Androgeni, insulino-resistenza e patologia vascolare negli uomini sottotitolo - PowerPoint PPT Presentation

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Androgeni, insulino-resistenza e patologia vascolare negli uomini sottotitolo

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Title: Androgeni, insulino-resistenza e patologia vascolare negli uomini sottotitolo


1
Androgeni, insulino-resistenza e patologia
vascolare negli uominisottotitolo ipogonadismo
maschile acquisito delletà adulta e sindrome
metabolica necessità di una rivisitazione
critica
  • Dr. S. La Vignera
  • Dipartimento di Scienze Biomediche
  • Sez. di Endocrinologia, Andrologia e Medicina
    Interna
  • Ospedale Garibaldi Università di Catania
  • REGALBUTO 19 APRILE 2008
  • LANDROLOGO S.I.A. INCONTRA IL MEDICO DI MEDICINA
    GENERALE

2
Premesse essenziali
  • Circonferenza addominale gt94 cm nelluomo, gt80
    cm nella donna
  • Trigliceridi ?150 mg/dl (o Tx per
    ipertrigliceridemia)
  • HDL-C lt40 mg/dl nelluomo, lt50 mg/dl nella donna
    (o Tx per HDL-C)
  • Pressione arteriosa ?130/85 mmHg (o Tx per
    ipertensione )
  • Glicemia ?100 mg/dl (o Tx per iperglicemia)
  • 3/5 diagnosi di Sindrome Metabolica

Le concentrazioni plasmatiche di Testosterone di
un soggetto adulto sano di sesso maschile variano
fisiologicamente tra 300 1000 ng/dl c.s. lt
231 ng/dl identificano una condizione
laboratoristica di accertato ipogonadismo
3
Makhsida N, Shah J, Grace Y, Yan G, Fisch H,
Shabsigh R. Hypogonadism and metabolic syndrome
implications for testosterone therapy. J Urol
2005 174 827-34
  • Una recente metanalisi condotta su oltre 60 studi
    clinici pubblicati ha avanzato la proposta di
    includere il LOH (Late Onset Hypogonadism) tra le
    condizioni comprese nella definizione di Sindrome
    Metabolica

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Makhsida N, Shah J, Grace Y, Yan G, Fisch H,
Shabsigh R. Hypogonadism and metabolic syndrome
implications for testosterone therapy. J Urol
2005 174 827-34
  • Tale proposta trae il suo razionale dalle intime
    correlazioni individuate fra livelli androgenici
    e diverse variabili metaboliche e cliniche
    proprie della SM

5
Rolf C, von Eckardstein S, Koken U, Nieschlag E.
Testosterone substitution of hypogonadal men
prevents the age-dependent increases in body mass
index, body fat and leptin seen in healty ageing
men results of a cross-sectional study. Eur J
Endocrinol 2002 146 505-11.
  • Lobesità viscerale, che costituisce un
    importante fattore di rischio cardiovascolare,
    risulta significativamente incrementata nei
    pazienti con LOH, in virtù di una precisa
    attività biologica del T sulladipocita

6
Rolf C, von Eckardstein S, Koken U, Nieschlag E.
Testosterone substitution of hypogonadal men
prevents the age-dependent increases in body mass
index, body fat and leptin seen in healty ageing
men results of a cross-sectional study. Eur J
Endocrinol 2002 146 505-11.
  • Un aumentato uptake di trigliceridi, associato a
    una riduzione dei fenomeni di lipolisi,
    caratterizza lattività adipocitaria in presenza
    di bassi livelli androgenici, e giustifica il
    dato clinico di un incremento della massa grassa
    del 20-35 nei soggetti ipogonadici

7
Cohen PG. The hypogonadal-obesity cicle. Medical
Hypotheses 1999 52 49-51
  • Lobesità è daltra parte responsabile di una
    incrementata attività aromatasica, che riducendo
    ulteriormente i livelli circolanti di T, realizza
    quello che PG Cohen definisce the
    hypogonadal-obesity cicle

8
Isidori AM, Caprio M, Strollo F, Moretti C,
Frajese G, Isidori A. Leptin and androgens in
male obesity evidence for leptin contribution to
reduced androgenm levels. J Clin Endocrinol Metab
1999 84 3673-80.
  • Anche la Leptina, i cui livelli circolanti
    aumentano con il crescere della massa grassa, è
    in grado di inibire lincrezione di T
    indirettamente alterando la pulsatilità del
    rilascio di LH

