Lezione 17 Fotorivelatori - PowerPoint PPT Presentation

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Lezione 17 Fotorivelatori

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... but recently much improved. Rivelatori di Particelle * Lezione 17 Fotorivelatori Microchannel plate Sono costituiti da tanti tubicini di vetro ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: Lezione 17 Fotorivelatori


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Lezione 17 Fotorivelatori
  • Fotorivelatori
  • Scopo dei vari fotorivelatori è quello di
    convertire la luce in segnali elettrici
    rivelabili. Lo spettro che ci interessa va
    normalmente dallultravioletto al visibile.

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Lezione 17 Fotorivelatori
  • Requisiti di un fotorivelatore
  • Alta sensibilità, normalmente indicata come
    Efficienza Quantica Q.E.Np.e./Nfotoni
  • I fotorivelatori possono essere suddivisi nelle
    seguenti categorie
  • Fotorivelatori a gas (e.g. vedi RICH)
  • Fotorivelatori sottovuoto (e.g. PM)
  • Fotorivelatori a stato solido (e.g. diodi)

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Lezione 17 Fotorivelatori
  • Il Fotomoltiplicatore

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Lezione 17 Fotorivelatori
  • Il fotomoltiplicatore (PM) consiste in un catodo
    di materiale fotosensibile seguito da un sistema
    di raccolta degli elettroni, una sezione di
    moltiplicazione degli elettroni (dinodi) ed
    infine da un anodo dal quale si preleva il
    segnale elettrico. Tutto il sistema sta in un
    tubo di vetro sotto vuoto.
  • Quando è in funzione si alimenta con una tensione
    negativa il catodo (a massa lanodo) ed i dinodi
    ad una tensione degradante dal valore catodico a
    quello dellanodo, come si può ottenere da un
    partitore di tensione.
  • Quando un fotone urta il fotocatodo viene emesso
    un elettrone per effetto fotoelettrico. A causa
    della d.d.p. applicata viene focalizzato ed
    accelerato sul primo dinodo e, colpendolo, si ha
    emissione secondaria di elettroni.
  • I nuovi elettroni vengono accelerati dal campo
    elettrico sul secondo, terzo dinodo, producendo
    un fascio di elettroni diretti verso lanodo.
  • Allanodo questo sciame di elettroni viene
    raccolto e fornisce un segnale di corrente che
    può essere ulteriormente amplificato e analizzato.

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Lezione 17 Fotorivelatori
  • I fotomoltiplicatori possono funzionare sia in
    continua, ovvero con unilluminazione costante,
    sia in modo pulsato, come nel caso di PM
    accoppiati a scintillatori.
  • In ogni caso, se il catodo ed il sistema di
    dinodi sono lineari (come è il caso se operati
    bene), la corrente allanodo è direttamente
    proporzionale al numero di fotoni incidenti, a
    sua volta in generale proporzionale allenergia
    rilasciata nello scintillatore.

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Lezione 17 Fotorivelatori
  • Il fotocatodo
  • Processo a 3 fasi
  • foto-ionizzazione della molecola
  • propagazione degli elettroni nel catodo
  • fuga degli elettroni nel vuoto

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Lezione 17 Fotorivelatori

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Lezione 17 Fotorivelatori
  • Il fotocatodo converte la luce incidente in una
    corrente di elettroni, via effetto fotoelettrico.
    Per facilitare il passaggio della luce il
    materiale fotosensibile è depositato su uno
    strato sottile allinterno della finestra del PM
    in generale fatta di vetro o di quarzo.

