I cattivi nella letteratura greca. Rappresentazioni della negativit - PowerPoint PPT Presentation

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I cattivi nella letteratura greca. Rappresentazioni della negativit

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... e del presente nella lirica greca arcaica: il ... (il passato remoto, il congiuntivo, ... Presentazione di PowerPoint la cattiveria di Giuda IL ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: I cattivi nella letteratura greca. Rappresentazioni della negativit


1
I cattivi nella letteratura greca.
Rappresentazioni della negatività e del nemico
da Omero ai Cristiani
  • Storia della Lingua Greca
  • Laurea Specialistica in Filologia, Letteratura e
    Tradizione Classica
  • a.a. 2008/2009 C. Neri

camillo.neri_at_unibo.it
2
prologo
E ha daccanto una faccia tosta e trista, uno che
si chiama Franti, che fu già espulso da unaltra
sezione. (E. De Amicis, Cuore, Milano 1886, 25
ottobre)
3
la faccia del cattivo
  • la definizione di unidentità
  • il disvelamento di unideologia
  • la rassicurante conferma di un modello di
    comportamento
  • i cattivi come costruzione linguistica e
    letteraria

4
un incontro di persone in ricerca
  • presentazioni reciproche attese e obiettivi
  • presentazione del corso
  • gli obiettivi
  • i modi
  • programma e calendario
  • le verifiche
  • il materiale

5
gli obiettivi
  • approfondire una lingua nei suoi contesti
  • comunicare, insegnare, autovalutarsi
  • fare ricerca strumenti e metodi

6
i modi
  • lezioni introduttive e finestre di
    approfondimento
  • lezioni-Referate
  • seminari di studio (facoltativi)

7
programma e calendario
  • il programma e la tabella delle lezioni
  • i libri in programma
  • date degli appelli

8
le verifiche
  • autovalutazione le schede di verifica
  • Referate
  • esame finale il testo e il saggio

9
il materiale
http//www2.classics.unibo.it/Didattica/Programs/
20082009/Neri/
10
parole per condannare il male
?a???
cattivo
??????
nemico
a?s????
turpe
11
FRANTI
E. De Amicis, Cuore, Milano 1886
12
la prima impresa (26 ottobre)
A un tratto Franti, quella brutta faccia, salì
sur un banco, e facendo mostra di portare due
cesti sulle braccia, scimmiottò la mamma di
Crossi, quando veniva ad aspettare il figliuolo
alla porta perché ora è malata. Molti si misero
a ridere forte. Allora Crossi perse la testa, e
afferrato un calamaio glie lo scaraventò al capo
di tutta forza ma Franti fece civetta, e il
calamaio andò a colpire nel petto il maestro che
entrava.
13
lo stile (21 gennaio)
- quando uno piange, egli ride - trema davanti a
Garrone, e picchia il muratorino perché è
piccolo - provoca tutti i più deboli di lui, e
quando fa a pugni, sinferocisce e tira a far
male - ci ha qualcosa che fa ribrezzo su quella
fronte bassa, in quegli occhi torbidi - ha
cartella, quaderni, libri, tutto sgualcito,
stracciato, sporco - odia la scuola, odia i
compagni, odia il maestro - egli si dibatteva,
digrignava i denti si fece trascinare fuori a
viva forza
14
laristia e lepilogo (28 gennaio, 6 marzo)
E quellinfame sorrise. Ma Franti dicono che non
verrà più perché lo metteranno allergastolo.
15
la cattiveria di Franti
  • la torbida bruttezza
  • il disordine sfacciato
  • la violenza contro i deboli
  • la vigliaccheria
  • il riso
  • Il riso è satanico è dunque profondamente umano
     
  • (C. Baudelaire)

16
ENRICO BOTTINI
U. Eco, Diario minimo, Milano 1963
17
la giustificazione sociologica (p. 84)
Lunica volta che Enrico si tradisce e ci mostra
la madre di Franti che si precipita in classe a
implorare perdono per il figlio punito, affannata
coi capelli grigi arruffati, tutta fradicia di
neve, avvolta da uno scialle, curva e
tossicchiante, ci lascia capire che Franti ha
dietro di sé una condizione sociale, e una
stamberga malsana, e un padre sottoccupato, che
spiegano molte cose. Ma per Enrico tutto questo
non esiste, egli non può capire il pudore di
questo ragazzo che di fronte allimpudicizia
feudale della madre che si getta, davanti alla
scolaresca, ai piedi del Direttore e di fronte
allintervento melodrammatico di questultimo
(Franti, tu uccidi tua madre!, eh via, dove
siamo?), cerca un contegno nel sorriso, per non
soccombere nello strame.
18
ligienico ribellismo (p. 85)
Quando Crossi gli tira un calamaio egli fa
civetta, e il calamaio va a colpire il maestro
che entrava. Civetta meritoria quantaltre mai,
dunque, perché questo maestro è lo stesso
ributtante leccapiedi che in un diverbio tra
Coraci (il calabrese) e Nobis, dà ragione a
Coraci e torto a Nobis, ma a Nobis dà del voi
mentre a Coraci dà del tu. Dà del tu anche a
Franti, naturalmente, perché costui non ha un
padre distinto con una gran barba nera.
19
il riso rivoluzionario (p. 86)
Franti, se diamo ascolto ad Enrico, ride troppo
il suo ghigno non è normale, il suo sorriso
cinico è stereotipo, quasi deformante chi ride
così certo non è contento, oppure ride perché ha
una missione. Franti nel cosmo del Cuore
rappresenta la Negazione, ma strano a dirsi
la Negazione assume i modi del Riso. Franti ride
perché è cattivo pensa Enrico ma di fatto
pare cattivo perché ride. Quello che Enrico non
si domanda è se la cattiveria di chi ride non sia
una forma di virtù, la cui grandezza egli non può
capire poiché tutto ciò che è riso e cattiveria
in Franti altro non è che negazione di un mondo
dominato dal cuore, o meglio di un cuore pensato
a immagine del mondo in cui Enrico prospera e si
ingrassa.
20
lanarchia maieutica (pp. 89s.)
Ma se il Bene è solo ciò che una società
riconosce come favorevole, il Male sarà soltanto
ciò che si oppone a quanto una società identifica
con il Bene, ed il Riso, lo strumento con cui il
novatore occulto mette in dubbio ciò che una
società considera come Bene, apparirà col volto
del Male, mentre in realtà il ridente o il
sogghignante altro non è che il maiueta di una
diversa società possibile .... Chi ride è
malvagio solo per chi crede in ciò di cui si
ride.
21
il cripto-cattivo (pp. 82s.)
Tra questi poli è lEnrico di carattere
impreciso, incostante nei suoi propositi etici,
schiavo di ambigui culti della personalità, non
poteva essere gran che diverso col padre che si
ritrovava, torbido personaggio costui,
incarnazione di quellambiguo socialismo
umanitario che precedette il fascismo .... E ti
educava così questo figlio alla violenza e alla
retorica nazionale, allinterclassismo
corporativista e allumanitarismo paternalista,
sì che svolgendosi la vicenda nellottantadue,
possiamo immaginarci Enrico interventista
quarantenne (e quindi a casa, da tavolino),
allinizio della guerra, e professionista
fiancheggiatore delle squadre dazione nel
ventidue, lieto infine che il Paese sia andato in
mano a un uomo forte garante dellordine e della
fratellanza.
22
la cattiveria di Enrico
  • la torbida ipocrisia
  • il socialismo paternalista
  • linterclassismo a-rivoluzionario
  • lordine fascista
  • il non riso
  • Il Riso è lo strumento con cui il novatore
    occulto mette in dubbio ciò che una società
    considera come Bene. (U. Eco)