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Isidori AM, Caprio M, Strollo F, Moretti C,
Frajese G, Isidori A. Leptin and androgens in
male obesity evidence for leptin contribution to
reduced androgenm levels. J Clin Endocrinol Metab
1999 84 3673-80.
  • E daltra parte dimostrato come la terapia
    sostitutiva androgenica nellipogonadico riduca
    lobesità viscerale, e come il calo ponderale
    possa condurre a un proporzionale aumento dei
    livelli di T

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Kapoor D, Malkin CJ, Channer KS, Jones TH.
Androgens, Insulin resistance and vascular
disease in men. Clin Endocrinol 2005 63 239-50.
  • Anche il profilo biologico di sensibilità
    allazione insulinica sembra rispondere
    positivamente, nei soggetti ipogonadici, alla
    supplementazione androgenica, a conferma
    dellevidenza sperimentale di una condizione di
    insulinoresistenza indotta da orchiectomia
    nellanimale da esperimento

11
Aversa e coll. Role of testosterone in the
regulation of erectile and cardiovascular
function. Italian Journal of Sexual and
Reproductive Medicine 2005 12 102-13.
  • Unattività biologica diretta del T sul sistema
    circolatorio trova numerose conferme cliniche e
    sperimentali.
  • Il T è in grado di produrre una vasodilatazione
    nelle arterie coronarie, aorta e brachiale con
    meccanismo endotelio-dipendente (NO-cGMP),
    endotelio indipendente (azione diretta sulla
    concentrazione intracellulare di Ca della
    cellula muscolare liscia) ed estrogeno-mediato.

12
Rosano GM. Androgens and coronary artery disease.
A sex specific effect of sex hormones ? Eur Heart
J 2000 21 868-71
  • Tale attività biologica supporta una serie di
    rilievi clinici relativi alle manifestazioni
    cardiocircolatorie del LOH.
  • Decisivo nel dimostrare una correlazione tra LOH
    e rischio cardiovascolare è il riscontro di
    livelli circolanti di T costantemente più bassi
    nei soggetti con malattia cardiovascolare
    rispetto a controlli sani.

13
Rosano GM. Androgens and coronary artery disease.
A sex specific effect of sex hormones ? Eur Heart
J 2000 21 868-71
  • La terapia androgenica sostitutiva nei soggetti
    con LOH si associa a riduzione del rischio di
    eventi cardiovascolari e a inibizione del
    processo di aterosclerosi, mentre in soggetti
    ipogonadici con angina cronica instabile riduce
    significativemente la severità ed il tempo di
    ischemia.

14
  • Quali sono i meccanismi alla base della
    variazione della sensibilità tissutale allazione
    androgenica ?

15
Meccanismi ipotizzati
  • Entità di espressione di AR nei vari tessuti
  • (Luts LB, Mol Endocrinol 2003)
  • Polimorfismo funzionale di AR
  • Effetti non genomici
  • Distribuzione tissutale co-regolatori di AR

16
Polimorfismo funzionale di AR
  • Un polimorfismo funzionale di AR potrebbe
    influenzare lintensità del segnale genomico
    trasdotto.
  • Un esempio di tale meccanismo è rappresentato
    dalla tripletta CAG nellesone 1 (poliglutamina)
    dove la lunghezza della ripetizione è
    inversamente correlata alla sensibilità
    androgenica.
  • Ripetizioni più corte associate a rischio più
    elevato di sviluppare neoplasie prostatiche
    (Krithivas, J Clin Endocrinol Metabn 1999)
  • Estensioni patologiche (gt40) di tale ripetizione
    causano una malattia del motoneurone (Sindrome di
    Kennedy atrofia muscolo-bulbo-spinale)
    (Patrizio P, J Androl 2001)

17
EFFETTI NON GENOMICI
  • Negli ultimi anni sono emerse considerevoli
    evidenze sugli effetti non genomici degli
    steroidi, androgeni inclusi (Cho JJ, Med Sci
    Monit 2003).
  • Tali effetti si distinguono dai classici effetti
    genoma-mediati per
  • Rapidità di inizio (da secondi a minuti)
  • Indipendenza dalla inibizione della sintesi di
    RNA e proteine
  • Indipendenza dellinterazione con il nucleo
    cellulare

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  • Gli effetti androgenici non genomici sono legati
    alla rapida induzione di un secondo messagero ed
    alla relativa cascata di traduzione del segnale
    che porta allincremento dei livelli di Calcio
    citoplasmatico, allattivazione di PKA, PKC,
    MAPK con vari effetti sulla funzione cellulare
    tra cui rilasciamento del tessuto muscolare
    liscio, trasmissione dei segnali neuromuscolari e
    giunzionali e plasticità neuronale (Heinlein CA,
    Mol Endocrinol 2002).
  • Tali effetti sono legati ad un recettore di
    membrana e probabili siti di legame sono stati
    descritti per tutte le classi di steroidi,
    androgeni inclusi (Herve JC, Mini Rev Med Chem
    2002) .

