Title: LE INFEZIONI OSPEDALIERE
1AZIENDA REGIONALE A.S.L. 4 PRESIDIO
OSPEDALIERO TORINO NORD EMERGENZA SAN GIOVANNI
BOSCO Piazza del Donatore di Sangue 3 10154
TORINO APPUNTI PER IL CORSO OPERATORE SOCIO
SANITARIO 2005
ICI Pani Loredana
2COSE LICI ?
- Nel 1959, in Inghilterra, vengono formate le
prime infermiere addette al controllo delle
infezioni (Infections Control Nurse) - Nel 1985, la Circolare Ministeriale n52
definisce lInfermiere per il Controllo delle
I.O. una figura fondamentaleper il controllo
delle I.O. e da indicazioni su quanti ICI devono
essere presenti in un Ospedale in base al numero
di posti letto (1 ICI/ 250 p.l.) - Nel 1988 per la prima volta in Italia, è stato
attivato a Torino, presso la scuola Infermieri
Professionali E.Nasi dellOspedale Martini
Nuovo, il corso di specializzazione per ICI.
3PRINCIPI DI IGIENE
Per Igiene, si intende il complesso delle norme
riguardanti la pulizia e la cura della persona e
degli ambienti. Ligiene nel suo significato
più ampio o più semplice, mira a mantenere lo
stato di salute dellindividuo e della
collettività . Il mantenimento dello stato di
salute passa attraverso la prevenzione
dellinsorgenza e il diffondersi delle
malattie. A questo scopo vanno individuati i
fattori che favoriscono o riducono il diffondersi
delle malattie.
4IL CONCETTO DI SALUTE
Salute non è semplicemente assenza di malattia ma
la capacità di mantenere un equilibrio tra le
varie dimensioni di un individuo.
Quali sono queste dimensioni?
5DIMENSIONE FISICA è la parte più tangibile perché
riferita al funzionamento dellorganismo
DIMENSIONE PSICHICA cioè la capacità di
costruire, elaborare e articolare il pensiero in
modo coerente
DIMENSIONE EMOTIVA cioè la capacità di gestire
con equilibrio le emozioni
6DIMENSIONE RELAZIONALE la capacità di interagire
con gli altri individui
DIMENSIONE SPIRITUALE connessa al sistema di
valori che caratterizza il modo di concepire
lesistenza
DIMENSIONE SOCIALE importante e fortemente
condizionante perché non si può ritenere e
mantenere sano un individuo in un contesto
sociale in cui sono presenti problemi sanitari,
economici, politici, culturali, ambientali,
etnici ecc.
7Per poter prevenire in modo adeguato ed efficace
è necessario conoscere la storia naturale della
malattia
- 1) FASE INIZIALE
- Lesordio di una malattia può essere sintomatico
o asintomatico - Esempi di sintomo
- febbre
- esantema (macchie, rossore, pustole sulla pelle)
- tosse
- ecc.
82) DECORSO Dopo una fase iniziale la malattia
evolve e si manifesta con le sue caratteristiche
tipiche in modo acuto, cioè immediato, veloce
come ad esempio linfluenza o la salmonellosi,
oppure in modo cronico cioè lentamente,
subdolamente es. Epatite B, AIDS, BSE.
93) ESITO FINALE La conclusione della malattia
può essere la guarigione ? la malattia ha
fatto il suo corso e non ha lasciato sequele (es.
Influenza)
- la cronicizzazione ? la malattia non guarisce ma,
anche se diminuiscono i sintomi, si hanno
manifestazioni interne o esterne allorganismo
che non guariscono (es. Epatite B, Epatite C,
AIDS) - la morte ? spesso le malattie indipendentemente
che abbiano un decorso lento o veloce, acuto o
cronico, possono portare a morte.
10LA PREVENZIONE ..
- Fino alla prima metà del 900 le più importanti
patologie erano soprattutto di ordine infettivo
contagioso (colera, peste, tubercolosi, ecc)
11Oggi sono più rilevanti le patologie di natura
cronico/degenerativa, tra cui le malattie
dellapparato cardiovascolare (infarto cardiaco,
ipertensione, arteriosclerosi, ecc.), le malattie
neoplastiche (tumore o cancro) che possono
colpire sia organi solidi ( polmone, intestino,
ecc.) che non (sangue).
12..LA PREVENZIONE.
- Anche se sono stati fatti notevoli passi avanti
circa la conoscenza di tutte le patologie, alcune
di esse, di rilevante impatto sociale, sono
ancora al centro di molti studi poiché rimangono
al loro riguardo numerosi punti oscuri (es.
cancro, AIDS, ecc.).
13..LA PREVENZIONE.
- Se pur con queste limitazioni, oggi, si possono
prevenire anche malattie importanti ed anche
mortali. Lintervento che viene effettuato è
diverso a seconda della conoscenza che - noi abbiamo della
- malattia e dal tipo
- di popolazione che
- andiamo ad informare.
14..LA PREVENZIONE.
PREVENZIONE PRIMARIA Quando si interviene prima
che la persona si ammali. Questa è la vera
prevenzione.
Le azioni possono essere rivolte su due fronti
1) PROTEGGERE ED IRROBUSTIRE LINDIVIDUO
- I punti cardine di questo tipo di prevenzione
sono - a) i vaccini ? con i quali si protegge
lindividuo da alcune malattie conosciute(es.
poliomielite, difterite, tetano, morbillo,
epatite B, ecc.)
15..LA PREVENZIONE.
- b) le condizioni igieniche ambientali molto
importante in questo caso lattenzione verso
fognature, acquedotti ed il corretto smaltimento
dei rifiuti solidi. - Sono importanti interventi di prevenzione della
salute pubblica anche quelli di bonifica di siti
inquinati come alcuni insediamenti industriali
(es. ETERNIT)
16..LA PREVENZIONE.
c)buona e corretta alimentazione rispettare sia
le condizioni igieniche degli alimenti che il
loro apporto calorico può garantire un ostacolo
al contrarre malattie
d) ligiene mentale mantenere quella condizione
di serenità che ci mette al riparo da stati di
depressione o di estraniazione alla vita sociale
che possono favorire labbassamento delle nostre
difese immunitarie e quindi favorire
linsediamento di malattie organiche.
17..LA PREVENZIONE.
2) ALLONTANARE LE FONTI O I RISCHI DI MALATTIA
- Tutte le volte che è possibile si devono
allontanare le possibili fonti di contagio o i
fattori di rischio che possono determinare una
malattia. - Se ciò non fosse possibile, si devono allontanare
le persone dalle fonti inquinanti (es. la persona
viene allontanata da lavorazioni nocive oppure
viene evacuata una zona residenziale poiché vi è
un pericolo grave di inquinamento ambientale)
18..LA PREVENZIONE.
PREVENZIONE SECONDARIA
La prevenzione secondaria viene attuata spesso
quando non è possibile mettere in atto la
prevenzione primaria oppure le conoscenze sulla
storia naturale della malattia non sono complete.
- La prevenzione secondaria può essere attuata
ricercando piccoli segnali o indicatori di inizio
di malattia.
19..LA PREVENZIONE.
La prevenzione secondaria si attua attraverso gli
screening per patologie molto importanti quali
- PAPTEST ? tumori del collo dellutero e annessi
- AUTOPALPAZIONE, MAMMOGRAFIA ?cancro della
mammella - ESAMI EMATICI PERIODICI ? ipercolesterolemia,
diabete,ecc. - CONTROLLO DELLA PRESSIONE ? ipertensione
arteriosa - SCREENING DURANTE LA GRAVIDANZA
- SCREENING ALLA NASCITA (es. fenilchetonuria)
20..LA PREVENZIONE
PREVENZIONE TERZIARIA Alcuni non riconoscono a
questo tipo di intervento una vera e propria
caratteristica di prevenzione, ma un indirizzo
prevalentemente di riabilitazione.
