Title: Disturbi dell
1Disturbi dellattenzione
- Riduzione impossibilità/difficoltà a focalizzare
lattenzione, difficoltà a spostare lattenzione
o difficoltà a ignorare le informazioni non
rilevanti
Sindromi dansia, Sindrome depressiva, Sindromi
psicotiche
2Disturbi dellattenzione
- Aumento eccessiva attenzione e concentrazione su
tutti gli stimoli interni ed esterni -
- Stati deliranti o paranoidi
3Le Sindromi Confusionali (delirium)
- Sono caratterizzate da una compromissione
cognitiva globale, ad insorgenza acuta, di breve
durata (generalmente non più di 4 settimane, ma
sono riportati casi durati fino a 6 mesi per
encefalopatie croniche, quale quella da
insufficienza epatica), con andamento fluttuante.
Tale compromissione è reversibile, nella maggior
parte dei casi, se adeguatamente trattata.
4Le Sindromi Confusionali (delirium)
- É un disturbo della coscienza che si manifesta
con una ridotta consapevolezza dellambiente
circostante e incapacitá a focalizzare e spostare
lattenzione. - Spesso é presente disorientamento
temporo-spaziale, piú raramente quello verso sé e
gli altri. - Spesso sono presenti anomia, aumento del flusso
del linguaggio, incoerenza e confabulazione. - Sono talora presenti fenomeni dispercettivi,
ansia.
5Cause di Delirium
- Febbre
- Stati infettivi e dismetabolici
- Trattamenti farmacologici
- Disfunzioni endocrine
- Abuso di sostanze
- Sindromi da astinenza
- Traumi cranici
- Crisi epilettiche (fase post-critica)
- Deprivazione sensoriale
- Stati post-operatori
6Fattori Predisponenti
- Etá (10 dei pazienti ospedalizzati al di sopra
dei 65 anni) - Lesioni cerebrali
- Condizioni generali scadenti
7Deliriumcriteri diagnostici secondo il DSM IV
- Criterio A Disturbo della coscienza (ossia,
ridotta chiarezza della consapevolezza
dellambiente) con ridotta capacità a
focalizzare, mantenere o spostare lattenzione. - Criterio B Modificazioni delle capacità
cognitive (quali un deficit mnestico,
disorientamento, disturbi del linguaggio) o lo
sviluppo di un disturbo percettivo non correlato
a demenza.
8Deliriumcriteri diagnostici secondo il DSM IV
- Criterio C Il disturbo si sviluppa in un breve
periodo di tempo (generalmente ore o giorni) e
tende a fluttuare nel corso della giornata. - Criterio D Evidenza anamnestica, clinica o
laboratoristica che il disturbo è in relazione
con una condizione medica generale.
9Delirium secondario ad abuso di sostanze o
intossicazione
- Alcool
- Anfetamina o sostanze anfetamino-simili
- Cannabinoidi
- Cocaina
- Allucinogeni
- Inalanti
- Oppioidi
- Fenciclidina e simili
- Sedativi, ipnotici e ansiolitici
- Altri (es., cimetidina, digitale, benztropina,
etc.)
10Delirium secondario ad astinenza da sostanze
- Alcool
- Sedativi, ipnotici e ansiolitici
- Altri
11Delirium tremens diagnosi
- Rappresenta il quadro clinico più drammatico
della sindrome da astinenza alcolica. - La sindrome da astinenza può manifestarsi con
- Tremore
- Allucinosi
- Convulsioni
- Delirium tremens
12Delirium tremens caratteristiche
- Stato confusionale con allucinazioni, agitazione,
tremore e insonnia. - Sono presenti segni di iperattività
neurovegetativa (sudorazione profusa, pupille
midriatiche, tachicardia, febbre). - Si possono avere complicanze gravi e morte
(traumi, collasso, infezioni). - Nell80 dei casi, il singolo episodio dura circa
72 ore, ma è frequente la recidiva e si possono
avere numerosi episodi per qualche giorno o
qualche settimana.
