Title: IL FAMIGLIARE
1IL FAMIGLIARE CAP 1 FORME FAMILIARI E
IDENTITÀ DEL FAMIGLIARE
- Definizioni della famiglia
- Lévi Strauss lunione durevole, socialmente
approvata, di un uomo e di una donna e dei loro
figli - forma sociale primaria, in quanto luogo che
garantisce il processo generativo da un punto di
vista biologico, psicologico, sociale e culturale - ingroup primario, permette quindi di
rappresentarsi per differenza anche loutgroup,
ovvero il sociale - la specificità della famiglia consiste nel fatto
che essa organizza relazioni primarie che
connettono e legano le differenze cruciali della
natura umana la differenza di genere e la
differenza di generazioni essa ha come obiettivo
e progetto intrinseco la generatività, ovvero dà
luogo ad un bene relazionale (le nuove
generazioni e la loro educazione) essenziale per
la comunità umana - lasse relazionale coniugale si basa sulla
differenza fra generi e (attualmente) non dà
luogo ad una gerarchia ma ad un patto di
reciprocità - lasse relazionale parentale-filiale si basa
sulla differenza di generazione e la
responsabilità di quella che precede verso quella
che segue, in esso è cruciale il riconoscimento
dei figli, dà luogo ad una gerarchia, - il carattere simbolico-culturale che la
generatività riveste per luomo (il fatto
generativo è teso alla continuazione non solo
della specie ma anche e soprattutto della storia
familiare e sociale) fa sì che negli esseri umani
la relazione parentale-filiale sia una relazione
intergenerazionale lunga il legame generativo è
quindi da intendersi nella duplice valenza
dellessere generati (le radici proprie e della
famiglia nel passato, gli antenati) e del
generare (la proiezione propria e della famiglia
nel futuro), esso riattualizza ( rende di nuovo
vivo) il legame fra i vivi e i morti - infine la terza differenza che le relazioni
familiari connettono è la differenza di stirpi,
rappresentate dalle famiglie di origine della
coppia questo 3 tipo di legame, molto
importante in passato (storicamente proprio su di
esso spesso si fondava il matrimonio e quindi la
famiglia), è stato oscurato nel XX secolo
dallaccento posto sulla dimensione privata,
affettiva della coppia oggi nella società
multietnica - ritorna ad avere visibilità
- La famiglia nella storia
- società primitive o semplici la famiglia ha
confini indefiniti, è assorbita dentro la
parentela, a sua volta strutturata entro sistemi
tribali - società premoderne (Grecia, Roma) nucleo
familiare meglio identificato in quanto coincide
con la casa, legame di parentela fondato su
autorità patriarcale e discendenza patrilineare - dal tardo Medioevo Europa del Sud, dove lo
stato è meno forte prevale la grande famiglia
mediterranea, Europa del Nord famiglia nucleare - 700-800, prima modernità, si attesta la società
borghese separazione tra economia domestica e
economia dellimpresa familiare, le unità
familiari si privatizzano e competono sul mercato
come gruppo acquistivo di prima accumulazione
capitalistica, orientato al successo economico e
alla mobilità sociale ascendente ? famiglia
acquisitiva alla famiglia borghese fa da
contraltare quella proletaria, che da essa
dipende per la propria sopravvivenza - 900 diffusione del welfare state,
consolidamento del modello industriale basato
sulle grandi organizzazioni, affermazione del
terziario, società dei consumi la famiglia
borghese evolve in forma tecnocratico-manageriale
, attenua la sua connotazione acquisitiva e ne
assume una privatistica ed espressiva - era postindustriale, dissoluzione del welfare
state la famiglia si trasforma ulteriormente,
diventando rete informale di servizi primari di
vita quotidiana lintensità relazionale diventa
un fattore cruciale di qualità di vita delle
famiglie, ovvero le famiglie si diversificano in
base allampiezza delle reti di relazioni in cui
sono inserite, nonché alla capacità di accedere
agli strumenti tecnologici in grado di ampliare e
consolidare tali reti
- Lapproccio relazionale-simbolico alla famiglia