- Certo è che tale attività può
- minimizzare le complicanze assunzione di farmaci
- ridurre la disabilita ginnastica riabilitativa
post-intervento - minimizzare le sofferenze interventi
infermieristico/medico-chirurgici - adattare lutente a nuove condizioni utilizzo di
protesi
21TRASMISSIONE DELLE MALATTIE INFETTIVE
22LE COMPONENTI NECESSARIE PER LA TRASMISSIONE
DELLE MALATTIE INFETTIVE SONO
AGENTE
AMBIENTE
OSPITE
23CHE COSA SI INTENDE PER
AMBIENTE ? Dove lagente e lospite
interagiscono
- Lambiente è quella variabile che permette
allospite e allagente di incontrarsi e permette
la trasmissione della malattia.
24CHE COSA SI INTENDE PER
OSPITE ? La persona che ospita lagente e può
trasmetterlo
Luomo o lanimale che alberga in sé il
microrganismo patogeno
25AGENTE ? Il microrganismo cioè la vera causa di
malattia
CHE COSA SI INTENDE PER
- La maggior parte delle malattie trasmissibili
alluomo sono provocate da batteri e virus e
molti di questi hanno luomo come unico ospite.
Altri microrganismi sono invece patogeni anche
per gli animali ed hanno come serbatoio animali
domestici o selvatici.
26AMBIENTE
27LAMBIENTE NATURALE, CON LE SUE COMPONENTI PUÃ’
DIVENTARE CAUSA DI MALATTIA. ORA ANALIZZEREMO
TALI COMPONENTI.
LAMBIENTE FISICO
28LARIA Laria è lelemento indispensabile alla
vita. Pochi minuti senza respirare e si rischiano
danni irreversibili e addirittura arrivare alla
morte (es. annegamento, arresto respiratorio,
ecc.) La composizione dellaria è una miscela
gassosa formata da Azoto (N) 78 - Ossigeno (O)
21 - altri gas 1 Tale miscela si trova, con
diverse percentuali in base allaltitudine, in
tutta latmosfera che circonda la terra.
29..LAMBIENTE FISICO
- Le funzioni principali dellatmosfera sono
- fornire ossigeno indispensabile alla vita di
tutti gli animali - fornire Azoto e Carbonio per i microrganismi e
le piante - proteggere dalle radiazioni provenienti dallo
spazio (radiazioni ionizzanti o raggi UV) - stabilizzare la temperatura a livelli
compatibili con la vita.
30Linquinamento atmosferico è sostanzialmente
prodotto da due fonti fonti fisse insediamenti
industriali e riscaldamenti urbani fonti mobili
autoveicoli e mezzi in movimento. Le
conseguenze, oltre ai problemi respiratori, sono
la formazione di piogge acide e l inquinamento
del suolo e delle acque.
31..LAMBIENTE FISICO..
- Per ciò che riguarda laria i parametri da
conoscere sono - - la temperatura
- - lumiditÃ
- - la pressione
- - la velocità dellaria
32- La temperatura normalmente diminuisce con
laltezza (1 grado Centigrado ogni 100 metri di
altezza). - Lumidità esprime la quantità di vapore dacqua
che vi è nellaria in un dato momento questo
valore espresso in percentuale.
33- La pressione si misura con il barometro e varia
con laltezza, le variazioni stagionali e
meteorologiche. Questo ha particolare importanza
per la diluizione degli agenti contaminanti
perché le masse daria tendono a muoversi da zone
di alta pressione verso zone di bassa pressione.
34- Il movimento dellaria (i venti) è anchesso
molto importante agli effetti della diluizione
degli agenti contaminanti. La rotazione della
terra determina i prima istanza i venti a causa
del trascinamento dellaria. Ulteriore causa
della formazione dei venti è il riscaldamento
dellaria allequatore e la formazione di aria
fredda ai poli.
35..LAMBIENTE FISICO..
- LACQUA
- E la componente principale del nostro organismo
(60-80 del nostro peso). - E la sostanza più abbondante e diffusa sulla
terra. I depositi principali sono rappresentati
dagli oceani, dai mari interni e dalle acque di
superficie (laghi e fiumi). - Lacqua è presente, in una certa quantità anche
nellaria è determinante per la meteorologia e
per la stessa vita sul nostro pianeta.
36Il fabbisogno idrico nelluomo adulto si può
quantificare in circa2,5 litri/giorno. A questa
quantità si deve aggiungere la quota di acqua per
esigenze igienico-sociali (circa 200
litri/giorno) e per lirrigazione delle campagne
e il mantenimento degli allevamenti animali
(circa 100 litri/giorno). Lapprovvigionamento
avviene con difficoltà poiché la maggior parte
dellacqua disponibile è salata (97) ed il
restante è formata, prevalentemente, dai
ghiacciai (2,5). Soltanto lo 0,5 è utilizzabile
come potabile soprattutto da falde profonde molto
spesso inquinate.
37..LAMBIENTE FISICO..
RETE FOGNARIA Si distinguono due tipi di
fognature statica e dinamica
- Fognatura statica (ferma)
- è costituita da pozzi neri, fosse biologiche che
dovrebbero andare ad esaurimento pericolo per il
possibile inquinamento delle acque profonde. - Fognatura dinamica (in movimento)
- è costituita da acque nere che vengono raccolte
dalle abitazioni domestiche o collettive (es.
caserme, ospedali, scuole, ecc.). Le acque
bianche invece vengono raccolte dalle superfici
scoperte come tetti, strade oppure dai toretti
della città .
38..LAMBIENTE FISICO..
- IL SUOLO
- In superficie ed al suo interno avvengono
probabilmente, i più importanti processi per la
vita delluomo e dellambiente. La maggior fonte
di inquinamento di questa parte del nostro
pianeta è rappresentata dai rifiuti solidi
urbani, seguita ai liquidi che si producono,
attraverso il deposito di rifiuti, e che
penetrano nel sottosuolo inquinandolo in
profondità . - La quantità di rifiuti urbani prodotta
annualmente in Italia è di oltre 26 milioni di
tonnellate con valore medio di 450 Kg/abitante a
cui bisogna aggiungere circa 35 milioni di
tonnellate di rifiuti industriali.
39..LAMBIENTE FISICO..
- Tale quantità di rifiuti viene smaltita con vari
metodi - 1) Discarica controllata
- purtroppo rappresenta una minoranza poiché sono
soprattutto abusive con grave e pericoloso
impatto ambientale. - 2) Incenerimento
- negli anni 60-70 sembrava aver risolto il
problema dei rifiuti solidi, ma si è rivelato
come un inceneritore potesse inquinare zone anche
lontane dal sito, con la possibile produzione di
forti inquinanti come la Diossina. - 3) Compost
- E la trasformazione della frazione organica, dei
rifiuti, in fertilizzante. Soluzione interessante
ma spesso si rischia se la parte organica non è
pura e sicura, di apportare sostanze dannose al
terreno con rischi infettivi e chimici - 4) Riciclaggio
- soprattutto di carta, plastica e vetro.
- 5) Scarico in mare
- Purtroppo è una pratica di uso comune,
sicuramente dannosa,ne consegue un inquinamento
delle acque e delle coste con riflussi a riva dei
materiali non degradabili.
40..LAMBIENTE FISICO..