13Delirium tremens trattamento
- Somministrazione di alcool e sospensione più
graduale - Assistenza continua per prevenire le complicanze
- Controllo dei parametri vitali, correzione degli
squilibri idroelettrolitici - Somministrazione di sedativi (clordiazepossido)
14Definizione di demenza
- compromissione globale e progressiva delle
funzioni cognitive - incapacitá di far fronte alle richieste della
vita quotidiana - difficoltá nel controllo delle reazioni emotive
- conseguente riduzione delle competenze
dell'individuo nella sfera sociale, lavorativa e
personale
15Prevalenza della demenza
- La prevalenza della demenza è andata recentemente
incontro ad un notevole aumento, a seguito
dellincremento delletà media di sopravvivenza
nella popolazione generale. - La condizione è molto rara prima dei 65 anni e
diviene progressivamente più frequente dopo tale
età - a partire dai 75 anni la sua prevalenza aumenta
di circa l1 per ogni anno successivo - interessa circa il 50 della popolazione al di
sopra degli 85 anni
16Cause di demenza
- Le malattie che possono causare una condizione
demenziale sono molteplici. - Circa la metà di tutti i casi di demenza sono
attribuibili alla malattia di Alzheimer - Un sesto alla patologia cerebrovascolare (demenza
multi-infartuale) - La restante parte alle altre cause, con una netta
prevalenza, tra queste ultime, delle forme
trattabili
17Cause comuni di demenza reversibile
- Tumori endocranici
- Disordini metabolici e disendocrini
- Uremia e dialisi
- Epatopatie
- Ipoglicemia cronica
- Morbo di Wilson
- Leucodistrofia metacromatica
- Sindromi paraneoplastiche
- Ipotiroidismo
- Alterazioni delle paratiroidi
- Sindrome di Cushing
- Ipopituitarismo
18Cause comuni di demenza reversibile
- Idrocefalo normoteso
- Malattie infettive e/o infiammatorie
- Ascessi cerebrali
- Meningite batterica e fungina
- Encefalite
- Panencefalite scerosante subacuta
- Leucoencefalopatia multifocale progressiva
- Neurolue
- Sclerosi multipla
19Cause comuni di demenza reversibile
- Carenze alimentari e vitaminiche
- Sindrome di Wernicke-Korsakoff
- Pellagra
- Deficit di vitamina B12 e folati
20Cause comuni di demenza reversibile
- Intossicazioni
- Metalli pesanti
- Monossido di carbonio
- Composti organici
- Farmaci
21Cause comuni di demenza reversibile
- Traumi
- Traumi cranici aperti o chiusi
- Traumatismi cranici dei pugili
- Ematoma subdurale cronico
22Diagnosi di demenza
-
- Nonostante il notevole progresso delle
tecnologie di imaging cerebrale e delle tecniche
neuropsicofisiologiche, la diagnosi di demenza è
basata essenzialmente sull'osservazione clinica.
23Diagnosi di demenza
- In una persona anziana che lamenta
- deficit della memoria
- riduzione delle prestazioni lavorative
- disturbi comportamentali (incluse labilità
emotiva, irritabilità, difficoltà di adattamento)
24Diagnosi di demenza
- vanno considerate tutte le cause trattabili di
compromissione cognitiva - sindromi affettive
- squilibri metabolici
- patologie endocrine e/o tumorali
25Diagnosi di demenza
- Procedure di screening
- esami ematochimici
- EEG
- esame neuropsicologico
- quando i risultati escludono una diagnosi di
compromissione cognitiva secondaria ad altre
patologie - devono essere programmate ulteriori ripetizioni
nel tempo degli esami neuropsicofisiologici - la diagnosi di probabilità richiede sempre la
dimostrazione della progressione del deficit e,
quindi, la valutazione longitudinale del
paziente.
