Title: Presentazione di PowerPoint
1Università degli Studi di Palermo Istituto di
Neuropsichiatria Divisione di Neurologia e
Riabilitazione Neurologica
Lezioni su
Aspetti clinici, diagnostici e terapeutici delle
malattie cerebrovascolari Prof. Rosolino M.
Camarda
2Mutuato dallinglese Cerebrovascular Diseases,
il termine Malattie cerebrovas-colari che piu
correttamente dovrebbe essere sostituito dal
termine Malattie vasculocerebrali indica una
moltitudine di quadri anatomo-clinici
epifenomenici di disfunzione del tessuto nervoso
seconda-ria a danno strutturale primario dei vasi
cerebrali.
3In realtà, molto piu riduttivamente della sua
stretta accezione tautologica, la tassonomia
indicata dalla Classification of Cerebrovascular
Diseases III, 1990, nel termine malattie
cerebro-vascolari include alcuni quadri
anatomo-clinici legati al difetto di apporto
ematico arterioso al tessuto nervoso cioè T.I.A.,
R.I.A., Stroke, Demen-za vascolare ed
Encefalopatia ipertensiva dove per Stroke
,collettivamente, si intendono i quadri
anatomo-clinici legati al difetto acuto di
apporto ematico arterioso al tessuto nervoso cioè
infarto ed emorragia.
4Acute stroke is one of the leading factors of
morbidity and mortality word-wide. After
cardiovascular diseases and cancer, stroke is the
third most common cause of death in many
industrialized countries.
5(No Transcript)
6(No Transcript)
7- Costi dello Stroke
- della Spesa Sanitaria Nazionale
- Costi Diretti
- Assistenza infermieristica
- Assistenza medica
- Farmaci specifici
- Trattamento generale
- Esami strumentali
- Costi Indiretti
- Perdita o diminuzione della produttività del
paziente - diminuzione della produttività dei parenti
- spese ristrutturazione ambienti
- spese assistenza a casa
8Morire di stroke non fa rispar-miare denaro alla
collettività poiché il costo economico di un
paziente che muore per stroke è simile a quello
di un paziente ricoverato in ambiente
ospeda-liero per stroke.
9Incidenza dello Stroke(casi per 100.000 abitanti
per anno)
Totale Uomini Donne Akita
(Giappone) 290 443 186 NY (USA) 300 417 228
Malmo (Svezia) 346 549 192 Umbria
(Italia) 406 568 272 Taiwan
(Cina) 489 561 393 Perth (Australia) 559 779
398 Oxfordshire (UK) 591 705 491 Lehigh
Valley(Pennsylvania) 597 755 476
10Incidenza dello stroke in Italia
40
Valle d'Aosta
30
Sicilia
Umbria
Casi per 1.000
20
10
0
0
20
40
60
80
100
Età (anni)
11Prevalence of Stroke in Sicily
Women 267.5
Both sexes 289.8
Men312.5
12Distribuzione percentuale dei vari tipi di
infarto cerebrale
Atherosclerotic Intracranial
Cardiembolic
Atherosclerotic extracranial
Other
Lacunar
Cryptogenic
Northern Manhattan Stroke Study 1990-1993
13Risk Factors for FirstIschemic Stroke
Non Modifiable Modifiable
14Risk Factors for FirstIschemic Stroke
Non Modifiable Age Gender Race or
ethnicity Heredity
15Non Modifiable Age Gender Race or
ethnicity Heredity
Risk Factors for FirstIschemic Stroke
