Title: Capitolo 6 LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA
1Capitolo 6LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E CULTURA
2Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino,
2004Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E
CULTURA
- La cultura è
- Un sistema di segni dotati di significato
(prospettiva semiotica) - Una rappresentazione simbolica del mondo e un
dispositivo per attribuire significato alla
realtà (significazione)
La cultura è comunicazione
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2004Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E
CULTURA
- La cultura è un prodotto dellinterazione umana
gli esseri umani creano cultura e devono
interpretarla. Pertanto, le manifestazioni
culturali sono atti di comunicazione
La comunicazione costituisce il tramite
intrinseco fra gli aspetti esterni e interni
della cultura trae origine dallintenzione
comunicativa interna e si manifesta in termini
verbali e non verbali
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CULTURA
- Cultura come significazione e produzione di senso
La cultura è fatta di significati
È linsieme delle condizioni materiali, psichiche
e sociali per generare significati attraverso
processi di convenzionalizzazione
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Il sistema di significati
- Fattore costitutivo della cultura
- Esterno alla mente delle persone
- Dotato di esistenza propria
- Antropologia interpretativa (Geertz, 1983)
- Interno ai soggetti, protagonisti dei processi di
generazione, conservazione e innovazione dei
significati
Psicologia della cultura
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CULTURA
- La cultura come attività di significazione
La produzione di significati (significazione)
consente agli uomini di condividere una
dimensione simbolica
interdipendenza intrinseca tra cultura e
dimensione simbolica
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Le relazioni producono i significati e i
significati qualificano le relazioni
Significazione capacità di generare significati
in modo congiunto fra i comunicanti
La significazione istituisce una relazione
complessa tra simbolo (segno linguistico),
referente (oggetto significato) e referenza
(rappresentazione mentale delloggetto
significato)
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- Il diagramma di significazione
- Il simbolo non ha rapporto diretto con la realtÃ
(referente), ma solo con lidea mentale
(referenza)
- Ogni simbolo è un prodotto culturale
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La significazione (continua)
- La significazione non avviene nel vuoto, ma
richiede lazione congiunta e partecipata dei
membri di una comunità , cioè di un gruppo di
persone che condivide un sistema di credenze,
valori, pratiche e convenzioni
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- Proprietà delle convenzioni
- Attività prevedibili che forniscono regolaritÃ
per la gestione delle relazioni interpersonali
tra i membri di una comunitÃ
- Distribuzione non uniforme nella popolazione
esperti delle convenzioni
- Organizzazione gerarchica delle convenzioni in
funzione dellimportanza - Simboli culturali convenzioni dense di
significato che esprimono i cardini di un sistema
di credenze
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- Proprietà delle convenzioni (continua)
- Risultato di un processo di cooperazione,
coordinazione e negoziazione continua fra i
membri di una comunitÃ
- Fondate sul principio della salienza condivisa
selezione dei tratti ritenuti essenziali e più
importanti per la costruzione del significato di
un oggetto/evento
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- Proprietà di una lingua naturale
- Esito del processo di significazione
- Strumento per la manifestazione di significati e
intenzioni comunicative
- Caratterizzata da composizionalitÃ
- - sistematicitÃ
- - produttivitÃ
- - possibilità di
dislocazione
- Rete di significati che consente ai parlanti di
condividere una certa visione del mondo
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- La plasticità del significato
Il significato non è ununità fissa e omogenea,
ma, al contrario, un costrutto mentale eterogeneo
e scomponibile in diverse componenti (proprietà )
semantiche, gerarchicamente disposte