23
NEGATIVITÀ TOTALE
DEMONIZZAZIONE
24
TERSITE
Iliade II
25
Iliade II 188s., 198s.
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quando (Odisseo) si imbatteva in un sovrano e in
un uomo di spicco, / gli si accostava con dolci
parole, provava a trattenerlo ... se invece uno
del popolo vedeva, lo coglieva a strillare, / lo
incalzava di scettro, con le parole lo
rimproverava.
26
Iliade II 203-205
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siamo fatti tutti per regnare, in questa, noi
Achei / aver molti sovrani non è bene sovrano
sia uno solo, / ed uno il re, cui lo concesse il
figlio di Crono mente acuta
27
Iliade II 211-270
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30
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a?t? ?d? ???assa?.
31
la cattiveria di Tersite
  • la deforme bruttezza
  • la ghignante contestazione del potere
  • lamore per la disputa e per la discordia
  • la propensione allinsulto
  • il disfattismo demagogico
  • la turpe cattiveria irrisa
  • Il riso degli integrati come conferma dei valori
    in gioco

32
I POTENTI ?O??F?G??
Esiodo, Opere e giorni
33
Esiodo, Opere e giorni 202-212
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t? d? e?? ? s? ?? ??? pe? ??? ?a? ???d?? ???sa?
de?p??? d?, a? ?? ?????, p???s?µa? ?? µe??s?.
?f??? d?, ?? ?? ????? p??? ??e?ss??a?
??t?fe???e?? ????? te st??eta? p??? t? a?s?es??
???ea p?s?e?. ?? ?fat? ???p?t?? ????,
ta??s?pte??? ?????.
34
Esiodo, Opere e giorni 213-218
? ???s?, s? d? ????e d???? µ?d? ?ß??? ?fe??e
?ß??? ??? te ?a?? de??? ß??t?, ??d? µ?? ?s????
???d??? fe??µe? d??ata?, ßa???e? d? ?? ?p? a?t??
?????sa? ?t?s?? ?d?? d? ?t???f? pa?e??e??
??e?ss?? ?? t? d??a?a d??? d? ?p?? ?ß???? ?s?e?
?? t???? ??e????sa pa??? d? te ??p??? ????. O
Perse dai ascolto alla giustizia, non accrescer
violenza / per i mortali è male la violenza, e
non cè valoroso / che possa tollerarla di buon
grado, ma ne subisce il peso / quando si imbatte
nellac-cecamento. Una strada migliore / è andar
dallaltra parte, alla giustizia la giustizia è
più forte / della violenza, quando al fine
emerge anche lo sciocco impara quando soffre.
35
Esiodo, Opere e giorni 263s.
ta?ta f??ass?µe???, ßas????, ????ete µ?????,
d???f????, s??????? d? d????? ?p? p???? ???es?e.
A questo state attenti, o re, addrizzate,
mangiatori di doni, / i discorsi, e scordatevi
del tutto dei giudizi sovvertiti.
36
la cattiveria dei potenti d???f????
  • la violenza
  • larrogante arbitrio del potere
  • la sconsideratezza
  • lincuria del futuro
  • Dike e i trentamila guardiani la teodicea e le
    disgrazie cosmiche e sociali come punizione divina

37
Lingue letterarie e lingue parlate
  • Il greco (tranne, parzialmente, glosse e
    iscrizioni, che peraltro sono formalizzate) è
    per noi una lingua letteraria (ma ciò, come
    sempre avviene per le lingue antiche, è dovuto
    anche al processo della tradizione).
  • Il complesso dei linguisti e il sospetto verso le
    lingue letterarie lesempio del latino da
    Augusto al Rinascimento (o al Concilio Vaticano
    II) e del sanscrito, il divaricarsi dei piani.
  • Le lingue letterarie come forme normalizzate
    del parlato e come insiemi compatti di regole
    fissate e codificate e le lingue parlate come
    incerti oggetti di ricerca (quale lingua parlata?
    quali atlanti linguistici?).
  • Limportanza, anche modellizzante, delle lingue
    letterarie (es. il gotico di Ulfila, lo slavo o
    slavone di Salonicco di Cirillo e Metodio,
    larmeno dei primi traduttori biblici, larabo
    del Corano) e le lingue comuni in nuce (es. di
    Dante, Petrarca e Boccaccio).
  • La lingua letteraria è uno dei mezzi di azione di
    un gruppo di individui dotati di forza e di
    coscienza di sé non di rado una lingua
    letteraria diventa lingua comune.

38
Dal parlato alla letteratura
  • La difficile individuazione del parlato
    (lesempio di Erodoto I 142 e delle diverse
    lingue ioniche) e i presunti rispecchiamenti
    (Ipponatte e la commedia).
  • Le lingue letterarie, come anche le lingue
    religiose, sono un tipo particolare di lingue
    speciali o tecniche.
  • Parlate locali (ogni gruppo locale ha la sua) e
    parlate speciali (gruppi professionali, esercito,
    sport).
  • Il carattere esoterico e segreto delle lingue
    speciali, che le rende così difficili da
    studiare.
  • I caratteri delle lingue speciali il
    mantenimento della fonetica e del sistema
    grammaticale, e la differenziazione lessicale (il
    lessico ha una certa autonomia ed è più
    facilmente modificabile les. dellarmeno
    zingaresco) forestierismi, neologismi,
    slittamenti semantici.