19
  • Attualmente un AR di membrana non è stato ancora
    identificato, ma studi preliminari sembrano
    dimostrare lesistenza di un sito di legame a
    bassa affinità per gli androgeni alchilati sulla
    membrana microsomiale (Chirino R, J Steroid
    Biochem 1989).
  • Sito di legame per deidroepiandrosterone sulla
    membrana di cellule endoteliali (Williams MR, J
    Clin Endocrinol Metab 2002)
  • Recettore per SHBG sulla membrana cellulare con
    trasduzione intracellulare del segnale via
    AMP-ciclico (Rosner W, J Steroid Biochem Mol Biol
    1999)

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  • Lazione genomica di AR è modulata da unampia
    varietà di fattori di regolazione, rappresentati
    da proteine che agiscono in senso positivo
    (co-attivatori) e negativo (co-repressori) e che
    sono poi responsabili della fine modulazione di
    questo processo di espressione genica (Heinlein
    CA, Endocr Rev 2002)

21
Testosterone e regolazione del tono vascolare
  • AR è stato localizzato ubiquitariamente
    nellendotelio vascolare e nelle cellule
    muscolari liscie.
  • Il sistema vascolare può essere direttamente
    influenzato dallazione del T che probabilmente
    agisce sui vasi con due meccanismi distinti ed
    indipendenti
  • Orshal JM, Am J Physiol Regul 2004
  • Thompson J, Clin Exp Pharmacol 2003
  • Wynne FL, J Endocrinol Invest 2003

22
  • LAR vascolare può mediare gli effetti del T
    sulla parete arteriosa ed è stato dimostrato che
    il T è in grado di produrre una vasodilatazione
    dellarteria coronaria, aortica e brachiale
    attraverso lattivazione sia di meccanismi
    endotelio-dipendenti che endotelio-indipendenti
    (Chou TM, Circulation 1999)
  • Gli effetti endotelio-dipendenti del T vengono
    spiegati, sebbene in parte, attraverso la
    produzione di NO, mentre i meccanismi degli
    effetti endotelio-indipendenti sembrano
    coinvolgere diversi tipi di canali ionici della
    cellula muscolare liscia (Littleton-Kearney M,
    Biol Res Nurs 2004)
  • Azione antagonista sui VOCC Voltage-operated
    calcium channels (Crews JK, Arterioscler Tromb
    Vasc Biol 1999)
  • Azione antagonista sui SOCC Store -operated
    calcium channels (Jones RD, J Endocrinol 2003)
  • Linterazione del T con i suoi specifici
    recettori nucleari può innescare non soltanto un
    effetto genomico a lungo termine, ma anche una
    risposta vasodilatatoria acuta non genomica
    (Wynne FL, J Endocrinol Invest 2003)

23
(No Transcript)
24
CORRELAZIONE LOH-SM
Correlazione con Fisiopatologia Evidenze a supporto
Obesità viscerale Aumento uptake trigliceridi Riduzione lipolisi Aumentata aromatizzazione con ulteriore riduzione di T Inibizione Leptina-mediata sulla increzione di T Rolf C e coll, Cohen PG e coll, Isidori AM e coll
Insulinoresistenza Evidenza sperimentale su animale da esperimento dopo orchiectomia Kapoor D. e coll
Assetto lipidico In pz con malattia coronarica i livelli circolanti di T plasmatici, e colesterolo HDL sono più bassi rispetto i controlli Livelli Lp(a) aumentati Weidemann W e coll
Omeostasi pressoria Vasodilatazione mediata da meccanismo endotelio dipendente (NO-cGMP) ed endotelio indipendente (azione diretta sulla concentrazione degli ioni calcio della cellula muscolare liscia) Orshall JM e coll, Thompson J e coll, Wynne FL, Aversa A e coll
25
Studio della funzione endoteliale
  • Ultrasonografia dinamica
  • ELISA
  • Citofluorimetria

