Title: PERCORSI NEL LAVORO ATIPICO
1IRPET Istituto Regionale
Programmazione Economica Toscana
Provincia di Firenze
- PERCORSI NEL LAVORO ATIPICO
- UNINDAGINE LONGITUDINALE
- IN PROVINCIA DI FIRENZE
- Michele Beudò
- Mercoledì 28 Luglio 2010
- Incisa, Consiglio Comunale
2 Il contesto la crisi economica
3I NUMERI DELLA CRISI
- Caduta del Pil in Toscana 5 nel 2009
- Diminuzione delle esportazioni14 rispetto al
2008 (anchesso negativo) - Contrazione degli investimenti e dei fatturati,
in particolare nel settore manifatturiero
contrazione anche della nati-mortalità dimpresa - Sono coinvolte negativamente anche le altre
componenti della domanda finale i consumi delle
famiglie, e anche quelli dei turisti
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4LIMPATTO SUL MERCATO DEL LAVORO TOSCANO
Input di lavoro in Toscana variazioni 2008-2009
- La caduta complessiva dell input di lavoro è
del 2,4 tra 2008 e 2009 tale variazione
equivale a 35mila unità di lavoro standard
full-time (ULA) - Le ULA sono ununità di misura convenzionale,
perciò il numero di persone realmente coinvolte è
senza dubbio molto maggiore, anche se
difficilmente stimabile con esattezza
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5IL SETTORE MANIFATTURIERO E IL PIU COLPITO
Andamento della produzione per macrosettori.
Variazioni rispetto al 2008. Fonte IRPET
In particolare, nel manifatturiero, sono colpiti
i sotto-settori della moda e della meccanica, le
aziende artigiane e lindotto
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6La sottostima dellimpatto nei dati ufficiali
dellIstat/1
Principali indicatori sul lavoro. I trimestre
2009 e 2010 (valori ) Fonte Istat
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7La sottostima dellimpatto nei dati ufficiali
dellIstat/2
Principali indicatori sul lavoro nellindustrai
manifatturiera toscana. Variazioni
tendenziali Fonte elaborazioni IRPET su dati
Unioncamere e INPS
La crescita dellutilizzo della CIG ordinaria,
straordinaria e in deroga, nasconde parte della
disoccupazione
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8Indicatori di disoccupazione allargata
Altre spiegazioni i) di natura statistica ii)
il minor input di lavoro si scarica in parte
anche sullorario medio di lavoro
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9Previsioni
Unità di lavoro in Toscana. Variazioni annue in
migliaia di unità Fonte stime IRPET
La domanda di lavoro, dopo essersi ridotta di
circa 8mila unità nel 2008 e di 35mila nel 2009,
potrebbe perderne altre 35 mila nel 2010,
portando le unità di lavoro a circa 80mila in
meno rispetto al 2007
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10La Provincia di Firenze
Le unità di lavoro per macrosettori. Provincia di
Firenze (stime IRPET)
La Prov. di Firenze ha tradizionalmente un
mercato del lavoro dinamico, che ha finora
consentito una riduzione dei danni. Tuttavia le
previsioni sul PIL non sono confortanti -4,7
nel 2009 0,5 nel 2010 1 nel 2011. Quanto
alle ULA 13mila sono state perse nel 2009, e
9mila in meno sono previste nel 2010, mentre nel
2011 verranno recuperate 4mila ULA. Il saldo
delle ULA perse nel triennio 2008-2010è di
-23mila ULA. Si noti che i lavoratori in CIG sono
esclusi da questo conteggio, infatti il tasso di
disoccupazione del 2009 è basso anche per questa
ragione (5)
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11Sistemi Economici Locali della Provincia il PIL
LA DINAMICA DEL PIL NEI DIVERSI SEL E QUADRANTI
DELLA PROVINCIA
2009 2010 2011 2012
Area Fiorentina Q. Mugello -5,2 0,6 1,0 1,3 Area
Fiorentina Q, Val di Sieve -4,4 0,7 1,0 1,1 Area
Fiorentina Q, centrale -4,6 0,4 1,0 1,5 Area
Fiorentina Q, Chianti -4,6 0,7 1,0 1,2 Area
Fiorentina Q, Valdarno Superiore -4,6 1,0 1,0 1,2
Circondario di Empoli Q, empolese -4,7 0,7 0,9 1,0
Circondario di Empoli Q, Valdesano -4,4 0,6 0,9 1
,2
Totale provinciale -4,7 0,5 1,0 1,4
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12Sistemi Economici Locali della Provincia il
lavoro
LA DINAMICA DELLE UNITÀ DI LAVORO NEI DIVERSI SEL
E QUADRANTI DELLA PROVINCIA
2009 2010 2011 2012
Area Fiorentina Q. Mugello -513 -480 -46 128 Are
a Fiorentina Q. Val di Sieve -180 -302 -48 40 Area
Fiorentina Q. centrale -9.911 -6.168 335 3.348 Ar
ea Fiorentina Q. Chianti -416 -408 -74 62 Area
Fiorentina Q. Valdarno Superiore -288 -299 -44 72
Circondario di Empoli Q. empolese -881 -1.094 -218
101 Circondario di Empoli Q. Valdesano -313 -398
-101 47 Totale provinciale -12.798 -9.225 -222 3.8
11
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13I giovani
I giovani toscani per condizione professionale.