relazionale è il punto di osservazione e
comprensione delloggetto famiglia simbolico
definisce le categorie di senso fondamentali che
qualificano il famigliare - il paradigma relazionale permette il superamento
sia del vecchio paradigma individualista, sia di
quello sistemico che non tiene conto
dellagenticità individuale - si pone come livello danalisi sovraordinato
rispetto a quello dellapproccio interazionista e
costruttivista la relazione è infatti ciò che
lega, anche incosapevolmente, i soggetti tra
loro, ovvero la loro specifica storia familiare a
sua volta inserita nella sub-cultura di
appartenenza, e delimita il campo delle
interazioni e delle narrazioni possibili ovvero,
laspetto costruttivo -regno dellinterazione- è
condizionato dai tipi e dalla qualità delle
relazioni che si sono venute strutturando nella
famiglia la figura della relazione è verticale,
e incide e influenza linterazione che si dispone
invece su un piano orizzontale (gli
interazionisti invece direbbero che è la
successione delle interazioni concrete a
costruire la relazione.... ovvero siamo in area
di uovo e gallina!) - con il termine storia familiare si intendono
sia le influenze che le generazioni precedenti
hanno su quelle successive, sia le influenze che
fasi precedenti del ciclo familiare (ad es il
costituirsi del legame coniugale) hanno su quelle
successive (levolversi del legame coniugale in
legame genitoriale) a livello relazionale
lambizione è quindi collegare fra loro le
generazioni e connettere il passato con il
presente e con il futuro - la relazione familiare non è rilevabile
direttamente (a differenza delle interazioni, che
sono invece osservabili qui ed ora) ma si
manifesta in particolare durante le transizioni o
crisi. E in questi passaggi cruciali che emerge
la struttura relazionale della famiglia con i
suoi aspetti di forza (resilienza familiare) e di
debolezza - il livello relazionale è indagabile dando
rilievo a tre dimensioni-chiave la temporalità,
ovvero il modo con cui le famiglie connettono
passato, presente e futuro, la qualità dei legami
che connettono i soggetti (legami tra coniugi,
tra generazioni e tra famiglie di origine ovvero
stirpi di appartenenza), e i valori, o visione
del mondo, che sono propri della famiglia
2IL FAMIGLIARE SEGUE CAP 1
- Il legame coniugale come crocevia della
trasmissione intergenerazionale il processo di
distinzione della coppia - la coppia coniugale-genitoriale è vista come
sottosistema specifico della famiglia che svolge
una funzione di mediazione generazionale cruciale - attraverso un processo di differenziazione-distin
zione (analogo a quello di individuazione nel
campo dello sviluppo personale), la coppia e la
nuova famiglia acquista la propria identità
differenziandosi e distinguendosi dalle famiglie
di origine, attuando un nuovo tipo di legame con
esse e rilanciando il legame con la generazione
successiva il processo inizia con la
costituzione della coppia, si consolida con il
patto coniugale e ha uno snodo cruciale con la
nascita dei figli - è allopera un processo generativo quando la
coppia riconosce nella rete parentale una fonte
identificatoria benefica dalla quale partire per
differenziarsi - la neocoppia si confronta con le famiglie di
origine sia al livello della relazione coniugale,
cioè come altra coppia coniugale, sia al livello
della funzione genitoriale, cioè come altra
coppia genitoriale in entrambi gli ambiti la
neocoppia è chiamata a costruire un proprio
specifico stile relazionale a partire dalle
modalità apprese e interiorizzate nelle famiglie
dorigine, evitando sia la ripetizione, sia la
rottura, a favore invece di una continuità
innovativa
- Famiglia e comunità scambio generativo e scambio
degenerativo - nello scambio fra generazioni familiari, la
generatività (o degeneratività) della famiglia si
estende nel sociale - parallelamente il sociale è visto come frutto
dello scambio fra generazioni sociali, che può
seguire una logica generativa (riconoscimento