39
Lingue letterarie religiose e profane
  • Le lingue religiose il passaggio dallumano al
    divino e lesigenza di discontinuità e di
    oscurità (terminologica e sintattica les. di
    Ahura Mazda?h) le Ga?tha?, gli inni vedici, il
    Carmen fratrum Arvalium, lInno a Zeus
    dellAgamennone di Eschilo.
  • Il processo di laicizzazione delle lingue
    religiose lintervento di elementi esterni (i re
    stranieri in India) e il proselitismo (lalfabeto
    gotico, slavo, armeno).
  • Il processo di cristallizzazione e di
    irrigidimento indotto dalle lingue religiose
    divenute letterarie la chiave di interpretazione
    della realtà e la meccanizzazione del pensiero.
  • Linternazionalismo delle lingue letterarie.
  • Le lingue letterarie di origine profana thul
    islandesi, filé irlandesi, scop anglossassoni,
    chansons de gestes francesi.

40
Il greco come lingua profana
  • Il diletto delle aristocrazie, le feste
    pubbliche, lespressione di sentimenti
    individuali la scarsa incidenza dellelemento
    religioso sulla lingua e sulla letteratura
    elleniche.
  • I caratteri delle lingue letterarie arcaismo e
    dialettalismo (il dialetto diverso da quello su
    cui riposa la lingua corrente) differenze
    grammaticali (il passato remoto, il congiuntivo,
    ), fonetiche (gorod e grad in russo), lessicali
    (corsiero, affinché, concerne, sono a dirle,
    èspleta lesempio dei Cechi e dei Francesi
    ordinateur e computer), di ordo verborum (le
    esigenze di autonomia e completezza delle frasi
    letterarie).
  • Parlato (varietas e irregolarità grammaticale,
    monotonia nei tipi di frase e nel lessico) versus
    letterario (regolarità monotonia grammaticale,
    varietà nei tipi di frase e nel lessico).

41
La lingua di Omero?
  • Il fantasma del testo di Omero prima e dopo
    Alessandria.
  • Letà prealessandrina il sostrato eolico (ma
    tessalico e beotico, non lesbico) e le differenti
    spiegazioni degli eolismi omerici il sostrato
    arcadico-cipriota la fase ionica ledizione
    pisistratidea e latticizzazione (?) il
    metacarakthrismov ionico del 403 (lesempio di
    EOS) edizioni kat andra e kata povlin.
  • Letà alessandrina e postalessandrina il lavoro
    degli Alessandrini (Zenodoto, Aristofane di
    Bisanzio) e le edizioni selvagge dei papiri
    Aristarco e la sua scuola lerudizione
    ellenistica (Aristonico e Didimo, Erodiano e
    Nicanore il commento dei quattro) il Venetus A
    e la tradizione medioevale.
  • Il problema degli arcaismi il testo come
    risultato di un continuo compromesso tra le
    esigenze della tradizione e della metrica da un
    lato e della modernizzazione e delluditorio
    dallaltro.
  • La fissazione del testo omerico risale a unepoca
    in cui la pronuncia si era già differenziata
    rispetto a quella degli antichi aedi.
  • Le differenze/oscillazioni (dovute al
    destinatario Ioni, Eoli, ecc.) già nel testo
    antico.

42
Incoerenze omeriche
  • Lazione del digamma (ü) scoperto da Richard
    Bentley
  • a) i 350 casi in cui ü fa posizione nei tempi
    forti dellesametro (ma non nei deboli).
  • b) i migliaia di casi in cui ü evita lo iato.
  • c) la consonante che si sta indebolendo (il
    passaggio da Omero a Esiodo).
  • Il dativo plurale delle declinazioni tematiche
  • le forme antiche -oisi e -h/si e le forme
    recenti -oi e -h//-ai.
  • Forme non contratte e forme contratte
  • a) il genitivo singolare -oio, -oo e -ou/-w.
  • b) le contrazioni indebite (deivdoa ed hjova).
  • c) il caso eiw / ew / ho, eio, a\(ü)o.

43
La palaia ÆIav diacronia e sincronia
  • Le forme eoliche nelle iscrizioni ioniche di
    Chio, e le forme eoliche metricamente protette.
  • Il passaggio di a? a h.
  • I duali in -a?, i gen. in -ao e in -avwn, la?ov
    / nhov.
  • I nomi di Posidone e degli Ioni.
  • Le forme dellarticolo plurale.
  • Forme con nasali geminate e pronomi personali.
  • Esiti di labiovelari.
  • Desinenze di infiniti.
  • I participi perfetti in -nt-.
  • Dativi plurali in -essi e aoristi in -ss-.
  • Le varie forme delle preposizioni (prov, potiv,
    protiv).
  • I nomina agentis -twr/-thr per i nomi semplici e
    -ta?/-th per i composti (come in eolico).
  • Il destinatario ionico e il sostrato eolico (le
    città ex eoliche dellAsia Minore ionicizzata).

44
Una lingua letteraria e internazionale
  • Luso incoerente e versificatorio del duale
    (osse, ojfqalmov).
  • Il pubblico aristocratico (lesempio di Tersite)
    e la corporazione internazionale degli aedi.
  • I composti letterarizzanti e termini peregrini
    (glwttai).
  • Opera aperta, formularità, pensiero individuale
    e libero dei personaggi.

45
Il carattere arcaico della lingua epica
  • La presenza intermittente dellaumento, non
    rintracciabile in alcun testo di prosa.
  • Lautonomia degli avverbi, non ancora
    preposizioni o preverbi.
  • Lalternanza di -ss- con -s- tovsso e tovso,
    mevsso e mevso, (ej)kavlesa ed (ej)kavlessa.
  • La progressiva scomparsa (non rivoluzionante) di
    alcune libertà e di alcune oscillazioni la
    regolarizzazione linguistica del greco
    post-epico.

46
IL MILES GLORIOSUS
Archiloco, fr. 114 W.2
47
Archiloco, fr. 114 W.2
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µ?? sµ????? t?? e?? ?a? pe?? ???µa? ?de??
??????, ?sfa???? ßeß???? p?ss?, ?a?d??? p????.
Non mi piace uno stratego alto o con le gambe
larghe / né dei suoi riccioli fiero, né rasato a
perfezione /possa averne uno piccino,
allapparenza a gambe storte, / ma sui piedi ben
piantato, saldo, pieno di coraggio.
48
la cattiveria del miles gloriosus
  • la smentita della kalokagathia
  • lapparenza contro la sostanza
  • la rasatura come segno di mollezza
  • la cura di sé come legge di Paride
  • La rivalutazione militar-simposiale delle gambe
    che resistono.