Variazioni 2009/08 Fonte elaborazioni IRPET su
dati Istat
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14 Lindagine longitudinale sui lavoratori
flessibili in Provincia di Firenze
15Interrogativi di ricerca
- Il dibattito sulla flessibilità i vantaggi
- consente alle imprese di variare i costi in
funzione del ciclo economico, ottimizzando le
performance. Ne beneficia anche il sistema
infatti imprese più efficienti nel medio-lungo
periodo producono un maggior numero di posti di
lavoro, che vengono redistribuiti tra i
lavoratori - consente la socializzazione al mercato del
lavoro (lalternativa è la disoccupazione) e la
formazione di uno stock minimo di capitale
sociale - consente di segnalarsi alle imprese
- e le criticità
- la buona occupazione creata grazie alla
flessibilità è quantitativamente esigua (scambio
disoccupazione VS sottoccupazione) - a lungo andare, luso massiccio di contratti
flessibili è controproducente anche per le
imprese - turn-over occupazionale non consente la
formazione di competenze solide - i costi umani della flessibilità ci sono
conseguenze sullautopercezione del lavoratore,
impossibilitato alla progettualità (es. fare
famiglia)
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16Metodologia e campione
- Focus sulla flessibilità focus sui giovani (ma
non è più tanto vero) - Due strategie di ricerca
- Di tipo statistico, su fonti secondarie
(systematic review) - Indagine diretta
- Lindagine diretta
- Campione di 1600 persone rappresentative per
età, sesso e condizione contrattuale, interrogato
con interviste telefoniche svolte nel corso del
2009
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17Trappola o trampolino?
- La flessibilità è un passo in avanti rispetto
alla disoccupazione o un passo indietro rispetto
alloccupazione a tempo indeterminato? (Contini,
Trivellato 2005). In realtà, il problema non è il
singolo episodio di lavoro flessibile, ma la
carriera perciò lesigenza di condurre una
indagine di tipo longitudinale - Campione di 1600 individui avviati al lavoro nel
2005 con contratti a tempo determinato (400),
apprendistato professionalizzante (400),
collaborazione coordinata e continuativa (400), a
tempo indeterminato (400 gruppo di controllo) - Comè la loro situazione, oggi, rispetto a chi
aveva un contratto standard? (la flessibilità
dura nel tempo o si è risolta positivamente?) - Quali sono i fattori sociali, indidivuali e
ambientali, in grado di facilitare/ostacolare la
stabilizzazione occupazionale? - Come possiamo definire la carriera lavorativa
degli intervistati?
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18Quali gli esiti a distanza di 4 anni
dallavviamento al lavoro nel 2005? Unanalisi
multivariata
Probabilità di un individuo-tipo di essere al
2009 in diverse situazioni occupazionali
Individuo tipo età inferiore ai 40 anni,
residente nell'area resto della provincia",
titolo di studio diploma, settore servizi di
mercato, contratto a tempo determinato
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19Probabilità di essere occupato a tempo
indeterminato effetti marginali (solo variab.
statisticamente significative) rispetto alla
situazione dellindividuo-tipo
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20Probabilità di essere occupato con contratti
flessibili (rispetto allindividuo-tipo)
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21Probabilità di essere disoccupato
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22Probabilità di essere inattivo
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23Prime considerazioni
- Polarizzazione tra gli stabilizzati e un gruppo
di permanent movers, o che risulta
disoccupato/inattivo - Il numero deli stabilizzati è insoddisfacente
- Debolezza della formula apprendistato (molti
abbandoni) - Co.co.co continuità nella precarietà
- Vantaggio relativo di chi nel 2005 aveva un
contratto a tempo determinato (ma anche in questo
caso, polarizzazione degli esiti) - Conferma di alcuni trend la flessibilità del
lavoro sconfina nelle classi di età adulte, e
la disoccupazione non è unesclusiva dei precari
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24Effetti di genere, istruzione e settore
- Sono confermate dallindagine IRPET migliori
performance nelle carriere lavorative verso la
stabilizzazione di - Caratteristiche ascrittive uomini anziché donne
territorio di residenza (capoluogo, ma il
vantaggio è debole) età più avanzata (effetto
ambiguo) - Caratteristiche socio-professionali più istruiti
anziché scarsamente scolarizzati lagricoltura è
un settore dove è molto difficile costruire
carriere virtuose, al contrario di quanto accade
nel settore dei servizi market oriented - Altri fattori la formazione professionale
apporta vantaggi, ma solo se si accede a una
qualifica riconosciuta
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25Lapprendistato/1
Condizione occupazionale degli apprendisti a 6
mesi dalla conclusione dellesperienza (val. )
Il problema non è lesito a distanza di 4 anni,
che mediamente è positivo, ma il numero di
interruzioni del percorso di apprendistato solo
il 39 di chi nel 2005 era stato avviato con un
contratto di apprendistato, lo ha poi portato a
termine
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26Lapprendistato/2
Lei considera lapprendistato (distribuzioni )
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27Le carriere (Barbieri, Scherer 2005)
- Qual è la frequenza relativa, allinterno del
campione, di individui che hanno avuto - Carriere tipiche e sicure iniziate, portate
avanti e finite con contratti prevalentemente
stabili - Carriere di successo iniziate con contratti
non standard, ma terminate con contratti
stabili - Carriere non di successo percorso discendente,
da contratti standard nel 2005 a contratti
flessibili/disoccupazione nel 2009 - Carriere nella precarietà dopo 4 anni, chi
aveva un contratto flessibile non ha ancora
raggiunto la stabilità economica, ha ancora
impieghi atipici, è irregolare, è disoccupato
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28Risultati
Solo il 28 dei lavoratori flessibili nel 2005
hanno poi avuto una carriera che possa essere
definita di successo, mentre le carriere nella
precarietà risultano essere circa la metà.