reciproco) o degenerativa - i due processi sono interdipendenti lo scambio
tra generazioni nelle famiglie influenza quello
tra generazioni nella sociatà, e viceversa ? es
rapporto fra disoccupazione giovanile e tempi di
permanenza in famiglia
- Il legame fraterno creare legami unici
- il legame fraterno si costruisce a partire dal
potenziale differenziante della famiglia, cioè
dalla sua capacità di creare legami unici con
ciascun nuovo nato e identità differenziate
(analogia con lattenzione allambiente non
condiviso che maggiormente spiega le
caratteristiche individuali) - la matrice ideale del legame fraterno positivo è
lattribuzione di valore a ciascun figlio senza
negarne le differenze rispetto agli altri - a
queste variabili che chiamano in causa il ruolo
dei genitori e delle generazioni precedenti
nellinfluenzare la relazione fra fratelli, vanno
poi accoppiate anche le variabili personali,
ovvero le modalità con cui i figli-fratelli si
pongono rispetto alla matrice e gestiscono la
relazione fra loro - infine anche il caso fa la
differenza - di tutti i legami familiari quello fraterno è
quello che ha più lunga durata e, in età adulta,
quello più aperto alla scelta-decisione personale
perché, pur risentendo della storia familiare e
dei suoi vincoli, in esso è meno forte laspetto
di obbligo gli allontanamenti fra fratelli sono
tipicamente distacchi revocabili, soprattutto
in caso di bisogno - nelletà anziana anche la sola consapevolezza
dellesistenza di fratelli costituisce una
risorsa di sicurezza
Lasse simbolico (simbolo struttura latente di
senso che connette fra loro gli aspetti basilari
delle relazioni familiari)
Qualità simboliche della
caring of caring about
Relazione Coniugale
Relazione Genitoriale
Relazione tra Stirpi
FIDUCIA SPERANZA
POLO AFFETTIVO
DONO
CURA RESPONSABILE
CURA DELLE EREDITA
PATTO FIDUCIARIO
GIUSTIZIA LEALTA
POLO ETICO
DEBITO (positivo)
- Le transizioni familiari come epifania del
relazionale - sono i momenti in cui il relazionale si
manifesta, viene agito, ritualizzato, quindi può
essere colto e, se dà il caso, terapeuticamente
compreso / indirizzato - nella società attuale alcune transizioni (es
nascite, morti, separazioni) mantengono
ritualità/visibilità ed un carattere di soglia,
altre (es transizione alletà adulta) sono
nascoste e diluite nel tempo - ogni transizione implica labbandono di uno
stato precedente e il raggiungimento di uno
nuovo ha quindi unobiettivo concetto mutuato
dai compiti di sviluppo (individuali) di
Erikson - necessità di tenere separato il processo di
transizione, che per definizione cè, dal suo
obiettivo, che invece può essere più o meno
raggiunto
3IL FAMIGLIARE CAP 6 LA TRANSIZIONE DEL
DIVORZIO
- Obiettivo della transizione sapere affrontare
la fine del patto portando in salvo il legame ?
tenere viva la fiducia nel valore del legame (se
quel legame è fallito è comunque valsa la pena
di viverlo e vale la pena nella vita dare cura ed
energia ai legami) e in se stessi come degni di
legame - Non un processo di conservazione ma un vero e
proprio lavoro psichico di ricostruzione e
revisione delle vicende del rapporto di coppia - Ovvero affrontare la decisione di infrangere il
patto risalendo alle origini del medesimo e alle
modalità attraverso le quali è stato stipulato
Nel corso del matrimonio la discordia è sostenuta
dal bisogno di attaccare il legame e dalla
ricerca, dolorosa e che diffonde dolore, del
legame stesso (si odia il legame e si vive
nellinferno della sua mancanza). Se uno dei due
parner riesce a recidere il legame, anche a
seguito del divorzio si conferma la strategia
dellattacco al punto debole altrui per
salvaguardare se stessi far provare linferno in
terra allaltro è la strategia comune. Maschi e e
femmine utilizzano modalità differenti per
affermare la stessa logica il legame è maligno,
da esso non può venire che il male e il male va
riversato sullaltro. I figli entrano in tale
dinamica (spesso utilizzati contro il partner)
e sono avviluppati in una relazione desolante.