26
  • Studio della funzione endoteliale
  • Nelluomo lapproccio sperimentale più utilizzato
    è quello di valutare la reattività vascolare ad
    agonisti ed antagonisti endotelio-dipendenti in
    un distretto funzionalmente isolato.
  • In particolari distretti vascolari è possibile
    attivare le cellule endoteliali con agonisti
    specifici (acetilcolina, metacolina,
    bradichinina, serotonina, sostanza P) o bloccare
    la produzione di NO con antagonisti per lenzima
    NO sintetasi come ad esempio la
    NG-monometil-L-Arginina (L-NMMA).
  • In genere si utilizzano come modello sperimentale
    i distretti vascolari dellavambraccio e del
    circolo coronarico in quanto, tramite larteria
    brachiale o larteria coronarica discendente
    anteriore, è possibile infondere agonisti ed
    antagonisti endoteliali a dosi che non producano
    modificazioni dellemodinamica sistemica.
  • In questo modo non si modifica la pressione di
    perfusione del distretto esplorato e pertanto gli
    eventuali incrementi o decrementi di flusso
    arterioso che osserviamo a questo livello,
    misurati con pletismografia venosa a
    strain-gauge nellavambraccio e con tecnica
    Doppler nel microcircolo coronarico sono indice
    di vasodilatazione o vasocostrizione locale.

27
Studio della funzione endoteliale
  • Negli ultimi anni si è diffusa una metodica non
    invasiva per lo studio della funzione endoteliale
    che si basa sulle variazioni di diametro di una
    arteria perifericain seguito a stimoli in grado
    di attivare un rilascio di NO da parte
    dellendotelio vasale.
  • Come stimolo endotelio-dipendente può essere
    utilizzata linfusione locale di agonisti che
    possono attivare lendotelio attraverso laumento
    del flusso plasmatico e quindi dello shear
    stress, una metodologia conosciuta con il nome
    di studio della flow-mediated dilation (FMD,
    dilatazione indotta da flusso).
  • Questa tecnica viene in genere applicata a
    livello dei distretti periferici per lo studio
    della funzione endoteliale a livello dellarteria
    brachiale , più frequentemente, o dellarteria
    radiale, più raramente.
  • Dal punto di vista metodologico la tecnica
    prevede di visualizzare larteria brachiale,
    mediante studio ecografico, in proiezione
    longitudinale, è importante che il segmento
    visualizzato sia sempre lo stesso, perché
    allinterno del vaso si possono avere in punti
    diversi risposte vasodilatatorie differenti.
  • Per mantenere il trasduttore nella stessa
    posizione nel corso dello studiopuò essere
    adoperato un reggisonda meccanico.

28
Studio della funzione endoteliale
  • Per ottenere un incremento di flusso sanguigno e
    quindi dello shear stress (iperemia reattiva),
    viene posto intorno allarto in esame un
    manicotto per la pressione e gonfiato ad una
    pressione di 50 mmH superiore alla pressione
    sistolica, in modo da indurre una breve ischemia
    (in genere 5 min) a livello dellavambraccio per
    poi misurare con la metodica ecografica le
    variazioni di calibro dellarteria brachiale
    indotte dallaumento di flusso causato dalla
    vasodilatazione post-ischemica distale.
  • Una occlusione inferiore a 4,5-5 minuti non è in
    grado di determinare una vasodilatazione
    massimale, mentre unocclusione superiore a 5
    minuti non apporta alcun vantaggio intermini di
    vasodilatazione.
  • Il flusso sanguigno nellarteria brachiale viene
    registrato per 10 secondi prima e 15 secondi dopo
    lo gonfiaggio del manicotto mediante luso del
    Doppler pulsato.

29
Studio della funzione endoteliale
  • Poiché il tempo necessario ad ottenere una
    vasodilatazione massimale è variabile, il
    diametro dellarteria deve essere registrato in
    continuo per almeno 2 minuti dopo gonfiaggio del
    manicotto per valutare adeguatamente la
    reattività brachiale.
  • Questa metodica ha il vantaggio di essere non
    invasiva, ma purtroppo presenta una bassissima
    riproducibilità e pertanto richiede
    unaccuratezza metodologica molto elevata, e in
    particolare un braccio meccanico a regolazione
    micrometrica per evitare spostamenti della sonda
    vascolare e un software specifico per misurare
    secondo per secondo le variazioni di calibro
    dellarteria.
  • Quando si studia il ruolo dellendotelio nel
    controllo del tono vascolare valutando la
    risposta vasodilatante indotta o da sostanze ad
    azione agonista endoteliale o dalloshear stress,
    lentità della vasodilatazione è una misura della
    funzione endoteliale nel senso che tanto maggiore
    è la vasodilatazione indotta dallagonista, tanto
    maggiore è la funzionalità endoteliale.
  • Utilizzando questa tecnica, è necessario
    confrontare la risposta degli agonisti
    endotelio-dipendenti (aceticolina, bradichinina,
    serotonina, sostanza P, etc. o laFMD) con
    sostanze che inducono vasodilatazione
    endotelio-indipendente (essenzialmente
    nitroderivati quali nitroprussiato di sodio o la
    nitroglicerina) così da escludere che eventuali
    differenze di risposta contrattile delle cellule
    muscolari lisce.