Componenzialità del significato
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- Tipi di proprietà semantiche
- Proprietà essenziali proprietà comuni a tutte le
occorrenze che condividono un certo significato
chi non le possiede è escluso da quel significato - Es. uccello - oviparo
- - con il becco
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Tipi di proprietà semantiche (continua)
- Proprietà tipiche proprietà specifiche aggiunte,
soggette a eccezioni e cancellabili senza
distruggere il significato in oggetto - Es uccello - vola (struzzi)
- - ha le piume
(pinguini) - - ha le ali (kiwi)
Graduabilità semantica del significato
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- Significato Contesto
- Qualsiasi significato è legato a un contesto
(context-bound)
Fenomeno della risemantizzazione contestuale
(Violi, 1997) attribuzione provvisoria di alcuni
tratti semantici a un oggetto/evento che di per
sé non li possiede, ma che li acquisisce grazie a
una specifica situazione contingente Es Non
occupare la mia sedia (indicando un tavolo, in
mancanza di sedie libere)
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- I processi precedenti illustrano la plasticitÃ
dei significati, ossia limpiego dei significati
in modo flessibile e adattabile in funzione delle
intenzioni comunicative dei parlanti, dei vincoli
e delle opportunità offerte dal contesto
Processo continuo di rimodellamento semantico
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Il significato come comprensione dellesperienza
- Semantica vero-condizionale o logico-filosofica
significati come entità astratte, universali e
oggettive, indipendenti dai parlanti (condizioni
di verità )
- Psicologia della cultura significati dipendenti
dallelaborazione e dalluso che ne fanno i
parlanti strettamente interconnessi con le
rappresentazioni mentali che i soggetti si fanno
della propria esperienza i significati sono
accomunati da una teoria della comprensione
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- Il significato di qualunque entrata linguistica
rimanda allenciclopedia delle conoscenze a
disposizione dei parlanti
- La formazione delle conoscenze enciclopediche si
basa su diversi processi mentali - - percezione
- - costruzione di script
- - costruzione di schemi mentali
- - inferenza
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Il linguaggio costituisce unespressione
fondamentale e privilegiata della cultura di
riferimento la lingua incarna la cultura
- Il linguaggio è stato oggetto di riflessione
sistematica - teoria universalista del linguaggio (teoria
della grammatica universale di Chomsky) - teoria della relatività linguistica (ipotesi di
Sapir-Whorf)
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- La teoria universalista del linguaggio
Universali linguistici aspetti invarianti e
comuni dei processi comunicativi, condivisi dalle
lingue naturali oggi esistenti. Forme costanti e
ricorrenti, che concernono sia il livello
grammaticale che semantico.
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- La teoria della grammatica universale (o
generativa) di Chomsky
Assunto di base esistenza di una uniformitÃ
della competenza linguistica negli esseri umani,
in modo indipendente dalla lingua che parlano
Omogeneità dei processi linguistici Organo del
linguaggio geneticamente definito (Language
Acquisition Device o LAD) Concezione innatista
del linguaggio e della comunicazione
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- Metodo formale metodo che, senza fare ricorso al
significato, ma solo in base alla forma esterna
dei morfemi e alla loro disposizione, intende
fornire tutto quanto è pertinente allanalisi
linguistica
Grammatica come calcolo matematico partendo da
pochi elementi semplici è in grado di generare
una lingua nelle sue infinite sequenze
grammaticali e accertare la grammaticalitÃ
degli enunciati prodotti
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- I presupposti della grammatica generativa
- La lingua è un insieme infinito di frasi
- La frase è lunità fondamentale della lingua ed è
costruita a partire da un insieme finito di
elementi o alfabeto (presupposto formale o
composizionale)
- Tale alfabeto è composto da elementi primitivi,
quali i fonemi, i morfemi, le parole ecc.