Nel deprezzamento del patto dichiarato (dovuto
allangoscia relativa al legame) si ha la
dominanza, anche a livello sociale, del registro
emozionale e narcisistico. Basta lattribuzione
allaltro di qualche difetto o limite, o il
sentore della noia incombente, perché il patto
salti. Il divorzio viene conseguentemente vissuto
come un annullamento del patto, nei confronti dei
figli può prendere il sopravvento lindifferenza
generativa
Tipologie di transizioni
PATTO SEGRETO
Impraticabile area dellanti-patto
DESOLAZIONE
ANNULLAMENTO
discordia
deprezzamento
Patto segreto praticabile, patto dichiarato
assunto
PATTO DICHIARATO
Formale
Fragile
La coppia da un lato ha essaurito il suo compito
dorigine, dallaltro non è in grado né di
rilanciare il patto, né di accettare la sua fine.
Domina il sentimento del fallimento. Il senso
del valore di sé riceve un grave attacco e
laltro diventa oggetto sia di odio, sia di
imploranti richieste perché torni sui suoi
passi. I figli vivono in una condizione di
sospensione. Sono facilmente vissuti dai genitori
come partner sostitutivi o come vittime da
proteggere, o anche come fonte di pericolo
(potrebbero a loro volta abbandonare e preferire
il parner)
povertà legame
crollo legame
LEGAME DISPERANTE
ABBANDONO
Sembrerebbe il tipo di transizione più benigna
Rigido (no evoluzione da io sposo questo in te
a io sposo te) area del pericolo
Compiti di sviluppo della coppia separata (dalla
frattura del patto al rilancio della generatività)
- In quanto ex coniugi trattare la fine del
patto, elaborandola. Impegnarsi nella gestione
del conflitto ridefinendo i confini coniugali e
familiari - In quanto genitori legittimare laltro, ovvero
mettere in atto forme di collaborazione con lex
coniuge per garantire lesercizio della funzione
genitoriale. Consentire al figlio laccesso alle
storie di entrambe le famiglie dorigine - In quanto figli realizzare un interscambio
supportivo con le famiglie dorigine, non
appiattirsi in una relazione esclusivamente
filiale (regressione)
4IL FAMIGLIARE CAP 7 LA FAMIGLIA ADOTTIVA (UNA
TRANSIZIONE PER LEGITTIMAZIONE)
Ladozione nei secoli ha avuto funzione
patrimoniale (diritto di eredità ai figli nati
fuori del matrimonio, discendenza). A questa si
è venuta affiancando nel XX secolo una funzione
legittimante che garantisce al minore il legame
affettivo di appartenenza alla famiglia adottiva
? aspetto di riparazione affettiva in linea con
lattuale enfasi del codice materno su quello
paterno Elementi generativi possono coesistere
con altri riparativi (ferita narcisistica
dellinfecondità), i problemi nascono quando
questi ultimi prendono il sopravvento. Occorre
che il bisogno di un figlio venga elaborato in
desiderio di un figlio, che segnala la capacità
di accogliere il bisogno del bambino in uno
scambio proficuo.
