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ESTERNALIT

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esternalita un esternalit l effetto dell azione . di. un soggetto economico sul benessere . di. altri soggetti non direttamente coinvolti. – PowerPoint PPT presentation

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Title: ESTERNALIT


1
ESTERNALITÀ
  • BARBARA MARTINI

2
ESTERNALITA
  • UNESTERNALITÀ È LEFFETTO DELLAZIONE DI UN
    SOGGETTO ECONOMICO SUL BENESSERE DI ALTRI
    SOGGETTI NON DIRETTAMENTE COINVOLTI.
  • EFFETTO DANNOSO ESTERNALITÀ NEGATIVA.
  • EFFETTO BENEFICO ESTERNALITÀ POSITIVA.
  • LEQUILIBRIO DI MERCATO NON MASSIMIZZA IL
    BENESSERE SOCIALE

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EQUILIBRIO DI MERCATO
  • IN GENERALE LEQUILIBRIO DI MERCATO VIENE
    CONSIDERATO EFFICIENTE POICHÉ LA DISPONIBILITÀ A
    PAGARE DEL CONSUMATORE CORRISPONDE ALLA
    DISPONIBILITÀ A VENDERE DEL PRODUTTORE

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EQUILIBRIO
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ESEMPIO
  • UNA FABBRICA EMETTE AGENTI INQUINANTI
  • A CAUSA DELLESTERNALITÀ NEGATIVA, IL COSTO
    SOCIALE DELLA
  • PRODUZIONE È MAGGIORE DI QUELLO SOSTENUTO DAI
    PRODUTTORI
  • PER OGNI UNITÀ PRODOTTA VA CALCOLATO, OLTRE AL
    COSTO
  • PRIVATO PER I PRODUTTORI, ANCHE QUELLO SOSTENUTO
    DAI
  • TERZI DANNEGGIATI DAGLI INQUINANTI.

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  • LA CURVA DEL COSTO SOCIALE È PIÙ ALTA DI QUELLA
    DEL COSTO PRIVATO.
  • LA DISTANZA TRA LE DUE CURVE MISURA IL COSTO
    DELLINQUINAMENTO.

7
(No Transcript)
8
QUANTITA OTTIMA DI PRODUZIONE
  • QUALE QUANTITÀ DOVREBBE ESSERE PRODOTTA PER
    MASSIMIZZARE IL BENESSERE TOTALE????
  • LA CURVA DI DOMANDA DEVE INTERSECARE I QUELLA DEL
    COSTO SOCIALE.

9
(No Transcript)
10
CONFRONTO TRA I DUE EQUILIBRI
  • LA QUANTITÀ DI EQUILIBRIO DI MERCATO È MAGGIORE
    DELLA QUANTITÀ DI EQUILIBRIO SOCIALE, PERCHÉ NON
    CONSIDERA IL COSTO SOCIALE. RIDUCENDO LA
    PRODUZIONE È POSSIBILE AUMENTARE IL BENESSERE
    TOTALE.
  • IN PRESENZA DI ESTERNALITA LECONOMIA TENDE A
    SOVRAPRODURRE.

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INTERNALIZZAZIONE
  • IL MEZZO PER RAGGIUNGERE LEQUILIBRIO SOCIALMENTE
    OTTIMALE PUÃ’ ESSERE, AD ES. UNA TASSA SULLA
    PRODUZIONE, TALE DA SPOSTARE LA CURVA DI OFFERTA
    PRIVATA VERSO QUELLA DEL COSTO TOTALE.
  • LESTERNALITÀ VIENE INTERNALIZZATA.

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SOLUZIONI PRIVATE ALLE ESTERNALITÀ
  • IN ALCUNI CASI I PRIVATI, SENZA LINTERVENTO DEL
    GOVERNO, POSSONO PORRE RIMEDIO DA SOLI ALLE
    INEFFICIENZE DEL MERCATO, SPOSTANDO LALLOCAZIONE
    DELLE RISORSE VERSO LOTTIMO SOCIALE.

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TEOREMA DI COASE
  • Teorema di Coase. (R. Coase, The Problem of
    Social Cost, 1960)
  • SE LE PARTI POSSONO NEGOZIARE SENZA COSTI
    LALLOCAZIONE DELLE RISORSE, IL MERCATO RIESCE A
    RISOLVERE IL PROBLEMA DELLE ESTERNALITÀ ALLOCANDO
    LE RISORSE IN MANIERA EFFICIENTE.

