio e
nel modo di esporre ciò che pensate, anteponendo
possibilmente al vostro pensiero espressioni tipo
"io credo, io ritengo che" . Lasciando aperta
la porta del dubbio, risulterete più
convincenti. 7. Sviluppare un orientamento al
dialogo. Chi vuole davvero imparare a comunicare
con il cuore non ha altra scelta deve far
proprio il principio "win-win" (vincere-vincere)
e assumerlo come costante psicologica in tutte le
dimensioni della propria esistenza, da quella
affettiva a quella sociale e professionale. In
base a tale principio, in qualsiasi contesto o
situazione comunicativa si può vincere insieme
(vinco io - vinci tu) senza entrare inutilmente
in conflitto con l'altro. Anzi il conflitto, che
per sua natura è parte integrante della vita di
relazione, in base al suddetto principio, viene
vissuto come una buona occasione di confronto,
utile alla propria crescita, anziché come un
inevitabile scontro in cui uno deve per forza
vincere e l'altro perdere.  
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   TEST Indica, per ogni situazione, la
risposta che più si avvicina al tuo modo di
reagire in situazioni simili. 1.Quando ti accade
di litigare con qualcuno  a) tendi a lasciare
alle emozioni molto spazio dentro di te, ma non
ritieni importante o corretto manifestarle
esteriormente (piangi senza reagire, resti in
silenzio senza esprimere le tue emozioni, eviti
ogni discorso ulteriore)  b) senti le tue
emozioni negative, ma con una intensità che ti
permette di comprendere cosa stai provando,
perché lo stai provando e come far capire
all'altro quello che provi  c) tendi a negare a
te o all'altro le tue emozioni negative, come la
rabbia, perché pensi che, se gli lasci spazio,
non potrai più controllarle  d) ti accorgi delle
tue emozioni solo quando hai già perso il
controllo e hai reagito eccessivamente (es ti
senti male o hai un comportamento inadeguato)
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2. Quando ascolti una notizia allarmante in
televisione che può riguardarti e coinvolgerti
direttamente  a) ignori la notizia che hai
sentito, sminuendo ogni possibilità che possa
finire per coinvolgerti  b) senti le tue
emozioni negative, ma cerchi altre prospettive
possibili e altre soluzioni nel caso il problema
ti coinvolgesse, non dichiarando aperto lo "stato
di emergenza"  c) rimani paralizzato/a dalla
paura e dalle tue emozioni e non riesci a far
nulla  d) cominci a pensare che sia molto facile
che la situazione ti coinvolga direttamente e
inizi a documentarti, cercando informazioni che
riguardano il rischio relativo a persone con le
tue caratteristiche 3.Quando fallisci in una
prova/esame a cui tenevi  a) Pensi che il
fallimento non sia dipeso per nulla da te e che
dipenda invece da aspetti che non puoi cambiare
in nessun modo, perciò rinunci ad ogni altra
prova simile o diversa. b) ti assumi ogni
responsabilità dell'accaduto, ma pensi di non
poter cambiare e rinunci ad ogni ulteriore prova
simile
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  • c) pensi che puoi migliorare, ma non sai da dove
    iniziare
  • Quando accade qualcosa di spiacevole ad una
    persona a cui tieni
  • ti impegni, almeno mentalmente, in un programma
    futuro che possa consentirti di riprovare
    l'esame, cercando di controllare meglio gli
    aspetti che possono influenzare i risultati e che
    dipendono da te.
  • 4. Quando accade qualcosa di spiacevole ad una
    persona a cui tieni
  • a) te ne accorgi facilmente, cerchi di
    trasmetterle comprensione e ascolti le sue
    esigenze in quella determinata circostanza,
    comprendendo che la stessa situazione in te
    potrebbe determinare bisogni diversi
  • b) te ne accorgi solo quando te ne parla
  • c) te ne accorgi subito, ma le sue emozioni ti
    coinvolgono così tanto che non riesci a far nulla
    per aiutarla
  • d) cerchi di farle sentire che le sei vicino, ma
    lo fai basandoti sul tuo modo di pensare e sul
    tuo modo di essere e quindi basandoti sui bisogni
    che potresti avere tu in quella determinata
    situazione.

