Title: Malattia ustione
1Dipartimento di Specialita Medico-Chirurgiche Sez
ione di Chirurgia Plastica Direttore Prof. F.
Mazzoleni
Corso Integrato di Malattie Organi di Senso IV
anno Corso di laurea in Medicina e Chirurgia
Prof. Franco Bassetto Prof. Associato Chirurgia
Plastica Corso di Chirurgia Plastica Canale B
Per contatti franco.bassetto_at_unipd.it
2 3Malattia ustione
- E la malattia dovuta all azione di alte
temperature sulla superficie corporea - Consiste nel danno direttamente indotto dall
agente termico e nei processi patologici che ne
conseguono all intorno delle lesioni ed a
livello generale
4Il Danno da Ustione
- Il danno consiste nella coagulazione proteica
(necrosi) degli strati che hanno subito lazione
del calore. - Questa parte di tessuto è inevitabilmente
perduta. Non viene tollerata dallorganismo che
la elimina attraverso un processo attivo che
richiede energia
5Il Danno da Ustione
- L entità del danno dipende dall intensità dello
stimolo termico che è uguale al prodotto - Temperatura dellagente termico x durata del
contatto - Anche la reazione infiammatoria che ne consegue è
in funzione di questo prodotto
6Gli effetti generali sull organismo dipendono
- Dall intensità del danno locale
- Dalla capacità di reazione del soggetto
- Dalla terapia messa in atto
7Il Danno da Ustione
- Il danno locale indotto dall agente termico
esercita i suoi effetti generali sull
organismo attraverso tre vie principali di cui
due probabilmente correlate ed indotte all
origine da meccanismi comuni - 1. La reazione infiammatoria locale
- 2. La modificazione metabolica
- 3. La contaminazione
8Reazione infiammatoria
- REAZIONE VASCOLARE
- Aumento della permeabilità e modificazioni della
barriera sangue-interstizio - Nelle ustioni di 2 e 3 grado coinvolge sia
venule che capillari - Contrazione attiva delle cellule endoteliali che
vengono a sporgere nel lume, con conseguente
allargamento delle giunzioni, stomi attraverso i
quali escono liquidi simili a plasma e cellule,
edema
9(No Transcript)
10REAZIONE VASCOLARELEDEMA
- L edema può essere dovuto anche a rottura vera e
propria di vasi nella fascia attigua alla fascia
coagulata - La reazione infiammatoria più profonda è
verosimilmente sotto l influsso di mediatori
11REAZIONE CELLULARE
- granulociti neutrofili ( reazione aspecifica,
stereotipata) cellule terminali, 9 gg di vita,
capacità fagocitica (fagosoma) e lesiva (radicali
liberi di O2 e H2O2) - Linfociti nei giorni successivi reazione
specifica? - Macrofagi reazione aspecifica
- L iperemia a bassa portata favorisce la
migrazione dei fagociti che sono gli autori della
eliminazione del tessuto necrotico. L
eliminazione è un fenomeno attivo e richiede
energia
12(No Transcript)
13Nesso fisiopatologico tra effetto del calore e
reazione locale
- FATTORI DELLA REAZIONE VASCOLARE
- ISTAMINA mastzellen, altre cellule
- SEROTONINA incremento della permeabilità non dei
capillari, ma delle venule di 20-30 micron,
azione rapida
14- CHININE (BRADICHININA O CALLICREINA)
-
- sono liberate dalle alfa-2 globuline del plasma
(chininogeno) per azione di un enzima plasmatico,
la Callicreina, attivato dal fattore XII di
Hageman - Agiscono sulla microcircolazione in modo simile
alla serotonina - Sono distrutte rapidamente dalle proteasi del
plasma e dei tessuti - Agiscono verosimilmente nelle prime fasi
15- PROSTAGLANDINE
- Famiglia complessa (PGE, PGF, PGA)
- Il trauma attiva le fosfolipasi delle membrane
cellulari nell area colpita, queste idrolizzano
i precursori delle prostaglandine, quali l acido
arachidonico, che ad opera della
prostaglandin-sintetasi intracellulare sono
convertiti nelle varie prostaglandine. - Sono distrutte dalla prostaglandini-deidrogenasi,
dall aspirina e dall indometacina - PGE effetto infiammatorio
- PGF(forse PGA) effetto antiinfiammatorio
16FATTORI CHEMIOTATTICI
- Dal complemento C3a, C5a, C7 (?)