49
PITTACO
Alceo, fr. 129 V.
50
Alceo, fr. 129 V.
??a t?de ??sß??? e?de????
t?µe??? µ??a ????? ??tessa? ?? d? ß?µ???
??a??t?? µa????? ????a? ??p???µassa? ??t?a??
??a s? d? ??????a? ??da??µa? ???? p??t??
?e????a?, t?? d? t??t?? t??de ?eµ?????
???µassa? ?????ss?? ?µ?sta?. ???t?? e?????
??µ?? s?????te? ?µµet??a? ??a? ????sat?, ??
d? t???de? µ????????? ???a??a? te f??a?
??es?e
51
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52
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53
Archiloco (Hippon. fr. 115 W.2), 14-16
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54
la cattiveria di Pittaco
  • il tradimento degli dèi protettori
  • il tradimento dei compagni morti
  • il tradimento delleteria
  • lasservimento del demos e della polis
  • lattitudine al doppio gioco
  • La logica di parte e linaccettabile pretesa di
    chi si pone al di sopra delle parti

55
ARTEMONE
Anacreonte, PMG 388
56
Anacreonte, PMG 388
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57
la cattiveria di Artemone
  • il look del coatto
  • le cattive compagnie
  • la vita falsa e volgare
  • la schiavile abitudine alla pena
  • lostentazione di un lusso recente e posticcio
  • Lironia del simposio aristocratico sui villan
    rifatti dei ceti emergenti

58
ARCHILOCO MALEDICO
Pindaro, P. 2,49-56
59
Pindaro, P. 2,49-56
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60
la cattiveria del malédico
  • la parola ardita e pesante
  • il morso dellodio e del turpiloquio
  • lincuria del destino stabilito dagli dèi
  • lincapacità di stare al proprio posto
  • povertà e insipienza
  • La ricchezza e la sapienza come misura e come
    s?f??s???

61
Linvenzione dellarticolo
  • Il primo manifestarsi dellindividualità e del
    presente nella lirica greca arcaica il mito come
    confronto, la sentenza e lo snodo tra particolare
    e universale, lio e il sentimento, la mobilità
    dello spirito (B. Snell).
  • La formazione (autoctona soltanto in Grecia) dei
    concetti scientifici e la lingua come espressione
    dello spirito e come mezzo di conoscenza le
    premesse linguistiche della scienza e la
    selezione degli elementi linguistici necessari
    allelaborazione teorica.
  • La fissazione delluniversale in forma
    determinata e il processo di astrazione (nomi
    propri lindividuale, nomi comuni il generale
    classificazione, generalizzazione e prima
    conoscenza, astratti mere astrazioni senza
    plurale nomi mitici-personificazioni e
    metafore antropomorfizzare lincorporeo)
    linvenzione dellarticolo e la sostantivazione
    dellaggettivo e delle forme verbali.
  • Funzioni dellarticolo determinare
    limmateriale, porlo come universale, determinare
    singolarmente luniversale (farne cioè un nome
    astratto, comune e proprio a un tempo).
  • Luso particolare, determinato (questo qui),
    dellarticolo omerico (ed esiodico) il valore
    dimostrativo e lassenza degli articoli veri e
    propri il valore oppositivo (questi quelli)
    il valore anaforico (Odisseo lui) il valore
    connettivo-relativo (e quelle ) il valore
    prolettico (questo ...) il valore
    dimostrativo-apposizionale (quella, lisola)
    il valore individualizzante (tutte quelle altre
    volte) il valore enfatico (questo tuo dono).
  • La prima comparsa della prosa e la presenza
    dellarticolo (a eccezione delle iscrizioni
    cipriote e di quelle panfilie, che lo presentano
    assai di rado) il valore determinativo il
    valore di rinvio e riferimento il valore di
    opposizione linterposizione e la creazione del
    gruppo del sostantivo la sostantivazione di
    qualsiasi elemento della frase e lalgebra
    linguistica un processo privo di ogni valore
    affettivo ma comodo per lesposizione delle idee,
    e di unagilità e varietà che non hanno riscontro
    nella prosa di nessunaltra lingua indoeuropea
    (A. Meillet).

62
Le lingue dei lirici
  • I dativi plurali in -oi, -ai (strum. ai. -aih?,
    ir. -a?iš. lit. -ais) e in -oisi, -aisi/-hósi
    (loc. -su in indoiranico e baltoslavo) -oisi in
    ionico, -oi nei dialetti dorico-occidentali
    (eccezioni in argivo), -oisi (agg. e sost.) e
    -oi (art.) nel lesbico, le oscillazioni
    dellattico e delle lingue letterarie (la
    tragedia, la commedia di Epicarmo, i poeti
    lirici).
  • Luso intermittente, arcaico (ábharat e bhárat) e
    omerico, dellaumento libero nella lirica corale
    e in quella eolica, costante (tranne omeriche
    eccezioni) in quella ionica.
  • Luso intermittente, poetico, dellarticolo
    (raro negli elegiaci, nella lirica monodica e
    corale, più frequente nel giambo e nella
    commedia, oltre che nella prosa).
  • Liperbato e lordo verborum artificiale.

63
I generi della lirica
  • Il fondo ionico (kovt, kw, etc.) e gli epicismi
    dellelegia ionicismi (o atticismi doriv?) non
    epici (la progressiva riduzione) ed epicismi non
    ionici (il progressivo incremento). Lepigramma
    dalla dialettizzazione alla maggiore letterarietà
    (fine IV sec.).
  • Il verso popolare (con paralleli nel vedico) e lo
    ionico corrente (cólto, non parlato la lingua
    delle iscrizioni) del giambo (forme contratte,
    crasi, declinazione attica, termini volgari, la
    riduzione degli epicismi non ionici).
  • Lincomparabile lirica eolica (in mancanza di una
    prosa eolica e di una lirica corale epicorica il
    limitato apporto delle iscrizioni fonetica e
    morfologia, non lessico) e beotica (Corinna), i
    metri innodici indoeuropei, il lessico e lo
    stile semplici la lingua delle persone cólte
    contemporanee (tranne la rarità dellarticolo e
    delle forme contratte) eolico nei lesbici,
    ionico in Anacreonte, beotico in Corinna.
  • La lirica corale il dorico di poeti non
    dorici composizioni corali per feste religiose
    pubbliche e successiva laicizzazione la?, gli
    infiniti in -men, gen. in -an e dat. in -essi,
    la mancanza di aoristi in -xa e di futuri
    dorici, la rarità di ü (tranne che in Alcmane e
    in Pindaro la confusione ü/g nei codici),
    lalternanza suv/tuv, la presenza di an e ke(n),
    Mwsa e Moisa, i gen. in -oio, khr gt kevar, i
    composti e la lingua solenne.