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Lezione 17 Fotorivelatori
  • L energia cinetica degli elettroni emessi dal
    fotocatodo è
  • Thn-f
  • dove f è lenergia per strappare lelettrone
    dallatomo e n la frequenza della luce incidente.
  • È quindi chiaro che serve unenergia minima del
    fotone per poter avere effetto fotoelettrico. Al
    di sopra di questa soglia tuttavia la probabilità
    di avere effetto fotoelettrico è ben diversa da
    1. Dipende infatti fortemente dalla frequenza
    della luce incidente e dal materiale del
    fotocatodo.Questa probabilità è chiamata
    efficienza quantica (Q.E.)
  • Q.E. fotoelettroni/ fotoni incidenti (l)
  • Una quantità equivalente è la sensibilità
    irraggiante del catodo definita da
  • ske(l)Ik/P(l)
  • dove Ik è la corrente di elettroni fotoemessi dal
    catodo e P(l) è la potenza (di fotoni) incidente.
  • la sensibilità irraggiante è connessa alla Q.E.
  • ske(l)(l Q.E.(l)e)/hc
  • Se ske(l) è misurata in A/W e l in nm si ha
  • ske(l)(l Q.E.(l))/1240 A/W

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Lezione 17 Fotorivelatori
  • Efficienza Quantica di fotocatodi tipici

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Lezione 17 Fotorivelatori
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Lezione 17 Fotorivelatori
  • Focalizzazione sul primo dinodo.
  • Dopo lemissione dal fotocatodo, gli elettroni
    devono essere focalizzati verso la sezione di
    moltiplicazione (dinodi).
  • La raccolta degli elettroni e la focalizzazione
    avviene tramite dei campi elettrici configurati
    ad hoc.
  • qualunque sia il modo di focalizzazione 2 punti
    sono importanti
  • La raccolta degli elettroni sul primo dinodo deve
    essere il più efficiente possibile ed
    indipendente dal punto di origine sul fotocatodo
  • Il tempo che un elettrone impiega per raggiungere
    il primo dinodo deve essere indipendente dal
    punto di emissione dellelettrone dal fotocatodo.
    Questa condizione è particolarmente importante
    per PM veloci, usati per misure di tempo ?
    risoluzione temporale dellapparato.

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Lezione 17 Fotorivelatori
  • Lo stadio di moltiplicazione
  • Lo stadio di moltiplicazione amplifica la debole
    corrente di elettroni prodotta dal fotocatodo,
    tramite una serie di elettrodi (dinodi) in modo
    da produrre una corrente misurabile allanodo.
  • I dinodi sono di materiale tipo BeO oppure
    Mg-O-Cs, per assicurare unalta emissione
    secondaria. Sono infatti necessarie
  • Alta emissione secondaria g per ogni dinodo. Per
    energie degli elettroni da 100 a 200 eV (tipici
    voltaggi di accelerazione fra i vari dinodi) si
    hanno dai 3 ai 5 elettroni secondari emessi, per
    ogni elettrone primario.
  • Stabilità dellemissione secondaria anche con
    alte correnti.
  • Basso rumore (bassa emissione termoionica)

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Lezione 17 Fotorivelatori
  • I PM più usuali hanno 1014 stadi con guadagni
    totali fino a 106107.
  • Se il guadagno di ogni dinodo è gi in un PM con N
    dinodi avremo un guadagno totale G pari a
  • Esempio 13 dinodi con guadagno4 per ogni
    dinodo. ? G413 7x107. La carica che arriva
    allanodo è QeG1.1x10-11 C che, raccolta in 5
    ns fornisce una corrente idQ/dt2.2 mA. Se
    lanodo è terminato su 50 W ? VR(dQ/dt)110 mV.

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Lezione 17 Fotorivelatori
  • Partitore di tensione
  • Normalmente i dinodi sono connessi ad una catena
    resistiva.
  • Possono avere resistenze uguali per cui il
    guadagno per ogni dinodo è uguale, essendo
  • giKVi
  • dove Vi è la differenza di potenziale fra due
    dinodi adiacenti.
  • Possono anche avere resistenze diverse.
  • Gli ultimi dinodi sono inoltre connessi a delle
    capacità, usate per mantenere costante la Vi.
    Possibile usare degli Zener sugli ultimi dinodi.

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Lezione 17 Fotorivelatori
  • Esempi di partitori di tensione.