26Diagnosi di demenza
- La frequenza dei disturbi dell'umore nei
pazienti con demenza è elevata nelle fasi
iniziali, fino al 50 dei casi (Loreck e
Folstein, 1993). - Poiché il disturbo dellumore può essere
- la sintomatologia di esordio della demenza
- la causa di un quadro pseudo-demenziale
- è necessario sempre trattare la depressione per
valutare se la compromissione cognitiva permane
anche dopo il miglioramento dell'umore
27Diagnosi di demenza clinica
- Molte scale di valutazione clinica sono
disponibili e costituiscono strumenti utili sia
per la diagnosi (permettendo di evidenziare la
caratteristica progressione nel tempo dei deficit
cognitivi) che per la gestione clinica del
paziente. - Molto utilizzata è la Global Deterioration Scale
(GDS, Reisberg et al., 1986 Reisberg e Ferris,
1991) - La GDS prevede un punteggio totale da 1 a 7
- 1 corrisponde alla normalità
- 7 alla fase terminale della demenza.
28Diagnosi di demenza clinica
- Un test di screening per le funzioni cognitive,
utilizzabile nella pratica clinica per un primo
orientamento diagnostico, è il Mini Mental Status
Examination (MMSE). - Tale test esplora la memoria episodica recente,
lorientamento, la capacità di comprendere e
scrivere una semplice frase e le funzioni
visuospaziali (copia di un disegno). - Il punteggio massimo è di 30
- Un punteggio inferiore a 24, in soggetti con un
livello medio di istruzione, indica una lieve
compromissione cognitiva.
29Farmaci che agiscono sulla perfusione cerebrale
- Il ruolo del calcio nella patologia alla base
della MA non è chiaro alcuni autori hanno
ipotizzato che un livello plasmatico basso di
calcio sia in causa sia nella MA che nella
demenza associata a parkinsonismo di Guam. - L'efficacia della nimodipina nella MA non è
stata adeguatamente studiata e l'unica
indicazione riconosciuta in Italia per tale
farmaco è la prevenzione della vasocostrizione
riflessa associata ad emorragia subaracnoidea
(coinvolta nell'estensione del danno ischemico).
30Farmaci utilizzati per trattare i disturbi
comportamentali
- Tra i farmaci utilizzati per il trattamento dei
disturbi comportamentali, vanno ricordati i
neurolettici, gli ansiolitici e gli
antidepressivi. Per tutti questi farmaci, le dosi
terapeutiche generalmente utilizzate nei pazienti
adulti devono essere adeguate ai cambiamenti
metabolici tipici del paziente anziano e, ancor
più, del paziente demente. Con l'età la
catabolizzazione e l'eliminazione dei farmaci è
ridotta. Inoltre, patologie varie spesso presenti
nel paziente demente (ad es., cardiache, renali,
epatiche) devono essere tenute in considerazione
nello stabilire le dosi caso per caso.
31Farmaci utilizzati per trattare i disturbi
comportamentali
- I neurolettici sono utilizzati sia per il
controllo di allucinazioni e deliri che come
farmaci sedativi in caso di agitazione ed
aggressività. Tra essi è importante scegliere
quelli con minori effetti collaterali di tipo
extrapiramidale e anticolinergico. In caso di
agitazione possono essere utilizzati più
facilmente fenotiazine con profilo sedativo
(prometazina), mentre per il trattamento di
sintomi psicotici è preferibile utilizzare
farmaci incisivi con scarsa attività
anticolinergica e sedativa (ad es, l'aloperidolo)
a basse dosi. L'uso di antipsicotici cosiddetti
atipici, con minori effetti di tipo
extrapiramidale (risperidone ed olanzapina)
potrebbe rappresentare una valida alternativa, in
caso di eccessiva sensibilità a tali effetti
collaterali. Una volta instaurato il trattamento,
va frequentemente rivalutata la necessità di
continuarlo, poichè i sintomi psicotici e
l'agitazione sono generalmente transitori.