(presupposto elementarista)
- La grammatica è un sistema astratto di regole che
generano frasi unicamente equivalenti fra loro
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- La grammatica è indipendente da ogni altro
sistema cognitivo (supremazia della sintassi)
- La grammatica è indipendente dalla semantica
- Esistono due livelli di rappresentazione della
frase, uno superficiale e uno profondo, e una
serie di trasformazioni consente di passare da un
livello a un altro
- I processi mentali che sono alla base della
grammatica sono quelli dellastrazione e del
ricorso a modelli ideali
- Linterpretazione semantica delle frasi è basata
unicamente sulla loro struttura superficiale
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CULTURA
- Limiti del modello di Chomsky
- Impossibilità di confronto fra categorie
linguistiche senza una metalingua che stabilisca
a priori tutte le necessarie distinzioni
- Impossibilità di ipotizzare una struttura
profonda in mancanza di un lavoro di raccordo e
confronto fra le strutture superficiali delle
diverse lingue
- Riluttanza ad affrontare il livello psicologico e
sociologico della spiegazione dei fenomeni
linguistici
- Il modello rischia di essere un esercizio
astratto sulla logica della mente umana, fuori
da ogni riferimento contestuale e da ogni
verifica empirica. Paradosso di una lingua che
non serve per comunicare
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- La teoria della relatività linguistica
Accento sulla pluralità delle culture e sulle
modalità di influenza fra linguaggio e cultura
La cultura, attraverso il linguaggio, influenza
il modo in cui pensiamo, in particolare il modo
in cui categorizziamo la nostra esperienza
Imparare una lingua straniera significa anche
acquisire un nuovo punto di vista sulle cose
Le strutture semantiche delle diverse lingue sono
incommensurabili fra loro di conseguenza, i
parlanti elaborano modi di pensare differenti tra
loro
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Premessa epistemologica gli esseri umani
segmentano la natura secondo le linee indicate
dalla loro lingua materna il mondo si
presenta come un flusso caleidoscopico di
impressioni che deve essere organizzato dalle
nostre menti e ciò avviene attraverso i sistemi
linguistici delle nostre menti
31Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino,
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Relatività linguistica gli esseri umani usano la
loro lingua materna in modo sostanzialmente
inconsapevole. Questi modelli automatici e
involontari della lingua non sono gli stessi per
tutti gli uomini ma sono specifici per ogni
lingua . Da qui deriva il principio della
relatività linguistica secondo il quale i
parlanti di lingue diverse sono orientati dalla
loro lingua verso differenti tipi di osservazione
e differenti valutazioni di eventi esterni
simili di conseguenza, essi giungono, in qualche
modo, a una differente visione del mondo.
32Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino,
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- dato che esistono differenze nelle categorie
linguistiche nelle varie lingue naturali, - dato inoltre che le categorie linguistiche
determinano alcuni aspetti del pensiero degli
individui, - ne consegue che questi aspetti del pensiero
differiscono nelle diverse comunità culturali in
funzione della lingua che esse parlano
33Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino,
2004Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E
CULTURA
- Il sillogismo di Whorf è stato in seguito
interpretato come un forte apporto allipotesi
del determinismo linguistico la lingua
determinerebbe le forme del pensiero dei parlanti
medesimi nei riguardi della loro esperienza
Versione forte del determinismo i concetti
possono essere concepiti e attivati soltanto se
sono formulati attraverso il linguaggio. È
insostenibile, in quanto il pensiero è assai più
complesso di ciò che il linguaggio può esprimere
(percezione, rappresentazioni senso-motorie,
immaginazione, esperienze emotive)
Versione debole del determinismo i concetti
codificati attraverso il linguaggio sono favoriti
in quanto più accessibili e più facili da
ricordare
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CULTURA
- La revisione della teoria della relativitÃ
linguistica
Teoria della relatività linguistica come
applicazione della relatività culturale (Clark,
Hanks, Haviland, Gumperz, Levinson, Slobin) Le
esperienze vanno codificate a livello cognitivo
in modo da poter poi essere verbalizzate
La diversità delle lingue naturali è connessa
alla presenza di distinzioni semantiche che si
riflettono nelle distinzioni culturali che, a
loro volta, influenzano la categorizzazione
cognitiva e affettiva dellesperienza
35Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino,
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CULTURA
- Ogni comunità tende a elaborare il proprio codice
(speech community e idioculture) creazione di
un forte senso di appartenenza che diventa
esclusione per gli altri - A volte si ha la creazione di un vero e proprio
codice criptato che, in qualità di gergo,
discrimina lin-group rispetto allout-group.
