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Crisi/Critica/Letteratura

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Title: Nessun titolo diapositiva Author: Federico Bertoni Last modified by: Federico Bertoni Created Date: 11/7/2006 12:47:05 PM Document presentation format – PowerPoint PPT presentation

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Title: Crisi/Critica/Letteratura


1
Crisi/Critica/Letteratura
Martha Nussbaum, Non per profitto. Perché le
democrazie hanno bisogno della cultura
umanistica, uscito nel 2010 e tradotto in
italiano nel 2011 (cfr. anche Coltivare
lumanità, i classici, il multiculturalismo,
leducazione contemporanea, del 2006) I
cittadini non possono relazionarsi bene alla
complessità del mondo che li circonda soltanto
grazie alla logica e al sapere fattuale. La terza
competenza del cittadino, strettamente correlata
alle prime due, è ciò che chiamiamo immaginazione
narrativa! Vale a dire la capacità di pensarsi
nei panni di unaltra persona, di essere un
lettore intelligente della sua storia, di
comprenderne le emozioni, le aspettative e i
desideri.
2
Crisi/Critica/Letteratura
Martha Nussbaum, Non per profitto La ricerca
di tale empatia è parte essenziale delle migliori
concezioni di educazione alla democrazia, sia nei
paesi occidentali sia in quelli orientali. Buona
parte di essa deve avvenire allinterno della
famiglia, ma anche la scuola e addirittura il
college e luniversità svolgono una funzione
importante. Per assolvere a questo compito, le
scuole devono assegnare un posto di rilievo nel
programma di studio alle materie umanistiche,
letterarie e artistiche, coltivando una
partecipazione di tipo partecipativo che attivi e
perfezioni la capacità di vedere il mondo
attraverso gli occhi di unaltra persona.
3
Crisi/Critica/Letteratura
Mario Lavagetto, Eutanasia della critica (2005)
Quanti di quei quaranta milioni di libri
venduti nel solo 2002 sono destinati a essere
letti? In quale misura lacquirente tipo sceglie,
e in quale misura obbedisce a una forma
maniacale, perversa di collezionismo, congiunta
al desiderio di esporre una sorta di blasone
culturale? E non cè il rischio di determinare,
prima o poi, una saturazione definitiva e, invece
di facilitare laccesso alla lettura, dopo che il
tornaconto è stato ottenuto, di metterla
definitivamente al bando?.
4
Crisi/Critica/Letteratura
Mario Lavagetto, Eutanasia della critica (2005)
La letteratura, abbandonata a se stessa,
andrebbe incontro a una progressiva rovina la
sua voce si farebbe sempre più flebile e
indistinta, sempre più sparuti e guardati a vista
i suoi frequentatori. Perché pensare che i testi
parlino da soli, al di là e al di fuori di ogni
possibile mediazione, è unidea tanto vecchia
quanto ingenua e intimamente balorda disconosce
la storia, disconosce la diversità dei codici e
il modificarsi radicale, di secolo in secolo,
degli orizzonti dattesa, delle domande che un
testo produce e che al testo vengono poste.
5
La crisi della critica
Dati negativi a) Mondo editoriale, decadenza
della saggistica letteraria b) Degrado delle
pagine culturali dei giornali c) Agonia (o
iperspecializzazione) delle riviste
letterarie d) Promessa mancata (per ora) del
web e) Rapporto tra autori e critici cfr.
Giglioli, Oltre la critica Sottolinea il
diffuso senso di fastidio, sufficienza e
autosufficienza ostentato dagli autori
(romanzieri, poeti), soprattutto giovani, nei
confronti dei critici, ben al di là del topos
antichissimo e un po comico che li vuole
antipatizzanti per contratto. Non servono a
niente, ne facciamo a meno, ci commentiamo e se
occorre ci recensiamo tra di noi, dicono molti
scrittori.