32Farmaci utilizzati per trattare i disturbi
comportamentali
- Per quel che concerne gli ansiolitici, sono
generalmente utilizzate le benzodiazepine a
emivita intermedia, per trattare forme lievi di
agitazione ed ansia, in particolare se
situazionali (ad es., agitazione in caso di
cambiamenti nell'ambiente di vita per
trasferimenti), oppure l'insonnia. Le
benzodiazepine sono inferiori per efficacia ai
neurolettici nel trattamento delle forme più
gravi di agitazione e, sebbene preferibili per
l'assenza di effetti anticolinergici ed
extrapiramidali, spesso causano stati transitori
di confusione e peggioramento della memoria,
nonchè ipotonia muscolare che può aumentare il
rischio di cadute. Per tali motivi, l'uso delle
benzodiazepine deve essere molto limitato e
valutato caso per caso
33Farmaci utilizzati per trattare i disturbi
comportamentali
- Per il trattamento dell'aggressività può essere
anche considerata la carbamazepina, da sola o in
associazione a neurolettici. Data la frequenza
con cui è possibile osservare alterazioni
dell'umore nel paziente anziano demente, può
spesso rendersi necessario l'uso dei farmaci
antidepressivi . Tra questi, può essere prudente
utilizzare i farmaci con minore attività
anticolinergica (ad es., mianserina, inibitori
selettivi del reuptake della serotonina,
inibitori reversibili delle monoamino-ossidasi),
alle dosi consigliate per il paziente anziano e
verificando sempre la necessità di prolungare il
trattamento.
34Terapia non farmacologica della demenza
- Interventi sulle condizioni ambientali
- La ridotta capacità di adattamento propria
della demenza richiede unestrema cura
nell'evitare cambiamenti ambientali, che possono
generare ansia e confusione, e nel rendere il più
possibile costante l'organizzazione della vita
quotidiana. Tuttavia, una semplificazione
eccessiva della stimolazione ambientale e delle
abitudini di vita può essere dannosa, inducendo
passività e impoverimento più rapido delle
capacità cognitive del paziente. - Nelle fasi iniziali può essere utile suggerire
semplici stratagemmi (ad es., lavagne con liste
delle cose da ricordare) per compensare il
deficit mnestico e favorire liniziativa (anche
se supervisionata) in tutte le attività che
risultino ancora gestibili, senza provocare
eccessiva frustrazione (ad es., favorire la cura
di se stesso, della casa, invitare a fare la
spesa minuta).
35Terapia non farmacologica della demenza
- Interventi sulle condizioni ambientali
-
- Una buona igiene del sonno (evitare il riposo
pomeridiano, evitare stimolanti o attività
fisiche serali) e una costante attività fisica
(passeggiate, soprattutto di mattina) sono molto
importanti per favorire una regolazione della
vigilanza e mantenere la coordinazione
psicomotoria. Quando possibile, va incoraggiato
un certo grado di stimolazione e di contatto con
il mondo esterno (guardare la televisione,
leggere, giocare a carte, ecc.). -
36Forme cliniche-semeiologiche di demenza
-
- Da un punto di vista clinico, si è soliti
suddividere le demenze in sottocorticali e
corticali (Denes e Pizzamiglio, 1991 Absher e
Cummings, 1994 Cummings e Benson, 1992).