Obiettivo della transizione costruire il patto
adottivo ? ladozione trae la sue origine in una
doppia mancanza ed ha successo nella misura in
cui entrambe queste mancanze sono elaborate e
incanalate in un comune patto generativo ?
reciprocità della scelta adottiva (adozione
dal latino optare) che si manifesta nello
scambio di doni i genitori adottivi offrono al
bambino una famiglia, il bambino offre ai
genitori la genitorialità e la continuità
familiare. Il legame può essere ipotecato fin
dallinizio se i genitori non colgono la
reciprocità dello scambio, e il figlio rimane
imprigionato nella figura del debitore
(indebitamento distruttivo) ? equilibrio fra
riconoscimento della differenza genetica, di
stirpe e costruzione di una comune appartenenza
familiare rispetto al tema della differenza,
centrale per la costruzione del patto adottivo,
vi sono ai due poli opposti i rischi della
negazione (equiparazione del figlio adottivo al
figlio biologico, di fatto disconoscimento della
sua identità) e dellaccentuazione (ostacolo
allintegrazione del figlio adottivo nella storia
familiare, da differente a diverso, estraneo,
fino a poter arrivare allespulsione)
DOPPIA MANCANZA
Tipologie di adozioni
- 2. Patto di assimilazione reciproca
- bisogno di neutralizzare levento adottivo per
lalto grado di sentimenti negativi relativi alla
differenza dorigine - assimilazione del figlio adottivo al figlio
biologico - buona accoglienza delladottato da parte della
famiglia estesa - da parte dei genitori, spesso eccessiva
vicinanza emotiva alle famiglie di origine e
mancanza di una rielaborazione originale di
quanto da esse ricevuto
- 3. Patto imperfetto
- mancanza di reciprocità da parte del figlio
(distanza dal patto di assimilazione offerto dai
genitori) - figlio ben accolto dalla famiglia estesa
- buone modalità di scambio da parte dei genitori
con le generazioni precedenti
- 4. Patto di negazione
- negazione della storia delladozione, da parte
sia dei genitori che del figlio, da entrambi
vissuta come troppo dolorosa - cattive relazioni dei genitori con le famiglie
dorigine, ladozione stessa può essere una mossa
per marcare la differenza rispetto a loro - bisogno della coppia di essere totalmente
allorigine, cioè senza né passato familiare, né
differenze rispetto al figlio da dover gestire
- 5. Patto impossibile
- figlio vissuto sostanzialmetne come un estraneo,
aspetti negativi del suo comportamento imputati
alle sue origini - il figlio da parte sua conferma lestraneità
alle relazioni familiari - difficoltà della coppia genitoriale nel processo
di separazione dalle famiglie dorigine
(dallestremo della frattura a quello opposto del
mantenimento di un legame troppo forte)
- 1. Patto di riconoscimento e valorizzazione delle
differenze - ladozione è entrata a far parte della storia
familiare ed ha portato ricchezza per tutti - libertà nellesplicitare i sentimenti, positivi
e negativi, ad essa connessi - accoglienza corale delladottato
- adozione vissuta dai genitori come medium per
trasmettere in avanti ciò che hanno ricevuto
dalle famiglie dorigine (legame fra i vivi e i
morti)
- Compiti di sviluppo della famiglia adottiva
- Per le generazioni precedenti sostenere i figli
adulti nella transizione adottiva, e accogliere
il nipote come continuatore della storia
familiare - Per i genitori costruire la genitorialità
adottiva e legare fra loro le generazioni
inserendo nella famiglia unorigine diversa
(ruolo cruciale del padre a differenza che nella
genitorialità biologica, qui è lui che legittima
la madre e con essa la coppia) mediare con il
sociale sostenendo il figlio nel processo di
inserimento sociale - Per il figlio costruire la filiazione adottiva
