Title: La costante di accoppiamento aS
1Running coupling constant aS(Q2)
La costante di accoppiamento aS è dipendente dal
momento trasferito nel processo aS aS(Q2).
Tale dipendenza è dovuta alle correzioni
perturbative di ordine superiore (nella
costante di accoppiamento) al propagatore del
mediatore dellinterazione (il gluone, per la
QCD)
L effetto è analogo alla rinormalizzazione
della carica elettrica in QED, ma con alcune
importanti differenze che vedremo.
2Rinormalizzazione della carica elettrica in QED
aQED(Q2)
In QED, lampiezza di scattering, ad esempio,
e-e- ? e-e- , completa a tutti gli ordini
perturbativi è data dai diagrammi
km
Ogni diagramma di ordine superiore ha un
contributo più piccolo. Tuttavia la serie non
converge! Va rinormalizzata
iega
iegm
q
p-q
p
iegn
iegb
kn
e2?a
e6?a3
e4?a2
Allordine alpha è
Il propagatore nellelemento di matrice di
transizione viene modificato limitandoci al 2o
termine (in a2)
dove il loop fermionico nel propagatore Pab è
calcolabile integrando su tutti i possibili
4-impulsi p del fermione. p è arbitrario e questo
è il problema.
3Lintegrale è e si ottiene
p-q per un e uscente equivale a q-p per un e-
entrante
da p2m2
con
(a0e2/4p)
Lintegrale diverge logaritmicamente per p??
(divergenza ultravioletta) e viene controllato
da un parametro di cut-off L, che verrà
riassorbito nella ridefinizione
(rinormalizzazione) della carica elettrica. In
definitiva, si ha la seguente modifica nel
propagatore introdotta dal 2o termine
perturbativo
e lampiezza di transizione è esprimibile in
termini dell ampiezza A0(q2) calcolata dal
diagramma lowest order (anche detto
tree-level)
dove per comodità si è introdotto
4Inserendo i contributi negli ordini successivi
(diagrammi a più loops), si ottiene la serie
geometrica
Lampiezza completa a tutti gli ordini
perturbativi è esprimibile tramite lampiezza al
primo ordine in a , moltiplicata per la costante
di accoppiamento rinormalizzata
ossia
5A priori la ridefinizione della carica elettrica
è affetta anche dai contributi esterni al
propagatore fotonico
vale a tutti gli ordini perturbativi!
Tuttavia si dimostra, come conseguenza della
invarianza di gauge della teoria, che i
contributi (b) (c) si cancellano col contributo
(a) (identità di Ward in QED estesa alle teorie
di gruppo non abeliane (e.g. la QCD) da
Slavnov-Taylor). Una ridefinizione della carica
elettrica (rinormalizzazione) è sufficiente
alla cancellazione. Come ha dimostrato t Hooft
nel 1971, l invarianza di gauge di una teoria di
campo è essenziale per garantirne la
rinormalizzabilità, ossia la possibilità di
riassorbire le divergenze ultraviolette in
ununica ridefinizione della costante di
accoppiamento.
6Negli esperimenti, ciò che si misura è a(Q2) ad
una certa scala di momento trasferito. Ad
esempio, nello scattering Thomson e-e- ? e-e- o
nell esperimento che misura il Lamb-shift nella
struttura iperfina dellatomo di idrogeno, a(Q2
m2? 1eV2)1/137 . Queste misure vanno correlate
con le misure a scale diverse (ad esempio Q2
MZ2 (91 GeV)2 ) usando la relazione
precedente,
si ottiene
La relazione tra i due valori è dunque
esattamente predetta dalla teoria ed è
indipendente dalla divergenza ultravioletta (il
valore di cut-off L nellintegrale dei loop
fermionici interni al propagatore del fotone) che
è riassorbita nella costante di accoppiamento
rinormalizzata. Invertendo la precedente si ha
Si noti che abbiamo introdotto una scala
arbitraria m, alla quale rinormalizziamo
laccoppiamento. I risultati fisici non dipendono
da questa scelta!
7- Si noti anche che in
-
- il denominatore in generale deve includere anche
i fermioni più massivi dellelettrone, che
possono circolare nei loop virtuali. In effetti
la correzione al denominatore deve contenere un
fattore - Neff nl 3(4/9)Nu 3(1/9)Nd
-
- dove nl, Nu, e Nd sono i leptoni, i quarks di
tipo up e down che contribuiscono ai loops. - Simili considerazioni andranno fatte per as in
QCD, come è chiaro dallo studio del fattore R
(sezione durto di produzione di adroni in unità
di sezione durto di produzione di muoni, a
collisori ee-). -
- I quarks però contribuiscono al running di
alpha_s in modo paritario, perché sono eguali per
la QCD (che è flavor-independent).
8Charge screening
La costante di accoppiamento è quindi una
running coupling constant in QED, essa cresce
logaritmicamente (ma poco!) con l impulso
trasferito. Qualitativamente, la cosa può essere
spiegata dalla polarizzazione del vuoto le
coppie virtuali ee- che si formano agiscono come
i dipoli di un dielettrico, schermando la carica
elettrica nuda . Quanto più ci si avvicina ad
essa, aumentando il momento trasferito nello
scattering, tanto maggiore è la carica elettrica
vista nell interazione.
A Q2MZ2?104 GeV2
e-
e
e-
e-
9La polarizzazione del vuoto
- Il fenomeno descritto è facilmente comprensibile
e ha uno stretto analogo classico -
- se un mezzo contenente molecole dotate di un
momento di dipolo elettrico permanente è immerso
in un campo elettrico, il campo viene ridotto di
un fattore e - Leffetto è dovuto allorientamento dei dipoli
elettrici, che operano uno screening delle
sorgenti del campo originario - A scale di distanza inferiori alle dimensioni
molecolari, la carica originaria che produce il
campo si vede inalterata. Si ha che e(r)?1 per
r?0, e(r)?e per r grandi. Questo effetto produce
di fatto anche il running di aEM.