37Forme cliniche-semeiologiche di demenza
- Le forme sottocorticali sono caratterizzate da
- compromissione della memoria e delle altre
funzioni cognitive - disturbi del comportamento
- labilità emotiva
- bradipsichismo (rallentamento dei processi
mentali) e lentezza nelliniziare ed eseguire
movimenti - precoce comparsa di segni e sintomi neurologici
38Demenze sottocorticali
- Demenza multi-infartuale (DMI)
- Demenza nel morbo di Parkinson (DMP)
- Demenza nella malattia di Huntington (DMH)
- Demenza nellinfezione da HIV (DHIV)
39Demenza multi-infartuale
- La DMI rappresenta il 20-30 di tutte le
demenze. - Le principali caratteristiche differenziali
rispetto alla MA includono l'esordio più rapido
ed improvviso, il decorso a gradini (con
peggioramenti repentini del quadro clinico e
periodi di relativa stabilità), la presenza di
fattori di rischio per l'aterosclerosi
(ipercolesterolemia, diabete, familiarità per
disordini del metabolismo lipidico), nonchè la
comparsa di sintomi e segni neurologici focali. - Sono spesso presenti nellanamnesi accidenti
cerebrovascolari transitori o ictus, ma ciò non è
la regola. Piccoli infarti lacunari multipli
possono non trovare espressione prima
dellinstaurarsi della tipica paralisi
pseudo-bulbare, con labilità emotiva, disartria,
disfagia e segni neurologici focali (in
particolare, accentuazione dei riflessi facciali
e mandibolari).
40Demenza multi-infartuale
- Il quadro clinico è spesso caratterizzato da
disturbi del comportamento, labilità emotiva e
compromissione più vasta delle funzioni esecutive
rispetto a quelle mnestiche. - La tipica progressione della compromissione
cognitiva seguita da segni neurologici non è
rispettata come nella MA. - Una forma particolare di DMI è rappresentata
dalla sindrome di Binswanger, caratterizzata da
infarti multipli confluenti, localizzati nella
sostanza bianca periventricolare.
41Demenza nel morbo di Parkinson
- Lassociazione della demenza al morbo di
Parkinson è considerata frequente da alcuni
autori e relativamente rara da altri. - La relativa frequenza della compromissione
cognitiva secondaria a depressione nel MP rende
particolarmente importante la diagnosi
differenziale. - Secondo alcuni autori, la dimostrazione di
alterazioni cerebrali strutturali a carico della
sostanza bianca nel paziente con MP si riscontra
solo in caso di demenza. - Il quadro clinico della DMP è quello tipico
delle demenze sottocorticali, con bradipsichismo
e rallentamento psicomotorio marcato.
42Demenza nella malattia di Huntington
- La malattia di Huntington è una condizione
ereditaria a trasmissione autosomica dominante,
caratterizzata dallassociazione di coreoatetosi
e demenza. - La malattia esordisce di solito nel quarto o
quinto decennio di vita, subdolamente, con
alterazioni del carattere (irritabilità,
impulsività, religiosità eccessiva,
ipersessualità o ritiro sociale), manifestazioni
psicotiche (in particolare sospettosità eccessiva
e idee deliranti) o un quadro depressivo. Tali
disturbi, tuttavia, possono anche seguire
linstaurarsi della coreoatetosi.
43Demenza nella malattia di Huntington
- I disturbi del movimento sono dapprima
localizzati alla faccia e possono essere
sottovalutati (piccoli scatti della muscolatura
mimica che sono spesso interpretati come segni di
nervosismo), ma tendono progressivamente ad
interessare tutta la muscolatura fino a rendere
completamente invalido il paziente. - Essi sono caratterizzati da movimenti
involontari di tipo coreico, più lenti di quelli
delle altre forme di corea, cui successivamente
si aggiunge una componente distonica (atetosica).
- Anche i movimenti volontari sono rallentati e
sono presenti alterazioni dei movimenti oculari
lenti e della fissazione. Spesso i movimenti
oculari sono impossibili senza un corrispettivo
movimento della testa.
44Demenza nella malattia di Huntington
-
- La compromissione cognitiva coinvolge più
precocemente lattenzione e la memoria, ed è
frequente la disartria, mentre sono più rare
afasia, aprassia e agnosia. Il quadro demenziale
è lentamente progressivo.