Età (anni)
16Risk Factors for First-ever Stroke
Non Modifiable Age Gender Race or
ethnicity Heredity
Male, Black
Female, Black
Male, White
Female,White
Kittner et al, 1993
17Risk Factors for First Ischemic Stroke
Non Modifiable Age Gender Race or
ethnicity Heredity
Concordance rate for stroke
() Monozygotic pairs 17.7 Dizygotic
pairs 3.6
18Modifiable Risk Factors for First Ischemic Stroke
- Hypertension
- Atrial fibrillation
- Cigarette smoking
- Hypercholesterolemia
- Heavy alcohol abuse
- Asymptomatic carotid stenosis
- Transient ischemic attack
19Risk Factors for First Ischemic Stroke
Risk Factor Strength RR Hypertension
3 - 5 Cardiac disease 2 -
4 Atrial fibrillation 6 -18 Diabetes
mellitus 1.5 - 3 Cigarette smoking
1.5 - 2.5 Hyperlipidemia /- 1 - 2
Alcohol abuse /- 1 - 4
20Risk Factors for StrokeCigarette Smoking,
Diabetes Mellitus and Hypertension
Subjects Smoking Diabetes Hypertension
Men White 2.0(1.1-3.8) 22.9(5.8-89.6)
1.6(0.7-3.2) Black 3.3(1.6-6.6)
4.2(0.8-21.9) 3.8(1.8-7.9) Women
White 2.1(1.1-4.3) 6.2(1.9-20.2)
2.5(1.1-5.9) Black 2.2(1.3-3.9)
3.3(1.4-7.7) 4.2(2.4-7.5)
21Risk Factors for StrokeMigraine
Adjusted odds ratios for types of stroke
associated with personal or family history of
migraine in young women.
O.R. O.R. (95 C.I.)
(95 C.I.) Ischemic Stroke Hemorrhagic
Stroke Migraine (with aura / without aura)
3.54 1.10
(1.30-9.61) (0.63-1.94)
22Risk Factors for Ischemic StrokeMigraine
History of Migraine O.R. (95 C.I.) lt35
yrs 2.2 (1.1 - 4.3) gt35 yrs 1.5 (0.8
-2.8) Women 1.9 (1.1 - 3.3) Men 1.2
(0.4 - 3.2)
23FATTORI DI RISCHIO DELLISCHEMIA CEREBRALE
MODIFICABILI
Ben definiti Possibili
Ipertensione arteriosa Obesità
Diabete mellito Iperfibrinogenemia
Ipercolesterolemia Iperomocisteinemia
Fumo di sigaretta Contraccettivi orali
Pregresso TIA Intimal-Medial-Tickness
Alcool e Droghe Stress
Fattori protrombotici
Arteriosclerosi
Fibrillazione atriale
24CAUSE DI STROKE
Trombosi 52
Embolia 30
Emorragia subaracnoidea intracerebrale epidurale e sottodurade 6 10 2
25CAUSE DI TROMBOSI CEREBRALE
26CAUSE DI EMBOLIA CEREBRALE
27CAUSE DI EMBOLIA CEREBRALE (2)
2. Di origine non cardiaca Di origine non cardiaca
a. Aterosclerosi dellaorta e delle arterie carotidi.
b. Da localizzazioni trombotiche nelle arterie cerebrali.
c. Trombo nelle vene polmonari.
d. Grasso, tumore, aria.
e. Complicanze di interventi chirurgici cervicali e toracici.
3. Di origine non determinata Di origine non determinata
28PRINCIPALI CAUSE DI EMORRAGIA INTRACRANICA
(intracerebrale, subaracnoidea, ventricolare e
sottodurale)
1. Emorragia intracerebrale primaria (ipertensiva).
2. Rottura di aneurisma sacciforme .
3. Rottura di malformazione artero-venosa MAV.
4. Trauma compresa lapoplessia post-traumatica ritardata.
5. Malattie emorragiche leucemia, anemia aplastica, porpora trombocitopenica, epatopatie, complicanze della terapia anti-coagulante, iperfibrinolisi, ipofibrinogenemia, emofilia etc..