e riconoscersi come appartenente alla storia
familiare, nella consapevolezza delle diverse
origini (occorre che nel tempo sia in grado di
dare una risposta allinterrogativo perché mi
hanno abbandonato elaborando i profondi
sentimenti negativi associati)
5PSI GIURIDICA CAP. 2 - LA TUTELA DEL MINORE IN
CONDIZIONI DI RISCHIO EVOLUTIVO
- Concetto di interesse del minore relativamente
recente, parte dalla valorizzazione delle delle
risorse e delle competenze emotivo-cognitive del
minore stesso, che vengono portate in primo piano
rispetto agli aspetti deficitari o problematici
da lui espressi - Convenzione dellONU sui diritti del fanciullo
(1989, recepita in Italia dal 1991) e convenzione
europea sullesercizio dei diritti dei minori
(1996, recepita in Italia dal 2001) stabiliscono
il diritto del minore di poter partecipare
attivamente alle scelte che lo riguardano e di
essere ascoltato in modo attivo dagli
interlocutori adulti - Perseguire attivamente linteresse del minore
vuol dire privilegiare ove possibile la
prevenzione, lavorare sul potenziamento delle
risorse piuttosto che sulla semplice
riparazione dei deficit, potenziare e
interconnettere le risorse ambientali esistenti
- Concetto di rischio evolutivo situazioni in cui
il minore può perdere o vivere in modo critico o
carente la possibilità di fare riferimento a
figure che lo proteggano e guidino di fonte ad
aventuali ostacoli o nodi problematici. (cmq
duplice accezione di rischio come problema, ma
anche come opportunità per attribuire nuovi
significati allambiente ed alle proprie
relazioni con esso) - Lapproccio sistemico, che prende in
considerazione non tanto il soggetto in sé quanto
il soggetto in relazione, è particolarmente
applicabile allanalisi delle condizioni di
rischio che si generano rispetto ai contesti
familiari la visione propugnata è che le
condizioni di rischio evolutivo in cui può
trovarsi un minore non dipendano solo dalla
presenza in famiglia di specifiche problematiche
personali e sociali, ma anche dalle modalità di
funzionamento relazionale della famiglia stessa
soprattutto in periodi critici per cause vuoi
esterne vuoi interne, la rigidità, ovvero scarsa
adattabilità, degli schemi interattivi e
percettivi del sistema-famiglia tende a produrre
disfunzionalità - La valutazione delle condizioni di rischio
evelutivo in cui può trovarsi il minore deve però
tenere anche conto delle risorse di cui dispone
il minore stesso, sia in termini relazionali, sia
in termini di personali capacità di far fronte
alle difficoltà (resilienza, ovvero capacità
adattivo-evolutiva di andare oltre le situazioni
traumatiche vissute come effetto delle capacità
di coping)
- Affidamento dei figli in caso di separazione o
divorzio - competenza del giudice tutelare
(tribunale ordinario) - cercare di tenere conto della volontà del minore
(nuovo diritto di famiglia lo prevede
espressamente a partire dal 14 anno detà) - scegliere il genitore affidatario nellinteresse
del minore, ma aiutare il minore a mantenere ed
evolvere il legame anche con laltro genitore - può esservi condizione di rischio evolutivo
quando la separazione per i due coniugi è
dolorosa, conflittuale, ed in particolare se si
produce un legame di invischiamento che
alimenta la situazione conflittuale e impedisce
alla coppia di separarsi realmente (divorzio
psicologico non segue le tappe di quello
effettivo) tra le principali difficoltà può
esservi proprio quella di non riuscire a scindere
i due ruoli di genitore e partner precedentemente
condivisi allinterno della coppia - il minore può essere strumentalizzato
allinterno del conflitto e venire coinvolto in
un processo di triangolazione che lo costringe a
scegliere un genitore rispetto allaltro ?