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  • 5.Quando qualcuno contesta qualcosa che dici
  • a) fingi di ascoltare il suo parere,
    riproponendo il tuo ogni volta che
    l'interlocutore comincia a metterlo in dubbio il
    tuo
  • b) ascolti il suo parere e cerchi di trovare dei
    punti comuni al tuo, terminando la conversazione
    in modo da stimolare la riflessione nel tuo
    interlocutore e da portare con te nuove idee
    sull'argomento
  • c) ascolti il suo parere, cercando di trovare la
    parte vulnerabile in cui puoi attaccarlo
  • d) eviti ogni discussione e riaffermi il tuo
    parere come l'unico possibile

31
IMPORTANTE E L'ASCOLTO Non sappiamo più
ascoltare i bambini non sanno più ascoltare, i
genitori non sanno più ascoltare, i docenti non
sanno più ascoltare, i parenti non sanno più
ascoltare e ................Quando parliamo e
discutiamo con gli altri vogliamo sempre avere
ragione, facciamo la "voce Grossa" e non
rispettiamo l'altro sembra ci manchi quel
pizzico di umiltà, preziosa per porci in
atteggiamento di vero ascolto dell'altro.Ecco
allora che "Ci si mette in condizione di
"ascolto efficace" provando a mettersi "nei panni
dell' altro", cercando di entrare nel punto di
vista del nostro interlocutore e comunque
condividendo, per quello che è umanamente
possibile, le sensazioni che manifesta.
Attenzione da questa modalità è escluso il
giudizio, ma anche il consiglio e la tensione del
"dover darsi da fare" per risolvere il
problema "http//www.benessere.com/psicologia/asc
olto1.htm
32
ASCOLTO EFFICACE I bambini per primi
sentono tale necessità, ma purtroppo noi docenti
o noi genitori, spesso oberati da mille impegni
("me lo puoi dire dopo, ora ho da
fare"........"me lo dici dopo, perchè adesso
debbo terminare la lezione ecc...) non abbiamo IL
TEMPO DI ASCOLTARE.La mancanza di tempo sembra
essere il vero "cancro" di questa società quando
guariremo da questo male?Questo "cancro" non è
però incurabile la terapia è una sola
DEDICARE PIU' TEMPO ALL'ASCOLTO DEGLI ALTRI FA
BENE AGLI ALTRI , MA ANCHE A SE' STESSI.E' la
forma più alta di vero amore.
33
ASCOLTO ATTIVO Anche nelle discussioni in rete
si rende indispensabile- individuare
l'eventuale "problema"- non dare giudizi-
capire i ruoli di chi è il problema nelle
discussioni per non invadere lo spazio
d'intervento degli altri e per non assumersi
delle responsabilità non nostre.- ascolto alla
propria situazione emotiva del giorno se è
necessario intervenire e l'umore non è dei
migliori è sempre bene avvisare gli altri di come
ci si sente ci si sente un po'più tranquilli noi
e permette agli altri di relazionare in modo
adeguato alla situazione.  
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Bisogna ridimensionare l'aspetto
impulsivo-emotivo nell'ambito della comunicazione
("gestire le emozioni", "far fronte allo
stress","guidare le proprie emozioni) Ma di
quale tipo di comunicazione in rete
parliamo?Forum, Chat, Blog, FAD, posta
elettronica, newsgroup ... Emozioni, stress,
entusiasmo, rabbia potrebbero essere l'asse
portante di una chat, mentre in un ambiente per
la formazione a distanza ...
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Comunicazione emotiva calata nell'esperienza di
un gruppo di lavoro (gr.4) E stata piacevole,
mi ha dato benessere, perché non ci sono state
sovrapposizioni e la famosa interdipendenza
positiva l'ho provata in pratica con degli
estranei. Ho capito il vero fine del corso
vivere delle sensazioni attraverso il forum che
potessero essere riconosciute e riprodotte
successivamente, quando saremo noi ad organizzare
un tutoraggio. Abili i cattedrattici di Padova.
La cosa che mi è piaciuta è che non c'è stato
spazio per il solito pianto e piuttosto s'è fatto
spazio all'organizzazione e alla collaborazione,
anche nei tempi.