Interessante anche il dato relativo alle
carriere di chi nel 2005 aveva una posizione
stabile in tre quarti dei casi, si è poi
trattato di una carriera tipica e sicura, ma
nel restante quarto del totale i percorsi sono
poi stati segnati dallinsuccesso, ossia dalla
disoccupazione o dalla perdita del posto di
lavoro fisso.
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29CONCLUSIONI/1
- Quali risultati avremmo avuto dallindagine
diretta se questa fosse stata condotta nel 2010? - maggior numero di licenziamenti individuali e
collettivi, - posti di lavoro in meno per la mancata apertura
di nuove imprese - maggiori diificoltà allingresso sul mercato del
lavoro allungamento dei tempi di rientro dopo la
disoccupazione e, alla firma di un nuovo
contratto, maggiori possibilità che questo sia di
tipo non standard - mancato rinnovo dei contratti flessibili, che in
condizioni normali sarebbero stati prolungati, o
addirittura convertiti in impieghi stabili - In sostanza, esasperazione delle criticità già
messe in evidenza dai risultati delle interviste
la flessibilità è sempre più trappola, e sempre
meno trampolino - La doppia faccia della flessibilità
- Anche quando il tasso di occupazione è cresciuto,
si trattava di occupazione debole, che infatti
non ha incrementato la produttività del lavoro. - Se leconomia va in crisi, la flessibilità
diventa un problema, perché essa funziona solo
in mercati del lavoro forti (Ichino, Mealli,
Nannicini 2003)
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30CONCLUSIONI/2
-
- Lattuale sistema economico regionale potrebbe
essere così descritto attuale difficoltà
dellindustria a mantenere una produttività
forte, e attenuazione del processop virtuoso di
terziarizzazione del sistema (i servizi non
rappresentano un elemento di innovazione) - Ci sono segnali di ripresa (es. ripresa degli
ordinativi), ma si va verso un sentiero di
crescita lenta, e selettiva. Inoltre, anche se il
lavoro atipico è solitamente pro-ciclico, il
mercato del lavoro continuerà a mostrare notevoli
criticità - Si pone con forza la questione del mis-match e
dellutilizzo del capitale umano, uno scenario
nientaffatto scontato, ma ineludibile solo un
recupero della produttività, dellinnovazione,
della capcità di esportare, prelude a scenari
sostenili per leconomia regionale (vedi caso
delle imprese KIBS Knowledge intensive business
services)
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31CONCLUSIONI/3
- Il welfare del lavoro
- Nodi irrisolti/2 il 50 degli avviati con
contratti flessibili e anche il 31 di chi nel
2005 aveva un contratto standard, ha conosciuto
un periodo (non breve) di disoccupazione. Ma i
primi, non sono coperti dagli ammortizzatori - Interrogativi sulla tenuta della CIG in deroga,
e la sua estensione alle forme di lavoro
non-standard - la riforma del sistema di ammortizzatori sociali
è un passaggio cruciale. Non si tratta solo di
tutelare il reddito gli ammortizatori hanno
anche la capacità di mantere attiva la persona
sul mercato del lavoro (vedi NEET) - Positive sono invece quelle azioni che vanno
verso il riavvicinamento tra politiche attive e
passive, e in generale tutte le misure che
forniscono strumenti di empowerment ai
lavoratori, aumentandone loccupabilità (Centri
per lImpiego) - MA OCCUPABILITA RISPETTO A COSA?
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32IRPET Istituto Regionale
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- IN PROVINCIA DI FIRENZE
- Michele Beudò
- Mercoledì 28 Luglio 2010
- Incisa, Consiglio Comunale