6
La crisi della critica
Giglioli, Oltre la critica A loro danno,
perché una letteratura senza critica è fatalmente
una letteratura peggiore, specie in una
condizione come quella moderna in cui, scriveva
Baudelaire, non cè scrittore di valore che non
abbia dentro di sé anche un critico, e in cui la
critica ha compenetrato di sé tante delle
poetiche e delle estetiche dal romanticismo ai
giorni nostri. Controprova, gli scrittori più
interessanti sono spesso anche dei critici di
vaglia, da Celati a Cordelli, da Arbasino a Siti,
da Trevi a Scurati, per non citare che qualche
italiano.
7
La crisi della critica
  • Cesare Segre, Notizie dalla crisi. Dove va la
    critica letteraria?, Torino, Einaudi, 1993
  • Massimo Onofri, Ingrati maestri Discorso sulla
    critica da Croce ai contemporanei, Roma, Theoria,
    1995
  • Cesare Segre, Ritorno alla critica, Torino,
    Einaudi, 2001
  • Carla Benedetti, Il tradimento dei critici,
    Torino, Bollati Boringhieri,
  • Romano Luperini, Breviario di critica, Napoli,
    Guida, 2002
  • Giulio Ferroni, I confini della critica, Napoli,
    Guida, 2005
  • Mario Lavagetto , Eutanasia della crtitica,
    Torino, Einaudi, 2005
  • Alfonso Berardinelli, Casi critici. Dal
    postmoderno alla mutazione, Macerata, Quodlibet,
    2007
  • Filippo La Porta, Giuseppe Leonelli, Dizionario
    della critica militante, Milano, Bompiani, 2007

8
La crisi della critica
  • Dati (potenzialmente) positivi
  • La critica è in crisi per definizione,
    lespressione crisi della critica è tautologica
  • Cfr. etimologia, entrambi i termini derivano dal
    greco krísis, che deriva a sua volta dal verbo
    kríno e che copre una duplice area semantica da
    un lato separare, dallaltro scegliere/decidere/gi
    udicare.

9
La crisi della critica
  • Dati (potenzialmente) positivi
  • La critica è in crisi per definizione,
    lespressione crisi della critica è tautologica
  • Mario Lavagetto, Introduzione a Il testo
    letterario Istruzioni per luso (1997) La
    crisi della critica non è (o è solo parzialmente)
    congiunturale. Molto spesso si parla di crisi
    della critica dei metodi, della funzione e dei
    risultati. Non è certo la prima volta che simili
    preoccupazioni hanno preso forma si ripresentano
    ciclicamente, sia pure con periodi irregolari, al
    punto che, in questo territorio delle scienze
    umane , la crisi può apparire di natura
    endemica .

10
La crisi della critica
  • Dati (potenzialmente) positivi
  • b) Lessico, forme, metodi e paradigmi conoscitivi
    della critica letteraria vengono mutuati da altri
    campi disciplinari, non solo quelli delle scienze
    umane ma anche quelli delle cosiddette scienze
    esatte.
  • Cfr. Remo Ceserani, Convergenze. Gli strumenti
    letterari e le altre discipline (2010).

11
La crisi della critica
Dati (potenzialmente) positivi c) La diffusione
degli studi culturali, che derivano molti dei
loro strumenti analitici dalla critica
letteraria, assegnano unassoluta priorità al
fatto linguistico, riflettono sulla costruzione
simbolica e retorica delle relazioni sociali o
dei rapporti di potere, mostrano come concetti
apparentemente assoluti quali identità, corpo,
cultura, storia, siano in realtà il prodotto di
una pratica culturale ben precisa, di
unelaborazione narrativa, spesso di una vera e
propria invenzione.
12
La crisi della critica
Romano Luperini, Linterpretazione dei testi
letterari La parte del commento (in
Lautocoscienza del moderno, 2006) Nella
produzione critica si assiste a una pericolosa
divaricazione da un lato la chiusura
specialistica in un microfilologismo spicciolo,
dallaltro una propensione a un ampliamento
tematico della ricerca e a un suo rapidissimo
svariare fra testi diversi e lontani che in
diversi casi finisce col perdere di vista la loro
concreta materialità . Da questo punto di
vista, la crisi della critica non è che un
aspetto della crisi più generale della funzione
intellettuale e della progressiva scomparsa della
figura storica dellintellettuale come mediatore
civile.