6. Emorragia nellambito di un tumore primario o secondario.
7. Embolia settica aneurisma micotico.
8. In corso di infarto arterioso o venoso.
9. In corso di malattia infiammatoria di arterie e vene.
10. In corso di amiloidosi arteriosa.
29(No Transcript)
30(No Transcript)
31RAMI TERMINALI DEL CIRCOLO CAROTIDEO E
VERTEBRO-BASILARE
a) Rami collaterali - Arteria oftalmica
ARTERIA CAROTIDE INTERNA b) Rami terminali - Arteria cerebrale anteriore (ACA) Arteria cerebrale media (ACM) Arteria corioidea anteriore (AchA) Arteria comunicante posteriore
ARTERIA VERTEBRALE a) Rami collaterali Arteria spinale anteriore Arterie perforanti bulbari Arteria cerebellare post. inferiore (PICA) Arterie spinali posteriori
b) Rami terminali Arteria basilare
ARTERIA BASILARE a) Rami collaterali Arterie paramediane Arterie circonferenziali brevi Arterie circonferenziali lunghe per il tronco Arterie cerebellari superiore dx e sn Arterie cerebellari inferiori anteriori Arteria uditiva interna
b) Rami terminali Arteria cerebrale posteriore (ACP) Arterie interpeduncolari Arterie talamo-perforanti Arterie talamo-genicolate Arterie quadrigemelle Arterie calcarine (terminali della ACP)
32(No Transcript)
33(No Transcript)
34(No Transcript)
35(No Transcript)
36(No Transcript)
37(No Transcript)
38(No Transcript)
39(No Transcript)
40TERMS and DEFINITIONS
- ISCHEMIA refers to the insufficiency of blood
supply - ISCHEMIA is not synonymous with ANOXIA for a
reduced blood supply deprives tissue not only of
oxygen but of glucose as well and, moreover,
prevents the removal of potentially toxic
metabolites as lactic acid - When ISCHEMIA is sufficiently severe and
prolonged, neurons and other cellular elements
die - When ISCHEMIA is temporary, symptoms and signs
may clear with little or no pathological
evidences of tissue damage (RIA or TIA) - ISCHEMIA occurs during OCCLUSIVE or HEMORRAGIC
STROKES - STROKE or ICTUS refers to the neurological
symptoms and signs that results from diseases
involving blood vessels. - STROKE may be either OCCLUSIVE or HEMORRAGIC
- EMORRAGE may occur extraparenchimally
subaracnoid hemor-rage intra- or extradural
hematoma or intraparenchimally
intrapa-renchimal hematoma
41Richiami generali di fisiologia e fisiopatologia
- La peculiarità anatomica e funzionale del circolo
arterioso cerebro-spinale è lessere di tipo
terminale il chè spiega la modestia delle
possibilità di compenso da un territorio ad un
altro e la sua eventuale realizzazione solo alla
estrema periferia del territorio di spettanza.
42- All'interno di un singolo territorio, ogni
arteriola irrora un territorio ben definito ed è
solo la periferia piu estrema di questo
territorio che viene a sovrapporsi alla periferia
piu estrema del territorio di distribuzione di
una arteriola vicina.
43- Ne deriva che alla ostruzione di una arteriola
conseguono due meccanismi di compenso
consistenti - nellaumento della estrazione di nutrienti dal
sangue da parte del tessuto - nellaumento del flusso nelle periferie dei
vasi viciniori.
44Ovviamente, più piccolo è il vaso ostruito, più
facile è il compenso. Allesaurimento di questi
due mecca-nismi compensatori consegue la ischemia
in tutto il territorio a valle e,
conseguentemente, la disfunzione del tessuto sede
del danno ische-mico.
45Fisiologia
- Il parenchima nervoso, per il suo funzionamento,
necessita di un continuo ed adeguato apporto
ematico di nutrienti (glucosio) e di ossigeno
poichè le riserve tissutali di glucosio sono
sufficienti solo per pochissimi minuti e non vè
alcuna possibile riserva di tali elementi.