45Demenza nellinfezione da HIV
- La DHIV é dovuta allestensione al cervello
dellinfezione virale. É possibile, infatti,
dimostrare particelle e acidi nucleici virali ed
i relativi anticorpi nel liquor e nel tessuto
cerebrale. Si ritiene che le lesioni, osservate
prevalentemente nella sostanza bianca e nei
nuclei grigi sottocorticali, siano dovute
alleffetto di fattori tossici liberati dalle
cellule infettate. - Il quadro clinico é caratterizzato da iniziale
coesistenza di compromissione cognitiva (con
disturbi della memoria e della concentrazione,
bradipsichismo), disturbi comportamentali
(apatia, ritiro sociale, irritabilitá o labilitá
emotiva, sintomi psicotici, piú raramente
depressione) e sintomi neurologici (debolezza
agli arti inferiori, disartria, disturbi della
marcia).
46Demenza nellinfezione da HIV
- Lesame neurologico mostra fin dalle prime fasi
segni di interessamento focale con atassia,
accentuazione dei riflessi osteotendinei agli
arti inferiori, adiadococinesia, riflessi
patologici (ad es., palmomentoniero). - Il quadro clinico progredisce rapidamente verso
una grave demenza con deterioramento cognitivo
globale, rallentamento psicomotorio marcato,
disartria grave fino al mutismo e incontinenza
sfinterica. Il decorso é rapidamente progressivo,
e lexitus puó intervenire in pochi mesi.
47Forme cliniche-semeiologiche di demenza
- Le forme corticali sono caratterizzate da
- compromissione più graduale della memoria e delle
altre funzioni cognitive - tardiva comparsa di disturbi comportamentali e
segni neurologici.
48Demenze corticali
- Demenza nella malattia di Alzheimer (MA)
- Demenza fronto-temporale (DFT)
- Demenza nella malattia di Creutzfeld-Jacob (MCJ)
49Demenza nella malattia di Alzheimer Quadro
clinico
- Nelle prime fasi è riscontrabile un lieve
deficit mnestico, che si manifesta
prevalentemente con la difficoltà a ricordare
dove si è conservato un oggetto oppure nomi di
persone al di fuori della cerchia familiare. - Con il progredire della malattia, il disturbo
della memoria si rende più evidente e riguarda
tipicamente la capacità di ricordare le cose
fatte o dette nella giornata e, in generale, di
ritenere nuove informazioni. I ricordi
concernenti il passato sono, invece,
relativamente conservati. - Contemporaneamente si manifestano difficoltà nei
processi di astrazione e nella capacità di
adattamento a situazioni nuove, nonchè riduzione
delle abilità di pianificazione e controllo
comportamentale.
50Demenza nella malattia di Alzheimer Quadro
clinico
- Sono, inoltre, frequenti laccentuazione di
tratti disadattativi della personalità e disturbi
dellumore e del controllo delle emozioni, con
depressione, ansia o labilità affettiva. - In seguito, le attività della vita quotidiana
diventano un problema, per la sempre maggiore
difficoltà di ricordare, anche per pochi minuti,
cosa si stava facendo o dicendo. - Non sono rievocabili ricordi riguardanti gli
ultimi mesi o anni, mentre restano accessibili i
ricordi più antichi. Si evidenziano deficit del
linguaggio con anomia (difficoltà a denominare
gli oggetti), impoverimento del vocabolario e
della struttura della frase, e poi sempre
maggiori difficoltà di comprensione (in
particolare, incapacità di cogliere analogie e
metafore).
51Demenza nella malattia di Alzheimer Quadro
clinico
- Laprassia (incapacità di eseguire sequenze di
movimenti, in assenza di deficit motori o
sensoriali) e lagnosia (impossibilità di
riconoscere un oggetto, nonostante siano
conservate le capacità percettive) sono sintomi
relativamente più tardivi ma piuttosto frequenti.