13
La crisi della critica
Romano Luperini, Linterpretazione dei testi
letterari La parte del commento
Nellattività didattica e nelle indicazioni
ministeriali che si sono succedute nellultimo
decennio la corrispondente divaricazione è
piuttosto fra unimmagine del docente di
letteratura come esperto e della riduzione
dellinsegnamento della letteratura come
riduzione agli schemi e agli schemini di una
lettura esclusivamente linguistica e retorica e,
invece, unimmagine del docente come
intrattenitore e tuttologo che svolge percorsi
tematici fra arti e discipline diverse assumendo
la letteratura tuttal più come documento di
qualcosaltro. Se in un caso linsegnamento
rischia di diventare arida e meccanica
applicazione di metodi esclusivamente
descrittivi, nellaltro ignora la ricca
complessità della letterarietà.
14
La crisi della critica
Romano Luperini, Linterpretazione dei testi
letterari La parte del commento Sarebbe
meglio, nella pratica didattica, lavorare
soprattutto sulla parafrasi del testo (sempre
necessaria), sulla differenza fra lingua del
passato e lingua del presente e su poche
fondamentali indicazioni di tipo metrico,
narratologico e stilistico per concentrarsi
poi sul momento della lettura e
dellinterpretazione. Gli stessi percorsi
tematici vanno accettati e praticati solo a
condizione che partano sempre dallo studio di
campioni testuali. In nessun caso, comunque, il
docente dovrebbe rinunciare ad assumere un ruolo
di mediatore culturale, capace di commento e di
interpretazione, di offrire, cioè, modelli di
analisi del testo ma anche prospettive che lo
collochino nella storia passata e ne elaborino il
significato per noi, nel nostro presente.
15
La crisi della critica
Mario Lavagetto, Eutanasia della critica (2005)
Non cè da stupirsi se i docenti delle
materie umanistiche vivono molto spesso in uno
stato di perenne frustrazione, verificando
giorno dopo giorno il restringersi dellarea di
ascolto intorno alle proprie parole e
allirrimediabile perifericità e sussidiarietà
del loro lavoro.
16
Per unidea di letteratura
Italo Calvino, Perché leggere i classici Non
si creda che i classici vanno letti perché
servono a qualcosa. La sola ragione che si può
addurre è che leggere i classici è meglio che non
leggere i classici. Mentre veniva preparata la
cicuta, Socrate stava imparando unaria sul
flauto. A cosa ti servirà? gli fu chiesto. A
sapere questaria prima di morire.
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Per unidea di letteratura
Italo Calvino, Il midollo del leone (1955)
Noi siamo tra quelli che credono in una
letteratura che sia presenza attiva nella storia,
in una letteratura come educazione, di grado e di
qualità insostituibile. Ed è proprio a quel tipo
duomo o di donna che noi pensiamo, a quei
protagonisti attivi della storia, alle nuove
classi dirigenti che si formano nellazione, a
contatto con la pratica delle cose. La
letteratura deve rivolgersi a quegli uomini, deve
mentre impara da loro insegnar loro, servire
a loro, e può servire solo in una cosa
aiutandoli a esser sempre più intelligenti,
sensibili, moralmente forti.
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Per unidea di letteratura
Italo Calvino, Il midollo del leone (1955)
Le cose che la letteratura può insegnare sono
poche ma insostituibili il modo di guardare il
prossimo e se stessi, il porre in relazione fatti
personali e fatti generali, di attribuire valore
a piccole cose o a grandi, di considerare i
propri limiti e vizi e gli altrui, di trovare le
proporzioni della vita, e il posto dellamore in
essa, e la sua forza e il suo ritmo, e il posto
della morte, il modo di pensarci o di non
pensarci la letteratura può insegnare la
durezza, la pietà, la tristezza, lironia,
lumorismo, e tante altre cose necessarie e
difficili. Il resto lo si vada a imparare
altrove, dalla scienza, dalla storia, dalla vita,
come noi tutti dobbiamo continuamente andare ad
impararlo.