Eteroglossia espressione della voce differente
di una minoranza rispetto alla lingua ufficiale
della maggioranza culturale
36Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino,
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CULTURA
- Numerose prove a sostegno di questa impostazione
- La concezione dello spazio varia in funzione
della lingua in modo rilevante sistema assoluto
o geocentrico, sistema relativistico o
egocentrico (Bali, India, Nepal), sistema
intrinseco (tzeltal)
- I movimenti spaziali le medesime azioni sono
categorizzate in modo diverso, per esempio, in
inglese e in coreano
Nellapprendere la lingua di una cultura, un
bambino impara modi particolari di pensare per
parlare
37Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino,
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CULTURA
- Gli aspetti indessicali indicatori linguistici
ed extra-linguistici per definire la posizione
sociale dei partecipanti (Tu/Lei),
latteggiamento affettivo o epistemico con cui
intendere lenunciato (quantificatori, indicatori
di sicurezza, dubbio ecc.). Variano da una
cultura allaltra (ad esempio, nel sud-est
asiatico i colloqui di selezione assumono la
struttura tipica della supplica)
- La struttura grammaticale la concezione del
tempo, per esempio, in inglese è quella di una
realtà continua, mentre in hopi il tempo si
configura in eventi ricorrenti
38Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino,
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CULTURA
- Il repertorio lessicale e le entrate
dizionariali di una lingua presentano variazioni
culturali significative la cultura si esprime
nelle parole di cui si serve nella vita
quotidiana per le varie attivitÃ
Specificità lessicale di una cultura esistono
parole che esprimono significati esclusivi di una
certa cultura. Ad esempio, il termine giapponese
Amae, ossia il desiderio di essere dipendente in
modo passivo allinterno di una relazione
affettivamente positiva nei confronti di un
superiore che sappia prendersi cura e mostrare
benevolenza in quanto tale, lamae è
lespressione più importante dello spirito di
dipendenza dei giapponesi Doi, 1981
39Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino,
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Narrazione modalità di percepire, organizzare e
comunicare la realtà attraverso un processo di
interpretazione e di attribuzione di significati
- Modalità culturale di base, poiché implica la
capacità di produrre un percorso di senso e un
testo dotato di coerenza e organizzazione tematica
- In ogni narrazione vi sono dei personaggi e una
trama, che prevede un inizio, un punto di mezzo e
una fine
- La narrazione costituisce il principale
dispositivo di partecipazione culturale nelle
culture orali
40Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino,
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CULTURA
- Pensiero logico-scientifico
- Finalizzato alla categorizzazione della realtÃ
- Tipico del ragionamento scientifico
- Orientamento verticale, poiché mette in relazione
il caso singolo con le categorie generali - Nomotetico, cioè volto alla ricerca di leggi
generali secondo enunciati indipendenti dal
contesto
- Pensiero narrativo
- Finalizzato alla comunicazione e
allinterpretazione dellesperienza - Tipico del ragionamento quotidiano
- Produce racconti plausibili, anche se non
necessariamente veri, con la funzione di dare
forma allesperienza - Idiografico, cioè connesso con il linguaggio
figurato
41Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino,
2004Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E
CULTURA
- Pensiero logico-scientifico
- Paradigmatico, cioè le proposizioni sono
collegate fra loro per equivalenza - Regolato dal principio di non contraddizione e
dal procedimento della falsificabilità - Impostazione estensionale, poiché si basa su
proposizioni di portata generale, a vantaggio di
ampia estensione e applicabilità - Particolarmente sviluppato nelle societÃ
tecnologicamente avanzate
- Pensiero narrativo
- Sintagmatico, cioè le proposizioni sono collegate
fra loro per contiguità spaziale e temporale - Enunciati strettamente dipendenti dal contesto
- Impostazione intensionale, in quanto cerca di
costruire un quadro completo di un caso singolo
per coglierne loriginalità - Fondamentale nelle società non alfabetizzate
42Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino,
2004Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E
CULTURA
- Le proprietà della narrazione
È specificata da due scenari - quello delle
azioni, che riguarda gli ambienti, i fatti, gli
episodi (aspetto dei contenuti) - quello della
coscienza, che concerne gli stati mentali interni
dei protagonisti (credenze, emozioni, intenzioni,
desideri)
- Al loro interno
- diacronicità gli episodi hanno una durata e sono
disposti secondo un tempo umano - referenzialità concreta la narrazione rinvia ad
avvenimenti specifici non contano tanto i valori
di verità degli enunciati, quanto gli aspetti di
verosimiglianza generati dai rapporti di coerenza
del racconto
43Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino,
2004Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E
CULTURA
- Le proprietà della narrazione (continua)
- Intenzionalità i personaggi agiscono in modo
intenzionale per raggiungere determinati scopi e
soddisfare desideri - Canonicità attore, azione, scopo, scena e
strumento sono i criteri canonici che devono
essere considerati tuttavia, la violazione di
uno di questi, come accade nella comparsa di un
evento problematico, costituisce un aspetto
ricorrente e saliente della narrazione
44Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino,
2004Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E
CULTURA
- Le proprietà della narrazione (continua)
- Componenzialità ermeneutica i personaggi e gli
eventi della narrazione costituiscono gli
ingredienti di un intreccio che li contiene.