10Anti-screening
- Fu scoperto da Gross, Wilczec, e Politzer nel
1973 che per teorie non abeliane come la QCD il
ragionamento visto si ribalta i gluoni,
anchessi portatori della carica del campo,
diluiscono la carica originaria, spargendola
intorno ad essa. - Il risultato è che linterazione forte aumenta
con la distanza, mentre a piccole distanze i
quarks risultano liberi (asymptotic freedom).
E questo il motivo per cui a grande q2 i quarks
appaiono come particelle libere (permettendoci di
calcolare perturbativamente i processi di
scattering).
11QCD as(Q2) e anti-screening
In QCD il meccanismo è analogo a quello visto
prima, ma con limportante differenza che i
gluoni sono portatori di carica di colore
non esiste il corrispettivo in QED
(vi sono due tipi di gluoni in questi loops
trasversi e Coulomb-like i secondi dominano e
danno il contributo di segno opposto)
Risulta che il loop gluonico contribuisce per un
fattore (11/4p)ln(Q2/L2) e per ognuno degli nf
quarks che alla scala di Q2 considerata possono
essere creati (mf2lt Q2/4) vi è un fattore
(1/6p) ln(Q2/L2). In definitiva per la costante
di accoppiamento forte si ha
dove si è posto nf5 (ci sono 5 flavours di
quark q u,d,s,c,b , se si considerano le
scale m2,Q2gtmb2?25 GeV2)
12La costante aS decresce col momento trasferito
(libertà asintotica), e varia molto più
rapidamente di aQED. Dallo studio dello spettro
degli stati legati del charmonio (stati legati
) aS(mc2 ? (3GeV)2) ? 0.278-0.014, e
propagando alla Z
in realtà si dovrebbe calcolare una doppia
propagazione a(mc2)?a(mb2) con b0(nf4)0.66,
e a(mb2) ?a(mZ2) con b00.61 la differenza è
piccola
Tale predizione è verificata molto
bene sperimentalmente, dalle misure di
aS(MZ2) ottenute, ad esempio, dalla forma
degli eventi di decadimento adronico della Z Z ?
qq tale forma dipende dal numero di gluoni
irradiati dai quarks nello stato finale, che
dipende da aS.
13Decadimenti di quarkonio e as
- Gli stati legati q-antiq come il charmonio (Y) o
il bottomonio (U) permettono di calcolare as a q2
ben definito (m2) - Prendiamo la Y è uno stato 1-- e non può
decadere in uno o due gluoni per color
conservation e C-parity, rispettivamente - Si studia il rapporto fra le larghezze di
decadimento in due muoni o in adroni,
G(mm)/G(ggg), che non dipende dalla forma
specifica della funzione donda dei due quarks.
Calcoli teorici prevedono per questo rapporto il
valore -
- Esercizio 1 verificare che da
R(1S)0.0320.001, R(2S)0.0310.008,
R(3S)0.0320.003 si trova rispettivamente
as0.17430.0024, 0.1750.015, 0.17420.0021.
14as(Q2) e LQCD
La dipendenza di aS(Q2) può essere riformulata
introducendo il parametro dimensionale LQCD
dove
ovvero
Con tale definizione, si trova
e in definitiva
relazione che permette di calcolare aS senza
alcun riferimento ad una scala prefissata m2
(ovviamente LQCD viene determinata dalla misura
di as(m2) ad una certa scala il best fit ai
dati dà LQCD (205?15) MeV).
15Come detto in precedenza nel discutere le scaling
violations, la produzione di jets nel DIS è
sensibile al valore di aS
Evento dijet in H1
aS(Q2)
Così pure la sezione durto differenziale ds/dETje
t
buon accordo con le misure di LEP negli eventi Z
? qq
16aS(Q2) e jet production in ee-
La molteplicità dei jets è stata misurata anche
ai collisori ee-
g
e
Z/g
aS
e-
La definizione di jets (e quindi di eventi a
2-3-4..jets) dipende dall algoritmo e
dai parametri che regolano la clusterizzazione
delle particelle (gli oggetti misurati sono
gli adroni che emergono dal processo di
frammentazione del quark o del gluone originario)
Evento ee-? Z ? q q gluone al LEP (
esperimento DELPHI)
17Frammentazione dei jets
Il processo di produzione degli adroni, con la
frammentazione dei jets primari (i quarks e i
gluoni), comprende varie fasi
decadimenti deboli degli adroni instabili
Processo di QCD, trattabile a livello
perturbativo ? informazione su as
Processo elettro -debole (QEWD),
perfettamente calcolabile
adronizzazione (formazione degli adroni in
regime non perturbativo), descritto da modelli
fenomenologici (es.parton shower) non modifica
sostanzialmente le distribuzioni dei jets primari
18aS(Q2) e multi-jets
Esempio algoritmo di ricombinazione basato
sulla variabile
qij
energia totale visibile nellevento
Le particelle vengoni ricombinate, attuando la
sostituzione (pi,pj)?pkpipj ricursivamente,
finché tutte le pseudo-particelle hanno ykm gt
ycut
parametro fissato a priori
Le pseudoparticelle rimanenti sono i jets
dell evento Le frequenze R(n-jets)
N(n-jets)/Ntot eventi sono funzione di ycut
19aS(Q2) e multi-jets
Ai diversi collisori ee- (PEP, PETRA, TRISTAN,
LEP) che hanno operato a diverse energie, la
frequenza di eventi a 3-jets per un fissato
valore del parametro di ricombinazione varia con
lenergia nel CM della collisione
Ciò è diretta conseguenza della dipendenza dal
q2 di aS(q2)
20- In collisioni adroniche si usano, invece del KT,
algoritmi a cono che cercano di massimizzare
lenergia entro cerchi di raggio fisso nello
spazio h-f - Ci sono diversi problemi, sia di carattere
teorico che sperimentale, nella connessione fra
jet ricostruiti con questi algoritmi e i partoni
prima delladronizzazione - Teorici divergenze collineari e soft (infrared
safety), separation, counting - Sperimentali soft-gluon emissions (out-of-cone),
instabilità della ricostruzione, contributi di
background da multiple-parton scattering e
pileup... - Largomento è complicato ma molto
interessante... forse troveremo il tempo di
discuterne più in dettaglio più avanti.
Evento multi-jet di CDF e diversa ricostruzione c
on due algoritmi a cono diversi
21E a LHC...