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TEOREMA DI COASE (1)
  • QUALUNQUE SIA LA DISTRIBUZIONE INIZIALE DEI
    DIRITTI, LE PARTI IN CAUSA POSSONO NEGOZIARE UN
    ACCORDO IL CUI RISULTATO SIA EFFICIENTE PER
    ENTRAMBI.
  • LIMITE DEL TEOREMA DI COASE VALE SOLO QUANDO NON
    VI SIANO COSTI DI TRANSAZIONE.
  • SE VI FOSSERO COSTI DI TRANSAZIONE, I BENEFICI
    TRATTI DALLACCORDO POTREBBERO ESSERE INFERIORI
    AI COSTI TOTALI.

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TEOREMA DI COASE (2)
  • ALTRI PROBLEMI LE PARTI PROTRAGGONO LA
    NEGOZIAZIONE CERCANDO DI FARE
  • IL MIGLIORE AFFARE. LE PARTI IN CAUSA SONO MOLTE
    ED È COSTOSO COORDINARLE.
  • PUÃ’ DIVENTARE UTILE LINTERVENTO DELLO STATO.

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TEOREMA DI COASE (3)
  • IL TEOREMA DI COASE
  • SE I DIRITTI DEI DUE AGENTI ECONOMICI SONO BEN
    DEFINITI E SE IL COSTO DI CONTRATTARE NON È MOLTO
    ALTO, OGNI CONFLITTO GENERATO DALLA PRESENZA DI
    UNA ESTERNALITÀ PUÒ ESSERE RISOLTO ATTRAVERSO LA
    CONTRATTAZIONE, CHE PORTA AD UN ACCORDO
    MUTUALMENTE VANTAGGIOSO, SENZA NECESSITÀ DI
    INTERVENTO STATALE

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TEOREMA DI COASE (4)
  • COASE NON HA DEFINITO LA SUA RIFLESSIONE COME UN
    TEOREMA
  • QUANDO SCRIVE LARTICOLO CHE ESPONE QUESTA
    CONCLUSIONE INTENDE CRITICARE LE CONCLUSIONI
    RAGGIUNTE DA UN ALTRO ECONOMISTA PIGOU CHE
    INDICAVA LA NECESSITÀ DI UN INTERVENTO STATALE
    SOTTO FORMA DELLIMPOSIZIONE DI TASSE QUANDO SI
    VERIFICA UNESTERNALITÀ (LA TASSA PUNISCE CHI
    CAUSA LESTERNALITÀ, INDUCENDOLO AD ELIMINARLA)

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INTERVENTI DELLO STATO
  • LO STATO PUÃ’ INTERVENIRE IN DUE MODI
  • - REGOLAMENTAZIONE
  • - POLITICHE DI MERCATO (INCENTIVI E DISINCENTIVI)

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INTERVENTI DELLO STATO
  • REGOLAMENTAZIONE
  • PROIBIRE LINQUINAMENTO?
  • STABILIRE LIMITI TOLLERABILI DI INQUINAMENTO!
  • PUÃ’ ESSERE COSTOSO RICERCARE I LIMITI GIUSTI E SI
    PUÃ’ DISCRIMINARE
  • COLORO PER I QUALI LA REGOLAMENTAZIONE È PIÙ
    COSTOSA DA SOPPORTARE.

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INTERVENTI DELLO STATO
  • TASSE PIGOVIANE/SUSSIDI
  • UTILIZZO DEI MECCANISMI DI MERCATO CREANDO
    INCENTIVI O DISINCENTIVI ALLINQUINAMENTO.

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PERMESSI
  • SUPPONIAMO CHE
  • - IL GOVERNO ASSEGNI UN TETTO DI EMISSIONI NOCIVE
    DI 300 T/ANNO.
  • - IL GOVERNO CONSENTA A UNACCIAIERIA DI
    AUMENTARE DI 100 T LE
  • EMISSIONI NOCIVE A CONDIZIONE CHE CONVINCA P.E.
    UNA CARTIERA A RIDURLE DI ULTERIORI 100.
  • LA SOLUZIONE È EFFICIENTE
  • - LINQUINAMENTO TOTALE È INVARIATO.
  • - IL MAGGIORE INQUINAMENTO È ALLOCATO ALLIMPRESA
    PER CUI PROBABILMENTE IL COSTO DELLE MISURE
    ANTI-INQUINAMENTO È PIÙ ALTO

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PERMESSI (1)
  • SI CREA COSÃŒ UNA NUOVA RISORSA SCARSA CON UN SUO
    MERCATO
  • I PERMESSI DI INQUINAMENTO.
  • LE IMPRESE I CUI COSTI ANTI-INQUINAMENTO SONO
  • MAGGIORI SONO DISPOSTE A PAGARE DI PIÙ QUESTI
  • PERMESSI.
  • LALLOCAZIONE ALLOCAZIONE FINALE È EFFICIENTE
    INDIPENDENTEMENTE DALLALLOCAZIONE INIZIALE (?
    TEOREMA DI COASE)
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