- Lesame neurologico non evidenzia nelle prime
fasi alcun segno neurologico focale. Solo con il
progredire del quadro clinico compaiono
iperreflessia e disinibizione di riflessi
patologici (quali il palmo-mentoniero e il
riflesso del grugno). I deficit sensoriali sono
rari, mentre i disturbi motori si manifestano
nelle fasi più avanzate, includendo alterazioni
della marcia e mioclonie.
52Demenza nella malattia di Alzheimer Quadro
clinico
- Molto avanti nella malattia (generalmente dopo
5-10 anni dallinsorgenza dei primi sintomi),
sono frequenti imponenti disturbi
comportamentali, con perseverazione, apatia,
labilità emotiva accentuata, ridotta reattività
all'ambiente e, piuttosto frequentemente, deliri
ed allucinazioni. - La morte interviene in queste ultime fasi per
complicanze varie legate, più frequentemente,
all'alterato controllo respiratorio e faringeo
(con possibili polmoniti ab ingestis).
53Demenza nella malattia di Alzheimer Lesioni
degenerative caratteristiche
- Dal punto di vista anatomopatologico, si
caratterizza come un processo di progressiva
atrofia degenerativa. - Le lesioni caratteristiche sono denominate
placche senili e degenerazione neurofibrillare. - Le placche senili hanno sede extracellulare,
coinvolgono i processi neuronali e sono
costituite da un nucleo di ?-amiloide circondato
da detriti cellulari e processi neuronali
degenerati e da reazione microgliale. Si
riscontra spesso al centro di tali formazioni
alluminio precipitato, ma non è chiaro se ciò sia
il risultato di artefatti della colorazione dei
preparati anatomici. - Le placche sono localizzate prevalentemente
nelle zone ricche di terminazioni colinergiche
dellippocampo e della corteccia, nonchè
nellamigdala.
54Demenza nella malattia di Alzheimer Lesioni
degenerative caratteristiche
- La degenerazione neurofibrillare consiste nella
comparsa nel citoplasma dei neuroni (in
particolare delle cellule piramidali della
corteccia) di filamenti a doppia elica di
proteina tau (un costituente dei microtubuli) in
uno stato di abnorme fosforilazione. - Viene ipotizzato che lesposizione ai precursori
della ?-amiloide della proteina tau determini
labnorme fosforilazione di questultima, che
quindi forma i filamenti elicoidali
caratteristici. - Questo tipo di degenerazione si riscontra
nellippocampo, nelle aree frontali, temporali e
parietali della corteccia (sono risparmiate le
aree sensoriali primarie) e nei nuclei
colinergici telencefalici (nuclei del setto e di
Meynert).
55Demenza nella malattia di Alzheimer Ipotesi
patogenetiche
- E stato ipotizzato che in una piccola
percentuale di casi (circa il 10 delle famiglie
studiate) sia in causa una trasmissione genetica
di tipo autosomico dominante, con penetrazione
completa intorno ai 90 anni di età. - Sono stati identificati alcuni geni che sembrano
essere legati al maggiore rischio di MA - per le forme ad esordio precoce sembrano essere
in causa geni localizzati sul cromosoma 21,
responsabili della sintesi di amiloide - per quelle ad esordio tardivo geni situati sul
cromosoma 19 coinvolto nella sintesi
dellapolipoproteina-E4 (riscontrata in alte
concentrazioni nelle caratteristiche lesioni, che
potrebbe legarsi alla ?-amiloide e farla
precipitare).
56Demenza nella malattia di Alzheimer Ipotesi
patogenetiche
- Per le forme sporadiche di MA, un fattore di
rischio riconosciuto è rappresentato da
un'anamnesi positiva di traumi cranici. - Altri fattori noti di rischio includono una
storia di ipotiroidismo e di depressione. - Il livello di scolarità è risultato inversamente
correlato alla frequenza di MA in molti studi.