46- In condizioni basali lencefalo utilizza 150 g di
glucosio/die e 72 litri di Ossigeno/die.
Consi-derando che la frequenza cardiaca media è
pari a 70 b/min., che il volume sistolico è pari
a 70 ml. e che di questi 70 ml. ben 10-15 ml.
vanno allencefalo, si deduce che allencefalo
vanno da 700 a 1000 ml di sangue al minuto.
47- Poiché il peso medio dellencefalo è pari a 1500
grammi, ne deriva che il flusso ematico cerebrale
basale CBFb basal cerebral blood flow, la
quantità di sangue, cioè, che arriva allencefalo
nellunità di tempo è mediamente pari a 57ml/
min/100 grammi di tessuto mentre il consumo di
Ossigeno è pari a 156mm/ min/100 grammi di
tessuto e quello di glucosio è pari a 31
mm/min/100 grammi di tessuto.
48BASAL CEREBRAL BLOOD FLOW AND METABOLIC RATES IN
MAN
CBF (ml/min/100g) 57
O2 (mmol/min/100g) 156
Glucose (mmol/min/100g) 31
49Sebbene entro certi limiti tenda a rimanere
costante, il flusso ematico cerebrale
- Aumenta se
- aumenta la richiesta metabolica del tessuto
nervoso - aumenta la temperatura corporea (10 per ogni
grado) - aumenta il valore dellematocrito.
- Diminuisce se
- i. la pressione endocranica ha valori superiori
a 450 mmH2O.
50Regolazione del flusso ematico cerebrale
- Il flusso ematico cerebrale è regolato da tre
meccanismi adattativi che entro certi limiti sono
automatici.
51- Il primo di questi meccanismi è quello definito
autoregolazione cerebrale che è strettamente
dipendente da due fattori che sono - i) la pressione di perfusione cerebrale (CPP
cerebral perfusion pressure) - ii) le resistenza del suo microcircolo cioè dei
vasi arteriolari (R).
52- Il concetto di autoregolazione cerebrale si
riferisce proprio al controllo del flusso
ematico cerebrale in rapporto alle modificazioni
della pressione di perfusione cerebrale e delle
resis-tenze del suo microcircolo. In condizioni
fisiolo-giche, il flusso ematico cerebrale CBF
è in relazione diretta con la pressione di
perfusione cerebrale CPP ed inversa con le
resistenze vascolari cerebrali R.
53- Poichè la CPP è espressione della differenza tra
la pressione arteriosa sistemica (SAP systemic
arterial pressure) e la pressione dei vasi venosi
cerebrali (CVP cerebral venous pressure) e dato
che, drenando il liquor cerebrale diretta-mente
nel sistema venoso, la pressione liquorale
intraventricolare, indice della pressione
endocra-nica (ICP intracranial pressure) viene
consi-derata approssimativamente identica alla
pressio-ne dei vasi venosi cerebrali, la
relazione CBF CCP/R puo venire espressa come
CBF SAP-CVP/R e poichè CVP è considerata uguale
a ICP come CBF SAP-ICP/R.
54(No Transcript)
55- Tale relazione indica, quindi, che al fine della
costanza del flusso ematico cerebrale medio e in
assenza di variazioni della pressione
endocranica, le resistenze del letto vascolare
arterioso cerebrale aumentano (le arteriore
cerebrali si costringono) quando la pressione
arteriosa sistolica aumenta e si riducono (le
arteriole cerebrali si dilatano) quando la
pressione arteriosa sistolica dimi-nuisce oppure
quando la pressione venosa o quella intracranica
aumentano.