64
TIDEO
Eschilo, Th. 380-394
65
Eschilo, Th. 380-394
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66
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67
la cattiveria di Tideo
  • lincapacità di controllo
  • il desiderio irrefrenabile di sangue e violenza
  • lurlo
  • lanimalizzazione
  • la propensione allinsulto
  • la vanteria
  • La forza militare come forza difensiva e come
    dovere che non dà piacere

68
CLITEMESTRA
Eschilo, Ag. 1227-1238
69
Eschilo, Ag. 1227-1238
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70
la cattiveria di Clitemestra
  • la sfrontata falsità
  • il mortifero inganno
  • la femminilità degenerata
  • la mostruosità
  • il tradimento degli affetti familiari
  • lardire tracotante
  • La donna come fedele custode della casa e come
    madre esemplare

71
Il teatro festa religiosa e laica
  • Le maschere da armamentario cultuale a istituto
    letterario e mezzo di rappresentazione.
  • Lo scenario (il teatro di Dioniso), il pubblico
    (lintera povli) e la formalizzazione.
  • La commistione di generi poetici non attici il
    genere lirico religioso dorico e quello lirico
    narrativo ionico.
  • Dalla lirica corale alla tragedia il coro, il
    canto a solo, il parlato-recitato (lattività
    di Arione di Metimna a Corinto e lorigine
    dorico-corinzia?).

72
ANTIGONE E CREONTE
Sofocle, Ant. 471-476 e 705-718
73
Sofocle, Ant. 471-476
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74
Sofocle, Ant. 705-718
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75
a?t?? d? ?a?? ?st?? ????at?? p?da te??a? ?pe??e?
µ?d??, ?pt???? ??t? st???a? t? ???p?? s??µas??
?a?t???eta?. ???? e??e, ??µ? ?a? µet?stas??
d?d??.
76
la cattiveria di Antigone e Creonte
  • linflessibilità disumana
  • lautocentrismo autistico
  • la sicurezza di sé
  • la noncuranza delle estreme conseguenze
  • il fanatismo rovinoso
  • la sostanziale vacuità
  • La saggezza come misura, temperanza,
    contrattazione con gli eventi, apertura alle
    opinioni e alle parole altrui

77
ODISSEO
Sofocle, Ph. 100-119
78
Sofocle, Ph. 100-119
??. t? ??? µ? ????a? ???? p??? ?e?d? ???e?? ??.
???? s? ??? d??? F????t?t?? ?aße??. ??. t? d? ??
d??? de? µ????? ? pe?sa?t? ??e?? ??. ?? µ?
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??e? t? de???? ?s???? ???s?? ??. ???? ?f??t???
?a? p??p?µp??ta? f????. ??. ??? ??? ??e??? ??
??d? p??sµe??a? ??as? ??. ??, µ? d??? ?aß??ta
??, ?? ??? ????. ??. ??? a?s???? ??? d?ta t?
?e?d? ???e?? ??. ???, e? t? s????a? ?e t?
?e?d?? f??e?. ??. p?? ??? ß??p?? t?? ta?ta
t??µ?se? ?a?e??
79
??. ?ta? t? d??? e?? ???d??, ??? ???e?? p??pe?.
??. ???d?? d? ?µ?? t? t??t?? ?? ????a? µ??e??
??. a??e? t? t??a ta?ta t?? ????a? µ??a. ??.
??? ??? ? p??s??, ?? ?f?s?et?, e?µ? ??? ??.
??t? ?? s? ?e???? ????? ??t? ??e??a s??. ??.
???at?? ?lt?agt ??????t? ??, e?pe? ?d? ??e?. ??.
?? t??t? ?? ???a? d?? f??? d???µata. ??. p???
µa??? ??? ??? ?? ?????µ?? t? d???. ??. s?f?? t?
?? a?t?? ???a??? ?e???? ?µa.
80
la cattiveria di Odisseo
  • la contaminazione della purezza
  • la menzogna e linganno come strumenti di lotta
  • il guadagno come obiettivo assoluto
  • il fine giustifica i mezzi
  • la blandizie della vanità
  • la falsa s?f?a
  • Leroe come leale cercatore di gloria e come puro
    difensore del diritto

81
GIASONE
Euripide, Med. 446-464
82
Euripide, Med. 446-464
??SO? ?? ??? ?ate?d?? p??t?? ???? p???????
t?a?e?a? ????? ?? ?µ??a??? ?a???. s?? ??? pa???
??? t??de ?a? d?µ??? ??e?? ???f?? fe???s??
??e?ss???? ß???e?µata, ????? µata??? ???e??
??pes?? ??????. ??µ?? µ?? ??d?? p???µa µ?
pa?s?? p?t? ?????s? ??s??? ?? ????st?? ?st?
????. ? d? ?? t???????? ?st? s?? ?e?e?µ??a, p??
???d?? ???? ??µ???µ??? f????. ???? µ?? a?e?
ßas????? ??µ??µ???? ????? ?f?????? ?a? s?
?ß????µ?? µ??e??
83
s? d? ??? ???e?? µ???a?, ?????s? ?e? ?a???
t???????? t????? ??pes?? ??????. ?µ?? d? ???
t??d? ??? ?pe?????? f????? ???, t? s?? d?
p??s??p??µe???, ???a?, ?? µ?t? ????µ?? s??
t?????s?? ??p?s??? µ?t? ??de?? t?? p????
?f???eta? f??? ?a?? ??? a?t??. ?a? ??? e? s? µe
st??e??, ??? ?? d??a?µ?? s?? ?a??? f???e?? p?te.
84
la cattiveria di Giasone
  • la sentenziosità arrogante
  • le sofisticazioni verbali
  • la legge del potere
  • lopportunismo
  • il carrierismo
  • la freddezza sentimentale
  • Lautenticità degli affetti familiari e
    lesigenza di una corrispondenza tra parole e
    azioni

85
ETEOCLE
Euripide, Ph. 531-550
86
Euripide, Ph. 531-550
(????S??) t? t?? ?a??st?? da?µ???? ?f?esa?
F???t?µ?a?, pa? µ? s? ?? ?d???? ? ?e??
p?????? d? ?? ?????? ?a? p??e?? e?da?µ??a?
?s???e ??????? ?p? ??????? t?? ???µ???? ?f?
?? s? µa????. ?e??? ???????, t?????, ?s?t?ta
t?µ??, ? f????? ?e? f????? p??e?? te p??es?
s?µµ????? te s?µµ????? s??de? t? ??? ?s??
??µ?µ?? ?????p??? ?f?, t?? p????? d? a?e?
p???µ??? ?a??stata? t???ass?? ?????? ?? ?µ??a?
?at???eta?.
87
?a? ??? µ?t?? ?????p??s? ?a? µ??? sta?µ?? ?s?t??
?ta?e ?????µ?? d????se?, ???t?? t? ?fe????
ß??fa??? ????? te f?? ?s?? ßad??e? t?? ???a?s???
??????, ???d?te??? a?t?? f????? ??e? ????µe???.
e??? ????? µ?? ??? te d???e?e? µ?t????, s? d?
??? ?????? d?µ?t?? ???? ?s?? ?a? t??d?
?p??e?µa? ???ta p?? ?st?? ? d??? t? t??
t??a???d?, ?d???a? e?da?µ??a, t?µ??? ?p??fe?
?a? µ??? ???sa? t?de
88
la cattiveria di Eteocle
  • lamore folle del potere e dellonore personali
  • il disprezzo delluguaglianza e della democrazia
  • la rottura dei legami sociali
  • la disparità sociale come fonte di conflitto
  • linnaturalità dellatteggiamento
    anti-democratico
  • la tirannide e la felicità ingiusta e solitaria
  • La democrazia come modo naturale di amministrare
    il potere e come fonte di pace e di giustizia