Questo dato ha indotto i ricercatori ad
ipotizzare un ruolo protettivo, nei confronti
della demenza, di unampia "riserva cerebrale",
cioè di livelli di ridondanza e plasticità delle
strutture cerebrali tali da permettere ampi
compensi e riorganizzazioni.
57Demenza fronto-temporaleQuadri clinici
- La DFT insorge generalmente nel presenio (prima
dei 65 anni). Essa ha una frequente familiarità
(il 50 dei pazienti presenta un familiare con la
stessa patologia) e una rapida progressione (si
stima intorno agli otto anni la sopravvivenza
media). - Si distinguono due varianti di DFT, la demenza
temporale e quella frontale.
58Demenza fronto-temporaleQuadri clinici
- Demenza temporale (denominata in passato
Malattia di Pick) il quadro clinico è
caratterizzato da una progressiva e relativamente
isolata compromissione della memoria semantica
(demenza semantica), con conseguente
compromissione della componente semantica del
linguaggio. Pertanto, i sintomi più frequenti
sono rappresentsti da anomia, impoverimento del
vocabolario, compromissione della comprensione di
singole parole, di concetti e della capacità di
categorizzazione. La memoria autobiografica,
quella episodica e lapprendimento di materiale
non verbale sono relativamente integri, almeno
nelle fasi iniziali.
59Demenza fronto-temporaleQuadri clinici
- Demenza frontale il quadro clinico è
caratterizzato prevalentemente da alterazioni del
carattere e del comportamento, ad esordio
insidioso. I sintomi più frequenti sono
rappresentati da perdita dellinsight,
disinibizione, irrequietezza, distraibilità,
labilità emotiva, indifferenza verso gli altri,
riduzione delle capacità di pianificare,
impulsività, isolamento sociale, apatia, scarsa
cura di sé, stereotipie verbali, ecolalia,
perseverazione (verbale o motoria). La comparsa
di allucinazioni e deliri è poco frequente. Le
caratteristiche cliniche e lesordio insidioso
rendono la diagnosi particolarmente difficile, in
particolare nelle fasi iniziali della malattia.
Spesso, infatti, viene posta una diagnosi
psichiatrica prima che venga fatta diagnosi di
demenza frontale.
60Demenza fronto-temporaleCaratteristiche
anatomopatologiche
- Tipica localizzazione del danno degenerativo
atrofico (temporale o frontale). - Studi recenti hanno riportato che le inclusioni
citoplasmatiche argentofile (corpi di Pick),
considerate in passato alterazioni tipiche della
demenza temporale, sono presenti solo in una
piccola percentuale di pazienti con DFT, mentre
nella maggior parte dei casi sono presenti
alterazioni aspecifiche di tipo atrofico,
sclerotico o spongiforme.
61Demenza nella malattia di Creutzfeld-Jacob
- La MCJ è unencefalopatia degenerativa di natura
virale che causa demenza, convulsioni e morte in
alcuni anni. - La natura virale è stata dimostrata attraverso
la trasmissione della malattia ai primati (con
linoculazione di materiale cerebrale proveniente
da pazienti nellencefalo dello scimpanzè), ma
non sono stati identificati gli acidi nucleici
del virus lento ipotizzato. Linfezione ha un
periodo di incubazione molto lungo, di circa un
anno. - La malattia esordisce in genere dopo i 60 anni
ed è nella maggior parte dei casi rapidamente
progressiva, conducendo a morte in meno di un
anno. Sono possibili, tuttavia, decorsi atipici
più prolungati.
62Demenza nella malattia di Creutzfeld-Jacob
-
- I primi sintomi riguardano la sfera cognitiva e
comportamentale, con deterioramento delle
funzioni cognitive rapidamente progressivo,
depressione, alterazioni del carattere. Seguono
le mioclonie e un quadro di sofferenza
extrapiramidale. Sono possibili molti segni
neurologici a seconda della localizzazione delle
lesioni (compromissione della vista, alterazioni
cerebellari, movimenti involontari, ecc.).