56- Lindipendenza del flusso ematico cerebrale dalle
variazioni della pressione arteriosa sistemica
avviene, pero, entro i limiti di 50-160 mmHg di
valori di SAP. Se il valore della pressione
arteriosa sistolica si riduce al di sotto del
limite inferiore del range autoregolatorio si
instaura una ischemia da ipoaflusso mentre se
esso eccede il limite superiore si ha il
cosidetto break-through phenomenon, cioè il
flusso ematico cerebrale non rimane costante ma
passivamente aumenta dipendentemente dalle
variazioni verso lalto del valore della
pressione arteriosa.
57- Tutto cio comporta la trasmissione passiva sino
a livello capillare della forza idrostatica della
pressione, au-mento della pressione idrostatica
endocapillare, trasudazione transca-pillare di
fluidi nello spazio extracel-lulare circostante
e, quindi, edema.
58(No Transcript)
59- Ladattamento automatico o autoregola-zione delle
resistenze vascolari alla pres-sione arteriosa
sistemica è basata, pertanto, su un meccanismo di
vasodilatazione o di vasocostrizione arteriolare
che è un fenome-no intrinseco della parete
arteriolare diretta-mente legato alla variazione
della pressione idrostatica intraluminare.
60- Il secondo meccanismo di autoregola-zione del
flusso ematico cerebrale regionale è chiamato
regolazione chimica ed è un meccanismo
adatta-tivo locale mediato da sostanze
vaso-attive.
61- Poiché la concentrazione periarteriolare di ioni
idrogeno è in equilibrio con la pressione
par-ziale di anidride carbonica pCO2 ne deriva
che laumento tissutale di pCO2 provoca un
abbassamento locale del pH e, conseguente-mente,
vasodilatazione (in realtà, per ogni aumento di 1
mmHg della pCO2 vè aumento del flusso ematico
cerebrale di circa 5 ml/ 00g/min) mentre la
diminuzione della pCO2 provoca innalzamento
locale del pH e vasocostrizione.
62- In senso opposto si comportano, invece, le
variazioni della pO2 (lipossia provoca
vasodilatazione e liperossia, invece,
vaso-costrizione). - Tale meccanismo di regolazione chimica del flusso
ematico regionale puo essere inteso come
finalisticamente mirato a portare più sangue
alle popolazioni neuronali che sono, in quel dato
momento, più attive.
63- Infatti, la maggiore attività neuronale provoca
un aumento locale della pCO2 e, quindi, di
acidità, cioè, di ioni H, che a sua volta
provoca una vasodilata-zione locale con
conseguente aumento del flusso ematico cerebrale
distret-tuale.
64- Il terzo meccanismo di autoregolazione del flusso
ematico cerebrale regionale è legato alla
regolazione neurogena della circolazione
cerebrale. - Certe strutture cerebrali, infatti, sono capaci
di provocare un aumento diffuso e/o regionale, di
flusso cerebrale senza parallelo aumento di
metabolismo.
65- I meccanismi di autoregolazione cerebrale, di
regolazione chimica e neurogena del flusso
ematico cerebrale regionale sopra elencati
servono ad adeguare il flusso ematico cerebrale,
cioè l'apporto di substrati, alle esigenze
metaboliche del tessuto stesso. In tal modo, il
tessuto cerebrale può aumentare l'estrazione dei
nutrienti dal sangue che lo perfonde, in modo da
assicurare al proprio metabolismo le quantità
necessarie di ossigeno e glucosio.
66- Tutti questi meccanismi proteggono il sistema
nervoso centrale sia globalmente che
regionalmente da variazioni di perfu-sione e/o di
nutrizione le quali potrebbero portare ad una
alterazione della funzione. - Il flusso ematico cerebrale può, così, diminuire
fino a circa 30 ml/100g/min prima che compaiano
segni e sintomi di alterata funzione del tessuto
nervoso.
67- É chiaro che in queste ultime con-dizioni, il
tessuto nervoso ipoperfuso ha meno riserve da
mettere in funzione davanti ad eventi ulteriori.
Si tratta, quindi, di una situazione ai limiti
di ogni compenso possibile e che viene definita
come perfusione critica.