- IL CLIMA
- Possiamo sintetizzare dicendo che è linsieme
delle condizioni atmosferiche che caratterizzano
una regione. - Ovviamente può variare molto a seconda della
posizione geografica in cui ci si trova (nord,
sud, altitudine, ecc.)
41IL MICROCLIMA Il microclima viene definito come
il complesso delle caratteristiche di un
determinato ambiente confinato. Queste
caratteristiche sono - Fisiche (la temperatura,
lumidità ,la pressione, la velocità dellaria) -
Chimiche (presenza di sostanze chimiche possibili
inquinanti solventi, amianto, fumo di
sigaretta, attività di cucina) - Microbiologiche
(presenza di microrganismi con possibilità di
sviluppo di germi patogeni attraverso
laffollamento dei locali) - Illuminazione (può
essere naturale, data dalle finestre che devono
avere una superficie corrispondente ad 1/7 del
pavimento o artificiale attraverso lampade a
fluorescenza o a incandescenza. Lintensità della
luce deve essere rapportata allattività delle
persone presenti in quellambiente.
42..LAMBIENTE FISICO..
FATTORI DI AUTODEPURAZIONE NATURALE (DISINFEZIONE
NATURALE)
- Sono quelle condizioni ambientali ostili ai
microrganismi che ne limitano lo sviluppo.
Normalmente nellambiente esterno il
microrganismo muore o se è in grado di
sopravvivere, difficilmente si riproduce.
43I fattori di autodepurazione sono - essiccamento
? il microrganismo muore - diluizione ?
diminuzione della carica batterica -
sedimentazione ? minore quantità di germi sospesi
nellaria - raggi ultravioletti (componenti dei
raggi solari)? ottimi battericidi -antagonismo
biologico ? scarsa sopravvivenza di alcuni
microrganismi rispetto ad altri
44OSPITE
45LOSPITE
- Lospite è la seconda componente necessaria per
la trasmissione della malattia. Lospite è luomo
o lanimale che ha in se il microrganismo e può
trasmetterlo ad unaltra persona o animale.
46LOSPITE
Lospite per essere in grado di ricevere, quindi
di far penetrare, attecchire ( cioè il
microrganismo trova un luogo dove stabilirsi) e
moltiplicarsi (aumentare il suo numero) deve
essere suscettibile.
47LOSPITE
- Per essere un ospite suscettibile occorre che la
persona o lanimale agevoli tutte le fasi di
sviluppo del microrganismo.
48LOSPITE
- La persona può ostacolare la penetrazione del
microrganismo - mantenendo la pelle curata e senza ferite,
- lavandosi bene le mani ogni volta che si
contaminano - evitando luoghi affollati e chiusi
- adottando delle sane abitudini di vita (es. non
bere, non fumare, non drogarsi, ecc.).
49LOSPITE
- Lattecchimento e lo sviluppo del microrganismo
avvengono perché il nostro sistema immunitario - è insufficiente per
- ostacolare i germi che
- possono essere molto
- forti o molto numerosi.
50LOSPITE
Il nostro sistema immunitario è condizionato da
molti fattori come la somministrazione di terapie
immunodepressive (es. cortisone, antitumorali,
ecc.) oppure dal nostro stato di nutrizione o
protezione del nostro corpo nei confronti degli
agenti esterni (si mangia poco, non è corretto
lapporto nutrizionale oppure il nostro
abbigliamento non è adatto al clima in cui ci
troviamo, cioè siamo poco, troppo o mal coperti)
51LOSPITE
- Tutte queste e altre condizioni fanno si che
lospite, che normalmente viene a contatto con
milioni di microrganismi senza che questi
penetrino, si sviluppino e si moltiplichino, si
trovi in condizioni favorevoli (ospite
suscettibile) nei confronti di un determinato
microrganismo e che lincontro provochi la
malattia.
52LOSPITE
- DIFESE DELLOSPITE
- Le difese che lindividuo mette in atto quando
viene aggredito da germi patogeni sono
sostanzialmente di due tipi - 1) difese aspecifiche (sono immediate e contro
chiunque aggredisca) - Di queste fanno parte la cute che, se integra,
non permette il passaggio dei germi, alcune
sostanze particolari che si trovano in alcuni
organi (occhi, bocca, stomaco, ecc.) possono
ostacolare la penetrazione e lo sviluppo.
53DIFESE DELLOSPITE
- 2) difese specifiche (sono normalmente più lente
e specifiche su un tipo di germe) - Questo tipo di protezione viene effettuata con i
vaccini, oppure con la siero profilassi
(somministrazione di anticorpi già formati).
54LAGENTE
55LAGENTE
- GeneralitÃ
- I microbi, germi, microrganismi, ecc. sono nomi
generici che identificano organismi viventi di
piccolissime dimensioni, molto semplici,
costituiti da pochi elementi. - Molti di questi microrganismi, una volta
penetrati, possono moltiplicarsi e con le tossine
prodotte danneggiare lorganismo che li ospita
(ospite). -
56LAGENTE
- La velocità con la quale possono manifestare la
loro presenza spesso è dovuta alla loro qualitÃ
(germi molto forti ? molto invasivi e patogeni) e
alla loro quantità (carica microbica). - I microbi che sono in grado di provocare
malattie sono detti patogeni. -
57LAGENTE
- Oltre ai germi patogeni, capaci di provocare
malattie alluomo, agli animali ed alle piante,
esistono numerosi germi non patogeni che vivono
sia nellorganismo umano che nellambiente. - Alcuni di questi germi fanno parte della flora
batterica dellindividuo e non solo sono utili ma
addirittura indispensabili per lequilibrio del
metabolismo umano (formazione di vitamine,
digestione alimentare,ecc.). -
58LAGENTE
- Questa distinzione netta, tra germi patogeni e
batteri facenti parte della flora batterica non è
sempre assoluta. - Alcuni germi presenti sulle mucose (intestino,
bocca, vagina, ecc.) e sulla pelle, possono, in
particolari circostanze (paziente ricoverato in
Ospedale, paziente sottoposto ad intervento
chirurgico, ricoverato in reparti a rischio come
la rianimazione, in terapia con farmaci
particolari) possono incattivirsi
(virulentarsi) per rottura dellequilibrio del
sistema e provocare la malattia. Questi germi
vengono detti opportunisti.
59CATENA EPIDEMIOLOGICA
60LA CATENA EPIDEMIOLOGICA
- La catena epidemiologica rappresenta quella serie
di eventi concatenati che permettono la
trasmissione del germe tra -
- ? un ospite suscettibile che si è ammalato di
una malattia infettiva e contagiosa - e
- ? un altro ospite suscettibile
61LA CATENA EPIDEMIOLOGICA
La trasmissione può avvenire Direttamente cioè
senza intermediari Es. baci, rapporti sessuali
62LA CATENA EPIDEMIOLOGICA
Indirettamente
mediante veicoli (componenti inanimate)
- mediante vettori
- (componenti animate).
63LA CATENA EPIDEMIOLOGICA
- Linfezione rappresenta il risultato della
penetrazione nellorganismo di un agente
patogeno. Le conseguenze della lotta tra
lagente infettivo e le difese dellorganismo
ospite possono essere molto variabili.
64LA CATENA EPIDEMIOLOGICA
Nella maggior parte dei casi non si ha sviluppo
di malattia.
In altre situazioni si verifica una condizione
patologica lieve e con leggeri sintomi.
- In altri casi vi può essere lo sviluppo di una
malattia conclamata con segni e sintomi
importanti.