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Lezione 17 Fotorivelatori
  • Risposta temporale
  • 2 effetti principali condizionano la risoluzione
    temporale di un fotomoltiplicatore
  • Variazione del tempo di transito degli elettroni
    nel PM. 2 origini principali 1 puramente
    geometrica dovuta ai diversi punti di emissione
    dal fotocatodo e quindi (se il fotocatodo è
    grande) diversi percorsi geometrici. Laltra
    dipende dalla direzione e dallenergia degli
    elettroni emessi.
  • Elettroni più veloci raggiungeranno il primo
    dinodo prima di quelli più lenti.
  • Elettroni quasi ortogonali al catodo
    raggiungeranno il primo dinodo prima di quelli
    emessi // al fotocatodo.
  • La somma dei 2 effetti è dellordine di 0.20.5
    ns (per fototubi veloci). Può essere ridotta con
    catodi sferici ed aumentando il campo elettrico.
  • Attenzione non confondere la risoluzione
    temporale, con il tempo di transito totale (40ns)

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Lezione 17 Fotorivelatori
  • Risposta temporale (continua)
  • 2) Rumore statistico. La risoluzione temporale
    risente della natura statistica delleffetto
    fotoelettrico e dalla natura statistica del
    processo di emissione secondaria.

Ik
Rumore statistico di un PM illuminato con luce
costante
tempo
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Lezione 17 Fotorivelatori
  • Forma dellimpulso e tempo di salita
  • Il segnale di uscita allanodo è un segnale in
    corrente (o carica) proporzionale al numero di
    elettroni emessi dal catodo ? il PM è un
    generatore di corrente.

La resistenza R e la capacità C, rappresentano la
resistenza e la capacità dellanodo oltre a
quelle di ogni elemento del circuito di uscita (
R di carico sullanodo, cavi ecc.)
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Lezione 17 Fotorivelatori
  • La corrente allanodo è, assumendo che lingresso
    è la luce di uno scintillatore, descritta da un
    decadimento esponenziale
  • dove G è il guadagno totale del PM, N il numero
    di fotoelettroni emessi al catodo, e la carica
    dellelettrone e ts la costante di tempo di
    decadimento dello scintillatore.
  • ?
  • dove t RC

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Lezione 17 Fotorivelatori
  • Per tltltts, il segnale V(t) è piccolo, ma
    riproduce il tempo di decadimento del segnale
    dingresso. Il tempo di salita è rapido ed è
    tRC del circuito duscita ? funzionamento in
    corrente (la tensione V(t) è data dalla corrente
    che passa in R, V(t)RI(t)).
  • Per tgtgtts il segnale V(t) è più grande, ma il
    tempo di decadimento è dominato da tRC del
    circuito duscita. Il tempo di salita del segnale
    è dato da ts ? funzionamento in voltaggio
    (corrente integrata da C, V(t) è dato dal
    voltaggio ai capi del condensatore C.)

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Lezione 17 Fotorivelatori
  • Il modo di funzionamento in voltaggio è preferito
    (segnale più grande e che fluttua poco perché
    integrato su C), ma rate raggiungibile minore in
    quanto gli impulsi si possono sovrapporre. Il
    rate è limitato a 1/t
  • La RC del circuito di uscita deve essere adattata
    allo scintillatore usato ? si modifica la R
    dellanodo in modo da ottenere la RC voluta. La
    capacità C è mantenuta molto bassa (cavi corti)
    per massimizzare lampiezza del segnale.

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Lezione 17 Fotorivelatori
  • Risoluzione in energia
  • La risoluzione in energia è determinata dalle
    fluttuazioni del numero di elettroni secondari
    emessi dai dinodi.