Linterdipendenza parti-tutto sostiene il
circolo ermeneutico, dove il significato è
basato sulla rete di rapporti parti-tutto e sulle
categorie interpretative culturali - Appartenenza a un genere Bruner (2002) ha
individuato tre generi - - narrative legali
- - narrative letterarie
- - narrative autobiografiche
45Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino,
2004Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E
CULTURA
- Comprensione e inferenzanei processi di
narrazione
La comprensione del testo narrato consiste
nellinterpretazione e attribuzione di un
significato personale a tale testo, ponendolo in
relazione coi propri modelli culturali e con le
conoscenze già acquisite
46Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino,
2004Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E
CULTURA
- Comprensionecome rappresentazione mentale del
testo narrativo
Modello della situazione (approccio
connessionista- Kintsch e van Dijk,
1983)scomposizione del racconto in proposizioni
coerenti e subordinate fra loro, successivamente
organizzate in una rete di proposizioni
Microstrutture (definiscono il significato di una
frase)
Macrostrutture (forniscono il significato globale)
selezione generalizzazione costruzione
Le macrostrutture sono generate anche dalle
conoscenze culturali e dalle esperienze dei
partecipanti, che attivano una serie di nodi fra
le conoscenze enciclopediche precedenti e le
singole microstrutture
47Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino,
2004Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E
CULTURA
- I processi inferenziali della comunicazione
narrativa
Processi inferenziali scoperta dei nessi causali
che connettono azioni, personaggi, contesto in
una trama unica dotata di senso
Ambiente ? Evento ? Risposta del protagonista ?
Mezzi ? Scopo Catena causale ossatura della
narrazione e specchio della concezione del mondo
di una cultura (o subcultura) Inferenze
metatestuali riguardano le intenzioni
dellautore, la sua morale e le differenti
interpretazioni della sua produzione narrativa
48Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino,
2004Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E
CULTURA
- Lo script e la grammatica delle storie
La mente umana, nella segmentazione
dellesperienza, individua unità chiuse di
sequenze routinarie di azioni, caratterizzate da
un ordine canonico, unorganizzazione coerente e
gerarchica, un contesto spazio-temporale
standardizzato e regolare
Schema mentale o script rappresentazione mentale
di queste unità routinarie, intesa come struttura
cognitiva astratta, flessibile e coerente La
canonicità della narrazione è in linea con la
canonicità degli script
49Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino,
2004Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E
CULTURA
- Grammatica delle storie sottolinea
lorganizzazione causale delle azioni finalizzate
al raggiungimento di uno scopo. - Prevede
- definizione di unambientazione
- definizione di un episodio, articolato in
- - evento iniziale
- - risposta interna del protagonista
- - tentativi messi in atto per raggiungere lo
scopo - - conseguenza (positiva o negativa)
- - risposta finale
In sintesi, la narrazione è un incontro di menti
e di esperienze fra i partecipanti alla ricerca
di un percorso di senso e di una interpretazione
degli accadimenti in funzione degli standard
culturali di riferimento
50Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino,
2004Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E
CULTURA
- Comunicazione non verbale e cultura
- Principio della sintonia semantica e pragmatica
il significato finale di un enunciato è dato dal
contributo e dalla convergenza sinergica di una
molteplicità di componenti semantiche
linguistiche ed extra-linguistiche, che godono di
una relativa autonomia
- I vari sistemi di significazione e segnalazione
sono assemblati in modo coerente nella produzione
del significato attraverso il processo di
interdipendenza semantica
51Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino,
2004Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E
CULTURA
- La comunicazione non verbale (o comunicazione
extra-linguistica) assume una funzione
fondamentale per ottenere un elevato grado di
efficacia comunicativa
- La comunicazione non verbale si articola in
sistemi di significazione e segnalazione che
variano profondamente in relazione alla cultura
di riferimento
52Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino,
2004Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E
CULTURA
Contesto e tempo nella comunicazione non verbale
- Comunicazione a bassa contestualizzazione