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  • Dosaggio plasmatico di
  • SE-Selectina
  • IL6
  • Vascular endothelial factor (VEGF)
  • Basic fibroblast growth factor (bFGF)
  • Metodica ELISA (enzyme-lynked immunsorbent assay)

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Epc (Progenitici endoteliali circolanti di
origine midollare)
  • Lendotelio danneggiato viene normalmente
    riparato da cellule progenitrici endotelali
    circolanti di origine midollare (EPCs).
  • Queste cellule in seguito a danno endoteliale
    vengono mobilizzate in circolo dal m. o. dove si
    differenziano in cellule endoteliali mature in
    grado di riparare lendotelio danneggiato e di
    partecipare alla neovascolarizzazione.
  • La mobilizzazione di queste cellule richiede un
    complesso meccanismo non ancora completamente
    chiarito in cui sembra giocare un ruolo
    fondamentale la secrezione, da parte delle
    cellule stromali ed emopoietiche midollari, della
    metalloproteinasi-9 la quale attiverebbe il
    sitema kit
  • Un recente studio eseguito sul topo ha suggerito
    un influenza della eNOS, che produce NO da
    L-Arginina, sulla funzionalità delle cellule
    progenitrici empopoietiche e sulle EPCs.
  • Questo studio ha dimostrato che NO agendo agendo
    per via paracrina determini un aumento delle EPCs
    circolanti e che la mancata attività di eNOS
    correli con la ridotta mobilizzazione delle EPCs.

Asahara T et al. Isolation of putative progenitor
endothelial cells for angiogenesis. Science 1997
275 964-967. Dimmeler S et al. Vascular repair
by circulating endothelial progenitors cells
the missing link in atherosclerosis ? J Mol Med
2004 82 671-677 Werner N et al. Circulating
endothelial progenitor cells and cardiovascular
outcomes. N Engl J Med 2005 353
999-1007 Aicher A et al. Essential role of
endothelial nitric oxide synthase for
mobilization of stem and progenitor cells. Nat
Med 2003 9 1370-1376.
32
  • Determinazione delle CEP mediante analisi
    citofluorimetrica
  • 100 µL di sangue periferico in Eparina sodica
    incubati con 10 µL di un pannello di anticorpi
    monoclonali (anti-CD45, -CD34, -CD133) marcati
    con fluorescina isotiocianato (FITC),
    R-phicoeritrina (PE) o peridinin chlorophyll
    protein (PerCP), per 20 min a temperatura
    ambiente (RT).
  • I globuli rossi lisati mediante incubazione in
    una soluzione lisante per 10 min a RT
  • Il pellet di globuli bianchi poi lavato due
    volte con una soluzione di FACS flow
  • Appropriate finestre di analisi per contare il
    numero totale di CEP
  • Le CEP definite come CD45 negative, CD 34 e CD
    133
  • La lettura al citofluorimetro FACS con 15-mW
    argon laser (excitation a 488 mm) seguita
    a tre colori/cinque parametri.
  • La sensibilità dei determinanti di fluorescenza
    settata e monitorata usando Calibrite Beats
    secondo le indicazioni della ditta produttrice.
  • Cellule colorate con IgG1 isotipic controls
    marcate con FITC o PE sono usate come controllo
    negativo.
  • Acquisite almeno 100.000 cellule per campione le
    analisi considerate informative quando un
    adeguato numero di eventi (gt100) è stato
    acquisito nelle finestre di valutazione delle
    CEP.

33
Ruolo del T nella ri-endotelizzazione del
paziente diabetico
  • SM
  • LOH
  • LOH-evoluzione clinica della SM
  • LOH-profilo di risposta a farmaco-terapia
    convenzionale (insulino-sensibilizzanti,
    antiipertensivi, statine)
  • Ruolo di LOH vs altre componenti della SM
    sullevoluzione clinica della stessa
  • TOS-evoluzione clinica della SM
  • TOS-profilo di risposta a farmaco-terapia
    convenzionale (insulino-sensibilizzanti,
    antiipertensivi, statine)
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