89
Commistione linguistica nella tragedia
  • I cori i metri e la lingua lirici, la?, le
    ultime tracce del sacro (le oscillazioni
    testuali e il problema della tradizione
    linguistica dei testi scenici).
  • Il parlato giambo-trocaico, la lingua di Atene e
    gli ionismi letterarizzanti la grammatica
    attica a? ed h attici la sporadicità del duale
    ss (non tt) e rs (non rr) e gli iperionismi
    (pursov) forme ioniche letterarie (opwpa per
    eJovraka, douvrato e dorov per dovrato,
    Qrh/x, ghqen).
  • La volontà di distaccarsi dallattico quotidiano
    e di alzare il tono gli omerismi (forme non
    contratte, lunghe ei e ou per e e o, des. in -oio
    ed -essi, forme pronominali e articolo-relativo,
    diverse forme verbali, comp. ajreivwn e
    bevltero, preposizioni, congiunzioni e
    particelle) e il gioco dei verbi composti (e dei
    preverbi esaustivi) la glossa in luogo del
    nome comune occidentalismi (nel coro e nel
    dialogo dal coro al dialogo o da Corinto ad
    Atene? Metricismi, poetismi, tecnicismi, a?
    originari) ionismi non omerici.

90
La cultura di tipo ateniese
  • La commistione stilizzata di tutte le espressioni
    letterarie precedenti.
  • La lirica discorsiva e narrativa ionica e la
    lirica religiosa dorica.
  • Il carattere interdialettale e tendenzialmente
    imperialista della letteratura ateniese.
  • La preparazione di una nuova lingua comune (che
    però sarà creata dalla filosofia, dalla scienza e
    dalla storiografia più che dalla poesia).

91
CLEONE IL PAFLAGONE
Aristofane, Eq. 40-60
92
Aristofane, Eq. 40-60
??????S ? ?????µ? ?? ?d?. ??? ??? ?st? desp?t??
???????? ?????, ??aµ?t???, ?????????, ??µ??
?????t??, d?s????? ?e???t??? ?p???f??. ??t?? t?
p??t??? ???µ???? ?p??at? d????? ß??s?d????,
?af?a???a pa??????tat?? ?a? d?aß???tat?? t??a.
??t?? ?ata????? t?? ?????t?? t??? t??p???, ?
ß??s?paf?a???, ?p?pes?? t?? desp?t?? ??a???,
???pe??, ??????e??, ???p?ta ??s???µat????
?????s?, t??a?t? ?????
93
? ??µe, ???sa? p??t?? ??d???sa? µ?a?, ?????,
??f?s??, ??t?a??, ??e t???ß????. ß???e? pa?a??
s?? d??p?? e?t? ??a?p?sa? ? t? ?? t?? ?µ??
s?e??s? t? desp?t? ?af?a??? ?e????sta? t??t?.
?a? p???? ?? ?µ?? µ??a? µeµa??t?? ?? ????
?a???????, pa??????tat? p?? pa?ad?aµ?? ?fa?p?sa?
a?t?? pa?????e t?? ?p? ?µ?? µeµa?µ????. ?µ?? d?
?pe?a??e? ???? ?? t?? desp?t?? ????? ?e?ape?e??,
???? ß??s???? ???? de?p????t?? ?st?? ?p?s?ße?
t??? ??t??a?.
94
la cattiveria di Cleone il Paflagone
  • la spregiudicatezza buono a nulla capace di
    tutto
  • la maldicenza calunniosa
  • il mestiere manifatturiero (e maleodorante)
  • ladulazione opportunista
  • lindole del kapo
  • la violenza rapinosa
  • la demagogia e lusurpazione del merito
  • Il buon tempo antico dellaristocrazia terriera e
    degli statisti veri

95
Il dramma siciliano e la commedia
  • La misteriosa (lassenza di opere intere fino a
    Teocrito e ad Archimede) ma influente (lesempio
    delle monete del VI sec. a.C.) cultura siciliana
    e le origini doriche del dramma (drama)
  • La koine occidentale di tipo dorico Epicarmo (il
    nome di un genere?) e Sofrone.
  • I genitivi ejmevo e tevo, üivsa?mi (lt
    üivsanti), deiknuvein (lt deiknuvonti), pefkein,
    pevposca, il dat. pl. in -essi, kavrrwn (per
    kreivsswn)
  • Le differenze dallattico, la lingua naturale e
    parlata, i composti parodici.

96
La commedia attica
  • Lateniese parlato e le differenze tra Aristofane
    e Menandro i volgarismi.
  • La grammatica attica (imperativi in -o e in -so,
    edosan ed edwkan, futuri dorici e non, emellon
    ed hmellon, comparativi in -w e in -ona, plein
    / plevon / plei?on h ), i cori e i composti
    paratragici (e paraepici e paralirici), gli
    stranieri parlanti nei dialetti locali (le
    lingue diverse ma comunicanti), i metricismi
    (-??at?, -µes?a, etc.).
  • La letteratura ateniese e panellenica.

97
CANDAULE E GIGE
Erodoto, I 8,1-9,1
98
Erodoto, I 8,1-9,1
??t?? d? ?? ? ?a?da???? ???s?? t?? ???t??
???a????, ??as?e?? d? ???µ??? ?? e??a? ???a??a
p????? pas??? ?a???st??. ?ste d? ta?ta ??µ????,
?? ??? ?? t?? a??µ?f???? G???? ? ?as?????
??es??µe??? µ???sta, t??t? t? G??? ?a? t?
sp??da??ste?a t?? p???µ?t?? ?pe?et??et? ?
?a?da???? ?a? d? ?a? t? e?d?? t?? ???a????
?pe?epa?????. ?????? d? ?? p????? d?e????t??,
???? ??? ?a?da??? ?e??s?a? ?a???, ??e?e p??? t??
G???? t???de G???, ?? ??? se d???? pe??es?a?
µ?? ?????t? pe?? t?? e?de?? t?? ???a???? (?ta ???
t?????e? ?????p??s? ???ta ?p?st?te?a ?f?a?µ??),
p??ee ???? ??e???? ?e?sea? ??µ???.
99
? d? µ??a ?µß?sa? e?pe d?sp?ta, t??a ???e??
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100
la cattiveria di Candaule e di Gige
  • il desiderio folle e ostinato e il delirio di
    onnipotenza
  • la cecità di fronte allevento
  • la noncuranza del pudore (e la curiosità
    malsana)
  • lincapacità di opporsi al male e la
    corresponsabilità
  • la debolezza degli scrupoli e dei timori fondati
  • il complotto e linganno obbligati la scelta
    tragica
  • lusurpazione del potere
  • La s?f??s??? e il rispetto delle leggi umane e
    divine