Candidato top-antitop di CMS
Dijet event di altissima energia
- A LHC sono in uso sia algoritmi a cono che
KT-based. Lo vedremo più avanti. -
- Maggiore è lenergia dei jets, e più facile è la
loro ricostruzione univoca, perché la dimensione
trasversa dei jets scala con linverso del
logaritmo del q2 ltqgtk/(log(q2) -
- Questo è dovuto alla decrescita di as
22Sommario di misure di as
- Vi sono svariati modi per determinare
sperimentalmente la costante della QCD. Si
sfruttano osservabili di DIS, decadimenti
adronici del tau, forme dei jets, osservabili nel
decadimento adronico della Z, sezioni durto di
3/2 jets... -
- Si può anche calcolare as con calcoli sul
reticolo, e i risultati sono in accordo con
lesperimento. - Tutti i metodi danno valori consistenti, una
volta evoluta as a un valore comune di Q2.
23Una nota sulla fattorizzazione
- Le sezioni durto di processi con adroni nello
stato iniziale dipendono, ovviamente, dalle
parton distribution functions - Si è visto che le PDF dipendono da x e q2
- In QCD è ben verificata lipotesi di
fattorizzazione della sezione durto questa si
può cioè ricavare da un integrale in cui
compaiono le PDF come fattori, e una sezione
durto puntuale. Le PDF sono generali, e non
specifiche di un processo. Si possono
fattorizzare nel calcolo - Le previsioni teoriche per la sezione durto dei
processi ai collider - adronici sono quindi dipendenti dalla scelta di
una scala di fattorizzazione mF.
24Una misura di as a CDF
- Vediamo un po in dettaglio una misura di alpha_s
ottenuta in collisioni adroniche al Tevatron
collider. - Una misura di as può essere ottenuta in
collisioni adroniche dallo spettro differenziale
di produzione di jet in funzione dellenergia
trasversa. - La misura si ottiene dal confronto dello spettro
dN/dET osservato con le previsioni della QCD, che
viene calcolata al next-to-leading order nello
sviluppo di as. Data la grande energia dei
processi studiati, i calcoli perturbativi
funzionano bene (as è piccola al q2 in
questione). - Si usa lespressione ds/dET as2(mR) X(mF,ET)
1as(mR)k(mR,mF) - ove mR e mF sono legati al valore di ET
indagato, e k è un fattore di correzione
calcolabile con simulazioni Monte Carlo, che
connettono lelemento di matrice con le quantità
osservabili ? qui entra in gioco un parametro
fenomenologico che descrive quando due partoni
sono osservati come jets separati o meno.
25- La distribuzione di dN/dET si tramuta subito in
una misura di as, che si vede dipendere dalla
scala del processo attraverso la quantità
misurata, ET. Con lequazione di evoluzione si
riporta poi la misura al q2 di LEP, preso ormai
da tutti come riferimento (punti rossi).
Nel calcolo entrano ovviamente in gioco le PDF
dei quarks e gluoni nei proiettili (protoni e
antiprotoni) si usa fattorizzare nel calcolo
della sezione durto la probabilità di osservare
partoni di un certo valore x, e la sezione durto
puntuale del processo di hard scattering. Ciò
porta con sé una definizione di una scala di
fattorizzazione mF e relative sistematiche... La
misura di as in collisioni adroniche è resa
imprecisa dalle ineludibili sistematiche, però
ci permette di vedere in un solo dataset il
running...
26- Il risultato è una misura di as che ha errori
teorici confrontabili con quelli sperimentali, e
pari allincirca al 5-6
- Gli errori teorici vengono soprattutto dalla
scelta delle scale mF e mR, e dalle PDF (che a
loro volta sono determinate assumendo un certo
valore di as... la circolarità è evitata con
studi dettagliati). - Risulta chiaro che i colliders
- adronici hanno difficoltà a
- misurare la costante di QCD, per via del doppio
ruolo che essa ricopre in questi processi, nello
stato iniziale e finale.
27La più recente misura di D0
- D0, lesperimento concorrente a CDF al Tevatron,
ha misurato as con dati del Run II vedi
arxiv1006.2855 - 8 anni dopo la misura di CDF, le sistematiche
teoriche sono minori esistono calcoli che
includono i diagrammi più importanti al NNLO, le
PDF sono più precise.
La maggior quantità di dati e la miglior
comprensione del rivelatore che ne deriva hanno
anche diminuito le sistematiche sperimentali
D0 utilizza solo eventi con jets centrali, dove
il detector è meglio calibrato, e a energia non
troppo alta per evitare una regione dei dati ove
la sezione durto di jet production è stata
usata nel calcolo delle PDF!
28- I risultati, una volta estratta as dalla sezione
durto e evoluta alla scala comune MZ, sono molto
precisi e competitivi con quelli di altri
esperimenti - Nel grafico sono mostrati i punti sperimentali di
D0 confrontati con le determinazioni di as a HERA
La misura finale ha unincertezza totale del 4,
che è un ottimo risultato per un collider adronico
Notare che le barre di errore dei punti neri
sono la somma di tutte le incertezze e sono
quindi altamente correlate fra loro!