rischio di deterioramento del rapporto con il
genitore escluso, di colpevolizzazione del minore
e cmq sostanziale inversione di ruolo poiché si
ritrova a dover assumere una posizione
genitorializzata (è lui che deve dare cura e
protezinoe al sistema parentale e non viceversa)
- Allontanamento del minore dal nucleo dorigine
competenza del tribunale dei minorenni - provvedimento estremo, la nuova legge sul
diritto di famiglia stabilisce che in prima
istanza la famiglia dorigine in disagiate
situazione economiche che non possa provvedere al
mantenimento/educazione dei figli debba essere
aiutata ? focus sulla prevenzione dello stato di
abbandono - laffido eterofamiliare può essere disposto dai
servizi territoriali qualora vi sia consenso
della famiglia (e ascoltato il minore oltre il
12 anno detà) diventa invece di competenza del
tribunale dei minorenni qualora i servizi
territoriali lo richiedano ma la famiglia si
opponga - il minore puù essere affidato a parenti, altra
famiglia o persone singole, oppure a una comunità
di tipo familiare in caso di impossinbilità di
ricorrere ad un affido di tipo familiare, con la
nuova normativa laffidamento ad un istituto di
assistenza pubblico o privato non può cmq essere
disposto per i bambini sotto i 6 anni - laffido eterofamiliare è per definizione a
tempo determinato suo presupposto e finalità
sono il sostegno e recupero della famiglia
dorigine, che con laffido non perde i propri
diritti/doveri di accudimento, ma si fa solo
affiancare temporaneamente in questi compiti - persino quando vi siano situazioni di
maltrattattamento/abuso del minore (tipiche
quando laffido è giudiziale) laffido può
mantenere carattere transitorio, essendo
revocabile quando le condizioni che lo hanno
determinato non sussistono più
- Adozione nazionale e internazionale competenza
del tribunale dei minorenni - quando sia rilevato lo stato di abbandono viene
sancita ladottabilità del minore, in base al
presupposto che egli ha diritto ad essere
inserito in un nuovo nucleo familiare in grado di
assolvere le funzioni di natura genitoriale con
la nuova normativa il focus non è piu il solo
rimediare allo stato di abbandono, e la
valutazione della coppia viene fatta tenendo
conto delle esigenze dello specifico bambino e
della capacità della coppia stessa di instaurare
con lui una relazione efficace il soggetto
principale delliter è il bambino, non la coppia
con i suoi bisogni di genitorialità - la legge prevede che la coppia debba essere
sposata e convivente da almeno tre anni (dal 2001
viene anche conteggiata la convivenza
prematrimoniale), che il minore oltre i 12 anni
debba dare il proprio assenso, che unavvocato
esperto del diritto di famiglia (se da il caso
assegnato dufficio) tuteli il minore e la
famiglia dorigine - Lo stato dabbandono può essere di due tipi
coincidente con la nascita del minore (ma i
genitori naturali possono riconoscerlo in un
secondo momento ? periodo di collocamento
provvisorio del minore presso apposite strutture
o in affidamento pre-adottivo), oppure sancito
dal giudice (maltrattamenti, abusi, ecc)
6Modello PRECEDE-PROCEED - La prima parte del
modello (PRECEDE) si propone di garantire
lappropriatezza del programma ai bisogni e alle
condizioni della popolazione, mentre la seconda
(PROCEED) mira a renderlo disponibile,
accessibile, accettabile e giustificabile
PROMOZIONE ED EDUCAZIONE ALLA SALUTE
- FASE 1
- VALUTAZIONE SOCIALE
- (che problemi le persone percepiscono di avere?)
- coinvolgere la comunità come parner attivo
- identificare e valutare valori e percezioni
soggettive rispetto alla qualità della vita - dimostrare il legame tra tali valori e
percezioni e consapevolezza problemi salute /
motivazione ad affontarli - valutare capacità e risorse della comunità
- rendere esplicito il razionale per la scelta dei
problemi prioritari
- FASE 3
- VALUTAZIONE COMPORTAMENTALE
- ED AMBIENTALE
- (cosa occorre cambiare per risolvere?)
- analisi sistematica dei legami fra comportamenti
specifici e scopi / problemi identificati nelle
due fasi precedenti (cioè delle relazioni causali
intercorrenti), selezionandoli per livelli di
importanza e modificabilità - analisi dellambiente fisico e sociale immediato
(es luogo di lavoro, clima, adeguatezza servizi)
che potrebbe essere legato causalmente al
comportamento a rischio o direttamente agli esiti
relativi alla qualità della vita
- FASE 2
- VALUTAZIONE EPIDEMIOLOGICA
- (quali sono i loro problemi di
- salute oggettivi?)