101
PERIANDRO
Erodoto, V 92,e1-???
102
Erodoto, V 92,a1-?4
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104
la cattiveria di Periandro
  • le origini difficoltose da figlio della t???
  • la frequentazione contaminante dei tiranni
  • il potere come ferocia
  • la schiavitù nei confronti degli oracoli
  • il contatto con locculto
  • la distruzione del valore come garanzia di
    potere
  • il disordine sessuale e affettivo
  • La s?f??s??? e il rispetto delle leggi umane e
    divine

105
Uninvenzione ionica la prosa
  • La poesia degli Eoli e la prosa degli Ioni
    laffrancamento dalla tradizione e dal sentimento
    e la riproduzione intellettuale e discorsiva di
    una realtà positiva.
  • Gli Ioni alla guida culturale e spirituale della
    Grecia dalletà arcaica allinizio di quella
    classica i Greci yauna, linflusso
    sullarchitettura, sulle arti e sulla scienza
    orientale (persiana in primis).
  • La koiné ionica e linfluenza dellalfabeto
    ionico (les. di c), poi generalizzato (Atene
    403, Beozia 370, ecc.), e della terminologia
    ionica.
  • Lestrazione e la lingua ionica dei primi
    prosatori (Talete, Anassimandro, Anassimene
    Eraclito Ecateo), e quindi del genere in quanto
    tale (Erodoto e Tucidide Ippocrate di Coo
    Antioco di Siracusa, Ellanico di Lesbo) le poche
    tracce di una prosa dorica (dalle Dialexeis ad
    Archimede) le differenze stilistiche (maggiore o
    minore letterarietà), non linguistiche tra i
    gevnh della prosa.

106
La prosa paraletteraria ai\noi, lovgoi,
muqoi, leggi ed elenchi
  • LAiswpo logopoiov e i riflessi poetici da
    Archiloco a Platone (Phaed. 60c, 61b).
  • Genealogie, elenchi di vincitori (ad Olimpia dal
    776 a.C.), liste di sacerdoti o governanti (gli
    efori a Sparta dal 757 a.C., gli arconti ad Atene
    dal 683 a.C.), leggi.

107
La prosa didascalica e narrativa logografia,
storiografia, scienza, filosofia
  • La lingua dei primi logografi tra pretese
    poetiche e koiné duso microasiatica.
  • Epicismi, forme non contratte, ionismi arcaici,
    lingenuità e il gusto narrativo (lesempio degli
    Iamata di Epidauro).

108
Erodoto, la filosofia, la medicina
La lingua semplice (scevra di glwttai), varia e
internazionale del viaggiatore di
Alicarnasso. Arcaismi, forme non contratte,
epicismi e atticismi il peso della tradizione
manoscritta e la stilizzazione letteraria. Le
gnwmai filosofiche tra retorica e poesia
Eraclito e Democrito. Ippocrate akrato
concisione e chiarezza.
109
GLI ATENIESI (E I MELII)
Tucidide, V 84-116
110
Tucidide, V 89
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111
Tucidide, V 104s.
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112
la cattiveria degli Ateniesi
  • la politica di potenza
  • la necessità della tirannide di Stato
  • limpossibilità della pietà
  • limperialismo come violenza
  • la perdita del senso del divino
  • loppressione del debole
  • la perdita del senso storico
  • La politica come lungimiranza (verso il passato e
    verso il futuro) e come misura

113
La lingua ufficiale della dodecapoli e della
giambografia la prosa orale
  • Il carattere autoctono della prosa ionica e il
    rifiuto dei concetti tradizionali di origine
    orientale (ma si veda Eraclito) i fatti e la
    ragione.
  • Gli scritti per la lettura (cf. Plat. Parm. 127c)
    e il carattere orale delle frasi (le ripetizioni,
    le pospositive, i parallelismi e la
    sottolineatura continua della struttura della
    frase).
  • Dalle parole-forza alle parole-segno (es. di
    upno, fuvsi, ajnavgkh).
  • Il pensiero discorsivo e razionale lisolamento
    e lespressione distinta di ogni nozione
    (lopposizione dei termini, larticolo e
    laggettivo neutro, le formanti nominali -th,
    -si e -ma e la razionalizzazione del
    linguaggio), agilità e precisione.

114
Atene e la retorica
  • La sopravvivenza della lingua di cultura ionica.
  • La prosa fatta per lazione lattico
    dallarcaismo (il duale, i verbi atematici,
    lambavnw/lhvyomai, povli, -tt- e -rr-) alla
    Kunstprosa.
  • La retorica di importazione (Siracusa?) Gorgia
    di Leontini (le figure retoriche), Trasimaco di
    Calcedonia (il ritmo prosastico e i cola).
  • Politologia e storiografia la Costituzione degli
    Ateniesi e Tucidide.
  • Lisia figlio di Cefalo (latticismo giudiziario)
    Antifonte e la differenza tra Tetralogie e
    discorsi giudiziari Iperide e lanticipo della
    koiné Demostene e la prosa di tutta la Grecia.

115
TRASIMACO
Platone, Resp. 336b-e, 350c-d
116
Platone, Resp. 336b-e
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117
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?a? ????ß?? ???e ?t? ?? ????? ?? ??? ???
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118
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T?as?µa?e, µ? ?a?ep?? ?µ?? ?s?? e? ??? t?
??aµa?t???µe? ?? t? t?? ????? s???e? ??? te ?a?
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119
Platone, Resp. 350c-d
? d? T?as?µa??? ?µ?????se µ?? p??ta ta?ta, ??? ??
??? ??? ??d??? ????, ???? ????µe??? ?a? µ????,
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µ?µ??sa?, ? T?as?µa?e.
120
la cattiveria di Trasimaco
  • il naturalismo sfrenato
  • la volontà di potenza
  • la violenta e bestiale irruenza
  • il dialogo come grido e prevaricazione
  • il disprezzo delle sciocchezze altrui
  • lindisponibilità a perdere tempo
  • lirriducibilità delle proprie idee
  • Il dialogo come pazienza e come costruzione
    comune della verità

121
Filosofia e retorica Isocrate e Platone
  • La conversazione cólta di Platone i poetismi, le
    etimologie popolari (vd. Cratilo), lattico puro
    (il duale), parole usuali in significato generale
    (i neutri e larticolo), lalgebra linguistica.
  • La storia girovaga di Senofonte lattico impuro
    e lannuncio della koiné (la rarità del duale,
    dorismi e ionismi, poetismi, coinismi).
  • La lingua aulica e la grammatica attica di
    Isocrate.
  • La koiné in Aristotele lattico che diventa
    greco comune e prosa del pensiero razionale
    (lordo verborum, le pospositive, gli elementi
    verbali e nominal-verbali, larticolo
    dimostrativo, varietas e unità).
  • La lingua dei vasai e delle tabellae defixionis
    lattico che non rimane.
  • Il problema della tradizione manoscritta e
    lemendazione (già antica) delle anomalie.