29Il Settore di Higgs del Modello Standard
- PARTE I La Lagrangiana del Modello Standard
- Introduzione alle simmetrie di gauge
- Simmetrie esatte, rotte, nascoste
- Il teorema di Goldstone
- Rottura della simmetria di gauge e meccanismo di
Higgs - Lagrangiana del Modello Standard
- Accoppiamenti, masse e implicazioni
30- PARTE II Fenomenologia del bosone di Higgs e
ricerche sperimentali - Considerazioni teoriche
- Correzioni radiative e constraints da fit
elettrodeboli - Decadimenti
- Meccanismi di produzione in collisioni
elettrone-positrone - Meccanismi di produzione ai colliders adronici
- Ricerche dirette a LEP II e limiti sperimentali
- Ricerche del bosone di Higgs al Tevatron
- Apparati sperimentali CDF e D0
- Sezioni durto, stati finali accessibili
- Tecniche sperimentali
- Qualche esempio in dettaglio
- Prospettive della ricerca a LHC
- Produzione a LHC e stati finali promettenti
- Tecniche di ricerca
- Alcune misure in corso
- Prospettive per il 2011
31Introduzione Simmetrie di gauge e MS
- A bassa energia le interazioni forte, em e
debole sembrano indipendenti hanno sezioni
durto che differiscono di 12 ordini di grandezza
? diverse costanti di accoppiamento - La speranza di descrivere queste interazioni con
un unico campo unificato, ad alta energia,
ricevette verso la fine degli anni 60 una spinta
dalla formulazione GSW (Glashow, Salam, Weinberg)
dellunificazione elettrodebole. - Il passo teorico più importante in questa
direzione è realizzare che le interazioni
fondamentali sono invarianti per trasformazioni
locali di gauge - Per formulare una teoria di gauge bisogna
scrivere una Lagrangiana che descriva la
cinematica e le interazioni fra i campi, e sia
invariante sotto trasformazioni di simmetria che
permettano la conservazione delle quantità
rilevanti carica elettrica, colore, isospin e
ipercarica deboli. Queste quantità sono
conservate localmente, per non entrare in
conflitto con la relatività speciale. - La formulazione Lagrangiana ha il vantaggio che
dallo studio delle proprietà invarianti di L si
arriva naturalmente alle quantità conservate
della teoria. La connessione per trasformazioni
continue è data dal teorema di Noether.
32Reminder formalismo Lagrangiano
- Classicamente LT-V permette, attraverso le
equazioni di Eulero-Lagrange, di derivare le
equazioni del moto. - Facciamo alcuni esempi di densità Lagrangiane che
useremo nella costruzione della teoria
elettrodebole
Klein-Gordon
Dirac
Maxwell
Dalla densità Lagrangiana estraiamo regole di
Feynman che ci permettono di scrivere i
propagatori (dai termini quadratici nei campi e
derivate) e i fattori di vertice della teoria
(dagli altri termini). Con questi calcoliamo le
ampiezze dei processi da espansioni perturbative
attorno allo stato di minima energia.
33Invarianza di gauge globale
- La Lagrangiana di elettrone libero
- è invariante per trasformazioni U(1) globali
- e questo implica che
- per arbitrari valori della fase globale L.
-
- Esercizio n.2 dimostrare laffermazione qui
sopra, usando le equazioni di Eulero - Lagrange - Ciò implica la conservazione di una densità di
quadricorrente - e quindi della carica elettrica q, integrando
nelle coordinate spaziali e usando il teorema
della divergenza -
34Invarianza di gauge locale e QED
- La Lagrangiana di elettrone libero
- rimane invariante per trasformazioni U(1) locali
- solo se si introduce una corrispondente
variazione nella legge di trasformazione delle
derivate del campo fermionico, una derivata
covariante - definita da e che trasforma come
- e in cui il campo vettoriale A trasforma come
segue - La Lagrangiana che deriva dallinserimento della
derivata covariante D contiene ora un termine di
accoppiamento della corrente vettoriale e il
campo A - e un termine cinetico
-
- Il termine cinetico del campo A è invariante per
la trasformazione vista, ma un termine m2AmAm non
è permesso perché non trasforma in se stesso
linvarianza locale di gauge richiede che la
carica conservata sia sorgente di un campo
vettoriale privo di massa.
35- Ricordiamo quindi che
- Invarianza globale di gauge ? conservazione
carica elettrica - Limposizione di invarianza locale di gauge per
la Lagrangiana di un campo di Dirac forza
lintroduzione di una derivata covariante, e un
campo di gauge Am associato al fotone. Si ottiene
la Lagrangiana di QED - Invarianza locale di gauge ? introduzione di un
campo vettoriale a massa nulla (consistente con
il range infinito dellinterazione). Un termine
di massa per il fotone romperebbe linvarianza di
gauge per via delle proprietà di trasformazione
del campo Am. - Questo vale per qualunque bosone vettore. I
bosoni deboli non sfuggono alla logica. Se
vogliamo invarianza locale di gauge, i bosoni
rimangono a massa nulla.
36- In contrasto con la richiesta formale di bosoni
mass-less nella teoria, lesistenza di correnti
deboli cariche mediate da bosoni vettori massivi
è necessaria per evitare divergenze nelle sezioni
durto di scattering. - Esempio ne-e scattering ? s prop. a G2s,
- mentre lunitarietà dello sviluppo in onde
- parziali della sezione durto (J1) implica
- che s sia minore di 1/s ? per
- sgt1/G 90000 GeV2
- la sezione durto viola lunitarietà.
- Invece, se il propagatore del W contiene un
termine di massa, esso rende finita la sezione
durto. - Violazione dellunitarietà nei diagrammi
allordine più basso e non rinormalizzabilità dei
diagrammi ad ordini superiori sono strettamente
legate luna implica laltra. - In ogni caso, due bosoni W e W- non bastano a
rendere la teoria consistente la sezione durto
del processo di produzione di coppie W W rimane
divergente, sia per interazione debole nn?W W che
e.m. ee?W W.
n
n
n
e
W
e
e
n
e
37- Si può osservare, dalla struttura della teoria,
che la divergenza del processo nn?W W si può
neutralizzare con diagrammi mediati da un bosone
neutro massivo Z. Lo Z permette anche di
neutralizzare la divergenza del processo
elettromagnetico, mediante diagrammi che
singolarmente sono divergenti. - NB La predizione di processi con correnti deboli
neutre (come lo scattering nm-e), che se mediati
da scambio di un solo bosone vettore dovevano
avere sezioni durto comparabili a quelli con
scambio di corrente carica (come ne-e), fu uno
dei grandi successi della teoria elettrodebole.
Gargamelle vede pochi eventi di interazione di
antineutrino-elettrone, su 730,000 fotografie.
Sono le prime evidenze sperimentali che il
modello GSW è corretto, dopo 6 anni dalla sua
pubblicazione...
38- La cancellazione fra diagrammi con bosoni W e Z è
possibile solo se gli accoppiamenti ai leptoni
dei bosoni W, Z, g sono di intensità
confrontabile g e. - Questa unificazione elettrodebole necessita che W
e Z abbiano masse dellordine dei 100 GeV. Ciò
apparentemente è in conflitto con linvarianza
locale di gauge della Lagrangiana.