Fluttuazioni più grandi se ltngt piccolo ? primo
dinodo
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Lezione 17 Fotorivelatori

Altezza dimpulso con dinodi con affinità
negativa (NEA)
Altezza dimpulso con dinodi di Cu-Be
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Lezione 17 Fotorivelatori
  • Fattori ambientali
  • I PM sono molto sensibili alla luce ? non
    metterli ad alta tensione alla luce. Possono
    recuperare (a volte) se tenuti dopo il misfatto
    luminoso al buio per molto tempo.
  • I PM sono estremamente sensibili ai campi
    magnetici, sentono pure quello terrestre
    (fotoelettroni quasi fermi allemissione dal
    catodo) ? schermarli con m-metal.

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Lezione 17 Fotorivelatori
  • Configurazione dei dinodi

traditional
New micro-machined structures
(Philips Photonics)
position sensitive PMTs
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Lezione 17 Fotorivelatori
  • PM a molti anodi

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Lezione 17 Fotorivelatori
  • Microchannel plate
  • Sono costituiti da tanti tubicini di vetro (1050
    mm) lunghi 510 mm rivestiti allinterno da un
    materiale resistivo.
  • Si applica una d.d.p. di 1000 V al tubicino. Il
    fotone che arriva è convertito in elettrone da un
    fotocatodo (davanti ai tubicini). I fotoelettroni
    sono moltiplicati dai dinodi (dinodo continuo,
    cioè il rivestimento interno resistivo) ?
    percorso più breve ? fluttuazioni in tempo
    drasticamente ridotte ( 50 ps). Guadagni G
    105106.
  • Catodo e anodo molto vicini ? meno sensibili ai
    campi magnetici (funzionano anche con B0.1 T).
  • Presenza di ioni positivi prodotti dalle
    collisioni degli elettroni con gli atomi del gas
    residuo che migrano verso il fotocatodo ? vita
    media limitata (0.5 C/cm2). Gli ioni vengono
    assorbiti usando delle finestre di alluminio
    trasparenti posizionate fra il fotocatodo ed i
    tubicini
  • Limitati in rate (mA/cm2)
  • Possibile una lettura bidimensionale.

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Lezione 17 Fotorivelatori
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Lezione 17 Fotorivelatori
  • Derivati dei PM
  • fototriodi (1 solo dinodo)
  • Tetrodi (2 soli dinodi)

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Lezione 17 Fotorivelatori
  • Fotodiodi ibridi (HPD)

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Lezione 17 Fotorivelatori

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Lezione 17 Fotorivelatori
  • Fotodiodi
  • Alla giunzione pn c è la zona di svuotamento
    libera da e-h (cariche libere). In questa zona
    esiste un campo elettrico E dovuto alla densità
    di carica dovuta agli atomi ionizzati del
    cristallo, positiva nella zona di donatori (n) e
    negativa nella zona di accettori (p). Applicando
    una polarizzazione inversa ? la zona di
    svuotamento aumenta ( può diventare grande come
    tutto il diodo).
  • Se un g ha EgtEgap può mandare un e nella banda di
    conduzione ? coppia e-h ? si crea una corrente.
  • In condizioni di lavoro Q.E. 80 e G1.
  • Ovviamente non sentono il campo magnetico.

tipo pn
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Lezione 17 Fotorivelatori
  • Fotodiodi a valanga (APD)

In questa configurazione gli e trovano prima un
campo E basso e derivano verso un campo alto ?
moltiplicazione a valanga
La moltiplicazione avviene allinizio e poi tutti
gli e secondari vanno verso la fine del diodo
Alto voltaggio di polarizzazione inversa (100200
V) Funzionano in modo lineare fino a V di pol.
inversa 300 V al di sopra regime
Geiger Guadagni fino a 100 in zona lineare (più
comune 5080) Dimensioni trasverse 1cm.
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Lezione 17 Fotorivelatori
  • Contatore di fotoni a luce visibile (VLPC)

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Lezione 17 Fotorivelatori
  • VLPC

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Lezione 17 Fotorivelatori

High gain ? real photon counting as in HPD
Fermilab D0 tracciamento con fibre (72000 canali)
Ø1 mm
8 pixel per chip (vapor phase epitaxial growth)
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