- Prodotti linfocitari linfochine (neutrofili,
eosinofili, monociti) - Derivati dell acido arachidonico
prostaglandine, leucotriene B4 - Prodotti batterici e virali
- Prodotti del sistema delle chinine
17Malattia ustione
- L ustione di 1 grado è dovuta ad uno stimolo
termico di minima intensità . La necrosi è
limitata agli strati superficiali dell
epidermide. E verosimile che a livello
endoteliale l alterazione indotta sia solo
funzionale e quindi reversibile. L edema è
moderato ed è dovuto a modificazioni della
pressione di filtrazione e ad un aumento di
permeabilità delle membrane endoteliali. L
aumento della permeabilità è di tipo
immediato-transitorio. Avviene a livello
venulare, per allargamento delle giunzioni
intercellulari endoteliali in seguito a
contrazione attiva di questultime ed è dovuto
alla produzione di mediatori tipo istamina o
istaminosimili.
18(No Transcript)
19- Quando lo stimolo termico è intenso i fenomeni
regressivi sono più gravi vi è una zona di
coagulazione più o meno profonda (nel 2 grado
coinvolge solo parzialmente il derma, nel 3
grado tutto il derma è coagulato) e più sotto una
zona in cui i danni subiti dalle diverse
strutture sono più moderati. Vi possono essere
rigonfiamenti e necrosi di alcune cellule,
necrosi e scomparsa di tratti più o meno estesi
di endotelio e alterazioni della membrana basale
a carico di arteriole, capillari e venule.
Attraverso questi danni endoteliali liquidi e
cellule endovasali possono fuoriuscire
passivamente come da una ferita. Questa può
essere la prima causa di edema. Più sotto a
livello dei tessuti sani, prende avvio la
reazione infiammatoria vera e propria che è un
processo attivo ed ordinato
20(No Transcript)
21(No Transcript)
22Ustione di 3 grado
- Necrosi a tutto spessore della cute /- dei
tessuti più profondi - Il danno indotto e forse l azione stessa del
calore evocano immediatamente una reazione
vascolare e cellulare( reazione flogistica
essudativa) nella fascia di tessuto sottostante,
non danneggiato dal calore
23(No Transcript)
24Reazione essudativa (reazione vascolare)
- Vasodilatazione( per pochi minuti)
- Vasodilatazione con iperemia attiva seguita da
un iperemia passiva(rallentamento del
circolo-stasi) - Essudazione (edema)fuoriuscita di liquido
attraverso stomi della parete venulare
(plasmorrea) - Accumulo di leucociti, piastrine e fibrina nei
piccoli vasi, trombizzazione
25Fase essudativa
- Dopo 36-48 h la fuoriuscita di liquido dai
piccoli vasi si arresta. Il liquido di edema si
riduce per evaporazione attraverso le lesioni da
ustione e per ripresa del drenaggio linfatico in
seguito a fibrinolisi dei trombi endolinfatici
nelle ustioni limitate in soggetti con buona
reattività , vi può essere anche una ripresa del
microcircolo.
26Fase essudativa
- Reazione cellulare
- Diapedesi dei leucociti nelle prime 24-48 h
prevalentemente neutrofili successivamente
linfociti - Migrazione di monociti macrofagi
27- Alla reazione essudativa segue una serie di
eventi che conducono alla eliminazione del
tessuto necrotico ed al riparo della lesione. Si
usano distinguere le seguenti fasi - Fase essudativa o di edema
- Fase di eliminazione delle escare
- Fase di riparo
28Fase di eliminazione delle escare
- La reazione diviene prevalentemente cellulare.