65LA CATENA EPIDEMIOLOGICA
- Questa continua e costante variabilità è dovuta
principalmente alla diversa rispondenza che ogni
singolo individuo ha verso un attacco di un
agente esterno.
66LA CATENA EPIDEMIOLOGICA
Nella trasmissione delle malattie infettive le
variabili che vengono considerate sono
qualità e quantità del germe (tipologia e carica
microbica)
stato di benessere dellindividuo
condizioni ambientali
67LA CATENA EPIDEMIOLOGICA
- La trasmissione di un agente infettivo implica il
riconoscimento di un punto di partenza della
catena degli eventi che portano allinsorgere
della malattia infettiva. - Tale punto viene definito
- SERBATOIO DI INFEZIONE
- SORGENTE O FONTE DI INFEZIONE
68LA CATENA EPIDEMIOLOGICA
- SERBATOIO DI INFEZIONE
- E luomo o lanimale, dove il microrganismo vive
e si moltiplica e può essere trasmesso ad altro
uomo o animale. In alcuni casi è lambiente con
la presenza di germi molto resistenti(es. spore
del tetano). Se il microrganismo crea
nellindividuo solo le condizioni di serbatoio di
malattia si dice che levento non è contagioso
poiché il germe non può essere trasmesso ad un
altro ospite per vie naturali.
69LA CATENA EPIDEMIOLOGICA
- SORGENTE DI INFEZIONE
- Luomo o lanimale che ospitano il germe e che
possono eliminarlo allesterno. - Molto spesso, sorgente e serbatoio coincidono.
- Leliminazione allesterno di un germe patogeno
da parte di un ospite infetto è indispensabile
per la trasmissione della malattia
70VIE DI ELIMINAZIONE
- VIA RESPIRATORIA
- i microrganismi vengono eliminati sotto forma di
goccioline attraverso la respirazione, la tosse ,
gli starnuti, ecc. - (influenza, raffreddore, pertosse, TB polmonare,
meningite, ecc.) - VIA INTESTINALE
- Con le feci vengono eliminati germi patogeni
(vibrione del colera, virus della poliomielite,
virus dellepatite A, ecc.) - VIA GENITO-URINARIA
- leliminazione di agenti patogeni attraverso le
urine non rappresenta un evento molto frequente
(es. TB renale). - Le secrezioni degli organi genitali possono dar
luogo a malattie a trasmissione sessuale (es.
sifilide, AIDS, Epatite C, ecc.)
71VIE DI ELIMINAZIONE
- VIA CUTANEA
- i germi vengono eliminati attraverso le lesioni
cutanee presenti durante le malattie
esantematiche (es. varicella), micosi cutanee o
da lesioni profonde che fistolizzano allesterno
(es. pus) - VIA PLACENTARE
- Attraverso questa via di eliminazione la madre
affetta da una malattia infettiva la trasmette
allembrione (es. rosolia, toxoplasmosi, ecc.)
72VIE DI PENETRAZIONE
- VIA CUTANEA
- La cute se integra costituisce un naturale e
valida barriera allingresso dei microrganismi. - Lingresso può avvenire attraverso le lesioni, le
punture degli insetti, il morso o il graffio di
animale - VIA MUCOSA
- Le mucose delle vie respiratorie, apparato
digerente, apparato genito-urinario, congiuntiva,
ecc. costituiscono la principale porta dingresso
per germi patogeni poiché sono particolarmente
vulnerabili, anche se dotate di alcuni fattori di
difesa. - VIA PLACENTARE
- Dallorganismo materno a quello fetale attraverso
la placenta
73PERIODO DI INCUBAZIONE
E lintervallo di tempo che intercorre tra il
contatto con un agente infettivo e la comparsa
del primo segno o sintomo di malattia infettiva
- Corrisponde al tempo necessario perché il germe
penetri, attecchisca e si moltiplichi fino al
momento in cui il suo numero è sufficiente a
produrre segni o sintomi
74PERIODO DI INCUBAZIONE
- La durata del periodo di incubazione varia in
relazione a - Carica microbica più germi ci sono e più
velocemente si sviluppano - Virulenza del germe più il germe è cattivo
cioè virulento più velocemente cè sviluppo di
malattia - Risposta immunitaria dellospite più le difese
sono deboli e più si creano le condizioni ideali
per lo sviluppo del germe
75LE DIFESE DELLOSPITE
- Possono essere di due tipi
- DIFESE ASPECIFICHE
- sono dei meccanismi attivi verso una vasta gamma
di microrganismi - DIFESE SPECIFICHE
- sono dei meccanismi attivi verso specifici
microrganismi
76DIFESE ASPECIFICHE
Sono identificabili in
CUTE E MUCOSE quando queste barriere anatomiche
sono integre rappresentano la prima difesa
dellorganismo
- SECREZIONI
- alcuni organi producono sostanze in grado di
ostacolare la penetrazione dei germi (es.
lisozima presente nelle lacrime, acido cloridrico
presente nei succhi gastrici)
77DIFESE ASPECIFICHE
ANTAGONISMO BIOLOGICO Meccanismo di difesa messo
in atto dalla flora batterica presente in molti
organi (es. cute, rinofaringe, genitali,
intestino) che in uno stato di equilibrio si
oppone alla presenza di germi patogeni.
- RISPOSTA INFIAMMATORIA
- In caso di piccole ferite con punte o taglienti,
o escoriazioni della cute, lorganismo mette in
atto delle difese locali. Laumento della
temperatura locale o la presenza di gonfiore
della parte dimostrano la presenza di una
attività di difesa da parte dellospite nei
confronti di microrganismi invasori
78DIFESE SPECIFICHE
- Il meccanismo di difesa specifico si basa su un
sistema di riconoscimento del germe da parte del
sistema immunitario dellospite. - Il sistema immunitario riconosce parti del germe
ANTIGENI e produce nei loro confronti degli
ANTICORPI
79- Questo tipo di difesa può essere
- ATTIVA ? lospite produce da sé gli anticorpi
attraverso il sistema immunitario - A sua volta questa difesa attiva può essere
- NATURALE ? lospite si ammala e forma
anticorpi specifici contro il microrganismo
responsabile di quella malattia - ARTIFICIALE ? (VACCINI)
- non si verifica la malattia ma si induce
lorganismo dellospite a formare anticorpi - specifici introducendo parti
- del microrganismo o esso
- stesso ucciso o attenuato.
- Solo per le malattie per cui è
- disponibile il vaccino.
80- Questo tipo di difesa può essere
- PASSIVA ? lospite assume anticorpi già formati
- A sua volta questa difesa passiva può essere
- NATURALE ? durante la gravidanza il bambino
assume passivamente gli anticorpi della madre - ARTIFICIALE ? assunzione di anticorpi giÃ
formati in casi di emergenza (epatite B, tetano,
ecc)
81LE INFEZIONI OSPEDALIERE
82LE INFEZIONI OSPEDALIERE
- Per essere tali devono avere le seguenti
caratteristiche - Insorgere durante il ricovero in Ospedale
- Non essere manifeste al momento del ricovero
- Non essere in incubazione al momento del ricovero
- Insorgere anche dopo le dimissioni dallospedale
83Nel 1800 F. Nightingale pioniera della
professione infermieristica diceva che . la più
grande umiliazione per un Ospedale è essere
allorigine di una malattia infettiva o vedere
linfezione propagarsi.
LE INFEZIONI OSPEDALIERE
84(No Transcript)
85LE INFEZIONI OSPEDALIERE
- Nello stesso periodo un chirurgo di nome
Semmelweis notò che se i colleghi si fossero
lavati le mani, passando dal tavolo autoptico
alla sala parto, sarebbero morte meno
partorienti.