Vedremo che lintroduzione di un campo scalare h
e un meccanismo appropriato risolvono il
problema. In più, h permette la convergenza dello
scattering W W?W W, che rimaneva divergente
(anche se in maniera meno severa degli altri
processi discussi sopra).
39Ma perché insistere con la gauge locale?
- Sia i fotoni che i gluoni hanno massa nulla, e
questo si sposa bene con la struttura delle
rispettive Lagrangiane con invarianza di gauge. - Per le interazioni deboli, che richiedono bosoni
vettori di massa O(100 GeV), questo è invece un
problema. Ma perché non dimenticarsi
dellinvarianza locale e aggiungere a L termini
di massa? - Se si fa questo, si finisce in una teoria senza
senso, perché ogni quantità calcolabile da essa
conterrà divergenze non rinormalizzabili. - Esempio nello scattering fra due elettroni
- si hanno diagrammi come quello a fianco.
- Essi contribuiscono allampiezza con
- integrali del tipo
- Mentre in QED la forma 1/q2 del propagatore dei
due fotoni scambiati rende finito lintegrale,
per bosoni massivi il risultato diverge, data la
costanza del propagatore a q2 grande - Se poi si regolarizza lintegrale introducendo
un cut-off, si scopre che altri diagrammi con più
loops richiedono altrettanti cut-offs
indipendenti. Serve quindi un numero infinito di
parametri arbitrari, e la teoria non ha più
senso essa è non rinormalizzabile. -
e
Z
Z
q
e
40Rottura spontanea di una simmetria discreta
- Consideriamo la Lagrangiana
- Con lgt0, essa possiede una simmetria discreta
rispetto alloperazione di riflessione f ? -f. - Se prendiamo m2gt0, L descrive particelle a spin
0 e massa m il termine quartico nel campo dètta
lautointerazione del campo con vertici a 4
particelle, con un auto-accoppiamento di
intensità l. - Invece, se prendiamo m2lt0, non sappiamo come
interpretare il - termine f2, perché la massa della particella
sarebbe immaginaria. - La forma del potenziale nei due casi
- è mostrata a lato. Mentre per m2gt0 lo
- stato f0 è un minimo, nel caso m2lt0
- il minimo del potenziale si ha per
41- Poiché in fisica delle particelle non siamo in
grado di calcolare le quantità fisiche
esattamente, ma dobbiamo ricorrere a espansioni
perturbative (per calcolare le ampiezze con le
regole di Feynman) attorno a un minimo del
potenziale, è opportuno operare una traslazione
del campo attorno al minimo -
- Si ottiene allora una nuova forma per L (che
descrive la stessa fisica!) - Questa Lagrangiana ha un termine di massa del
segno corretto per la fluttuazione h(x), mentre i
termini di ordine superiore in h rappresentano le
autointerazioni del campo. - La massa del campo scalare è ricavabile dal
termine quadratico - Abbiamo quindi scoperto che nel caso m2lt0 L e L
rappresentano in effetti un campo scalare
massivo. In teoria delle perturbazioni L
fornisce risultati sensati, mentre L no, perché
espansioni perturbative attorno a f0 non
convergerebbero
42Alcune considerazioni sulla rottura di simmetria
- La traslazione operata nel campo, che trasforma L
in L, rende nascosta la simmetria intorno al
punto di minima energia L non è più invariante
per trasformazioni f?-f. - E la presenza di una degenerazione nello stato
di vuoto che rende arbitraria la scelta di esso,
e di conseguenza nasconde la simmetria originale
di L. - Tuttavia per valori grandi dellenergia (rispetto
alla massa del campo), la teoria ritorna ad avere
la sua simmetria per riflessione in quel caso,
la massa della fluttuazione quantistica h(x) non
è più rilevante per determinare la fisica, e la
simmetria ritorna ad essere apparente. - Vi sono in natura diversi sistemi che manifestano
lo stesso meccanismo. Sono tutti esempi della
stessa situazione casi in cui è energeticamente
favorevole per lo stato fondamentale avere un
valore non nullo di un campo. - Ferromagneti infinitamente estesi ground state
non simmetrico, L simmetrica - Flessione di un chiodo di plastica L simmetrica,
flessione no - reticoli cristallini
43Una nota sullenergia del vuoto
- Consideriamo V(f) ½ m2f2 ¼ lf4 i due
minimi degeneri si trovano a Vlt0. Con laggiunta
di una costante (che non cambia lequazione dei
campi!) si può riscrivere V in modo che il vuoto
si trovi a V0 - V(f) ¼ m4/l ½ m2f2 ¼ lf4 ¼
l(f2m2/l)2. - Notare che per le equazioni del moto conta la
derivata del potenziale... -
Dai dati sullespansione delluniverso, lenergia
del vuoto è sì negativa, ma estremamente piccola
rispetto al valore indicato da V, che per l1,
m1 GeV vale 1041 GeV/cm3 (da confrontare con
10-6 GeV/cm3 che è la densità di energia media
delluniverso). In fisica delle particelle
possiamo benissimo decidere di considerare V
invece di V. In generale vi sono diversi
contributi allenergia del vuoto da fluttuazioni
virtuali di ciascun campo, dalla loro energia
potenziale, e anche una costante cosmologica.
Tutti questi contributi sono enormemente più
grandi in valore assoluto del valore misurato.
Che si combinino per dare un numero così vicino a
zero è quantomeno sospetto. Questo è detto
cosmological constant problem.
44Note addizionali sul valore del potenziale nello
stato di minima energia
- Se non fosse per la gravità, il potenziale
potrebbe essere traslato senza problemi. - Tuttavia, uno dei postulati della relatività
generale è che la gravità interagisca con ogni
forma di energia e momento, e quindi anche con
lenergia del vuoto. Ciò distingue il valore
assoluto del potenziale! - Solo per la gravità questo è vero. Quindi ogni
manifestazione sperimentale di una costante
cosmologica è attraverso la sua interazione
gravitazionale. - Se calcoliamo ad esempio leffetto di una densità
di energia del vuoto di 1092 g/cm3, troviamo che
la radiazione di fondo si sarebbe raffreddata
sotto 3K nei primi 10-41 secondi dopo il Big
Bang. - La piccolezza dellenergia del vuoto è un
problema aperto in cosmologia.