Gli enzimi liberati dai neutrofili e
verosimilmente da batteri, sempre presenti nella
lesione, nell arco di 2-3 settimane, lisano le
strutture collagene che collegano l escara ai
tessuti sani. Tra luna e gli altri si viene a
creare una fascia di colliquazione che consente
la separazione dell escara. Questa fase è
caratterizzata contemporaneamente da una intensa
angiogenesi e da immigrazione e moltiplicazione
fibroblastica.
29Fase di eliminazione delle escare
- Questa fase è caratterizzata contemporaneamente
da intensa angiogenesi e da immigrazione e
moltiplicazione fibroblastica. Quando le escare
cadono il fondo è costituito dal cosiddetto
tessuto di granulazione costituito da capillari
neoformati con circolazione ematica, neocollagene
e sostanza fondamentale, fibroblasti ed ancora
cellule infiammatorie.
30Fase di riparo
- Sul tessuto di granulazione scorre l epitelio
rigenerato dai bordi della lesione. La guarigione
si verifica grazie a tre fenomeni - Scorrimento dellepitelio
- Contrazione delle piaghe
- Retrazione del tessuto cicatriziale
neoformato(deformità cicatriziali) - Della retrazione e della contrazione sono
resonsabili i miofibroblasti, fibroblasti che si
tovano in una particolare fase funzionale.
31Rimodellamento
- Una volta raggiunta la guarigione (chiusura delle
aree di lesione), la cicatrice continua a
modificarsi per 8-12 mesi (cicatrice instabile o
immatura). Il rimodellamento consiste soprattutto
in un riorientamento dei fascicoli collageni
rigenerati e nelle riduzione progressiva della
componente cellulare
32La qualità morfofunzionale dell esito di una
lesione da ustione dipende
- Dalla quantità di tessuto perduto( danno indotto
direttamente dall agente termico danno indotto
da fattori aggravanti). - Dalla capacità reattiva e rigenerativa
individuale - Dal decubito e dall immobilità del paziente
durante la malattia per quanto riguarda i
segmenti mobili. - Dal trattamento praticato.
33Fattori pilota
- Tutto il processo di guarigione( dalla reazione
essudativa alla rigenerazione) è sotto il
controllo di fattori biochimici che lo pilotano
a cascata favorendosi o inibendosi in
successione spesso con meccanismi di feed back.
Essi trovano i loro recettori sui fibroblasti,
sugli endoteli e sugli epiteli e conducono alla
formazione del tessuto di guarigione(fattori di
crescita). Ne sono stati individuati molti.
34Fattori pilota
- I fattori liberati dai macrofagi e dai T
linfociti svolgono un ruolo centrale nel
passaggio dalla fase essudativa a quella
riparativa - IL-1
- PDGF (platelet-derived growth f.)
- TGF-ALPHA (transforming growth f.)
- TGF-BETA(transforming growth f.)
- FAF (fibroblast activation f.)
- FIF (fibroblast inhibition f.))
- TNF-ALPHA (tumor necrosis f.)
- TNF-BETA (tumor necrosis f.)