122
CNEMONE, IL MISANTROPO
Menandro, Dysc. 708-721, 740-747
123
Menandro, Dysc. 708-721
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de?ses?? ??de???. ??? d? ?d?? ??e?a? ??sa?
?s??p?? te t?? ß??? t?? te?e?t??, e???? ??? e?
t??t? ????s??? t?te. de? ??? e??a??a?
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124
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125
Menandro, Dysc. 740-747
t?? d? ??a??a??? ???e?? p?e???? ??? ??d???
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??? ß????µ? e?pe?? ????a s?? ?a? t?? t??p?? e?
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126
la cattiveria di Cnemone
  • la sofferenza nel contatto con gli altri
    (misantropia)
  • lincontro come prevaricazione
  • il moralismo e la chiusura
  • la sfiducia negli altri
  • il pessimismo come ermeneutica
  • limmodificabilità dellatteggiamento
  • lincomprensione del sentimento
  • Lapertura verso gli altri, la generosità,
    lattenzione alla vita sentimentale, la
    flessibilità nei comportamenti il gentleman

127
Lunità di tre nozioni
  • La lingua letteraria da Aristotele alletà
    moderna la lingua di Polibio, di Strabone, di
    Plutarco la lingua avversata dagli atticisti,
    accademici della Crusca ante litteram.
  • La lingua parlata, duso, delletà di Alessandro
    Magno e dei secoli successivi la testimonianza
    dei papiri documentari e di opere a finalità non
    principalmente letteraria come il Nuovo
    Testamento levoluzione della lingua in rapporto
    ad Aufstieg und Niedergang dellimpero culturale
    greco linevitabile varietas di ogni lingua
    parlata.
  • La lingua madre del greco medioevale e moderno,
    con la sua nuova differenziazione in parlate non
    corrispondenti in nulla agli antichi dialetti, e
    caratterizzate da una sostanziale unità di fondo.
  • La codificazione ortografico-grammaticale e
    linsegnamento scolastico da un lato, le varietà
    e irregolarità fonetiche e di pronuncia
    dallaltro la koiné come fluttuante insieme di
    tendenze (la progressiva e inarrestabile
    scomparsa del perfetto, dellottativo, del
    futuro, dellinfinito, dei casi).
  • La norma ideale e le tendenze naturali, la
    tradizione e levoluzione, la fissità e il
    cambiamento.

128
Il quadro storico
  • Commercianti, soldati, intellettuali dalle
    povlei-stato alla cittadinanza allentata
    delletà ellenistica la lingua locale dalla
    funzione politica di lingua della comunità a
    vernacolo per esteriori rivendicazioni di
    indipendenza.
  • Le tappe di unevoluzione storico-linguistica le
    invasioni persiane, legemonia ateniese,
    legemonia macedone e limpero di Alessandro
    Magno, limpero romano.
  • La minaccia persiana dalla koiné ionica del VI
    sec. a.C. alla koiné ionico-attica (475-431
    a.C.) la resistenza contro i Persiani e
    legemonia di Atene e di Sparta
  • Limpero culturale di Atene il sistema
    giudiziario (dal 446 a.C.), le cleruchie, le arti
    e laristocrazia dello spirito (lininfluenza
    linguistica delle egemonie di Sparta e di Tebe).
  • I Macedoni da Alessandro I (490-454) ad Archelao
    (413-400) e da Filippo ad Alessandro Magno, e la
    consacrazione dellattico sotto limpero
    macedone il nuovo periodo di espansione (a
    differenza del V secolo) e laffermarsi della
    cultura ellenistica (Alessandria, Pergamo,
    Antiochia).
  • La soppressione delle peculiarità attiche e il
    formarsi di una lingua comune dalla Sicilia
    allIndia, dallEgitto al Mar Nero la lingua
    urbana e ufficiale delle classi dirigenti e i
    patois locali (il declino delle koinaiv
    occidentali).
  • Il carattere impoetico della koinhv, lingua
    della scienza e della filosofia il lessico
    intellettuale dellOccidente (precisione e
    sfumature).
  • I confini del greco latino, aramaico, partico,
    arabo, armeno, slavo influenze, prestiti,
    calchi.

129
Le fonti della koiné
  • I testi documentari (lettere, conti, ecc.) e gli
    errori (ei/i, la pronuncia delle occlusive, a/e,
    gli errori dei forestieri).
  • Papiri (Egitto ed Ercolano ante 79 d.C.) e
    iscrizioni le differenti tipologie di errore.
  • I testi letterari e gli inconvenienti della
    tradizione (quella a monte letterarizzante
    quella a valle analogista e/o innovatrice) i
    testi documentari come termometri della lingua
    duso nelle opere letterarie.
  • I testi paraletterari i Settanta e il Nuovo
    Testamento il valore documentario dei testi
    biblici per lo studio della koiné e lantichità
    della loro tradizione (il Vaticano e il Sinaitico
    del IV sec., lAlessandrino del V sec.) il
    problema della paternità delle particolarità (gli
    autori o i copisti?).
  • Linfluenza del parlato sulla lingua ufficiale
    lesempio di oujdeiv/oujqeiv e dei gruppi
    -tt-/-ss-.
  • Il testi letterari non arcaizzanti (Aristotele,
    Menandro, Polibio) e il greco moderno
    levoluzione della lingua.

130
ANTIOCO
2 Maccabei, 9,5-11 e 28
131
2 Maccabei, 9,5-11 e 28
? d? pa?tep?pt?? ?????? ? ?e?? t?? ?s?a??
?p?ta?e? a?t?? ????t? ?a? ????t? p????. ??t? d?
a?t?? ?ata???a?t?? t?? ????? ??aße? a?t??
????est?? t?? sp??????? ????d?? ?a? p???a? t??
??d?? ß?sa???, p??? d??a??? t?? p???a?? ?a?
?e?????sa?? s?µf??a?? ?t???? sp?????a
ßasa??sa?ta. ? d? ??daµ?? t?? ??e????
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