86(No Transcript)
87LE INFEZIONI OSPEDALIERE
- Nel 1940 circa vi fu la scoperta dei farmaci
considerati miracolosi gli antibiotici.
88LE INFEZIONI OSPEDALIERE
- Arrivando ai giorni nostri, nel 1983 in Italia da
parte dellIstituto Superiore di Sanità (il più
importante organo tecnico-scientifico del
Servizio Sanitario Nazionale) con uno studio
sulle I.O., descrisse la situazione di 143
Ospedali pubblici, studiando 34.577 pazienti
89LE INFEZIONI OSPEDALIERE
- Dallo studio emerse che il 19,3 dei pazienti
esaminati soffrivano di uninfezione e tra questi
il 6,8 si trattava di infezioni ospedaliere
mentre il restante 12,5 di infezioni comunitarie
90LE INFEZIONI OSPEDALIERE
- La più alta percentuale di I.O. è stata
riscontrata nei reparti di - Terapia intensiva (es. rianimazione, centri
trapianto, ecc.) - Geriatria
- Chirurgia
- Ortopedia
91LE INFEZIONI OSPEDALIERE
- Le localizzazioni più diffuse sono
- Urinarie (IVU) circa il 40
- Respiratorie circa il 15
- Ferita chirurgica (ISS) circa il 15
- Batteriemie (infezioni del sangue)circa il 5
- Piaghe da decubito circa il 5
92LE INFEZIONI OSPEDALIERE
- Se si affronta il discorso in termini di costi,
lindagine citata, ha reso evidente che ogni anno
in Italia 600.000 pazienti ricoverati
contraggono una I.O. - Il costo di queste I.O. si aggira sui 500 milioni
di euro allanno in termini di - Degenza supplementare
- Farmaci, interventi aggiuntivi, personale, ecc.
93LE INFEZIONI OSPEDALIERE
- Secondo recenti stime, elaborate sulla base di
esperimenti statunitensi, sarebbe possibile
ottenere in Italia la riduzione delle infezioni
secondo il seguente prospetto - Inf. vie urinarie - 40
- Inf. ferita chirurgica - 30
- Inf. respiratorie - 20
- Batteriemie - 10
94LE INFEZIONI OSPEDALIERE
- La riduzione sarebbe possibile adottando semplici
misure di controllo della diffusione come ad
esempio il corretto lavaggio delle mani
95LE INFEZIONI OSPEDALIERE
- Il controllo delle infezioni ospedaliere si può
attuare attraverso - Corrette procedure assistenziali
- Disinfezione/sterilizzazione
- Buon uso degli antibiotici
- Isolamenti
- Educazione sanitaria
96LA DISINFEZIONE
97LA DISINFEZIONE
- La disinfezione è linsieme delle misure attuate
al fine di ridurre a livello di sicurezza il
numero di microrganismi presenti su una
superficie o nellambiente. - Si parla di DISINFEZIONE se queste misure vengono
attuate su una superficie o su uno strumento si
parla di ANTISEPSI se le stesse vengono
effettuate su un tessuto vivente (es. la cute)
98LA DISINFEZIONE
- La disinfezione può essere distinta in tre
diversi livelli - DISINFEZIONE A BASSO LIVELLO consente di
eliminare un consistente numero di batteri,
alcuni virus e alcuni miceti. Non è però in
sufficiente a garantire leliminazione di batteri
particolarmente resistenti. - DISINFEZIONE DI MEDIO LIVELLO con essa si riesce
ad eliminare un numero ancora maggiore di
batteri, la maggior parte dei virus e dei miceti. - DISINFEZIONE AD ALTO LIVELLO permette di ridurre
ad una percentuale molto bassa la presenza di
batteri. Molto bassa, ma non a zero perché le
spore resistono
99LA DISINFEZIONE
- Il risultato del processo di disinfezione si
ottiene attraverso luso di sostanze chimiche i
DISINFETTANTI e gli ANTISETTICI
100I DISINFETTANTI
- DISINFETTANTE sostanza ad azione germicida
destinata ad essere utilizzata su materiali o
oggetti - ANTISETTICO sostanza ad azione germicida
caratterizzata da bassa tossicità e da assenza di
effetti irritanti indicata per lapplicazione su
tessuti viventi
101USO DEI DISINFETTANTI
- Nessun disinfettante può essere efficace se
impiegato su materiali oppure oggetti non puliti.
La sporcizia protegge i microrganismi impedendo
al disinfettante di raggiungerli e di svolgere la
sua azione. - Le soluzione acquose di disinfettante ed in
misura minore anche quelle alcoliche possono
essere contaminate da microrganismi.
102USO DEI DISINFETTANTI
- 3) I contenitori dei disinfettanti devono essere
etichettati. Letichetta deve riportare il nome
del disinfettante, la concentrazione, luso cui è
destinato, la data di preparazione, la data di
scadenza del flacone chiuso ed uno spazio dove
segnare la data di scadenza una volta aperta la
confezione. - 4) Si devono evitare operazioni di TRAVASO dei
disinfettanti in altri contenitori, inoltre
evitare il RABBOCCO.
103USO DEI DISINFETTANTI
- 5) Tutti i disinfettanti, se usati in modo
improprio rispetto alle indicazioni duso,
possono determinare effetti indesiderati, di
tossicità sul paziente e/o sulloperatore e danni
più o meno rilevanti sui materiali. - 6) Usare flaconi di piccole dimensioni, di
capacità inferiore a 500 ml e forniti di dosatore
(dispenser, nebulizzatore, ecc.)
104USO DEI DISINFETTANTI
- 7) Richiudere il flacone immediatamente dopo
luso e conservarlo tappato (non usare tappi di
sughero o di cotone). - 8) I disinfettanti, in particolare se in
soluzione acquosa, devono essere utilizzati entro
7-10 giorni dallapertura del flacone.
105USO DEI DISINFETTANTI
- 9) Loperatore durante luso dei disinfettanti,
deve evitare che lapertura del flacone venga a
contatto diretto con le mani o con qualsiasi
materiale (cotone, garze, cute o mucose del
paziente) - 10) Se vi fosse una fuoriuscita di un certa
quantità di soluzione che cola lungo il flacone è
necessario asciugarlo immediatamente. - 11) La conservazione dei disinfettanti deve
avvenire lontano da fonti di calore e dalla luce.
106FATTORI CHE CONDIZIONANO LATTIVITA DEL
DISINFETTANTE/ANTISETTICO
- LA CONCENTRAZIONE DUSO
- (il prodotto deve essere usato con le
concentrazioni che il ,produttore indica poiché
soluzioni diverse possono essere inefficaci o
addirittura dannose) - IL TEMPO DI CONTATTO
- ( occorre che il disinfettante abbia il tempo di
agire. A seconda del prodotto i tempi possono
variare da 30 secondi ad alcune ore) - LA CARICA MICROBICA
- (lefficacia dellazione del disinfettante è
inversamente proporzionale alla quantità di germi
presenti) - LA SPECIE MICROBICA
- (alcune specie batteriche sono più resistenti
delle altre allazione del disinfettante es. TBC,
spore di Clostridium Difficile, ecc.)