- codice esplicito, modalità diretta e formulazione
precisa degli enunciati - poco affidamento sulle informazioni contestuali,
segnali non verbali evidenti - fornisce allinterlocutore tutte le conoscenze
necessarie per comprendere il messaggio - tipica delle culture occidentali individualistiche
- Comunicazione ad alta contestualizzazione
- stile indiretto, modalità implicita, spesso vaga
- il parlante dà per scontato che linterlocutore
conosca già la sua intenzione - fa molto affidamento sulle informazioni
contestuali - indizi non verbali contenuti e spesso accennati
- libertà allinterlocutore di intendere il
discorso in atto - tipica delle culture orientali collettivistiche
53Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino,
2004Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E
CULTURA
- Culture monocroniche
- prospettiva temporale orientata al futuro,
pianificazione di un traguardo a medio e lungo
termine (obiettivo distale) - vincoli temporali forti e organizzazione di
unattività per volta (monocronia) - culture con alto grado di industrializzazione,
clima freddo, orientamento allindividualismo e
al successo - predomina una comunicazione a bassa
contestualizzazione
- Culture policroniche
- prospettiva temporale orientata al presente,
senza lesigenza di una programmazione anticipata
verso un esteso arco temporale (obiettivi
prossimali) - diverse attività svolte nello stesso tempo
(policronia) - culture con modesto livello di industrializzazione
, clima caldo, orientamento alla collettività e
allarmonia. - predomina una comunicazione ad alta
contestualizzazione
54Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino,
2004Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E
CULTURA
- Ogni soggetto è portatore di uno specifico ritmo
personale
- Teoria dellaccomodazione comunicativa
(Communication Accommodation Theory o CAT) - Adattamento degli atti comunicativi a quelli del
partner attraverso segnali linguistici ed
extra-linguistici secondo due direzioni - convergenza le modalità comunicative degli
interlocutori diventano simili - divergenza le differenze diventano più grandi e
si crea un processo di scismogenesi
55Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino,
2004Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E
CULTURA
Teoria dellaccomodazione comunicativa (continua)
- Culture individualistiche maggiore orientamento
accomodativo nei confronti dellout-group - Culture collettivistiche bassa accomodazione
verso lout-group, poiché è considerata una sorta
di tradimento nei confronti dellin-group
56Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino,
2004Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E
CULTURA
- Variabilità culturale nella comunicazione non
verbale
- Sguardo condizione fondamentale di qualsiasi
rapporto sociale - Es un contatto oculare prolungato è
considerato - - gesto di sfida e maleducazione in Giappone
e nelle culture nordiche - - segno di attenzione e sincerità nella
cultura araba
- Gesti rilevanti variazioni culturali
- Es la mano a borsa significa
- - interrogazione e perplessità in Italia
meridionale - - buono in Grecia, paura in Francia,
lentamente in Tunisia - - gesto sconosciuto in Inghilterra
57Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino,
2004Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E
CULTURA
- Variabilità culturale nella comunicazione non
verbale (continua)
- Sorriso copre una gamma estesa di fenomeni
sociali - Es il sorriso sociale esprime
- - in nord America gioia, contentezza e
benessere personale, anche quando non corrisponde
alla realtà (obligatory cheerfulness) - - in Giappone, esigenza di mostrarsi gentili
con linterlocutore per non metterlo a disagio
- Prossemica uso dello spazio personale
- - Culture della distanza (Nord-Europa, Asia,
India) grande distanza interpersonale, ogni
riduzione spaziale è percepita come invasione - - Culture della vicinanza (Arabia,
Sud-America, culture latine) distanza
interpersonale ridotta, distanza valutata come
freddezza e ostilitÃ
58Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino,
2004Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E
CULTURA
- Variabilità culturale nella comunicazione non
verbale (continua)
- Aptica azioni di contatto corporeo nei confronti
degli altri - - Culture del non contatto (culture nordiche,
giapponese e indiana) contatto percepito come
costrizione e mancanza di rispetto reazioni
negative di fastidio e irritazione - - Culture del contatto (cultura araba e
latina) contatto accettato favorevolmente, anche
se rimane un atto comunicativo ambiguo che
trasmette diversi valori semantici
59Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino,