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Krísis
Frank Kermode, Il senso della fine (1966) La
crisi è un elemento centrale del nostro modo di
dare un senso alla realtà, ma a volte rischia di
irrigidirsi in un mito astorico, accettato in
modo acritico è un luogo comune quello di
parlare della propria situazione storica come
eccezionalmente terribile e, dunque, in un certo
modo privilegiata, come se fosse punto cardinale
del tempo. Così, pensiamo che la crisi in cui
viviamo sia preminente, più tormentosa, più
interessante delle altre crisi. Anche i
filosofi che studiano la crisi come fenomeno
storico ricorrente, se non perpetuo, tendono a
indicare nei momenti di crisi a loro
contemporanei gli esempi più calzanti.
20
Krísis
Frank Kermode, Il senso della fine (1966) I
momenti che chiamiamo di crisi sono momenti di
fine e di inizio. Siamo pronti ad accettare ogni
prova che possa dimostrarci che la nostra è
unautentica fine, o un autentico inizio. Queste
prove, per esempio, le prendiamo dal calendario.
Il nostro senso di epoca è appagato soprattutto
nel momento della fine di un secolo. E a volte
facciamo in modo che gli eventi siano in accordo
con questo abito mentale. Cè, insomma, un
effettivo rapporto tra i momenti di fine secolo e
il carattere della nostra immaginazione, che
pensa sempre di vivere alla fine di unepoca.
21
Krísis
Reinhart Koselleck, Crisi, in Il vocabolario
della modernità (cfr. il primo par. del suo
saggio, intitolato Rassegna di storia
concettuale, in cui fa anche una ricognizione
etimologica e semantica sul termine crisi)
Quello di crisi è uno dei concetti
fondamentali, cioè dei concetti non sostituibili
della lingua greca. Derivato da kríno (separare,
scegliere, decidere, valutare mediale misurare,
lottare, combattere), la krísis portava a una
decisione definitiva, irrevocabile. Il concetto
implicava alternative esasperate, che non
consentivano alcuna revisione successo o
fallimento, ragione o torto, vita o morte, infine
salvezza o dannazione.
22
Krísis
  • Cfr. il significato originario nellambito della
    medicina
  • La crisi è un notevole e improvviso
    cambiamento, in senso favorevole (o anche
    sfavorevole), che avviene in una malattia fase
    risolutiva, che coincide con la repentina caduta
    della febbre (S. Battaglia, Grande dizionario
    della lingua italiana).
  • Cfr. le estensioni metaforiche
  • Nella vita dei singoli individui crisi nervosa,
    crisi di coscienza, crisi spirituale
  • E nella vita delle collettività sociali crisi
    di governo, crisi dinastica, crisi economica,
    crisi epistemologica, ecc.

23
Krísis
Carlo Colloca, La polisemia del concetto di
crisi società, culture, scenari urbani (2010)
La crisi si manifesta come un evento
straordinario, caratterizzato da una visibilità
esterna, che irrompe nella vita di una comunità
disgregandone gli equilibri e facendone saltare i
meccanismi di funzionamento. È un momento di
perturbazione, uno scarto che altera i processi
esistenti allinterno e allesterno del sistema
sociale colpito, una transizione in cui regole e
norme del funzionamento ordinario appaiono
inutili a risolvere quanto di problematico è
emerso. Caratterizzata da ripercussioni tali da
arrivare a pregiudicare lesistenza duratura ed
autonoma di unorganizzazione sociale, costringe
ad agire sotto un vincolo temporale stringente,
richiede scelte e decisioni
24
Krísis
Carlo Colloca, La polisemia del concetto di
crisi Data la complessità ed eterogeneità
del fenomeno non esiste una definizione unica
dellevento critico ed è abbastanza complesso
delineare un quadro di peculiarità che possa
riproporsi al verificarsi di ogni manifestazione
critica. Si può dire che la crisi innesca
mutamenti sociali che avvengono in maniera
repentina o graduale, seguono un percorso
lineare, discontinuo o ciclico, assumono una
direzione precisa o proseguono in maniera
casuale, riguardano lintera società o singoli
sistemi, possono avere origini endogene o
esogene, obbediscono a dinamiche che lasciano un
certo margine alliniziativa personale o
collettiva oppure avvengono in maniera spontanea,
non prevedibile.