45Simmetrie esatte, nascoste, e rotte
- A seconda della dinamica della teoria, le
simmetrie della funzione L possono manifestarsi
in molti modi diversi. - Una simmetria di L rimane una simmetia della
fisica che ne ha origine. Esempi sono SU(3) di
colore o U(1) elettromagnetica - La simmetria di L è solo apparente, perché in
realtà essa ha unanomalia. U(1) assiale è un
esempio nello SM. Unanomalia avviene quando una
simmetria delllazione non è una vera simmetria
della teoria quantistica corrispondente. Non ce
ne occupiamo in questo corso (a parte un accenno
nellintroduzione al top quark). - La simmetria di L può essere rotta esplicitamente
da termini non invarianti. Un esempio è la
simmetria di Isospin SU(2) tra u e d, che è rotta
dallelettromagnetismo e dalla differenza di
massa dei due quarks. E una simmetria
approssimativa. - La simmetria di L può infine essere nascosta,
ovvero loperazione può lasciare L invariante ma
modificare lo stato fondamentale. In questo caso
non è apparente la simmetria nello spettro degli
stati fisici. Ci sono due modi in cui questo può
accadere - Uno o più campi scalari acquistano valori diversi
da zero nel vuoto si tratta di rottura spontanea
di simmetria, il cui esempio più lampante è
SU(2)L rotta dal campo di Higgs nelle interazioni
deboli - Quando sono effetti quantistici non presenti
nella Lagrangiana classica a rompere
dinamicamente la simmetria, non si osservano
corrispondenti campi scalari. Un esempio è la
rottura della simmetria chirale di QCD,
SU(2)LxSU(2)R.
46Il teorema di Goldstone
- Consideriamo ora un campo scalare complesso
- e dunque la forma
- L è in questo caso invariante per una
trasformazione di fase globale f?eiaf possiede
una simmetria per trasformazioni U(1) e la fisica
non dipende da a. - Prendiamo lgt0, m2lt0 ed esplicitiamo la
dipendenza di L dalle componenti reale e
immaginaria di f - Si vede che in questa formulazione il potenziale
V(f) ha un minimo per tutti i valori del campo
tali che f12f22 v2 -m2/l . - Questa volta abbiamo uninfinità continua di
minimi per V, organizzati in una circonferenza di
raggio v attorno a f0. Come nel caso scalare
reale, ci troviamo nella necessità di scegliere
un valore del minimo attorno al quale operare i
calcoli perturbativi per estrarre la dinamica di
f da L.
47f2
(v,0)
- Scegliamo espansioni intorno al vuoto f1v, f20
scrivendo - f(x) vh (x)ix (x)/2½
- e sostituiamo lespressione in L. Otteniamo una
nuova forma L - ove si sono espressi in forma concisa i
coefficienti nei termini di autointerazione dei
campi. - Espressa con x e h L possiede due termini
cinetici ma un termine di massa solo per h - Il campo x tangenziale alla circonferenza di
minimo potenziale non incorre in resistenza dal
potenziale per piccole oscillazioni intorno al
minimo (v,0), e rimane a massa nulla. E la
presenza di una degenerazione dello stato di
vuoto a mantenere nulla la sua massa. - La rottura della simmetria di L ha
apparentemente avuto un effetto nefasto, in
quanto oltre al campo massivo h che volevamo
generare, compare uno scalare massless, x. x è
detto bosone di Goldstone. -
f1
48- Il caso considerato è solo un caso particolare
di un teorema generale, il teorema di Goldstone
la rottura spontanea di una simmetria continua
genera bosoni scalari a massa nulla. - ? Esercizio n3 dimostrare che la Lagrangiana
per tre campi scalari interagenti - descrive un campo scalare massivo e due campi
scalari a massa nulla. - (Hint trovare lespressione del minimo del
potenziale, e scegliere opportunamente il
valore del campo nei dintorni del vuoto.) -
- Quanto visto sembra implicare che la strada che
stiamo percorrendo per dotare la nostra teoria
elettrodebole di bosoni massivi è destinata a
fallire, in quanto oltre ai bosoni massivi si
generano campi scalari a massa nulla che non si
osservano in natura non esistono particelle
scalari a m0! - Tuttavia, vedremo che succede qualcosa di
diverso quando si applica il meccanismo di
Goldstone alla Lagrangiana SU(2)xU(1) del modello
elettrodebole.
49Il meccanismo di Higgs
- Il modello di Goldstone ora visto si può dotare
dellinterazione elettromagnetica tenendo
presente il principio di gauge e passando a una
simmetria U(1) locale - Prendendo lo stato di vuoto in (v,0) e
scegliendo lespansione - la Lagrangiana diventa
- Cè una difficoltà rispetto a prima il campo
scalare h ha ora massa (2lv2)1/2 , x è rimasto a
massa nulla, e il campo di gauge Am ha massa qv
questo corrisponde a un grado di libertà in più
rispetto alla Lagrangiana di partenza! - In più, il termine che mescola A e la derivata
di x ci suggerisce che non stiamo guardando gradi
di libertà ortogonali fra loro (in teoria dei
campi questo termine permette la transizione A ?
x durante la sua propagazione). - Il grado di libertà in più è fittizio una
scelta dello stato di vuoto non introduce nuovi
gradi di libertà! Il campo x è in effetti
irrilevante per la fisica, e possiamo scegliere
un particolare forma per la trasformazione di
gauge che lo elimini.
50- Scriviamo allora il campo nella forma
moduloexp(fase), invece che nella - forma solita vhix
-
- Se ora applichiamo al campo una gauge locale
U(1) abbiamo -
-
-
-
- Da ciò segue che poiché cè invarianza di gauge,
le fluttuazioni H e q trasformano come -
- E quindi chiaro che scegliendo la fase
-
- (chiamata gauge unitaria) abbiamo q(x)0. I
bosoni di Goldstone corrispondono ai quanti del
campo q(x) attraverso la scelta della gauge, li
abbiamo eliminati dallo spettro della teoria!
il che significa che dobbiamo avere
NB nel caso del campo scalare complesso con L
invariante per U(1) globale eia, nessuna scelta
della fase costante a può cancellare Il campo
x(x), qui invece la simmetria per fasi L(x)
dipendenti da x ce lo permette!