2004Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E
CULTURA
- Variabilità culturale nella comunicazione non
verbale (continua)
- Silenzio modo strategico di comunicare che
presenta una poliedricità contingente di
significati è governato da un insieme complesso
di standard culturali definiti come le regole del
silenzio
Il silenzio è associato a situazioni sociali in
cui la relazione fra i partecipanti è incerta,
poco conosciuta, vaga o ambigua
Il silenzio è un atto comunicativo associato a
situazioni sociali in cui vi è una distribuzione
nota e asimmetrica di potere sociale fra i
partecipanti
60Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino,
2004Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E
CULTURA
- Culture della parola(africane, sudamericane e
latine) - caratterizzate da una comunicazione a bassa
contestualizzazione e da una successione rapida
dei turni di parola - i tempi di latenza delle pause sono assai ridotti
e il silenzio è considerato come una minaccia e
una mancanza di cooperazione per la gestione
della conversazione
- Culture del silenzio (cultura giapponese,
paliyan, apache, navajo) - caratterizzate da una comunicazione ad alta
contestualizzazione e da lunghe pause di
silenzio, in quanto segnale di riflessione e
ponderatezza - il silenzio è spesso indicatore di fiducia,
confidenza armonia e intesa
61Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino,
2004Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E
CULTURA
La conversazione rappresenta un sistema
comunicativo universale, in quanto si ritrova
presso tutte le culture essa dimostra la natura
sociale e interattiva della specie umana.
Tuttavia, emergono rilevanti e sistematiche
variazioni culturali
62Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino,
2004Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E
CULTURA
- La gerarchia sociale
- - le differenze di status sociale sono molto
sentite in India, presso le società asiatiche
influenzate dal confucianesimo e a Bali - - in culture individualistiche, come quelle
occidentali, dove vige unideologia egalitaria,
limpiego dei titoli e degli onorifici si è molto
diradato nelle conversazioni quotidiane
- La gestione delle coppie adiacenti e, in
particolare, i saluti - - tra i wolof è il superiore che deve
salutare per primo in altre culture, come in
certe comunità rurali, avviene il contrario - - nella maggioranza delle culture occidentali
i saluti sono accompagnati da domande rituali
circa lo stato di salute (Come va?) - - in Giappone tali domande sono notevolmente
indiscrete, mentre in Vietnam sono sostituite da
domande sul benessere gastronomico (Ha mangiato
riso?) -
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2004Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E
CULTURA
- Le formule di chiusura e, in particolare, di
ringraziamento - - in molte culture occidentali al
ringraziamento si risponde con un segnale di
ricezione (Prego) - - presso diverse società orientali (come
Corea e Giappone) e africane (come lo Zaire) le
formule di ringraziamento sono strettamente
proibite fra i parenti prossimi, come se fossero
un insulto in particolare, in Giappone assumono
il valore di scusa
- La sovrapposizione dei turni
- - gli italiani e i francesi hanno una soglia
di tolleranza piuttosto elevata, in quanto le
sovrapposizioni parziali forniscono ritmo,
vivacità e spontaneità alla conversazione - - i tedeschi e le popolazioni scandinave
hanno un maggior rispetto dei turni, poiché gli
episodi di sovrapposizione sono ritenuti
sgradevoli e scorretti
64Anolli, Psicologia della cultura, Il Mulino,
2004Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E
CULTURA
- In sintesi, la conversazione costituisce un
sistema comunicativo universale che presenta
proprietà di base comuni tuttavia, le diverse
culture elaborano e sviluppano dei sistemi locali
di conversazione. - Tali differenze conducono inevitabilmente a
malintesi e fraintendimenti questa condizione
diventa oggi particolarmente importante in
società sempre più multiculturali e globalizzate
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2004Capitolo 6. LINGUAGGIO, COMUNICAZIONE E
CULTURA
- Considerazioni conclusive
Emerge uninterdipendenza intrinseca fra cultura
e comunicazione da un lato, la cultura produce e
si esprime attraverso i sistemi di comunicazione
dallaltro, la comunicazione genera e seleziona i
modelli culturali
La comunicazione linguistica è strettamente
intrecciata coi significati che sono alla base
della cultura essa quindi rende possibile la
realizzazione di quella dimensione simbolica che
costituisce il cuore della cultura stessa