35Clinica dell ustione
- 1 grado eritema, edema, iperalgesia
- 2 grado superficiale flittene, esposizione del
derma papillare, colorito rosa intenso,
iperalgesia - 2 grado profondo esposizione del derma
reticolare, colorito biancastro, ipoalgesia - 3 grado superficie bruna, dura, necrosi della
cute e del sottocute, analgesia
36(No Transcript)
37(No Transcript)
38(No Transcript)
39Valutazione generale del paziente ustionato
- EtÃ
- Anamesi patologica remota
- Modalità di ustione
- Politraumatismo (emorragie, fratture, traumi
cranici) - Condizioni cardicircolatorie
- Coinvolgimento delle vie aeree
40Valutazione topica dell ustione
- Cura ambulatoriale
- Rivalutazione dopo 2 mesi
- Ricovero in ospedale
- Ustioni di aree nobili
- Ustioni di 2 grado profondo gt 10
- Ricovero in centro specializzato
- Adulti gt 20
- Bambini gt 10
-
41LA REGOLA DEL NOVE
42Trattamento d urgenza
- Spegnere il fuoco con un panno
- Gettare a terra il paziente
- Asportazione rapida degli indumenti
- Immersione in acqua corrente fredda
- Neutralizzazione dell acido o dell alcale
43Trattamento topico durgenza
- Raffreddamento
- Pulizia accurata ed immersione in soluzione
fisiologica - 1 grado impacco di soluzione fisiologica
- 2grado rispetto delle flittene, garza
vaselinata - 3 grado escarotomia nelle ustioni
circonferenziali, impacco di soluzione
fisiologica
44Trasporto dal PS al centro ustioniDeve essere
- Rapido
- Eseguito con mezzo attrezzato
- Accompagnamento di un medico
45Escarotomia
Si definisce come tale lincisione chirurgica
delle escare conseguenti allustione per evitare
fenomeni patologici di compressione. Si può
eseguire su
- Torace
- Arti
- Mano lungo le linee neutre flesso-estensorie
46Esecuzione di escarotomia
47(No Transcript)
48Ustione in fase acuta
- Escarectomia precoce ed innesti di cute
- Copertura temporanea
- Sostituti cutanei biobrane, bioprocess
- Cute omologa fresca, congelata, liofilizzata
49(No Transcript)
50(No Transcript)
51(No Transcript)
52(No Transcript)
53Ustione in via di guarigione clinica o guarita
- Malgrado i trattamenti cui vengono sottoposti i
pazienti ustionati, le ustioni, in particolare
quelle di maggior severità possono determinare
nella fase di guarigione linstaurarsi di
processi riparativi patologici con possibili
importanti conseguenze di carattere estetico e
funzionale.
54ESITI CICATRIZIALI
- Gli esiti da ustione si possono suddividere in
sei grandi categorie - Ipertrofia e/o cheloide
- Retrazione
- Cicatrice instabile
- Alterazioni articolari
- Mutilazioni
- Iperpigmentazione
55Trattamento
- La prevenzione costituisce il principaletrattament
o e si attua attraverso - Trattamento chirurgico corretto
- Buon attecchimento degli innesti
- Compressione elastica
56Cicatrice Ipertrofica e Cheloidea
- Esitano come cicatrici patologiche con abbondanza
di tessuto fibroso,con superficie liscia e
traslucida,color rossastro o rosso, di
consistenza dura e poco elastica ,in continuitÃ
con la cute vicina normale. Per il suo sviluppo è
condizione fondamentale una lesione della zona
media o profonda del derma reticolare
57Compressione elastica
58Compressione
- Possono esserne causa di scarsa efficacia
- Compressione insufficiente (difetto di
confezionamento o difficoltà di sede anatomica) - Scarsa compliance del paziente
59Ulteriori Opzioni Terapeutiche
- Farmacologica iniezione intralesionale di
corticostroidi - Terapia radiante rischio di degenerazione i
radiodermite,radionecrosi e epitelioma - Terapia chirurgica Solo su cicatrici mature,
scarsa efficacia,nelle lesioni piccole è utile
per diminuire la retrazione attraverso plastica a
Z
60Retrazione Cicatriziale
- Si manifesta con maggiore probabilità su
superfici flessorie, in particolare in
conseguenza di posizioni antalgiche assunte dal
paziente - Si previene con FKT,compressione,terapia
chirurgica (non cruentatutori e
cruentaplastiche a Z,lembi ecc.)
61(No Transcript)
62(No Transcript)
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64CHERATINOCITI AUTOLOGHI
LIngegneria Tissutale e le sue applicazioni nel
campo della patologia da ustione
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