107FATTORI CHE CONDIZIONANO LATTIVITA DEL
DISINFETTANTE/ANTISETTICO
- LA TEMPERATURA DUSO
- (seguire le istruzioni sulletichetta
normalmente la temperatura di utilizzo è quella
ambientale. In alcuni casi vi sono specifiche
indicazioni su quando e come utilizzare con
altre temperature) - LA NATURA DEL MATERIALE DA TRATTARE
- ( certamente una superficie liscia è più
facilmente disinfettante rispetto alla presenza
di anfratti, rientranze o nicchie) - LA PRESENZA DI SOSTANZE INATTIVANTI
- (oltre ai germi, la soluzione disinfettante può
venire alterata e quindi resa meno efficace dalla
presenza di saponi o dalla durezza dellacqua)
108QUALE DISINFEZIONE PER QUALI MATERIALI
- Decidere che tipo di disinfezione effettuare e
quali sostanze usare dipende dalla criticità del
materiale che deve essere trattato. - Per criticità si intende la potenzialità di un
materiale, se non correttamente trattato, di
favorire la diffusione di microrganismi. - Tale potenzialità può essere maggiore o minore in
relazione alluso a cui è destinato il materiale
109IL LAVAGGIO DELLE MANI
Per igiene delle mani si intende un insieme di
azioni che hanno lobiettivo di rimuovere,
ridurre o distruggere i microrganismi presenti
sulla cute delle mani. Comprende il lavaggio
sociale, con antisettico, lantisepsi alcolica
(frizione) e il lavaggio chirurgico.
110CATEGORIE DI EVIDENZANella dispensa in alcuni
casi è riportato il livello di evidenza
scientifica delle raccomandazioni, secondo la
classificazione proposta dai CDC (1998)
CATEGORIE INDICAZIONI
I A Misure fortemente raccomandate per tutti gli ospedali e sostenute da studi sperimentali ed epidemiologici ben disegnati
I B Misure fortemente raccomandate per tutti gli ospedali e considerate efficaci da esperti nel settore e dallHospital Infection Control Practices Advisory Committee (HICPAC)
I C Misure richieste da leggi
II Misure suggerite per ladozione in molti ospedali. Tali raccomandazioni sono sostenute da studi clinici o epidemiologici, da un forte razionale teorico o da studi definitivi applicabili ad alcuni, ma non a tutti gli ospedali
QUESTIONE IRRISOLTA
111TIPOLOGIA OBIETTIVO PROCEDURA
LAVAGGIO SOCIALE Eliminare lo sporco visibile e rimuovere la flora transitoria Energico sfregamento di tutte le superfici cutanee delle mani con un normale sapone, seguito dal risciacquo sotto un getto dacqua (rimozione meccanica dei microrganismi)
LAVAGGIO ANTISETTICO Rimuovere, distruggere la flora transitoria e ridurre quella residente rendendola innocua Utilizzo di sapone antisettico o soluzione detergente che contiene un antisettico.
ANTISEPSI ALCOLICA (frizione) Distruggere la flora transitoria (o inibirne la crescita). Sfregamento di tutte le superfici cutanee delle mani con una piccola quantità di soluzione antisettica alcolica, fino allevaporazione della stessa, senza utilizzo di sapone e acqua corrente. Lantisepsi alcolica non va eseguita in presenza di sporco visibile sulle mani.
LAVAGGIO CHIRURGICO Rimuovere, distruggere la flora transitoria e di ridurre quella residente Utilizzo di soluzione antisettica garantendo un certo tempo di contatto del prodotto disinfettante
- FLORA TRANSITORIA Costituita da microrganismi
contaminanti (es. Escherichia coli, Pseudomonas
aeruginosa, Serratia spp.)che tendono a non
moltiplicarsi sulla cute. Questi batteri possono
essere dotati di elevata patogenicità e sono
causa della maggior parte delle infezioni
ospedaliere. La flora transitoria si rimuove
facilmente con ladozione di un corretto lavaggio
delle mani. FLORA RESIDENTE Composta da
organismi normalmente presenti sulla cute (es.
Staphylococcus aureus, Stafilococchi coagulasi
negativi, Acinetobacter spp, Microcuccus spp).
Possiede basso potenziale patogeno, a meno che
non sia introdotta nellorganismo attraverso
traumi o dispositivi medici (es. cateteri
venosi). La flora residente, proprio perché tale,
è difficile da rimuovere mediante frizione
meccanica
112LAVAGGIO SOCIALE
Perché Allontana lo sporco e la flora transitoria (Pseudomonas, Escherichia coli, Salmonella) ma non la flora residente Evita che le mani degli operatori rappresentino un veicolo dinfezione
Cosa Acqua e detergente
Come Inumidire con acqua tiepida le mani, versare il detergente sulle mani e sui polsi Insaponare palmo, dorso e spazi interdigitali Frizionare energicamente le superfici insaponate per circa 1minuto Sciacquare sotto acqua corrente Asciugare le mani con salviette di carta monouso utilizzando la stessa anche per la chiusura del rubinetto
Quando Tutte le volte che lo si ritiene necessario Prima e dopo la distribuzione e somministrazione farmaci Prima e dopo aver effettuato procedure pulite e non invasive Inizio e fine turno Tra un paziente e laltro Dopo luso dei servizi igienici Dopo aver rimosso i guanti Dopo aver rimosso padelle e pappagalli Dopo aver rifatto i letti
Dove In tutti i lavandini dove sia presente il detergente
Criticità Se non viene rispettata la corretta gestione del prodotto detergente, il detergente stesso può essere contaminato, producendo così una colonizzazione delle mani del personale con bacilli gram-negativi
113LAVAGGIO ANTISETTICO
Perché Distrugge rapidamente la flora transitoria e riduce la carica della flora residente Staphilococco aureo, Bacilli gram negativi, lieviti (molti operatori sanitari sono portatori)
Cosa Acqua e soluzione detergente antisettica (clorexidina, iodopovidone)
Come Inumidire con acqua tiepida, versare soluzione antisettica sulle mani e sui polsi Insaponare distribuendo uniformemente la soluzione antisettica sulle mani e sui polsi partendo dalla zona periungueale, ponendo particolare attenzione agli spazi interdigitali per circa 2 minuti Risciacquare accuratamente sotto acqua corrente Asciugare accuratamente con salviette di carta monouso utilizzando la stessa anche per la chiusura del rubinetto.
Quando Prima di indossare e dopo la rimozione di guanti sterili (Cat. IB) Prima di eseguire procedure invasive o comunque manovre che richiedono una procedura asettica (es cateterismo vescicale, inserimento di cateteri venosi, prelievi per esami culturali, punture esplorative,ecc.) (Cat. IB) Se si opera in unità operative ad alto rischio (terapia intensiva, sala operatoria) Dopo il contatto con oggetti posti nelle immediate vicinanze del paziente (II) Dopo il contatto accidentale con liquidi biologici (Cat.IA) Dopo lassistenza a pazienti in isolamento
Dove Nei lavandini in cui sia stato previsto il detergente-antisettico
ATTENZIONE nel vuota vasi lantisettico deve
essere utilizzato in caso di contaminazioni da
materiale biologico, NON per il lavaggio mani
prima di pratiche asettiche.