- determinare quali sono i problemi di salute,
misurati oggettivamente applicando gli strumenti
dellepidemiologia (es indici di disabilità,
prevalenza, morbilità, incidenza, mortalità,
ecc), che costituiscono la principale minaccia
alla salute e alla qualità della vita per la
popolazione target
- FASE 4
- VALUTAZIONE
- EDUCATIVA ED ECOLOGICA
- (come si arriva ai cambiamenti auspicati?)
- Identificazioni e selezione dei fattori
prioritari che potrebbero facilitare ladozione/
abbandono dei comportamenti desiderati /
indesiderati - f.predisponenti sono psicologici e tipicamente
intraindividuali (credenze, atteggiamenti, locus,
ecc) - f.facilitanti sono concreti e tipicamente
ambientali (disponibilità e accessibilità servizi
sociali, ecc) - f.rinforzanti sono sia psicologici che fisici
che sociali, sia intra che interindividuali
(sostegno sociale, benefici immaginati in termini
di immagine sociale, autostima, sollievo dal
dolore, guadagno economico, ecc
- FASE 5
- VALUTAZIONE AMMINISTRATIVA
- E DELLE POLITICHE
- (come e fino a che punto si possono realizzare
gli interventi identificati?) - Messa a punto del programma da implementare
tenendo conto - delle risorse disponibili vs quelle necessarie
(tempo, persone, costi vivi) - dei fattori facilitanti e inficianti
limplementazione del programma che possono
provenire dalloganizzazione, dalla sua
regolamentazione e dalle sue politiche
DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI DEL PROGRAMMA
DEFINIZIONE OBIETTIVI EDUCATIVI, METODI E
MATERIALI PER LIMPLEMENTAZIONE DEL PROGRAMMA
DEFINIZIONE FOCUS DEGLI INTERVENTI EDUCATIVI
SPEICFICI
PROMOZIONE DELLA SALUTE
Fattori predisponenti
Comportamenti e stili di vita (indiv. e
collettivi)
Educazione alla salute
Qualità della vita
Salute
Fattori rinforzanti
Politiche Regolamentazione Organizzazione
Fattori facilitanti
Ambiente
- FASE 6
- IMPLEMENTAZIONE
- (action!)
- conversione degli obiettivi del programma in
azioni concrete - definizione di protocolli e procedure per
lesecuzione delle strategie, tecniche e metodi
definiti - messa a punto di un processo o sistema per
garantire limplementazione della qualità - ricorso sistematico a supervisioni, controlli e
correzioni per garantire lappropriatezza degli
obiettivi e dei metodi del programma rispetto
agli obiettivi identificati
- FASE 9
- VALUTAZIONE DEL RISULTATO
- (cosa abbiamo ottenuto?)
- misurazione delle variazioni intervenute negli
indicatori dello stato di salute o della qualità
della vita identificati come rilevanti allinizio
del processo - la possibilità di rilevare cambiamenti dipende
dalla specificità degli indicatori, dalla
precisione della loro misurazione, dalla
grandezza delleffetto, dalle dimensioni della
popolazione, dal tempo (possono essere necessari
anni prima di poter osservare cambiamenti
effettivi nella qualità della vita)
- FASE 8
- VALUTAZIONE DIMPATTO
- (dove siamo arrivati?)
- misurazione degli effetti immediati del
programma (o di alcuni suoi specifici
sotto-insiemi) sui comportamenti, o sui fattori
ambientali, o sui fattori predisponenti /
rinforzanti / facilitanti che ne costituivano
lobiettivo
- FASE 7
- VALUTAZIONE DI PROCESSO
- (stiamo andando come e dove previsto?)
- analisi delle osservazioni sul processo (sono le
prime ad essere disponibili) - individuazione precoce dei problemi
- aggiustamenti progressivi
- sperimentazione alternative, metodi nuovi