51- E chiaro che i bosoni di Goldstone sono
oscillazioni nel parametro che distingue
diversi stati di vuoto la fase qL(x). Scegliendo
la gauge unitaria abbiamo rimosso il grado di
libertà non voluto. - Usando le regole di trasformazione del campo
scalare e del campo di gauge per U(1) locale, con
la scelta della fase vista sopra -
- possiamo allora riscrivere la Lagrangiana
-
- Come promesso, L non contiene traccia della fase
q(x). - La trasformazione di L in una forma che
esplicita il trasferimento di gradi di libertà
associati a bosoni di Goldstone a componenti
longitudinali di bosoni vettori è noto come
meccanismo di Higgs. - Quello visto sopra è il caso U(1).
L ora contiene due campi interagenti uno
scalare massivo H, e un vettore massivo A. Siamo
sulla buona strada...
- 4 gradi di libertà
- il termine misto
- è scomparso
52Trasformazioni SU(2) e Yang-Mills
- Per introdurre il modello standard conviene
prendere in considerazione due campi di Dirac che
trasformino come un doppietto per una simmetria
interna SU(2) di isospin. - Richiediamo che la Lagrangiana sia invariante
per trasformazioni SU(2) locali infinitesime - I generatori di SU(2) non commutano (il gruppo
non è abeliano) - In analogia con la QED possiamo richiedere la
gauge invarianza locale usando derivate
covarianti - I campi W devono trasformare come segue
- Il termine cinetico dei campi contiene ora
unautointerazione dei W, in quanto
53Il meccanismo di Higgs in SU(2)
- Prendiamo allora in considerazione la rottura
spontanea della simmetria locale di gauge del
gruppo SU(2)L. Questo gruppo non è scelto a caso,
ma è il punto di arrivo dellindagine di Glashow,
Salam e Weinberg per inserire in una teoria di
gauge i bosoni vettori massivi W. Il fotone
arriverà includendo U(1)... - Si parte da una Lagrangiana che descrive un
doppietto di campi scalari 4 gradi di libertà.
Ci servono 3 di questi per dotare i bosoni
vettori della teoria GSW di massa - Scriviamo i campi come segue
-
- Sotto una trasformazione SU(2) globale dei campi
f, - L è chiaramente invariante. Per renderla
localmente invariante introduciamo un parametro
di gauge L(x) e rimpiazziamo la derivata con una
covariante -
- Wj è un tripletto di campi di gauge
- e per rotazioni infinitesime di SU(2)
- trasforma come segue
54- Con lintroduzione della derivata covariante, la
Lagrangiana gauge-invariante diventa -
- Lultimo termine rappresenta lenergia cinetica
dei campi di gauge, - prodotto dei tre tensori Wmn
-
- Siamo interessati a condizioni di vuoto
degeneri, per cui se ora poniamo come al solito
lgt0, m2lt0, il potenziale
- ha un minimo in
-
-
- Scegliamo ora f32v2, nascondendo la simmetria
SU(2) - nello stato di vuoto. Possiamo allora espandere
il campo - nellintorno del vuoto scelto, scegliendo una
fase tale che
Rappresenta una circonferenza in 4 dimensioni
Questa scelta, come al solito, nasconde la
simmetria.
55- Il meccanismo per far quadrare i conti è lo
stesso di quello visto nel caso U(1) possiamo
scegliere la direzione degli assi di isospin in
ogni punto x dello spazio-tempo per allineare
f(x) lungo la direzione scelta, effettuando una
rotazione SU(2) diversa a seconda di x. - Il campo, scritto nella forma esponenziale
fase, può essere ridotto scegliendo la gauge in
funzione di x, come visto prima -
- Con L-q/v la fase si annulla, come prima, e i
bosoni di Goldstone spariscono. - Inserendo nella Lagragiana lespansione di f
intorno al vuoto, si arriva dopo un po di conti
a -
qqvL
56La Lagrangiana del Modello Standard
- Il passo finale per scrivere una Lagrangiana
delle interazioni elettrodeboli con tre bosoni
vettori massivi e un fotone a massa nulla
consiste nel considerare il gruppo SU(2)LxU(1)Y e
richiedere linvarianza di gauge locale
indipendentemente ai due sottogruppi. - Per campi fermionici L si scrive allora
- In questa formulazione tutti i campi hanno
ancora massa nulla. Termini di massa per i
fermioni rompono anchessi linvarianza di gauge
di SU(2)L. - Aggiungendo a L i termini relativi a un
doppietto di scalari complessi in forma di
doppietto di isospin debole con ipercarica Y1, - con la derivata covariante
-
- e scegliendo il vuoto e la sua espansione come
al solito, -
- troviamo che la Lagrangiana dei campi bosonici
contiene ora i termini
(NB qui )
57- I campi W3 e B sono mescolati dalla scelta della
gauge unitaria. Possiamo disaccoppiarli con la
combinazione lineare -
- dove abbiamo anche definito tan(qW)g/g. Con
questa sostituzione si trova (sempre trascurando
i termini di interazione) -
-
La rottura di SU(2)xU(1) ha dato vita
precisamente allo spettro che volevamo un bosone
scalare massivo, due W e una Z massivi, e un
fotone a massa nulla.
Allinizio avevamo 8 gradi di libertà dai bosoni
vettori e 4 dal doppietto scalare U(1) con Y1,
lo scalare di Higgs. Ora abbiamo tre bosoni
massivi (3x39 gradi di libertà), uno massless (2
g.l.) e un bosone scalare di Higgs. I conti
tornano! Con la scelta Y1 per il doppietto
scalare di Higgs, esso ha due componenti, una
carica (Q1) a I3 ½ e una neutra (Q0) a I3- ½
perché QI3Y/2. E chiaro che solo la
componente neutra può assumere un v.e.v. non
nullo le fluttuazioni del vuoto non generano
carica!
58E il termine di interazione...