114ANTISEPSI ALCOLICA
Perché Distrugge rapidamente la flora transitoria e riduce la carica della flora residente Staphilococco aureo, Bacilli gram negativi, lieviti (molti operatori sanitari sono portatori) Evita che le mani degli operatori rappresentino un veicolo dinfezione
Cosa Soluzione idroalcolica
Come Prelevare una dose di antisettico (3-5 ml) Distribuire il prodotto prelevato su entrambe le mani Frizionare dita, spazi interdigitali, palmo della mano e polsi fino a completa evaporazione del prodotto
Quando Non deve essere utilizzata in caso di mani visibilmente sporche o contaminate Prima di eseguire procedure invasive o comunque manovre che richiedono una procedura asettica (es medicazione chirurgica o CVC, prelievi per esami culturali, prelievo di urocoltura da catetere vescicale, prelievi per emocolture, ecc.) Se si opera in unità operative ad alto rischio (terapia intensiva, sala operatoria) Dopo il contatto con oggetti contaminati Durante lassistenza a pazienti in isolamento Tra un paziente e laltro Prima di indossare e dopo la rimozione di guanti sterili
Dove Flacone 500 ml sui carrelli (medicazione, prelievi, ecc), banchi di lavoro Flacone 50 o 100 ml individuale
Criticità Ridotta attività residua Odore non sempre gradito agli operatori Il volume ideale può variare a seconda delle formulazioni.
115LAVAGGIO PRE-OPERATORIO
Perché Permette leliminazione della flora transitoria da unghie, mani e avambracci Riduce al massimo la flora residente, ne rallenta per un lungo periodo lo sviluppo Evita che le mani degli operatori rappresentino un veicolo dinfezione
Cosa Acqua e soluzione detergente - antisettica Clorexidina, Iodopovidone
Come La descrizione dettagliata della procedura si trova nella dispensa a pagina 11
Quando Prima dellintervento chirurgico
Dove Nel blocco operatorio
ATTENZIONE tra un intervento e laltro ed in
caso di rottura dei guanti, il lavaggio delle
mani va ripetuto con le stesse modalità e tempi
del lavaggio antisettico
116RACCOMANDAZIONI
- ? Lavare le mani con detergente e con un
antisettico e acqua quando le mani sono
visibilmente sporche o contaminate con materiale
organico (Cat. IA) - Usare una soluzione su base alcolica da
strofinare sulle mani per la decontaminazione e
in tutte le altre situazioni cliniche se le mani
non sono visibilmente sporche vedere procedura
ANTISEPSI ALCOLICA (Cat IA) - Monitorare ladesione degli operatori sanitari
alle pratiche di igiene delle mani raccomandate
(Cat IA) - Nellantisepsi chirurgica delle mani NON vanno
indossati anelli, bracciali, orologi, ed altri
oggetti che possono veicolare i germi (Cat II) - Le unghie devono essere corte, pulite, senza
smalto (Cat II) - Non indossare unghie artificiali o allungate
quando si è a diretto contatto con pazienti ad
alto rischio es rianimazione, camere operatorie
(Cat. IA) - Mantenere integra la cute delle mani utilizzando
creme emollienti(Cat. IA) - Sono da evitare asciugamani in cotone in comune
o multiuso in quanto occorre evitare
proliferazione di germi sul panno umido (Cat II) - Nel caso insorgano fenomeni di sensibilizzazione
e di allergie a detergenti e disinfettanti è
consigliato contattare il Servizio di Medicina
Preventiva
117BREVI CENNI SUL RISCHIO CHIMICO
118- Molte sostanze di uso sanitario (solventi,
reagenti di laboratorio, liquidi di sviluppo e
fissaggio delle lastre radiografiche, farmaci e
disinfettanti) sono potenzialmente tossiche. - Il meccanismo più frequente di contaminazione è
linalazione seguita a distanza, dal contatto
diretto della sostanza con cute e mucose.
119- Gli incidenti diminuiscono se vengono usate cappe
e sistemi di aspirazione, se si utilizzano
sistemi chiusi di eliminazione dei liquidi dai
processi lavorativi, con raccolta finale in
contenitori a tenuta o con lutilizzo di impianti
centralizzati di raccolta
120IMPORTANZA DELLETICHETTA
- Secondo la normativa, ogni imballaggio di
sostanza o preparato pericoloso deve essere
munito di etichetta che permetta
lidentificazione rapida dei pericoli associati
alla presenza e alluso del prodotto.
121ETICHETTA
- Sulletichetta devono essere presenti, in
caratteri leggibili ed indelebili tra le altre
informazioni anche - Simboli e indicazioni di pericolo (stampa in
nero su fondo giallo-arancione) - Le frasi di rischio (frasi R)
- I consigli di prudenza (frasi S)
122SIMBOLI E INDICAZIONI DI PERICOLO (STAMPA IN
NERO SU FONDO GIALLO-ARANCIONE)
CORROSIVO
MOLTO TOSSICO
ESPLOSIVO
NOCIVO
123LE FRASI DI RISCHIO (FRASI R)
- Le frasi di rischio descrivono in forma sintetica
i rischi potenziali associati allimpiego della
sostanza. Le frasi di rischio sono identificabili
con la lettera R
124ESEMPI DI FRASI DI RISCHIO
- R1 Esplosivo allo stato secco.
- R2 Rischio di esplosione per urto, sfregamento,
fuoco o altre sorgenti d'ignizione. - R3 Elevato rischio di esplosione per urto,
sfregamento, fuoco o altre sorgenti d'ignizione. - R4 Forma composti metallici esplosivi molto
sensibili. - R5 Pericolo di esplosione per riscaldamento.
- R6 Esplosivo a contatto o senza contatto con
l'aria. - R7 Può provocare un incendio.
- R8 Può provocare l'accensione di materie
combustibili. - R9 Esplosivo in miscela con materie combustibili.
- R10 Infiammabile.
- R11 Facilmente infiammabile.
125I CONSIGLI DI PRUDENZA (FRASI S)
- I consigli di prudenza descrivono le comuni norme
di sicurezza da adottare per rendere minimi i
rischi I consigli di prudenza sono identificabili
con la lettera S
126ESEMPI DI CONSIGLI DI PRUDENZA
- S 1 Conservare sotto chiave.
- S 2 Conservare fuori della portata dei bambini.
- S 3 Conservare in luogo fresco.
- S 4 Conservare lontano da locali di abitazione.
- S 5 Conservare sotto (liquido appropriato da
indicarsi da parte del fabbricante). - S 6 Conservare sotto (gas inerte da indicarsi da
parte del fabbricante). - S 7 Conservare il recipiente ben chiuso.
- S 8 Conservare al riparo dall'umidità .
- S 9 Conservare il recipiente in luogo ben
ventilato.
127IL RISCHIO FISICO
- E costituito essenzialmente dal rischio da
radiazioni ionizzanti - In ospedale le radiazioni possono
- Essere prodotte mediante apposite
apparecchiature che generano raggi X usate in
Radiologia (radiografie, TAC, ecc.), in Chirurgia
e/o Ambulatori (scopie, intensificatori di
brillanza, ecc.) o in Radioterapia. - essere emesse dal decadimento di sostanze
radioattive (Cobalto, Cesio, Iodio, ecc.)
128- Apparecchi generatori di radiazione
costituiscono un rischio solo durante il loro
effettivo funzionamento in quanto ad apparecchio
spento non vi è emissione di radiazioni. - Il rischio principale è dato dal fascio primario
emesso dallapparecchio in una precisa direzione.
Durante il funzionamento sono presenti altri tipi
di rischio - La radiazione diffusa ? che si origina negli
oggetti, nei corpi e nelle pareti investite dal
fascio primario. - La radiazione di fuga ? emessa dallapparecchio
stesso in direzioni diverse da quelle del fascio
primario
129PROTEZIONE DALLE RADIAZIONI
- Obblighi dei lavoratori
- Indossare il dosimetro personale
- Sottoporsi agli accertamenti preventivi
- Seguire le norme interne di sicurezza e
protezione - Usare i DPI (indumenti protettivi piombati)
- Il personale femminile ha lobbligo di segnalare
il proprio stato di gravidanza appena ne venga a
conoscenza
130USO DEI DPI
131Secondo quanto previsto dallart. 40 del DLG
626/94, si intende per dispositivo di protezione
individuale (DPI) qualsiasi attrezzatura
destinata ad essere indossata dal lavoratore allo
scopo di proteggerlo contro uno o più rischi
suscettibili di minacciarne la sicurezza o la
salute durante il lavoro, nonché ogni complemento
o accessorio destinato a tale scopo. Tali
dispositivi dovranno, in ogni caso, essere
conformi alle norme di cui al DLG 4 Dicembre 1992
n. 475. Luso dei DPI è obbligatorio quando è
prevedibile un rischio correlato allattività che
si sta per svolgere.