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Krísis
Carlo Colloca, La polisemia del concetto di
crisi Data la complessità ed eterogeneità
del fenomeno non esiste una definizione unica
dellevento critico ed è abbastanza complesso
delineare un quadro di peculiarità che possa
riproporsi al verificarsi di ogni manifestazione
critica. Si può dire che la crisi innesca
mutamenti sociali che avvengono in maniera
repentina o graduale, seguono un percorso
lineare, discontinuo o ciclico, assumono una
direzione precisa o proseguono in maniera
casuale, riguardano lintera società o singoli
sistemi, possono avere origini endogene o
esogene, obbediscono a dinamiche che lasciano un
certo margine alliniziativa personale o
collettiva oppure avvengono in maniera spontanea,
non prevedibile.
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Krísis
Stephen Kern, Il tempo e lo spazio La percezione
del mondo tra Otto e Novecento (1983)
Nessuna epoca può tollerare una crisi continua.
Le crisi della generazione alla fine del
secolo diciannovesimo facevano parte anche di
un processo essenzialmente costruttivo, dato che
i più audaci innovatori usavano il grimaldello
nellarmatura delle forme tradizionali per
sgombrare la strada a tutta la ricostruzione a
venire.
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Krísis
Jakob Burckhardt, Sullo studio della storia
(1905), secondo il quale le crisi, se
autentiche, possono risvegliare grandi enrgie
spirituali, anche in arte A lode delle
crisi, bisogna prima di tutto dire la passione
genera grandi cose, diciamo meglio la vera
passione, che vuole essere qualcosa di nuovo e
non solo il rovesciamento del vecchio. Energie
insospettate si risvegliano negli individui,
nelle masse, e perfino il cielo ha un altro
colore. Chi è qualcosa che può farsi valere,
perché le barriere sono state o vengono infrante.
Le crisi sono da considerare come autentici
segni di vitalità, e nella crisi bisogna vedere
un ausilio fornito dalla natura e simile ad una
febbre che liquida pseudo organismi che non
hanno mai avuto un diritto allesistenza e
porta alla ribalta individui pieni di fresca
energia.
28
Krísis
Reinhart Koselleck, Crisi A partire dalla
Rivoluzione francese il concetto di crisi diventa
in seguito la chiave interpretativa centrale
tanto per la storia politica quanto per la storia
sociale. Lo stesso vale per la lunga rivoluzione
industriale, accompagnata e influenzata da una
teoria scientificamente differenziata della crisi
e della congiuntura.
29
Krísis
François Dosse, Renaissance de lévénement
(2010) Ovunque si assiste al ritorno
dellavvenimento. Le nozioni di struttura, di
invariante, di lunga durata, di storia immobile
sono state rimpiazzate dalle nozioni di caos
organizzatore, di frattale, di teoria delle
catastrofi, di emergenza, di mutazione, di
rottura Questa oscillazione non riguarda
soltanto la disciplina della storia, ma si
estende allintero insieme delle scienze umane e
attesta una rinnovata sensibilità e attenzione
per ciò che succede di nuovo.