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Cè chi davanti al pc, in chat o forum, riesce ad
"estraniarsi dalle emozioni". Uno dei grandi
interessi di alcune discipline psicologiche verte
sulla conoscenza delle emozioni per poter
arrivare ad una "gestione" (non controllo), in
funzione di una vita migliore attraverso la
competenza, per poter riconoscere quali emozioni
sono "autentiche" e quali sono emozioni
"parassite" cioè derivanti da esperienze avute
nel passato (quindi da ricordi), richiamate dalla
situazione attuale e che producono una risposta
nell'individuo (e dell'individuo) non consona,
non funzionale con la situazione che in quel
momento sta vivendo. Le mie affermazioni sono
confrontabili nel modello dell'Analisi
Transazionale. Senza prendere in considerazione
le varie discipline che includono alcune tecniche
(come quelle di rilassamento rilassarsi da cosa
se non da risposte emozionali?), non possiamo non
domandarci come attraverso il pc qualcuno riesca
a farlo in modo così naturale.Credo sia più
idoneo affermare che, a meno che non si faccia
uno studio approfondito su se stessi, sia
complesso identificare il tipo di emozione che in
un dato momento una persona vive. Socializzare in
rete può attenuare la "paura" di dover vivere
direttamente il contatto con laltro, ciò che si
suscita nella persona che si ha di fronte, il
rimando dellaltro al nostro messaggio ( in
quel momento non ti interessi se ciò che dici fa
arrabbiare laltro, quindi scrivi ).
37
DOVREMMO ESSERE MAGGIORMENTE EDUCATI AD UNA
COMPETENZA EMOZIONALE DI CUI IGNORIAMO ANCHE
L'ESISTENZA.
La netiquette impone una correttezza formale a
volte un po' eccessiva, ma necessaria non
vedendo l'altro - a meno di non essere in chat
con webcam - non è possibile sfruttare il
linguaggio dei gesti o vedere il volto e le
espressioni del nostro interlocutore dobbiamo
quindi usare cautela e anche "buone maniere"
eccessive che possono risultare "false".
Ovviamente ciò non è valido quando conosciamo già
l'interlocutore e possiamo prevedere le sue
reazioni ma in questo caso specifico si annulla
l'effetto "sorpresa" del lavoro in rete che
sviluppa completamente le sue potenzialità quando
avviene tra persone che non si conoscono.
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Nella realtà di ogni giorno è spesso impossibile
modulare in modo consapevole tutti i messaggi
verbali e non verbali del nostro comportamento
prendere decisioni immediate, fornire risposte
tempestive, risolvere problemi in tempo reale,
sono azioni che quotidianamente dobbiamo svolgere
spesso senza avere il tempo di riflettere sui
diritti contenuti nelle regole del
comportamento assertivo. La comunicazione in
rete, tuttavia, nel suo complesso non risulta
influenzata dai comportamenti e quindi lo scambio
relazionale diventa più formale e contenuto .
Non dobbiamo dimenticarci che in rete, nei
forum....non navigano "cyberspaziali", ma
persone.Queste persone per intervenire in modo
fattivo,sereno e collaborativo nei forum
dovrebbero attenersi ad un semplice metodo
socratico-limitare l'esposizione del proprio
punto di vista-evitare affermazioni
perentorie-favorire la partecipazione di tutto
il gruppo-riassumere quanto emerge dalla
discussione.
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"La scuola tradizionalmente domanda molto, troppo
al maestro, meno tuttavia -ed è questa la cosa
più grave- nel dominio della tecnica, che in
quello delle qualità personali e psichiche che
non dipende mai da lui possedere o acquistare
calma, abnegazione, autorità personale,
intuizione, pazienza, padronanza di se'.
Abnegazione, devozione e amore!E siccome i
maestri son uomini e dunque possiedono solo
eccezionalmente tutte insieme queste qualità,
giudicate essenziali, è tutto il sistema
pedagogico che crolla...Poiché vogliamo
costruire effettivamente e solidamente partendo
dal reale, cerchiamo strumenti, tecniche, una
organizzazione che permettano risultati educativi
ottimi pur con maestri che restino nella norma
degli uomini."
(C.Frenet, L'école moderne francaise)
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Bisogna porre attenzione su "strumenti, tecniche
e organizzazione" per migliorare il sistema
educativo. Forse, per quanto riguarda
l'intelligenza emotiva un punto di partenza (o di
arrivo) può essere perseguire AutocoscienzaL'at
tenzione agli stati interioriL'autocoscienza è
" l'attenzione non critica e non reattiva agli
stati interiori" (Salovey e Mayer).
"Attenzione", cioè capacità di cogliere con
chiarezza ed esattezza pensieri, sentimenti e
motivazioni. "Non critica" perché un giudizio
distorcerebbe pensieri e motivazioni per
conformarli ai canoni morali rispetto ai quali
spesso collidono. "Non reattiva" perché quando il
soggetto scopre in lui sentimenti che la morale
riproverebbe, risale alle loro cause, senza
recriminarli.
41
FINE
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