132GLI INDUMENTI DI LAVORO ORDINARINON SONO
CONSIDERATI DPI
133- Secondo quanto previsto dallart. 44 del DLG
626/94 il lavoratore ha lobbligo di - Utilizzare i DPI a sua disposizione
conformemente allinformazione e formazione
ricevute relativamente ai protocolli di utilizzo
del dispositivi stessi - Avere cura dei DPI messi a sua disposizione
- Non apportare nessuna modifica di propria
iniziativa - Segnalare immediatamente al Dirigente o al
Preposto qualsiasi difetto o inconveniente da
egli rilevato nei DPI messi a sua disposizione.
134TIPOLOGIE
- GUANTI
- DISPOSITIVI DI PROTEZIONE RESPIRATORIA
- CAMICI
- OCCHIALI, VISIERE , SCHERMI PROTETTIVI
135GUANTI
- Lutilizzo dei guanti rappresenta un momento
fondamentale per la riduzione del rischio di
contaminazione da contatto con materiale
biologico potenzialmente infetto. - Gli stessi presidi non assicurano, comunque, una
protezione dagli incidenti occupazionali causati
da pungenti e /o taglienti.
136- Occorre tener conto che devono essere utilizzati
per opportune manovre, ed in situazioni di
sicurezza senza trascurare le elementari norme
igieniche durante il loro utilizzo (lavaggio
delle mani prima e dopo il loro uso, divieto
assoluto di toccare altri oggetti durante il loro
utilizzo).
137- Lo smaltimento di questi presidi può avvenire o
nei rifiuti assimilati agli urbani, se non
visibilmente contaminati da liquidi biologici o
se ciò capitasse vengono smaltiti nei contenitori
dei rifiuti pericolosi. - Dalluso dei guanti possono derivare fenomeni di
tipo allergico, facilmente risolvibili con la
sostituzione del materiale che costituisce il
guanto.
138CARATTERISTICHE DEI GUANTI
- Buona vestibilitÃ
- Conservazione della sensibilità tattile
- Resistenza alla trazione
- Assenza di microporositÃ
- Scarse o assenti potenzialità allergiche
- Minima lubrificazione
- Assenza di odori sgradevoli
- Mantenimento nel tempo di colore,forma,
resistenza - Taglie S M L oppure dalla 6 alla 9 con
misure intermedie.
139PERCHÈ USARLI
- Per evitare la contaminazione delle mani
delloperatore da parte di materiale o pazienti
infetti. - Per evitare la contaminazione del paziente da
parte delloperatore durante pratiche
assistenziali a rischio - Per evitare che le mani contaminate
delloperatore possano trasmettere microrganismi
da un paziente ad un altro
140QUANDO USARLI
- Guanti sterili
- Manovre assistenziali da eseguirsi in asepsi
(CVC,posizionamento cateteri vescicali,
medicazione, incisione, ) -
141QUANDO USARLI
- Guanti non sterili
- Manovre assistenziali da NON eseguirsi in asepsi
ma che comportino o prevedano presenza di
materiale organico potenzialmente infetto
(prelievo, uso padelle/pappagalli)
142COME USARLI
- Prima e dopo il loro utilizzo lavarsi le mani
- Sostituire i guanti tra un paziente e laltro
- Sostituire i guanti se si cambia procedura sullo
stesso paziente(igiene viso vs igiene intima) - Rimuovere i guanti al termine della procedura per
evitare spargimenti in altri locali
143DISPOSITIVI DI PROTEZIONE RESPIRATORIA
- MASCHERINA CHIRURGICA
- MASCHERE FACCIALI FILTRANTI
144MASCHERINA CHIRURGICA
- Nate per proteggere il paziente, oggi, per le
caratteristiche che presentano, costituiscono un
efficace sistema di barriera anche per
loperatore sanitario. - Sono indicate per contenere e filtrare le
goccioline provenienti dal cavo
rino-oro-faringeo. - Per essere valida la mascherina deve trattenere
tutto quanto è presente nellespirato pertanto
la mascherina deve essere indossata in maniera
idonea che possa coprire sia il naso che la bocca.
145MASCHERINA CHIRURGICA
- Viene utilizzata in
- Sala operatoria
- Sala medicazione
- Camere disolamento
- Sul paziente in isolamento respiratorio
- (paziente con malattie a trasmissione aerea)
146MASCHERE FACCIALI FILTRANTI
- Sono dispositivi che si adottano per proteggere
le vie aeree delloperatore sanitario dalle
goccioline presenti in sospensione o dai
microrganismi presenti nellaria e che per le
dimensioni talmente piccole potrebbero
raggiungere gli alveoli.
147MASCHERE FACCIALI FILTRANTI
- Il campo di applicazione riguarda
- Assistenza al paziente con TBC o altra malattia
a trasmissione aerea - Durante lesecuzione di broncoscopie
148Classificazione delle maschere facciali filtranti
- Classe FFP1S adatta per manovre a medio-basso
rischio (filtrazione 80) - Classe FFP2S adatto per manovre di assistenza al
paziente con TBC o altra patologia a trasmissione
aerea (filtrazione 94) - Classe FFP3D (testate con polvere di dolomite)
adatto a manovre atte a far espettorare, tossire
e nelle manovre di broncoscopia su paziente con
certa o sospetta TBC o patologie aerotrasmesse
(filtrazione 98)
149CAMICI PROTETTIVI
- Si tratta di camici protettivi che devono essere
indossati durante lesecuzione di manovre
assistenziali a rischio, poiché il loro scopo è
quello di proteggere loperatore da possibili
spandimenti di materiale organico su divisa e/o
sulla cute scoperta.
150CAMICI PROTETTIVI
- Possono essere
- sterili o non sterili
- (TNT o cotone)
- Monouso (TNT) o autoclavabili (cotone).
- Caratteristiche tecniche
- Idrorepellenza
- ImpermeabilitÃ
- Traspirabilità .
151CAMICI PROTETTIVI
- Tale tipo di DPI andrà indossato nelle seguenti
situazioni - Esecuzione di procedure assistenziali che
possano produrre lemissione di sangue o di altri
liquidi biologici - Esecuzione di interventi chirurgici
- Esecuzione di pratiche
- assistenziali in stanze
- disolamento
152OCCHIALI, VISIERE, SCHERMI PROTETTIVI.
153OCCHIALI, VISIERE, SCHERMI PROTETTIVI.
- Tali DPI devono essere utilizzati dagli operatori
sanitari per proteggere congiuntive e altre
mucose del viso da eventuali contaminazioni da
schizzi di sangue o di altro materiale biologico.
154CARATTERISTICHE OSSERVAZIONI
Occhiali di media grandezza in policarbonato Sono gli occhiali maggiormente utilizzati
Casco con visiera intercambiabile Offre una alta protezione ed un buon confort
155 156DIFFERENTI MODALITA DI SMALTIMENTO DEI RIFIUTI
URBANI E OSPEDALIERIClassificazione t