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Krísis
  • Alcune rivoluzioni tra Otto e Novecento
  • Ambito politico-sociale
  • 1896-1908 Seconda rivoluzione industriale
  • 1914-18 Grande guerra
  • 1917 Rivoluzione dOttobre
  • Scienza e filosofia
  • 1899 Freud pubblica Linterpretazione dei sogni
  • 1905 Einstein formula la teoria della relatività
    ristretta (a cui seguirà, nel 1916, la teoria
    della relatività generale)
  • 1903-1911 Planck sviluppa la teoria dei quanti
  • 1900-01 Husserl pubblica le Ricerche logiche (e
    nel 1913 le Idee per una fenomenologia pura e per
    una filosofia fenomenologica)

31
Krísis
  • Campo della tecnica e delle invenzioni
    tecnologiche
  • Tra fine 800 e primi anni del 900, Marconi
    inventa la radio, e in generale si sviluppano le
    telecomunicazioni (telegrafo, telefono ecc.)
  • Negli stessi anni, i fratelli Lumière inventano
    il cinema
  • Grande sviluppo dei trasporti auto, aereo,
    grandi transatlantici ecc.

32
Krísis
Stephen Kern, Il tempo e lo spazio La percezione
del mondo tra Otto e Novecento Nel periodo
che va dal 1880 allo scoppio della prima guerra
mondiale una serie di radicali cambiamenti nella
tecnologia e nella cultura creò nuovi,
caratteristici modi di pensare e di esperire lo
spazio e il tempo. Innovazioni tecnologiche che
comprendono il telefono, la radiotelegrafia, i
raggi X, il cinema, la bicicletta, lautomobile e
laeroplano posero il fondamento materiale per
questo nuovo orientamento sviluppi culturali
indipendenti quali il romanzo del flusso di
coscienza, la psicoanalisi, il cubismo e la
teoria della relatività plasmarono direttamente
la coscienza il risultato fu una trasformazione
delle dimensioni della vita e del pensiero.
33
Krísis
Mario Lavagetto, Svevo e la crisi del romanzo
europeo (2000) Il secolo ... nasce in modo
fortemente traumatico, grazie a una cesura
radicale dopo la quale niente sarà più come
prima e i confini del possibile e
dellimpossibile risulteranno drasticamente
modificati. È come se lungo un arco molto ampio
che va dalla musica alla filosofia, dalla fisica
al romanzo fossero stati predisposti dei
detonatori che, in rapida sequenza, innescheranno
formidabili esplosioni destinate a rivoluzionare
i presupposti, i riferimenti e le condizioni
stesse di lavoro a trasformare il modo in cui i
singoli pensano se stessi e il mondo che li
circonda (251).
34
Krísis
Erich Auerbach, Mimesis. Il realismo nella
letteratura occidentale (1946) I cambiamenti
veloci produssero una confusione tanto maggiore,
in quanto non era possibile abbracciarli nel loro
insieme essi si manifestarono contemporaneamente
in molte singole sfere della scienza, della
tecnica e delleconomia, cosicché nessuno,
neanche coloro che ne erano a capo, poterono
prevedere e giudicare le situazioni nuove che ne
risultarono. dappertutto nel mondo sorsero
crisi di adattamento, si accumularono e si fecero
minacciose, condussero a quegli sconvolgimenti
che non abbiamo ancora superato.
35
Krísis
Virginia Woolf, Bennett and Mrs Brown (1924)
individua una frattura generazionale tra i
romanzieri della sua generazione (georgiani) e
quelli della generazione precedente
(edoardiani) Nel o intorno al dicembre 1910
la natura umana è cambiata Tutte le relazioni
umane sono mutate quelle tra padroni e servi,
mariti e mogli, genitori e figli. E quando le
relazioni umane cambiano, cè un contemporaneo
cambiamento nella religione, nel comportamento,
nella politica, e nella letteratura. E così
si è iniziato a fracassare e a distruggere. È ciò
che sentiamo tutto intorno a noi, nelle poesie e
nei romanzi e nelle biografie, perfino negli
articoli di giornale e nei saggi, il rumore di
rottura e di crolli, di rovina e distruzione.
I segni di tutto questo sono evidenti ovunque. La
grammatica è violata la sintassi disintegrata
.
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