- La parte di interazione fra fermioni e campi
vettoriali, introdotta dalla derivata covariante,
si può scrivere in forma compatta come -
- Il disaccoppiamento dei termini di campo neutri
W3, B avviene attraverso la rottura di simmetria,
che li mescola in una combinazione lineare
massless (il fotone) e una massiva (lo Z) - qW , introdotto da Glashow, è detto angolo di
Weinberg, sin2qW0.23 . - Dal termine di interazione otteniamo
- Si vede quindi, dato che QI3Y/2, che la
corrente elettromagnetica che otteniamo è
consistente con quella che conosciamo dalla QED
se poniamo
termine della corrente debole neutra
59Considerazioni aggiuntive
- Possiamo trovare una simmetria residua del vuoto,
descritta da un sottogruppo del gruppo SU(2)
LxU(1)Y ? In tal caso il bosone di gauge
associato rimane a m0, come sempre. -
- In effetti se applichiamo Q allo stato di vuoto
- troviamo Qf0(I3Y/2) f00 per cui il vuoto che
abbiamo scelto è effettivamente invariante per
una U(1) locale generata da Q - Dei quattro generatori I e Y, solo la
combinazione Q lascia il vuoto invariante. U(1)Q
è un sottogruppo di SU(2)LxU(1)Y. Il fatto che il
fotone rimanga a massa nulla non è una previsione
del modello, ma è implicita nella scelta di uno
stato di vuoto a carica nulla.. - Usando la massa MW ½ gv, e il valore misurato
della costante di Fermi e della costante di
struttura fine, troviamo -
-
- La massa del bosone di Higgs dipende dal
parametro lambda, e non è prevista dal modello. - Vedremo che v è curiosamente vicino a 2½ Mtop più
avanti
dallelemento di matrice di corrente carica per
q?0
60La massa dei fermioni
prodotto di doppietti e di singoletti di SU(2)
? non gauge-invariante
- La Lagrangiana dei campi di Dirac
- non ammette termini di massa per i fermioni, se
si vuole mantenere linvarianza di gauge. Per
campi di Dirac i termini di massa sono scrivibili
come - Se ricordiamo le assegnazioni di isospin e
ipercarica debole - vediamo che il doppietto scalare scelto per
descrivere - il campo di Higgs ha proprio i valori giusti
per - accoppiare fermioni left e right
- Possiamo allora aggiungere alla Lagrangiana
- il termine gauge-invariante
-
H(I ½,Y1)
eL(I ½,Y-1)
eR(I0,Y-2)
61- Scegliendo il vuoto e le sue fluttuazioni come
al solito, la Lagrangiana viene a contenere
termini del tipo -
-
- ove è facile identificare con la massa
dellelettrone il termine -
-
- In L notiamo anche il termine di accoppiamento
di H al campo fermionico esso è proporzionale
alla massa del fermione. - Questo fatto è importante per capire la
fenomenologia del bosone di Higgs (lo vedremo
nella seconda parte di questo capitolo). - Va notato che il meccanismo di Higgs, che ci è
servito a dotare di massa i bosoni vettori W e Z
ottenendo una teoria rinormalizzabile e
coerente ci regala automaticamente termini di
massa anche per i fermioni. Assieme a questi
abbiamo dovuto comprare anche i termini di
accoppiamento, che infatti sono proporzionali a m
(m0 ? zero accoppiamento) - Tuttavia, i valori delle masse sono arbitrari, e
rimangono parametri della teoria.
Abbiamo sostituito a (f,f0) lespressione nellin
torno del vuoto scelto
Notare che i neutrini sono solo left-handed per
cui non possiamo mettere un termine di massa!
62Una rivisitazione delle divergenze
- Il meccanismo di Higgs è un metodo elegante per
introdurre bosoni massivi nella teoria, ma non
sarebbe obbligatorio se non fosse per la
rinormalizzabilità della teoria - Abbiamo già notato come i processi di scattering
di neutrino su elettrone siano divergenti se non
si include lo scambio di un bosone massivo W - Lintroduzione dei W a sua volta comporta
problemi, in quanto si dimostra che lo scattering
neutrino-W (un processo praticamente impossibile
da generare, ma teoricamente lecito) diverge.
Serve un altro diagramma con scambio di Z per
rendere la somma convergente! - La soluzione non è unica, ma larrangiamento dei
bosoni deboli in una struttura gruppale SU(2) è
elegante e economica - Lo scattering WW?WW mostra come il bosone di
Higgs entra direttamente in gioco rendendo
convergente il processo. Senza un bosone scalare
H accoppiato ai W non ci sarebbe
rinormalizzabilità della teoria GSW!
63Masse e accoppiamenti
- Quanto visto sopra per i termini di massa dei
leptoni carichi si può estendere ai quarks le
masse di questi dipendono anchesse dal valore di
v e da costanti incognite g. - In termini del v.e.v. del campo di Higgs,
sviluppando il termine quadratico negli spinori
le masse dei fermioni si scrivono - mf 2-½ gfv.
- I valori degli accoppiamenti di Yukawa gf
dellHiggs ai fermioni coprono un vasto range di
valori - Il Modello Standard non solo non predice il
valore dei parametri g, ma non ne spiega lampio
range. - Inoltre, la quasi esatta coincidenza di gt con 1
è unosservazione di grande interesse
64Esercizio per casa n5
- Partendo dalla parte di interazione nel termine
cinetico del campo scalare espresso per mezzo
della derivata covariante SU(2)xU(1) - sostituire il campo scalare nellintorno del
vuoto , - arrivando ad esprimere i termini di massa e di
interazione per mezzo degli stati ruotati
relativi ai bosoni fisici W,W-,Z, e ottenere i
termini di massa e accoppiamenti del W,Z, e
fotone. Commentare sulle intensità relative e la
presenza o assenza di termini relativi agli
accoppiamenti fra queste particelle, e le
implicazioni. - Ricordando che le larghezze sono proporzionali
al quadrato degli accoppiamenti al vertice, usare
i valori ottenuti per prevedere il rapporto fra
le larghezze di decadimento - (Hint il termine da sviluppare è
- usando anche e
le relazioni fra A,Z e B,W3) -